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giovedì 13 agosto 2009

L'idea di far dimagrire gli enti locali

Guido Bandera su Il Giorno di oggi parla della prospettiva di riduzione del numero dei consiglieri previsti attualmente nei consigli degli enti locali.
Si taglia il numero dei consiglieri nei due enti locali più grandi.
Cura dimagrante in vista per il Broletto e la Provincia.
Rassegna stampa.

Finora è solo una promessa, una delle tante, che i governi in questi anni hanno fatto: ridurre i «costi della politica», far dimagrire il numero degli eletti, retoricamente si direbbe poltrone, all’interno dei consigli. L’ultimo in ordine di tempo a provarci è il ministro Roberto Calderoli, che ha depositato in Parlamento la sua bozza di riforma del Codice delle autonomie, l’insieme di leggi che regolano la vita di tutti gli enti territoriali, dalle Regioni alle Province, passando per le Comunità montane fino ai Comuni. E il progetto iniziale, se sarà confermato, è di ridurre di molto il numero dei consiglieri, sempre che gli enti non vengano tagliati. Se i propositi di Calderoli dovessero essere confermati, Provincia e Comune, in futuro, risentirebbero di qualche taglio. Oggi Palazzo Broletto ha infatti 40 consiglieri comunali, ai quali si aggiunge il sindaco, consigliere di diritto. Già ora Lodi, per il numero di abitanti, non potrebbe avere questo numero di eletti, se non per la deroga che riguarda i Comuni capoluogo. Il progetto su cui il Governo si sta confrontando con gli enti locali, tuttavia, prevede che la soglia di 40 consiglieri comunali sia riservata alle città con almeno 500mila abitanti. Lodi, che ne ha meno di un decimo, sarà obbligata a scendere.
Fino al livello di 30, più il sindaco. Un quarto degli eletti, quindi, non ci saranno più. Questo, naturalmente, se il testo di Calderoli dovesse diventare legge in tempo per l’indizione delle elezioni amministrative del 2010. Una decisione già presa da oltre un anno è invece l’abolizione dei Consigli di zona, le varie rappresentanze di quartiere, che Lodi certamente perderà per la prossima tornata amministrativa. Norma confermata anche nella Bozza Calderoli. Che peraltro le consentirà soltanto per i Comuni capoluogo di Regione, oppure nelle città sopra i 250mila abitanti. Se la speranza è quella di fare grandi risparmi, però, sarà una delusione. L’intero Consiglio comunale, fra commissioni, gettoni di presenza e rimborsi è costato in tutto, per la prima metà dell’anno, circa 24mila euro. Non certamente una grandissima cifra. Soprattutto se confrontata con i livelli complessivi del bilancio comunale. Ma neppure le Province saranno risparmiate. L’ipotesi di abolizione è francamente fumosa: si valuterà in base a territorio, popolazione, efficacia e efficienza, costi di gestione. Al di là delle ipotesi di abolizione, peraltro non volute dalla Lega al Governo, pare certo un taglio di consiglieri anche a Palazzo San Cristoforo. Ma in prospettiva, nei prossimi anni. Per le province con meno di 300mila abitanti (come Lodi) si dovrebbe arrivare a 12 membri, contro gli attuali 25. Ma la bozza Calderoli prevede che l’obiettivo sia raggiunto in modo «graduale». Quindi, semmai si approvasse tutto, occorrerebbe attendere anni.

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