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venerdì 10 luglio 2009

Cittadinanza attiva? D'accordo, ma il Comune?

Una interrogazione sulla questione della sicurezza.
Riceviamo dal consigliere comunale Maria Rosaria Russo, capogruppo del Gruppo consiliare di Rifondazione per Brembio il testo della interrogazione con risposta scritta e verbale in Consiglio comunale indirizzata oggi al sindaco Giuseppe Sozzi. Volentieri pubblichiamo.

Comune di Brembio
Al Sindaco
Giuseppe Sozzi

Brembio 10.07.2009

Interrogazione con risposta scritta e verbale
in Consiglio comunale

Nel discorso da lei tenuto nella seduta di insediamento di codesta amministrazione illustrava il paradigma entro cui avrebbe portato a termine gli obbiettivi di programma.
In riferimento alla questione tutta della sicurezza ha invitato i cittadini ad esercitare la “cittadinanza attiva”, atteggiamento di responsabilità civica che aiuta l’intera comunità nella prevenzioni di episodi incresciosi, pericolosi, che rendono la comunità “insicura e vulnerabile”.
Il giorno 20 giugno alle ore 11.30 segnalo agli uffici comunali e nello specifico al Responsabile dell’area gestione del territorio una situazione in essere di grave pericolo chiedendo l’uscita immediata del vigile al fine di rimuovere la situazione pericolosa per i soggetti stessi e per i cittadini ignari.
Il vigile non era in servizio e il Responsabile comunica che avrebbe cercato il messo comunale per inviarla sul luogo segnalato.
Chiedo
Nei casi di segnalazione da parte di cittadini di situazioni di pericoli che richiedono intervento immediato, non strettamente o necessariamente di competenza delle forze dell’ordine, di chi è la competenza ad uscire in nome e per conto del Comune.
Se esiste un numero di reperibilità per eventi che si verificassero al di fuori degli orari di ufficio.
Nel caso non esistesse nessun numero reperibile per interventi urgenti cosa intende fare la sua amministrazione affinché quella cittadinanza attiva che auspicava dai cittadini brembiesi possa avere senso e buon fine.

Distinti Saluti
M. Rosaria Russo

I cartelli significano sempre qualcosa

Ma il Comune non ha accesso alla piazzola ecologica?
FotoPost - fotografie di ieri pomeriggio.

La piazzola ecologica è l'ambito dove conferire tutti i rifiuti ingombranti e gli altri rifiuti che non sono ammissibili alla raccolta che viene fatta casa per casa. Con un atto di civiltà e rispetto verso un luogo caro a tutti qual è il cimitero, l'amministrazione tempo fa ha trasferito la piazzola ecologica in altra zona del paese, dopo non poche vicissitudini legate alle aree di volta in volta prescelte. Della precedente collocazione è rimasto un cartello, quello riprodotto nella prima fotografia di questo "fotopost". Diciamoci francamente che da noi non c'è molta attenzione alla segnaletica, oltretutto disastrata da tir transitanti per strade inadatte e da stupidi zuzzurelloni che sembra altro non abbiano da fare che divertirsi a danneggiarla o ad alterarla. Ogni tanto si pone riparo, la si sostituisce, ma comunque non è la preoccupazione principale anche per la carenza di risorse che affligge il nostro Comune.

Pensare, dunque, ad un'ennesima disattenzione, ad una dimenticanza, ci poteva stare. Un peccato veniale a fronte di altri problemi ben più pressanti, interessanti la comunità. Ma, come diciamo nel titolo, ogni cartello significa comunque qualcosa. Magari un lapsus freudiano, perché no? E così siamo andati a controllare. E che cosa troviamo? Oh no, la spazzatura sotto il tappeto per dirla con la metafora della massaia frettolosa.



Ramaglia, sacchi di spazzatura contenenti non si sa cosa e rottami edilizi come si vede nelle foto sopra e sotto.


E poi c'è questo attrezzo fuori uso, parcheggiato lì, ancorato all'albero vicino con una fune per evitare, poiché ha le ruote, che qualcuno si diverta a spostarlo qua e là per l'«area tecnologica».



L'eloquenza delle fotografie è indubitabile. Resta la domanda iniziale: ma il Comune non ha accesso alla piazzola ecologica? Come si può pretendere dai propri amministrati il rispetto delle regole, se per primi si fa spallucce ai cartelli che fanno divieto a tutti di abbandono di rifiuti dovunque nel territorio comunale?

Due tavole del PGT da "collezione"

Cascine e Brembiolo.

I documenti che formano il Piano di Governo del Territorio ci offrono tra le tante, due tavole interessanti che qui riproduciamo. La prima riporta la localizzazione di tutte le cascine del nostro territorio.

La seconda è un particolare di una tavola contenuta nella relazione riguardante la componente geologica, idrogeologica e sismica. In blu è riportata la zona di esondazione per piena eccezionale del Colatore Brembiolo, cioè la parte di Brembio che rischia, come già è successo in passato, di essere sommersa dal Brembiolo.

Agricoltura, subito 280 milioni anti-crisi

Si è riunito ieri il Tavolo Verde Lombardia.

Per dare ossigeno alle aziende agricole, la Regione Lombardia anticiperà al 16 ottobre il pagamento di 280 milioni di euro, pari al 70% dell'erogazione dei premi Pac (Politica agricola comunitaria).
È la prima e più importante delle sei misure anticrisi annunciate dal presidente Roberto Formigoni che, affiancato dall'assessore all'Agricoltura, Luca Daniel Ferrazzi, ha presieduto il Tavolo Verde con i presidenti Franco Bettoni di Unioncamere e Confagricoltura, Nino Andena di Coldiretti, Mario Lanzi di Cia, Giancarlo Sironi per Anca Legacoop, il vicepersidente di Fedagri, Giuseppe Kron Morelli, oltre al presidente di Ersaf, Roberto Albetti.
Formigoni ha detto: “Siamo consapevoli che nonostante una buona capacità di tenuta dell'agricoltura lombarda, secondo i dati Istat del primo semestre 2009, i problemi delle imprese dei principali comparti produttivi lombardi, e cioè il lattiero-caserario, le carni e i cereali, restano eccezionalmente difficili per i sempre più stretti costi produttivi, le carenze di liquidità che si aggiungono alle modificate strategie sulle quote latte, e una politica nazionale che vorremmo imboccasse la strada del cambiamento”.
Per questo Regione Lombardia ha deciso sei azioni straordinarie anticrisi, di seguito nel dettaglio.
1) Anticipo erogazione premi PAC.
Assicurato l'anticipo al 16 ottobre grazie a un enorme sforzo di Regione Lombardia;
2) Rafforzamento dell'azione dei confidi, tramite un impegno diretto da 1,5 milioni di euro e a breve uno ulteriore di altri 1,5 milioni che mobiliteranno complessivamente oltre 100 milioni;
3) Iniziative per aumentare la competitività, garantendo una giusta remunerazione e rilanciando specifiche misure per la crescita della stessa;
4) Crescita delle risorse a disposizione per il sostegno al settore lattiero caseario, tramite l'utilizzo di una parte dei 75,2 milioni del Psr (Piano di Sviluppo Rurale) grazie a nuovi fondi comunitari. Il piano passa così a circa un miliardo di euro. È previsto anche il potenziamento di alcune misure specifiche di sostegno;
5) Ridefinizione dei rapporti all'interno della filiera agroalimentare, puntando a sviluppare maggiormente l'interlocuzione sia con la grande distribuzione che con il mondo dei consumatori;
6) Potenziamento dello sviluppo delle agroenergie e della innovazione, tramite la diversificazione delle attività agricole.
Il presidente di Unioncamere, Franco Bettoni, si è detto “molto soddisfatto” e ha parlato di “decisioni straordinariamente importanti e di prospettive che danno grande stabilità e sicurezza al nostro settore. L'anticipazione della Pac è una boccata d'ossigeno per le imprese già pesantemente gravate dalla crisi”.
Altri sono stati poi i temi affrontati dal Tavolo: la revisione della direttiva europea sui nitrati anzitutto, circa la quale l'assessore Ferrazzi ha assicurato il proprio impegno affinché venga garantita un'adeguata deroga agli agricoltori lombardi. Ma anche lo spinoso tema della diabrotica del mais, affrontato nei giorni scorsi con tutta la filiera interessata dal problema, che ha confermato la validità della strategia già messa in campo dalla Lombardia tramite l'azione di un centinaio di esperti che monitorano costantemente oltre 400 appezzamenti in tutta la Regione.
Ultimo tema quello della gestione delle acque e dei Consorzi di bonifica. Per l’assessore Ferrazzi: “Il settore agricolo, essendone uno dei maggiori utilizzatori, esprime la necessità di continuare a usufruire di questa risorsa e di esercitare uno specifico ruolo per la sua migliore gestione in un'ottica di utilizzo plurimo. Queste problematiche necessitano di una soluzione condivisa e interdisciplinare rispetto alle quali i Consorzi di bonifica per conoscenza del territorio, capacità tecnica, modalità di autogoverno, rappresentano un esempio di efficace sussidiarietà. Continueremo dunque a lavorare in questo modo”.
Formigoni in conclusione della riunione ha dichiarato: “Il mio auspicio è che le Istituzioni e il mondo agricolo continuino a muoversi con una posizione lombarda, decisa ed univoca, lavorando in modo concorde sui temi strategici, per arrivare alle trattative ministeriali e comunitarie con una voce sola, che sostenga i reali interessi e le istanze del nostro territorio. Su questo si gioca il futuro e la competitività della nostra agricoltura”.

Basta con definizioni che sono torbide condanne

Oggi, Gianni Piatti interviene sul tema dell’immigrazione con una lettera su Il Cittadino che qui riportiamo.
Sicurezza. Smettiamola di chiamarli clandestini.
Rassegna stampa.

È del tutto evidente che uno Stato, qualsiasi Stato e quindi anche l’Italia, debba avere sull’immigrazione una capacità di controllo e di programmazione. Accoglienza e regolarità dell’immigrazione e programmazione europea devono stare insieme proprio perché l’immigrato per essere “regolare”, deve trovare lavoro e una casa. Deve cioè “integrarsi” e l’integrazione, nel rispetto delle diverse culture, è la forma migliore per garantire convivenza, rispetto reciproco e sicurezza per tutti.
Dire ospitiamo tutti gli immigrati è sbagliato come dire respingiamoli tutti. È invece un processo che va governato e l’obbiettivo deve essere sicuramente l’immigrazione regolare e la via maestra per realizzarla è sicuramente quella di realizzare accordi con gli Stati di provenienza, contrastando chi profitta e abusa di persone disperate.
Pare che negli ultimi otto anni la Destra sia stata al Governo per sei anni. È utile ricordarlo perchè la Destra italiana sembra sempre all’opposizione, dimenticando che la legge sull’immigrazione attualmente in vigore, la Bossi Fini, è stata fatta dal Governo Berlusconi.
Siccome non ha funzionato perché altrimenti non sarebbe stata cambiata, il Governo ha deciso norme ancora più restrittive denominate “pacchetto sicurezza”. In particolare in queste norme viene previsto “il reato di clandestinità” per lo straniero che fa ingresso ovvero si trattiene nel territorio dello Stato, in violazione del Testo Unico (la Bossi Fini).
La pena è un’ammenda da 5 a 10 mila euro, un processo davanti al Giudice di pace con espulsione per direttissima, facilitata dal ricovero coatto dell’immigrato in un Centro di Identificazione temporanea con una permanenza da 2 a 6 mesi! Come abbiamo visto in queste ore, solo tre giorni dopo l’approvazione di questa legge il Ministro alla Famiglia Giovanardi, svegliatosi da un lungo sonno dopo un dibattito parlamentare durato mesi, ha chiesto una “sanatoria per le badanti”...
Da non crederci! L’immigrato privo di regolari documenti (entrato magari regolarmente con visto turistico, per studio, ecc) che in altri Paesi è definito “sans papiers”, senza documenti o irregolare, da noi è bollato come “clandestino”, definizione che è già una torbida condanna.
Occorrerebbe ricordare che centinaia di migliaia di questi “irregolari” a partire dalle “badanti” hanno avanzato negli scorsi anni domande di “regolarizzazione” alle quali si è risposto “picche”, bloccando o rallentando le quote previste dai flussi di immigrazione programmata.
Gli irregolari che, a stragrande maggioranza, lavorano ed hanno una casa e una famiglia, vorrebbero sistemare la loro posizione, regolarizzarsi. Non hanno compiuto illegalità. Un conto è la severità e la fermezza che occorre avere contro chi delinque, altro è definire un reato penale lo stato di migrante, punirlo col carcere sino a sei mesi in attesa di espulsione. Sarà un’altra norma “manifesto”, ingestibile; intaserà tribunali e carceri perchè sono centinaia di migliaia gli immigrati irregolari.
Quello che con disprezzo e allarme viene definito “clandestino”, non ha commesso alcun reato. Solo le badanti e le colf che fanno un lavoro utilissimo per le nostre famiglie saranno 500 o 600 mila. Naturalmente, dopo che il Governo non ha fatto nulla nella crisi attuale per le famiglie, ecco i primi pentimenti e a commuoversi per le badanti e si valuterà una sanatoria “mascherata”, magari ampliando il Decreto flussi per questa categoria. E gli immigrati che perdono lavoro e che rischiano di essere “clandestini”? E quelli che lavorano in “nero” e nel “sommerso” che sono sfruttati due volte? Solo le badanti perché curano i nostri anziani o norme giuste ed uguali per tutti? E smettiamola di chiamarli “clandestini”: la stragrande maggioranza è senza documenti, ma vuole regolarizzarsi.
A proposito di definizioni semplificanti che tutti dovremmo imparare a discernere: il “rifugiato” non è un semplice immigrato, ma colui che fugge da una guerra o da una calamità, magari senza documenti. Lo stato di rifugiato va verificato, ma tutti gli Stati hanno l’obbligo dell’aiuto e non possono darsi respingimenti collettivi senza queste verifiche. Gli Stati possono respingere gli immigrati (senza documenti, oltre un certo numero ecc.), non possono respingere i rifugiati.

Servizi alla persona, adesione completa

Su Il Cittadino di oggi Lorenzo Rinaldi ci informa che Caselle e Massalengo hanno aderito e Vidardo e Graffignana aderiranno entro il 2010 al Consorzio.
Servizi alla persona, stop alla scissione.
I comuni “ribelli” entrano nel Consorzio.
Rassegna stampa.

Caselle Lurani e Massalengo sono entrati mercoledì. Vidardo e Graffignana lo faranno entro il 2010. Con l’adesione degli ultimi quattro comuni “scissionisti” il Consorzio per i servizi alla persona della provincia di Lodi raggiunge un obiettivo storico a quattro anni dalla sua partenza: tutti i centri del Lodigiano sono membri dell’ente presieduto dal sindaco di Caselle, Sergio Rancati. Il 30 giugno scorso si è concluso l’accordo di programma tra i comuni di Vidardo, Caselle Lurani, Massalengo e Graffignana, che avevano deciso di gestire i servizi alla persona in maniera alternativa rispetto agli altri comuni lodigiani riuniti nel Consorzio. «L’accordo di programma non è stato rinnovato - conferma Sergio Rancati - e due comuni, Caselle Lurani e Massalengo, hanno chiesto subito di entrare nel Consorzio. Mercoledì l’assemblea del Consorzio, che si è tenuta a Merlino, ha dunque ammesso i due nuovi comuni».
Da pochissime ore Caselle Lurani e Massalengo sono nel Consorzio in qualità di soci e possono fruire degli stessi servizi in campo sociale di cui già usufruiscono gli altri comuni dell’ente. «Per il 2009 questi due comuni pagheranno il fondo di solidarietà e potranno accedere ai servizi in forma agevolata, come tutti gli altri comuni del Consorzio - spiega il presidente Rancati -, ovviamente la loro quota di partecipazione sarà calcolata sul semestre giugno-dicembre e non sull’intero anno».
Vidardo e Graffignana invece per il momento usufruiranno solo di alcuni servizi del Consorzio, quelli del settore sociale territoriale (assistenti sociali) e quelli della tutela dei minori. «Altri servizi, come l’assistenza domiciliare agli anziani e il pagamento delle comunità di minori saranno invece ancora in carico ai due comuni fino al 31 dicembre 2009 - precisa Rancati -, il Consorzio fornirà loro i servizi di base e i due comuni li pagheranno allo stesso costo previsto dal vecchio accordo di programma. Un costo più elevato rispetto a quello praticato dal Consorzio». La data del 31 dicembre 2009 rappresenta però uno spartiacque, perché Graffignana e Vidardo, secondo quanto garantisce Rancati, «hanno già dichiarato l’intenzione di associarsi al Consorzio a dicembre».
Il Consorzio è nato nel 2005 ed è diventato operativo il primo gennaio 2006 con 43 comuni. Altri 19, tra cui centri importanti come Sant’Angelo e Codogno, avevano inizialmente scelto di creare una struttura alternativa (all’inizio si parlava di due accordi di programma, uno per l’area di Sant’Angelo e uno per l’area di Codogno). Con il passare dei mesi i comuni “ribelli“ hanno via via aderito al Consorzio: ad oggi i soci sono 60 più la provincia di Lodi.