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sabato 22 agosto 2009

La partita a scacchi delle regionali è iniziata

La corsa per le regionali tiene già banco.

“Deboluccia” e “velleitaria”. Definisce così, il vicepresidente dei senatori del Pd Nicola Latorre, dalemiano e sostenitore di Bersani nella sfida per la segreteria, la proposta dell'ex segretario dei Ds, Piero Fassino di un'intesa col governatore del Veneto Galan (Pdl) per le Regionali del 2010. “Il tema delle alleanze – ha spiegato Latorre ieri al Giornale - è fondamentale per il Pd. Ma non si può porlo in modo così tattico e circoscritto”. “Io rispetto il ragionamento di Piero, di cui conosco il rigore”. Ma il suo “discorso fa a cazzotti con la «vocazione maggioritaria» sostenuta dalla sua mozione congressuale. E trovo deboluccia e velleitaria l'idea di inseguire le situazioni in maniera differenziata, senza una strategia di alleanze precisa”. Quanto alle alleanze possibili, per il vicepresidente dei senatori del Pd mentre l'Udc “ha coraggiosamente rotto con questo centrodestra, immagina come noi un assetto bipolare ma non bipartitico, sostiene che l'unita' nazionale è messa in pericolo dalla Lega” e dunque “ci sono tutti i presupposti per tenere aperto il rapporto, se sarà coerente”, con l'Idv, che il senatore considera “speculare al radicalismo di destra”, il rapporto è più complesso. Secondo Latorre Di Pietro deve decidere “se vuole continuare ad alzare i toni per rubare qualche voto a noi e garantirsi la pensione, o se vuol costruire un'alternativa credibile a Berlusconi”.
Sempre ieri il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo riferendosi alle possibili alleanze del nascente “Partito del Sud” di cui sarà uno degli ispiratori, in un'intervista al Riformista ha detto: “Nel progetto di rinnovamento trovo piu' sensibilità nel Pd che in partiti che avendo governato, si ergono invece a difensori del vecchio sistema”. “L'Udc è fuori dal governo regionale, la situazione è abbastanza chiara. Con il Pdl la questione è più complessa, vi sono alcuni che stanno sostenendo il progetto di rinnovamento del nostro governo, altri che invece sono i difensori del vecchio. Con questi ultimi non vi è nessun dialogo”. Un progetto, quello di Lombardo che “procede positivamente. E a quanto si vede crea molte preoccupazioni ai partiti nazionali. Da quando ho iniziato a parlarne, mi è giunta una gragnola di critiche. È evidente che un progetto di partito del Sud che difenda gli interessi delle aree del Meridione dia fastidio ai partiti e ai grandi giornali nazionali. I grandi giornali tutelano gli interessi dei poteri forti. Dunque è quanto mai urgente accelerare i tempi di costruzione di un movimento-partito che difenda gli interessi dei meridionali. Allo stato attuale la Lega Nord pesa in maniera notevole sulle decisioni del governo nazionale. Anzi, direi che fa ballare il governo Berlusconi. Per controbilanciare il peso della Lega, noi dobbiamo crescere, abbiamo bisogno di un partito fortemente radicato nelle varie aree del Meridione”.
Chiamparino, sindaco di Torino ed esponente del Partito democratico, riferendosi ai due principali candidati alla segreteria, Dario Franceschini e Pierluigi Bersani ha sbottato: “Se si mettessero d'accordo e facessero un governo di unità nazionale per affrontare le Regionali sarebbe meglio”. Nel dibattito per la segreteria – ha sottolineato Chiamparino – “non vedo attenzione sufficiente ai temi veri e, dove c'è, non vedo differenze qualificanti e incomponibili. E non mi si venga a dire che la ragione dello scontro è la scelta tra partito solido o liquido: se vogliamo prenderci in giro va bene, ma non mi sembra quella una ragione di divisione”.
Secondo il sindaco di Torino il Pd, per tornare vincente, deve “scegliere con coraggio e decisamente l'autonomismo come terreno su cui demistificare il cemento populistico che tiene insieme un centrodestra che cavalca localismo e particolarismo, anche parassitario, e la condanna dello stesso. Per proporre un nuovo patto di cittadinanza e fiscale che sfidi la Lega sul suo terreno”.
Il leader dell'Udeur, Clemente Mastella in un'intervista a Libero: “Alle Regionali ci presenteremo ovunque sarà possibile nel Mezzogiorno con le nostre liste, in alleanza col centrodestra ma col nostro simbolo”. Quindi “col Pdl. Poi si vedrà”. “Occorre da parte degli alleati - spiega Mastella - un minimo di rispetto e di considerazione in più nelle realtà locali. Quello che manca nel Pdl è una discussione serena sul programma. Danno per acquisite vittorie che poi magari non arrivano”. Quanto al rapporto con l'Unione di centro, “nulla è precluso. Non ho atteggiamenti di antagonismo con nessuno, meno che mai con Casini”.
Per quanto riguarda in particolare la Lombardia, sussisterebbe un patto tra Roberto Formigoni e Silvio Berlusconi per un quarto mandato alla guida della regione. Lo ha rivelato lo stesso governatore lombardo, Roberto Formigoni, secondo quanto riferito dal settimanale "Panorama". Dopo l'elezione di Formigoni al Senato e la sua mancata nomina a ministro, spiega l'inquilino del Pirellone, "con Berlusconi trovammo un accordo: fu allora che nacque, condivisa, la decisione della mia quarta candidatura consecutiva alla guida della Lombardia. Così avrei potuto portare a termine progetti importantissimi - aggiunge - come l'Expo, la BreBeMi, la Pedemontana, la tangenziale esterna di Milano, dieci nuovi ospedali, l'alta velocità, le autostrade regionali: progetti per 11 miliardi di euro in tre anni". Formigoni sostiene che non ci saranno problemi con la Lega: "Ha letto bene le dichiarazioni di Bossi? Dice che io sono un amico, che ho governato bene la Lombardia. E chi conosce la Lega sa che la Lega è Umberto Bossi e nient'altro. Non bado a quello che dicono le seconde e terze linee: de minimis non curat praetor". Quanto all'ipotesi di un'alleanza con l'Udc, Formigoni ribadisce di essere favorevole ad un avvicinamento con i centristi e rivela di avere già incontrato Pier Ferdinando Casini: "Vedo bene una nuova alleanza a livello nazionale tra Popolo della Libertà e Udc - afferma - sto lavorando per questo accordo, come pure molti altri nel Pdl: per esempio Fabrizio Cicchitto, Sandro Bondi. Lo stesso Berlusconi non mi pare contrario al progetto".
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Il Paese incredibile

Governo:immigrati, unità d'Italia e crisi accendono la politica.
La sintesi dei fatti degli ultimi giorni offerta ieri dall'agenzia Asca.

L'immigrazione, le celebrazioni per l'anniversario dell'Unità d'Italia, la crisi e le elezioni afghane. Su questi argomenti ruota la politica italiana a una settimana dal consiglio dei ministri post vacanze estive.
Dopo settimane di relativa calma torna di prepotente attualità il problema dell'immigrazione clandestina col suo carico di tragica disperazione. È di giovedì l'ultima tragedia. Cinque eritrei sbarcati a Lampedusa hanno detto di essere partiti dalla Libia in 78 e di essere rimasti alla deriva per più di 20 giorni. I corpi dei compagni sarebbero stati abbandonati in mare.
Morte e disperazione che si porta con sé le polemiche politiche. Il centrosinistra ha chiesto che il governo riferisca al Parlamento. "Se - ha detto il segretario del Pd Dario Franceschini -, come tutto lascia prevedere, ci sarà la conferma degli annegati, dei venti giorni passati alla deriva nella battutissima e sorvegliatissima zona del canale di Sicilia si porranno terribili domande". Indignazione e richieste di spiegazioni sono arrivate anche dal deputato dell'Idv Sonia Alfano, dal segretario del Prc Paolo Ferrero, dall'ex ministro dell'Interno Enzo Bianco, dal capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi.
Pronta la replica del Pdl che in attesa di un intervento del Viminale ha rimandato ad una maggiore prudenza. "Questo episodio - ha detto Isabella Bertolini - non può consentire alcuna speculazione da parte dell'opposizione. Tentare di far passare il concetto che naufraghi siano stati volutamente lasciati al loro destino da parte delle forze adibite ai pattugliamenti è inaccettabile".
L'immigrazione e la connessa questione della cittadinanza è al centro anche di un intervento sul mensile "Formiche" del presidente della Camera, Gianfranco Fini in cui sottolinea che il nuovo impegno delle nostre Istituzioni "deve essere far sentire l'Italia come patria anche a coloro che vengono da Paesi lontani, e che sono già o aspirano a diventare cittadini italiani". Per Fini infatti, seppure non si può chiedere agli immigrati di cancellare la propria cultura, "si può e si deve suscitare" in loro "passione civile e patriottismo anche promuovendo la conoscenza, non solo della nostra lingua e delle nostre leggi ma anche della nostra storia, specie quella politico-costituzionale più recente".
Una chiave, quella del Presidente della Camera, destinata a rinfocolare le polemiche tra chi vuole facilitare la concessione dei diritti di cittadinanza a coloro che lavorano e vivono regolarmente nel nostro paese (in Parlamento giace una proposta di legge bipartisan a firma Granata-Sarubbi, rispettivamente finiano del Pdl e cattolico del Pd, che sarà calendarizzata subito dopo il rientro dalle ferie di deputati e senatori) e chi invece, come la Lega Nord, contrasta questa ipotesi nel timore di una nuova "invasione" dai paesi più poveri nel mondo.
Il primo consiglio dei ministri, probabilmente venerdì 28 agosto, dovrebbe trattare anche la questione dei festeggiamenti per i 150 anni dall'unità d'Italia su cui il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha sollecitato una risposta in tempi rapidi del governo temendo ritardi nell'organizzazione.
Non molla intanto la morsa della crisi. A farsi sentire è la Confindustria che, col presidente Emma Marcegaglia ha definito il percorso di uscita ancora "lungo e difficile" e ha invitato l'esecutivo a varare nuove misure già a settembre per evitare "un autunno davvero difficile". "Bisogna rifinanziare - ha suggerito il numero uno di Confindustria - gli ammortizzatori sociali a sostegno di chi perde il lavoro, abbassare tasse e contributi sui salari per dare più soldi ai lavoratori e più efficienza le imprese".
Infine, un commento sulle elezioni in Afghanistan: "Una prova di grande coraggio" la partecipazione alle urne secondo le parole del premier, Silvio Berlusconi.
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Accelerare sulla riforma federalista

Secondo la CGIA, la pubblica amministrazione italiana costa il 4% di Pil in più della pubblica amministrazione tedesca.
Dalle agenzie - Asca.

La Pubblica Amministrazione italiana costa circa 4 punti percentuali di Pil in più rispetto a quella tedesca. Il raffronto è stato fatto dall'Ufficio Studi della Cgia di Mestre.
"Se in Germania tra il 2000 e il 2008 la spesa per il personale pubblico (stipendi più contributi) in percentuale del Pil è scesa dall'8,1% al 6,9%, in Italia, sempre nello stesso periodo di tempo, tali oneri sono aumentati passando dal 10,4% al 10,9% del PIL. In buona sostanza in Italia il costo della pubblica amministrazione è superiore di quasi 4 punti percentuali di PIL rispetto alla Germania. Pertanto, se la spesa della nostra P.A. fosse pari a quella tedesca, in rapporto al PIL, potremmo risparmiare circa 60 miliardi di euro ogni anno", spiega il segretario della confederazione mestrina, Giuseppe Bortolussi.
Il confronto - che evidenzia l'aumento dei costi del nostro pubblico impiego - prosegue con risultati leggermente diversi da quello precedente quando si prende come parametro di riferimento la spesa del personale pubblico in percentuale sulla spesa primaria (ovvero, la spesa al netto degli interessi sul debito pubblico). Ebbene, se in Germania il dato risulta in calo e si attesta nel 2008 al 16,7%, in Italia, rispetto al 2000, abbiamo avuto una dinamica altrettanto discendente ma che si colloca al 25% della spesa primaria: ben 8,3 punti percentuali in più rispetto a quella tedesca.
La CGIA di Mestre continua con l'analisi del numero dei dipendenti pubblici. Forse non sono troppi in assoluto ma, in rapporto agli abitanti, in Italia ne abbiamo più dei nostri competitori tedeschi. Infatti, se qui da noi ci sono 61 dipendenti pubblici ogni mille abitanti (in termini assoluti pari a 3.630.600 unità), in Germania ve ne sono 55 ogni mille abitanti (pari a 4.540.600 unità). Altrettanto impietoso è il risultato che emerge dal confronto sulla distribuzione tra i vari livelli istituzionali di questi lavoratori pubblici. Se in Italia il 57% è alle dipendenze dello Stato centrale (e l'altro 43% è impiegato tra Regioni, Asl ed Enti Previdenziali), in Germania solo il 12% lavora per lo Stato centrale mentre il restante 88% è distribuito tra i Lander e gli altri enti locali.
"I risultati di questo confronto - conclude Bortolussi - ci dicono che dobbiamo assolutamente accelerare sul fronte della riforma federalista. Oltre a trasferire ulteriori competenze ed autonomia impositiva agli enti locali, si dovrà assolutamente provvedere alla redistribuzione del personale pubblico per consentire una graduale riduzione dei costi ed un miglioramento in termini di efficienza".
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La differenza è solo una elle

In vista per Di Pietro alleanze Pd - Pdl alle regionali.

Qualche giorno fa Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato, in una nota affermava: "Nella destra c'è una babele di lingue, Bossi propone e dispone, la Pdl cerca di mettere qualche toppa: mai come adesso il governo è in balia delle sparate e dei capricci del capo della Lega che parla un giorno male del tricolore e il giorno dopo vuole le gabbie salariali mentre i suoi alleati balbettano. In questa gran confusione nel maldestro tentativo di nasconderla, Gasparri parla di un Pd allo sbando ma un minuto dopo litiga persino col suo vecchio amico Alemanno. Lasci stare: il Pd ha a cuore l'interesse di tutto il paese, avanza proposte, guarda al reddito di chi lavora al nord come al sud. Quelle di Gasparri sono trovate risibili e il tentativo di rovesciare sul Pd i problemi del governo è talmente scoperto da apparire puerile". Giochi della politica, l’avversione verso il nemico di sempre, il partito del Cavaliere che in quelle ore al settimanale “Chi” dichiarava: "Io non ho mai intrattenuto «relazioni» con minorenni e non ho mai organizzato «festini». Ho partecipato soltanto a cene certamente simpatiche, ma assolutamente ineccepibili sul piano della moralità e dell'eleganza. E non ho mai invitato consapevolmente a casa mia persone poco serie". E ribadiva che non intendeva vendere la sua residenza sarda di Villa La Certosa. Come a dire che il problema dell’Italia è il rispetto della sua privacy, “un reato grave” per cui “non basta solo una multa”, lamentando che, lui sì, vorrebbe “poter dare l'avvio a una stagione di riforme delle istituzioni, ma occorrerebbe un'opposizione con un più alto senso dello Stato". Già.
Ed ecco che oggi Antonio Di Pietro, ancora all'attacco nei confronti del Pd, punta il dito contro “l'idea di Fassino di coalizzarsi con il Pdl in Veneto alle regionali". Un progetto che per il leader dell'Italia dei valori "mina ulteriormente la credibilità del suo partito, seppur conferma la linea d'opposizione altalenante e filogovernativa che i suoi colleghi dirigenti hanno sempre preferito, ma che il suo stesso elettorato non gradisce". Secondo Di Pietro, in vista delle regionali "le coalizioni si fanno sul programma. I patti con il diavolo, invece, si stringono a scatola chiusa pur di conseguire vantaggi personali. E mentre le prime portano verso il futuro, i secondi conducono su una strada senza vie di uscita".
E sentenzia Di Pietro: "L'opposizione, quella mascherata e compiacente verso questo governo, non è mai vincente. Con questa strategia il Pd non va da nessuna parte, anche perché non pone il cittadino al centro delle proprie scelte, ma mostra semmai il vero volto di quella dirigenza castale che, ad oggi, ha prodotto il 50% di astensionismo alle urne. Vale inoltre una vecchia regola: tra l'originale e la brutta copia, se proprio si deve scegliere, meglio l'originale, cioè il Pdl".
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Storie e storielle dalla metropoli lombarda

Immigrazione e Lega tengono banco.

Due notizie arrivano da Milano, la prima, buona, in tema di immigrazione: arriva il permesso di soggiorno per il clandestino marocchino che aveva salvato dal suicidio qualche giorno fa un 55enne milanese. Ad annunciarlo è stato ieri il suo avvocato, Roberto Falessi. "Lunedì – ha spiegato - ho un appuntamento in Questura, poi, al massimo tra due giorni, Mohamed avrà il rinnovo del permesso di soggiorno". Il 22enne nordafricano, arrivato in Italia nel 2000, aveva visto penzolare da un ponteggio da dieci metri di altezza il corpo di uno sconosciuto, l'aveva afferrato e salvato, poi si era allontanato nel timore di essere espulso dal nostro Paese. Ora arriva la ricompensa per il suo gesto valoroso.
In realtà sono due le belle notizie per Mohammed Flaida, il giovane marocchino irregolare che ha salvato dal suicidio un 55enne milanese: non solo gli sarà concesso, come detto, il permesso di soggiorno, ma è stato anche dato il visto per venire in Italia a suo fratello disabile che vive in Marocco e studia Legge. Ad annunciarlo è stato sempre il suo legale Roberto Falessi che racconta tutta la felicità del ragazzo nell'apprendere il riconoscimento offerto dalle autorità italiane al suo gesto coraggioso. "L'ho sentito al telefono - dice - era frastornato e commosso". Mohamed potrà così anche riabbracciare uno dei suoi 11 fratelli, costretto in carrozzina, al quale è particolarmente legato e che sta aiutando a conseguire la laurea in giurisprudenza sovvenzionandogli gli studi.
La sua azione meritoria si era svolta così: la sera del 12 agosto Mohamed aveva salvato la vita a Cesare Protti che aveva tentato il suicidio impiccandosi sul balcone della sua abitazione, in via Inama 24. Il ragazzo si era arrampicato su un ponteggio a 8 metri di altezza per tagliare la corda al collo dell'aspirante suicida le cui condizioni, dopo il coma inziale, stanno migliorando in queste ore. "Soddisfazione, felicità e commozione" viene espressa anche da Frediano Manzi, presidente di “Sos racket usura”, l'associazione che ha lanciato la campagna a sostegno del giovane marocchino che rischiava l'espulsione. Manzi ringrazia "Prefetto e Questore perché hanno saputo cogliere il fatto che Mohamed è una persona perbene" e polemizza invece con il centro sinistra che non ha appoggiato la sua iniziativa. "Nessuno della sinistra ha detto una sola parola in 24 giorni di battaglia fatta per far ottenere il permesso di soggiorno a Mohamed. Nessun giornale di sinistra ha scritto una riga su questa vicenda".
La seconda notizia che riportiamo, riguarda la Lega, cui il cazzeggiante caldo d’agosto da evidentemente inusitate energie, che potrebbero essere meglio spese. Dopo aver messo in discussione la candidatura dell'attuale governatore lombardo, Roberto Formigoni, alla presidenza della Regione, la Lega mette in forse anche il sindaco di Milano, Letizia Moratti. È stato Matteo Salvini, capogruppo del Carroccio a Palazzo Marino, a chiarire che "non è detto che Formigoni debba essere governatore a vita e la Moratti sindaco a vita". In un'intervista ad "Affariitaliani.it", Salvini non scommette su una nuova candidatura della Moratti nel 2011, se non altro perché "di sicuro nella vita non c'è niente. Men che meno quello che accadrà da qui ai prossimi due anni". Una considerazione che parte anche da una valutazione dell'amministrazione attuale: "è mancato un rapporto diretto e costante con la città - ha spiegato il leghista -. È giusto che il sindaco di Milano si occupi di relazioni internazionali e di programmi di ampio respiro ma è giusto anche che ogni settimana passi da piazzale Corvetto dal Gratosoglio e da via Lessona a Quarto Oggiaro". E sull'eventuialità di portare un leghista a Palazzo Marino Salvini non ha dubbi: "Avrebbe una marcia in più. Non abbiamo i cognomi che hanno Formigoni e Moratti ma le suole delle scarpe le abbiamo consumate". Per dire, forse che c’è chi ragiona con la testa e chi con i piedi. Una battuta suggerita dal caldo d’agosto.
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Razzismo alla lodigiana

Ancora un articolo di Greta Boni su Il Cittadino di oggi, quest'ultimo sull'intolleranza al Ramadam. Questa volta alla ribalta è Vidardo.
Entro tre giorni il tendone dovrà sparire: «Non c’entra l’intolleranza religiosa, nessuno ci ha chiesto il permesso».
Anche Vidardo “respinge” il Ramadan.
Il sindaco boccia la moschea allestita alla comunità “Il Pellicano”.

Rassegna stampa.

Vidardo - Niente da fare: il comune di Vidardo non ha nessuna intenzione di ospitare sul suo territorio il Ramadan, il momento di preghiera più importante per i musulmani. Nei giorni scorsi il primo cittadino di Sant’Angelo, Domenico Crespi, aveva ribadito che non esistevano aree cittadine da mettere a disposizione dei fedeli. Proprio per questo motivo, gli islamici avevano deciso di “emigrare” a Vidardo, dove la comunità “Il Pellicano”, guidata da Peppo Castelvecchio, aveva pensato di attrezzare uno spazio per la preghiera. Una notizia che il sindaco Oscar Fondi ha appreso solamente dai giornali: «Non eravamo a conoscenza di nulla - spiega -, per questo abbiamo riunito con urgenza la giunta. Come prima cosa abbiamo rilevato la totale assenza di comunicazione da parte della comunità “Il Pellicano”, un aspetto che ci dispiace perché siamo in ottimi rapporti. In ogni caso, è stata messa in piedi una struttura senza autorizzazione. Inoltre, e questo è l’aspetto più preoccupante, non è stato considerato l’afflusso di gente: il nostro è un comune piccolo e certamente arriveranno centinaia di persone da tutta la zona. Non sono stati concordati provvedimenti sulla viabilità o sulla sicurezza».
Alla riunione hanno partecipato anche il vicesindaco Giuseppe Scotti, l’assessore alla sicurezza Giacomo Fauser, il capogruppo di “Vidardo Duemila” Dario Maccalli, oltre a un tecnico comunale e al comandante della polizia locale. «Abbiamo emesso una comunicazione chiedendo alla comunità di sospendere la manifestazione - continua Fondi - e di rimuovere entro tre giorni la struttura». La giunta sottolinea che il provvedimento non ha nulla a che vedere con il razzismo o l’intolleranza: «Ci tengo a sottolineare che questa decisione non è stata presa valutando l’aspetto religioso o per paura - conclude Fondi -, anzi, crediamo che la libertà religiosa sia fondamentale e crediamo anche nell’integrazione. Però ci sono delle regole da rispettare, da parte di tutti. Contestiamo il metodo, avremmo potuto sederci a un tavolo e trovare una soluzione al problema, ma insieme».
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Al via la Las Vegas del Pd

Greta Boni, con due articoli su Il Cittadino di oggi, dà ampio risalto alla festa provinciale del Pd.
Il Pd al lavoro per il tradizionale appuntamento: «Sarà un’occasione per raccogliere fondi».
“Festa dell’Unità”, conto alla rovescia.
Quest’anno ci sarà uno stand per i prodotti dei carcerati.

Rassegna stampa.

Per la prima volta anche i carcerati sbarcheranno alla Festa democratica. O meglio, lo faranno i loro prodotti: torte e biscotti che potranno essere venduti in uno spazio dedicato alla Casa circondariale di Lodi. Giovedì 27 agosto sarà inaugurata quella che tutti continuano a chiamare “Festa dell’Unità”, nell’area del Capanno partirà il lungo calendario di iniziative che si concluderà il 6 settembre.
«Ci siamo messi al lavoro nel mese di agosto - spiega Alessandro Manfredi, il responsabile organizzativo, insieme ad Attilio Caperdoni -, facendo degli aggiustamenti rispetto al passato per razionalizzare spazi e risorse, abbiamo eliminato un ristorante e accorpato l’osteria con il ristorante lodigiano, la pizzeria avrà invece un angolo autonomo. La libreria sarà più ampia, inoltre lo stand Italia-Cuba avrà maggior rilievo. Naturalmente, la nuova organizzazione non sacrificherà la parte politica».
La festa del Pd partirà all’insegna del congresso, il 25 ottobre si terranno le primarie e i militanti dovranno eleggere il segretario regionale e il segretario nazionale. Proprio per questo motivo, in occasione del primi confronti pubblici, si discuterà delle tre mozioni che animeranno il congresso, quella di Pier Luigi Bersani, di Dario Franceschini e di Ignazio Marino.
Anche lo Spazio Giovani ha in programma una serie di eventi: «Si esibiranno gruppi di rilievo nazionale - dice Laura Tagliaferri dei Giovani democratici -, come Frankie e Cisko, senza dimenticare la promozione dei gruppi locali, i concerti coinvolgeranno generi diversi. Venerdì 4 settembre, l’Arci Studenti orgaizzerà un incontro con i responsabili di Rete Studenti, quest’anno ci saranno le elezioni della consulta provinciale. Inoltre, domenica 6 ottobre si terrà un’assemblea in modo che i giovani possano confrontarsi sulle mozioni del congresso. Nel corso della festa venderemo le lattine del commercio equo-solidale. Il 5 settembre ci sarà una cena etnica insieme al gruppo TamTam d’Afrique, aiuteremo l’associazione a creare un dispensario farmaceutico in Camerun». Allo Spazio Giovani sarà allestito uno schermo per proiettare video e filmati.La Festa democratica servirà anche per “rimpinguare” il conto del partito, perchè le casse del Pd piangono: «Questo appuntamento ci serve quasi esclusivamente per svolgere la nostra attività politica - sottolinea Gianna Grossi, che ha il compito di tenere a bada le spese dei compagni -. Dal momento che i politici in carica sono obbligati a versare una quota al partito, con la sconfitta delle elezioni in provincia abbiamo registrato una diminuzione delle entrate. L’evento deve a tutti i costi avere successo, dobbiamo raggiungere i 250mila euro di entrate».
Sul territorio sono già state organizzate altre feste, grazie ai portavoce dei diversi circoli, fra cui Angelo Ascade di Ospedaletto e Margherita Fusarpoli di Brembio.

Due settimane fra dibattiti e concerti: arrivano anche Franceschini e Bersani.

Ecco gli appuntamenti in calendario per la Festa democratica: venerdì 28 agosto alle 21 Giuseppe Civati presenterà la mozione di Ignazio Marino al congresso nazionale del Pd; domenica 30 agosto alle 16.30 Dario Franceschini parlerà invece della sua mozione; sabato 5 settembre Pier Luigi Bersani illustrerà alle 17 il suo documento. Martedì 1 settembre, alle 21, si discuterà del fatto che “La cultura non è un optional”, con Emilia De Biase, deputato Pd, Giulio Cavalli, direttore artistico del teatro Nebiolo di Tavazzano, Andrea Ferrari, assessore alla cultura del comune di Lodi, Mauro Soldati, vicepresidente del consiglio provinciale; giovedì 3 settembre alle 21 si parlerà di “Crisi, impresa e lavoro” con Enrico Perotti, presidente della Camera di commercio, Lorenzo Guerini, sindaco di Lodi, Gianfranco Concordati, consigliere regionale, Osvaldo Felissari, ex presidente della Provincia e capogruppo Pd in consiglio provinciale, Maurizio Galli, direttore dell’Associazione industriali, Vittorio Boselli, segretario di Confartigianato, Domenico Campagnoli della Cgil, Mario Uccellini della Cisl, Carlo Daccò della Pastorale del lavoro della diocesi di Lodi, ci sarà poi un esponente della giunta provinciale. Venerdì 4 alle 21 Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso dalla mafia, sarà a Lodi per parlare della strage; domenica 6 settembre alle 21 si discuterà della libertà d’informazione “tra diktat e censure”, insieme a Francesco D’Ayala, giornalista del Tg3 Rai, Paola d’Amico del Comitato di redazione del Corriere della Sera e Lirio Abbate, redattore dell’Ansa e collaboratore de la Stampa. Giovedì 27 agosto alle 21 suonerà l’orchestra di Daniele Cordani, l’1 settembre sarà il turno di Katty con l’orchestra Piva, mentre il 4 settembre toccherà ad Al Rangone. Tre serate, sabato 29 agosto, domenica 30 agosto e sabato 5 settembre alle 21.15, saranno invece dedicate ai più piccoli. Giovedì tre settembre alle 12.30 i pensionati potranno mettersi a tavola pagando 15 euro, per poi trascorrere un pomeriggio fra musiche e danze con il maestro Riccardo Tamagni; domenica 6 settembre alle 22 si giocherà al “tombolone”, il vincitore si metterà in tasca un montepremi da 2.500 euro. A partire da venerdì 28 agosto fino ad arrivare a domenica 6 settembre, dalle 15 alle 19, si potrà partecipare al torneo di briscola a coppie.
Per quanto riguarda lo Spazio Giovani, i due concerti più attesi si terranno martedì 1 settembre alle 21.30, con l’esibizione del rapper siciliano Frankie, e venerdì 4 settembre alle 21.30, con l’esibizione di Cisko, l’ex cantante dei Modena City Ramblers. Domenica 30 agosto alle 21.30, inoltre, si sfideranno - come ai vecchi tempi - Beatles e Rolling Stones, o meglio le loro cover band più famose: Abbey Road e Sticky Fingers. Giovedì 27 agosto entreranno in scena alle 21.30 Io? Drama, band milanese dal rock energico che nei brani aggiunge sempre un tocco di violino, mentre venerdì 28 agosto alle 21.30 sarà il turno di The Liftings, giovani alle prese con comicità, gag e sorprese. Sabato 29 agosto alle 21.30 tutti i partecipanti potranno farsi “pizzicare” dalla “Notte della Taranta”, con i Khaossia, lunedì 31 agosto alle 21.30 tutte le aspiranti rockstar del territorio potranno salire sul palco per una “Jampin’jam session”, dovranno solo mettersi alla brava. Mercoledì 2 settembrealle 21.30, direttamente da San Colombano, raggiungeranno la festa gli X-Mary, musicisti creativi e molto conosciuti sul territorio, giovedì 3 settembre alle 21.30 i Bujaka ritmeranno la serata con del reggae made in Lodi, ma ad aprire le danze (o meglio, il pogo) sarà lo ska dei Meccaniska. Infine, sabato 5 settembre alle 21.30 è prevista una nottata vintage, un super rock’n’roll party per gli appassionati della musica anni Sessanta e Settanta; domenica 6 settembre, per chiudere i festeggiamenti, Dj Pedros del Primastella si scatenerà insieme ai giovani con un irresistibile ritmo afro.
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Una sentenza di equità e buon senso

Ancora Casalpusterlengo all'attenzione delle cronache. Come ci racconta Andrea Bagatta su Il Cittadino di oggi, è stato accolto il ricorso della gelateria Pusterla che si era vista rifiutare la richiesta di diventare un pubblico esercizio.
Il Tar boccia il comune sulle licenze.
Nessuna limitazione d’ora in poi sull’apertura di bar e ristoranti.
Rassegna stampa.

La gelateria cioccolateria Pusterla di via Garibaldi vince il ricorso al Tar contro il rifiuto da parte degli uffici comunali di rilasciare l’autorizzazione alla somministrazione di cibi e bevande e manda all’aria il piano dei pubblici esercizi approvato soltanto l’autunno scorso dalla passata amministrazione Pagani. A Casale, insomma, potranno spuntare bar e ristoranti in ogni via senza più limiti numerici.
Da anni la gelateria cioccolateria Pusterla, regolarmente in possesso di licenza artigianale, chiedeva inutilmente di poter diventare un pubblico esercizio a tutti gli effetti. A ogni richiesta informale, la risposta degli uffici era sempre la stessa: non c’erano licenze in giacenza, e quindi non poteva aprire come pubblico esercizio. Il nuovo piano varato dall’amministrazione comunale lo scorso autunno prevedeva sì il bando pubblico per 11 nuove autorizzazioni, ma suddivideva la città in varie zone attribuendo a ciascuna di esse un numero limitato di licenze. E nel centro non erano previste nuove aperture. Nonostante queste limitazioni, la gelateria cioccolateria Pusterla aveva infine fatto richiesta formale, con un iter per giunta complicato da una prima domanda non corretta nella forma. Alla fine del procedimento, comunque, il risultato fu di non concedere l’autorizzazione perché non erano previste nuove autorizzazioni. Invece di accontentarsi, la gelateria cioccolateria Pusterla ha fatto ricorso al Tribunale amministrativo regionale di Milano, che il 30 luglio ha emesso una sentenza del tutto favorevole all’aspirante commerciante e del tutto contraria al comune di Casale: in particolare, il Tar indica che il regolamento comunale è illegale nella parte in cui va contro il principio di libera concorrenza, fissando «un limite numerico che non si trova né nella legge né nella direttiva regionale». In pratica, la legge Bersani del 1996 indica inequivocabilmente che non possono essere fissati dei limiti numerici al numero di autorizzazioni rilasciabili. Questa sentenza del Tar apre ora degli scenari completamente nuovi per Casale. Intanto, entro il 30 agosto gli uffici comunali dovranno rilasciare una regolare autorizzazione per la somministrazione di cibi e bevande alla gelateria cioccolateria Pusterla, se questa soddisferà gli altri criteri presenti nel regolamento. Inoltre, nel bando che fu aperto dall’amministrazione comunale a partire dallo scorso ottobre per l’assegnazione delle 11 nuove autorizzazioni, alcune richieste non furono esaudite proprio in virtù del numero limitato di licenze. Ora quegli stessi operatori potrebbero riformulare la richiesta con la certezza di poterla ottenere, qualora possano soddisfare gli altri semplici criteri tecnici, per esempio la presenza di servizi igienici. «Sulla sentenza non c’è molto da dire, ne prendiamo atto - commenta il sindaco Flavio Parmesani -. Poi a settembre valuteremo se e come intervenire sul piano dei pubblici esercizi per introdurre qualche elemento tecnico che impedisca la liberalizzazione selvaggia».

Annullato il piano dell’ex giunta Pagani: «Così sarà una liberalizzazione selvaggia».

Il piano dei pubblici esercizi non è più in vigore nella parte in cui si indicano i limiti numerici dei bar e ristoranti: il Tar ha di fatto cassato le due pagine del regolamento in cui si indicavano quante licenze erano disponibili per una certa zona, e quindi ogni operatore può aprire semplicemente rispettando i criteri tecnici indicati per i pubblici esercizi. «Si tratta di una valutazione tecnica sulla quale non voglio esprimere commenti - dice l’ex assessore Alberto Labbadini, sotto la cui guida era stato varato il nuovo piano nell’autunno scorso -. Resta il fatto che noi avevamo costruito un piano equilibrato, che rispettava esigenze di vari soggetti. Dopo questa sentenza, non so se saranno ancora rispettate. E comunque, il piano era stato varato dopo uno studio molto ampio e attento delle città, delle sue risorse e dei suoi bisogni». La questione del contingentamento era già controversa all’epoca della stesura del piano, ma la giunta aveva scelto di attuare la programmazione, prevista per legge, andando a indicare i numeri massimi di autorizzazioni disponibili per ogni zona della città. «A nostro avviso questo criterio tutelava il legittimo desiderio di nuovi operatori di entrare in Casale, ma anche il bisogno di cittadini di avere locali pubblici in certe zone ora sprovviste, e infine difendeva il valore delle licenze degli operatori già presenti sul mercato, perché evidentemente ne manteneva alto il valore dell’autorizzazione - conclude Labbadini -. Come conseguenza di questa decisione del Tar, gli operatori perdono immediatamente il valore residuo della licenza, e di fatto il mercato delle autorizzazioni andrà ad annullarsi, visto che sarà sufficiente andare a ritirarla in comune». Oggi il piano, depurato delle due pagine relative ai numeri di licenze, non fornisce altre limitazioni perché non contiene indicazioni tecniche restrittive nei confronti di chi vuol aprire un locale: non ci sono limitazioni relative ai parcheggi o ad altre particolari condizioni viabilistiche o urbanistiche. L’unico parametro richiesto era relativo a un adeguato numero di parcheggi, ma la condizione non era obbligatoria: in assenza di un numero congruo, il richiedente poteva comunque decidere di versare nelle casse comunali una compensazione economica per la mancanza di parcheggi.
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Inquinamento dell'aria

Greta Boni su Il Cittadino di oggi ci dice che adesso anche l’ozono ci mette lo zampino.
Polveri sottili, Lodi è fuorilegge: già a febbraio superato il limite con 52 giorni di smog alle stelle.
Rassegna stampa.

L’anno non è ancora finito, ma Lodi ha già superato di gran lunga la soglia delle polveri sottili consentita per legge. Nel giro di un anno, lo sforamento non dovrebbe oltrepassare i 35 giorni, ma la città del Barbarossa ne ha già collezionati 52 e l’autunno, con il traffico e il riscaldamento, sta per bussare alle porte. In realtà, Lodi si è guadagnata il titolo di “fuorilegge” già a febbraio, con 40 giorni di superamento: 25 a gennaio e 15 a febbraio, i mesi peggiori. A marzo il numero è sceso a 9, ad aprile è arrivato a 3, mentre a partire da giugno - complice il clima - le polveri sottili hanno mantenuto valori accettabili.
Quando il Pm10 non desta preoccupazioni, ecco che ci pensa l’ozono. Anche in questo caso, infatti, il capoluogo è costretto a indossare una maglia nera: i limiti imposti per legge sono stati praticamente “snobbati”. L’ozono si forma quando i raggi del sole si mischiano ai gas inquinanti emessi dalle fabbriche e dal traffico, anche se in questo periodo le aziende chiudono i battenti e le caldaie sono spente le emissioni di auto e camion hanno creato una miscela irrespirabile. Per quanto riguarda le polveri sottili, negli ultimi anni la performance è migliorata; nel 2008 le giornate di superamento della soglia di protezione della salute ammontavano a 89, molti meno rispetto al dato inquietante del 2007, quando erano stati raggiunti 139 superamenti.
Negli ultimi tempi, Regione Lombardia ha inasprito le leggi, nel tentativo di migliorare la qualità dell’aria. Anche gli Euro 2 faranno fatica a circolare in tutta la zona critica, un’area che naturalmente comprende anche Lodi. Nell’ottobre del 2011, inoltre, gli Euro 2 dovranno spegnere i motori una volta per tutte, mentre gli autobus Euro 2 non potranno più circolare a partire dal 15 ottobre 2010. Tutti i veicoli lombardi dovranno poi esporre il “bollino” con la classificazione del veicoli, nessuno potrà sottrarsi. Gli enti locali sono in attesa di novità, nel corso dell’autunno dovrebbe partire un bando da 8 milioni di euro per installare sui mezzi i filtri antiparticolato, grazie a un contributo pubblico di 3mila euro.
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La nuova legge del non vedere

L'editoriale del quotidiano Avvenire di ieri ha fatto molto rumore nel mondo politico nostrano. L'articolo era scritto da Marina Corradi. Lo riproponiamo qui integralmente.
Sulle rotte dei disperati.
Chi non vuole vedere e chi muore.

Rassegna stampa.

Sono arrivati in cinque. Erano ischeletriti, cotti dal sole che martella, in agosto, sul canale di Sicilia. Ma il barcone, era grande: ce ne stipano ottanta, i trafficanti in Libia, di migranti, su barche così. Affastellati uno sull’altro come bidoni, schiena a schiena, gli ultimi seduti sui bordi, i piedi che penzolano sull’acqua. E dunque quel barcone vuoto, con cinque naufraghi appena, è stato il segno della tragedia. Laggiù a 12 miglia da Lampedusa, ai margini estremi dell’Europa, un relitto di fantasmi. Cinque vivi e forse più di settanta morti, in venti giorni di peregrinazione cieca nel Mediterraneo.
Decine e decine di eritrei inabissati come una povera zavorra di ossa in fondo a quello stesso mare in cui a Ferragosto incrociano navi da crociera, traghetti, e gli yacht dei ricchi. È questo il dato che raggela ancor più. Perché in venti giorni, nelle acque della Libia e di Malta, e in mare aperto, qualcuno avrà pure incrociato, o almeno intravisto da lontano quel barcone; ma lo ha lasciato andare al suo destino. Solo da un peschereccio, hanno detto i superstiti, ci hanno da­to da bere. Come dentro a una spieta­ta routine: eccone degli altri. E non ci si avvicina. Non si devia dalla rotta tracciata, per un pugno di miserabili in alto mare. Noi non sappiamo immaginare davvero. Come sia immenso il mare visto da un guscio alla deriva; come sia spaventoso e nero, la notte, senza una luce.
Come picchi il sole come un fabbro sulle teste; come devasti la sete, come scarnifichino la pelle le ustioni. Noi del mondo giusto, che su quelle stesse acque d’agosto ci abbronziamo, non sappiamo quale spaventevole nemico siano le onde, quando il motore è fermo, e l’orizzonte una linea vuota e infinita. Non possiamo sapere cosa sia assistere all’agonia degli altri, impotenti, e gettarli in acqua appena dopo l’ultimo respiro. "Altri" che sono magari tuo marito o tuo figlio. Ma bisogna liberarsene, senza tempo per piangere. Perché quel sole tormenta e disfa anche i morti; e i vivi, vogliono vivere. Noi non sappiamo com’è il Mediterraneo visto da un manipolo di poveri cri­sti eritrei, fuggiti dalla guerra, sfruttati dai trafficanti, messi in mare con un po’ di carburante e vaghe indicazioni di una rotta.
Ma c’è almeno un equivoco in cui non è ammissibile cadere. Nessuna politica di controllo della immigrazio­ne consente a una comunità internazionale di lasciare una barca carica di naufraghi al suo destino. Esiste una legge del mare, e ben più antica di quella pure codificata dai trattati. E questa legge ordina: in mare si soccorre. Poi, a terra, opereranno altre leggi: diritto d’asilo, accoglienza, respingimento. Poi. Ma le vite, si salvano. E invece quel barcone vuoto – non il primo arrivato come un relitto di morte alla soglia delle nostre acque – dice del farsi avanti, tra le coste africane e Malta, di un’altra legge. Non fermarsi, tirar dritto. (Pensate su quella barca, se avvistavano una nave, che sbracciamenti, che speranza. E che piombo nel cuore, nel vederla allontanarsi all’orizzonte).
La nuova legge del non vedere. Come in un’abitudine, in un’assuefazione. Quando, oggi, leggiamo delle deportazioni degli ebrei sotto il nazismo, ci chiediamo: certo, le popolazioni non sapevano; ma quei convogli piombati, le voci, le grida, nelle stazioni di transito nessuno li vedeva e sentiva? Allora erano il totalitarismo e il terrore, a far chiudere gli occhi. Oggi no. Una quieta, rassegnata indifferenza, se non anche una infastidita avversione, sul Mediterraneo. L’Occidente a occhi chiusi. Cinque naufraghi sono arrivati a dirci di figli e mariti morti di sete dopo giorni di agonia. Nello stesso mare delle nostre vacanze. Una tomba in fondo al nostro lieto mare. E una legge antica violata, che minaccia le stesse nostre radici. Le fondamenta. L’ idea di cos’è un uomo, e di quanto infinitamente vale.
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Avviso di criticità meteorologica

Protezione Civile: da oggi, sabato 22 agosto, rischio temporali forti.

Rischio temporali forti sulla Lombardia. L'avviso di criticità è stato diffuso dalla Sala Operativa della Protezione Civile della Regione Lombardia. A partire dalle 9.00 di questa mattina, sabato 22 agosto, sulla Valtellina, i territori delle province di Como, Lecco, Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Milano, Monza e Brianza, Pavia, Mantova e Varese sono previsti temporali forti, venti e moderata criticità per rischi di tipo idraulico e idrogeologico.
In base alle previsioni meteo a cura di ARPA-SMR (Servizio Meteorologico Regionale), una perturbazione di origine atlantica transiterà a Nord delle Alpi determinando dalla mattina di oggi isolati rovesci a partire dalle aree prealpine, in estensione a tutte le aree dalle ore centrali della giornata, con fenomeni localmente anche forti sui rilievi centro-orientali e sulla Pianura Orientale. Fenomeni in attenuazione dalla serata e in generale esaurimento dalla prima mattina di domani, domenica 23.
Nell'avviso di Criticità emesso dalla Sala Operativa della Protezione Civile si raccomanda adeguata attività di sorveglianza al riattivarsi di fenomeni franosi in zone assoggettate a questo rischio e ai possibili effetti di esondazione di corsi d'acqua nelle zone urbanizzate. Particolare attenzione dovrà essere riservata agli scenari di rischio temporali (rovesci intensi, fulmini, grandine e raffiche di vento) con vigilanza a eventuali impalcature, carichi sospesi e alberi nei tratti più vulnerabili alle raffiche di vento e in concomitanza di eventi all'aperto. Si sottolinea inoltre la necessità di porre massima cautela per garantire la sicurezza dei voli amatoriali e sugli impianti di risalita a fune in montagna.
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