FATTI E PAROLE

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lunedì 20 luglio 2009

Brunetta mette online le consulenze

Le consulenze di cui si è avvalso il Comune di Brembio presenti nell’elenco relativo al 2008 pubblicato nel sito del ministero.

Sono state circa 11.608 le amministrazioni pubbliche che nel 2008 si sono avvalse di consulenze e collaborazioni esterne per complessivi 285.466 incarichi per un totale di compensi erogati pari a 1.449.411.992,27 euro, come comunica il ministero per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione che ha reso oggi consultabili i dati comunicati dalle Amministrazioni pubbliche all'Anagrafe delle Prestazioni, relativamente allo scorso anno. Comunicazioni che, rispetto all'anno precedente, sono in aumento, di circa il 17,93%: nel mese di settembre 2008, infatti, spiega ancora la nota, le amministrazioni che avevano effettuato la comunicazione per l'anno 2007 erano 9.843 unità, per 269.455 incarichi, per un totale di compensi erogati pari a 1.354.509.416,21 euro.
“L'Operazione Trasparenza avviata dal Ministro Renato Brunetta continua quindi a determinare un miglior comportamento delle pubbliche amministrazioni nel rispettare le scadenze di legge", è il commento del ministero che però sottolinea anche come resti "un numero cospicuo di amministrazioni, poco meno del 50%", che o non hanno conferito alcun incarico oppure non hanno trasmesso, nei tempi e con le modalità previste, i dati sulle consulenze. Per questo motivo, spiega ancora la nota, si può continuare a stimare che esistano circa 500.000 consulenze per un ammontare pari a circa 2.500.000.000 di euro.
Ovviamente anche il Comune di Brembio era tenuto all’invio e i dati relativi appaiono online nel sito del ministero. Riportiamo, dunque di seguito, gli Incarichi affidati a consulenti e collaboratori esterni (dati comunicati ai sensi dell'art.53 del Dlgs. 165/01), relativi all’anno 2008, aggiornati al 2 luglio 2009, che si riferiscono al nostro Comune:
Consulenze Aziendali Studio Arienta (dall’1 gennaio al 31 dicembre 2008), consulenza tecnica, Aggiornamento Piano Valutazione Rischi d.lgs 626/94 – Importo previsto 2.340,00 euro, erogato 2.340,00 euro.
Consulenze Aziendali Studio Arienta (dal 12 settembre al 31 dicembre 2008), consulenza tecnica, DUVRI – Documentazione conformità art. 26 – Importo previsto 720,00 euro, erogato 720,00 euro.
EK Multimedia & Web Consulting (dall’1 gennaio al 31 dicembre 2008), consulenza tecnica, collaborazione esterna gestione CED – Importo previsto 4.320,00 euro, erogato 1.440,00 euro.
Studio Fossati Andena (dall’1 gennaio al 31 agosto 2008), consulenza tecnica, consulenza legale – Importo previsto 1.468,80 euro, erogato 0,00 euro.
Chiesa Laura (dal 10 dicembre al 10 dicembre 2008), commissioni, commissione selezione verticale – Importo previsto 361,52 euro, erogato 0,00 euro.
Fiorani Arturo (dal 10 dicembre al 10 dicembre 2008), commissioni, commissione selezione verticale – Importo previsto 361,52 euro, erogato 0,00 euro.
Porchera Matteo (dal 15 ottobre 2008 al 31 dicembre 2008), consulenza tecnica, restiling sito web comunale – Importo previsto 2.530,00 euro, erogato 0,00.
Vitari Marinella (dall’1 gennaio al 31 dicembre 2008), prestazioni mediche, incarico servizio infermieristico – Importo previsto 13.700,00 euro, erogato 5.504,81 euro.

Boschi per difendere l'aria che respiriamo

La costruenda centrale di Turano-Bertonico tiene banco nei media. Da Il Giorno di oggi raccogliamo per primo un intervento di Andrea Poggio, vicedirettore centrale di Legambiente, e poi due articoli di Tiziano Troianello, il secondo dei quali riassume un po’ quanto già in precedenza abbiamo riportato nel blog.
Rassegna stampa.
«Niente strade e campetti, vogliamo boschi»

Sorgenia, che è la società elettrica italiana con meno centrali fossili, che ne costruisce con parsimonia e solo quando ogni opposizione è ridotta al lumicino, sta lavorando a pieno regime nel suo cantiere di Bertonico, nella Bassa Lodigiana. Sta costruendo quella che sarà, probabilmente, una delle ultime centrali a combustibili fossili che si faranno in Italia.
Come faccio ad esserne così sicuro? Qualche settimana fa i «grandi della terra» si sono infatti trovati a L’Aquila per accordarsi su una riduzione al 2050 dell’80 per cento delle emissioni che provocano i cambiamenti climatici e per litigare se la riduzione al 2020 dovesse essere del venti o quaranta per cento. Ma allora, perché vincolare territorio agricolo per costruire centrali a combustibile fossile che, tra venti o trent’anni, si dovranno chiudere?
Questo regalo è stato gentilmente elargito al Lodigiano da un imprenditore considerato di simpatie di sinistra (Carlo De Benedetti, ndr), certo, ma da autorità di centrodestra regionali e ministeriali, che hanno firmato tutti i principali provvedimenti autorizzativi.
La Lega Nord, il massimo di opposizione che si sia permessa, è di essersi assentata al momento del voto: neanche dichiarazione di dissenso, solo un “mi scappava la pipì”.
E ora che noi tutti lodigiani abbiamo a gran maggioranza confermato in tutti i governi questi partiti, vogliamo chiedere loro di fermare la centrale?
Magari per vederci proporre (a Caorso, visto che a Tavazzano manca l’acqua per il raffreddamento) una nuova mega centrale nucleare? La tentazione sinceramente c’è. Ora che siete al potere, fermate voi Sorgenia!
E se invece di compensazioni monetarie volete parlare, almeno una cosa vi chiediamo: basta ai mille rivoli di opere più o meno utili: un campo sportivo qua, una strada là, la scuola o il municipio nuovo.
No, se compensazioni debbono essere, che siano solo ambientali. Il camino della centrale deve essere compensato con altrettanti camini chiusi, ettari di boschi e grandi estensioni di terreno agricolo salvaguardato: esistono nella normativa internazionale sistemi affidabili di valutazione dell’entità delle restituzioni ambientali necessarie per difendere l’atmosfera, l’aria che respiriamo, la biodiversità naturale e il suolo agricolo ancora non distrutto da centri commerciali, capannoni logistici e viadotti di dubbia utilità.
Questa la sfida vera che lanciamo alla nuova Amministrazione della Provincia.

Il presidente della Provincia Foroni: strapperemo a Sorgenia fondi per Turano, Bertonico e i paesi vicini. «Chiederemo il filtro da 100milioni di euro»

Avanti tutta per Sorgenia, società del gruppo Cir che sta costruendo sull’area ex Sarni-Gulf una centrale termoelettrica in grado di produrre oltre 750 megawatt ora di energia. Il colosso, di cui oggi è già visibile a chilometri di distanza lo scheletro, sarà completato entro ottobre 2010. Per affrontare le questioni relative alla costruzione e alla messa in funzione, la società ha ottenuto il via libera per un super-finanziamento da 600 milioni di euro. A garantirglielo, un «pool» di 6 istituti di credito tra cui Banca Popolare di Lodi. A fianco della banca lodigiana hanno deciso di dare fiducia alla società di Carlo De Benedetti, Mediobanca Banca di Credito Finanziario Spa, Monte dei Paschi di Siena, Intesa San Paolo, Unicredit Mediocredito Centrale e WestLB. L’operazione consente a Sorgenia (partecipata dall’austriaca Verbund) di supportare gli investimenti in Italia. Tra questi, in pole position la centrale di Turano e Bertonico, e quella progettata ad Aprilia in Lazio (dove i residenti stanno dando ben più “grattacapi” alla società).
Il presidente della Provincia Pietro Foroni, in vista delle trattative con Sorgenia sulle compensazioni, promette: «Chiederemo, come aveva proposto l’ex assessore all’Ambiente Antonio Bagnaschi, l’installazione di un filtro catalitico di ultimissima generazione (dal costo di 100 milioni di euro, ndr) in grado di far sì che le emissioni nell’aria siano il più possibile vicine a zero. Chiederemo compensazioni economiche superiori a quelle previste dal Decreto Marzano, ripartite equamente tra i Comuni interessati dall’insediamento, Turano e Bertonico, ma anche tra i paesi confinanti: Terranova dei Passerini, Casale e Castiglione». Aggiunge: «Ho avuto un primo incontro con Sorgenia. La base di partenza è la bozza di convenzione che la Provincia aveva predisposto nei mesi scorsi e alla quale vogliamo portare modifiche. Ho avviato consultazioni con i Comuni vicini all’impianto e ho parlato con i sindaci di Secugnago, Terranova, Castiglione e Casale. Abbiamo iniziato a delineare una logica di azione comune». «La priorità delle trattative sarà l’aspetto ambientale. Bisogna prendere atto che la centrale si farà. Dobbiamo essere realisti, i contenziosi in tribunale sono stati persi. Bisogna trovare tutte le tipologie di azione per mitigare l’impatto. Sono consapevole che le compensazioni, per tante che potranno essere, saranno sempre parziali per il territorio. Se la centrale non fosse arrivata sarebbe stato meglio. Quest’opera non serve al Lodigiano. Anche per questo chiederemo contropartite superiori a quelle previste in situazioni di normalità». Ma la centrale tra poco più di un anno — sicuramente prima di quando arriverà il nuovo ponte sulla via Emilia tra San Rocco e Piacenza — accenderà i suoi motori.

I Comitati restano alla finestra
«Per la nostra salute non c’è prezzo»

«Un grande centro benessere con saune e idromassaggi per ritemprare il corpo e nuovi templi religiosi, per i seguaci di ogni credo, per ritemprare l’anima. Questo intendiamo chiedere a Sorgenia in contropartita per l’insediamento sull’area ex Gulf della sua centrale». Si affida all’ironia Francesca Gusmaroli, una delle più attive esponenti del Comitato “Ma.Pa.” (Mamme e papà contro la centrale, scesi in campo fin dall’inizio per contrastrare l’arrivo del colosso) quando le si chiede cosa la loro associazione vorrebbe da Sorgenia. «Visto che non siamo stati in grado di garantire la nostra salute su questa terra — spiega — abbiamo bisogno di qualche nuova struttura che ci porti beneficio. Per il corpo e per tutti i laici penso che possa andare bene un centro benessere. Per tutti coloro che invece sono credenti, di qualsiasi religione, ritengo debbano essere realizzate una nuova cappella, una mini moschea e un centro di studi ebraico. Così almeno proviamo a fare qualcosa per la salute dell’aldilà, ammesso che esista». Il Ma.Pa. in questa fase in cui i lavori sull’area ex Sarni-Gulf sono in pieno svolgimento sta sostanzialmente a guardare. «Seguiamo i lavori attentamente e da profani — riferisce Gusmaroli —. Tante persone, soprattutto le nostre amiche mamme di Lodi (che anche loro si erano costituite in associazione e si erano schierate contro l’impianto, ndr) ci dicono che vedono lo scheletro della struttura dalla tangenziale del capoluogo e ci chiedono informazioni. Noi assistiamo allo svilupparsi degli eventi, un po’ attoniti. Speriamo che i nostri sindaci prendano bene coscienza di tutto quello che sta accadendo e facciano di tutto per garantire la salute pubblica. Ci piacerebbe partecipare ai tavoli di trattativa con la società, anche se da un certo punto di vista il concetto di “monetizzare” non ci piace per niente perché è il segnale che il danno è stato ormai fatto». Ma c’è chi dichiara di non essersi ancora arreso e di continuare a sperare di non vedere mai accendersi la centrale a turbogas di Sorgenia. Sono gli esponenti del partito Italia dei Valori. Il segretario provinciale Gianni Pera definisce la centrale «frutto di un atto di prepotenza del precedente Governo Berlusconi» e confida che possano arrivare buone notizie dalla revisione dell’autorizzazione, prevista dalla normativa ogni cinque anni, e quindi attesa entro il 2010. Nel frattempo nel quartier generale del partito dell’ex pm Di Pietro è giunta la risposta che il sottosegretario di Stato per l’Ambiente e la tutela del territorio e del mare, Roberto Menia, ha fornito a seguito dell’interrogazione presentata a inizio febbraio in Parlamento dagli onorevoli Sergio Piffari e Gabriele Cimadoro. I due avevano posto in particolar modo le questioni della revisione della Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia), già concessa dallo stesso Ministero ma non ancora realmente avviata, della opportunità di istituire una apposita commissione Aia che lavori di concerto con la Regione Lombardia e gli enti locali interessati, a ogni livello, e delle reali misure di monitoraggio del rischio di inquinamento atmosferico predisposte, sia rispetto alla futura attività della centrale sia sulla attuale attività di cantiere. «Il quadro fornito dal ministero dell’Ambiente — commenta Pera — non è esauriente. Continuiamo a registrare reticenze. Nulla si dice sulla parte più importante, e cioè il quando verranno decisi gli accorgimenti tecnici utili a limitare le emissioni».

Voglia di festa e desiderio di tranquillità

Per avere un paese più vivibile basta un po' d'attenzione.

Ogni festa porta in sé la voglia dei partecipanti di darsi appuntamento, di incontrarsi, di convivialità, di divertimento, di balli, di musica e canti dimenticando, per un attimo fugace d’evasione, pensieri e impegni quotidiani. Un modo di rigenerarsi partecipando a qualche cosa di diverso dalla solita routine, in queste afose serate estive; dove ogni cosa, anche la più piccola, sembra pesare più del dovuto.
Così è per la festa dell’Unità di Brembio, dove molta gente si riversa ricercando, in quei prati, un po’ di frescura forse proveniente dal vicino Brembiolo che la costeggia per parte del suo perimetro e con un grande balzo verde, come fosse una veranda aperta sulla fresca campagna.
Una cosa del tutto normale il ricercare un po’ di tranquillità oggigiorno; sennonché, fatta eccezione per qualche schiamazzo e qualche intemperanza dovuta all’euforia del momento, rimane un neo da tenere sotto costante osservazione: l’alto volume della musica fino a notte inoltrata. Ci sono zone limitrofe, da tre lati non esclusa la periferia dal lato opposto del paese, che godono – o meglio – subiscono l’imposizione di questa musica. Dove chi, per scelta o impossibilità, è costretto in casa e con questo caldo è forzato a chiudere porte e finestre per potersi godere un programma televisivo o per riposare. Questa parte di cittadini, tra i quali vanno contemplati gli infermi, gli anziani, i bambini, o i lavoratori del primo mattino, che sono parte importante della comunità, desiderano rispetto. Chiedono di non essere soverchiati dall’eccesivo divertimento di altri. Al primo Cittadino di Brembio inviano il loro messaggio contando sulle sue affermazioni: quella di avere un paese più vivibile.

Gadget per chi paga le tasse

Rassegna stampa.
Sì alla Tarsu pagata in base a stime dei volumi.
Articolo di Vincenzo Dragani su ItaliaOggi di venerdì 17 luglio.

È compatibile con il diritto comunitario il criterio di calcolo della tassa per lo smaltimento dei rifiuti urbani adottata dal legislatore italiano, sebbene preveda il computo dell’importo dovuto su una semplice stima del volume dei rifiuti generato e non sul quantitativo dei beni a fine vita effettivamente prodotti e conferiti al servizio pubblico. Ad assolvere la nota «Tarsu» (acronimo di «tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani») è la Corte Ue di giustizia, che con sentenza 16 luglio 2009 (n. C-254/08) ha sottolineato come, in primo luogo, la direttiva madre sui rifiuti (la 2006/12/Ce) chiede agli Stati Ue di far gravare sui detentori di rifiuti il costo globale dello smaltimento, senza imporre loro le modalità per garantire tale risultato, e, in secondo luogo, come una determinazione del volume esatto dei rifiuti conferiti da tali detentori al servizio pubblico sia di fatto difficile ed oneroso.
Per il Giudice comunitario, pronunciatosi in risposta alla questione pregiudiziale sollevata dalla magistratura nazionale su impulso di alcune aziende alberghiere italiane, il potere discrezionale lasciato dall’Ue agli Stati membri deve tuttavia essere contemperato con il principio di matrice Ue del «chi inquina paga», per cui il giudice locale dovrà accertare se, nel caso di specie, i soggetti percossi abbiano effettivamente supportato dei costi manifestatamente non commisurati al volume e alla natura dei rifiuti da essi producibili. La parola definitiva sulla questione torna così al Tribunale amministrativo della Regione Campania, giudice innanzi al quale le imprese alberghiere in parola avevano impugnato la Tarsu comunale contestando il computo effettuato sulla loro capacità di reddito invece che sulla loro effettiva capacità di produrre rifiuti.

Raccolta differenziata. Operativo l’accordo Anci-Conai.
Da Il Sole 24 Ore di sabato 18 luglio.

Sono stati firmati da Filippo Bernocchi dell’Anci (l’associazione dei comuni) e Piero Perron, presidente Conai (il Consorzio nazionale imballaggi) gli allegati che rendono esecutivo l’accordo tra Anci e Conai. L’accordo durerà fino al 2013 e finanzierà i comuni che svolgeranno la raccolta differenziata degli imballaggi usati.

Fare cassa. A Brolo (Messina) chi paga i tributi accumula punti per ricevere gadget e sconti.
Le tasse? Come la carta fedeltà del supermercato.
Da Venerdì di Repubblica del 17 luglio.

Il bollettino dell’Ici e delle altre imposte comunali come la tessera del supermercato: più paghi, più accumuli punti che danno diritto a sconti e gadget. L’idea è dell’ufficio tributi di Brolo, 5600 anime in provincia di Messina. A curare il servizio per conto dell’amministrazione comunale sarà il grippo Banca Sella – Lottomatica: «Il Comune vuole mettere a disposizione dell’utenza un comodi sistema di accumulo punti che premierà la fedeltà del contribuente sia nel pagare i tributi comunali, sia nel fare acquisti presso tanti esercizi commerciali locali che aderiscono all’iniziativa» spiegano al Comune. E forse, come diceva un ministro, pagare le tasse sarà finalmente «bello».

Il privato e le opere di urbanizzazione

Urbanizzazione. Il privato «arbitro» delle gare.
Rassegna stampa. Articolo di Valeria Uva su Il Sole 24 Ore di sabato 18 luglio.

Dall’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici arrivano le istruzioni ai privati per gestire le gare per le opere di urbanizzazione. La filosofia alla base di questo nuovo provvedimento dell’Autorità è che il costruttore privato impegnato in una lottizzazione residenziale debba comportarsi esattamente come una stazione appaltante pubblica quando si tratta di realizzare strade, scuole, fognature e parchi, ovvero le cosiddette opere di urbanizzazione (primaria e secondaria) legate ai nuovi edifici. Dal 2001, infatti, con la sentenza «Scala 2000», la corte Ue ha classificato queste opere come pubbliche e ha imposto le gare. Il privato, quindi, è tenuto ad appaltarle a terzi «nel rispetto delle procedure del Codice (con diverse tipologie di gara a seconda dell’importo) ma soprattutto (determinazione n. 7/2009 dell’Autorità, relatore il presidente Luigi Giampaolino) «è esclusivo responsabile dell’attività di progettazione, affidamento ed esecuzione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria». Sta a lui scegliere il criterio di aggiudicazione tra massimo ribasso e offerta più vantaggiosa, valutare le offerte anomale, escludere dalla gara i concorrenti scorretti e nominare il collaudatore. Sempre al privato andranno eventuali economie da ribassi d’asta.
Unica eccezione alla gara privata l’ipotesi in cui il costruttore presenti all’amministrazione un progetto preliminare e questa bandisca una gara alla quale può partecipare lo stesso privato, se qualificato. In questo caso «il contratto d’appalto viene stipulato dal titolare del permesso di costruire».

Quel pasticciaccio del bonus bebè

Riprendiamo un articolo di Lorenzo Mottola, su Libero di venerdì 17 luglio, per informare della decisione del Tar riguardante gli assegni da 1.500 euro dati dalla Regione come bonus bebè.
I giudici danno ragione alla Cgil, i soldi per le famiglie agli stranieri.
Il Tar: «Chiedere permessi di soggiorno di cinque anni è discriminatorio».
Rassegna stampa.

Il bonus bebè va dato a tutti, anche a chi in Italia è appena arrivato. Questo il parere del Tar della Lombardia, che giovedì 16 [con una sentenza della IV sezione] ha bocciato il piano di aiuti alla famiglia studiato dalla giunta Formigoni. Il provvedimento (dgr. n. 8/8881 del 20 gennaio) richiedeva come criterio essenziale per l’iscrizione in graduatoria il possesso di un permesso di soggiorno di lungo periodo (ovvero, cinque anni). Secondo i giudici, chiamati a pronunciarsi sulla base di un ricorso presentato dalla Cgil e da alcune associani per i diritti dei migranti, la regola fissata per gli extracomunitari sarebbe discriminatoria. Giusto, al contrario, garantire finanziamenti a chiunque sia in possesso di un permesso di un anno. Da notare che, già con le precedenti regole, più del cinquanta per cento delle famiglie iscritte nelle liste erano composte da stranieri.
I sindacati festeggiano: «Siamo soddisfatti – ha detto il prof. Vittorio Angiolini, legale della Cgil – in quanto è stato confermato quanto sostenuto da tutte le associazioni che in questa vicenda rappresentano gli immigrati, e cioè che quella era una delibera discriminatoria». Nervi decisamente più tesi al Pirellone, anche perché l’ordinanza del tribunale mette a serio rischio tutto l’impianto del provvedimento. Il bando per i finanziamenti era stato chiuso il 13 marzo. Gli assegni stavano per ripartire. Ora bisognerà rifare il lavoro dall’inizio per permettere agli stranieri di iscriversi nelle liste.
Il bonus consiste in un assegno di 1.500 euro di cui potranno beneficiare tutte le famiglie a basso reddito che hanno almeno tre figli minorenni. Uno di questi deve avere meno di sei anni. La regola relativa agli immigrati era stata inserita a causa di una precisa indicazione della Lega. «In un periodo in cui i fondi a disposizione dei Comuni sono scarsi, - aveva spiegato l’assessore regionale del Carroccio Davide Boni – mi sembra corretto che ogni singola amministrazione decida di erogare quel poco che ha a disposizione, scegliendo dei criteri che garantiscano la precedenza ad alcuni nuclei familiari piuttosto che ad altri».
Al contrario, nel giro di pochi mesi il Tar ha già bocciato più volte procedimenti analoghi a quello della Regione. Il caso più noto è quello di Brescia, dove il Tribunale del Lavoro ha fermato giudicandolo discriminatorio l’aiuto di mille euro istituito dal Comune e riservato solo ai neonati con almeno un genitore italiano. anche in quel caso, il ricorso era stato presentato da alcuni immigrati sostenuti dalla Cgil, secondo la quale il provvedimento creava “evidenti disparità”.

Dalla Regione la rassicurazione: la sentenza del Tar non tocca i beneficiari.
L'assessore alla Famiglia e Solidarietà Sociale della Regione Lombardia, Giulio Boscagli, ha voluto rassicurare, all'indomani della sentenza del Tar, le famiglie, numerose e con reddito limitato, alle quali la Regione ha concesso il “buono”: “La sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale non tocca le famiglie alle quali la Regione Lombardia ha riconosciuto il diritto di ricevere il buono famiglia di 1.500 euro. Gli oltre 15.000 nuclei familiari in questione, anzi, hanno già ricevuto il contributo previsto o lo stanno ricevendo proprio in questi giorni, e non è in discussione il loro diritto”.

A fuoco la Lodigiana Ambiente

Paola Arensi, oggi su Il Cittadino, ci racconta dell’incendio che si è sviluppato nel capannone della ditta Lodigiana Ambiente di Ospedaletto, forse provocato dal caldo.
Scoppia l’inferno nel deposito di rifiuti.
Fiamme altissime e decine di vigili del fuoco al lavoro per ore.

Ospedaletto - Maxi incendio di rifiuti, si scatena l’inferno ma non c’è niente di tossico. Nella notte tra sabato e ieri ha preso fuoco il deposito rifiuti della ditta Lodigiana Ambiente che sorge a Ospedaletto in via Fermi, nella zona industriale alle spalle dell’Hotel Maxim. Nell’area ci sono anche i capannoni delle aziende Pulieco, Italia 90 e Hobby garden che però non sono stati coinvolti. Lo stabile andato a fuoco sorge su una superficie di circa 1000 metri quadrati e si occupa di triturare la frazione secca dei rifiuti solidi urbani raccolti nel circondario. Tutto è partito alle due del mattino dalla segnalazione di alcuni giovani che, dalla piscina Oasi Venere di Orio Litta, hanno notato un intenso bagliore in lontananza. Nel frattempo l’aria è diventata irrespirabile tanto che l’odore di immondizia si è sentito fino a Guardamiglio. Questo particolare ha reso ancor più complicato il lavoro dei vigili del fuoco di Lodi, Casale e Sant’Angelo che, inviati dal comando provinciale, sono rimasti impegnati tutta notte e l’intera giornata di ieri per spegnere l’incendio e smassare i rifiuti carbonizzati. Cumuli la cui quantità resta ancora ignota benché si parli di svariati quintali. Il tutto nel dubbio che la combustione potesse riaccendersi e utilizzando autorespiratori per evitare intossicazioni. Inizialmente sul posto sono arrivate tre autopompe e due autobotti più un’auto di servizio sulla quale viaggiava il funzionario reperibile. Ma nelle ore successive sono stati numerosi i mezzi dei pompieri che hanno dato il cambio ai primi soccorritori. Si parla di circa venti uomini coinvolti. Fortunatamente, nonostante l’odore intenso propagatosi per chilometri, il 118 non ha registrato intossicazioni. Le fiamme, altissime, hanno immediatamente travolto sia i rifiuti interni alla struttura che le stesse pareti arrivando a danneggiare la copertura dello stabile che quindi è stato dichiarato temporaneamente inagibile. Questo perché purtroppo l’allarme è stato dato quando il fuoco si era già esteso parecchio. Tanto che i titolari sono riusciti a salvare soltanto alcuni mezzi di lavoro parcheggiati nelle vicinanze, tra i quali sei camion adibiti alla raccolta dell’immondizia. Inoltre, al fine di scongiurare qualsiasi pericolo per i cittadini, sono intervenuti i tecnici dell’ Arpa, quelli dell’Asl, gli agenti della polizia provinciale e i carabinieri della compagnia di Codogno. Per quanto riguarda le cause dell’incendio i vigili del fuoco non sembrano avere dubbi: «Non abbiamo trovato ingressi scassinati né materiali che potessero far pensare ad un dolo. Quindi si presume una sorta di isotermia». Si tratta di una reazione chimica che sviluppa calore ed è stata probabilmente dovuta al caldo soffocante degli ultimi giorni. Poi i soccorritori aggiungono: «Per fortuna l’incendio non ha prodotto il rilascio di diossina né altre sostanze pericolose per terreno o aria. E in quanto all’acqua utilizzata per lo spegnimento, è confluita in vasche lì presenti adibite alla raccolta delle precipitazioni atmosferiche». Rassicurazioni anche dal dipartimento lodigiano dell’Arpa: «Non ci sono problemi di tossicità, questo perché la colonna di fumo si è dispersa rapidamente lontano dalle abitazioni. Inoltre le plastiche presenti erano minime, semplicemente le borse di polietilene utilizzate per fare la spesa». Rassicurazioni anche dal sindaco Eugenio Ferioli che, partito da poco per le vacanze, è comunque rimasto in contatto con gli organi di controllo per rassicurare i concittadini: «Possiamo stare tranquilli, anche perché il fumo ancora presente si è diretto verso l’autostrada e quindi lontano dal centro abitato. Inoltre l’Arpa ha lavorato per impedire alle acque di scolo di raggiungere le rogge e salvaguardare l’ambiente».

Non costruire più case almeno fino al 2015

Riprendiamo da Il Cittadino di oggi un'intervento di Massimo Gatti, capogruppo in Provincia di Milano per Lista civica un’Altra Provincia – Prc – PdCI. Riporta considerazioni sul Milanese che possono senza forzature essere estese al Lodigiano e, addirittura, a Brembio.
È da condividere la moratoria contro la cementificazione.
Rassegna stampa.

In merito alla proposta di una moratoria fino al 2015 contro la cementificazione fatta da Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, agli Stati Generali dell’Expo a Milano, condividiamo pienamente e sosteniamo con forza la proposta di Petrini, già anticipata in questi ultimi anni da molte associazioni di categoria degli agricoltori, dagli ambientalisti e da una molteplicità di forze politiche, sociali e culturali.
Finalmente arriva un messaggio chiaro e realmente alternativo: non un ettaro in meno di terreno agricolo da qui al 2015. Una proposta rivoluzionaria nella sua semplicità quanto indispensabile se si pensa che dal 1999 al 2006 sono stati ben 6.840 gli ettari di terreno agricolo del nostro territorio consumati dal cemento e che risulta urbanizzato il 42% del territorio milanese contro il 39% del 1999. I dati dimostrano che non c’è più tempo da perdere.
Auspico che anche la Provincia di Milano faccia la sua parte per sostenere questa iniziativa. Dal canto nostro, come coalizione alternativa, abbiamo sostenuto fin dalla campagna elettorale la necessità di salvare il Parco Agricolo Sud Milano e in generale i grandi parchi di Milano e della provincia. L’obiettivo è rilanciare sul serio l’agricoltura e per questo incalzeremo continuamente il consiglio provinciale a partire dalla richiesta di una rapida approvazione del nuovo Piano Territoriale di Coordinamento (PTCP), che non faccia alcun regalo ai cementificatori.
Dalle conclusioni degli Stati Generali dell’Expo a Milano emergono grandi vuoti, non credo casuali. Nessuna indicazione e volontà di partire dalle periferie e dai suoi abitanti, nessuna priorità effettiva per investire sul trasporto pubblico su ferro e per i pendolari, nessuna attenzione all’azione di contrasto delle Istituzioni perché la criminalità organizzata, la mafia e la ‘ndrangheta non si impossessino dei grandi lavori e degli appalti. Per affrontare questi temi, che devono essere messi da subito all’ordine del giorno degli Stati Generali, è necessaria un’azione coraggiosa degli amministratori pubblici ed è indispensabile un’attenta e continuativa partecipazione popolare.