FATTI E PAROLE

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martedì 4 agosto 2009

«Non accettiamo che Brembio diventi terra di nessuno»

Andrea Bagatta ci racconta su Il Cittadino di oggi del regolamento di conti nel fine settimana a Brembio: i carabinieri avrebbero già denunciato un uomo.
Picchiato per aver difeso la sorella.
Egiziano preso a bastonate da un gruppo di stranieri.

Rassegna stampa.

Brembio - È stato un regolamento di conti per motivi passionali quello che venerdì sera ha portato al pestaggio e, forse, al tentativo di accoltellamento a Brembio di un giovane di origine egiziana. La vicenda ha ancora diversi punti da chiarire, e non è stato ancora possibile ricostruirla con le forze dell’ordine.
Il giovane egiziano, poco più che ventenne, extracomunitario regolare che vive da anni con la famiglia a Brembio, nei giorni precedenti aveva difeso la sorella minorenne dalle pesanti avance di un altro extracomunitario nordafricano, probabilmente un connazionale egiziano.
Quest’ultimo, invece di accettare le rimostranze dei familiari della ragazza, venerdì sera, accompagnato da altri nordafricani, si è messo alla ricerca del giovane antagonista e lo ha raggiunto nell’abitazione della famiglia, in una via decentrata del paese. Qui è scoppiato un violento alterco che è culminato nel pestaggio del giovane egiziano, colpito a bastonate e, forse, minacciato con un coltello.
Dopo la rissa, tutti gli stranieri coinvolti si sono dati alla fuga facendo perdere le loro tracce. I carabinieri, però, accorsi sul posto con una pattuglia da Casale, avrebbero già individuato il colpevole: si tratterebbe di un clandestino già noto alle forze dell’ordine, che avrebbe agito da solo: gli altri nordafricani, infatti, lo avrebbero solo accompagnato sul luogo.
Le indagini sono ancora in corso e per l’egiziano clandestino sarebbe già scattata una denuncia a piede libero. In particolare, i carabinieri starebbero completando il quadro accusatorio, che potrebbe portare anche alla richiesta di carcerazione. Il giovane aggredito, invece, per quanto malconcio, non sarebbe grave e le sue condizioni sarebbero già in miglioramento. Tuttavia è d’obbligo il condizionale in una vicenda che presenta ancora diversi punti oscuri.
Quel che è certo è che l’amministrazione comunale non ci sta a queste prove di violenza e il sindaco Giuseppe Sozzi manda un messaggio chiaro agli stranieri residenti, alle forze dell’ordine ma anche e soprattutto alla sua comunità. «Noi non accettiamo che Brembio diventi terra di nessuno - afferma il primo cittadino -. Siamo disposti ad accogliere chi viene a lavorare e a integrarsi, ma saremo inflessibili contro chi viene nell’illegalità e pensa di poter compiere azioni violente restando impunito. E saremo inflessibili anche contro chi, italiano e magari brembiese, favorisce queste situazioni. Chi affitta in nero compie un reato grave, soprattutto quando l’inquilino è in condizioni di illegalità, perché clandestino o peggio perché ha fonti di denaro la cui provenienza non è chiara e non deriva da un lavoro. Faremo indagini su queste situazioni anche con i nostri uffici, perché la legalità sia rispettata da tutti».

Dove la minoranza c'è

Ne abbiamo già parlato. Ne parliamo ancora perché è un buon esempio di cosa significa essere minoranza in un comune. L'articolo è di Francesco Dionigi su Il Cittadino di oggi.
Castiglione. Le “bordate” della Lega: «Il paese sarà stravolto».
Rassegna stampa.

Castiglione - Forte intervento di critica da parte delle forze di minoranza consiliari della Lega nord a fronte dell’elaborazione del nuovo Piano del Governo Territorio (Pgt) da parte dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Umberto Daccò.
«Il numero di abitanti previsti - sostiene infatti Alfredo Ferrari, ex vicesindaco e capogruppo conciliare del Carroccio - è utopistico e non reale per il nostro paese. Le previsioni del Pgt rispetto al reale andamento demografico della popolazione sono sicuramente errate, con nuovi insediamenti residenziali con circa 800 abitanti in più, cifra non reale e sperequata urbanisticamente con le reali esigenze abitative di Castiglione d’Adda. Va bene pensare all’aumento demografico, ma non soprattutto per popolazioni “altre”, che in proporzione alle nostre diventerebbero più consistenti e causerebbero diversi problemi anche sociali da gestire con risorse pubbliche».
Ferrari non risparmia altre pesanti critiche al Pgt partendo dal fatto che «questo Piano di Governo del Territorio si pone l’obiettivo di trasformare il territorio comunale in modo strategico per i prossimi dieci anni, non considerando invece affatto tutti gli aspetti e le problematiche legate al piano di viabilità, che non è chiaro, e il problema della mobilità, già difficoltosa, rimandando come in molti casi avviene al piano urbano del traffico, successivo al piano regolatore generale, la soluzione ottimale della viabilità, del traffico e dei parcheggi. Inoltre - ribadisce l’esponente leghista - vengono previste alcune nuove arterie stradali o altre opere infrastrutturali “pesanti” per il paese, senza che il piano regolatore abbia fatto una seria analisi sulla situazione infrastrutturale esistente e sulle previsioni minori, che invece servirebbero ad evitare il congestionamento. Di fatto il piano prevede la realizzazione di medie strutture commerciali o grandi espansioni produttive senza un senso urbanistico complessivo e coordinato sia con l’esistente sia con l’ambiente, oltretutto causando congestione e difficoltà ai piccoli esercizi commerciali, poichè non prevede adeguate norme per la valorizzazione del centro storico».
Infine l’ex vicesindaco sostiene che nel Pgt «gli spazi mercatali devono rimanere dove sono attualmente» e che «il parco locale di interesse sovracomunale di San Bernardino non è definito negli elaborati».

Sal, primi giorni di attività

Rossella Mungiello su Il Cittadino di oggi ci ricorda che il mese di agosto ha segnato il via ufficiale per la Sal: dipendenti Astem e Basso Lambro nel nuovo ente.
Acqua pubblica, primi passi della Sal.
La società di Provincia e comuni inizia la propria attività.
Rassegna stampa.

L’acqua pubblica ha un nuovo gestore. Primi giorni di attività per la Sal, società acqua lodigiana, il soggetto che nei prossimi mesi si occuperà di tutto il servizio idrico integrato e cioè distribuzione dell’acqua, ma anche fogne e depurazione. La società a capitale pubblico partecipata dalla provincia di Lodi e da tutti i comuni del Lodigiano è entrata ufficialmente in azione lo scorso primo agosto. E se le premesse sono state messe a punto nei mesi precedenti, di fatto, sabato è diventato realtà il passaggio dei dipendenti dei rami idrici di Astem e Basso Lambro Impianti, dopo il conferimento ufficializzato nel mese luglio, mentre per il ramo idrico dell’Asm Codogno bisognerà attendere settembre. Per la fine dell’estate è atteso anche il conferimento all’interno del nuovo soggetto di una parte di Amiacque, ex Cap. Se l’integrazione a tutti i livelli dei piani industriali non sarà possibile prima di tre o quattro mesi, l’obiettivo primario ora è quello di non creare disfunzioni, sia ai dipendenti che agli utenti finali, i consumatori. In questi giorni sono partite le lettere ai comuni che hanno il servizio idrico gestito da Astem (Lodi, Massalengo e Galgagnano) e che sono quindi di fatto già passati a Sal. Che si proceda per gradi è dimostrato dal fatto che per ognuna delle società, ad esempio, sia rimasto invariato il piano ferie concordato in precedenza dai dipendenti e dal fatto che se già esiste una direzione generale congiunta resistono i presidi territoriali (quello di Sant’Angelo per la Basso Lambro e di Lodi dell’Astem) per la gestione dell’operatività di questi mesi. Per gli utenti non ci saranno cambiamenti. Di fatto, l’unica modifica sarà quella dell’intestazione delle bollette, per ora solo nei tre comuni in cui il servizio idrico era gestito da Astem, mentre per i comuni gestiti da Amiacque e Asm il cambiamento sarà effettivo solo dal primo ottobre. Identici anche i numeri per le emergenze e gli sportelli sul territorio: l’obiettivo è far si che il passaggio tra il nuovo soggetto, nato sotto la presidenza Felissari e già messo in dubbio da quella Foroni, e le precedenti municipalizzate, sia impercettibile per gli utenti. Proprio da palazzo San Cristoforo, nell’ultima assemblea dei soci dello scorso 17 luglio, infatti, era arrivato l’attacco alle posizioni di sintesi della maggior parte dei comuni riuniti. Era stato l’assessore competente alla partita, Elena Maiocchi, a stigmatizzare le posizioni della presidenza, chiedendo una gestione temporanea con scadenza al 30 settembre; posizione superata con la soluzione del 31 ottobre, votata a maggioranza dai soci.

L'anno sacerdotale nel Lodigiano

Nella festa del Curato d’Ars: «Questo mi attendo dai nostri preti, nella continuità del loro impegno encomiabile».
Il vescovo: un anno dedicato ai sacerdoti.
Monsignor Merisi ha presentato le iniziative previste in diocesi.

Rassegna stampa - Il Cittadino di oggi.

In occasione della festa del Santo Curato d’Ars, che ricorre oggi 4 agosto, il vescovo di Lodi monsignor Giuseppe Merisi ha presentato, nell’anno sacerdotale proclamato da Papa Benedetto XVI, le iniziative della diocesi per la formazione del clero. Iniziative che vengono illustrate nel programma pubblicato in questa stessa pagina.Monsignor Merisi ha anche citato il lavoro del consiglio presbiterale diocesano sulla condizione sacerdotale di fronte alle urgenze dell’evangelizzazione, lavoro che continuerà nell’anno sacerdotale nelle modalità che il consiglio presbiterale vorrà proporre.
A proposito di ciò che il vescovo di Lodi si attende dall’anno sacerdotale, monsignor Merisi ha risposto che «mi aspetto riflessione e preghiera, in vista di un nuovo discernimento sul ministero presbiterale. Innanzitutto per la vita di noi preti che, come dicevo nella Messa crismale del Giovedì Santo, sia una vita dedicata, custodita, serena e fraterna, capace di fondare la passione educativa a cui siamo chiamati dagli obiettivi del decennio indicati dalla Conferenza episcopale italiana, oltre che dal nostro piano pastorale diocesano sul tema della iniziazione cristiana. Questo mi attendo dai nostri preti, nella continuità del loro impegno encomiabile».
«E mi aspetto impegno - prosegue monsignor Merisi - anche dai nostri fedeli, nelle parrocchie e nelle aggregazioni laicali. Mi aspetto vicinanza ai preti, preghiera e presenza, collaborazione generosa, a partire da un progetto pastorale parrocchiale condiviso, che cerchi di arrivare a tutti nella logica missionaria dei cerchi concentrici».
«Mi aspetto ancora - conclude il vescovo di Lodi - dai preti e dai laici, grande attenzione al tema delle vocazioni, a partire dal Seminario e dalla comunità vocazionale».

Un programma particolareggiato, con temi di grande attualità, messi a punto nel contesto della formazione permanente dei presbiteri, in occasione dell’anno sacerdotale proclamato dal Papa. Un programma traboccante di appuntamenti di interesse non solo ecclesiale, ma di notevole spessore culturale, tale da interessare anche chi sacerdote non è. Si va dal pellegrinaggio diocesano dei sacerdoti lodigiani ad Ars a una tavola rotonda su oratori e mondo della scuola, da incontri sulla custodia del patrimonio artistico delle parrocchie a quello sulla conservazione degli archivi, dalla presentazione di figure che hanno contribuito a scandire la vita della Chiesa (don Primo Mazzolari) all’approfondimento dei rapporti tra cattolici e ortodossi. Si parlerà anche della presenza dei bimbi extracomunitari negli oratori. La sede degli incontri non sarà esclusivamente Lodi, ma varierà di volta in volta: appuntamenti, infatti, sono previsti anche nella chiesa parrocchiale di San Colombano al Lambro (dove fu battezzato don Carlo Gnocchi, tra poco beato) e nell’abbazia del Cerreto. Questo il programma particolareggiato, che si snoderà dal 2009 al 2010.
Ritiri Spirituali
-- Giovedì 17 settembre 2009 alle ore 9.30 nella chiesa parrocchiale di San Colombano al Lambro, in vista della beatificazione del venerabile don Carlo Gnocchi: “Il prete, uomo della Parola“ (relatore monsignor Patrizio Rota Scalabrini).
-- Giovedì 26 novembre 2009 alle ore 9.30 nella chiesa parrocchiale dell’Ausiliatrice a Lodi: “Il confessore. Fatica e ricchezza di un Sacramento” (relatore monsignor Saverio Xeres).
-- Giovedì 11 marzo 2010 alle ore 9.30 nel Seminario vescovile di Lodi: “Il prete, garante della comunione ecclesiale” (relatore monsigno Saverio Xeres).
-- Giovedì 20 maggio 2010 alle ore 9.30 nella chiesa parrocchiale di Abbadia Cerreto: “La presidenza eucaristica come stile di vita” (relatore monsignor Saverio Xeres).
Mattinate di Aggiornamento
-- Giovedì 15 ottobre 2009 alle ore 9.30 a Lodi, presso la Casa della gioventù: “Don Primo Mazzolari. Un parroco profeta del Concilio” (relatore don Andrea Foglia).
-- Giovedì 29 aprile 2010 alle ore 9.30 presso il Seminario Vescovile, presentazione dell’enciclica di Sua Santità Benedetto XVI “Caritas in Veritate” (relatore Padre Gianpaolo Salvini S.J.).
Tre giorni teologica - Il tema sarà “Porta a porta con l’Ortodossia. Storia - Teologia - Pastorale”. Appuntamento a Lodi, presso la Casa della gioventù, da martedì 10 novembre a giovedì 12 novembre 2009.
-- Martedì 10 novembre 2009, alle ore 9.30: “Roma e Costantinopoli: lenta deriva, rottura e tentativi di riconciliazione” (relatore don Angelo Manfredi).
-- Mercoledì 11 novembre 2009, alle ore 9.30: “Identità teologica dell’ortodossia” (relatore Padre Trajan Waldman).
-- Giovedì 12 novembre 2009, alle ore 9.30: “Quali rapporti pastorali ed ecumenici con i cristiani ortodossi immigrati?” (relatore monsignor Gianfranco Bottoni).
Tre Mattinate di pastorale - Si terranno a Lodi, presso il Seminario Vescovile, da martedì 12 gennaio a giovedì 14 gennaio 2010 con il seguente programma.
-- Martedì 12 gennaio 2010, alle ore 9.30: “Dal guardare ma non toccare al maneggiare con cura. La custodia dei beni culturali parrocchiali” (relatrice l’architetto Silvana Garufi).
-- Mercoledì 13 gennaio 2010, alle ore 9.30: “Solo carta? Significato, organizzazione e cura di un archivio parrocchiale“ (a cura dell’Archivio Storico Diocesano).
-- Giovedì 14 gennaio 2010, alle ore 9.30 “Sport e parrocchia: problematiche pastorali, giuridiche e fiscali” (relatore don Lorenzo Simonelli).
Due Incontri su giovani e oratori - Gli incontri sono riservati ai presbiteri (dai 6 ai 20 anni di ordinazione) che svolgono il proprio ministero soprattutto nell’ambito della pastorale giovanile.
-- Giovedì 10 dicembre 2009 alle ore 10 a Lodi, presso la Casa della gioventù: “Ragazzi stranieri in oratorio: difficoltà, esperienze, percorsi di integrazione” (relatori Michele Ferrari e Giusi Biaggi).
-- Giovedì 13 maggio 2010 alle ore 10 a Lodi, presso il Seminario Vescovile: “Oratori e mondo della scuola” (tavola rotonda a cura dell’Ufficio Pastorale Scolastica)
Incontro per i presbiteri - L’incontro è promosso dall’Ufficio per la Pastorale della famiglia.
-- Sabato 6 febbraio 2010 alle ore 10 a Lodi, presso il Seminario Vescovile: “Famiglia e iniziazione cristiana: quale coinvolgimento possibile?” (relatore Padre Matteo Giuliani).
Pellegrinaggio dei presbiteri - Il pellegrinaggio diocesano si terrà da martedì 6 aprile a venerdì 9 aprile 2010 con mete Ars, Nevers e Paray Le Monial, a cura dell’Ufficio Pellegrinaggi.
Adorazione eucaristica mensile - In occasione dell’«Anno sacerdotale», il Seminario Vescovile propone mensilmente ai presbiteri un’adorazione eucaristica, alle ore 21, il terzo giovedì del mese: 15 ottobre, 19 novembre, 17 dicembre, 21 gennaio, 18 febbraio, 18 marzo, 15 aprile.

Referendum sul contratto dei metalmeccanici

Contratto metalmeccanici: la Fiom entra in 64 aziende.
Rassegna stampa - Lorenzo Rinaldi, Il Cittadino di oggi.

La Fiom Cgil ha concluso la maratona nelle fabbriche lodigiane per il referendum sul contratto dei metalmeccanici. Le aziende toccate sono state 64, per un totale di 3.906 addetti. I lavoratori realmente coinvolti dal referendum sono stati invece 2.502. I votanti sono stati 1.856 (74 per cento dei lavoratori coinvolti): la piattaforma di rinnovo presentata dalla Fiom ha raccolto 1.695 voti a favore (93,5 per cento), mentre i voti contrari sono stati 117 (6,5 per cento); 33 le schede bianche, 11 le nulle. Il referendum, che si è svolto lunedì, martedì e mercoledì della scorsa settimana, è stato anticipato dalle assemblee nelle fabbriche, durante le quali i sindacalisti della Fiom hanno illustrato ai lavoratori la proposta della Cgil per il rinnovo contrattuale dei metalmeccanici. Proprio sul rinnovo del contratto 2010-2011 si sta consumando un braccio di ferro tra la Cgil da una parte e la Cisl e Uil dall’altra. I primi sono disponibili a trattare solamente la parte economica del contratto, i secondi invece hanno aperto la trattativa anche alla parte normativa e quindi alle regole. Il primo incontro con Confindustria si è tenuto il 24 luglio e il confronto è stato aggiornato a settembre. La Fiom chiede un adeguamento economico del salario dei metalmeccanici che di fatto si traduce in 130 euro in più al mese (cifra da raggiungere nel biennio) per i lavoratori di terzo, quarto e quinto livello, in pratica il 65 per cento circa dei metalmeccanici italiani. Tra le richieste della Fiom c’è poi quella di destinare gli aumenti anche ai lavoratori in cassa integrazione ordinaria. Nessuna disponibilità alla trattativa invece sulla parte normativa del contratto. «Non firmeremo la riforma delle regole - spiega Luca Magnani, segretario provinciale Fiom Cgil - perché a fronte della crisi, la Confindustria propone solo una riduzione dei salari e dei diritti dei lavoratori. Riteniamo invece innanzitutto che se si vuol far ripartire l’economia è necessario mettere più soldi nelle tasche delle famiglie. C’è il rischio poi che in futuro si arrivi a deroghe negative al contratto nazionale: noi diciamo invece che non è possibile nella contrattazione di secondo livello, in azienda o direttamente con i singoli lavoratori, trovare accordi che vadano al di sotto dei paletti fissati dal contratto nazionale collettivo. Il rischio è infatti che si apra una giungla delle regole, con la possibilità di contrattare al ribasso». Quanto all’esito del referendum nelle fabbriche lodigiane, la Fiom si dice «soddisfatta» perché «c’è stata partecipazione, siamo andati nelle grandi aziende ma anche in realtà di medio-piccole dimensioni: purtroppo nella maggior parte dei casi abbiamo riscontrato la realtà della cassa integrazione. Nonostante questo i lavoratori hanno dimostrato grande voglia di partecipazione e di democrazia, hanno detto chiaramente che il contratto è loro e non dei sindacati».

«Giù le mani dalla Innse»

Innse, operai lodigiani da un anno sulle barricate.
Rassegna stampa - Il Cittadino di oggi.

Con la loro resistenza che dura da più di un anno sono diventati il simbolo della lotta sindacale. Cinque dei 49 operai della Innse, la ex Innocenti di Milano Lambrate, arrivano anche da Lodigiano e Sudmilano (Lodi, Tavazzano, Quartiano, Melegnano e Cerro). Da maggio del 2008, quando hanno ricevuto la lettera di cessazione dell’attività, sono sulle barricate. Fino a settembre gli operai hanno fatto funzionare la fabbrica, giorno e notte, consegnando i pezzi e facendone entrare di nuovi. Senza stipendio. A settembre, quando la magistratura ha messo i sigilli alla fabbrica, hanno dato il via al presidio permanente, mantenendo gli stessi turni di lavoro. Fino a domenica scorsa quando, nelle prime ore della mattina, la fabbrica è stata presa d’assalto dalle squadre di tecnici incaricati dalle ditte che nel frattempo hanno acquistato parte dei macchinari, di smontarli e smantellare l’officina. A scortarli, circa 400 uomini tra agenti della polizia e carabinieri. Si è trattato di una brutta sorpresa per chi aveva appena ottenuto la promessa da Provincia e Regione che l’attività produttiva sarebbe stata salvaguardata. In solidarietà ai metalmeccanici della Innse, tra domenica e ieri sono arrivati al presidio anche rappresentanti del territorio, l’ex assessore provinciale Antonio Bagnaschi e Michela Sfondrini, esponente del Laboratorio per la città, insieme al consigliere della provincia di Milano Massimo Gatti. Espressioni di affetto sono arrivate anche dall’assessore comunale di Lodi Silvana Cesani, dal consulente del lavoro Sergio Cusani e da Franco Tonon del direttivo lodigiano di Rifondazione. Da mesi un compratore ha manifestato interesse ad acquisire l’attività produttiva, anche se il padrone Silvano Genta ha gettato acqua sul fuoco, dicendo che la fabbrica è in crisi da anni. «Le commesse di lavoro c’erano - commenta Massimo, di Lodi -, ci sono le carte che lo dimostrano. E poi deve spiegarci come mai, se era sempre in crisi, l’ha comprata e adesso vende le macchine. Oggi qua davanti, anche se è lunedì, ci sono 100 persone che sono venute a darci solidarietà». Lui non ha nessuna intenzione di cercarsi un altro lavoro. Il punto è salvare la fabbrica, le condizioni ci sono. Da mesi l’esperienza di lotta della Innse è stata raccontata dagli stessi lavoratori, con diversi mezzi, in Italia, ma anche negli altri paesi europei. Manifestazioni di affetto, ieri, sono arrivate anche dai lavoratori di Basilea. Sulle mura del consolato italiano è comparsa la scritta “Giù le mani dalla Innse”, la stessa incisa all’esterno dei capannoni di via Rubattino.

Gelato e disobbedienza civile

Dopo le polemiche un sit in sul sagrato.
La protesta del gelato contro le ordinanze per il decoro cittadino.
Rassegna stampa - Andrea Bagatta su Il Cittadino di oggi.

Dopo le polemiche sulle nuove ordinanze per la sicurezza e il decoro cittadino, esponenti di sinistra e di centro-sinistra di Casale sfidano con un atto di disobbedienza civile l’autorità del sindaco, e mangiano un gelato sul sagrato della chiesa! Alla goliardica e improvvisata protesta hanno partecipato tra gli altri il consigliere comunale del Partito Comunista dei Lavoratori Leopoldo Cattaneo e l’ex assessore al bilancio Marco Minoia del Partito Democratico. Tra le quattro ordinanze firmate dal sindaco Flavio Parmesani a metà luglio per garantire il decoro cittadino e la civile convivenza, la più contestata è senza dubbio quella riguardante il divieto di bivacco nei luoghi pubblici e sui monumenti cittadini, la cui interpretazione non è linearmente condivisa da tutti.
Nell’ultimo consiglio comunale era stato proprio il consigliere di minoranza Leopoldo Cattaneo a chiedere in interrogazione al sindaco se fosse vero o meno che dei cittadini italiani e stranieri erano stati allontanati dal sagrato della chiesa perché sorpresi nell’atto di mangiare un gelato.
Le precisazioni in risposta del sindaco Flavio Parmesani non avevano convinto appieno, da una parte rassicurando sul fatto che un gelato non costituisce un problema dall’altra specificando che probabilmente l’azione della polizia locale era da attribuirsi a un equivoco. A essere represse saranno le azioni tipicamente domestiche o private, che non possono essere svolte in pubblico. Da qui la decisione degli esponenti di sinistra e di centro-sinistra di improvvisare una simpatica disobbedienza civile nei confronti dell’ordinanza, e di assumersene in pieno la responsabilità con tanto di prova fotografica

In mano ai leghisti

Casale. La Ressegotti nel mirino dell’opposizione per il timbro del comune su un volantino.
Rassegna stampa - Il Cittadino di oggi.

L’operato del consigliere comunale con delega alle frazioni Lina Ressegotti finisce sotto interrogazione da parte del Partito Democratico. La vicenda si riferisce ai giorni immediatamente precedenti la notte bianca: a Zorlesco, in quei giorni era in circolazione un volantino con il timbro del comune di Casale nel quale si descriveva l’istituzione del collegamento notturno verso il capoluogo con un bus per la notte bianca, e si attribuiva il merito dell’iniziativa alla consigliera Lina Ressegotti. «Nella precedente seduta il consigliere Cattaneo aveva mostrato una copia del volantino, e il sindaco aveva detto che si sarebbe informato - ha detto Federico Moro di Casale Democratica. - Ora chiediamo una risposta scritta in merito a quanto accaduto: l’iniziativa in sé era lodevole, ma non esiste che un consigliere comunale si faccia pubblicità, perdipiù facendola passare per un’operazione comunale apponendovi un timbro». Il sindaco ha promesso risposta scritta in merito all’accaduto, ma ha già anticipato alcuni temi della replica. «Il timbro era né più né meno quello dell’affissione, e pertanto mi sembra una polemica strumentale e senza senso, visto anche la bontà dell’iniziativa». In attesa della risposta formale, però, è l’esponente del Partito Democratico Roberto Ferrari, ex vicesindaco, a dare un senso all’iniziativa. «I timbri delle affissioni sono altri, e il sindaco dovrebbe ben saperlo. Le critiche all’operato di alcuni consiglieri, Giuseppe Carelli sul fronte sicurezza o Lina Ressegotti per questa polemica, non vanno contro le persone, ma contro l’atteggiamento che la Lega ha assunto da quando governa. Si comportano come se avessero vinto la città e ora ne fossero i padroni, piuttosto che gli amministratori».

Casale al tracollo

Andrea Bagatta su Il Cittadino di oggi ci informa che a Casalpusterlengo le finanze sono al tracollo: il comune mette sul mercato un terreno in zona Ducatona.
Aree in vendita per fare cassa: «Ma non toccheremo il verde».
Rassegna stampa.

L’amministrazione vende il verde pubblico per fare cassa, ma solo in parte, e conferma anzi il salvataggio delle aree standard di via Fugazza e di via San Paolo, come aveva promesso in campagna elettorale. Il piano di alienazioni stilato dalla precedente amministrazione guidata da Angelo Pagani aveva messo in elenco tre consistenti aree standard, oggi in prevalenza a verde pubblico, dalle quali si sarebbero ricavati circa un milione di euro. Si tratta di circa 2.800 metri quadrati in via Fugazza per un importo stimato in previsione di circa 490mila euro, di 580 metri quadrati in via San Paolo per poco meno di 100mila euro, e di 2.600 metri quadrati in via Rabin per un importo presunto di poco meno di 450mila euro. A queste alienazioni, con relativa trasformazione in area residenziale, il centrodestra e in particolare la Lega nord si erano opposti in campagna elettorale.
È di questi giorni, invece, un parziale dietrofront: è già partito infatti l’iter che porterà al cambio di destinazione urbanistica e alla vendita del terreno adiacente via Rabin. La porzione di terra, in via Gastaldi, è già stata valutata con una nuova perizia di stima che ne ha fissato il valore oggi a 492mila euro. «Si tratta di una fetta di verde ai margini della porzione abitata, che non avrebbe senso mantenere - spiega l’assessore ai lavori pubblici Luca Peviani -. Lì abbiamo una zona residenziale sviluppata a villette, con cubature e occupazione del suolo tollerabili. Un’ulteriore espansione si può fare e l’incasso ci permetterà intanto di coprire le spese correnti, per le quali dobbiamo necessariamente trovare delle fonti di finanziamento, e quindi di effettuare qualche piccolo investimento, a partire dalla possibilità di avviare il Piano di governo del territorio, strumento poi essenziale ai fini della crescita e della programmazione della città». Al contempo, però, l’assessore nega che sia iniziato un piano di alienazioni su larga scala del verde pubblico, contrariamente a quanto affermato in campagna elettorale. «Sulla porzione di terreno di via Rabin non ho avuto alcun tipo di pressione, perché per tutti era chiaro che quella zona fosse da andare a completare con lo sviluppo urbanistico - prosegue Peviani -. Diverso è il ragionamento su via Fugazza e su via San Paolo, così come su altre piccole aree verdi all’interno della città. In questi casi siamo in presenza di aree già densamente abitate e quindi cercheremo di mantenere il verde pubblico. Per l’ampia area di via Fugazza l’orientamento è quello di proporre ai residenti la creazione di aree private di verde attrezzato: si potranno mantenere a verde oppure realizzare box, piscine e altre pertinenze di questo tipo. L’obiettivo è conservare il verde senza pesare sulle casse comunali con nuove strutture da mantenere».

Situazione sicurezza nel Lodigiano

I dati del ministero dell’Interno indicano però un calo del numero totale di delitti denunciati nel territorio provinciale.
Nel Lodigiano aumentano i furti in casa.
Nel 2008 ben 686 colpi, il 17 per cento in più rispetto al 2007.
Rassegna stampa - Il Cittadino di oggi, articolo di Carlo Catena.

Lodi e la sua provincia sono al 72esimo posto nella “classifica” nazionale del numero di delitti denunciati ogni 100mila abitanti. Il numero di reati è in diminuzione con la sola eccezione dei furti in appartamento e degli scippi. Stanno appena meglio di noi sul fronte della sicurezza province come Como, Trento e Lecco, ma secondo i dati resi noti in queste ore dal ministero dell’Interno ed elaborati da «il Sole 24 ore» realtà come Reggio Calabria e Cosenza non sono tanto più pericolose del Lodigiano. Che resta comunque nella metà “bassa” di una classifica che vede al primo posto nazionale per pericolosità la provincia di Rimini.
Nel raffronto tra i delitti denunciati nel 2007 e quelli del 2008 emerge comunque per il Lodigiano una diminuzione del 3,5 per cento, per un totale di 7.341 episodi segnalati dalle vittime alle forze dell’ordine, rispetto al dato del 2007. Ogni centomila residenti in provincia di Lodi sono stati denunciati, nel 2008, 3.342 delitti.In innegabile aumento gli episodi criminosi classificati come “furto in abitazione”: secondo il ministero nel 2008 sono aumentati del 16,7 per cento rispetto all’anno precedente, pari a un totale di 686 furti, poco meno di due al giorno (in tutto il territorio provinciale), e per questo aumento il Lodigiano scala la classifica nazionale, conquistando il 21esimo posto. Al primo posto per questo tipo di reati c’è però il Pavese, con i suoi 2.669 furti consumati in casa lo scorso anno, e al 23esimo posto la provincia di Cremona, a quota 1.084 furti nel 2008, con un aumento addirittura del 25,8 per cento rispetto al 2007. Due territori confinanti che condividono con il Lodigiano il destino di intrecciare le rotte delle scorribande, non necessariamente notturne, di bande armate di cacciavite e, a volte, sembra, anche di sostanze soporifere, ma che solitamente evitano il contatto con le vittime. L’altro delitto che è diventato più frequente in provincia di Lodi sono i “furti con strappo”, altresì detti scippi, con un totale comunque limitato a 18 episodi. L’aumento è stato del 5,9 per cento. In diminuzione invece i furti con destrezza (meno 3,5 per cento), che sono comunque un buon numero: 223 in un anno, all’apparenza tanti ma comunque, in base alla statistica, pari a una probabilità per i residenti di essere vittime di un borseggiatore una volta ogni mille anni. Probabilità che ovviamente aumentano in mercati e luoghi affollati. Appare elevato anche il numero di furti d’auto, 280 nel 2008, comunque in netto calo (meno 17,9 per cento) rispetto al 2007. Un numero a proposito del quale Viasat aveva però recentemente diffuso statistiche che segnano un aumento dei ritrovamenti di auto rubate, anche in provincia di Lodi. In calo anche le rapine (cento nel 2008 in provincia) e truffe e frodi informatiche (414 episodi, meno 2,9 per cento sul 2007), mentre il ministero non fornisce il raffronto sugli omicidi volontari, che nel 2008, anno “nero”, erano stati ben tre in provincia di Lodi, peraltro tutti nel mese di febbraio. Un dato che aveva portato il nostro territorio al 21esimo posto nazionale, con un dato peggiore rispetto a Catania o Milano. Ne emerge comunque il quadro di un Lodigiano complessivamente un po’ più sicuro rispetto a un anno prima, anche se i furti in abitazione sono un reato che desta particolare allarme per le sue modalità. E non si tratta solo di statistiche di mezza estate: le forze dell’ordine consigliano di denunciare sempre i reati anche perché proprio sulla base di questi numeri vengono destinati agenti e mezzi sul territorio.

Un articolo molto discusso sul blog

Sviluppi del tutto particolari, offensivi e gratuiti, per un fatto di cronaca.

Ha suscitato molto interesse, nei lettori, l’articolo di cronaca a titolo "Consiglio: una seduta da guinness dei primati" apparso sul blog di Insieme per Brembio, tanto da subissare in poco tempo lo spazio con svariati commenti; alcuni offensivi, gratuiti e non troppo intelligenti. Chiariamo subito un fatto: lo scritto è un articolo di cronaca e non un articolo contro qualcuno, come lo si vuol far passare, teso a informare la gente che non era presente al consiglio comunale, riportante i fatti avvenuti alla sera del 31 luglio scorso. Un articolo che potremmo tranquillamente leggere su uno dei quotidiani di cui siamo abituati a informarci e che girano per le nostre case, dove maggioranza e minoranza si fronteggiano su argomenti all’ordine del giorno e ognuno dichiara o non dichiara le proprie intenzioni votando alla fine per ciò che ritiene giusto democraticamente. Va da sé che la dialettica politica, vista da chi ascolta, può riservare sviluppi particolari espressi o non espressi dalle forze politiche che in quel momento esercitano, e che, il cronista, percepisce e riporta nell’articolo senza per questo minimamente denigrare questa o quell’altra frangia politica; come qualsiasi altro ascoltatore presente. E fin qui, nulla di strano. Lo strano avviene al termine dell’articolo quando vi è la possibilità di un commento.
Questo viene postato anche in modo anonimo (una nostra scelta) con l’opportunità di non essere riconosciuti e a volte, con toni offensivi e gratuiti, con accuse a destra e a manca che esulano dalla semplice diatriba dialettica, tanto da sembrare gladiatori nell’arena in un duello all’ultimo sangue. Se per un semplice articolo di cronaca s’intendono ravvisare sgarbi o si ritengono tali le sfumature del tutto legittime che il cronista o gli astanti colgono, e si arriva a colpire persone più o meno conosciute o presunte tali anche attraverso omonimie con frasi offensive e diffamatorie, non osiamo pensare che cosa potrebbe succedere a chiunque, per una marcata diversità di opinione.
Insieme per Brembio, oltre ad un gruppo di persone unite da un comun denominatore che si ispira alla centralità della persona per una convivenza libera e solidale liberi da vincoli di partito, è anche un notiziario di informazione locale e di appunti di vita cittadina. E non accetta da chi che sia ne intimidazioni o diffamazioni. Per questo motivo e per altre peculiarità che da sempre ci hanno contraddistinto, continueremo operare, a scrivere e a pubblicare nel pieno rispetto delle nostre e altrui libertà tutto quello che riterremo opportuno.