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giovedì 23 luglio 2009

Il complesso della Cascina Castello

I nostri beni culturali.
Brembio da salvare.

Nel nostro viaggio tra i beni architettonici di Brembio che la Regione Lombardia ha inserito nel suo catalogo dei beni culturali presenti nel territorio regionale, abbiamo finora evidenziato la Cascina Via Monte Grappa 1, la Casa Giuseppina, il complesso dell'ex Convento delle Orsoline e la Corte Tibet.
La scheda di oggi riguarda il complesso della Cascina Castello.

Situata nel centro del paese, è classificata nella tipologia generale "architettura rurale", specificamente "cascina". La sua configurazione strutturale è così descritta: aggregazione complessa e seriale di edifici a destinazione diversa, distribuiti ortogonalmente attorno ad una corte maggiore, centrale, e a corti minori. Strutture portanti in elevazione e tamponamenti a muratura di laterizio, solai a struttura mista latero-cemento con travature in ferro e componenti in legno (queste ultime anche esclusive per gli edifici più vecchi), coperture su capriate lignee e manto di finitura in coppi.
Epoca di costruzione: post 1723 - ante 1887.
Quanto all'uso attuale: case dei salariati, in disuso; caseificio e granaio, in disuso; intero bene, abitazione/ corte rurale dismessa; porcilaia, in disuso; rustici e fienili, in disuso; stalla delle lattifere, in disuso. Uso storico dell'intero bene: abitazione/ attività agricola-zootecnica. Condizione giuridica: proprietà privata.


La scheda da cui sono tratti i dati è stata compilata da Daniele Garnerone (2001), il funzionario responsabile è Elisabetta Susani.

Maggiore attenzione alla falda sospesa

Nel PGT in adozione mancano criteri di progettazione adeguati.

Scorrendo la relazione geologica del marzo 2009, documento che fa parte del Piano di Governo del Territorio di prossima adozione, a pagina 5, fra l'altro, si trova scritto: “… dalle stratigrafie dei pozzi risulta che i terreni superficiali fino alla profondità di alcuni metri sono costituiti da sabbie fini più o meno limose, soprastanti un banco argilloso che si sviluppa fino ad una quindicina di metri dal piano campagna. Questa situazione, la cui effettività areale dovrebbe essere eventualmente controllata, consentirebbe l'instaurarsi di una falda sospesa alimentata principalmente dalla fitta rete di corsi d'acqua irrigui presenti su tutto il territorio. In base alle informazioni reperite in loco, la soggiacenza di questa falda superficiale risulta 1-2 metri rispetto al piano campagna su tutto il territorio comunale…”. Questa considerazione del geologo trova conferma in ciò, che chiunque abbia avuto modo di aver a che fare con scavi nella nostra zona, ha avuto modo di constatare di persona e contiene precise indicazioni che non possono non trovare applicazione nelle tipologie edificatorie, nei criteri per la progettazione dei nuovi edifici e nelle caratteristiche delle reti fognarie.
Risulterebbe pertanto opportuno che nella costruzione delle fognature si evitassero per quanto possibile, ad esempio, i sottopassi sifonati; bisognerebbe che le tubazioni fossero costruite in modo da non subire infiltrazioni dal terreno circostante, in particolare dalle rogge, proprio nei sottopassi, e dai campi irrigati. Così come nei criteri per la progettazione di nuovi edifici, sarebbe altrettanto opportuno che la presenza di questa falda sospesa diventasse fattore condizionante per definire caratteristiche e dimensioni di eventuali volumi interrati, al fine di evitare di ripetere gli errori del passato. Purtroppo leggendo i documenti del PGT, quanto contenuto nei criteri di progettazione, relativi alle aree di trasformazione AT1 ed AT2, non ci pare che nella attuale versione sia esattamente così.

Occupazione. Nubi su Casale

Cassintegrazione alla Thermal di Casalpusterlengo per 75 operai: si inizia il 3 agosto.
Rassegna stampa - Da Il Giorno di oggi.

Inizierà il 3 agosto prossimo la cassaintegrazione per buona parte dei lavoratori della Thermal Ceramics, l’azienda casalese che produce mattoni refrattari. E, secondo la richiesta concordata con i rappresentanti sindacali, dovrebbe terminare entro il 31 ottobre prossimo. A cavallo di Ferragosto, per un paio di settimane la fabbrica sarà chiusa ad eccezione dell’attività di manutenzione, mentre chi vorrà potrà scegliere di smaltire le ferie arretrate.
«La cassaintegrazione non sarà continuativa, ma sarà a rotazione ed interesserà circa 75 dipendenti», spiega Gianpiero Bernazzani della Femca Cisl. Intanto, c’è attesa per altri due colossi chimici, l’Akzo Nobel di Fombio e la Lever di Casale. Per l’Akzo, il lungo periodo di cassa è terminato e a settembre si dovrebbe parlare del futuro anche perché i vertici aziendali avevano posto sul tavolo una tregua di tre mesi al termine della quale riprendere in mano il discorso. Per quanto riguarda la Lever invece, sono già circa sessanta i lavoratori che hanno lasciato l’azienda, mentre una novantina sono ancora in «cassa». A settembre si riprenderà il discorso relativo al progetto di reindustrializzazione che dovrebbe interessare l’area polveri lasciata vuota dopo il trasferimento della produzione.

Formigoni con gli agricoltori

Agricoltura, il presidente Formigoni: "Sì alla trasparenza dei prodotti", parlando agli agricoltori lombardi davanti al Palazzo della Regione.


"Sono decisamente al fianco degli agricoltori lombardi e delle loro organizzazioni, con tutta la Giunta regionale, a sostegno della giusta richiesta di norme nazionali per la piena trasparenza dei prodotti agroalimentari", lo ha detto il presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni, parlando, in via Fabio Filzi a Milano, davanti al Palazzo Pirelli, ai manifestanti della Coldiretti che lo avevano invitato, ricordando che "da sempre Regione Lombardia sostiene queste battaglia".
Formigoni, che era accompagnato dal vicepresidente Gianni Rossoni, dall'assessore all'Agricoltura Luca Daniel Ferrazzi, dal Vicepresidente del Consiglio Regionale, Enzo Lucchini e dal presidente dell'Ersaf, Roberto Albetti, ha anche annunciato di inviato al Governo una lettera di appoggio alle richieste degli agricoltori. Ha detto: "La piena trasparenza sull'origine dei prodotti è un diritto sacrosanto di voi produttori e un vantaggio e una garanzia di qualità per tutti i consumatori. Abbiamo la giusta voglia di mangiare bene, di mangiare italiano e lombardo. Sono abituato a dire pane al pane e vino al vino, dico anche latte al latte, il latte deve essere italiano. Sulle battaglie per la trasparenza e la difesa dei nostri prodotti, così come per la salvaguardia delle aziende e dei posti di lavoro, Regione Lombardia è da sempre al fianco degli agricoltori", e ha confermato gli impegni "anche se molto onerosi" che Regione Lombardia si è assunta al Tavolo verde con le organizzazioni agricole il 9 luglio: "L'anticipo a ottobre, dal nostro bilancio del 70% dei premi PAC, cioè di 280 milioni di euro, e la messa a disposizione di 75 milioni di risorse fresche a sostegno delle nostre aziende".
L'assessore all'Agricoltura Luca Daniel Ferrazzi ha sottolineato che "Regione Lombardia conferma le linee strategiche presentate alle Organizzazioni Professionali durante il Tavolo Verde. Come sempre siamo al fianco di coloro che lavorano per un'agricoltura di qualità, leader in Italia e in Europa. Le esigenze e le problematiche dell'agricoltura lombarda sono le nostre e, per questo, continueremo ad agire per il loro interesse, in tutte le sedi e con tutti gli strumenti possibili per sostenerne la competitività".

I numeri dei rifiuti

Guido Bandera su Il Giorno di oggi sul caso Piano rifiuti.
La Regione: prodotti più scarti di quanto previsto. Ma le cifre danno ragione a Lodi. Portare gli inerti a Cavenago? I costi restano troppo alti.
Rassegna stampa.

La Regione ha bocciato il piano rifiuti del Lodigiano sostenendo che lo spazio stimato per smaltire gli inerti, che nel piano è di 300mila tonnellate in 5 anni, è poco e che servono invece spazi per 2 milioni di tonnellate. Ma per capire chi ha ragione in questa contesa è necessario guardare alla produzione di rifiuti inerti nel lodigiano (frutto di demolizioni, bonifiche, ristrutturazioni edili). Posto che la Regione non ha ancora reso noti i dati sulla base dei quali stima in 2 milioni di tonnellate il fabbisogno del Lodigiano fino al 2013, i calcoli sulla produzione e sul trattamento di inerti, nel territorio, sono invece disponibili grazie all’osservatorio rifiuti. E somigliano, sicuramente, di più a quelli descritti dal piano bocciato. Nel 2006 i rifiuti delle operazioni di costruzione e demolizione, compreso il terreno proveniente da siti contaminati, trattati dagli impianti lodigiani furono 285.621 tonnellate, mentre l’anno successivo furono 266.435 tonnellate.
La metà di questi rifiuti, di già, proviene da fuori provincia: sostanzialmente Lodi, da sola, produce poco più di 100mila tonnellate all’anno. A cui vanno sottratti quelli destinati al riciclaggio, che incide notevolmente. A questo si aggiunge la capacità complessiva degli impianti, anche privati, del territorio, che, stando sempre ai dati, possono trattare fino a 1 milione e 300mila tonnellate di inerti all’anno. Lodi quindi non solo ha un’alta capacità di smaltimento, ma addirittura importa già rifiuti. Quanto all’ampliamento della discarica di Cavenago, già richiesto da mesi per le categorie di rifiuti già smaltiti (non pericolosi: urbani, terre di spazzamento, resti del compost non riciclabili), difficilmente sarebbe economicamente sostenibile. Richiede investimenti di macchinari, scavi e rende solo 2 euro più Iva a tonnellata. La discarica di Senna, purtroppo, sarebbe invece un impianto più economico.

L'occhio vigile della Regione

Nuova influenza: nessun allarme, prosegue la vigilanza.

Prosegue l'attività della Regione Lombardia nella sorveglianza e verifica sulla cosiddetta "nuova influenza" (A-H1N1), avviata a partire dal 25 aprile scorso. La situazione è sotto controllo, non desta allarme e non necessita di misure particolari: ad oggi infatti sono stati accertati 70 casi (a fronte di 211 sospetti); nella stragrande maggioranza si tratta di persone al rientro da viaggi all'estero (tutti tranne 6).
L'assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, rendendo noti i dati sulla malattia, ha ricordato: "Appena ricevuta la comunicazione del Ministero abbiamo attivato il «Piano pandemico regionale», che primi in Italia, abbiamo adottato dal 2006 e convocato il «Comitato pandemico regionale», costituito da esperti in campo infettivologico, virologico e veterinario". In base a quanto previsto dal Piano, sono state adottate e sono tuttora in corso una serie di misure organizzative e operative per le strutture e gli operatori sanitari.
Per quanto riguarda il virus, si tratta di un virus ad oggi decisamente meno aggressivo di quello dell'influenza stagionale (chi si ammala guarisce normalmente in due giorni), che finora ha colpito prevalentemente soggetti al di sotto dei 40 anni. Questo farebbe pensare che per una parte della popolazione (quella più anziana) potrebbe esserci una "immunità crociata", dovuta alla circolazione in passato di virus analoghi a quello attuale. "Rispetto a quella che sarà l'evoluzione della malattia, realizzeremo tutte le azioni necessarie a fronteggiarla. Siamo già pronti e attrezzati per fare questo", ha aggiunto Bresciani.
Per quanto riguarda le vaccinazioni, l'orientamento di Regione Lombardia è di proporla innanzitutto ai medici, agli operatori sanitari, agli operatori dei servizi essenziali e a tutti i soggetti a rischio: persone dai 6 mesi ai 18 anni e tutti coloro che soffrono di altre malattie (cardiopatici, diabetici, ecc). La patologia viene trattata attualmente come qualunque influenza con i farmaci antipiretici. Per quanto riguarda gli anti-virali, è stato ricordato che questi farmaci vanno utilizzati solo da chi è a rischio di complicazioni e solo dopo precise valutazioni cliniche.
Infine, nel corso di un recente viaggio in Sud America, l'assessore Bresciani, dopo aver incontrato il ministro della Sanità del distretto di Città del Messico (circa 9 milioni di abitanti), Armando Ahued Ortega e il ministro della Sanità dello Stato del Messico (uno dei circa 30 che compongono lo Stato federale con circa 14 milioni di abitanti), Franklin Libenson Violante, ha stretto un patto con queste due autorità messicane, che ha permesso di aprire una "conferenza permanente" con scambio di informazioni e valutazioni su decisioni comuni.
"È un ulteriore iniziativa che si affianca a quelle già in atto a livello nazionale e regionale attraverso cui possiamo sfruttare l'esperienza di chi, come i messicani, hanno già fronteggiato la nuova influenza", è il commento di Bresciani che proporrà inoltre al Ministero di utilizzare negli aeroporti lombardi e italiani strumenti per rilevare la temperatura corporea, così da poter individuare soggetti potenzialmente ammalati.

Il nuovo che avanza

Il 20 luglio, l’ufficio Stampa e comunicazione della Provincia ha diramato gli interventi del neo presidente Pietro Foroni e del neo assessore all’Agricoltura Matteo Boneschi all’insediamento del Tavolo provinciale dell’agricoltura.
«È finita la campagna elettorale ma non l’importanza dell’agricoltura».

Pietro Foroni, presidente della Provincia.
"Amici rappresentanti dell'agricoltura, dei sindacati, delle associazioni, delle cooperative.
Non ruberò che un minuto all'assessore, al coordinatore del tavolo e alla discussione dei vostri temi.
Ma oggi non potevo mancare. In campagna elettorale ho evocato il tema agricolo molto spesso, l'ho messo al centro della mia corsa in Provincia assieme a pochi altri temi, quali l'occupazione ed il futuro della Piccola media impresa. Adesso é finita la campagna elettorale ma non l'importanza dell'agricoltura.
Al contrario, anche a causa dell'emergenza diabrotica , quello agricolo è forse il settore dove l'amministrazione provinciale si è resa operativa più in fretta. È solo una prima risposta ma credetemi, intendiamo davvero il vostro settore ed il vostro lavoro come fondamentali per il futuro di questo territorio. Grazie e buon lavoro".

Matteo Boneschi, assessore all’Agricoltura.
“È con piacere ma anche con grande responsabilità che apro oggi i lavori del tavolo dell'agricoltura.
L'amministrazione guidata dal Presidente Pietro Foroni intende utilizzare il metodo della concertazione in ogni settore: siamo convinti, infatti, che solo chi ogni giorno vive il proprio lavoro in tutti i suoi aspetti, possa disporre dei consigli e degli spunti migliori per rendere efficace l'azione amministrativa. La stessa cosa vale anche e soprattutto per l'agricoltura, un settore così determinante per l'Italia ed in particolare per il nostro Lodigiano.
Quale ruolo immaginiamo per il Tavolo dell'Agricoltura? Tre i campi d'azione:
-- il primo è quello legato al turismo, alla promozione del territorio, alla produzione agroalimentare. Da questo punto di vista non possiamo non pensare ad Expo 2015, quindi ad un evento epocale che per essere utile dovrà lasciare al territorio qualcosa che vada oltre i sei mesi di Esposizione. In campo ci sono già strumenti che possiamo cercare di legare all'agricoltura e ai suoi prodotti in modo più diretto rispetto ad oggi, quindi più interessante per gli operatori agricoli:
si tratta del Marchio Lodigiano Terra Buona e della Rassegna Gastronomica del Lodigiano.
-- Il secondo è il tema più attuale. Affinché le nostre aziende continuino a produrre qualità, occorre prima di tutto garantire la loro sopravvivenza. Questo purtroppo non è un buon momento, e purtroppo non è l'amministrazione pubblica a determinare i prezzi di latte, suini, cereali. Esistono però iniziative, magari congiunte con altre istituzioni, che possiamo mettere in campo per aiutare il settore agricolo-zootecnico in questo senso? Possiamo, come è già stato in questi giorni, operare direttamente in aiuto alle aziende su temi specifici?
-- Il terzo elemento di riflessione è forse il più avvertito presso gli imprenditori agricoli. Agriturismi, biomasse, fattorie didattiche, filiere corte all'interno delle aziende: tutte cose bellissime ed utili, ma tutti dobbiamo chiederci se le aziende agricole non debbano essere in grado di sopravvivere anche soltanto facendo ciò che loro più compete. Dovendo nutrire un paese, a meno che questo voglia dipendere dall'import e rendersi così "ricattabile", l'agricoltura e le stalle devono produrre e lasciare al resto di filiera i ruoli di trasformazione e distribuzione. Questa filiera però deve dare reddito all'agricoltura, altrimenti, pur con tutte le nostre eccellenze, diverremo una nicchia.

Chiarimenti su Eal Compost

Alfredo Ferrari, consigliere provinciale Lega Nord, interviene oggi nella rubrica “Lettere & Opinioni” de Il Cittadino sulla questione Eal Compost.
Provincia. Siamo pronti a soluzioni drastiche.
Rassegna stampa.

Egregio direttore, le numerose missive ricevute dalla sua testata sulla questione Eal compost vanno chiarite, anche alla luce di interpretazioni che sembra alcuni cittadini abbiano dato senza conoscere i fatti come sono avvenuti, ma leggendo quanto inserito dalla stampa locale.
Il comunicato stampa del neo assessore all’ambiente dovrebbe aver già dipanato alcuni passaggi, ma preme ricordare alcune cose basilari: la Provincia e il centrodestra vogliono trovare la soluzione definitiva a questa situazione che si è procrastinata per alcuni anni senza soluzione di continuità, ammorbando i cittadini e facendo danni anche economici sui sulle comunità lodigiane.
Facile sarebbe chiudere subito tutto, ma il conferimento peserebbe per il 30%in più sui cittadini stessi in maniera scriteriata, invece ultimatum di tre mesi espletato per la società, se non verrà fatto un piano industriale corretto con investimento preciso, che vada a mettere in definitivo riordino l’impianto e che funzioni in maniera “anaerobica”, cioè in assenza di ossigeno ed in depressione, cioè senza puzze, che faccia produrre energia alternativa, quindi anche pareggio di bilancio, compendiando le esigenze amministrative di conferimento rifiuti e equilibrio di bilancio della società, verranno vagliate soluzioni drastiche per il futuro di questo impianto.
Ricordiamo che per quanto riguarda l’aumento di capitale concordato con la società Sorgenia la precedente amministrazione ha preso direttamente contatti per pianificare la soluzione ora “ereditata” di ingresso socio al 20% con versamento intera quota di euro 500.000.
Noi non vogliamo fare gli scaricabarili, ma assumerci le responsabilità, come detto in campagna elettorale, altra cosa è venire accusati di chissà quali “inciuci” o appiattimenti politici su posizioni che non ci appartengono, né faranno mai parte della attuale amministrazione provinciale.
Speriamo questa nota serva a calmare gli animi che ci sembra siano esagitati prima ancora di poter vagliare, decidere, pianificare, correggere, orientare quanto “trovato” dopo la tornata elettorale. La fiducia è la cosa più importante da parte dei cittadini e intendiamo rispettare il loro parere con analisi a tutto tondo e non analisi amministrative emozionali!