La partecipazione modesta, anche per la contemporaneità di altra manifestazione, non ha impedito che l'incontro di ieri sera alle ex scuole elementari sul Piano di governo del territorio sia stato un interessante momento di discussione sul documento di programmazione urbanistica che il Comune, dopo la sua adozione, approverà definitivamente in un prossimo consiglio comunale.
Ad introdurre il tema "Pgt. Trasformazione di un territorio, progresso o necessità di cassa?" è stata Maria Rosaria Russo, capogruppo consiliare di Rifondazione per Brembio. Il taglio del suo intervento è stato di natura prettamente politico amministrativa: dopo aver descritto brevemente i documenti che compongono il Pgt, ha fatto una panoramica dello strumento in termini di risposta ai bisogni della comunità. Il consigliere di Rifondazione ha evidenziato che dal piano è stata stralciata l'area industriale, prevista nella bozza iniziale, rinviandone la sua definizione ad una futura integrazione in stretta correlazione con il Piano sovracomunale industriale provinciale, e ha definito questa operazione, demandando ogni responsabilità ad un piano di livello superiore, "poco corretta" da parte dell'amministrazione Sozzi. Ha proseguito poi dicendo che in pratica il piano prevede una sorta di cementificazione diffusa contraddicendo quelle che sono le premesse del documento dove in modo ridondante viene proclamato l'obiettivo primario di rispetto del territorio e di contenimento dell'uso del terreno agricolo con il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente.
La Russo si è soffermata particolarmente sul piano dei servizi, esprimendosi in termini molto critici verso il sindaco Sozzi e la propaganda da lui fatta in questi anni in merito all'alto livello dei servizi forniti alla comunità. In sostanza, l'amministrazione si è preoccupata di enunciarne il numero, senza però preocuparsi minimamente di misurane la qualità. Il nostro è un paese dove mancano adeguati spazi pubblici di verde, mancano i parcheggi, non vengono considerati i bisogni di tutta la comunità, ha concluso la capogruppo di Rifondazione che non ha mancato di evidenziare che il piano costa alle casse comunali ben 60.000 euro, per produrre alla fine poco o nulla, una sorta di montagna che ha partorito il topolino.
Ha preso poi la parola Pino Botti di Insieme per Brembio, iniziando la sua disanima del Pgt dall'ultima pagina della relazione del Documento di piano, dove si parla del bisogno di abitazioni espresso dal mercato locale. Bisogno che non trova riscontro, sia nell'analisi dell'andamento demografico preso a riferimento, sia dalla situazione attuale, verificabile semplicemente guardandosi in giro per il paese, stante l'alto numero di case in vendita ed il nuovo invenduto.
Interessante, ha sottolineato Botti, è poi osservare che nelle valutazioni complessive (in particolare facendo riferimento al Piano dei servizi, dove nel calcolo delle aree per garantire i servizi minimi si parte dalla popolazione attuale per poi aggiungere quella insediabile con le aree di trasformazione e di recupero urbanistico) di dimentica completamente di considerare tutta la capacità insediativa delle zone in costruzione, tutte quelle edificabili già oggi, su tutto l'invenduto e su quanto diventerà possibile fare con la riqualificazione degli edifici dismessi (come ad esempio le cascine). Per Botti, tenendo conto di tutto, se il piano non fosse un libro dei sogni, porterebbe ad un incremento ben maggiore dei 970 abitanti previsti.
Notevole interesse ha destato l'analisi delle schede con la situazione degli standard, in particolare, la scheda dei parcheggi (totale da standard mq 20.000 circa, realizzati 8.000 previsti 12.000), come pure la scheda del verde pubblico (mq totali 24.000, realizzati 11.000, dove per quelli non realizzati non si è nemmeno acquistato l'area). Questi numeri hanno innescato la discussione sulla scellerata e poco corretta pratica della monetizzazione delle aree a standard, figlia d'un malgoverno iniziato ben prima dell'amministrazione Sozzi.
Si è parlato anche della tangenzialina prevista che dovrebbe collegare la provinciale per Livraga con il Garibaldino. Il tracciato - è stato osservato dal consigliere Tonani di Brembio che cambia - attraverserebbe un bosco di querce; mentre l'ex sindaco Cappelletti ha espresso il parere che la strada non sarà fatta, se non altro per ragioni politiche, prima del completamento della tangenziale di Livraga.
Si è parlato del PLIS del Brembiolo, esprimendo apprezzamento per la proposta di ampliamento del suo territorio e del corridoio che mette il connessione le zone a monte e a valle del centro abitato.
L'incontro, conclusosi dopo le 23, sarà seguito da alcune iniziative che, come è stato annunciato, sono allo studio.