FATTI E PAROLE

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giovedì 8 ottobre 2009

«Sentenza politica» continuiamo a governare

Si riaprono due processi contro Berlusconi.
«Berlusconi non è Alice nel Paese delle meraviglie».
Porta a Porta di ieri sera, 7 ottobre.

VideoPost - Seconda parte.

Interventi di Feltri, Bindi, un servizio sulle vicende giudiziarie del premier, Riccardo Barenghi (La Stampa), Alfano.
















Interventi di Roberto Castelli, Pier Ferdinando Casini, Angelino Alfano.
















Servizio di Oscar Giannino (Libero) sulle conseguenze della sentenza di Milano.
















La gravissima telefonata di Berlusconi in diretta e il contradditorio. Bindi: «Sono una donna che non è a sua disposizione».















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Il lodo Alfano bocciato. E ora?

Alcune clip relative alla trasmissione Porta a Porta di Bruno Vespa di ieri, 7 ottobre.
«Viva l'Italia viva Berlusconi». Che fare?
«Più che governo Berlusconi è un governo Bertolaso».

VideoPost - Prima parte.

L'anteprima. Il servizio iniziale e gli interventi del ministro Angelino Alfano e dell'on. Casini.
















Il servizio con le dichiarazioni di Berlusconi e l'intervento di Vittorio Feltri.
















Il ministro Alfano spiega i motivi del lodo.
















Replica di Casini.
















Battibecchi Casini Castelli e Bindi Alfano.















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Lodo bocciato bufera politica

Dario Franceschini nella trasmissione 8 e 1/2 in onda ieri sera, 7 ottobre su La7.
«Berlusconi dovrebbe dimettersi tutti i giorni».
VideoPost.













































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Bocciata la Lega

Codogno. I lumbard chiedevano la residenza da almeno cinque anni, ma l’assessore dice no e cita la Bossi-Fini. Stranieri, tensioni in maggioranza. Bocciata la Lega sulla limitazione ai sussidi comunali.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Luisa Luccini, 8 ottobre 2009.

Sussidi comunali agli stranieri: bocciata la Lega, tensione alle stelle nel centrodestra. E se parlare di spaccatura è esagerato, non di meno le frizioni in corso sono di quelle che lasceranno sicuramente un segno nella coalizione. Lo scontro, del resto, coinvolge uno dei cavalli di battaglia del Carroccio, quel pugno di ferro su immigrazione e stranieri che in questo caso ha visto la Lega chiamare in causa i criteri di erogazione dei sussidi comunali a chi è bisognoso o in difficoltà. Presentata dal consigliere leghista Gianpiero Campagnoli (che è anche presidente della commissione servizi sociali), la proposta della Lega era precisa: concedere i contributi solo a chi risiede a Codogno almeno da 5 anni. Martedì sera, nella riunione di maggioranza partecipata dalla giunta e dalle segreterie politiche di coalizione, questa stessa proposta è stata però bocciata, rispedita al mittente da tutti gli alleati. E lo scontro previsto alla vigilia della riunione è puntualmente arrivato, all’interno di un incontro dai toni serrati che ha visto capitolare all’angolo proprio i sostenitori della proposta, il consigliere Campagnoli e il segretario cittadino della Lega Andrea Negri. Assessore ai servizi sociali e membro di spicco del Partito delle Libertà, Rossana Vanelli ieri ha rimarcato quanto detto martedì: «La proposta della Lega è tecnicamente illegittima perché in contraddizione con l’articolo 41 del testo unico sull’immigrazione della legge Bossi-Fini - ha sottolineato -. Questo stesso articolo stabilisce che l’assistenza economica è da dare a tutti i cittadini stranieri che abbiamo o il permesso di soggiorno o la carta di soggiorno da un anno». L’assessore Vanelli ha poi calato la proposta della Lega nella realtà cittadina. E l’ha screditata facendo parlare i numeri. «I servizi sociali quest’anno hanno ricevuto 180 domande di contributo comunale - ha detto -. Di queste richieste, 60 sono state presentate da cittadini stranieri. Di queste 60, ne abbiamo accolte 40: abbiamo verificato, tutti i 40 richiedenti risiedono a Codogno da più di cinque anni». Da qui, l’affondo politico: «A Codogno stranieri ed extracomunitari non sono un problema - ha chiosato la Vanelli -. La Lega? È un ottimo alleato ma deve capire che esiste una coalizione con cui deve lavorare. E se vuole fare spot elettorali in vita dei prossimi appuntamenti di voto, almeno li faccia corretti». La replica di Negri ieri è però arrivata altrettanto chiara. «Se ci sentiamo sconfitti? Per nulla: il nostro scopo era quello di riportare questo tema al centro del dibattito politico e così è stato - ha dichiarato il lumbard -. Lo ribadiamo: la Lega vuole essere di sprone politico all’amministrazione comunale, in nome di una difesa dei cittadini di Codogno. I numeri dati dalla Vanelli? Ci confortano: si riparta proprio da questi dati e non si allenti mai la presa dei controlli e delle verifiche amministrative».
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Un'altra testimonianza di scarsa coesione

Linea Group, volano coltelli nel Pdl. E Pasquali ce la fa solo grazie al Pd.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Greta Boni, 8 ottobre 2009.

Il nuovo presidente di Linea Group ce l’ha fatta, ma per il rotto della cuffia. Soprattutto, Andrea Pasquali è stato eletto grazie ai voti del centrosinistra, un “patto di ferro” fra Pd e Pdl contro il volere della Lega nord. Una battaglia senza esclusioni di colpi che ha causato una frattura tra i ranghi dello stesso Popolo della libertà. L’interesse per la poltrona è quasi scontato e va ricercato nei numeri: nel 2006 Linea Group Holding ha prodotto ricavi per 465 milioni di euro, l’obiettivo per il 2010 è quello di portare la cifra a 574 milioni. La società - che opera sul territorio di Cremona, Pavia, Lodi e Rovato (Brescia) - si occupa di distribuzione di gas, energia elettrica, rifiuti, trasporti e ciclo idrico. Il Consiglio di amministrazione è composto anche da un lodigiano, l’ex assessore allo sport del comune di Lodi, Marco Zaninelli, il quale sarà consigliere insieme a Cesare Giovinetti (Crema); il vice presidente sarà invece Marco Bellaviti (Pavia), mentre l’amministratore delegato sarà Fabrizio Scuri.
Il Pdl si è spaccato sulla scelta del nome, sul tavolo sono stati messi il nome di Paquali per la “fazione” cremonese legata ad Alleanza nazionale, e quello di Mino Jotta per la squadra legata al vicepresidente lombardo Gianni Rossoni. A sostenere il vincitore ci hanno pensato Cremona (Pdl), Rovato e Lodi, amministrate dal Pd; Pavia, a guida leghista, si è astenuta, mentre Crema, in mano sempre al Carroccio, non ha partecipato al voto. Il sindaco di Lodi, Lorenzo Guerini, prosegue nel tentativo di inasprire le divisioni all’interno del centrodestra. E non solo nel Lodigiano. Una mossa che tornerebbe utile in vista delle elezioni comunali che si terranno a marzo.
Nel frattempo si è riunito per la prima volta il Cda della società: «La Holding è costituita da un aggregato di società che hanno generato un grande valore per le comunità locali - commenta il presidente -. Questo patrimonio ben tutelato sino ad oggi può ulteriormente essere sviluppato a favore sia di cittadini ed imprese che della gestione economica della società. Le sfide che ci si prospettano innanzi stimolano un nuovo salto di qualità».
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I figli dei leghisti

Soldati: «Presenteremo un’interrogazione, il Carroccio predica bene e razzola malissimo».
«Il figlio del capogruppo in Provincia». Il Pd chiede spiegazioni sull’incarico affidato al leghista Villa.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Greta Boni, 8 ottobre 2009.

Il Pd vuole sapere come mai Mirko Villa, figlio del capogruppo leghista Maurizio Villa, è entrato a far parte dello staff di palazzo San Cristoforo. Da una settimana a questa parte, infatti, Mirko Villa lavora per l’ufficio stampa della Provincia di Lodi, fa parte cioè della squadra del presidente, Pietro Foroni. Il giovane, classe 1986, è stato candidato sindaco per il Carroccio a Meleti, nella competizione elettorale che si è tenuta quest’anno. Diplomato ragioniere all’istituto Pandini di Sant’Angelo, è laureato in scienze politiche e relazioni internazionali presso l’Università statale di Pavia, dove si sta specializzando in “Governo e amministrazione locale”. Il Pd ha intenzione di presentare al più presto un’interrogazione sulla sua presenza in Provincia: «Prima di tutto vogliamo sapere se le notizie che circolano in questi giorni sono vere oppure no - spiega Mauro Soldati, consigliere provinciale ed ex assessore alla cultura della giunta Felissari -, e quali sono i criteri per cui è stato scelto, anche perchè ci sono dei requisiti minimi. È vero che per entrare nello staff conta anche l’aspetto fiduciario, ma ci chiediamo come mai il figlio del capogruppo leghista lavori in provincia al posto di una persona a cui non è stato rinnovato il contratto». Soldati si riferisce a Lorenzo Luni, che lavorava per l’ufficio stampa dell’ex presidente Lino Osvaldo Felissari. «Naturalmente con questa interrogazione vogliamo solo capire se le voci sono confermate oppure no - aggiunge il consigliere Pd -, nel caso in cui lo fossero sarebbe l’ennesima dimostrazione che la Lega predica bene e razzola malissimo, ovvero non fa quello che dice».


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Inaugurato il nuovo ufficio immigrazione

Il prefetto inaugura i locali, all’interno operatori e mediatori culturali pronti a far fronte alle richieste degli immigrati. Ufficio stranieri, stop a code e bivacchi. Pronto il nuovo sportello, in via Fanfulla locali puliti e accoglienti.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Greta Boni, 8 ottobre 2009.

Quattro sportelli a disposizione, un numero da ritirare per mettersi in fila e opuscoli da consultare scritti in lingue diverse. Gli stranieri possono dire addio alle code infinite, stretti tra quattro piccole mura e qualche volta persino sotto l’acqua: il nuovo ufficio immigrazione è stato inaugurato ufficialmente nella giornata di ieri, nei locali puliti e accoglienti di via Fanfulla. «Abbiamo aperto nella giornata di lunedì - spiega il prefetto di Lodi, Peg Strano Materia -, per noi questo rappresenta un risultato eccezionale. L’ufficio immigrazione deve gestire quella che prima o poi smetterà di essere un’emergenza, ma diventerà la normalità. Mi auguro che gli utenti sappiano rispettare questo spazio, un edificio demaniale ristrutturato grazie al provveditorato alle opere pubbliche».
Alla presentazione dello sportello immigrazione erano presenti i rappresentanti delle forze dell’ordine e delle istituzioni, in prima fila gli assessori Silvana Cesani per palazzo Broletto e Angelo Peviani per palazzo san Cristoforo, ma anche della casa circondariale, della Direzione provinciale del lavoro, dell’Inps, dei sindacati e del mondo delle associazioni. E dal momento che i funzionari si trovavano nel pieno della loro attività, in coda c’erano numerosi stranieri: sudafricani, arabi e gente dell’est. Il tabellone segnalava che nel corso della mattinata erano già arrivate più di 60 richieste.
L’artefice del progetto è il capo dell’ufficio di gabinetto, la dottoressa Lucrezia Loizzo, che ha seguito tutte le fasi operative da vicino: «Speriamo che tutto funzioni alla meglio - afferma -, ci occuperemo come sempre di ricongiungimenti familiari, decreto flussi e nulla osta, della sanatoria per colf e badanti e di tutte le altre procedure che sono in capo alla prefettura». Il lavoro è gestito in collaborazione con il comune di Lodi e con la Provincia, una squadra ben “rodata” che spesso si trova a dover fronteggiare situazioni difficili: la lingua a volte è un problema, per questo in aiuto arrivano i mediatori culturali. Ogni pratica, inoltre, è gestita attraverso il sistema informatico.
L’ufficio immigrazione è aperto il lunedì dalle 9 alle 11 e il mercoledì dalle 9 alle 16, con orario continuato, un’iniziativa che si aggiunge alla “Giornata del Cittadino” voluta dal comune di Lodi. «Il martedì e il venerdì - aggiunge la dottoressa Loizzo - si riceve su appuntamento. Abbiamo quattro operatori fissi, ma ci sono anche due mediatori culturali che il lunedì si alternano e danno il loro supporto».
Dopo aver dato vita a un locale di tutto rispetto, senza barriere architettoniche e provvisto di toilette, l’obiettivo per il futuro è quello di potenziare al massimo la struttura. Sotto questo punto di vista, il prefetto è fiducioso: «Faremo tutto a piccoli passi».
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Il pallino di Bossi opera di dubbia utilità

Canale navigabile.
Un’enorme ferita nel territorio.

Rassegna stampa - Il Cittadino, Lettere & Opinioni, 8 ottobre 2009.

Il canale navigabile era un progetto avveniristico nei primi del '900, quando è stato pensato per la prima volta. Ora è un’opera faraonica, un’enorme ferita nel territorio, su cui peraltro non è stato messo nemmeno un soldo.
Il progetto è stato ripreso nel dopoguerra, poi negli anni sessanta e più volte negli anni successivi. Ma il territorio non è più lo stesso e gli studi di fattibilità e di compatibilità ambientale potrebbero dimostrarlo. Ma il problema vero è l’utilità, che rimane molto dubbia. Per spostare le merci in modo meno inquinante rispetto ai camion sarebbe molto meglio potenziare il trasporto ferroviario. Comunque, se davvero avessero intenzione di realizzarlo avrebbero messo a bilancio le risorse necessarie, ma così non è.
Diciamo la verità, se Berlusconi ha il pallino del ponte sullo stretto, Bossi ha quello del canale navigabile da Milano all’Adriatico e Formigoni, che pure sa che l’opera è irrealizzabile, non è nelle condizioni di contraddirlo.
Gianfranco Concordati
Consigliere Pd in Regione Lombardia
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