“Deboluccia” e “velleitaria”. Definisce così, il vicepresidente dei senatori del Pd Nicola Latorre, dalemiano e sostenitore di Bersani nella sfida per la segreteria, la proposta dell'ex segretario dei Ds, Piero Fassino di un'intesa col governatore del Veneto Galan (Pdl) per le Regionali del 2010. “Il tema delle alleanze – ha spiegato Latorre ieri al Giornale - è fondamentale per il Pd. Ma non si può porlo in modo così tattico e circoscritto”. “Io rispetto il ragionamento di Piero, di cui conosco il rigore”. Ma il suo “discorso fa a cazzotti con la «vocazione maggioritaria» sostenuta dalla sua mozione congressuale. E trovo deboluccia e velleitaria l'idea di inseguire le situazioni in maniera differenziata, senza una strategia di alleanze precisa”. Quanto alle alleanze possibili, per il vicepresidente dei senatori del Pd mentre l'Udc “ha coraggiosamente rotto con questo centrodestra, immagina come noi un assetto bipolare ma non bipartitico, sostiene che l'unita' nazionale è messa in pericolo dalla Lega” e dunque “ci sono tutti i presupposti per tenere aperto il rapporto, se sarà coerente”, con l'Idv, che il senatore considera “speculare al radicalismo di destra”, il rapporto è più complesso. Secondo Latorre Di Pietro deve decidere “se vuole continuare ad alzare i toni per rubare qualche voto a noi e garantirsi la pensione, o se vuol costruire un'alternativa credibile a Berlusconi”.
Sempre ieri il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo riferendosi alle possibili alleanze del nascente “Partito del Sud” di cui sarà uno degli ispiratori, in un'intervista al Riformista ha detto: “Nel progetto di rinnovamento trovo piu' sensibilità nel Pd che in partiti che avendo governato, si ergono invece a difensori del vecchio sistema”. “L'Udc è fuori dal governo regionale, la situazione è abbastanza chiara. Con il Pdl la questione è più complessa, vi sono alcuni che stanno sostenendo il progetto di rinnovamento del nostro governo, altri che invece sono i difensori del vecchio. Con questi ultimi non vi è nessun dialogo”. Un progetto, quello di Lombardo che “procede positivamente. E a quanto si vede crea molte preoccupazioni ai partiti nazionali. Da quando ho iniziato a parlarne, mi è giunta una gragnola di critiche. È evidente che un progetto di partito del Sud che difenda gli interessi delle aree del Meridione dia fastidio ai partiti e ai grandi giornali nazionali. I grandi giornali tutelano gli interessi dei poteri forti. Dunque è quanto mai urgente accelerare i tempi di costruzione di un movimento-partito che difenda gli interessi dei meridionali. Allo stato attuale la Lega Nord pesa in maniera notevole sulle decisioni del governo nazionale. Anzi, direi che fa ballare il governo Berlusconi. Per controbilanciare il peso della Lega, noi dobbiamo crescere, abbiamo bisogno di un partito fortemente radicato nelle varie aree del Meridione”.
Chiamparino, sindaco di Torino ed esponente del Partito democratico, riferendosi ai due principali candidati alla segreteria, Dario Franceschini e Pierluigi Bersani ha sbottato: “Se si mettessero d'accordo e facessero un governo di unità nazionale per affrontare le Regionali sarebbe meglio”. Nel dibattito per la segreteria – ha sottolineato Chiamparino – “non vedo attenzione sufficiente ai temi veri e, dove c'è, non vedo differenze qualificanti e incomponibili. E non mi si venga a dire che la ragione dello scontro è la scelta tra partito solido o liquido: se vogliamo prenderci in giro va bene, ma non mi sembra quella una ragione di divisione”.
Secondo il sindaco di Torino il Pd, per tornare vincente, deve “scegliere con coraggio e decisamente l'autonomismo come terreno su cui demistificare il cemento populistico che tiene insieme un centrodestra che cavalca localismo e particolarismo, anche parassitario, e la condanna dello stesso. Per proporre un nuovo patto di cittadinanza e fiscale che sfidi la Lega sul suo terreno”.
Il leader dell'Udeur, Clemente Mastella in un'intervista a Libero: “Alle Regionali ci presenteremo ovunque sarà possibile nel Mezzogiorno con le nostre liste, in alleanza col centrodestra ma col nostro simbolo”. Quindi “col Pdl. Poi si vedrà”. “Occorre da parte degli alleati - spiega Mastella - un minimo di rispetto e di considerazione in più nelle realtà locali. Quello che manca nel Pdl è una discussione serena sul programma. Danno per acquisite vittorie che poi magari non arrivano”. Quanto al rapporto con l'Unione di centro, “nulla è precluso. Non ho atteggiamenti di antagonismo con nessuno, meno che mai con Casini”.
Per quanto riguarda in particolare la Lombardia, sussisterebbe un patto tra Roberto Formigoni e Silvio Berlusconi per un quarto mandato alla guida della regione. Lo ha rivelato lo stesso governatore lombardo, Roberto Formigoni, secondo quanto riferito dal settimanale "Panorama". Dopo l'elezione di Formigoni al Senato e la sua mancata nomina a ministro, spiega l'inquilino del Pirellone, "con Berlusconi trovammo un accordo: fu allora che nacque, condivisa, la decisione della mia quarta candidatura consecutiva alla guida della Lombardia. Così avrei potuto portare a termine progetti importantissimi - aggiunge - come l'Expo, la BreBeMi, la Pedemontana, la tangenziale esterna di Milano, dieci nuovi ospedali, l'alta velocità, le autostrade regionali: progetti per 11 miliardi di euro in tre anni". Formigoni sostiene che non ci saranno problemi con la Lega: "Ha letto bene le dichiarazioni di Bossi? Dice che io sono un amico, che ho governato bene la Lombardia. E chi conosce la Lega sa che la Lega è Umberto Bossi e nient'altro. Non bado a quello che dicono le seconde e terze linee: de minimis non curat praetor". Quanto all'ipotesi di un'alleanza con l'Udc, Formigoni ribadisce di essere favorevole ad un avvicinamento con i centristi e rivela di avere già incontrato Pier Ferdinando Casini: "Vedo bene una nuova alleanza a livello nazionale tra Popolo della Libertà e Udc - afferma - sto lavorando per questo accordo, come pure molti altri nel Pdl: per esempio Fabrizio Cicchitto, Sandro Bondi. Lo stesso Berlusconi non mi pare contrario al progetto".