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domenica 2 agosto 2009

Consiglio: una seduta da Guinness dei primati

Meno d'un quarto d'ora per il futuro di Brembio.

Venerdì scorso, 31 luglio, si è svolto il consiglio comunale. Oltre alla comunicazione di rito sul deposito dei verbali, altri due punti all’ordine del giorno: l’approvazione definitiva della seconda variante al piano di lottizzazione industriale in località Garibaldino-Polenzone e l’adozione del Piano di governo del territorio (PGT). La curiosità era tanta e chi si aspettava una serata ancora più afosa di quanto offriva il clima è andato deluso. Era la prima occasione di vedere all’opera, su una importante criticità per il paese, la nuova minoranza uscita dalle urne, per vedere insomma dal mattino com’era il giorno, come saranno i prossimi cinque anni di mandato amministrativo. Un flop. Ma procediamo con ordine.
All’apertura della seduta risultavano assenti Maria Rosaria Russo, consigliere di minoranza, e i consiglieri di maggioranza Marco Minoia e Pietro Commissari, quest’ultimo entrato in consiglio con un “quarto d’ora accademico”, alle 21,15 (lo annotiamo perché sarà utile poi per capire l’«alta velocità» delle decisioni). Per quanto riguarda la giunta comunale, presenziavano gli assessori esterni Noli e Rando mentre era assente l’assessore Arnaldi.
Prima di aprire la riunione il sindaco ha informato circa l’episodio riportato la mattina dalla stampa dell'operazione dei carabinieri che ha portato a scovare a Brembio due cittadini egiziani irregolari e a denunciare i proprietari dell'abitazione affittata in nero. Il sindaco Sozzi ha ricordato che all’insediamento aveva chiesto ai concittadini responsabilità nell'essere comunità, segnalando le situazioni di irregolarità o sospette, e trasmettendo dubbi, informazioni e conoscenze all'agente di polizia locale, che è deputato a svolgere le indagini preliminari necessarie per capire se si è in presenza o meno di situazioni di illegalità. Cosa che si è verificata nel caso in questione. Il sindaco ha quindi ringraziato la polizia locale e le forze dell’ordine intervenute con professionalità nella situazione denunciata.
Dopo la formalità della comunicazione dell’avvenuto deposito dei verbali della seduta precedente, il Consiglio ha provveduto ad approvare definitivamente, all’unanimità, la variante al piano di lottizzazione industriale, richiesta dal Comune di Secugnago. La delibera riguarda una trasformazione urbanistica industriale che si estende in territorio di Secugnago, incastonata tra il confine comunale con Brembio e la linea ferroviaria Milano-Piacenza. Tale area interessa in minima parte anche il territorio di Brembio, poiché è coinvolta la strada vicinale “della fabbrica” che giace per la maggior parte della sua larghezza nel territorio del nostro comune. Per questa particolarità il piano è stato a suo tempo adottato, approvato e convenzionato da entrambi gli enti. La necessità di attuare questa variante al Piano di lottizzazione industriale comprensoriale si è concretizzata in quanto tale proposta, che riguarda la trasformazione in fondiaria di due appezzamenti previsti originariamente come aree verdi da cedere in qualità di aree standard, era pervenuta da parte dei soggetti lottizzanti. Le due aree che hanno una superficie di mq 7.495,89, quella più a nord, e mq 447,77 quella nei pressi del vecchio edificio residenziale, sono state monetizzate per un valore di 38,00 euro al mq per un valore complessivo di 301.859,08 euro a totale beneficio del Comune di Secugnago. Da dire che la variante prevede che non venga aumentato il peso insediativo previsto nel piano originario. Durante il voto sul punto all’ordine del giorno in questione è entrato in Consiglio il consigliere Commissari.
Il Consiglio ha quindi affrontato – si fa per dire – il secondo punto, l’adozione del PGT. Il sindaco, che ha la delega all’urbanistica, è intervenuto brevissimamente dicendo che il piano era stato esaurientemente illustrato nell’assemblea pubblica del 2 luglio, e che non vedeva quindi la necessità di dire di più. Per eventuali delucidazioni era presente il tecnico comunale Giuseppe Spagliardi, ma del suo ausilio professionale non c’è stato bisogno in quanto nessuno dei consiglieri ha sollevato questioni. Tant’è che dopo la lettura della dichiarazione di voto del solo capogruppo di minoranza presente Tonani, ed un rapido intervento del capogruppo di maggioranza De Lazzari che ha semplicemente espresso il favore all’adozione del piano della sua parte politica, si è passati al voto: 8 a favore dell’adozione, 3 contrari. Erano le 9,25.
Il resoconto della seduta potrebbe finire semplicemente qui e così. Tuttavia alcuni rilievi vanno fatti. Il primo, l’assenza della componente di Rifondazione, che può essere interpretata, al di là dei sicurissimi validi motivi che avranno tenuto lontana dall’aula consiliare la rappresentante, come un ultimo atto di rispetto degli accordi che hanno tenuto insieme nel passato mandato amministrativo le due forze politiche, Pd e Prc. Il Piano di governo del territorio è un atto che coinvolge quanto a responsabilità di contenuti anche la componente della ex maggioranza che ora si trova all’opposizione. Non esserci all’adozione risolve ogni possibile contraddizione.
Per quanto riguarda la maggioranza, si può dire che ha fatto il suo mestiere. Cioè è riuscita a passare il primo dei due passi consiliari, quello più importante e dove il dibattito doveva essere ampio e a tutto campo, in maniera estremamente indolore. Il sindaco ha messo in campo la sua proverbiale abilità nel gestire politicamente momenti critici favorendo la non discussione, addirittura con un, in soldoni, se volete discutere qui o riservarvi per le osservazioni o spostare la discussione al momento dell’approvazione, rivolto alla minoranza presente. Parole che, è stato osservato, sono state accolte da qualche sospiro di sollievo.
La minoranza di “Brembio che cambia” si è limitata a leggere una dichiarazione di voto che riprendeva sostanzialmente alcune osservazioni tecniche riguardanti la falda freatica, già sollevate da qualcuno di noi su queste pagine e nel foglietto volante distribuito alla popolazione in questi giorni. Aggiungendo una critica sulla mancanza di parcheggi in zona Pesca e su alcune presunte mancanze documentali del Piano. Assolutamente assente il commento politico-amministrativo.
La dichiarazione di voto conclude: «Per queste e altre motivazioni, che troveranno comunque una più ampia e dettagliata esposizione nelle successive “osservazioni al PGT” secondo i modi e tempi previsti dalla legge, come gruppo di minoranza non possiamo che esprimere allo stato un voto contrario all’adozione del PGT così come oggi ci viene presentato, fermo restando in ogni caso la volontà del ns gruppo a rivedere radicalmente la propria posizione in sede di Approvazione Definitiva, nell’ipotesi in cui venissero recepiti tutti quegli accorgimenti tecnici o non che saranno oggetto delle successive osservazioni». Non solo, dunque, incapacità ad individuare gli elementi del Piano critici per la comunità, del resto già da noi indicati in più d’un articolo sul blog, ma possibilità di contribuire con il proprio voto alla sua approvazione se qualche osservazione “tecnica” della lista venisse accettata dalla maggioranza. Il sindaco ha commentato quest’ultima affermazione dicendo che le osservazioni saranno tutte ben vagliate, ma che non c’è nessuna intenzione dell’amministrazione di modificare il Piano nella sua struttura portante e qualificante. E, a conti fatti, ne ha ben donde.

Caorso smantellata nel 2019

Nucleare, il ritorno.
Speciale, [8].
Al via lo smantellamento della turbina. Un’operazione da dieci milioni di euro.
Rassegna stampa - Il Cittadino di sabato 1 agosto.

A Caorso partirà lo smantellamento della turbina della centrale. Despa Spa, azienda leader nel settore delle demolizioni - a capo di un’Ati (Associazione temporanea di impresa) con Ansaldo nucleare e Techint - si è aggiudicata la gara indetta da Sogin, la Società gestione impianti nucleari, per togliere di mezzo una volta per tutte l’edificio turbina della vecchia centrale nucleare. Il contratto riguarda tutte le operazioni di “decommissioning”, ovvero legate allo smantellamento e alla decontaminazione di circa 6mila tonnellate di materiale metallico, un’operazione che vale la bellezza oltre 10 milioni di euro. Le attività saranno avviate nella prima metà di agosto e dureranno trenta mesi, per compiere il lavoro saranno utilizzati trenta addetti specializzati. All’interno del cantiere saranno adottate tecnologie all’avanguardia, che consentiranno di recuperare - per poi essere riutilizzato - più del 96 per cento del materiale trattato. Lo smantellamento dell’edificio turbina consentirà di dare una sferzata al “decommissioning” della più grande centrale nucleare italiana, che si concluderà nel 2019. A proposito di centrali, proprio questo mese il Senato ha approvato in via definitiva del ddl sviluppo che riporta in Italia il nucleare.
(8 - continua)

La Regione va ad alta velocità

Alta velocità. Soddisfazione di Cattaneo per il via libera del Cipe.

"Ancora una volta viene premiato l'impegno di Regione Lombardia nella realizzazione delle infrastrutture necessarie al territorio. Dopo anni di lavoro, oggi cominciamo a raccogliere i frutti. A differenza delle infrastrutture stradali, il contributo pubblico è stato fondamentale, visto che il costo del trasporto su ferro è troppo elevato per potere essere realizzato in autofinanziamento". Così Raffaele Cattaneo, assessore alle Infrastrutture e Mobilità di Regione Lombardia, ha commentato venerdì l'approvazione da parte del Cipe, del progetto definitivo della tratta da Treviglio a Brescia Ovest della linea Alta Velocità da Milano a Verona.
Il Cipe ha attribuito all'opera un primo finanziamento di 950 milioni di euro, a fronte di un costo complessivo di 2.050 milioni di euro. L'intervento è parte del Corridoio europeo V Lione - Kiev. Con uno sviluppo di 56 chilometri interessa le Province di Milano, Bergamo, Brescia e Cremona e 23 comuni lombardi. L'opera corre per 43 chilometri affiancata al tracciato della Bre.Be.Mi. Particolarmente approfondito dal progetto è stato quindi il coordinamento tra le due opere, soprattutto per gli aspetti territoriali ed ambientali.
Il Cipe ha oggi assegnato anche nuovi fondi per lo sviluppo delle metropolitane e delle metrotranvie nelle aree urbane lombarde. Si tratta di circa 15 milioni di euro destinati al completamento della metropolitana leggera di Brescia (6,7 milioni di euro), alla tramvia delle Valli di Bergamo (5,4 milioni di euro) e al prolungamento della linea M2 da Milano ad Assago (3,1 milioni di euro).

Evitare le esagerazioni

La richiesta di Confagricoltura.
Flagello diabrotica «Soluzioni urgenti da parte del Pirellone».
Rassegna stampa - Luigi Albertini, Il Giorno di ieri.

Botta e risposta sul problema diabrotica fra il presidente di Confagricoltura Milano-Lodi Mario Vigo e il Pirellone. «Non possiamo immaginare di poter affrontare un altro anno come questo - sostiene Vigo. La diabrotica ha messo in ginocchio le coltivazioni di mais delle nostre campagne e quindi occorrono soluzioni concrete per affrontare questa nuova emergenza». Dal Pirellone, invece, si invita alla moderazione: «il problema esiste, ma non occorre creare allarmismi esagerati». «Vogliamo che le scelte vengano adottate sulla base di studi ed approfondimenti scientifici - insiste Vigo , senza preconcetti e senza demonizzazioni: è necessario trovare una soluzione che sia sostenibile per tutti, da un lato per l’ambiente e dall’altro per la redditività delle nostre imprese agricole».
E aggiunge: «teniamo presente che nel nostro Paese la ricerca in tema di miglioramento varietale del mais è ferma ormai da anni e se a questo aggiungiamo il crollo dei prezzi e, per contro, l’esplosione dei costi di produzione, è evidente che le nostre imprese non riescono a fare bilancio e quindi non possono sopportare ulteriori aggravi e divieti». Il riferimento è legato alla proibizione di sottoporre la granella di mais, prima della semina, ad un trattamento chimico per preservarla dagli attacchi degli insetti. Confagricoltura ritiene che la diabrotica sia figlia proprio di tale divieto, ma i risultati nei campi, a parere dell’organizzazione agricola, «sono semplicemente disastrosi e negare l’evidenza non aiuta certo a risollevare le sorti dell’agricoltura lodigiana e lombarda». La chiosa finale di Vigo è significativa: «d’altro canto, il mais è la base delle produzioni zootecniche e dei prodotti tipici lombardi. Senza mais è la fine della nostra zootecnia e dell’agricoltura della prima regione agricola italiana».
Sul fronte di Coldiretti Milano-Lodi, invece, parte un attacco alla mancanza di controlli sulla provenienza del latte. L’occasione viene suggerita dal «blitz» dei Nas sulle mozzarelle e sul «grana» ammuffito. «Serve l’origine dei prodotti», calca la mano il presidente provinciale Carlo Franciosi: «confermiamo in toto la necessità di avere l’indicazione d’origine dei prodotti e la completa tracciabilità delle materie prime utilizzate».

Il Lodigiano uscirà presto dalla crisi

Su Il Giorno di ieri, Luigi Albertini ha intervistato Massimo Forlani, presidente della Confartigianato Imprese della Provincia di Lodi.
Intervista a Massimo Forlani.
Rassegna stampa.

Un autunno faticoso ma con chiari segnali di ripresa e crescita. Questo il futuro dell’artigianato lodigiano secondo Massimo Forlani, presidente della Confartigianato Imprese della Provincia di Lodi e da trenta anni alla guida dell’azienda familiare di progettazione e realizzazione di impianti elettrici e automazione industriali, reti trasmissione dati e building automation.
«Sono convinto - spiega - che questo settore riuscirà ad uscire al più presto dalla difficile situazione economica di questo momento con la costanza e il duro lavoro che ha sempre caratterizzato gli artigiani lodigiani».
Dunque è fiducioso?
«Certamente. Essere ottimisti e stringere i denti in questo momento è assolutamente necessario altrimenti si rischia davvero di chiudere baracca».
Possiamo dire che il mondo artigiano stia uscendo dalla crisi?
«È un’affermazione un po’ troppo ottimistica, perché i timori e le preoccupazioni restano in tutti i settori dell’artigianato».
Gli obiettivi per il futuro di Confartigianato Imprese quali sono?«L’associazione che ho il piacere di guidare ha lavorato duro nello scorso quadriennio, che è stato il mio primo da presidente, e devo dire che gli associati hanno avuto grande fiducia nel gruppo dirigente appoggiando tutti i nostri progetti».
I progetti cosa riguardano nello specifico?
«In primo luogo stimolare gli artigiani a lavorare sulla qualità e non sulla quantità. È la qualità, infatti, che deve contraddistinguere l’artigiano artista, unico modo per rimanere sul mercato e far valere, a condizioni di costi ragionevoli, una sicura commercializzazione. Non mi stancherò mai di dirlo: lavorare sulla qualità significa puntare sulla formazione per migliorare le capacità imprenditoriali anche mediante il cambiamento».
Qualche consiglio?
«Abbiamo molta fiducia nel centro per le Imprese di San Grato che sta per nascere: puntiamo soprattutto molto sul suo ruolo trainante per uscire dalla dimensione locale, spaziare nel mondo. Abbiamo produzioni di grande spessore nel nostro territorio che possono benissimo conquistare mercati all’estero».
Quindi, Confartigianato Imprese continuerà a fare da traino.
«Non solo, ma a sollecitare soprattutto le istituzioni. Siamo usciti da una esperienza positiva con la precedente amministrazione provinciale, intendiamo aprirne un’altra con questa nuova appena eletta, senza dimenticare il costante colloquio con tutti i sindaci del comprensorio, dai quali può dipendere, specie per quanto riguarda la politica urbanistica, la possibilità di espansioni produttive mediante insediamenti ragionati».
Dunque, momento di aggregazione.
«Sì, ma non pensi alla Pro Loco: qui siamo in battaglia ogni giorno, parlando chiaro ed in maniera documentata, nell’interesse dell’economia lodigiana».