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giovedì 3 dicembre 2009

Notiziario Brembiese, n. 11 - dicembre 2009

Notiziario Brembiese
Numero 11, dicembre 2009

3 dicembre
Accese le luminarie.
Da lunedì 30 novembre sono state accese le luminarie che ci accompagneranno per tutto il mese, rallegrando il centro del paese.



I segnali tra noi.
Altre fotografie curiose sulla segnaletica stradale nel nostro paese. Particolarmente l'ultima: passaggio pedonale e ciclabile?





Inaugurazione sede.
La lista civica di destra "Brembio che cambia" inaugura la sua nuova sede il 13 dicembre alle ore 11.30. La sede è al numero 41 di Via Monte Grappa.



Buono Famiglia 2009.
La Regione Lombardia con DGR 10604 del 25/11/2009 ha stabilito la riapertura del Bando Buono Famiglia 2009 per i soli cittadini stranieri in possesso del permesso di soggiorno di durata non inferiore ad un anno ed in possesso dei requisiti previsti dalla DGR VIII/8881 del 20/01/2009.
I requisiti sono: presenza di almeno tre figli minorenni (compresi i minori in affido familiare) di cui almeno uno in età 0/6 anni; residenza in Lombardia del genitore richiedente e di tutti i figli; reddito riferito a tutti i componenti il nucleo familiare nell’anno 2007 (documentato con mod. CUD 2008, mod 730/2008, mod UNICO 2008) non superiore ad un valore ISR pari a € 10.000 annui. Il calcolo dell’ISR (indicatore della situazione di reddito) tiene conto di vari elementi
quali il reddito familiare, il numero dei componenti la famiglia, l'eventuale canone di locazione, ulteriori caratteristiche del nucleo (presenza di persone con handicap permanenti o invalidità superiore al 66%, famiglie monogenitoriali, famiglia con entrambi i genitori lavoratori).
Le domande possono essere presentate dal 2 al 23 dicembre 2009 nei giorni lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.00 presso i seguenti sportelli distrettuali:



Informazioni in merito possono anche essere richieste al Dipartimento Assi 0371/5874439.
Per presentare domanda occorre portare la seguente documentazione: documento di riconoscimento in corso di validità del genitore richiedente; permesso di soggiorno in corso di validità; documentazione di reddito familiare (che comprende i redditi percepiti nell'anno 2007 da tutti i componenti il nucleo familiare: mod. CUD 2008, mod. 730/2008, mod. UNICO 2008).
Si ricorda che le famiglie non possono presentare domanda nel caso in cui il figlio di 6 anni compia 7 anni nell’anno solare 2009 ed uno dei tre figli minori compia 18 anni nell’anno solare 2009.

Grande Tombolata
Il Comune di Brembio organizza domenica 6 dicembre presso il Centro Anziani "Anni sempre verdi" una "Grande Tombolata". Il Centro sarà aperto alle ore 15.00, la tombola inizierà alle ore 15.30.

Taglio del nastro.
Il Comune di Brembio in collaborazione con il Gruppo Marciatori Brembiesi inaugurerà sabato 5 dicembre alle ore 10.30 presso il Centro sportivo il nuovo "Percorso Vita".

Ad aspettare per un’ora il “treno che non c’è”

I viaggiatori chiedono di fermare un Intercity ma il convoglio rallenta senza fermarsi: esplode la rabbia in stazione. Il treno scompare: tra i binari è il caos. Attesa vana per 200 pendolari, devono intervenire i carabinieri.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Alberto Belloni, 3 dicembre 2009.

In duecento, tra smarrimento e imprecazioni, ad aspettare per un’ora il “treno che non c’è”. È quanto accaduto ieri mattina nella stazione di Codogno, dove è stato necessario persino l’intervento dei carabinieri per placare la rabbia dei tanti pendolari rimasti appiedati dall’ennesimo guasto tecnico a un locomotore. Al culmine del disappunto, dopo che gli era stato negata la possibilità di salire su un intercity di passaggio, alcuni viaggiatori avevano persino minacciato una simbolica occupazione dei binari; la situazione, però, si è risolta senza gravi conseguenze dopo circa un’ora, quando i passeggeri hanno potuto “imbarcarsi” su un’interregionale di passaggio diretto verso Milano. La disavventura, acuita dall’amarezza per la mancanza di risposte tempestive, è iniziata poco prima delle 9. I pendolari, studenti e lavoratori della Bassa cui si era aggiunto un centinaio di passeggeri provenienti dalla “littorina” da Cremona, stavano aspettando il treno “20400” delle 8.54, regionale che partendo da Parma avrebbe dovuto portarli fino a Milano, capolinea Porta Garibaldi. Del convoglio, però, non si è vista alcuna traccia. Il tabellone, dal canto suo, ha cominciato a segnalare un ritardo di 15’, salito poi a 20’ e infine schizzato fino a 50’ dopo che tra i viaggiatori, ovviamente, erano montati lo stupore e l’irritazione per l’assenza di una qualsiasi spiegazione. La verità, alla fine, è emersa: il treno, più che in ritardo, era letteralmente ko in quel di Piacenza, stroncato da un guasto al locomotore. I pendolari, angosciati, hanno provato a chiedere una fermata straordinaria di un intercity in arrivo da Rimini: l’opzione gli è però stata negata, tanto che ai viaggiatori non è rimasto che accompagnare con fischi, insulti e applausi ironici il transito a passo d’uomo del treno. Tra inutili richieste di timbri in grado di giustificare l’involontario ritardo in ufficio, minacce di clamorose proteste rientrate e salaci scambi di battute tra alcuni pendolari esasperati e gli addetti al servizio ferroviario, la beffa è stata risolta dall’arrivo, pochi minuti prima delle 10, dell’interregionale in arrivo da Livorno; ieri è alle spalle, domani si vedrà.

Un giro di valzer in Provincia

Il nuovo presidente Foroni ha avviato una rivoluzione che forse non si è ancora conclusa. Valzer di dirigenti in San Cristoforo. Avvicendamenti e abbandoni negli uffici della provincia.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Alberto Belloni, 3 dicembre 2009.

Nuovo presidente, nuova giunta e nuovi dirigenti. Parallelamente alla conquista della Provincia da parte della coalizione di centrodestra guidata da Pietro Foroni, a palazzo San Cristoforo è in corso un intenso valzer nei settori in cui si articola l’amministrazione. Qualche conferma, tante novità e la sensazione che la rivoluzione non sia ancora finita: presto, infatti, alla guida degli uffici-chiave dell’ente potrebbe arrivare qualche altro funzionario, con la prospettiva di completare l’assetto definitivo della macchina provinciale entro gli inizi del prossimo mese di gennaio. Molti i settori che hanno cambiato timoniere. Andato in pensione Orazio Garofalo, alla direzione generale è arrivato Luigi Terrizzi, ex segretario della provincia di Sondrio, lodigiano di residenza e d’esperienza amministrativa, considerate le numerose esperienze accumulate in curriculum negli enti del territorio (Cornegliano, Pieve Fissiraga, Cerro al Lambro, Comazzo e Merlino). Vice segretario resta invece Francesco Rindone, nelle cui mani è confermata anche la guida del settore sviluppo economico travolto e decapitato due anni fa dalla tempesta giudiziaria di Rifiutopoli, i settori ambiente e della polizia provinciale sembrano aver recuperato piena funzionalità: nel primo, perso per l’inchiesta l’ex numero uno Claudio Samarati, il dirigente resta Filippo Bongiovanni, che contestualmente ha lasciato la guida della polizia provinciale (che aveva retto dopo i guai in cui era incappato l’ex comandante Angelo Ugoni) ad Arcangelo Miano, ex funzionario della Digos lodigiana. Novità importanti anche nel settore urbanistica, dove il dirigente non è più Savino Garilli, “retrocesso” come funzionario al settore viabilità: al suo posto è arrivata di recente l’architetto Paola Taglietti, 48enne milanese proveniente dal comune di Castano Primo, dove dirigeva il settore tecnico. Al settore sistemi edilizi resta invece Maurizio Pozzi, cui nei mesi scorsi era stata affidata anche la delega per il settore strade e viabilità; nuovo, ma a tempo determinato, è invece il dirigente del settore programmazione finanziaria, Claudio Lombardelli, subentrato a Marco Vignati e in scadenza di contratto il 31 dicembre. Nessuna novità per il per il momento all’agricoltura, dove il dirigente è ancora Alberto Tenconi, mentre “rumors” né confermati né smentiti indicano possibili cambiamenti anche nel settore sistemi turistici, oggi guidato da Angelo Stroppa. Un’altra “new entry”, infine, potrebbe riguardare a breve il settore servizi educativi, culturali e alla persona, oggi retto da Maria Augusta Zaffignani; il nome nuovo sarebbe quello di Roberto Midali, già direttore generale dell’azienda di servizi alla persona Valsasino di San Colombano.

Le mani avanti

Il numero uno di palazzo San Cristoforo replica seccamente alle dure critiche dell’opposizione. «Hanno fallito, non accettiamo lezioni».
Rassegna stampa - Il Cittadino, Alberto Belloni, 3 dicembre 2009.

«Il discorso non sono le linee programmatiche, ma il loro adempimento: e la precedente amministrazione in questo senso ha fallito». Non usa mezzi termini Pietro Foroni per replicare ai durissimi giudizi con i quali il suo predecessore, Lino Osvaldo Felissari, e l’ex assessore al turismo e alla cultura Mauro Soldati hanno stroncato le linee programmatiche di mandato della provincia per i prossimi cinque anni. Il documento, 38 pagine divise in 13 capitoli dedicati a tutti gli ambiti amministrativi, sarà presentato nel merito oggi in consiglio. Ma il Pd, letta l’anteprima, non ha lesinato feroci critiche, scatenando l’immediata risposta del presidente. «Cosa volevano, 500 pagine? È vero, non è un documento biblico come il loro, peraltro rimasto sulla carta: ma ha una prospettiva di massima concretezza, senza sparare cifre o sogni, assolutamente pragmatica. Il Partito democratico pontifica, ma in questi mesi non abbiamo potuto fare altro che tappare buchi e risolvere i problemi che ci hanno lasciato, da Senna al piano rifiuti, passando per la convenzione sulla centrale di Sorgenia alla situazione in deficit di Eal Compost. Loro sono bravissimi a parlare: ma se fossero stati così bravi anche a risolvere le cose forse non avrebbero perso le elezioni». Tra le accuse mosse alle linee di mandato presentate dall’amministrazione di centrodestra c’è quella di aver fatto una sorta di “copia e incolla” dello scorso programma elettorale; un rimprovero, secondo Foroni, assolutamente ingiustificato: «Sono linee programmatiche, che corrispondono al nostro programma adeguatamente completato - spiega il presidente -: non c’è da stupirsi che ricalchino quanto premiato in giugno dal 54 per cento degli elettori che ci hanno votato. Abbiamo preferito lavorare, tanto che a metà mese dedicheremo due consigli al bilancio, compreso quello di revisione: e ogni anno, alle linee di mandato, farà comunque seguito una relazione di bilancio». Le reciproche schermaglie degli scorsi mesi, intanto, sembrano avere lasciato spazio a un confronto sempre meno “diplomatico”. Tanto che, citato «un buco da 600mila euro sulla “235” che abbiamo dovuto risolvere con il contributo di Terna», il numero uno di palazzo San Cristoforo archivia il suo contrattacco con una considerazione che non lascia dubbi di interpretazione: «Non devono insegnarci nulla - chiosa Foroni -: le loro responsabilità finiranno quando potremo finalmente iniziare a gestire la provincia noi, che stiamo ereditando una situazione disastrosa».

Un programma imbarazzante, asfittico, generico e banale

Vigilia "calda" per il consiglio nel quale oggi la maggioranza illustrerà le sue linee di mandato. Il Pd stronca il programma di Foroni. Felissari e Soldati: «Documento asfittico e imbarazzante».
Rassegna stampa - Il Cittadino, Alberto Belloni, 3 dicembre 2009.

Imbarazzante, asfittico, generico e banale. Si può riassumere in questi aggettivi il giudizio dato dal Pd in provincia sulle linee programmatiche di mandato 2009-2014 dell’amministrazione guidata da Pietro Foroni, che in attesa di presentarle oggi davanti al consiglio incassa la prima autentica “dichiarazione di guerra” dalle forze di opposizione. Perché la “tregua” concessa alla nuova giunta per entrare a regime è terminata.«Finisce il giochino che tutte le responsabilità sono di chi c’era prima», conferma l’ex assessore Mauro Soldati, annunciando la volontà di chiedere «risposte puntuali» su un documento che ai vertici della vecchia amministrazione, già in possesso dell’atto, non è piaciuto per niente. Dal federalismo fiscale allo sviluppo economico, passando per il rilancio turistico del territorio alla pianificazione territoriale, Soldati e l’ex presidente Felissari mostrano “pollice verso” su tutto, bollando le linee di mandato come prodotto privo di energia, contenuti e novità. «Hanno preso il programma elettorale tale e quale, senza nemmeno aggiornarlo troppo», critica Felissari, per il quale le linee di mandato rappresentavano il primo autentico banco di prova della nuova amministrazione: «In questi mesi abbiamo atteso, era giusto che la nuova giunta prendesse possesso e visione e che potesse arrivare a questo appuntamento, che per noi è importante, in maniera adeguata - prosegue l’ex presidente -. Francamente, invece, linee così avulse sono imbarazzanti: può essere che per loro non rappresentino un momento di confronto, ma le intenzioni di una nuova amministrazione si misurano da queste. Invece non c’è sforzo intellettuale, né passione o quel senso della sfida che oggi più di ieri c’è bisogno di raccogliere». La delusione, spiega Felissari, si spiega con il mancato recepimento delle maggiori competenze sullo sviluppo economico, «che pure il ministro Calderoli riconosce alla provincia nel codice delle autonomie», ma anche sul federalismo fiscale, sui trasporti pubblici e sul rapporto con la regione, «con la quale c’è solo una fraterna omogeneità politica, ma non una contrattazione e valorizzazione del territorio». Cita i grandi accordi di programma per la Tem, la Brebemi e altre opere, l’ex presidente, biasimandone “l’omissione” e le sensazione di fatalismo sulla loro effettiva realizzazione. E mentre l’ultima stoccata di Felissari infilza la questione comitato Expo («In 5 mesi Foroni non ha mai convocato un incontro») a rincarare la dose provvede il “delfino” Soldati. «Si tracciano molti profili, come per il rilancio dell’occupazione: ma come? - attacca l’ex assessore -. Le relazioni non possono prescindere dai progetti: resto sorpreso da Foroni che dice che delle pigne di carta non se ne fa nulla, ma sulla valorizzazione del Lodigiano vedo molta enfasi e poco conoscenza». Parla di “superficialità”, Soldati, come per l’immagine della “provincia schiacciasassi” che nel Piano territoriale di coordinamento provinciale, per esempio, rischia di infrangersi sulle libertà dei comuni; fino a criticare i propositi sul coordinamento con le aziende ospedaliere, sulla promozione previo sportello delle energie rinnovabili o sulla creazione (difficile) di un consorzio di polizie locali. «Suggestioni senza ricadute pratiche», chiosa secco Soldati, apparecchiando il consiglio per una seduta di consiglio caldissima: tra maggioranza e opposizione, adesso, è vero confronto.

Non si placa la protesta per i nuovi orari dei treni

Il timore è che l’entrata in vigore del nuovo orario ferroviario porti con sé fermate soppresse, disagi e treni stracolmi. Pendolari, faccia a faccia in Provincia. Viaggiatori e politici a confronto con l’assessore e gli esperti.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Matteo Brunello, 3 dicembre 2009.

Non si placa la protesta per i nuovi orari dei treni. I pendolari denunciano che ci saranno fermate soppresse, carenze nel servizio e il rischio di convogli stracolmi di passeggeri. A pochi giorni dall’entrata in vigore della nuova linea veloce S1, per i rappresentanti dei viaggiatori la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente. «Questo orario per noi è una tragedia, oltre ai treni che sono stati tolti, ci sono diversi buchi orari in diverse fasce. Mi auguro vengano cambiati», lamenta Francesco Andena del comitato pendolari di Casale. Le varie segnalazioni sono state presentate in un tavolo tecnico con amministratori del territorio e tecnici (sia di Regione Lombardia che di Tln, la società che gestirà il nuovo servizio), che si è tenuto ieri sera in Provincia di Lodi. Alla riunione sono intervenuti i vari esponenti dei gruppi di pendolari del Lodigiano, che hanno illustrato i problemi che i nuovi orari potrebbero arrecare all’utenza. Il confronto è stato introdotto dall’assessore della Provincia di Lodi, Nancy Capezzera, che ha spiegato come l’iniziativa nasca dalla volontà «di condividere insieme le difficoltà, per affrontare anche con Regione Lombardia, le criticità e arrivare a ipotesi di soluzioni condivise». «Si è trattato di un primo incontro e come detto dai responsabili del servizio ce ne saranno degli altri, che saranno periodici», ha detto. Sul tema sono poi intervenuti il funzionario di Regione Lombardia, Massimo Dell’Acqua e Guido Patechi, assistente dell’amministratore delegato di Tln, la società che gestirà il nuovo servizio. Insieme hanno confermato che per ora si tratta di una bozza di orario, che non è ancora del tutto definitiva. L’obiettivo è quello di ridurre al minino le fermate soppresse. E sino ad ora sono già stati fatti dei passi in avanti: dalle 11 iniziali si è arrivati a 8, e il prossimo traguardo è arrivare a 5. Il confronto sul tema è con altre regioni, come Emilia Romagna. «Stiamo portando avanti un’operazione davvero importante e vi chiedo di portare pazienza - ha spiegato Guido Patechi - è uno sforzo imponente e credo sia comprensibile che si siano ritardi a fornire orari definitivi, prima di arrivare all’avvio definitivo del nuovo sistema». E ha annunciato incontri periodici, ogni due mesi, per valutare i problemi. Sul tema non è mancato l’intervento dei vari comitati dei pendolari. «Su Lodi ci sono stati ad esempio diversi piccoli cambiamenti che metteranno in difficoltà l’utenza - osserva Lucia Scacchi del comitato del capoluogo - si rischia di aver ancor di più convogli intesati». E Luigi Anelli del comitato pendolari di Secugnago: «Il 13 dicembre è davvero vicino e qui gli orari sono ancora definitivi». Poi ha indicato una serie di fermate e servizi che verranno soppressi su Secugnago: sono almeno quattro nella tratta Milano-Piacenza e uno nella linea Piacenza-Milano, con tratte frequentate da diversi lavoratori. E ancora Andena del comitato di Casale ha evidenziato che con l’introduzione della linea veloce se ne andrebbero almeno cinque treni (tra soppressioni di fermate e convogli spariti) nella tratta Piacenza Milano e sei nel percorso opposto. Molti dei problemi che sono stati evidenziati anche da esponenti del mondo della scuola, come dal Cesaris di Casale, e rappresentanti di amministrazioni municipali, tra cui sindaci e assessori che erano presenti all’incontro. Tra cui il sindaco di Casale Flavio Parmesani, l’assessore del comune di Lodi Simone Uggetti e una serie di altri amministratori che hanno portato le esigenze delle singole comunità, invitando anche ad alcuni correttivi per gli orari che dovrebbero entrare in vigore tra una decina di giorni.

Ufficializzato a Casale il nuovo segretario comunale

Casale. Giovanni Andreassi è il nuovo segretario, prevista a gennaio la sua entrata in servizio.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Andrea Bagatta, 3 dicembre 2009.

Il consiglio comunale certifica l’arrivo del nuovo segretario comunale Giovanni Andreassi e discute di politica con piccole scaramucce tra maggioranza e opposizione.
Nell’assemblea di lunedì sera il consiglio comunale ha ratificato lo schema di convenzione per il servizio di segreteria comunale con le amministrazioni di Martignana Po, capofila, Isola Dovarese e Terranova de Passerini. Il nuovo segretario sarà Giovanni Andreassi e prenderà servizio probabilmente a gennaio, dopo l’espletamento dell’iter burocratico di sottoscrizione della convenzione da parte di tutti i comuni con l’invio all’agenzia dei segretari.
Casale farà la parte del leone con il 40 per cento della quota oraria del nuovo segretario, gli altri comuni lo divideranno al 20 per cento. Il costo sarà attorno ai 40-50 mila euro anche in funzione delle effettive presenze e del raggiungimento degli obiettivi. Andreassi sarà a Casale per un tempo corrispondente a due giorni la settimana. La maggioranza ha poi votato un ordine del giorno per la modifica dello schema di riordino dei corsi “Pacle” negli istituti tecnici. La minoranza aveva chiesto di poter rinviare il voto alla seduta successiva in modo da verificare meglio il contenuto del documento e il vicesindaco Maria Luisa Braguti che presiedeva il consiglio in assenza del sindaco era orientata ad accettare la richiesta. L’ipotesi però di inserire nell’ordine del giorno una critica alla riforma Gelmini faceva decidere la maggioranza di mettere al voto subito l’ordine del giorno. E poco dopo la maggioranza faceva di nuovo valere il proprio peso rimandando la discussione di due mozioni-ordini del giorno presentati dalla minoranza sul mantenimento dell’acqua pubblica e sull’omofobia. Argomenti da classificare sotto la voce ordine del giorno perché con caratteristiche generali e nazionali, dovevano essere presentati almeno 48 ore prima. La minoranza li aveva proposti come mozione proprio per aggirare l’ostacolo del deposito in ritardo, ma la maggioranza non ha voluto dibatterle e sono state rimandate alla prossima seduta.

Per la Lega sicurezza fa rima con business

Il comando unico delle forze di vigilanza dei due centri proseguirà fino al 31 marzo e poi sarà definitivamente sciolto. Vigili, Somaglia e Casale “divorziano”. Il sindaco Parmesani: «La convenzione non ha dato i frutti sperati».
Rassegna stampa - Il Cittadino, Andrea Bagatta, 3 dicembre 2009.

Separazione consensuale tra Casale e Somaglia per il servizio unificato di polizia locale: la convenzione per il comando unico delle forze di vigilanza dei due centri proseguirà fino al 31 marzo e poi sarà sciolta. Mancati ritorni economici e difficile controllo del territorio sono i motivi dello scioglimento. La convenzione resta in essere fino al 31 marzo solo per poter portare a termine un progetto che vede coinvolte insieme le due amministrazioni nella richiesta di contributi. Dal 1 aprile, Somaglia tornerà ad avere a disposizione i suoi due vigili, Casale conterà su un organico di 15 unità.
«La convenzione non ha dato i frutti sperati: è stata una sperimentazione interessante ma che per Casale si è rivelata deficitaria - spiega il sindaco Flavio Parmesani -. Torniamo al nostro servizio convinti di dare maggior presenza sul territorio e di fornire un miglior servizio alla gente, anche alla luce dei nuovi poteri che la legge conferisce ai sindaci in materia di sicurezza». Casale aveva un rapporto di un vigile ogni mille abitanti, Somaglia di uno ogni mille e 500. Casale ha una superficie di circa 25 chilometri quadrati, Somaglia di circa 20. In questi dati si possono riassumere i maggiori compiti per i vigili di Casale in convenzione rispetto al controllo del solo territorio casalino. Inoltre, da convenzione era previsto che Casale avesse una compensazione in termini economici sotto forma di partecipazione agli introiti derivanti dalle multe. In particolare, la posa di due T-Red, i dispositivi semaforici per rilevare il passaggio con il rosso, avrebbero dovuto portare benefici economici. Ma i due T-Red non sono mai stati posati.
«Per Casale è venuto meno anche il beneficio economico previsto dalla convenzione, che pure non era centrale - conclude Parmesani -. Anche in questo l’intesa si è rivelata poco utile. Meglio tornare ad avere il servizio sul nostro territorio, eventualmente potenziandolo con altre formule». E la separazione avviene in modo consensuale, perché anche a Somaglia non c’era piena soddisfazione per il servizio offerto. «Il comando unificato ha lavorato bene, ma i nostri cittadini chiedevano di avere in paese la figura di riferimento dei vigili - afferma il sindaco Piergiuseppe Medaglia -. Le pattuglie di passaggio non sono mai mancate e la sicurezza era garantita, ma mancava proprio la tranquillità del vedere il vigile in paese impegnato nei servizi di routine. Casale ha proposto di sciogliere la convenzione, e noi abbiamo accettato, ma continueremo a lavorare insieme su altri progetti». Ora, Somaglia non esclude di poter aderire ad altre forme di convenzione territoriali, per esempio il consorzio che fa capo a San Rocco al Porto. «Vedremo - commenta Medaglia -. Senza convenzione perderemo un po’ di specializzazione, ma guadagneremo in presenza».

La politica roba da uomini

Non ci sono donne in giunta, polemica a Orio. Ma il sindaco replica: «Non avevano tempo».
Rassegna stampa - Il Cittadino, Luisa Luccini, 3 dicembre 2009.

Orio - «Anche in questo mandato il nostro comune avrà una giunta tutta maschile. E questo nonostante al governo di Orio Litta si trovi la compagine sicuramente più progressista tra quelle presentatesi alle scorse elezioni». Non nasconde delusione il consigliere comunale Morena Colombini, capogruppo della minoranza “Vivere Orio”: la riflessione arriva a pochi giorni dall’ultima seduta di consiglio comunale, la stessa che ha ratificato la nomina da parte del sindaco Pierluigi Cappelletti di due nuovi assessori comunali, ovvero Enrico Ribolini (che ha avuto delega ai servizi sociali) e Domenico Orlandi (che sarà responsabile del settore istruzione e cultura). Con queste ultime nomine, la giunta di Orio sale così da tre a cinque assessori. Tutti appartenenti al cosiddetto “sesso forte”. «Sembra proprio che una figura femminile nella giunta oriese non riesca davvero a inserirsi- riflette non senza rammarico il consigliere Colombini- E questo nonostante si sia messo mano allo statuto, proprio nell’articolo che riguarda la composizione della giunta comunale, per allargarne il numero dei componenti, motivandolo a ragione come “un fatto di democrazia”. E questo nonostante pure le recenti sentenze del Tar in merito a questa strategica questione, le stesse che si rifanno alla legislazione vigente. Che dire: un vero peccato». La conclusione del consigliere Colombini arriva così chiarissima: «Troviamo sempre figure femminili a livello operativo, mentre non mancano mai difficoltà a vederne in ruoli decisionali». «L’unico consigliere donna, per motivi di lavoro, non ha ritenuto opportuno assumersi la responsabilità di un assessorato - spiega però il sindaco Cappelletti -. Nella nostra compagine c’è poi un’altra figura femminile, che però risulta tra i consiglieri non eletti. Abbiamo preferito non avere assessori esterni ma privilegiare competenze già sedute all’interno del consiglio comunale. Alcune, peraltro, già dotate di forte esperienza amministrativa, come nel caso dell’assessore Ribolini, in passato già alla guida del settore, delicatissimo, dei servizi sociali».

Condannato alla gogna su Internet

Secugnago. Singolare condanna per un artigiano: in caso di conferma anche il suo nome sul giornale. Fattura falsa, la sentenza su Internet.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Carlo Catena, 3 dicembre 2009.

Secugnago - Condannato alla “gogna mediatica” per aver emesso una fattura falsa: un imprenditore laziale 57enne residente a Livraga ma con azienda a Secugnago ieri ha avuto dal giudice di Lodi Anna Laura Marchiondelli quella che si definisce una “sentenza esemplare”: il verdetto, che si traduce in una condanna a 7 mesi di carcere, soggetti a indulto, è accompagnato infatti dall’ordine di pubblicazione di un estratto della sentenza, con le generalità complete, sia su «il Cittadino», per una sola edizione, sia sul sito Internet del ministero della giustizia, dove invece dovrà rimanere per dieci giorni. E il tutto a spese del condannato. Altre sanzioni accessorie inflitte sono il divieto di rappresentanza di società per un anno e il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione, per il medesimo periodo. Il difensore del condannato, che opera nel ramo della meccanica, preannuncia appello. L’episodio contestato risale al 2002 e non è escluso che il ricorso in secondo grado possa far scattare la prescrizione, per cui il reato sarà da considerarsi come se non fosse mai stato commesso e la sentenza non scatterà. Ma la difesa non nega la propria sorpresa per il tipo di condanna, visto che il reato contestato, l’emissione di una fattura per operazioni inesistenti, riguarda un documento da 2.500 euro, che avrebbe portato a un’evasione Iva di 500 euro. La contestazione a carico dell’artigiano del Basso Lodigiano arriva da una grossa inchiesta avviata dalla Finanza e dalla procura di Massa Carrara, in Toscana, dalla quale è emerso che la ditta Lunezia Ecologia, ora non più attiva, avrebbe scaricato dall’imponibile una fattura dell’artigiano di Secugnago per lavori che per l’accusa non sarebbero invece mai stati eseguiti.