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venerdì 14 agosto 2009

Ricostruire la sinistra

Bertinotti: «Scomporre la sinistra e fondare un nuovo partito».
Rassegna stampa - Agi.

"Scomporre" l'attuale sinistra e fondare un nuovo partito "unitario e plurale", sul modello del vecchio Psi della fine dell'800. Fausto Bertinotti apre la discussione sul futuro della sinistra in Italia dopo le ultime batoste elettorali. Prima, afferma l'ex presidente della Camera, "avevamo due sinistre", ora "non ne abbiamo più nessuna. Ne dobbiamo ricostruire una, italiana ed europea insieme. Lo dobbiamo fare, perché ciò che è maturo oggettivamente (il cambio, la trasformazione), lo possa diventare soggettivamente, cioè politicamente. Alla fine dell'800 la nascita del Partito socialista è pensata come atto destinato all'intero movimento operaio, c'è bisogno di qualcosa di ugualmente fondativo". Ma la situazione è davvero difficile: "È evidente che se si guarda staticamente alla geografia politica attuale della sinistra - afferma Bertinotti - questa ipotesi appare azzardata, utopica, astratta. Ma se si sposta lo sguardo ai processi sociali, alla drammaticità della crisi e alla persistenza di una diffusa disponibilità al conflitto e alla trasformazione, l'ottica può sensibilmente mutare". Per l'ex segretario di Rifondazione comunista: "non si tratta di unire tutto quello che c'è adesso a sinistra, al contrario si tratta di dar vita a un'altra cosa rispetto a tutto il campo dell'esistente. Un'altra soggettività, che oggi non c'è". E ciò prevede "un processo che implica la scomposizione di tutte le forze politiche esistenti e la ricomposizione delle forze che si considerano di sinistra in un quadro radicalmente nuovo". Insomma, conclude Bertinotti nell'editoriale dell'ultimo numero di Alternative per il socialismo, "un processo di trasformazione dell'intera geografia politica attuale della sinistra. Il contrario delle sommatoria che abbiamo già tentato, registrando un drammatico insuccesso. C'è bisogno della rinascita della sinistra europea del XXI secolo. C'è bisogno, in Italia, di una nuova sinistra unitaria e plurale e del suo partito, un partito riformato. Discutiamone".

Lo Stato rimborsa

Fisco: erogati 900 mila rimborsi per 600 milioni complessivi.

Agi - Sono oltre 900 mila i rimborsi erogati nelle ultime settimane dagli uffici finanziari, per un totale di circa 600 milioni di euro. È quanto si legge su "Fiscooggi", in cui si spiega che i rimborsi sono per la maggior parte relativi all'Irpef e richiesti nelle denunce dei redditi presentate fino al 2007. Dei circa 600 milioni, 116,7 vanno alla Lombardia e 55,37 al Veneto. Sempre al Nord, Trento e Alto Adige ricevono circa 5,60 milioni ciascuno. Oltre 44 milioni ai contribuenti dell'Emilia Romagna, 41,4 al Piemonte, oltre 13 milioni al Friuli Venezia Giulia e 1,03 milioni alla Valle d'Aosta. Complessivamente, l'Italia settentrionale riceve oltre 415 mila rimborsi fiscali per un importo complessivo di circa 300 milioni di euro. Al Centro-Sud sono invece destinati oltre 192 mila rimborsi equivalenti a 128,5 milioni di euro in sei regioni. Circa 35,40 alla Toscana, poco meno della metà nelle Marche (13,76 milioni) mentre 11,20 milioni all'Abruzzo. Sfiorano 60 milioni i rimborsi erogati nel Lazio, il Molise ne riceve 2,33 e l'Umbria 7,53. La Basilicata riscuote quasi 6 milioni di euro, mentre solo 13,04 la Sardegna. Poco di più alla Calabria con 14,84 milioni. Dei circa 150 milioni di euro di rimborsi destinati a Sud e Isole, per un numero totale di 313.510 erogazioni, la maggior parte è arrivata in Campania (42,56 milioni), mentre la Sicilia riceve oltre 37 milioni e la Puglia 35.

Non ci sarà autunno caldo

Lorenzo D’Avanzo e Ilaria Conti hanno intervistato per l'agenzia Agi Luigi Angeletti, intervista che riprendiamo qui.
Sud: Angeletti, Le gabbie salariali sono una stupidaggine.
Rassegna stampa.

Le gabbie salariali sono solo una stupidità, non condivisa da nessun imprenditore o dalle loro associazioni, perché il salario e le retribuzioni compensano il lavoro come si fa e non dove si fa: "i politici dovrebbero essere un po' più attenti quando affrontano i problemi salariali". A dirlo, in un’intervista all’Agi, è il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, che esclude anche ipotesi di “autunno caldo”. Non ci sarà nessun corteo ma solo preoccupazione per chi vive del proprio lavoro. Dunque l’autunno non sarà caldo ma, c’è il rischio che sia anche troppo “freddo” perché la ripresa potrebbe non arrivare in tempo per salvare 300.000 posti di lavoro tuttora in bilico.
Il premier Silvio Berlusconi sembra condividere un ritorno alle gabbie salariali. Un suo parere su questa proposta.
Sono una stupidaggine che si applicava in Italia e in Urss negli anni ’50: due esperienze che si sono estinte negli anni ’90 positivamente nel nostro paese e in ben altro modo nell’Unione sovietica. Nessuno riesce a dire come potrebbero essere applicate.
E una scala mobile a doppia velocità potrebbe essere un’ipotesi accettabile per compensare i diversi livelli dei prezzi verificati nel nostro Paese tra il Nord e il Sud?
È anche questa una stupidaggine perché il salario e le retribuzioni compensano il lavoro come si fa e non dove si fa. I politici dovrebbero essere un po’ più attenti quando affrontano problemi salariali perché sono questioni fondamentali per chi vive solo del proprio lavoro. D’altronde non c’è nessun imprenditore italiano o associazione di imprese favorevole a un’idea del genere e un motivo, evidentemente, ci sarà. Quello che dovrebbe fare il governo è sostanzialmente applicare, per quanto lo riguarda, il modello contrattuale che ha sottoscritto anche nella sua figura di datore di lavoro. Il nuovo modello contrattuale offre una grande flessibilità che garantirà aumenti salariali in funzione della produttività: e questo dovrebbe essere più che sufficiente per rilanciare la competitività dell’azienda Italia.
Condivide i timori di un autunno caldo con i lavoratori in piazza a protestare contro il calo dell’occupazione che arrivano dal fronte sindacale?
Non ci sarà nessun autunno caldo, il rischio è anzi che sia freddo senza vedere la ripresa. Non vedo dunque cortei di protesta ma solo una grande preoccupazione per chi vive del proprio lavoro. Ci sono 300.000 posti di lavoro in bilico e se la situazione non peggiora diminuirà la cassa integrazione e avremo qualche posto di lavoro in più. La preoccupazione è che alcune imprese non possano e non riescano ad approfittare della ripresa.

Tanto per gradire, un pizzico di notizie di ieri e di oggi

Di tutto di più dalle agenzie di stampa.
Tra l'altro da evidenziare l'accusa dell'Osservatore Romano: Usa e Gran Bretagna non fecero molto per evitare la shoah.

Cominciamo con una buona notizia di oggi da Bruxelles che riguarda l’inflazione. I prezzi al consumo nell'eurozona sono calati dello 0,7% a luglio rispetto al mese precedente. Sono i dati definitivi comunicati dall'Eurostat. Il dato è leggermente più basso delle stime degli analisti, che prevedevano un calo dello 0,6%. Su base tendenziale, l'Eurostat ha rivisto al ribasso i dati preliminari, passando da un -0,6%, in linea con le attese degli analisti, a un -0,7%. Al netto del cibo e dell'energia, i prezzi sono scesi dello 0,5% su base mensile e sono cresciuti dell'1,2% su base annuale.
Il sole di Ponte di Legno, invece, fa ribadire a Bossi la necessità delle "gabbie salariali" o meglio, più eufemisticamente "corretto", del "salario territorializzato", e per questo si dice convinto che "prima della fine dell'estate si debbano incontrare i sindacati". A Ponte di Legno, dove il ministro sta passando qualche giorno di vacanza, domani terrà un comizio. Bossi sottolinea che "i lavoratori non arrivano a fine mese, soprattutto al Nord, dove la vita è più cara", ma per introdurre i salari territoriali non si può scegliere solo la via legislativa: "Ci sono i sindacati, quindi si deve dare il via alla contrattazione. I sindacati devono parlare col governo".
Sempre la montagna è lo sfondo delle “sparate” estive. Da Cortina d’Ampezzo, ieri, Carlo Jean, ex presidente della Società Gestione Impianti Nucleari, ha dichiarato: "Ritengo che l'energia nucleare possa ridurre di molto le emissioni di gas serra, rendendo il nostro pianeta più vivibile. Per quanto riguarda le scorie, il cui smaltimento ha preoccupato molti studiosi, tra cui il professor Rubbia, ritengo che le nuove centrali, che verranno rese funzionanti nel 2018 in Francia e negli Stati Uniti, elimineranno le scorie più pericolose prodotte dalle sostanze radioattive più pesanti, rendendo così di gran lunga minore l'impatto ambientale".
Per venire più vicino a noi, è di 10.000 euro il contributo assegnato dalla Giunta regionale, su proposta dell'assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia, Massimo Zanello, al Comune di Maleo (Lodi) per la realizzazione del progetto "Arte Vino 2009", che si svolgerà dal 28 agosto al 6 settembre a Villa Trecchi, prestigioso edificio del XVIII secolo di proprietà comunale.
Sono previste numerose manifestazioni di arte ed enogastronomia che puntano alla valorizzazione del patrimonio locale. È in programma inoltre una mostra dedicata al maestro Attilio Rossi (Albairate 1909 - Milano 1994). La mostra sarà allestita nelle cantine della Villa, che sono state di recente restaurate e aperte al pubblico e verrà integrata da serate a tema e da spettacoli musicali.
Abbiamo visto nelle scorse settimane la levata di scudi di alcuni sindaci, tra cui il nostro, contro la E.On. Ma vediamo che cosa è la E.On. Nel primo semestre dell'anno il gruppo E.On ha realizzato un utile pari a 3,5 miliardi di euro in crescita del 4%. Lo ha reso noto la società aggiungendo che l'Ebit (Earnings Before Interests and Taxes - esprime il reddito che l'azienda è in grado di generare prima della remunerazione del capitale) rettificato 2009 dovrebbe attestarsi agli stessi elevati livelli dell'anno precedente mentre nel primo semestre è risultato in diminuzione dell'1% rispetto allo stesso periodo 2008. Il gruppo prevede che la flessione dell'utile netto per l'intero anno si attesterà tra il 5% e il 10%. Utili in crescita si sono avuti nei nuovi mercati come Italia, Spagna, Francia, Russia. In Italia, E.On ha registrato un Ebit rettificato di 394 milioni euro. Questo incremento è derivato in particolare dalla positiva rinegoziazione dei contratti di fornitura di energia e all'integrazione di E.On Produzione. Se l’utile è quello, Brembio e il Lodigiano – amaramente – pesano quanto un granello di polvere.
Per chiudere una notizia di ieri che non ha avuto la giusta eco. L'Osservatore Romano ha criticato la passività con cui Stati Uniti e Gran Bretagna reagirono durante la Seconda Guerra Mondiale alle notizie che giunsero alle Cancellerie riguardo ai campi di sterminio nazista e ripropone in proposito un articolo della rivista dell'Unione delle comunità israelitiche italiane, «La Rassegna mensile di Israel», pubblicato nel dopoguerra, che cita i diari dell'ex ministro statunitense di origine ebraica Morgenthau, "il quale sostiene senza mezzi termini che «l'incapacità, indolenza e gli indugi burocratici dell'America impedirono la salvezza di migliaia di vittime di Hitler» mentre «il Ministero degli Esteri inglese si preoccupava più di politica che di carità umana»". "Fin dall'agosto del 1942 - ammette l'ex ministro - noi sapevamo a Washington che i nazisti avevano progettato di sterminare tutti gli ebrei dall'Europa ma per circa 18 mesi dal giorno in cui si ebbero i primi rapporti sull'orribile piano nazista, il Dipartimento di Stato non fece praticamente nulla". "I suoi funzionari - continuava - cercarono di schivare la loro ingrata responsabilità, indugiando anche quando vennero loro presentati piani concreti di salvezza e arrivarono persino a sopprimere le informazioni sulle atrocità già commesse, per impedire che l'opinione pubblica offesa forzasse loro la mano".
Il giornale della Santa Sede mette a confronto questa linea omissiva delle potenze alleate con la silenziosa ma attiva difesa degli ebrei "promossa senza proclami da Pio XII e realizzata - oltre che tra le stesse mura vaticane - nei tanti istituti e conventi di religiosi che ospitarono, nascosero e salvarono moltissime persone, come documentano migliaia di testimonianze e di documenti e sottolineano ormai molti studi, libri e articoli, anche del nostro giornale".

Quando solidarietà fa rima con propaganda

La solidarietà è una virtù, la solidarietà come propaganda politica è un vizio.
Il Cittadino nelle pagine di "Lettere & Opinioni" pubblica la seguente lettera del Partito democratico della Provincia di Lodi.
Crisi. Sollecitiamo l’adesione al fondo.
Rassegna stampa.

Il Partito Democratico della Provincia di Lodi, in relazione alla lettera a firma Presidente della Provincia, Sindaco del Comune di Lodi, Presidente del Consorzio Lodigiano dei Servizi alla Persona e Segretari Generali di Cgil, Cisl e Uil, ha inviato una lettera ai Sindaci dei Comuni del nostro territorio per sollecitare la loro adesione al Fondo Provinciale di Solidarietà anticrisi.
Tale Fondo, che è stato istituito dalla Provincia di Lodi, dal Comune di Lodi e dalla Fondazione Banca Popolare di Lodi con una dotazione iniziale di euro 300.000, è destinato alle famiglie dei lavoratori che hanno perso il lavoro nel periodo 1 Gennaio 2008 fino alla data di presentazione della domanda.
Per i Comuni è previsto che la loro adesione comporti il versamento di euro 2 per abitante. Il Comitato per la gestione del Fondo, nella sua riunione del 6 Agosto ha proceduto a dare via libera a circa 40 domande di contributo pervenute dal territorio. Di fronte alle incertezze che gravano sulla situazione economica e produttiva alla ripresa postferiale, ed al rischio di forti conseguenze sugli aspetti occupazionali della Provincia, il PD ritiene che sia estremamente importante disporre di uno strumento, con risorse adeguate, in grado di fare fronte alle crescenti difficoltà delle famiglie, indotte dalla crisi in atto.
Il Partito Democratico, nell’ambito della propria Festa Provinciale che si terrà a Lodi dal 27 Agosto al 6 Settembre terrà un confronto pubblico su “La crisi, le imprese ed il lavoro nella Provincia di Lodi” in cui affronterà anche il tema degli strumenti messi a disposizione dagli attori istituzionali e sociali per fronteggiare gli effetti della crisi in atto.

Il testo della lettera inviata:
“In riferimento alla lettera inviata ai Sindaci della nostra Provincia in data 27 Luglio c.a prot. 25021 a firma del Presidente della Provincia, del Sindaco del Comune di Lodi, del Presidente del Consorzio Lodigiano per i Servizi alla Persona e dei Segretari Generali di Cgil, Cisl e Uil, mentre esprimiamo pieno apprezzamento per una iniziativa che da continuità a quanto avviato dalla precedente Amministrazione Provinciale, sollecitiamo i Sindaci in indirizzo, ed in modo particolare a quanti si riconoscono nei principi di solidarietà di cui si fa portatore il PD, ad aderire al Fondo mettendo a disposizione la quota di euro 2 per abitante richiesta. Siamo pienamente consapevoli del quadro di difficoltà delle finanze comunali, acuite dalle scelte del Governo di centro destra, in cui si colloca questa richiesta. Riteniamo però che, di fronte alle incertezze che permeano tuttora la ripresa economica dell’autunno, sia estremamente importante disporre di uno strumento, con risorse adeguate, per fare fronte alle difficoltà di famiglie, lavoratrici e lavoratori indotte da una crisi non ancora superata. Vi chiediamo inoltre di comunicarci la Vostra adesione, nel momento in cui viene assunta la decisione in proposito, in quanto stiamo preparando per il 3 Settembre, nell’ambito della nostra Festa Provinciale, un momento di confronto sul tema della crisi economica ed i suoi impatti sulla realtà provinciale.
RingraziandoVi dell’attenzione è gradita l’occasione per i più cordiali saluti”.
Giuseppe Sozzi, Silverio Gori, Coordinatori Assemblea Amministratori
Alessandro Manfredi

Alla provincia di Lodi il primato delle "sofferenze"

15mila euro di debito a famiglia.
Rassegna stampa - Agi.

Le famiglie italiane hanno un debito medio di 15 mila euro ciascuna. Lo rileva un'analisi della Cgia di Mestre. L'indebitamento medio, causato dall'accensione di mutui per l'acquisto della casa, dai prestiti per l'acquisto di beni mobili, dal credito al consumo, dai finanziamenti per la ristrutturazione di beni immobili eccetera - ha toccato nel dicembre del 2008 i 15.000 euro (precisamente 15.067,6). A livello provinciale le "sofferenze" maggiori sono a carico delle famiglie di Lodi (20.960,45 euro), seguite da quelle di Roma (20.953,6) e di Milano (20.857,3). Al quarto posto troviamo Trento (20.750,8), di seguito Reggio Emilia (20.105,4), Prato (19.902,06) e via via tutte le altre.
Come interpretare questi dati? "Innanzitutto - dice Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre - le province più indebitate sono quelle che presentano anche i livelli di reddito più elevati. È chiaro che tra queste famiglie in difficoltà vi sono molti nuclei appartenenti alle fasce sociali più deboli. Tuttavia, appare evidente che la forte esposizione di queste realtà, soprattutto a fronte di significativi investimenti avvenuti negli anni scorsi nel settore immobiliare, ci deve preoccupare relativamente. Altra cosa è quando analizziamo la variazione di crescita dell'indebitamento medio registrato tra il 2002 e il 2008. Al di sopra del dato medio nazionale troviamo molte realtà provinciali della Puglia, della Campania e dell'Abruzzo. Ciò sta a significare che questo aumento è probabilmente legato all'aggravarsi della crisi economica che ha indotto molte famiglie a ricorrere a prestiti bancari per affrontare questa difficile situazione".
Ritornando all'analisi della Cgia, a vivere con minore ansia la preoccupazione di un debito da onorare nei confronti degli istituti di credito o degli istituti finanziari sono le famiglie sarde, in particolare quelle residenti nella provincia di Olbia-Tempio (3.259,5 euro), di Medio Campidano (3.053,9), di Ogliastra (2.950,9) e, infine, di Carbonia-Iglesias (2.867,9). Il record della crescita del debito delle famiglie avvenuta tra il primo gennaio 2002 (data dell'introduzione dell'euro) e il 31 dicembre 2008, invece, appartiene alla provincia di Chieti che in questi sei anni è stata del +117,85%. Segue Piacenza con un aumento del 117,01%, Reggio Emilia con +115,76%, Caserta con +115,53% e Napoli con +110,78%. Chiude la classifica Bolzano con il +42,76% e Potenza con +39,37%. Sempre in questo periodo la crescita media dell'indebitamento delle famiglie italiane è stata dell'81,28%.

La "battaglia" del Ferragosto

Esodo: traffico intenso a Ferragosto.
Rassegna stampa - Agi.

Prosegue in maniera regolare l'esodo estivo 2009 sulle strade e sulle autostrade con le ultime partenze dei vacanzieri diretti nelle località turistiche e con i primi rientri nelle grandi città, attese già a partire da domenica prossima. Per i giorni a cavallo del Ferragosto l'Anas prevede "bollino rosso" nella giornata odierna e traffico intenso sabato 15, domenica 16 e lunedì 17 agosto.
I maggiori flussi di traffico interesseranno la A1 Milano-Napoli e la A14 Adriatica (in particolare in direzione Ancona), i tratti liguri, verso le riviere di Ponente e Levante, e la A4, in direzione Venezia. Previsti flussi elevati anche sull'A3 Napoli-Salerno-Reggio Calabria e sull'A30 Caserta-Salerno. Traffico intenso, infine, ai valichi di frontiera con Slovenia, Francia, Svizzera e Austria, sia in uscita dall'Italia sia in entrata per l'arrivo di numerosi turisti stranieri. I mezzi pesanti non potranno viaggiare oggi dalle 16 alle 24, sabato 15 e domenica 16 agosto dalle 7 alle 24.
Al momento il transito è scorrevole su quasi tutta la rete viaria nazionale, a eccezione dell'A1 Milano-Napoli, in corrispondenza del nodo di Perugia, dell'A7 Milano-Genova, in prossimità di Genova Bolzaneto, e dell'A29 di Alcamo Trapani. Traffico regolare sull'A3 Salerno-Reggio Calabria, anche in avvicinamento dei cantieri inamovibili dei lavori. Alle 10.20 un tamponamento tra due mezzi leggeri ha creato qualche disagio al km 121,500, all'altezza dello svincolo di Lagonegro, in entrambe le direzioni. Le squadre dell'Anas e la Polizia stradale sono immediatamente intervenute al fine di consentire le operazioni di rimozione dei veicoli rimasti coinvolti. In appena 15 minuti la situazione è stata ripristinata e la circolazione è tornata subito scorrevole. Tutto regolare agli imbarchi di Villa San Giovanni per la Sicilia. Per un incidente mortale occorso questa mattina al km 364,700 della strada statale 18 "Tirrena inferiore", la carreggiata è stata chiusa al traffico per oltre due ore, dalle 5.45 fino alle 8 circa. Nell'area del nodo di Mestre - fa sapere inoltre l'Anas -, da venerdì 7 agosto è operativo il piano per la gestione del traffico richiesto dall'Ispettorato Vigilanza Concessioni Autostradali dell'Anas alle società concessionarie, che ha permesso di limitare notevolmente i disagi dopo i problemi di inizio agosto. Un piano che prevede un potenziamento del sistema informativo, la distribuzione del traffico su Passante di Mestre e Tangenziale di Mestre in caso di necessità, la predisposizione di percorsi alternativi e l'assistenza agli utenti con due aree di stoccaggio per la distribuzione di acqua e tre presidi di soccorso meccanico. Al momento la circolazione è fluida sia sul Passante che sulla Tangenziale, in entrambe le direzioni. L'Anas raccomanda agli automobilisti di informarsi prima di mettersi in viaggio, di rispettare le norme del Codice della Strada e di guidare con prudenza. Sul sito internet www.stradeanas.it è possibile avere informazioni utili sui cantieri, sugli itinerari alternativi e si può consultare il nuovo servizio "VAI" (Viabilita' Anas Integrata), che fornisce informazioni georeferenziate sul traffico in tempo reale e sugli eventi stradali (rallentamenti, ostacoli, carichi dispersi), aggiornate ogni 200 secondi. Oltre al sito, i cittadini hanno a disposizione il numero unico Pronto Anas 841.148, il Numero Verde Anas 800-290-092 dedicato alla A3 Salerno-Reggio Calabria. Per le informazioni su tutta la rete stradale e autostradale, è disponibile il Numero Verde 1518 del CCISS "Viaggiare informati".

Un altro comune che si attacca al mattone

La panacea mattone.
Speciale, [13].
San Rocco. Approvato il piano “Crocione” ma per l’opposizione «è cementificazione selvaggia».
Via libera a nuove case tra le polemiche.

Rassegna stampa - Laura Gozzini, Il Cittadino di oggi.

San Rocco - Adozione fra le polemiche del nuovo piano di lottizzazione denominato “Crocione” a San Rocco al Porto. Il consiglio comunale, sortito dalle ultime elezioni amministrative e riunitosi per la messa al voto del Programma integrato di intervento che modifica il vecchio piano regolatore del 1996, ha mostrato ancora una volta tutte le divergenze che caratterizzano la dialettica fra maggioranza e opposizione. Con il tavolo consiliare visibilmente impreparato ad accogliere il “pressing” dei neoinquilini, i consiglieri della lista Guidesi, candidato sindaco e già segretario provinciale della Lega, assente perché a un consiglio nazionale di partito. E proprio dalla coincidenza dell’impegno ha preso il via la discussione, con Arianna Fornaroli a chiedere conto al sindaco Giuseppe Ravera del perché non avesse «preso contatti con i capogruppo per valutare la data e i punti all’ordine del giorno della seduta, come stabilito il giorno stesso delle elezioni». Una prassi, ha ribadito la minoranza, «vigente in tutti gli altri comuni, che spetta comunque al sindaco accordare e che in caso di diniego ci farà agire di conseguenza». Perplesso, il primo cittadino Ravera ha avanzato riserve sulla «possibilità di fissare insieme la data, prerogativa della maggioranza», dicendosi in ogni caso disposto a un «preconsiglio con i capigruppo per visionare l’odg, e a chiarire comunque in seguito la questione “data”». Prove di dialogo insomma, rese ancora più difficoltose dalla delicatezza del vero tema al centro del consiglio: la riadozione, dopo quella assunta il 27 novembre 2008 dall’allora maggioranza Ravera, di un piano di sviluppo abitativo che occuperà un’area di 77mila metri quadri nella cintura di San Rocco e porterà in paese 700 nuovi abitanti. «Una cementificazione selvaggia» ha commentato il consigliere sostituto di Guidesi, Felice Maiocchi; «un’opportunità di crescita avviata dall’amministrazione Chiodaroli e condivisa con la cittadinanza, che è nostra responsabilità condurre avanti perché è senza dubbio meglio regolare piuttosto che subire lo sviluppo», la replica di Bosoni. Insufficiente a dare ragione della scelta secondo Marco Manteghetti, esponente dell’opposizione, preoccupato del fatto che «non sia stato previsto l’ampliamento della rete fognaria e del depuratore». Nella moltitudine di pareri favorevoli al piano rilasciato da Provincia, Asl e Arpa di Lodi, quello indicato da Manteghetti sarebbe infatti il solo a restare in sospeso, ma secondo le rassicurazioni dell’assessore Claudio Spelta «di sicura definizione prima dell’avvio lavori». In programma a partire dal 2010 e con termine 2018, «prova tra l’altro del fatto non vi è neppure l’ombra di una cementificazione selvaggia», ha detto in aggiunta il primo cittadino Ravera, ricordando come «la piazza, i portici e i negozi, parti integranti il complesso, serviranno a scongiurarne il temuto effetto dormitorio». Al voto, “sì” compatto della maggioranza e “no” altrettanto all’unisono da parte dell’opposizione.
(13 - continua)

Una risposta ad un bisogno sostanzialmente nostro

Carlo Catena su Il Cittadino di oggi ci dice che sono attese almeno 4mila richieste nel Lodigiano ma non tutti potranno farle. Critica la Caritas: «Si salvaguarda solo chi si ritiene utile».
Colf e badanti, una sanatoria a ostacoli.
Le pratiche su Internet o ai patronati: 500 euro subito, poi i contributi.
Rassegna stampa.

Non è un decreto-flussi, per cui tutte le domande potranno essere accolte, senza un tetto massimo, ma la sanatoria per colf e badanti, unica deroga al pugno di ferro del “pacchetto sicurezza” che prevede per tutte le altre categorie di clandestini processo con multa o espulsione, è comunque un percorso a ostacoli. Che dovranno affrontare, stima la Caritas, almeno 4mila famiglie del Lodigiano. Don Davide Scalmanini, che della Caritas lodigiana è direttore, annuncia una prossima presa di posizione ufficiale ma anticipa una riflessione: «La prima criticità riguarda il fatto che, trattando diversamente colf e badanti da altre categorie di lavoratori, rispondiamo a un bisogno sostanzialmente nostro. Chi non viene ritenuto utile, come lavoratore, al nostro sistema sociale, non viene salvaguardato».
La richiesta di regolarizzazione va presentata dall'1 al 30 settembre, attraverso i moduli disponibili su Internet sul sito del ministero dell’Interno (www.interno.it). Inoltre dovrà essere dichiarato che lo straniero, alla data del 30 giugno, era già da almeno tre mesi al servizio della famiglia: «Una circostanza che ritengo sarà verificata dalle autorità, attraverso visti dei passaporti, tutti registrati a livello centrale e altri elementi - avverte il direttore delle Acli di Lodi Paolo Zanoni -, con rischio di denuncia per falso a carico di chi sottoscrive dati non veri». Non tutte le famiglie, inoltre, possono regolarizzare uno straniero: per una colf bisogna aver dichiarato almeno 20mila euro (monoreddito) o 25mila nel 2008, per una o un badante la domanda va presentata per conto di un soggetto non autosufficiente, con certificato di medico abilitato. Già dal 21 agosto però si può cominciare a pagare per la pratica: 500 euro (da versare indipendentemente da quello che sarà l’esito della richiesta, con un apposito modello F24) e una marca da bollo da 14,62 euro. Inoltre bisogna consegnare una copia dell’e-mail di ricevuta allo straniero, per tutelarlo da controlli. In questo modo non potrà essere denunciato come clandestino, fino al 30 settembre. Se la domanda sarà respinta (ad esempio perché lo straniero aveva già avuto guai con la giustizia) il rapporto di lavoro dopo tale data sarà, per la legge, un reato.
La regolarizzazione riguarda sia il soggiorno sia il rapporto di lavoro: la famiglia dovrà quindi versare periodicamente i contributi, pari a 97 centesimi per ora di lavoro, che per una colf, con contratto di 20 ore, diventano 80 euro al mese, il doppio per una badante a 40 ore settimanali.
Saranno i vari patronati a prestare assistenza per le pratiche di regolarizzazione. Alle Acli di Lodi si comincerà dal 24 agosto, data di riapertura presso la nuova sede alla Casa della gioventù. «Le circolari attuative ci sono già state inviate dai vari enti competenti - spiega Zanoni - e siamo tutti allertati, perché ci attendiamo un gran carico di lavoro. Basti pensare che all’ultimo decreto flussi, per 500 posti in provincia di Lodi, c’erano state 2mila richieste». Nel Lodigiano il compenso mensile di un badante va da 900 a 1.300 euro al mese, in base all'impegno richiesto: a questa somma ora bisognerà aggiungere i, pur minimi, contributi.

Le nuove norme sulla clandestinità aumenteranno il numero di udienze presso gli uffici del giudice di pace.

Gli uffici del giudice di pace di Lodi e di Codogno si devono organizzare per far fronte a un prevedibile incremento del numero di udienze dovuto alla competenza sul nuovo reato di immigrazione clandestina, introdotto dalla mezzanotte di sabato dal “pacchetto sicurezza”. «Soffriamo per la carenza di personale amministrativo - spiega il vice coordinatore dei giudici di pace lodigiani, Roberta Succi -, è noto ad esempio che già attualmente dobbiamo ricorrere a personale distaccato da altri uffici o altre amministrazioni. Il maggior carico di lavoro andrà a gravare su questa situazione». Le prime udienze per gli undici clandestini nordafricani denunciati da carabinieri e guardia di finanza lunedì e martedì a Casale e Somaglia dovrebbero tenersi a Codogno a partire dal 25 agosto, ma per ora non risulta siano state fissate, mentre gli avvocati di fiducia o assegnati stanno studiando il “pacchetto” per pianificare, senza precedenti di riferimento, le strategie di difesa. «Come tutte le nuove normative - osserva l’avvocato Succi - avrà bisogno di un periodo di assestamento nella sua applicazione». Negli anni scorsi è già stato fatto un grosso lavoro per smaltire fascicoli arretrati e la carenza di “amministrativi” è comune anche a diversi tribunali, a partire da quello di Lodi, mentre tra gli aspetti da chiarire c’è anche quello della sorte di questi stranieri, se vanno tenuti a piede libero in attesa dell’udienza, e comunque tenuti a lasciare ancora prima, entro 5 giorni, il territorio nazionale, per ordine del questore, o se invece devono essere accompagnati subito ai centri di identificazione ed espulsione.

Uno sportello in via Vistarini fornisce tutte le informazioni.
Matteo Brunello.

Un servizio utile per ricevere informazioni su regolarizzazioni e altre pratiche riguardanti gli stranieri. È il compito dello sportello di via Vistarini a Lodi, che offre un supporto ai cittadini di altre nazionalità che arrivano nel nostro Paese, oltre a un aiuto per gli italiani che hanno la necessità di apprendere tutte quelle notizie per sviluppare processi d’integrazione. Proprio a questo fine, negli ultimi anni (come testimonia anche il bilancio sociale del settore politiche sociali del comune) è cresciuta l’affluenza presso quell’ufficio di utenza italiana, che esprime spesso l’esigenza di regolarizzare stranieri. E la percentuale maggiore di questi è composta primariamente da badanti e assistenti di cura, che sono impiegate nelle famiglie del territorio. Tanto che nell’ambito del piano di zona, ci sono stati anche precisi stanziamenti per favorire l’incontro tra domanda e l’offerta di badanti. Come ha spiegato la responsabile del piano di zona, Donatella Barberis, è attivo anche un bando con delle risorse pubbliche per dare un aiuto ai nuclei famigliari che volessero regolarizzare delle badanti. Ci sono dei criteri specifici per accedere al servizio e l’obiettivo è quello di mettere a disposizione, tramite una sorta di buono sociale, dei fondi per dare un supporto alle famiglie nel pagamento dei contributi in regola di una badante. Un modo, questo, per promuovere la regolarizzazione degli stranieri che in tanti case, anche del Lodigiano, quotidianamente svolgono un lavoro di cura. Si occupano quindi di molti degli anziani e di pazienti che magari sono costretti a letto e hanno la necessità di un’assistenza costante da parte di altre persone. Un impegno di spesa per avvicinare la domanda e l’offerta di badanti sul territorio è stato preso anche dal comune di Lodi, come ente capofila del piano di zona. E proprio lo sportello stranieri di palazzo Broletto, sotto la gestione del settore politiche sociali del comune, guidato dall’assessore Silvana Cesani, potrebbe ricevere una serie di richieste di informazioni in merito alla possibilità di regolarizzare, come stabilito dal governo, colf e badanti.

Le due facce della stessa medaglia

Sara Gambarini oggi su Il Cittadino ci parla del commercio a Casalpusterlengo.
Casale. Resi noti i dati dello sportello delle attività produttive: vetrine chiuse soprattutto in centro. In due anni “addio” a venti negozi.
La crisi comincia a pesare anche sul commercio cittadino.

Rassegna stampa.

A Casale la scure della crisi cala anche sul market “Schleker” di via Cavour dove, a fine mese, le porte scorrevoli saranno definitivamente chiuse. Una serrata che di fatto rappresenta la ventesima “testa tagliata” nel comune di Casale. Il tutto secondo i dati che lo Sportello Unico Attività Produttive ha raccolto a cavallo fra il 2008 e il 2009 dipingendo una realtà in cerca di salvezza. Soltanto nel 2008, infatti, sono stati 14 i negozi di vicinato che hanno cessato la loro attività, anticipando di poco il “bandiera bianca” lanciato nel 2009 da altri sei negozi. Attività nel complesso dedite tutte alla vendita di prodotti non alimentari. Un dato che inevitabilmente fa pensare sempre più alle conseguenze locali di una crisi di portata globale, con la quale a dover fare i conti per primi sono i negozi che non vendono prodotti di prima necessità.
Qualche spiraglio però giunge già dagli altri dati dello Sportello: quelli relativi alle nuove attività, che a Casale nel 2008 sono state 10 e nel 2007 sette. Un turn over tendenzialmente positivo, quello casalino, anche se è impossibile non osservare per le vie della città i locali ormai spogli eppur siti in pieno centro storico, dove, al di là delle stime, soltanto negli ultimi due mesi si è assistito ad esempio alla “fuga” di una profumeria di Largo Casali. Ma di più. Secondo i dati del comune, la crisi economica globale non sembrerebbe far distinzione tra autoctoni e stranieri, sebbene per tre attività non italiane ormai chiuse siano quattro le straniere ad aver inaugurato le nuove.
Tuttavia se la crisi rappresenta il fattore primario di un momento sfavorevole, da qualche commerciante giungono critiche verso una città dove c’è bisogno di favorire il commercio. Anche a partire da una miglior viabilità. E nel mirino, al proposito resta il nuovo assetto di via Cavallotti che ha messo sul piede di guerra alcuni commercianti «contrari ad un senso unico a metà e a plateatici incastrati tra ciclabili disegnate, pochissimi posti macchina angusti e inutilizzabili e panettoni a sorpresa con tanto di fioriera». Sempre in centro però qualcun’altro lamenta: «Fra poco aprirà il sesto supermercato: com’è possibile per i negozi di vicinato sopravvivere in questa fase». Una tirata d’orecchie però giunge anche alla nuova amministrazione comunale: al di là delle risorse economiche, tenere viva la città con qualche piccolo spettacolo, specialmente in questi mesi estivi trascorsi come “morti”, sarebbe bene incentivare manifestazioni per portare gente di fuori a Casale e trasformare qualche serata in una “vetrina per il commercio”. Un invito che ad estate praticamente terminata dovrebbe tornar utile in vista delle prossime festività.
Codogno. Apre l’ottavo negozio gestito da stranieri. Via i sigilli dal kebab.
Il Giorno di oggi, Mario Borra.
Cresce la presenza di esercizi commerciali gestiti da stranieri. L’ultimo in arrivo è un negozio di alimentari, di proprietà di un marocchino, che aprirà i battenti in via Garibaldi, in pieno centro storico. È l’ottavo punto vendita aperto negli ultimi anni, segno di una certa vitalità imprenditoriale tra gli extracomunitari. Alcuni anni fa, quando aprì la macelleria islamica di piazza Novello, scoppiò la bufera politica con esponenti leghisti contrari e una baruffa all’interno della stessa maggioranza di centrodestra. Se aumentano i negozi stranieri, chiudono quelli italiani: nelle ultime settimane hanno cessato l’attività tre esercizi in via Dante, piazza Cairoli e piazza Novello. Intanto, ieri, è arrivato il placet da parte dell’Asl alla riapertura del negozio di kebab di via Alberici, chiuso il 7 agosto scorso in seguito a un blitz effettuato il giorno prima da parte dei carabinieri del comando compagnia di Codogno e dei Nas di Cremona. Il gestore, un marocchino di 35 anni, ha riottenuto l’autorizzazione sanitaria a somministrare gli alimenti dopo aver ripulito gli ambienti.

Se si imparasse da Ossago

Restauro. Il bassorilievo sarà installato di nuovo in Via Lodi 26.
Torna a Ossago la Madonna dei miracoli.

Rassegna stampa - Gaetano Ecobi, Il Giorno di oggi.

Ha fatto ritorno a Ossago un’immagine artistica della Madonna che, come ribadisce il parroco, don Pierluigi Bolzoni, «reca con sé un po’ di storia». Spiega don Pierluigi: «Il fatto come mi è stato raccontato risale al primo congresso mariano del 1949. In quell’occasione vennero prodotte in serie delle immagini in polvere di marmo e graniglia della Madonna del Rosario. Una di queste arrivò nel nostro paese grazie al parroco don Benzi e venne collocata in via Lodi, sulla facciata della casa di proprietà della famiglia Patrini». Ci sono anche dei fatti straordinari che sarebbero collegati alla presenza dell’immagine, come quello di un uomo che passò con la sua carrozzella e si alzò in piedi o della bambina che cadde nel fosso e riuscì a salvarsi; fatti che per la modalità in cui si erano svolti vennero attribuiti all’intervento di Maria.
Poi la casa fu demolita e la Madonna venne messa in un garage, dove rimase per anni. Ultimamente la famiglia Patrini-Baronchelli l’ha affidata a Vittorio Cigala per riporla dove era rimasta per tanto tempo. Il signor Vittorio ha accettato con entusiasmo l’incarico e l’ha collocata nel cortile di via Lodi 26 dove abita, dopo averla fatta restaurare. «Proponiamo un’inaugurazione ufficiale anche per dar rilievo a questo fatto», dice don Pierluigi. E così questa sera, alle 21, vigilia dell’Assunta, si procederà alla recita del Santo Rosario e alla benedizione dell’immagine. «E dopo la cerimonia religiosa — aggiunge commosso Vittorio Cigala — faremo una grande festa. Mia moglie sta già preparando le torte. Ci sarà un assaggio per tutti gli intervenuti».

Il Gibelli pensiero

Guido Bandera su Il Giorno di oggi intervista il parlamentare leghista Andrea Gibelli. Andrea Gibelli, 42 anni a settembre, è nato a Codogno. È nella Lega Nord dal 1987, parlamentare di lungo corso, è stato anche capogruppo del Carroccio alla Camera. Oggi è presidente della Commissione attività produttive. L’unico parlamentare del Lodigiano è accreditato come uno dei principali artefici della candidatura di Pietro Foroni alla guida di Palazzo San Cristoforo, che ha portato dopo quindici anni di governo del centrosinistra alla prima vittoria del centrodestra in Provincia. Oggi, pur negando di ambire a un ruolo diretto nella trattativa che porterà alla scelta dello sfidante di Lorenzo Guerini nel 2010, sicuramente sarà decisivo nell’orientare le scelte della Lega Nord sul territorio, in vista di una sfida chiave come quella delle comunali.

Parlamentare leghista, Andrea Gibelli presiede uno degli snodi principali del Parlamento in una stagione di crisi economica: la Commissione attività produttive. A lui chiediamo di tracciare il ritratto della stagione economica che attraversa il Lodigiano, come il resto del Paese.
Onorevole Gibelli, da qualche settimana escono dati contrastanti, da un lato il calo del Pil prosegue, dall’altro sembra in alcuni settori di intravedere segnali di ripresa. Qual è la verità?
«Dati recenti dicono che entrate dello Stato per le imposte sulla produzione stanno tenendo. Ma si tratta ancora dell’esercizio 2008. Non ci sono stati grandi investimenti, se non quelli dello Stato. Le manovre che il Governo ha fatto, sette in un anno, tanto criticate, stanno dando i loro effetti. La recessione è generalizzata, ma ci sono alcuni indicatori forse non tanto rilevanti dal punto di vista giornalistico che però danno il segno di un’inversione di tendenza. Penso ad esempio all’acquisto di oli lubrificanti e per la produzione. Le macchine stanno ripartendo, ma non è detto che il peggio sia passato: i mancati incassi degli ultimi sei mesi si faranno sentire, anche in relazione al periodo in cui cade l’anticipo di imposta per le aziende».
E voi che provvedimenti avete previsto?
«Abbiamo tirato gli strumenti ordinari e straordinari verso il basso. Alle Attività produttive abbiamo spinto verso l’allargamento del fondo di garanzia per gli investimenti, il fondo per l’accesso e la compartecipazione agli investimenti esteri verso le piccole e medie aziende. Noi siamo il secondo Paese manifatturiero d’Europa, mentre le piccole e medie imprese, per dimensioni e tradizioni sono escluse dagli strumenti di sostegno e garanzia. Noi abbiamo lavorato per riformare gli strumenti vecchi e prevederne di nuovi».
Poi c’è il problema dei costi energetici...
«Per la prima volta dopo 10 anni, nel 2008, abbiamo tolto dall’economia e trattato nel settore attività produttive il provvedimento sullo sviluppo economico. Con questo abbiamo aperto alla rintronandone del nucleare in Italia. Per le esperienze che ho avuto in Francia e in Slovacchia, dove ci sono investimenti italiani sul nucleare, i reattori oggi sono più potenti e i sistemi di sicurezza sono direttamente integrati nella tecnologia. Quello che ho visto è anche la nascita di distretti industriali attorno alle centrali, con piccole e medie aziende che prendono energia a costi ridotti e hanno a disposizione un centro di ricerca che forma giovani tecnici, una ricchezza per i luoghi che diventano sede di centrale. In un periodo in cui l’economia va male e abbiamo un tessuto produttivo fatto di piccole aziende manifatturiere, paghiamo l’energia più degli altri. Ecco perché serve il nucleare, non come unica energia, ma come sistema di differenziamone dell’offerta».
E i timori per la sicurezza?
«Negli ultimi sessant’anni ci sono stati due incidenti rilevanti. Uno, che non ha avuto conseguenze, negli Stati Uniti, l’altro a Cernobyl, dove in un Paese allo sfascio si affidò a ingegneri chimici la gestione di un reattore nucleare vecchio... Oggi i sistemi non sono più manuali. Un folle non potrebbe toccare il funzionamento di una centrale. E poi il nucleare di terza generazione è già compatibile con la quarta, che non produrrà scorie».
Ma non c’è solo il nucleare?
«No. Chi sa ad esempio che i tedeschi di E.on stanno osservando la tecnologia di Enel che trasforma una centrale a carbone in un impianto che abbatte gli inquinanti nocivi, quasi a emissioni zero, come a Civitavecchia?»
Come giudica i casi di occupazione delle fabbriche come alla Innse di Milano? La tensione sociale cresce?
«In questi mesi ho incontrato i rappresentanti di tanti diversi distretti produttivi d’Italia, ognuno con i suoi problemi e le sue richieste. Ho visto imprenditori, associazioni di artigiani, Confindustria e i sindacati. Tutti chiedevano più che accesso al credito, la continuità nel credito e pagamenti più rapidi da parte dei clienti. Centottanta giorni sono troppi. Ecco perché abbiamo appoggiato l’idea di accorciare i termini di pagamento della Pubblica amministrazione. Gli effetti forse non si vedono subito, ma è una piccola rivoluzione. In generale, dagli imprenditori ai sindacati, tutti concordano sulla ricerca di modelli comuni con cui uscire dalla crisi. Tutti temono i disagi e i contraccolpi sociali della crisi, ma nessuno politicizza il disagio come negli Anni Settanta. Questo sarebbe un dramma. Ho notato il senso di responsabilità di lavoratori e imprenditori. Ma ho visto sia operai occupare le aziende per difendere il proprio posto, sia imprenditori suicidarsi per non dover licenziare o chiudere... Bisogna essere equidistanti, dare soluzioni senza cavalcare la situazione per cercare consenso politico».
Chiudiamo parlando di politica locale. Come vede la sfida per le prossime comunali?
«Io mi occupo di altre cose, ho il mio incarico a Roma. Penso però che come l’aria in Provincia è cambiata, così cambierà anche in città. Si è percepito dopo il cambio di amministrazione in Provincia un rapporto più diretto con il territorio, un modo più fresco di porsi. Alla città non è piaciuto il tentativo maldestro di inventarsi liste con dentro tutti, compresi i cosiddetti scontenti del centrodestra, che a me sembrano più dei trombati. Mi sembra un tentativo di raschiare il fondo del barile. Non ci si inventa “Braveheart” di Lodi solo dicendo di voler fare le ronde, pur con qualche distinguo. Poi non capisco perché le ronde della Lega non vanno bene, mentre quelle del ministro della Lega sì. A sei mesi dal voto ci si prova a spostare, recitando la parte della sicurezza. Ma è ancora la sinistra a governare nel classico stile da campione di immobilismo. Io non ho visto grandi cose in 4 anni. Le elezioni porteranno sorprese, stimolate proprio da questo tentativo di creare un’alleanza con dentro tutto e il contrario di tutto. Una politica che forse è meglio lasciare fare a Franceschini».

A Casale si cambia strada

Mario Borra su Il Giorno di oggi ci dice delle modifiche alla viabilità previste a Casalpusterlengo.
Il Comune: prima di noi scelte sbagliate.
«Viabilità in centro Si torna al passato».
Rassegna stampa.

Tornare al passato per rendere più fluida la viabilità del centro storico. Via Garibaldi tornerà a doppio senso, così come, in prospettiva via Cavallotti e via Libertà. È questo il nuovo disegno che ha in testa l’assessore ai lavori pubblici Luca Peviani e che dovrebbe concretizzarsi nei prossimi mesi. «Questa è la nostra intenzione. In effetti basta guardare il traffico in centro per verificare che c’è qualcosa che non va e che bisogna rimettere mano al settore», spiega Peviani. Attualmente via Garibaldi, una delle vie principali del centro che collega piazza del Popolo con il tratto di via Emilia, è a senso unico in uscita, mentre per via Cavallotti è possibile solo in transito verso piazza del Popolo.
Decisioni maturate in diversi anni prima con la Giunta Rebughini e poi con quella di Pagani.Ora il centro destra è intenzione a mettere mano alla rete viaria del centro storico, invertendo il senso di marcia anche di via Gramsci e rimettendolo dunque in uscita verso la via Emilia. «Dobbiamo creare fluidità e facilità di accesso — spiega Peviani — e possiamo farlo solo tornando ad una situazione passata quando tutte le vie erano a doppio senso di marcia».
L’idea però sarebbe quella di introdurre il nuovo regime in maniera graduale, magari con un paio di mesi di sperimentazione. Prima però occorrerrà far digerire ai casalesi l’introduzione dei parcometri che saranno installati a settembre in piazza del Popolo, via Marsala, largo Casali, piazza Mercato, piazza Da Vinci. L’attività di controllo sarà affidata agli ausiliari della sosta, come avviene ormai da tempo anche a Codogno. Poi si comincerà a riflettere sulla nuova disposizione viaria sul cui cambiamento, soprattutto per via Garibaldi, molti esercenti e cittadini chiedevano ormai da tempo un intervento diretto.
Ma a settembre sarà importante intervenire anche per rattoppare buche in diversi punti della città. «L’obiettivo primario è di rifare il fondo di via Libertà, ad oggi assolutamente impraticabile — spiega Peviani —. Ma gli interventi sono indispensabili anche in un paio di zone del quartiere Ducatona, mentre vedremo di pianificare i lavori, magari per l’anno prossimo, in via Trento e via Cavour e in via Cavallotti. Occorre verificare le risorse: abbiamo già ricevuto uno stanziamento statale che useremo al più presto».

Un inferno chiamato FS

Greta Boni su Il Cittadino di oggi ci parla dell'estate nera sulla Milano-Piacenza: ritardi e sporcizia all’ordine del giorno.
Pendolari, un Ferragosto di fuoco «Nelle carrozze si muore di caldo».
Rassegna stampa.

Ferragosto di fuoco per i pendolari lodigiani, nel vero senso della parola. Le carrozze senza aria condizionata sono per tutti i viaggiatori una dannazione, quando il termometro supera i trenta gradi è difficile sopportare la temperatura all’interno dei vagoni affollati. Il caldo, però, non è l’unico problema, i passeggeri della Milano-Piacenza - così come i loro colleghi lombardi - hanno dovuto allargare le braccia e constatare un pesante peggioramento delle condizioni di viaggio. Nonostante le lamentele, le promesse e i tavoli istituzionali, l’estate del 2009 viene “bollata” come il periodo più nero dell’anno.
«La questione più importante riguarda il cambio degli orari - sottolineano i membri del Comitato pendolari -, alcune corse sono state cancellate nelle tabelle estive, rendendo più complicata la possibilità di prendere le coincidenze una volta a Milano. I viaggiatori che partono da Secugnago, per esempio, non possono più contare sul convoglio delle 7.13, al suo posto c’è il 7.25, che arriva a Lambrate alle 8.25». Un’ora di passione per mettere piede alle porte della metropoli, troppo tardi per salire sugli altri treni o bus e raggiungere il posto di lavoro.
«In questo periodo - aggiungono gli iscritti al comitato -, il degrado sta emergendo in tutta la sua drammaticità, non solo perché l’aria condizionata è un miraggio, ma anche perché la sporcizia sui sedili è davvero immonda. Il treno che prendiamo è spesso sempre lo stesso, arriva da Piacenza e si ferma a Milano, per poi ripartire immediatamente: quando saliamo, troviamo di tutto, non vengono nemmeno più svuotati i cestini. Senza contare che le soppressioni e i ritardi sono all’ordine del giorno». Del bonus, il risarcimento per le ore perse in attesa, nemmeno l’ombra. A tutto questo si sommano i disservizi nelle singole stazioni del territorio: a Casale la biglietteria è chiusa per il mese di agosto, a Secugnago la sala d’attesa è sigillata con un lucchetto, al suo interno il distributore automatico di biglietti non è in funzione da tempo; a San Zenone si lotta da anni contro sporcizia e strutture che lasciano a desiderare.
A chi parla di S1, la metro leggera che dovrebbe partire a dicembre e garantire collegamenti per Milano ogni trenta minuti, i pendolari fanno spallucce con fare rassegnato. Nessuno crede che la linea suburbana Lodi-Saranno farà il suo ingresso trionfale nel sistema dei trasporti, nonostante gli annunci che arrivano dal Pirellone e dalle Fs.
«La situazione è davvero preoccupante - concludono i pendolari -, speriamo di incontrare presto la nuova amministrazione provinciale per fare il punto e far sentire la nostra voce, ancora una volta».

La nuova scuola una catastrofe

Cristina Vercellone su Il Cittadino di oggi ci racconta che nelle scuole dalle elementari alle superiori le lezioni riprenderanno con le nuove regole e i ragazzi in aumento ma la riforma taglia 89 docenti.
Da settembre classi accorpate e compresenze eliminate.
Rassegna stampa.

Classi accorpate e tutte le compresenze eliminate. L’effetto della riforma Gelmini, nel Lodigiano, porterà 89 insegnanti in meno. A dirlo sono i numeri definitivi stabiliti dall’organico di fatto determinato dal provveditorato in base alle assegnazioni in arrivo dal ministero. «Nella nostra provincia - spiega Giuseppe Bonelli, direttore dell’ufficio scolastico provinciale - abbiamo una riduzione di 89 posti, a fronte di un aumento della popolazione scolastica. Siamo passati dai 2.479 della scorsa stagione ai 2.390 di quella che sta per aprirsi. L’avvio dell’anno scolastico, però, non è pregiudicato. Tutte le compresenze sono state eliminate e le classi, dalle elementari alle superiori, sono state accorpate. Rispetto alle previsioni poteva andare anche peggio di così. Siamo riusciti a recuperare cento posti alle medie inferiori, abbiamo venti unità in meno. Adesso c’è il problema dei posti che vanno collocati, 4 del personale non docente e due della scuola dell’infanzia. Abbiamo recuperato anche 6 posti per l’alfabetizzazione degli stranieri: li abbiamo sdoppiati e ricavato così 13 mezzi posti. Le criticità ci sono ancora, ma abbiamo contenuto i disagi. Sono state presentate delle richieste alla direzione regionale, vediamo se saranno soddisfatte».
Secondo Francesco Zanaboni, esponente della Rsu all’istituto comprensivo di Lodi Vecchio, iscritto alla Cisl, si tratta di una vera e propria «ecatombe. Da noi avremo cinque insegnanti in meno per lo stesso numero di classi. “Per fortuna” ci sono stati dei pensionamenti - commenta - se no avevamo delle persone che perdevano il posto. Si è trattato proprio di un taglio netto di docenti, così come era stato annunciato. Altro che maestro unico, i bambini delle elementari si troveranno, dappertutto, di fronte a un carosello di insegnanti, anche 4 o 5 per classe. Dietro la parata mediatica del voto in condotta e del grembiulino, la Gelmini ha nascosto il nocciolo del problema: il taglio dei docenti e la dequalificazione della scuola. Quella del ministero è una manovra puramente economica». Tagliando le compresenze, la possibilità di approfondire non ci sarà più. «Ci sono difficoltà a coprire le 40 ore richieste dai genitori - Spiega Zanaboni - figuriamoci se si possono approfondire le materie. I genitori se ne accorgeranno. Anche i tagli degli insegnanti di inglese sono una cosa scandalosa. Non si giustifica neanche dal punto di vista economico». Secondo Zanaboni la qualità dell’insegnamento dell’inglese andrà a carte e quarantotto. «Il governo se la cava - dice - facendo fare un corsetto di 100 ore agli insegnanti. Ma chi non l’ha mai studiato come fa? Io, quando entro in classe, parlo inglese dall’inizio alla fine: i bambini devono imparare a non spaventarsi di fronte a una lingua straniera. L’insegnamento dell’inglese non si può banalizzare con l’acquisizione di 2 o 3 termini. Dall’anno scorso hanno obbligato gli insegnanti precari a firmare un accordo nel quale questi si dichiaravano disponibili a frequentare il corso d’inglese. Che scandalo. Sta passando l’idea che alle elementari basta imparare a scrivere, fare di conto e apprendere 2 o 3 parole d’inglese. Questa è la pedagogia moderna imposta dalla riforma».

4.200 gli iscritti all'Auser lodigiana

Gaetano Ecobi su Il Giorno di oggi ci parla dell'Auser provinciale.
L’associazione copre 33 comuni, inaugurate nuove sedi.
Un esercito di 4.200 volontari.

Rassegna stampa.

Corte Palasio —Da oggi l’Auser provinciale ha una sezione in più, arrivando così a “coprire” 33 dei 61 Comuni del Lodigiano (fra essi il capoluogo, Casalpusterlengo, Lodi Vecchio; in “trattativa” Codogno e Sant’Angelo). La nuova nata è l’associazione “L’alba nuova” di Corte Palasio e Abbadia Cerreto, ufficializzata mercoledì sera nel municipio di Corte Palasio, alla presenza del presidente provinciale Mario Bassanini, del suo vice Angelo Carini, dei sindaci dei due Comuni dell’Oltreadda Adriano Cucchi e Marco Stabilini, degli assessori ai Servizi sociali, di un pubblico numeroso. Presidente del neonato sodalizio è Francesco Ferrari, il “gigante buono” che ha dedicato la sua vita lavorativa di provetto macchinista litografo prima alla Lodigraf e poi alla Fenice Grafica. Vice presidente Walter Natale Decarli, segretaria e tesoriera Daniela Pavesi, altri consiglieri Giorgio Clerici, Desireè Cremonesi, Pietro Geracitano, Luigia Granata, Giuseppina Emanuelita Olivari e Michele Piazza; con il collegio dei sindaci composto da Renato Cremonesi, Cristina Pavesi e Domenico Schiavone.
«L’attività — ha detto il presidente Ferrari — sarà operativa già dal prossimo mese di settembre». Soddisfatti i dirigenti provinciali Bassanini e Carini: «Si arricchisce ulteriormente — dicono — un’associazione che in Provincia di Lodi conta 4.200 iscritti, il 10% dei quali si prodiga attivamente e assiduamente nel servizio di volontariato». L’Auser, associazione aperta a tutti senza vincoli di età, di partito o di sindacato, è nata nel Lodigiano nel 1993 e si prefigge lo scopo principale di rendersi utile verso chi ha bisogno: creando opportunità per stare insieme, promuovendo idee, progetti, opere per migliorare la qualità della vita; gestendo servizi di sostegno per anziani indigenti, ragazzi svantaggiati, persone disabili; offendo il proprio contributo per migliorare i servizi pubblici, organizzando iniziative culturali, gite, feste, intrattenimenti, attività amatoriali.
Tra i fiori all’occhiello dell’Auser lodigiano la gestione, affidata dalla Regione Lombardia, del “Filo d’argento”, il telefono amico che accoglie le richieste degli anziani in condizioni di disagio sociale. E per domani, giorno di Ferragosto, grandi feste in tutti i paesi del territorio, con pranzi sociali, momenti di danza e divertimento. Per Lodi città l’appuntamento è alla sede estiva presso il parco del Belgiardino: dopo il pranzo, musica e balli, tornei di carte e bocce. E possibilità di iscriversi alla gita del prossimo 16 settembre ai “Magli di Bienno” e al “Parco delle feste” di Angolo Terme.
I numeri. Oltre 20mila pasti consegnati a casa Percorsi 360mila km.
Con la collaborazione del Parco Adda Sud, che ha messo a disposizione un automezzo per gli spostamenti e alcune attrezzature, l’Auser lodigiano è in prima linea in Abruzzo per contribuire alla ricostruzione dopo il terremoto. Il “campo” che vede operativi i volontari lodigiani in modo particolare per quanto riguarda il servizio-pasti e le pulizie, oltre alla compagnia e al conforto, è quello di Coppito, località dalla quale sono rientrati nei giorni scorsi i primi sei rappresentanti Auser: il caposquadra Giovanni Benzi, Erika Mader, Luisa Fugazza, Franco Giulietti, Serafino Omini. E domenica scorsa è partito da Lodi un altro gruppo di volontari, tutti giovanissimi: Marco Cavaliere, Manuela Mangano, Franco Merlino, Aurora Omini, Gloria Scaini. Rientreranno domenica.
Il vicepresidente provinciale dell’Auser lodigiano Angelo Carini ricorda il successo che sta riscuotendo l’attività del “Filo d’argento”. Nel 2008 sono giunte al numero verde (800 995988) o al centralino di via Cavour ( 0371 565440) 13.942 chiamate telefoniche e sono stati realizzati 37.490 interventi: di essi 16213 per accompagnamento, trasporto a servizi sociosanitari e assistenziali, 547 per consegna spesa o medicine, 183 per compagnia telefonica o a domicilio, 20.734 per consegna pasti, 275 per piccoli aiuti domestici. I volontari impegnati sono stati 271, hanno impiegato 46.223 ore e percorso 362.846 chilometri. Il 78% degli interlocutori è di sesso femminile, l’81% ha più di 64 anni, il 76% è pensionato, il 63% vive solo, il 75% telefona personalmente.

Altri particolari sul traffico di rifiuti per l'Africa

Ne avevamo parlato già ieri riportando una notizia di agenzia, riprendiamo ora l'articolo di Mario Borra su Il Giorno di oggi che aggiunge qualche particolare.
Denunciato 67enne che gestiva un traffico di elettrodomestici usati.
Rottami dalla discarica all’Africa.
Rassegna stampa.

Santo Stefano Lodigiano — Circa settanta frigoriferi, vari infissi in legno, decine di monitor per pc, due ciclomotori abbandonati, una lavastoviglie, due stufe a legna, una bombola di Gpl, alcune decine di fusti in plastica, un carro agricolo e ancora materiale in plastica. Tutta roba pronta per essere spedita in Africa, dove sarebbe stata venduta in appositi mercatini in cui ragazzi e bambini sbarcano il lunario recuperando da questi oggetti le parti metalliche, per poi rivenderle come pezzi di ricambio o materiale ferroso. È il traffico scoperto dai carabinieri della stazione di Guardamiglio, che hanno denunciato a piede libero G.C. 67enne di Milano, per il reato di «gestione di rifiuti non autorizzata». L’uomo aveva allestito una sorta di magazzino nel comune di Santo Stefano Lodigiano, in località Filolungo, all’interno di un rustico con un piazzale. Il sopralluogo, avvenuto nel pomeriggio di mercoledì insieme ai vigili del fuoco, tecnici del Comune e Polizia provinciale, ha permesso di rinvenire rifiuti speciali classificati come pericolosi e non pericolosi abbandonati in modo irregolare, con un chiaro pericolo igienico sanitario per l’area circostante. I militari si sono recati sul posto a seguito della segnalazione di una massiccia presenza di stranieri, che andavano e venivano dall’area in mezzo alla campagna. Forse le forze dell’ordine pensavano di trovare persone che vivevano in stato di clandestinità, magari in condizioni disumane.
Invece la situazione era ben diversa: sul posto sono stati trovati soltanto due cittadini della Costa d’Avorio, regolari e senza precedenti penali, che svolgevano le mansioni di custodi temporanei del magazzino per conto di G.C. Sul posto era presente anche il figlio del proprietario (estraneo alla vicenda), il quale ha ribadito agli inquirenti che il padre in quel momento si trovava in Africa. Quando tornerà, dovrà spiegare molte cose ai carabinieri che sperano di conoscere dettagli in più di questa vicenda che ha ancora molto lati da chiarire. In pratica, secondo quanto appreso, periodicamente faceva tappa al deposito un container che veniva stipato di materiale vario. Da Santo Stefano il container raggiungeva il porto di Genova dove veniva imbarcato con destinazione Costa d’Avorio. Dove il 67enne trovasse la merce è un mistero, anche se, a quanto risulta agli inquirenti, l’uomo reperiva il materiale girando le discariche o ritirando la roba usata da cantieri in ristrutturazione. L’uomo risulta essere il titolare di un’impresa edile e di intermediazione immobiliare con sede legale a Milano che nulla ha a che fare col trasferimento dei rifiuti o con la loro gestione.
I carabinieri stanno indagando. Infatti, ora occorrerà capire in che modo avveniva il traffico e se vi sono intermediari in questa catena fra Italia e Africa. L’area non è stata sottoposta a sequestro per imporre al proprietario l’immediata bonifica che dovrà essere svolta a regola d’arte, secondo i criteri previsti per legge.