FATTI E PAROLE

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giovedì 22 ottobre 2009

La sfida del popolo di Internet




Berlusconi: si moltiplicano i forum su Facebook.

"Sito chiuso e tutti coloro che vi hanno aderito denunciati alla magistratura". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, oggi all'Aquila, annunciando le iniziative prese contro le minacce al premier Silvio Berlusconi apparse su Facebook (Asca).
Non sono bastate né le parole del ministro della Giustizia Alfano, né l'iniziativa della Procura di Roma, né la minaccia del ministro dell'Interno Maroni di denunciare tutti gli iscritti. Su Facebook si moltiplicano a vista d'occhio le adesioni al forum "Uccidiamo Berlusconi", salite ad oltre 19 mila, per non parlare delle emulazioni. Con lo stesso titolo sono stati aperti altri due forum, sempre nella sezione "Svago", che annoverano qualche centinaio di utenti. Ma la fantasia degli antagonisti del Cavaliere sul più popolare social network di Internet non ha limiti: un forum si chiama "Scommetto di poter trovare 1.000.000 di utenti che odiano Silvio Berlusconi" (130.538 membri), ed ha anche una versione inglese (I bet I can find 1,000,000,000 people who dislike Silvio Berlusconi too!) con 95.636 membri. Un altro dichiara a caratteri maiuscoli: "IO MI VERGOGNO DI ESSERE RAPPRESENTATO NEL MONDO DA SILVIO BERLUSCONI!" ed ha attirato 116.604 membri, mentre un forum invoca un "Decreto legge per staccare la spina a Berlusconi" con 83.310 iscritti. La caccia ai responsabili non si preannuncia facile (Asca).
Amministratori dei forum a parte, fra gli iscritti ai diversi forum risultano anche molti sostenitori del presidente del Consiglio, che hanno aderito alle pagine per poter postare i propri commenti. E i fan di Berlusconi hanno aperto almeno altrettante pagine in difesa del loro beniamino: dal tradizionale "Meno male che Silvio c'è" (1.718 membri) al gettonatissimo "Scommetto di poter trovare 100.000 utenti che apprezzano Silvio Berlusconi" (73.991 iscritti), fino al recentissimo "Eliminiamo il gruppo UCCIDIAMO BERLUSCONI" (1.073 adesioni) (Asca).
"Credo sia in corso un po' di degenerazione e i nuovi strumenti non aiutano a trattenere il linguaggio. Questo è un problema che dobbiamo osservare. Certo non abbiamo bisogno di ulteriori tensioni: questo paese, ha bisogno di serenità e di alternative. Ma di un'alternativa serena, solida. Non dobbiamo incattivirci oltre un certo limite perché ci facciamo solo dei danni". Lo ha detto l'on. Pierluigi Bersani, soffermandosi sulle minacce a Berlusconi attraverso Facebook. Bersani è nel Padovano, per un giro congressuale nel Veneto. Ai giornalisti che gli chiedevano di commentare l'eventuale appoggio del Pd a Giancarlo Galan, qualora non corresse col Centrodestra per le prossime Regionali, Bersani ha detto: "Sono veramente stupito di sentire una discussione in cui si chiede ad un grande partito come il nostro di fare da supporter di Tizio e di Caio, non è questo il nostro mestiere". "Noi dobbiamo lavorare per dare un contributo di alternativa alla destra - ha proseguito Bersani -. Daremo con un nostro progetto, con i nostri programmi per il Veneto dove abbiamo forze rilevanti" (Asca).
"Una caduta pericolosa verso l'imbarbarimento dei rapporti ed il prevalere, anche involontario, di un'atmosfera minacciosa il cui passo successivo potrebbe essere quello della violenza". Così il ministro degli Esteri Franco Frattini commenta la presenza dei forum su Facebook contenenti minacce nei confronti del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. In una lettera indirizzata ai "fan" della sua pagina personale, che conta oltre tremila iscritti, Frattini parla di "sentimento di incredulità, di sconforto e di vergogna" per l'iniziativa contro il premier ricordando le violenze degli anni settanta in Italia e i delitti "iniziati proprio con la violenza delle parole, trasformatasi poi tragicamente in violenza delle armi. Per questo - conclude il ministro - oltre all'incredulità e alla vergogna debbo unire non solo la condanna, ma l'appello a tutti voi perché queste iniziative sciagurate vengano isolate, combattute e sconfitte con fermezza e durezza" (Asca).
Gianfranco Mascia, fondatore dei comitati 'BOBI' (BOicotta il BIscione) in un post dal titolo "Contro Berlusconi serve la nonviolenza" pubblicato sul suo blog (www.gianfrancomascia.it) e sul portale dei BOBI (www.bobi2001.it) invita la pagina su Facebook "Ammazziamo Berlusconi" a decidere autonomamente l'autocancellazione, per rifondarsi in un altro gruppo inequivocabilmente nonviolento. Mascia nella sua nota spiega il percorso nonviolento dei comitati BOBI che lanciarono nel 1994 con successo boicottaggi alle tv ed ai supermercati di Berlusconi, ma "la cosa diede fastidio ed io ricevetti delle minacce. Purtroppo poi le minacce si concretizzarono il 19 febbraio 1994 - ricorda ancora Mascia - quando, verso le 11 del mattino, mentre mi trovavo solo nel mio studio, due persone entrarono, mi tramortirono con un colpo alla testa, mi legarono e mi violentarono". Il fondatore dei BOBI ricorda quell'episodio perché teme che "adesso, con la iniziativa del gruppo su Facebook 'Uccidiamo Berlusconi' e le polemiche che ha scatenato, anche quella violenza - che io ho subito concretamente e che ha lasciato un segno indelebile dentro di me - rischia di passare in secondo piano o forse considerata meno assurda". Mascia chiude con un invito agli amministratori della pagina su Facebook: "Fate un passo indietro: per non permettere che la strumentalizzazione continui. Potete farlo chiudendo autonomamente la pagina 'Uccidiamo Berlusconi', creandone una chiamata, ad esempio, 'Sfiduciamo Berlusconi' ed unendovi a tutti quelli come me che in questi anni hanno combattuto contro questo regime berlusconiano" (Asca).
Le indagini anche da parte della Polizia postale sul gruppo "Uccidiamo Berlusconi" che appare sul social network 'Facebook'"proseguono in maniera decisa ed attiva in collaborazione con la magistratura". Ad affermarlo è il direttore della Polizia postale e delle comunicazioni, Antonio Abruzzese. Parlando ai microfoni di Sky tg 24, il dirigente di polizia ha poi spiegato che scopo delle indagini è quello di giungere agli autori dei messaggi, "fino a possibili rimozioni dei contenuti degli stessi messaggi". Questione non semplice, ha poi spiegato Abruzzese, anche perché coinvolge la polizia statunitense e la giurisdizione dei giudici delle diverse contee Usa dove i social network sono gestiti. Per quanto riguarda, invece, la pericolosità degli stessi messaggi il direttore della Polizia postale ha precisato di non potersi esprimere. "Non possiamo fare una valutazione su questo - ha infatti detto - noi operiamo per trovare chi c'è dietro questi gruppi", mentre per quanto riguarda i reati ipotizzati si potrebbe andare dalle minacce gravi all'incitazione a commettere reati. "Tutti, comunque, - ha spiegato Abruzzese - reati gravi per il codice italiano" (Asca).
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Notiziario Brembiese, 6 - 22 ottobre 2009

Notiziario Brembiese
Numero 6, 22 ottobre 2009

Modifiche nella raccolta porta a porta della plastica.
Abbiamo raccolto la sollecitazione di una nostra lettrice se qualcosa era cambiato nella raccolta della plastica dal momento che il sacco le era stato respinto dall'operatore adetto alla raccolta. Ci siamo informati e abbiamo così saputo che vi sono alcune modifiche riguardo ai materiali che possono essere inseriti nei sacchi. L'amministrazione comunale distribuirà alla cittadinanza un foglietto illustrativo assieme con la distribuzione de La Gazzetta di Brembio, a cui rimandiamo i nostri lettori per l'ufficialità delle nuove modalità che qui anticipiamo.
Innanzitutto l'obbligo di usare sacchi trasparenti: non saranno raccolti sacchi il cui contenuto non sia visibile dall'esterno. È fatto divieto di inserire nel sacco trasparente buste della spesa (shoppers) che contengano rifiuti.
Possono essere inseriti nei sacchi trasparenti: bottiglie vuote per acqua/bibite; flaconi vuoti per creme; flaconi vuoti per saponi; contenitori vuoti per alimenti - yogurt, affwttati, pasta, frutta, formaggi, brioches, patatine, riso, surgelati, gelati, ecc. -; sacchetti vuoti per la spesa (shoppers); sacchetti vuoti per i rifiuti; flaconi vuoti per detersivi - shampoo, sapone, detergente per piatti, detergente per biancheria -; vaschette vuote per alimenti; cassette in plastica per acqua; confezioni vuote per camicie, biancheria, cravatte, giocattoli, ecc.; imballaggi in polistirolo per piccoli elettrodomestici.
Non possono essere inseriti nei sacchi trasparenti: giocattoli; scarpe; ciabatte; elettrodomestici; parti di elettrodomestici; custodie di CD/cassette; piatti/bicchieri/posate; tubi/canne per irrigazione; tubi in generale; big-bags; film in polietilene; contenitori per rifiuti pericolosi quali colle, siliconi, solventi, candeggina, shampoo colorante, acetone, anticalcare, alcool; reggette; borse e zaini; sacchi per materiali edili; bombolette spray; siringhe; porta documenti; imballaggi sporchi; vetro; umido; legno; altri rifiuti.

Il tombino pericoloso.
Ci è stato segnalato, sempre da un nostro lettore, la presenza del tombino in fotografia presso l'ingresso delle scuole. Da parte nostra abbiamo girato la segnalazione all'assessore alla manutenzione del patrimonio pubblico Arnaldi.



Piantumazione presso il Centro sportivo comunale.
Le due foto testimoniano un primo intervento di piantumazione, effettuato presso il Centro sportivo comunale. Gli alberi messi a dimora sono dei gelsi. Un ulteriore piantumazione interesserà il parco giochi di Via Caravaggio. Un ottima cosa che va segnalata all'attenzione della cittadinanza.





Halloween.
Il "Gruppo Arcobaleno" in collaborazione con il Comune di Brembio organizza per grandi e piccini "Halloween" il 31 ottobre 2009 in piazza Matteotti alle ore 20.30, ovviamente tutti in maschera.
Al termine del consueto giro del paese presso il Magazzino comunale di Piazza Europa "baby dance" per tutti, grandi e piccini.
Il Gruppo consiglia a chi volesse ricevere la visita dei bimbi, di segnalarlo con una luce alla finestra. Non si escludono in ogni caso visite a sorpresa.
In caso di maltempo la manifestazione si terrà al Magazzino comunale di Piazza Europa.

Perché non si riescono a tener puliti Piazza Europa e il passaggio tra le due piazze?
Ad ogni taglio dell'erba in Piazza Europa "emergono" i rifiuti abbandonati a pochi passi da cestini di rifiuti. Lo stesso per il passaggio tra le due piazze e la parte del giardino delle scuole vicino al passaggio. Sembra impossibile che i giovani che frequentano tali posti non si rendano conto, non solo di sporcare stupidamente un luogo pubblico, ma anche di squalificarsi agli occhi del paese per la loro maleducazione. L'educazione dovrebbe cominciare da piccoli in famiglia e poi a scuola, non mostrando tolleranza alcuna verso comportamenti di disprezzo verso la cosa pubblica. I giovanissimi operano secondo modelli che acquisiscono dai grandi e purtroppo dalla televisione che da questo punto di vista non è certo maestra. Cominciamo, dunque, almeno noi adulti a insegnare con l'esempio ai giovani modelli di comportamento da seguire.


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L'ennesima promessa del premier




Berlusconi: aboliremo l'Irap.

Il governo intende ridurre gradualmente l'Irap fino ad eliminarla completamente. Lo ha annunciato il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in un messaggio letto dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta all'Assemblea nazionale della Cna. "Abbiamo allo studio interventi per ridurre la pressione fiscale, aumentare i consumi ed agevolare gli investimenti - ha detto il premier - Tra questi il taglio graduale dell'Irap, fino alla sua soppressione, anche mediante l'elevazione della franchigia in favore delle aziende piu' piccole, l'estensione della Tremonti-ter e un sostegno stabile alle piccole imprese che investono nell'innovazione e nella ricerca". Di segno diverso le reazioni dell'opposizione. Dall'Idv arriva un'apertura condizionata: "L'abolizione dell'Irap sarebbe un'ottima misura. Siamo disposti anche anche a dare un nostro contributo. Vogliamo prima capire se si tratta del solito spot o se è davvero una misura allo studio del governo" afferma il capogruppo del partito alla Camera, Massimo Donadi. Su toni più duri il Pd. "Il presidente Berlusconi prende in giro gli artigiani - afferma Stefano Fassina, responsabile Finanza pubblica del Pd -. Lo stesso governo che ha fatto impazzire commercialisti e lavoratori autonomi con il 'Day click' per i rimborsi forfettari dell'Irap, oggi assicura il taglio dell'Irap, una promessa sbandierata dal 2001. È il momento di interventi efficaci e non di chiacchiere - conclude Fassina -. La propaganda non salverà né le nostre imprese né i loro lavoratori" (Agi).
"Lasciate che il tema si dibatta nei luoghi giusti. Quella del presidente Berlusconi è un'importante direzione di marcia", osserva invece il coordinatore nazionale del Pdl, Ignazio La Russa (Agi).
Secondo il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, la riduzione della pressione fiscale sul lavoro "è l'unico modo per sostenere la ripresa economica e produttiva del Paese". "Oggi - afferma Proietti - la priorità è ridurre le tasse a lavoratori dipendenti e pensionati. La Uil si aspetta dal Governo un'iniziativa in tale direzione già nell'annunciato emendamento alla Finanziaria in discussione in Parlamento, attraverso la detassazione delle prossime tredicesime e l'aumento delle detrazioni" (Agi).
Antonio Di Pietro non crede che alla promessa di Silvio Berlusconi di tagliare l'Irap seguiranno i fatti. "Magari fosse vero. L'Italia dei Valori lo chiede da tempo", ha detto intervistato da Repubblica tv, "purtroppo temo che questa sia l'ennesima presa in giro, l'ennesima trovata pubblicitaria per vendere solo fumo". Sono anni, ha ricordato, "che studiano ma non abbiamo ancora visto niente di concreto. Promettono, promettono ma non mantengono" (Agi).
"Il sostegno alla ripresa economica ha bisogno di scelte forti e coraggiose. Il Governo finora non le ha fatte. Ha di fatto aumentato la pressione fiscale. Sarebbe assolutamente utile invertire questa tendenza". Lo afferma Antonello Soro, presidente dei deputati del Pd che aggiunge: "Tuttavia non vorremmo che sia la solita partita di giro per cui con una mano si riducono le tasse e con un'altra si aumentano; con una mano si racconta uno spot e con l'altra non si fa niente" (Agi).
Alleggerire la pressione fiscale dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. È quanto torna a chiedere il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, secondo cui solo successivamente si potrebbe pensare ad un intervento sull'Irap, come prospettato dal premier Silvio Berlusconi. "Il primo atto da fare è la riduzione delle tasse a lavoratori e pensionati, lo impone l'equità e la condizione dei consumi nel Paese - ha dichiarato Epifani a margine dell'assemblea nazionale Rsu e delegati della Federazione lavoratori della conoscenza della Cgil - dopo si può affrontare anche quello che riguarda le imprese". Nel suo intervento il leader della Cgil ha ricordato che, secondo una ricerca dell'Ires, negli ultimi trent'anni "l'effetto del drenaggio fiscale ha portato via ad ogni lavoratore dipendente 240 euro netti al mese", il fisco si è quindi "preso una parte consistente del reddito dei lavoratori" (Agi).
"Condividiamo che l'Irap vada ridotta e in prospettiva eliminata. Questa è la richiesta di sempre di Confindustria". È quanto si legge in una nota di viale dell'Astronomia. "È particolarmente urgente e importante in questo momento di difficoltà per le nostre imprese. Ci auguriamo che si passi rapidamente dalle parole ai fatti. Siamo pronti ad avviare immediatamente un confronto con il governo e le altre parti sociali per individuare le modalità di attuazione di questa misura", conclude il comunicato (Agi).
"Anche quest'ultima promessa di tagliare l'Irap mi sembra sia senza fondamento, come del resto sono state tutte le promesse precedenti di Berlusconi: abbiamo meno tasse, abbiamo meno burocrazie, abbiamo piu' crescita, più occupazione? Niente di tutto questo. Non c'è stata una promessa che sia stata mantenuta". Lo ha detto nel Padovano l'on. Pierluigi Bersani. "Berlusconi dice di aver governato più di De Gasperi. È vero, sono dieci anni. E adesso possiamo fare il 'riassunto'. Perché De Gasperi sarebbe stato capace di fare il riassunto dei suoi anni di governo. Vorrei capire qual è il riassunto di Berlusconi - ha concluso Bersani - perché di tutte le promesse fatte in questi anni non ne è stata mantenuta una" (Asca).
"Bene, ma quando e come? La promessa di Berlusconi di eliminare l'Irap è ovviamente condivisibile e fa parte da sempre anche delle nostre proposte. Per evitare il solito 'rischio spot' occorre però che segua immediatamente l'indicazione dei tempi e dei modi per darvi attuazione, la natura del provvedimento che conterrà la misura e la relativa copertura finanziaria. Diversamente, saremo in presenza di una colossale presa in giro". Lo dichiara il presidente vicario dell'Unione di Centro della Camera, Michele Vietti (Asca).
"Questo governo procede sulla strada dell'impegno assunto con gli elettori con la riduzione della pressione fiscale. L'annuncio di Berlusconi di abolire l'Irap va in questa direzione e serve per rilanciare l'economia e lo sviluppo". Lo dichiara il ministro per l'Attuazione del Programma di Governo, Gianfranco Rotondi, in una nota (Asca).
"È francamente lunare l'atteggiamento del Pd, che riesce ad attaccare il governo perfino dinanzi al preannuncio di un taglio fiscale importante, come quello fatto dal presidente Berlusconi a proposito dell'Irap. Forse il Pd pensa che gli italiani abbiano nostalgia di Visco e Prodi, e dei loro aumenti fiscali effettuati - peraltro - in una fase positiva dell'economia mondiale, e quindi facendo sciupare all'Italia un'occasione di crescita?". Così, il portavoce del Popolo della libertà, Daniele Capezzone, in una nota (Asca).
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Due eventi a Lodi da non perdere

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Sabato 24 ottobre 2009 alle ore 21 presso la Sala dell'Oratorio di San Bernardo a Lodi
"Parva Favilla Gran Fiamma Seconda"
Spettacolo recitato, cantato, suonato, ballato... dai dipendenti del Comune di Lodi.
Grazie alla generosità degli organizzatori il ricavato verrà interamente devoluto per i progetti dell'Associazione Amici di Serena.
Vi attendiamo numerosi!!! Portate amici, parenti, conoscenti!!!
Associazione Amici di Serena Onlus - Lodi.

Martedì 27 ottobre, ore 20.30 presso il cinema Moderno di Lodi proiezione del film-documentario
“Come un uomo sulla terra”
di Riccardo Biadene, Andrea Segre e Dagmawi Yimer.
Sarà presente il regista

Nel racconto basato su storie reali, un viaggio di dolore e dignità, attraverso il quale Dagmawi Yimer (Dag) riesce a dare voce alla memoria quasi impossibile di sofferenze umane, rispetto alle quali l’Italia e l’Europa hanno responsabilità che non possono rimanere ancora a lungo nascoste. Il film narra cosa si nasconde dietro gli accordi tra Italia e Libia, dando voce al coraggio dei migranti africani.
"È la ricerca di uno spazio di dignità - illustra Andrea Segre, co-autore del documentario presente martedì alla proiezione - che mi ha mosso a fare questo film. Ma non per i migranti. Per me: per me come cittadino italiano, come cittadino, come uomo".
Apparentemente “povero” di mezzi, costituito perlopiù dalle testimonianze di reduci dall’inferno dell’immigrazione, il film riesce a incantare come solo un racconto orale potrebbe fare.
Il coro di voci che si alternano, maschili e femminili, riesce a ricreare l’inizio di un mosaico spalancato sulla barbarie. Solo l’inizio, perché oltre un certo orrore non si può andare ed è lecito solo il silenzio; ma tanto basta.
Un minimo di antefatto: Dag studiava Giurisprudenza ad Addis Abeba, in Etiopia. A causa della forte repressione politica nel suo paese ha deciso di emigrare. Nell’inverno 2005 ha attraversato via terra il deserto tra Sudan e Libia. In Libia, però, si è imbattuto in una serie di disavventure legate non solo alle violenze dei contrabbandieri che gestiscono il viaggio verso il Mediterraneo, ma anche e soprattutto alle sopraffazioni e alle violenze subite dalla polizia libica, responsabile di arresti indiscriminati e deportazioni disumane.
Sopravvissuto alla trappola libica, Dag riesce ad arrivare via mare in Italia, a Roma.
“Vi dico solo una cosa – ha detto Dagmawi Yimer a tutti coloro che hanno collaborato alla produzione –: che sono talmente soddisfatto, fiero, fiero personalmente e mi sento un grande sollievo per quanto riguarda il contribuito che ho fatto per quei miei amici che stanno ancora nei guai. Sono anche libero (innocente storicamente). Non so se mi avete capito bene. Mi disturbava dentro di me una voce che mi accusa colpevole e adesso con tutto il vostro lavoro ,la vostra volontà e dedizione non c’è più quella voce.
Sono anche libero e innocente come un uomo sulla terra. Per me questa è la giustizia: dare voce a quelli che non hanno il potere”.



La proiezione è organizzata da una piattaforma di 25 enti e associazioni del Lodigiano:
Adelante!, Amici del Marajò, Amici di Serena, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – comitato provinciale del Lodigiano, Caritas Lodigiana, Casa del Popolo, Casa dell’accoglienza “Don Luigi Savaré”, Casa dell’accoglienza “Rosa Gattorno”, Casa della Giovane “Angela Clerici”, Casa di accoglienza femminile “San Giacomo”, Centro Missionario Diocesano - Lodi, Circoscrizione Locale dei Soci di Banca Etica, Coordinamento Genitori Democratici – Lodi, Emergency - Lodi, Laboratorio per la città, Lodi per Mostar onlus, LodiMondo, Loscarcere, Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale - Diocesi di Lodi, Pierre – lotta all’esclusione sociale, Punto Informativo Finanza Etica – PIFE, Rete di Lilliput - nodo di Lodi, Tam Tam d’Afrique, Tuttoilmondo, Ufficio di Pastorale Giovanile – Lodi.
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Decisa la data delle elezioni regionali




Regionali: si voterà il 28 e 29 marzo.

Si terranno il 28 e il 29 marzo le elezioni regionali e quelle amministrative. L'election day è stato annunciato a L'Aquila dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che ha spiegato inoltre come gli eventuali ballottaggi si terranno l'11 e il 12 aprile (Agi).
L'annuncio del ministro dell'Interno, Roberto Maroni, sulla volontà di far tenere le elezioni regionali e amministrative il 28 e 29 marzo del 2010 trova d'accordo i sindaci italiani. Lo ha spiegato il presidente dell'Anci e sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, parlando con i giornalisti al termine del consiglio nazionale dell'Anci di questa mattina. "La scelta di questa data è positiva - ha spiegato Chiamparino - e lo avevamo già fatto sapere al ministro dell'Interno. L'alternativa, cioè il voto il 21 marzo e un'attesa di tre settimane per gli eventuali ballottaggi, sarebbe stata una scelta sbagliata" (Asca).
Incontro oggi alla Camera tra il presidente di Montecitorio e cofondatore del Pdl, Gianfranco Fini e il ministro delle Riforme e leader della Lega, Umberto Bossi. Accompagnavano Bossi il ministro della Semplificazione normativa Roberto Calderoli e il capogruppo leghista alla Camera, Roberto Cota. Al centro del colloquio le candidature per le elezioni regionali della prossima primavera. A questo proposito sembra essere sempre in ballo la candidatura per la presidenza del Veneto. Questa mattina Umberto Bossi aveva dato assicurazioni sull'esistenza di un accordo tra Carroccio e Pdl sul candidato, leghista ovviamente. "Non esiste un caso Veneto", aveva aggiunto. Di parere diverso Ignazio La Russa, ministro ex An e coordinatore del Popolo della Libertà, che ribadiva - con evidente riferimento al Veneto - che ogni decisione sulle candidature deve essere presa dall'Ufficio di presidenza del Pdl. E quindi anche da Gianfranco Fini, non solo da Berlusconi. Non c'è ancora nessuna accordo, rispondeva a chi gli chiedeva se la pratica Veneto fosse chiusa ricordando inoltre che i nomi, di tutti i candidati, saranno scelti ai primi di novembre (Asca).
La "Lega è indispensabile alla tenuta del governo", nel Settentrione "ha un forte consenso popolare" ma "la doppia candidatura in Veneto e in Piemonte di esponenti leghisti crea problemi oggettivi". Lo sostiene Gianfranco Fini, secondo quanto riporta il Corriere della Sera di oggi. Fini, riferendosi alla possibilità di ricandidare o meno Giancarlo Galan alla presidenza del Veneto, parla di un "caso delicatissimo" e comunque si augura che non lasci il partito nel caso il partito dovesse scegliere qualcun altro come candidato (Asca).
Per quanto riguarda l'affair Campania, "Che Berlusconi e il PdL scelgano liberamente il candidato presidente per le regionali in Campania. Quello che è inaccettabile è questo gioco di congetture sulle intenzioni della procura. Se fondiamo la scelta dei nostri candidati sulla base delle congetture sulle intenzioni delle procure, l'autonomia della politica è finita". Lo afferma il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto (Asca).
Il cofondatore del Pdl e Presidente della Camera Gianfranco Fini si augura che il caso della presidenza Campania venga "risolto con il buon senso". Secondo quanto riporta il Corriere della Sera Fini è convinto che per la candidatura "si troverà una soluzione all'interno del partito. E sarà indolore se si ragiona con la logica di selezionare il nome migliore non in base alla provenienza". Certo, allo stato il candidato sembra essere il sottosegretario all'Economia e coordinatore regionale Nicola Cosentino, sul quale però si addensano ombre giudiziarie. "Cosentino è il segretario regionale del Pdl - dice Fini - ed è chiaro che una decisione non può essere presa contro di lui". Ma, nello stesso tempo, "deve sapere che c'è un problema di opportunità. Come dire che sarebbe preferibile che Cosentino facesse un passo indietro, "anche se è chiaro che - visto il suo ruolo - andrà coinvolto nella scelta" (Asca).
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Primarie, che sofferenza




Prodi alle primarie voterà per via telematica.

Ignazio Marino, considerato dai più l'outsider che domenica prossima non ha nessuna possibilità di ribaltare le previsioni che lo danno alle spalle di Pierluigi Bersani e Dario Franceschini, ha deciso di stuzzicare gli altri due candidati con nuove polemiche. In un forum promosso da "l'Unità" parla di una spartizione dei posti di comando già decisa. Per esempio, in caso di elezione a segretario di Bersani, il nuovo capogruppo a Montecitorio sarebbe Enrico Letta al posto di Antonello Soro. Le parole di Marino sono particolarmente ruvide: "Leggo di accordi già stretti tra Bersani e Franceschini su cosa farà chi arriverà secondo e chi dovrà fare il capogruppo alla Camera, una figura che si elegge a scrutinio segreto. Spero che smentiscano: se fanno questo, la gente non lo tollererà".
Franceschini e Bersani smentiscono accordi sottobanco. Ma Marino attacca pure sul fronte dei cosiddetti "capibastone": ripete il suo affondo contro Agazio Loiero e Antonio Bassolino, governatori di Calabria e Campania, che sostengono Bersani in due regioni dove il Pd ha decine di migliaia di tesserati. Loiero ha già fatto sapere polemicamente, in un'intervista al "Corriere della Sera", che se lui non si ricandida il Pd rischia la debacle ("Se io me ne vado sbattendo la porta, non c'è Udc che tenga") (Asca).
Franceschini rivolge un appello distensivo a Marino nella propria pagina su internet: "Ignazio, smetti con dietrologie e sospetti. Nessun accordo per nessuna carica. Solo rispetto per la scelta del popolo delle primarie". Marino gli risponde rilanciando: "Felice che rifiuti accordi segreti: ci prometti quindi che se non sarai eletto segretario non accetterai posti di consolazione?". Questa volta il segretario uscente del Pd non replica (Asca).
Bersani cerca di svelenire il clima: "Spero che non si montino dei film che non esistono, soprattutto chi partecipa a questa competizione non rilanci speculazioni che non hanno né capo né coda". L'unico accordo tra Bersani e Franceschini potrebbe consistere nel ritenere che sia eletto segretario chi riceve più voti nelle primarie, anche se non supera il 50% più uno dei voti (quindi senza il "terzo tempo", dopo i congressi degli iscritti e le primarie, di un ritorno all'Assembla dei delegati) (Asca).
Massimo D'Alema si dice "convinto che domenica verranno in molti, anche perché questo sarà un segnale di vitalità dell'opposizione e questo darà una spinta positiva"; il 25 ottobre, sostiene, "ci sara' una grande occasione per i cittadini che saranno chiamati a partecipare a delle decisioni importanti" (Agi).
C'è da segnalare anche la posizione di Walter Veltroni, segretario del Pd fino allo scorso febbraio, che non si era espresso sull'iter congressuale pur rendendo noto il suo appoggio a Franceschini: "Gli iscritti si sono pronunciati ma il passaggio interno serviva a selezionare le candidature. Il segretario viene eletto con le primarie e mi auguro che anche in futuro non si tolga ai cittadini la possibilità di scegliere il leader del Pd". Veltroni precisa che pure nel caso di vittoria di Bersani cercherà "di dare una mano al partito" (Asca).
Giuseppe Fioroni, ex ministro della Pubblica istruzione, tra i più convinti sponsor di Franceschini, ci tiene a precisare: "Se vince Bersani, io resto. Noi abbiamo creato il Pd e non ce ne andremo. Anzi, spero che se vincerà Franceschini, come peraltro accadrà, non siano D'Alema e Bersani ad andarsene". Fioroni, che martedì aveva avuto un battibecco con Massimo D'Alema in Transatlantico, aggiunge: "La speranza di alcuni dirigenti di creare un grande centro è morta. Credere che una buona parte di noi se ne vada per costruire una cosa morta è un'ipotesi irrealizzabile. Certo, la scissione fa notizia, ma ripeto, noi il Pd lo abbiamo costruito e noi non ce ne andremo" (Asca).
Contro chi minaccia possibili scissioni, interviene Filippo Penati, coordinatore della mozione Bersani: "Dobbiamo smetterla di minacciare scissioni, gridare agli imbrogli così si disorientano i nostri elettori e non facciamo bene né a noi stessi, né ai cittadini che fanno politica sul territorio. Sono polemiche sterili che non aiutano nessuno". Nel merito della candidatura di Bersani, Penati aggiunge: "Il partito avrebbe finalmente l'occasione di ripartire e recuperare consensi. Chi grida il deserto del Pd, non fa altro che alimentarlo. Solo con Bersani, possiamo respirare un'atmosfera di ricostruzione e rilancio utile al Paese dopo due anni di gestione del partito i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti" (Agi).
Francesco Rutelli torna a criticare il Pd: "L'obiettivo di molte persone nel Partito Democratico - sostiene - è una sorta di desertificazione, cioè si vuole usare il napalm. In una parte della sinistra c'è l'idea che la battaglia politica sia la liquidazione di chi non la pensa come te, e questa è una cosa drammatica". E conclude: "La politica è tenere insieme opinioni diverse e portarle in una direzione chiara. La mia idea è che il Pd rischia di non tenere insieme opinioni diverse e di sicuro non ha una direzione chiara".
Il sindaco di Torino e presidente dell'Anci, Sergio Chiamparino, alle primarie del Pd voterà "scheda bianca. Ma la mia, voglio precisarlo, è una posizione personale. Non voglio creare né una tendenza, né sostenere soluzioni alternative". Lo ha confermato lo stesso Chiamparino, a margine della prima riunione del nuovo consiglio nazionale dell'Anci. Una decisione motivata dal fatto "che tutti e tre i candidati mi garantiscono anche se i loro progetti politici non mi convincono". Il presidente dell'Anci ha anche auspicato che a guidare il partito "sia il candidato che vince le primarie. È nell'ordine delle cose, il contrario sarebbe una bizzarria" (Asca).
"Anche il Presidente Romano Prodi parteciperà alle primarie del Partito Democratico per l'elezione del nuovo segretario. Lo farà dagli Stati Uniti, dove si trova per il ciclo autunnale di lezioni alla Brown University accedendo al servizio on line messo a disposizione dall'organizzazione del PD per gli iscritti e gli elettori temporaneamente residenti all'estero. Per poter votare in via telematica dall'estero il Presidente Prodi si è registrato nei giorni scorsi come previsto dal regolamento". Lo rende noto un comunicato dell'ufficio stampa di Prodi (Asca).
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Raccolta di firme per la provinciale

Raccolta firme a Zorlesco per ampliare la provinciale.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Francesco Dionigi, 22 ottobre 2009.

Una raccolta di firme tra cittadini ed utenti per sensibilizzare la provincia di Lodi e le amministrazioni comunali di Casalpusterlengo e Somaglia per ampliare la sede stradale della strada provinciale che collega Somaglia a Brembio, passando per Zorlesco, frazione di Casalpusterlengo. Questo l’obbiettivo dichiarato da un comitato spontaneo di cittadini che vorrebbero riportare alla ribalta l’insoluto problema viabilistico locale per arrivare ad un intervento di messa in sicurezza viabilistica di questa strada provinciale che è praticamente ad unica corsia nel tratto tra l’abitato di Zorlesco e l’incrocio con la linea ferroviaria Cremona-Pavia ed è fonte di parecchi problemi alla circolazione viabilistica a causa del verificarsi di un costante passaggio di veicoli pesanti, diretti sia all’ex fornace di Zorlesco che provenienti dai tanti insediamenti industriali dell’ex area Saffa ora Seliport. Il transito di questi Tir che occupano l’intera carreggiata impone agli automobilisti manovre millimetriche per non finire sulle banchine cedevoli dei due fossati limitrofi ai due lati della strada provinciale. Ancor peggio è quando si incrociano due di questi “bisonti” della strada che vanno in direzione opposta. Si formano colonne con decine di mezzi fermi e prima che si possa sbrogliare l’ingorgo ci vogliono delle mezzore. Un paio di anni fa era stato chiuso, parzialmente, uno dei due fossati laterali alla provinciale come primo ipotetico step di lavoro che doveva successivamente portare ad un intervento di asfaltatura dell’ampliamento stradale, ma il progetto non si è concretizzato ed i problemi circolatori rimangono esasperando i cittadini utenti.


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Un bosco in città

Casale - Verranno spesi 180mila euro per piantumare la 234 e creare un bosco di città. Brembiolo, due progetti in arrivo per rendere le rive un’oasi verde.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Andrea Bagatta, 22 ottobre 2009.

Due progetti di piantumazione per 180 mila euro complessivi e il rilancio del Parco del Brembiolo: si va delineando la politica ambientale della nuova amministrazione di centro-destra.
«Stiamo lavorando a due grandi idee ambientali che vorremmo concretizzare quanto prima - dice l’assessore all’ambiente Luca Peviani -. Da una parte ci piacerebbe creare anche a Casale un bosco in città, dall’altra piantumare tutta la parte di strada mantovana di nostra competenza».
Il bosco in città avrebbe già una sua area di destinazione, una vasta zona di 30 mila metri quadrati tra il parco del Brembiolo e il piano d’insediamento residenziale dietro via Giordano Bruno, la strada che conduce a Cascina Borasca. Il comune prevede di piantumare circa 11 mila metri quadrati, un ettaro.
«Tutti parlano di politiche ambientali, ma in pochi fanno le piantumazioni, che invece sono la base stessa di ogni politica per l’ambiente - prosegue Peviani -. L’idea è di realizzare un vero bosco in città, fruibile facilmente per la gente di Casale».
Il secondo progetto prevede la piantumazione di tutta la strada Mantovana nel territorio di Casale, dal cavalcavia per Codogno fino a via Labriola. «Vorremo far tornare la Mantovana come era un tempo e come ancora oggi è da Ospedaletto verso Orio Litta, delimitata e ombreggiata da piante d’alto fusto - continua Peviani -. Lì si potrebbero posare degli ippocastani, riprendendo proprio l’aspetto di oltre un secolo fa».
Due operazioni che però hanno un costo rilevante, almeno secondo le prime stime effettuate dagli uffici. «I due interventi potrebbero costare circa 180 mila euro, una cifra di tutto rispetto - spiega Peviani -. Il comune da solo non può investire una cifra simile sulle piantumazioni, ma potrebbe venirci in soccorso proprio l’accordo territoriale stipulato in questi giorni con Sorgenia».
Oltre a questi due progetti, la politica ambientale del comune si fa e si farà anche sul Parco del Brembiolo, sul quale l’amministrazione continua a puntare. «Crediamo nel progetto di parco, e vorremmo che l’aspetto ambientale si fondesse sempre più con quello di valorizzazione culturale dei comuni che aderiscono - conclude Peviani -. Quanto a presunte perplessità sul nome dell’architetto Stefano Bernardelli, che ci rappresenterà in consiglio direttivo, devo precisare che si tratta di uno stimato professionista proprio in ambito paesaggistico, che è quello che ci preme di più, ed è residente a Fombio e non a Codogno: le conoscenze e i rapporti che intrattiene in tutta la Bassa potranno essere un valore aggiunto per il suo compito, magari anche proprio per cercare di far entrare nel parco pure Codogno stessa. Il valore di un architetto, d’altra parte, non si valuta di certo da dove risiede».
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Signori si taglia

La Provincia vuole tagliare le spese e avere più soldi per le emergenze.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Alberto Belloni, 22 ottobre 2009.

Signori si taglia. Dove e come, vero nodo della faccenda, resta ancora da capire, ma l’obiettivo annunciato a tutti i settori e gli uffici provinciali dell’assessore al bilancio Cristiano Devecchi è chiara: le spese di palazzo San Cristoforo, nel 2010, dovranno diminuire del 20 per cento. «Dobbiamo restare ben incollati alla realtà, è un momento di crisi e ora più di prima una pubblica amministrazione deve agire sotto il profilo della sobrietà - conferma l’assessore -. I settori avanzano le loro richieste finanziarie sulla base di progetti che intendono migliorare l’ente e offrire servizi ai cittadini: per questo motivo è sicuramente difficile fare delle scelte, perché tutto appare indispensabile, ma la nostra capacità come ente e come amministratori deve essere quella di individuare le necessità più impellenti e operare su quelle». Nell’attesa delle strategie sui tagli («Il 20 per cento netto rispetto alle spese dello scorso anno»), Devecchi comunque qualche investimento a breve termine lo annuncia ugualmente. La destinazione? Il fondo anti crisi, indispensabile per alleviare i disagi dei lavoratori colpiti dalla recessione, ormai pressoché esaurito: «Il fatto che sia rimasto a secco è una pessima notizia: ognuno dovrà fare la sua parte per porvi rimedio, la provincia cercherà di dare l’esempio e già entro Natale, grazie al rigore contabile che cerchiamo di mantenere, ci diamo l’obiettivo di pompare risorse nel fondo. Con quanto? Non voglio fare l’indovino per poi magari dovermi smentire: sicuramente però sarà il massimo possibile».
La possibile fonte da cui attingere potrebbe essere la quota riservata alla provincia dalla convenzione con Sorgenia sulla centrale, presentata ufficialmente ai sindaci interessati proprio a inizio settimana: l’accordo, infatti, prevede per le casse di palazzo San Cristoforo l’iniezione di un “tesoretto” da quasi 1,5 milioni di euro.

La questione passerà probabilmente sui banchi del ministero: dopo 13 ore di discussione non è stata risolta la controversa questione delle indennità di buonuscita. Dramma Akzo Nobel, una convulsa giornata di trattative. Manager, rappresentanze interne e sindacati non hanno ancora trovato l’accordo definitivo.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Alberto Belloni, 22 ottobre 2009.

Dalla “maratona” in Assolodi per trovare un accordo alla... marcia su Roma per portare il caso sui banchi del governo. Si è risolto così, tra un successo politico in prefettura e una faticosa riapertura delle trattative, il lunghissimo tavolo di confronto tenutosi ieri tra i dirigenti dell’Akzo Nobel di Fombio e i rappresentanti dei circa 170 lavoratori che il 30 giugno prossimo perderanno il proprio posto di lavoro. Dopo il brusco stop dell’8 ottobre scorso, azienda e parti sociali hanno discusso per quasi tredici ore nel tentativo di ricucire lo “strappo” causato dalle diverse opinioni sul discorso buonuscite, che i sindacati vorrebbero discutere separando le posizioni delle mobilità volontarie da chi rimarrà a Fombio fino alla fine (e subordinandole comunque ai discorsi sulla ricollocazione) ma che l’Akzo si era invece detta determinata a risolvere in un unico pacchetto. Così, in coda a due settimane di “gelo” e a due giorni di sciopero della fame, i manager dello stabilimento, i sindacati e le rsu si sono confrontati dalle 9 del mattino fino alle 22, con i rappresentanti italiani dell’Akzo chiusi a più riprese in una sorta di conclave per incollarsi a un telefono, chiamare l’Olanda e discutere direttamente con i vertici della multinazionale le possibili aperture o meno alle richieste dei sindacati. Il risultato? Dello “spezzatino” chiesto dai rappresentanti dei lavoratori, forse, si potrebbe anche parlarne, anche se di cifre e ulteriori dettagli, per ora, non ne trapelano. Tanto che, a conti fatti, la conquista più concreta i lavoratori sembrano averla guadagnata dall’altro evento “clou” della giornata, il vertice tenuto alle 15 in prefettura, dove ascoltati azienda, parti sociali e istituzioni locali (provincia di Lodi in testa, presente con il presidente Pietro Foroni) il prefetto Peg Strano Materia ha deciso di chiedere al ministero di convocare un tavolo anti crisi, nel quale valutare assieme ai massimi dirigenti della multinazionale olandese tutte le strade possibili per contenere gli effetti dell’ennesimo dramma occupazionale che si sta abbattendo sul Lodigiano. La novità, per i sindacati, è importante: analogamente a quanto avvenuto per il sito bresciano di Ideal Standard, infatti, l’auspicio è che con la mediazione del governo si possano strappare all’Akzo nuove opportunità di ricollocazione, magari attraverso il mantenimento in attività di alcune unità produttive, obiettivo tuttora in cima all’agenda dei rappresentanti dei lavoratori e già parte delle trattative avviate in Assolodi con l’azienda. «Il vertice dal prefetto è stato positivo e ha sortito l’effetto che volevamo: adesso con l’azienda abbiamo due tavoli di confronto», ammette soddisfatto il segretario provinciale Uilcem, Francesco Montinaro, che pur senza rilasciare commenti sul confronto diretto con l’azienda lascia intendere che il dialogo, in Assolodi, per il momento resta aperto. Dall’Akzo, come detto, i sindacati si aspettano comunque soprattutto segnali sul fronte occupazionale: solo parallelamente, e in fasi separate, si può discutere di bonus e incentivi, partita sulla quale le parti sociali oltre a una effettiva disponibilità a dividere il pacchetto stanno aspettando che Akzo formalizzi l’entità della cifra complessiva che intende mettere sul piatto tra chi lascerà subito. Anche le prime schermaglie, d’altronde, avevano fatto registrare alti e bassi, con l’azienda a reclamare un’adeguata attenzione ai livelli produttivi ancora attivi ma pronta ad annunciare, per il gennaio prossimo, la ricollocazione di 8 dipendenti in un reparto per la plastica a Cavenago, dove l’Akzo ha sostanzialmente affittato parte di un magazzino di un’azienda locale. Sul futuro delle produzioni della multinazionale, però, erano nel frattempo trapelata un’altra indiscrezione inquietante, scoperta per l’ennesima volta attraverso un documento intranet sbucato chissà come negli uffici di Fombio. Il contenuto? La cessione della “business unit” Dap (vernici per elettrodomestici e caloriferi) alla Basf, ritenuta da Akzo più adatta a soddisfare le esigenze dei clienti rispetto al ventilato trasloco delle produzioni verso la Turchia: un’ipotesi (o verità) effettivamente plausibile con il piano di razionalizzazione-smembramento intrapreso dalla multinazionale anche in altri stabilimenti. Lo stallo nelle trattative, intanto, ha indispettito non poco parte della rappresentanza dei lavoratori che ieri mattina, approfittando delle quattro ore di sciopero si è recata davanti ad Assolodi per l’ormai tradizionale presidio. Qualcuno, infatti, ha caldeggiato all’Rsu forme di protesta più forti per sollecitare all’azienda quelle risposte che, all’alba di mezzogiorno, non erano ancora arrivate, e che si sarebbero fatte attendere per tutta la giornata; il tutto, beninteso, nell’attesa che l’Akzo formalizzi nero su bianco anche quelle prime concessioni (premio produzione, stipendi inalterati, possibilità di reimpiego in alti siti italiani ed esteri dell’azienda) promessi nei primi e più produttivi confronti con i sindacati e l’Rsu.
Gli esiti della “maratona” verranno comunque illustrati nei dettagli stamane all’assemblea dei lavoratori, che a mezzogiorno e mezzo riceveranno anche la visita di solidarietà di Rosy Bindi. Quasi in contemporanea, intanto, del caso Akzo si parlerà anche a Roma, nella Commissione attività produttive della Camera, dove il parlamentare lodigiano Andrea Gibelli (presidente della stessa commissione) presenterà al governo la sua “question time” sulla vicenda.



Il prefetto in campo: «Il governo deve intervenire».
Rassegna stampa - Il Cittadino, 22 ottobre 2009.

Il tavolo governativo anti crisi con i massimi vertici dirigenziali dell’Akzo è sempre più vicino. A promuoverlo provvederà il prefetto di Lodi, Peg Materia Strano, che ieri ha convocato l’azienda, le parti sociali e le istituzioni locali per cercare di dare una svolta alla drammatica situazione dei circa 170 dipendenti attesi entro il giugno prossimo dalla chiusura dello stabilimento di Fombio: «Si è visto che la problematica trascende il semplice livello locale e che è necessario un intervento a più ampio livello ministeriale - conferma il prefetto -. Farò partire immediatamente una comunicazione al ministero competente per prospettare la situazione: è assolutamente necessario difendere le prospettive occupazionali dei lavoratori del Lodigiano, senza mortificarlo né svenderlo rispetto ad altri. Intanto sottolineo la coesione tra prefettura, sindacati, amministrazione provinciale e sindaci, indipendentemente dai colori politici». Pietro Foroni, presidente della provincia di Lodi, è soddisfatto e battagliero: «Il profilo occupazionale è la priorità e l’esigenza di portare la vicenda a livello ministeriale nasce dal fatto che abbiamo già sofferto tantissimo e non possiamo permetterci altre deficienze. In più, l’Akzo non può pensare di lasciare l’area così: non ci basta semplice messa in sicurezza, ma chiederemo molto di più, soprattutto qualora abbandonassero il discorso occupazionale. Boemo (direttore dello stabilimento di Fombio, ndr) non mi ha convinto con le sue argomentazioni economiche: siamo stati trattati come una lametta usa e getta, ma se servirà mostreremo i muscoli». Foroni promette sostegno totale ai sindacati, a loro volta determinati a non cedere terreno: “Abbiamo chiesto tutti due cose, la salvaguardia occupazionale, con o senza Akzo, e in subordine le trattative sul piano economico - spiega Mario Uccellini, segretario provinciale Cisl -. Abbiamo ricordato espressamente come annunciando la chiusura di Fombio l’azienda aveva detto che avrebbe lavorato condividendo le soluzioni con i sindacati, e adesso lo pretendiamo. Non possono obbligarci a una trattativa che si chiuda oggi, vogliamo seguire quello che accadrà da qui a giugno con un accordo a fasi: una di queste può anche chiudersi al 31 dicembre, ma il resto dovrà considerare quello che succederà da gennaio in avanti».
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La prima campanella alla «scuola tunisina» di Lodi

Lodi - Studiano anche la storia e le tradizioni del paese d’origine.
A scuola si insegna la lingua degli arabi ai bambini tunisini.

Rassegna stampa - Il Cittadino, Matteo Brunello, 22 ottobre 2009.

Studiano la lingua araba, la storia del loro paese e i canti della tradizione africana. Suona la prima campanella alla “scuola tunisina” di Lodi, che è partita quest’anno all’interno dei locali della Casa del popolo del capoluogo, in via Selvagreca. Le lezioni si tengono ogni domenica mattina, con insegnanti che sono mandati direttamente da Tunisi. E la partecipazione è di decine di bambini, di età dai 6 ai 15 anni. I corsi si svolgono solitamente dal mattino verso le ore 9 fino quasi alle 13, con gli studenti che sono suddivisi per classi di età. «Il programma prevede che si approfondisca la geografia, le vicende del passato e i costumi della nostra terra di origine - spiega Hassen Latrach, presidente dell’associazione Zeituna - i docenti sono pagati direttamente dal governo tunisino e gli iscritti quest’anno sono stati in tutto più di 70. In città questi momenti culturali vanno avanti dal 2003, prima si tenevano al Centro di formazione professionale e da due anni alla Casa del popolo».Le lezioni sono iniziate nel primo fine settimana di ottobre, con una selezione di argomenti concordati con le autorità governative e diplomatiche della Tunisia, sia per quanto concerne i libri di testo che per i docenti. E domenica erano circa una quarantina i ragazzi che hanno preso parte alle attività didattiche, mentre i genitori li aspettavano fuori da via Selvagreca. «La frequentazione a questi corsi è in continua crescita, avevamo iniziato anni fa con circa una ventina di iscritti e ora la partecipazione è più che triplicata. Per questo nostro auspicio è di avere una sede magari più ampia e fissa per questo nostro progetto. Peraltro gli alunni arrivano un po’ da tutto il territorio - continua Hassen Latrach - e gli argomenti approfonditi sono molti, tra cui i costumi della nostra terra. Rimane fuori lo studio dei dettami della religione islamica, per cui c’è già la moschea di Lodi, quindi non avrebbe senso organizzare dei corsi in più». Sul tema dei costi, il referente dell’associazione Zeituna ha poi informato: «Dal comune avevano detto che ci avrebbero sostenuto e stavano esaminando la nostra domanda di contributo». Intanto dalla Casa del popolo hanno garantito ospitalità. «Noi facciamo diverse attività e offriamo gli spazi a svariati gruppi, che svolgono anche dei corsi. Così quando ci è stato chiesto di accettare questa iniziativa non abbiamo avuto dubbi, anche perché crediamo sia un bel progetto - spiega Isabella Ottobelli, presidente dell’associazione culturale Casa del popolo -. Peraltro è già il secondo anno che si tiene in via Selvagreca, con bambini tunisini di tutto il territorio che vengono accompagnati dai genitori, per approfondire la loro cultura di origine. La nostra richiesta non è dell’affitto per la sala, ma un contributo alle spese che vengono sostenute».


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I candidati per le primarie del Pd, mozione Marino

Si presentano i candidati all’assemblea nazionale.
Partito democratico, i 40enni per Marino.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Matteo Brunello, 22 ottobre 2009.

Per un rinnovamento della classe dirigente e dare un’identità forte al Partito democratico. Così si presenta la mozione Marino nel territorio, che vanta «una media d’età dei candidati circa sui 40 anni». «Le nostre liste sono poi composte per quasi la totalità da persone che non hanno un’identità di ex - spiega uno dei rappresentanti della mozione, Davide Fenini - per molti di noi la tessera del Pd è stata la prima tessera. Per questo riteniamo che le primarie di domenica sono un’occasione per un rinnovamento del partito». L’appuntamento è previsto per il 25 ottobre e anche nel Lodigiano il popolo che sostiene il Pd sarà chiamato alle urne, per la scelta del candidato nazionale e regionale. A favore del documento Marino è stato anche sottoscritto un appello da diversi cittadini, «per un partito trasparente e inclusivo in ogni decisione politica». Ampio l’elenco delle firme, che hanno auspicato un «partito guidato dai criteri di capacità e di merito nella scelta del personale politico e istituzionale» «Non veniamo dai partiti, ma questo non vuole dire che non possediamo un’esperienza maturata sul campo - dice Roberta Vallacchi - tra i nostri candidati e sostenitori ci sono persone impegnate in associazioni e nel volontariato». E un altro degli esponenti inserito nella lista Marino, Michele Merola sostiene: «Nelle nostre liste sono state candidate tutte persone che credono nel progetto innovativo del Pd, per questo noi lavoriamo per una forza aperta al confronto con i cittadini». Ecco i candidati per le primarie del Pd, mozione Marino. Corrono nel territorio per l’elezione all’assemblea nazionale, a sostegno di Ignazio Marino: Roberta Vallacchi di Lodi, poi Giorgio Daccò di Lodi, Alessandra Gobbi di Tavazzano e Davide Stroppa di Casale. Per l’assemblea regionale, a supporto invece del candidato segretario lombardo Marino Angiolini, si sono proposti Davide Fenini di Lodi, Varusha Polara di Mulazzano, Stefano De Vecchi di Tavazzano, Bibiana Meyer di Sant’Angelo, Francesco Ditta di Lodi vecchio, Patrizia Legnani di Graffignana, Fabio Pozzoli di Zorlesco, Barbara Onofri di Lodi, Edoardo Galatola di Lodi, Maria Grazia De Carolis di Casaletto e Michele Merola di Lodi.
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Una iniziativa «originale»

È giallo sull’acqua pubblica nel Lodigiano: il Cap “smentisce” il suo braccio operativo.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Lor. Rin., 22 ottobre 2009.

Rischia di trasformarsi in un piccolo “giallo” il conferimento del ramo d’azienda lodigiano di Amiacque in Sal, la Società acqua lodigiana chiamata a gestire per conto dei comuni il ciclo integrato dell’acqua. Soltanto martedì il presidente di Amiacque, Tiziano Butturini, ha confermato di aver chiesto il rinvio di due mesi dell’ingresso del ramo lodigiano della sua azienda (in totale 68 lavoratori) in Sal. Il rinvio era stato comunicato ai comuni lodigiani dallo stesso Butturini in una lettera, datata 19 ottobre. All’origine della scelta di Butturini c’è il timore che le leggi in materia di gestione dell’acqua possano cambiare a breve e dunque l’originale impianto di Sal potrebbe far sorgere dei dubbi. La presa di posizione di Amiacque ieri ha fatto parlare, perché il tema della gestione dell’acqua interessa tutti i comuni lodigiani e perché di riflesso coinvolge i cittadini della provincia. Proprio ieri, in serata, è arrivato un piccolo colpo di scena, visto che il presidente di Cap Holding (la società partecipata dai comuni, per cui Amiacque svolge il servizio) ha smentito quanto detto dal presidente di Amiacque. «Esprimo sorpresa e irritazione per l’iniziativa di Butturini, che reputo originale - ha detto il presidente Cap, Alessandro Ramazzotti -: Amiacque scrive direttamente ai comuni, dimenticandosi che questi sono soci di Cap Holding e che Amiacque stessa si limita a svolgere un servizio per Cap Holding. Da parte nostra rispettiamo le scelte del Lodigiano in materia di gestione dell’acqua. È chiaro che se nel percorso di Sal ci fossero atti che potrebbero portare nocumento al valore di Amiacque, il presidente di quest’ultima ha tutto il diritto di tutelarsi».
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