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mercoledì 12 agosto 2009

Tutto è bene quel che finisce bene

Innse: trovata la soluzione dopo 15 mesi di proteste e scontri.

Dopo quindici mesi, arriva al capolinea e trova soluzione la difficile situazione della Innse, l'officina metalmeccanica di Lambrate, in liquidazione. Dopo due giorni di incontri alla prefettura di Milano tra il proprietario dell'officina Silvano Genta, quello dell'area, l'immobiliare Aedes e il nuovo potenziale acquirente, il gruppo bresciano Camozzi, si è arrivati a una soluzione. Silvano Genta acquistò la Innse due anni or sono dalla amministrazione controllata al prezzo politico di 700 mila euro. In cambio aveva concordato lo sviluppo della fabbrica. Nella quale, invece, lamentano i dipendenti, "non ha mai investito soldi. Nemmeno per i guanti antinfortunistici".
31 maggio 2008: l'azienda invia le raccomandate che sanciscono l'apertura della procedura di mobilità. I lavoratori si radunano davanti ai cancelli chiusi della fabbrica e dopo aver eluso la sorveglianza occupano lo stabilimento e proclamato assemblea permanente.
1 giugno 2008: giorno della chiusura della Innse. Da questa data inizia il lungo presidio 24 ore al giorno.
3 giugno 2008: i dipendenti continuano a lavorare contro la decisione del proprietario, Silvano Genta, che vuole fermare l'officina.
25 agosto 2008: Genta ha concluso la procedura licenziando tutti i dipendenti, pur avendo davanti un industriale bresciano pronto a rilevare la Innse. La commissione regionale non ha potuto far altro che registrare il mancato accordo ed aprire la mobilità.
10 settembre 2008: la paga non arriva, sebbene nella lettera di licenziamento sia scritto che Genta avrebbe pagato il preavviso. La risposta è immediata, blocco di via Rubattino per tutto il giorno.
17 Settembre 2008: la fabbrica è messa sotto sequestro.
10 dicembre 2008: il giudice dissequestra lo stabilimento e lo consegna al proprietario, Genta. Gli operai cercano di occupare la fabbrica ma sono respinti dalla polizia.
12 dicembre 2008: sciopero generale.
10 febbraio 2009: scortati da 80 poliziotti in assetto anti sommossa, due camion di Genta, sono entrati nelle fabbriche per portare via alcuni "rottami-macchinari". Forti disordini all'esterno per l'opposizione degli operai e dei loro sostenitori, e un bilancio di una decina di feriti.
5 marzo 2009: manifestazione di protesta degli operai della Innse a Settimo Torinese davanti al capannone di Genta.
4 agosto 2009: dopo mesi di tensioni e giornate di proteste, quattro operai e un funzionario della Fiom, sono riusciti a entrare all'interno dello stabilimento, aggirando il presidio delle forze dell'ordine che si trova davanti ai cancelli d'ingresso, e sono saliti su un carroponte. Ci sono rimasti sette notti.
"I 15 mesi di mobilitazione dei lavoratori dell'Innse, culminati con la scelta, radicale ma consapevole, di quattro lavoratori e di un sindacalista della Fiom di salire sul carroponte per bloccare lo smontaggio in atto dei macchinari, ha prodotto un risultato straordinario oltre ogni aspettativa". Lo affermano in una nota Giacinto Botti, segretario della Cgil Lombardia, e Nerina Benuzzi della segreteria della Camera del lavoro metropolitana di Milano. "I lavoratori - aggiungono -, gli operai avevano ragione: il loro lavoro, la loro professionalità, le «loro» macchine tecnologicamente avanzate dovevano essere difesi e salvaguardati". "Nuovi imprenditori hanno acquistato l'azienda e il terreno, garantendo la ripresa e lo sviluppo produttivo e i livelli occupazionali. Ma questo risultato non si deve certo all'impegno e al sostegno delle istituzioni locali, che non hanno svolto il proprio ruolo. Si è trattato di una lotta durissima, vinta per l'unità, la coesione e la determinazione dei lavoratori e della loro Rsu, per la solidarietà concreta dei cittadini e delle forze sociali e per l'azione di rappresentanza e di sostegno offerta dal sindacato, prima di tutto dalla Fiom e poi dalla Cgil della Lombardia e di Milano".
"Soddisfazione" per la positiva soluzione della vicenda della Innse è stata espressa dal vicepresidente della Regione Lombardia e assessore all'Istruzione, Formazione e Lavoro, Gianni Rossoni. "Regione Lombardia - ha spiegato Rossoni - fin dall'inizio ha seguito la vicenda dal momento che in gioco c'erano numerose persone e il loro futuro lavorativo". "Continueremo la nostra azione costante di salvaguardia dei livelli occupazionali sul territorio - ha detto ancora Rossoni - e nei prossimi giorni insieme al Comune di Milano verificheremo nel dettaglio le richieste avanzate da Aedes per l'adeguamento dello strumento urbanistico".

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