28 ottobre 2009
Ieri sera nello studio di "Ballarò", la trasmissione condotta da Giovanni Floris, c'erano tra gli altri i ministri Ignazio La Russa e Angelino Alfano per il centrodestra, Rosy Bindi e Pier Ferdinando Casini per l'opposizione. Si parla di "caso Marrazzo", conferma della condanna contro l'avvocato inglese David Mills nel processo in cui Silvio Berlusconi era coimputato, crisi economica. A un certo punto Casini minaccia di abbandonare lo studio per un eccesso di animosità del confronto, poi ci ripensa. Casini per troppo casino, ve lo immaginate?
La sorpresa però è la telefonata in diretta del premier Berlusconi, bloccato in questi giorni nella sua villa di Arcore a causa di una scarlattina e reduce in serata da un incontro con il ministro Giulio Tremonti al centro di pressioni da parte di alcuni settori del Pdl: "Ho assistito al festival delle falsità della sinistra, adesso voglio rispondere". Sul Caso Marrazzo: "Ho informato il governatore delle riprese che lo riguardavano ma non gli ho dato nessun consiglio e l'ho lasciato libero di scegliere se chiamare i numeri telefonici che gli ho fornito o fare una denuncia".
Berlusconi dice di aver saputo da sua figlia dei filmati che riguardavano Marrazzo "quando la Mondadori aveva già rifiutato di comprarli perché la Mondadori non è né Repubblica né l'Espresso". Poi arriva un attacco alla trasmissione e alla tv pubblica: "Lei fa dei processi pubblici nei miei confronti e senza contraddittorio nella tv pagata da tutti i cittadini. La tv pubblica italiana ha una prevalenza assoluta di giornalisti di sinistra e di programmi di sinistra. Non credo che questo sia ammissibile in una emittente pubblica".
Floris ricorda che in studio ci sono due ministri e aggiunge: "Proprio perché pagata dagli italiani, questa trasmissione è libera: fa parlare il presidente del Consiglio e gli rivolge delle domande". Berlusconi replica seccamente: "Mi lasci parlare, le ho detto. La tv pubblica non è sua né mia, ma degli italiani che la pagano con il canone...". Nel contraddittorio cerca di inserirsi con poco successo Rosy Bindi.
Ma cominciamo a guardare lo spezzone che riguarda la prima parte della telefonata.
Il premier prosegue attaccando la magistratura: "La vera anomalia italiana non è Silvio Berlusconi ma sono i pm comunisti e i giudici comunisti che da quando Berlusconi è entrato in politica hanno deciso di aggredirlo con innumerevoli iniziative. Ma davvero Silvio Berlusconi era l'imprenditore più criminale della storia del mondo?".
Il presidente del Consiglio fa riferimento anche a sondaggi in suo possesso da cui risulterebbe il ruolo marginale dell'opposizione: il governo sarebbe al 54% dei consensi, il premier ne otterrebbe il 68%, il Pd solo il 25%.
Berlusconi parla anche dei rapporti con il ministro Tremonti: "Non abbiamo sottovalutato la portata della crisi, la politica del rigore è stata non solo quella di Tremonti ma di tutto il governo. È stato chiarito un equivoco". Secondo il premier, occorre dire "sì alla politica del rigore coniugata con la politica dello sviluppo".
Arriva la conferma che l'esecutivo ha intenzione di tagliare le tasse: "Il governo ha un programma che prevede la riduzione dell'Irap e il quoziente famigliare. Nell'ambito di una politica di rigore, ci vogliono anche le misure per lo sviluppo, le imprese e le famiglie. Entro i tempi che saranno possibili in base alla situazione del conti dello Stato, intendiamo mantenere le promesse del nostro programma che consideriamo impegni sacri con gli elettori".
Quando Floris gli chiede "A proposito, come va la scarlattina?", Berlusconi risponde polemicamente: "Se viene a casa mia, sono felice di attaccargliela". "Non posso, ho due bambini piccoli", replica il conduttore di "Ballarò" al termine di una telefonata durata mezz'ora. Di seguito la seconda parte della telefonata.
In serata era durato poco meno di cinquanta minuti l'incontro fra Berlusconi e Tremonti. Secondo le indiscrezioni, nel corso dell'incontro il premier avrebbe confermato la fiducia al ministro dell'Economia senza però accogliere la proposta della Lega di nominare Tremonti vice presidente del Consiglio. Al responsabile del dicastero dell'Economia sarebbe invece affidato il compito di responsabile di un comitato economico del Pdl di cui farebbero parte i coordinatori del partito Sandro Bondi, Ignazio La Russa, Denis Verdini e i capigruppo alla Camera e al Senato. Tremonti avrebbe così accolto la richiesta di una maggiore collegialità nella gestione di una politica economica non ispirata solo al rigore ma che dovrebbe contemperare anche le esigenze dello sviluppo. Da qui l'ipotesi di qualche modifica alla legge finanziaria che nei prossimi giorni inizierà a essere discussa dalla Camera.
Chiudiamo questo breve BlogNotte con una dichiarazione di Vincenzo Vita, senatore del Pd e membro della commissione di Vigilanza Rai. "Ieri al presidente del Consiglio, nel corso della sua incursione a Ballarò, è sfuggita una affermazione sacrosanta quanto scontata: rivolto a Floris, Berlusconi ha perentoriamente asserito come la televisione pubblica non fosse cosa di sua proprietà. Al premier vorremmo ricordare che, però, la televisione non è nemmeno, come l'EIAR ai tempi del ventennio, una scatola indistinta a disposizione del potere politico". "La televisione pubblica italiana, con buona pace del presidente del Consiglio - aggiunge Vita -, è una macchina fatta di programmi, di autori e di lavoratori che meritano rispetto, anche e soprattutto da chi governa. E in ogni caso, se la televisione pubblica non è, come è ovvio, di Floris, a maggior ragione non è sua". "Questo tic delle telefonate in diretta è un altro «modellino» autoritario - conclude Vita -: il Capo che parla alle folle e che non tollera mediazioni". Sacrosanto.
(fonte del testo: Agenzia Asca e chiose di Sergio Fumich)