Emiliano Cuti su Il Cittadino di oggi ci racconta del tentativo di rapina alla posta di Ossago dove i malviventi hanno minacciato l’impiegato, poi l’hanno picchiato e se ne sono andati con il suo portafoglio.
In fumo il tentativo di rapinare la Posta. Tre persone a volto coperto tradite dalla chiusura temporizzata.
Rassegna stampa.
Ossago - Hanno picchiato l’impiegato, ma alla fine se ne sono andati via con un magro bottino: il portafoglio e gli effetti personali del sostituto del responsabile della filiale di Ossago di Poste italiane. Due persone senza scrupoli, incappucciate per non farsi riconoscere, sono entrate in azione ieri in piazza della Chiesa risolute nel rapinare la filiale mentre un terzo complice doveva fare da “palo” e autista. La chiusura temporizzata della cassaforte ha però vanificato il piano criminale della banda, che è scappata al volante di una Station Wagon verso via IV Novembre. Sulle sue tracce i carabinieri della compagnia di Lodi e dei reparti operativi. Ma per il momento le ricerche non hanno dato esito.
Sono stati attimi di terrore puro. Da qualche giorno c’è un nuovo impiegato che fa servizio presso la filiale. Ieri doveva essere un giorno come gli altri. Ha aspettato le 14, l’orario di chiusura, poi è uscito dal retro che dà su un cortile privato protetto da un cancello per tornare a casa. Appena ha premuto l’interruttore per spalancare la cancellata, gli sono piombati addosso i due banditi, che probabilmente stavano sfruttando la vetrata di un supermercato vicino come specchio spiando i movimenti dell’ignaro dipendente. «Io ho sentito dei rumori - spiega una signora che abita nel cortile -, ma pensavo si trattasse degli ispettori. Sa, alle volte succede. Sono andata avanti ad usare la mia aspirapolvere. Poi però ho sentito gridare e piangere. Ho capito quello che era successo». In un attimo infatti sono arrivati il soccorso sanitario e i carabinieri. In piazza, nell’area di mercato, un ambulante ha visto sgommare via un’automobile: all’interno c’era il commando che aveva assaltato le poste, tre ragazzini poco più che maggiorenni. Mentre due donne, affacciate al balcone dirimpetto alla filiale, hanno visto qualcosa di più: loro però si trincerano dietro un secco: «Non rilasciamo dichiarazioni».
Stando ad una prima ricostruzione dei fatti, i rapinatori avrebbero costretto il sostituto del direttore a portarli all’interno della banca. E da lui volevano che venisse aperta la cassaforte: quando questo gli ha spiegato che non era possibile, si sono accaniti contro di lui spingendolo ripetutamente e minacciandolo. Alla fine gli hanno preso gli effetti personali e sono fuggiti. Sotto shock e con varie escoriazioni, il poveretto è stato medicato al pronto soccorso dell’ospedale di Maggiore Lodi.
L’amministrazione comunale per bocca dell’assessore all’istruzione Antonio Dossena e dell’assessore ai servizi sociali Laura Ferrari esprimono solidarietà al dipendente delle Poste aggredito. «Sono fatti - spiegano - che non dovrebbero mai accadere e che purtroppo hanno avuto il nostro territorio come protagonista. Un episodio raro, in una comunità tranquilla. Non abbiamo mai pensato alla videosorveglianza perché cose come queste non fanno parte dell’ordinarietà di una comunità tranquilla come la nostra». In realtà un’altra tentata rapina c’era stata proprio alle Poste, ma bisogna tornare indietro di vent’anni fa quando la filiale era ubicata in un altro luogo: allora si è materializzata un’altra scena di estrema violenza. Altra visita in filiale tre anni fa, poi più niente se non gli ormai noti episodi di vandalismo con un gruppo di giovani che ha dato fuoco alla piazzola.
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