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venerdì 27 novembre 2009

Dei riti non sappiamo che farcene

Violenza. Gli omissis del rito.
Rassegna stampa - il manifesto, Ida Dominijanni, 26 novembre 2009.

Sovrapporre al viso di Michelle Obama quello di una scimmia e mandare quest'opera d'arte in rete (Google immagini) è violenza contro una donna. Definire Veronica Lario velina ingrata è violenza contro una donna. Sfottere Rosi Bindi in tv dicendole che è più bella che intelligente è violenza contro una donna. Difendere Berlusconi sostenendo che è solo l'utilizzatore finale delle escort reclutate da Tarantini è violenza contro le donne. Piccolo memorandum contro la riduzione della giornata internazionale sulla violenza contro le donne a geremiade rituale e ipocrita, del governo e dell'opposizione.
La geremiade contempla ogni anno dati sconfortanti, provenienti dal nord come dal sud, dall'ovest come dall'est del mondo: per dirla con il presidente della Repubblica, matrimoni forzati, mutilazioni genitali, stupri di guerra in contesti lontani che non devono oscurare l'ordinario scempio che permane nei contesti vicini (solo in Europa, fra i 16 e i 44 anni ne uccide più la violenza che il cancro o gli incidenti stradali). Contempla ormai anche, ed è un risultato delle battaglie femminili, la denuncia del fatto che la maggior parte delle botte e degli stupri arrivano in casa da mariti, fidanzati ed ex fidanzati, e non in strada da estranei o stranieri. Quest'anno si arricchisce però di due significative novità. La prima, di governo, è l'autoglorificazione di Mara Carfagna per aver introdotto il reato di stalking, aumentato le pene per i partner violenti, istituito la difesa gratuita per le vittime: «fatto, fatto, fatto», noto spot berlusconiano. La seconda, di governo e d'opposizione, è l'accusa alla cultura «consumistica e mercificatrice» dei media, che fa strame del corpo femminile in tv e autorizza i maschi a farne strame nella vita. Giusto? Giusto. Nient'altro? Nient'altro.
Prendersela con la responsabilità impersonale della tv va sempre bene, e va meglio se serve a glissare su fatti e nomi specifici. La gamma della violenza contro le donne è vasta e multiforme. C'è lo stupro, c'è lo stalking, ci sono le botte. Ma c'è anche il linguaggio, il linciaggio, la calunnia. La seconda categoria spesso non è meno annichilente della prima, e non è meno diseducatrice della tv. Veline usate come esche per drenare voti, ragazze-immagine usate per il divertimento dell'imperatore, mogli accusate di alto tradimento con le guardie del corpo, amanti di una notte minacciate di essere spedite in galera per 18 anni, trans gettate come fenomeni da baraccone nell'arena mediatica; e in ognuno di questi casi, l'uso del linguaggio come arma misogina contundente. L'anno avrebbe meritato una giornata contro la violenza davvero speciale, con qualche verità in più e qualche ipocrisia in meno. Dei riti, invece, non sappiamo che farcene.
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Il babau d'oggi


Andiamo indietro d'un paio di giorni.
Falso messaggio minatorio. Giornalista: "Dovevo tutelarmi".
Agi, Genova, 25 novembre.
"Un uomo mi perseguitava da mesi fino a quando, mentre mi trovavo insieme a mia figlia di appena due anni e mezzo, mi ha puntato una pistola addosso minacciandomi di morte. Questo è successo in seguito alle mie denunce della sua attività criminale fatte sul Giornale, per cui lavoravo come collaboratore esterno. Non avendo ottenuto riscontri di polizia ho deciso di tutelarmi con questa lettera". È la spiegazione fornita dal giornalista free lance Francesco Guzzardi, 49 anni, autore di una lettera minatoria contro se stesso e la redazione genovese del quotidiano diretto da Vittorio Feltri. "Quest'uomo è uno spacciatore - prosegue Guzzardi - Per mesi mi ha minacciato. Mia moglie non esce di casa da due mesi. Il 5 ottobre scorso ho sporto una denuncia dai carabinieri a suo carico, ma non c'è stato alcun esito. Così ho pensato che una falsa lettera minatoria avrebbe spaventato l'uomo che mi perseguitava, inducendolo a smettere".
Secondo quanto riferito da Guzzardi l'eco mediatica avuta dalla lettera avrebbe sortito il risultato da lui sperato. Minacce e persecuzioni sarebbe improvvisamente finite. "A quel punto mi sono autodenunciato alla digos pur sapendo che gli inquirenti non avrebbero avuto alcuna possibilità di scoprire la verità - ha concluso Francesco Guzzardi - Infatti per produrre la lettera ho usato per metà un normografo e per metà ho scritto con la sinistra e certamente sulla carta non ho lasciato impronte. Non cercavo alcun tornaconto personale, se non quello di garantire l'incolumità a me alla mia famiglia". Guzzardi è stato denunciato per simulazione di reato e procurato allarme.



Francesco Guzzardi si è inviato una falsa lettera di minacce delle Br. La polizia lo ha incastrato e denunciato.
Da roma.indymedia.org, 26 novembre 2009.
Due intere pagine di messaggi solidali. Che restano in Rete, a rendere ancora più paradossale la vicenda di Francesco Guzzardi, collaboratore del Giornale. Guzzardi è infatti l'autore del falso volantino delle Brigate Rosse trovato la settimana scorsa sotto la porta d'ingresso della redazione locale del quotidiano. A tradire il giornalista, denunciato dalla Digos per simulazione di reato e procurato allarme, la prova calligrafica a cui il reporter 50enne era stato sottoposto dagli inquirenti, che cercavano di capire la provenienza del volantino che conteneva minacce alla redazione, al capo della sede Massimiliano Lussana e allo stesso collaboratore, per alcune inchieste sulla circoscrizione genovese della Valbisagna.
Ma il solidale popolo del Giornale non molla: "Caro Francesco, conservo i tuoi articoli e resoconti nella mia rassegna stampa come esempio del coraggio «normale» e quotidiano di un lavoratore, di un giornalista «colpevole» di informare e svolgere attentamente il proprio mestiere. Forza Francesco, forza «Il Giornale». Forza! Con affetto. Milena Pizzolo Ass. Territorio Municipio Centro Est. E ancora: "Sono un lettore dal primo numero e per la prima volta scrivo a quello che considero anche un po’ il mio Giornale per dare tutta la mia solidarietà al dottor Francesco Guzzardi e alla redazione per i vili attacchi che vi sono stati rivolti. Vi prego, continuate così, la libertà di idee e di valori che vi contraddistingue è un baluardo per noi lettori. Continuate a informarci di ciò che accade e denunciare le malefatte di certa politica. Antonio Schenone".
Guzzardi avrebbe confessato agli agenti di aver agito per far uscire allo scoperto una vicenda di minacce gravi da parte di malavitosi e di nomadi della periferia genovese della quale lo stesso giornalista e la sua famiglia sarebbero stati oggetto nelle scorse settimane. Il giorno dopo la falsa lettera di minacce delle Br, il giornalista aveva scritto un appassionato elzeviro: "Per me, non lo nego, il mio lavoro è una missione. Quella di raccontare i fatti, cercare i retroscena, portare alla luce le ombre di una cattiva amministrazione del territorio che da oltre 10 anni porto avanti per cercare di migliorare la Valbisagno, vallata che amo e dove vivo. Una zona dove, nel giro di 20 anni, sono cambiate (in peggio) talmente tante cose da renderla irriconoscibile a coloro che da sempre la abitano e considerata, da chi la segue da lontano, area degradata e, come l'ha definita Roberto Cassinelli in occasione dell'incontro in Municipio, zona del terzo mondo. Ho sempre ritenuto importante informare la gente di fatti che reputo gravi... Impossibile non descrivere i disagi degli abitanti di San Gottardo a causa di frequenti scippi, risse e vigliacche angherie alle quali sono sottoposte mamme e bambini che frequentano i giardini pubblici per colpa degli extracomunitari che da anni bivaccano in zona. Indisturbati. Talmente tanti problemi da raccontare e denunciare per i quali ci vorrebbe, ogni giorno, una pagina intera del giornale".
A proposito di pagine intere, la notizia di Guzzardi non ha trovato spazio nell'edizione nazionale del quotidiano diretto da Feltri. Neppure cinque righe.
Ma prima di riportare dei commenti sulla vicenda leggiamoci un articolo, uno scelto a caso del giornalista ligure. Tanto per capire il personaggio.



Il Comune paga ai nomadi un corso per diventare attori.
Il Giornale.it, Genova, Francesco Guzzardi, 21 febbraio 2009.
Dopo la mensa, il taxi e lo scuola bus, servizi che il Comune di Genova da tempo eroga gratis ai nomadi, qualcuno si sarà domandato quale altra agevolazione dare a questa popolazione, per cercare di rispettare al meglio il programma d'integrazione, voluto dallo stesso, tra genovesi e nomadi. A pensarci bene, altre agevolazioni sembrava impossibile trovarne. Infatti, come migliorare ulteriormente una situazione che prevede agevolazioni a 360 gradi a queste famiglie che sì, abitano per loro scelta in baracche, ma posseggono auto e camper del valore di centinaia di migliaia di euro e indossano capi firmati e prestigiosi orologi ai polsi? Ci ha pensato bene però, il IV Municipio della Valbisagno cui non è sfuggita l'idea di dare un futuro ancora più ovattato ai nomadi e così, per mezzo di un'altra seduta svoltasi tra i 3-4 soliti assessori e naturalmente resa subito eseguibile per «motivi d'urgenza», ha stanziato 2000 euro alla ricerca di un futuro ancor più di prestigio, e che futuro, ai ragazzi del campo nomadi di via Adamoli.
Infatti dopo acqua calda, luce, gas, libri e cibo per neonati pagati dal Municipio attraverso gli assistenti sociali, ha pensato bene di organizzare, esclusivamente per essi, un apposito corso di formazione teatrale attraverso il quale si tenterà di instradare artisticamente queste persone. «Ecco così che per mantenere equilibrato il tenore della loro esistenza - sbottano alcuni consiglieri - si cercherà di fare diventare i ragazzi rom del campo di via Adamoli, provetti artisti teatrali o star del grande fratello. Certo che i “quattro moschettieri“ (come sono scherzosamente soprannominati il presidente e gli assessori, proprio da chi li critica) potrebbero organizzare corsi per lavori più comuni e probabilmente più utili quali tornitore, operaio specializzato o falegname..., fanno notare i sempre più numerosi consiglieri dissidenti del municipio di Molassana, ma andrebbe contro l'etica». Di quale etica si parla lo spiega sarcasticamente (ma non troppo) Domenico Morabito, vicepresidente dello stesso municipio e portavoce di almeno 13 consiglieri: «Uno scandalo. Ma lo immaginate un nomade che si sveglia alle 7 del mattino per partecipare ad un corso di formazione come tornitore, salire sulla Bmw da 80mila euro e andare a scuola? Si è vero - continua Morabito - la scuola è gratis ma nessuno ci andrebbe». Allora? Domandiamo: «Allora è meglio organizzargli un corso teatrale - conclude Morabito - sicuramente più consono al loro tranquillo, agevolato e redditizio tenore di vita».
Ma il fatto più grave, sempre secondo i contestatori, è che la borsa da 2000 euro, che il consorzio sociale Agorà (composto da 12 cooperative sociali) si è aggiudicata, servirà solo per iniziare il corso di formazione del quale si sa quando comincerà ma non quanto durerà o terminerà. Piccoli segnali che fanno supporre ai contestatori che altri finanziamenti, per poter portare a termine un corso di almeno 1-2 anni, seguiranno da parte degli assessorati alla persona e alla cultura del Municipio.
E veniamo ai commenti.
Quei terroristi del Giornale.
Rassegna stampa - il manifesto, Alessandro Robecchi, 26 novembre 2009.

La crisi rende nervosi, crea paura, confonde, e costringe molti a fare due lavori. Come non essere solidali quindi con Francesco Guzzardi, il valoroso cronista ligure de Il Giornale costretto a scriversi da sé le lettere di minaccia firmate Brigate Rosse, a consegnarle in redazione, a leggere con commozione le mail di solidarietà dei lettori? Tutto da solo! Ci chiediamo con angoscia cosa abbia dissuaso Francesco Guzzardi, questo eroe del suo tempo (e purtroppo pure del nostro) dallo spararsi in un piede, dal rapirsi da solo.
Pare di vederlo, nel sonno che si urla da solo «comunista!», magari che studia come gambizzarsi e poi che dichiara (ma questo è vero): «Se chi ha scritto questo messaggio intendeva intimorirmi o addirittura costringermi a tacere, è bene che se lo tolga subito dalla testa». Bravo Guzzardi! Non lasciarti intimorire dalle lettere di minaccia che ti scrivi! Va detto che la lettera minatoria, vergata a mano, con una stella a cinque punte e la scritta Brigate Rosse non era di quelle piacevoli. Diceva testualmente: «Non abbiamo ancora deciso se spaccare il culo prima al vostro servo Guzzardi l'infame della Val Bisagno e degli sbirri o passare prima da voi molto presto lo scoprirete» (la punteggiatura è tutta sua). Non esattamente il solito linguaggio brigatista, tanto che qualcuno si era preoccupato: dove andremo a finire se anche le Br cominciano a scrivere come un concorrente del Grande Fratello? La Digos di Genova, per fortuna, ha messo le cose a posto: è bastato far scrivere due righe al Guzzardi per capire che la vittima delle minacce e il minaccioso brigatista erano la stessa persona. Per fortuna ora è tutto chiarito, possiamo rilassarci, smettere di tremare, leggere con qualche divertimento le lettere di solidarietà all'autominacciato che se la prendono con quei cattivoni di comunisti. E magari andarsi a ripescare le dichiarazioni dei giorni scorsi sul pericolo terrorista. Il ministro Sacconi: «Prosciugare l'acqua in cui nuotano i pesci dell'eversione!». Giusto! Bravo! Prenda un po' di carta assorbente e vada a Il Giornale. Lì c'è da far bene.

A proposito di Francesco Guzzardi. Cioè, di Berlusconi.
Duemilanove battute di Francesca Fornario, l'Unità, 27 novembre 2009.

Francesco Guzzardi, cronista del Giornale, si è scritto una falsa lettera di minacce delle Br. Si è autominacciato! Per Paola Binetti, rischia di diventare cieco. Avreste trovato la notizia sull’edizione nazionale del Giornale, se fosse un giornale. Che lo è se lo dice da solo: «Salve, sono Il Giornale». Per Paola Binetti, rischia di diventare cieco. A proposito: la Binetti è ancora nel Pd. Se ne è accorto l’altra sera Bersani prima di spegnere la luce in ufficio: «E tu che ci fai ancora qui?». E lei: «Mi piace soffrire, ricordi?». Tornerà utile quando riapriranno il dibattito sul fine-vita, che la maggioranza ora rinvia perché i figli di Berlusconi rischiano di litigare anche sul testamento biologico. Ciò che mi ha colpito della vicenda-Guzzardi è che, una volta smascherata la truffa ai danni del paese (e dei i lettori del sedicente Giornale), i lettori hanno continuato a esprimere solidarietà al cronista bugiardo e senza scrupoli che fingeva di essere perseguitato! Ma ora basta parlare di Berlusconi. Domani sull’Unità, nel primo inserto cartaceo di Virus (12 pagine di satira virale che vi faranno gridare «Vi querelo!», se siete Ghedini) leggerete un fotoromanzo che ha per protagonisti i lavoratori dell’Ex Eutelia, da agosto senza stipendio. Per chiedere aiuto volevano salire su una gru ma, per farsi notare, un lavoratore che rischia il posto è ormai costretto a salire su una gru con un trans fatto di coca che ingoia un crocifisso e dà dello stronzo a Bossi. Con il rischio che Bossi replichi dando dello stronzo a destra e sinistra, e a quel punto la notizia diventa routine e non se ne parla più. E se non se ne parla, per buona parte del paese il problema smette di esistere. Sognate mai di provare a convincere un berlusconiano? «Guarda che il complotto dei giudici comunisti non esiste!». E lui: «Ma se c’è scritto E-NOR-ME!». «E la crisi economica?» «Ma se c’è scritto che taglia l’Irap!». Fortunatamente, non durerà a lungo. Ora la crisi è così grave che Berlusconi è costretto a tagliare anche gli annunci.
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I cartelli stradali parlano

Altri curiosi protagonisti della nostra viabilità cittadina.
Fotopost.



Io sto già cedendo!



Tutte queste curve mi hanno ubriacato, faccio fatica a stare dritto.



Il pedone sulle righe: "Aiutooo! Cadooo!


Curva con strettoia veramente stretta (tanto da non permettere un'indicazione perpendicolare alla strada).
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Pesante, malata e per giunta letale

Lo smog è causato soprattutto dal traffico, ma sul territorio le auto “ecologiche” sono solamente il 5 per cento. Pm10, l’aria malata può essere letale. Le polveri sottili aumentano il rischio di mortalità dei lodigiani.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Greta Boni, 27 novembre 2009.

Pesante, malata e per giunta letale. È l’aria che respirano i lodigiani, insieme, naturalmente ai loro vicini di casa lombardi. Dopo che per ben 11 giorni consecutivi il Pm10 non ha dato tregua ai polmoni dei cittadini, superando di gran lunga la soglia di attenzione, gli scienziati hanno scritto nero su bianco che le polveri sottili contribuiscono a far crescere il rischio di mortalità.Se si consi­derano i decessi per cause na­turali, il solo Pm 10 provoca in media un aumento del rischio di morte dello 0,69 per cento per ogni incremento di con­centrazione nell’aria di 10 mi­crogrammi per metro cubo. Queste informazioni sono contenute nella pubblicazione conclusiva del “Progetto EpiAir”, uno studio aggiornato sugli effetti che l’inquinamento atmosferi­co esercita sulla salute. La ricerca, che riguarda 10 città italiane e prende in considerazione il livello dello smog tra il 2001 e il 2005, sarà pubblicata come supplemen­to alla rivista «Epidemiologia & Prevenzione».
Promosso dal Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie e coordinato da Francesco Forastiere del Dipartimento di epidemiologia del Ssr della Regione Lazio, il progetto è frutto della collaborazione scientifica di diversi ricercatori italiani nel quadro di progetti promossi a livello nazionale. «Dallo studio emerge che la popolazione italiana continua a essere esposta a tossici ambientali - spiega Forastiere - e che l’inquinamento atmosferico urbano, in gran parte originato dal traffico veicolare, si conferma ancora oggi come un problema ambientale di assoluta rilevanza per la salute pubblica nelle città italiane». Una notizia che molto probabilmente non stupirà i lodigiani, ma che dovrebbe farli preoccupare. Perché, a proposito di traffico, le auto ecologiche (metano/gpl/elettriche) rappresentano solamente il 5 per cento. I dati sono stati elaborati da Assicurazione.it, a quanto pare i lodigiani al volante riescono a fare peggio persino della metropoli milanese, dove addirittura stanno iniziando ad aumentare le auto elettriche in circolazione.Sul fronte polveri sottili, il fatto che il numero degli “sforamenti” diminuisca con gli anni, non è una grande consolazione. Soprattutto perché Lodi resta una delle province più “fuorilegge” in assoluto. Nel 2007 la “sottile linea rossa” è stata superata la bellezza di 134 volte, nel 2008 gli “sforamenti” sono passati a 92. Per quanto riguarda il 2009, fino a questo momento l’inquinamento ha oltrepassato la soglia per 80 giorni, ma per stilare un bilancio completo manca ancora un mese. I ricercatori che in questi ultimi anni si sono occupati della qualità dell’aria hanno cer­cato di valutare impat­to e benefici delle misure messe in atto per ridurre lo smog. Nonostante alcuni interventi come l’Ecopass, le macchine che sfrecciano sulle strade sono sempre più numerose: i provvedimenti sono attuati solo con grandi difficoltà, allo stesso tempo si registra una carenza di con­trolli.



La situazione a Brembio un paio di ore fa, peggiore di ieri, sia per l'NO2 ma soprattutto per le polveri sottili.
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Le stime dei sindacati sulla crisi occupazionale

I segretari dei sindacati hanno in audizione ieri alla commissione economia del Broletto: «Il peggio deve ancora arrivare». «Nel Lodigiano 10mila sono senza un lavoro». Quadro a tinte fosche di Cgil e Cisl sulla crisi: «Disoccupazione al 10 per cento».
Rassegna stampa - Il Cittadino, Matteo Brunello, 27 novembre 2009.

Un’emorragia che non ha mai fine e ha già interessato più di 10mila lavoratori. Sono queste le stime dei sindacati sulla crisi occupazionale del territorio. Tra liste di mobilità, casse integrazione e contratti a termine non rinnovati, la situazione è davvero «terribile». «Non abbiamo ancora toccato il fondo. Ancora oggi la gente continua a perdere il lavoro», spiega Mario Uccelini della Cisl. E Domenico Campagnoli della Cgil informa che il tasso di disoccupazione nel Lodigiano è vicino al 10 per cento, uno dei livelli più alti in Lombardia». Alle stelle anche il ricorso alla cassa integrazione, che è schizzata al più 900 per cento nei primi nove mesi dell’anno. I dati sono stati presentati ieri dai rappresentanti dei lavoratori a palazzo Broletto, durante una riunione congiunta delle commissioni economia e lavoro e politiche sociali del consiglio comunale di Lodi.Dopo l’introduzione del presidente di commissione, Gianmaria Mondani, è entrato subito nel vivo delle difficoltà il segretario Cisl, Mario Uccellini. «A livello provinciale siamo ormai prossimi a 1.400 persone nelle liste di mobilità, poi ci sono altri 6mila interessati dalla crisi (in cassa integrazione, contratti di solidarietà) e vanno contate almeno altre 3mila persone con contratti a termine non rinnovati - specifica - inoltre la platea si allarga se consideriamo anche coloro che hanno finito gli studi e si affacciano ora sul mondo del lavoro, e si trovano davanti enormi difficoltà». Un quadro decisamente a tinte fosche presentato anche da Domenico Campagnoli, segretario della Cgil. «Allo stato mancato dei dati consolidati, condivisi - dice - ma risultano circa 97mila lavoratori nel territorio, tra dipendenti e autonomi, e gli iscritti alle liste di disoccupazione sono circa 9.500». Sulle misure da adottare, poi lo stesso Campagnoli ha invitato a non perdere un senso di coesione istituzionale nel Lodigiano. «Prima c’era una cabina di regia, un tavolo tra istituzioni, parti sociali e vari rappresentanti sulla crisi, ora appare invece fermo», e ha auspicato che il comune di Lodi possa svolgere «un ruolo da protagonista» per rilanciare questa iniziativa. Altro tema poi il rifinanziamento del fondo di solidarietà provinciale, che per la Cisl potrebbe essere sostenuto anche da un piccolo contributo proveniente dai lavoratori. E infine le prospettive di crescita in futuro. Per Uccellini è necessario pensare a progetti per il nostro sviluppo produttivo. «Si devono rendere le aree assolutamente appetibili per degli insediamenti produttivi», afferma. E Campagnoli ha sottolineato: «È necessario creare quelle precondizioni che attirino degli investimenti».
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Orio Litta spegne le luminarie natalizie

Orio - I 4mila euro si aggiungono ai risparmi sulle indennità di carica degli amministratori e dei consiglieri di maggioranza. Natale senza luminarie per solidarietà. I soldi dei tradizionali addobbi a sostegno del fondo anti crisi.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Luisa Luccini, 27 novembre 2009.

Orio - Il comune di Orio Litta spegne le luminarie natalizie per accendere barlumi di speranza a sostegno di chi ha perso il lavoro. È un atto di solidarietà concreta quello deciso dall’amministrazione comunale oriese, quest’anno pronta a destinare al fondo di solidarietà comunale istituito questa estate la quota economica (circa 4mila euro) che era stata stanziata in bilancio come spesa per i tradizionali addobbi luminosi di Natale. «L’intenzione è quella di portare un raggio di luce sulle famiglie maggiormente colpite dalla crisi e dalla perdita del lavoro - spiega il sindaco Pierluigi Cappelletti -. Certo: per Natale Orio Litta avrà strade meno luminose, a ripagare sarà però la certezza di aver contribuito in maniera reale a rendere più sostanzioso il “tesoretto” comunale che dovrà aiutare gli oriesi in difficoltà e senza più lavoro». Oltre alla quota economica delle luminarie, il fondo comunale di solidarietà può già contare su un gruzzolo non indifferente di risorse economiche. Nello specifico, quelle arrivate nei mesi scorsi dai risparmi su indennità di carica degli amministratori comunali e dai gettoni di presenza dei consiglieri comunali della maggioranza “La nostra Orio”. In cinque mesi, da giugno ad ottobre, il fondo comunale avviato in municipio ha prodotto un “tesoretto” di 3mila e 879 euro, risultato della somma proprio delle quote dei gettoni di presenza e dei risparmi di indennità di carica di sindaco, vicesindaco, assessori e consiglieri di maggioranza. Il fondo ha ora solo bisogno di far partire in concreto la sua funzionalità d’azione. Un primo passo in questa direzione si avrà già questa sera, durante il consiglio comunale che avrà inizio alle ore 20.30. In agenda, infatti, c’è l’approvazione del regolamento per la costituzione delle commissioni comunali. «Tra le diverse commissioni ci sarà anche quella competente in materia di servizi sociali, che avrà un’attenzione precisa anche per i cittadini che avranno risentito della crisi economica - informa il sindaco Cappelletti -. I membri di questa futura commissione potranno prendere in considerazione i singoli casi degli oriesi che hanno perso il lavoro. Da questo lavoro di monitoraggio, potranno poi attingere dal fondo comunale, se vi fosse necessità di un sostegno economico al reddito».
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Razziatori a Secugnago

Una banda di ladri in azione a Secugnago, l’intervento dei carabinieri li mette in fuga.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Paola Arensi, 27 novembre 2009.

Secugnago - Ladri in azione, ma i carabinieri li mettono in fuga. Nella notte tra mercoledì e giovedì i soliti ignoti hanno tentato una serie di razzie nel territorio di Secugnago. È stato il pronto intervento dei carabinieri della stazione di Casalpusterlengo a evitare che il piano criminoso andasse a segno con successo. Infatti, grazie alle forze dell’ordine, i tentativi dei malviventi di entrare in numerose abitazioni sono riusciti solo in parte. Inizialmente i militari hanno notato un’auto sospetta circolare per il centro della località alle 2 di notte. Ma quando la pattuglia ha intimato l’alt per un controllo, il veicolo si è allontanato rapidamente per dirigersi nel parcheggio vicino alle scuole, dove i tre malviventi sono scesi dal mezzo per dileguarsi scavalcando alcune recinzioni. Complici il buio e la nebbia, sono riusciti a far perdere le proprie tracce nonostante i carabinieri li abbiano seguiti prima in auto dalla via Emilia a via Veneto e infine a piedi per un lungo tratto. Tuttavia le forze dell’ordine hanno comunque recuperato un cellulare e alcuni oggetti da scasso caduti ai ladri durante l’affannosa fuga. La Ford utilizzata per le incursioni è risultata rubata a Paullo alcuni giorni fa. Probabilmente i soliti ignoti se ne erano impossessati per raggiungere il Lodigiano e fare razzia nelle case della Bassa con maggior tranquillità. Sui sedili c’era anche una sega elettrica. Ora il mezzo sarà trattenuto per i rilievi di rito e infine restituito al legittimo proprietario. Poco più tardi si sono verificati una serie di illeciti che potrebbero essere collegati a questo episodio. Inizialmente nel centro di Secugnago è stata rubata un’Audi Sw regolarmente parcheggiata in via Popoli uniti. La macchina sarebbe di un romeno residente in zona. Probabilmente i tre malviventi fuggiti poco prima l’hanno utilizzata per allontanarsi. Mentre l’Audi spariva, nessuno dei residenti ha visto e sentito nulla, ma i militari non si sono “scoraggiati” e dopo l’arrivo dei rinforzi hanno proseguito i giri di pattuglia fino alle prime luci dell’alba. I controlli hanno dato i loro frutti. Infatti, quando in una zona periferica del paese i soliti ignoti si sono intrufolati in un garage riuscendo a rubare una serie di bottiglie di vino e coca cola per poi proseguire la razzia nelle abitazioni a fianco, l’immediato intervento dei carabinieri casalesi li ha messi in fuga scongiurando ulteriori saccheggi.
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