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martedì 7 luglio 2009

Poltrone & poltrone

Curiosità politiche del dopo elezioni.
Bersani il preferito per la segreteria Pd. Aria di sfascio nel Pdl.
Un sondaggio del Corriere della Sera dà Bersani come leggermente favorito alla segreteria del Pd. Sull’altro fronte dopo i contrasti lodigiani riportati sulla stampa, anche Milano sembra non esserne immune. Annotiamo come curiosità il tormentone milanese che, nella sua pochezza, è però significativo d’un orizzonte corto.

Il Corriere della Sera ha commissionato all’Ispo un sondaggio politico-elettorale pubblicato domenica 5 luglio. Il campione è stato formato in modo da essere rappresentativo della popolazione italiana in età di voto per sesso, età, scolarità, professione, area geografica, dimensione del comune di residenza. Per soddisfare la curiosità annotiamo che i dati sono stati raccolti attraverso interviste telefoniche col sistema C.A.T.I. (computer assisted telephone interview) e l’elaborazione dei dati è stata fatta con Spss con un margine di approssimazione del 3,5%. Le persone interpellate sono state 801 il 23-24 giugno per la formazione della tabella 1; 803 l’1 e 2 luglio per le tabelle 2 e 3. L’universo di riferimento è la popolazione italiana residente in età di voto.
Il questionario che gli intervistatori dovevano sottoporre agli intervistati era costituito da quattro quesiti. Il primo era “Come valuta l’operato dell’opposizione fino a questo momento?” con queste possibili risposte: “1: molto positivamente 2: abbastanza positivamente 3: abbastanza negativamente 4: molto negativamente 5 non so (non leggere)”. Il secondo: “Si discute in questi giorni sui candidati alla segreteria del Partito Democratico. Per ora i candidati ufficiali sono Pierluigi Bersani e Dario Franceschini. Mi può dire per favore qual è il suo giudizio su questi due esponenti politici? Dia a ciascuno un voto su una scala da 1 a 10, come a scuola , dove 1=molto negativo e 10=molto positivo. Nel caso in cui lei non conosca il candidato o non sappia dare una giudizio , me lo dica pure tranquillamente ( 11=non conosce 12 – non sa). (random) Dario Franceschini __ Pierluigi Bersani __”.
Il terzo quesito era: “Alcuni, come futuro segretario del Partito Democratico, preferiscono Franceschini, altri Bersani ed altri ancora preferirebbero un altro leader per il partito. Altri infine non sanno chi indicare. Lei quale candidato vedrebbe meglio come segretario del Partito Democratico?” con queste risposte: “1. Pierluigi Bersani 2. Dario Franceschini 3. Altro candidato (specificare) 4. non sa (non leggere)”.
I tre quesiti era incrociati con una quarta domanda per selezionare l’elettorato del PD e chi vota centrosinistra (inteso come elettorato del PD e dell’IDV): “Se domani ci fossero le elezioni politiche lei per quale partito voterebbe?”, con la risposta: “1. Unione di Centro – Casini 2. Il Popolo delle Libertà –Berlusconi 3. Lega Nord – Bossi 4. PD - Partito Democratico 5. Rifondazione e Comunisti Italiani 6. Di Pietro - L’Italia dei Valori 7. Destra-MPA-Pensionati 8. Sinistra e Libertà – Federazione dei Verdi 9. Lista Pannella e Bonino 10. Altro partito (non leggere) 11. Scheda bianca(non leggere) 12. Scheda nulla (non leggere) 13. Non andrei a votare (non leggere) 14. non so (non leggere) 15. Preferisco non rispondere (non leggere)”.
Al primo quesito: “Come valuta l’operato dell’opposizione fino a questo momento?” hanno risposto: positivamente il 20%, negativamente il 76%, non sa il 4%. Tra chi vota centrosinistra invece hanno risposto: positivamente il 39%, negativamente il 59%, non sa il 2%.
Per quanto riguarda i giudizi su Bersani e Franceschini, secondo quesito, questo è l’esito.
Circa Bersani si sono espressi: positivamente il 47%, negativamente il 35%, non sa il 18%. Tra l’elettorato del PD, i giudizi positivi sono l’81%, i negativi il 13%, non sa il 6%.
Per quanto riguarda Franceschini invece si sono espressi: positivamente il 45%, negativamente il 40%, non sa il 15%. Tra l’elettorato del PD, i giudizi positivi sono l’79%, i negativi il 18%, non sa il 3%.
Per quanto riguarda il terzo quesito, “Chi vedrebbe meglio come segretario del Partito Democratico?”, si ha questo risultato: Bersani il 27%, Franceschini il 24%, un altro candidato il 6%, non sa il 43%. Tra l’elettorato del PD: Bersani il 41%, Franceschini il 39%, un altro candidato il 7%, non sa il 13%.

Un caso Santanchè alla Provincia di Milano. Ne parla Maurizio Giannatasio sul Corriere della Sera di oggi.
Gli ex di An pronti ad uscire.
Rassegna stampa.

Pronti ad uscire dal gruppo del Pdl. Si profila un’altra grana per il neopresidente della Provincia, Guido Podestà, alle prese con la costituzione della sua squadra di assessori. La componente aennina del Pdl si dice pronta ad uscire dal gruppo provinciale del Pdl se Podestà farà sedere in giunta la rappresentante di Daniela Santanchè. Ieri, la voce è rimbalzata da un tavolo politico all’altro. E già nei giorni scorsi, Ignazio La Russa, plenipotenziario del Pdl, aveva annunciato che nella giunta della Provincia non ci sarà posto per i «parenti». Ogni riferimento a Silvia Garnero, cugina della Santanchè, data il pole position per l’entrata in giunta era puramente voluto. La Santanchè avrebbe cambiato il suo cavallo di battaglia. Si fa il nome di Valeria Valido, collaboratrice della fondatrice del Movimento per l’Italia. Ma il risultato non cambia. Anzi, assume una connotazione squisitamente politica perché il Movimento per l’Italia ha dato il suo appoggio a Podestà in campagna elettorale, ma a Milano non c’è stato nessun apparentamento. Da qui la minaccia: se entra il candidato della Santanchè, la fetta aennina del Pdl è pronta a uscire e fare gruppo a sé. E non sono pochi: 6. Ma al di là del numero dei consiglieri, sarebbe una decisione devastante per il Pdl. Soprattutto a Milano, nel cuore del potere berlusconiano. Podestà ha ancora qualche giorno davanti a sé per completare la sua squadra di governo. Il limite massimo è il 10, giorno della prima riunione del Consiglio provinciale. Non sarebbe il massimo arrivarci con il Pdl spaccato.

Emissioni di inquinanti in provincia di Lodi

Le cause dell'inquinamento dell'aria nella nostra provincia.

Molto spesso si parla di cause d'inquinamento senza ben conoscere l'apporto reale delle varie attività umane nelle emissioni di sostanze nocive in atmosfera. Per meglio conoscere le differenti fonti di inquinamento e quantificarle, in Lombardia è stato costituito un archivio digitale. L'inventario regionale delle emissioni in Lombardia è basato sul database INEMAR (INventario EMissioni in ARia), un archivio che permette di stimare le emissioni a livello comunale per diversi inquinanti, attività e combustibili.
In questo archivio informatico sono raccolte tutte le informazioni necessarie per la stima delle emissioni: gli indicatori di attività (ad esempio consumo di combustibili, consumo di vernici, quantità di rifiuti incenerita, ed in generale qualsiasi parametro che traccia l'attività dell'emissione), i fattori di emissione (ovvero la quantità in massa di inquinante emesso per unità di prodotto o di consumo), i dati statistici necessari per la disaggregazione spaziale e temporale delle emissioni (come la popolazione residente, il numero di addetti per una specifica attività produttiva, ecc.), e le procedure di calcolo definite nelle diverse metodologie per stimare le emissioni.
Dopo la stima iniziale delle emissioni dei principali inquinanti per l’anno 1997, che ha costituito una delle basi per lo sviluppo del Piano Regionale Qualità dell’Aria (PRQA), il sistema INEMAR è stato aggiornato per gli inventari degli anni 2001 e 2003. Le emissioni considerate per l’inventario 2005 riguardano i principali macroinquinanti (SO2, NOx, CO, COVNM, CH4, CO2, N20, NH3), le polveri totali, il PM10, il PM2.5 ed infine alcuni microinquinanti (diossine e metalli pesanti).
Qui ci limiteremo a dare attraverso una serie di grafici un quadro d'insieme relativo alla provincia di Lodi. Come si vede dalla legenda a lato, sono considerate le fonti di emissioni in atmosfera di inquinanti ad un primo livello di dettaglio, così suddivise: produzione energia e trasformazione combustibili; combustione non industriale; combustione nell'industria; processi produttivi; estrazione e distribuzione combustibili; uso di solventi; trasporto su strada; altre sorgenti mobili e macchinari; trattamento e smaltimento rifiuti; agricoltura; altre sorgenti e assorbimenti.



Ripartizione percentuale delle emissioni di SOx nella provincia di Lodi.
Ripartizione percentuale delle emissioni di NOx nella provincia di Lodi.

Ripartizione percentuale delle emissioni di COV nella provincia di Lodi.


Ripartizione percentuale delle emissioni di CO2 nella provincia di Lodi.

Ripartizione percentuale delle emissioni di PM10 nella provincia di Lodi.

Gli altri inquinanti nell’aria di casa nostra

PM10 e PM2,5

PM (Particulate Matter) è la definizione generale con cui si definisce un mix di particelle solide e liquide (particolato) che si trovano in sospensione nell'aria. Con i termini PM10 e PM2,5 si indicano le frazioni di particolato aerodisperso aventi diametro aerodinamico inferiore rispettivamente a 10 e a 2,5 µm.
Tali sostanze possono avere origine sia da fenomeni naturali (processi di erosione al suolo, incendi boschivi, dispersione di pollini etc.) sia, in gran parte, da attività antropiche, in particolar modo da traffico veicolare e processi di combustione. Inoltre, esiste un particolato di origine secondaria dovuto alla compresenza in atmosfera di altri inquinanti come l'NOx e l'SO2 che, reagendo fra loro e con altre sostanze presenti nell'aria, danno luogo alla formazione di solfati, nitrati e sali di ammonio. Si stima che in alcuni contesti urbani più del 50% del particolato sia di origine secondaria.
I maggiori componenti del PM sono il solfato, il nitrato, l'ammoniaca, il cloruro di sodio, il carbonio, le polveri minerali e l'acqua. A causa della sua composizione, il particolato presenta una tossicità intrinseca, che viene amplificata dalla capacità di assorbire sostanze gassose come gli IPA (idrocarburi policiclici aromatici) e i metalli pesanti, di cui alcuni sono potenti agenti cancerogeni. Inoltre, le dimensioni così ridotte (soprattutto per quanto riguarda le frazioni minori di particolato) permettono alle polveri di penetrare attraverso le vie aeree fino a raggiungere il tratto tracheo-bronchiale.

Le emissioni di acidificanti comprendono quelle di SO2, NOx e NH3.

Biossido di azoto

Il Biossido di Azoto (NO2) è un gas di colore rosso bruno, di odore forte e pungente, altamente tossico ed irritante. È un forte agente ossidante e reagisce violentemente con materiali combustibili e riducenti, mentre in presenza di acqua è in grado di ossidare diversi metalli. Gli ossidi di azoto in generale (NOx), vengono prodotti durante i processi di combustione a causa della reazione che, ad elevate temperature, si ha tra l’azoto e l’ossigeno contenuto nell’aria; le fonti principali di questi inquinanti sono centrali termoelettriche, impianti di riscaldamento e, soprattutto, traffico veicolare. L’NO2 è un inquinante per lo più secondario, che si forma in seguito all’ossidazione in atmosfera dell’NO, relativamente poco tossico. Esso svolge un ruolo fondamentale nella formazione dello smog fotochimico in quanto costituisce l’intermedio di base per la produzione di tutta una serie di inquinanti secondari molto pericolosi come l’ozono, l’acido nitrico, l’acido nitroso. Una volta formatisi, questi inquinanti possono depositarsi al suolo per via umida (tramite le precipitazioni) o secca, dando luogo al fenomeno delle piogge acide, con conseguenti danni alla vegetazione e agli edifici.

Monossido di carbonio

Il monossido di carbonio (CO) è un gas inodore, incolore, infiammabile e molto tossico, risultante dalla combustione incompleta di gas naturali, propano, carburanti, benzine, carbone e legna.Le fonti di emissione di questo inquinante sono sia di tipo naturale che di tipo antropico; in natura, il CO viene prodotto in seguito a incendi, eruzioni dei vulcani ed emissioni da oceani e paludi. Le principali fonti di emissione da parte dell’uomo sono invece costituite dall’utilizzo dei combustibili fossili per i motori a scoppio degli autoveicoli (in particolare quelli non dotati di marmitta catalitica), dalla combustione della legna per riscaldamento civile e dalle attività industriali come la produzione di ghisa e acciaio, la raffinazione del petrolio, la lavorazione del legno e della carta. Di conseguenza, il CO è diffuso soprattutto nelle aree urbane dove sono maggiormente diffuse queste attività.

Biossido di zolfo

Il biossido di zolfo, o anidride solforosa (SO2), è un gas dall’odore pungente, incolore, irritante, molto solubile in acqua, la cui presenza in atmosfera deriva dalla combustione di prodotti organici di origine fossile contenenti zolfo, quali carbone, petrolio e derivati.
Le emissioni naturali di biossido di zolfo sono principalmente dovute all’attività vulcanica, mentre le principali sorgenti antropiche sono costituite dagli impianti per il riscaldamento e la produzione di energia alimentati a gasolio, carbone e oli combustibili. Per quanto riguarda il traffico veicolare, che contribuisce alle emissioni solo in maniera secondaria, la principale sorgente di biossido di zolfo è costituita dai veicoli con motore diesel, anche se negli ultimi anni si è avuto un netto miglioramento della qualità dei combustibili che presentano un minor contenuto di zolfo e del sempre più diffuso uso del metano.
Data l’elevata solubilità in acqua, il biossido di zolfo contribuisce al fenomeno delle piogge acide trasformandosi in anidride solforica e, successivamente, in acido solforico, a causa delle reazioni con l’umidità presente in atmosfera.

Le emissioni di gas serra comprendono quelle di CO2, di CH4 e quelle di N2O.

Benzene

Il benzene (C6H6) è il più comune e largamente utilizzato degli idrocarburi aromatici, oltre ad essere uno dei più tossici. A temperatura ambiente si presenta come un liquido molto volatile, incolore, dal caratteristico odore pungente. Viene sintetizzato a partire dal petrolio e viene utilizzato come antidetonante nelle benzine e come materia prima per produrre plastiche, resine sintetiche e pesticidi.La maggior parte del benzene presente nell’aria deriva da combustione incompleta di combustibili fossili: le principali fonti di emissione sono il traffico veicolare (soprattutto da motori a benzina) e diversi processi di combustione industriale.

Violate dalla riforma della scuola competenze regionali

Volevamo già parlarne. Cominciamo ora a farlo pubblicando da ItaliaOggi di oggi un articolo di Nicola Colajanni che ci evidenzia come la Corte costituzionale abbia bacchettato il governo sull’attuazione della riforma della scuola. L’articolo oggetto dei ricorsi era quello che in buona sostanza puntava alla chiusura dei piccoli plessi scolastici con meno di 50 alunni. Nella Conferenza Unificata del 28 gennaio scorso era stata concordata una modifica alle procedure di dimensionamento delle istituzioni scolastiche, da concretizzarsi in una Intesa, che avrebbe dovuto sottoscriversi entro il 15 giugno, da parte di Governo, Regioni ed Enti locali, la quale doveva garantire il raggiungimento di un obiettivo di risparmio di 85 milioni di euro entro l’anno scolastico 2011/12. L’Anci dissentiva con il testo emerso a seguito degli incontri tecnici tra i rappresentanti di Regioni, ANCI, UPI, UNCEM e MIUR, in quanto i criteri contenuti modificavano aumentandoli in via generale, i compiti degli Enti locali, che devono farsi carico, con risorse proprie, di servizi essenziali non più garantiti centralmente. Per l’Anci deve essere infatti il sistema territoriale a concordare e pianificare gli interventi laddove necessari, senza procedere ad un dimensionamento generalizzato, garantendo ovunque la soddisfazione della domanda di istruzione. Inoltre in previsione dell’abrogazione del D.P.R. 233/98, successivamente alla sottoscrizione dell’Intesa, devono essere confermate le funzioni proprie degli enti locali, in particolar modo le competenze previste all’art. 4, comma 2 in materia di: “soppressione, istituzione, trasferimento di sedi, plessi, unità delle istituzioni scolastiche…”.
Il taglia-istituti è tutto da rifare.
Sul dimensionamento della rete violate le competenze regionali.
Rassegna stampa.

La sentenza n. 200 della Corte Costituzionale del 24 giugno pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 3 luglio 2009, sentenza pronunciata su ricorso di alcune regioni, era molto attesa perché da essa si attendevano le prime indicazioni riguardanti il processo di delegificazione avviato con l’art. 64 della legge 133/2008 e con cui il governo ha messo in atto la riforma della scuola.
La Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di due punti specifici della legge: l’utilizzo del regolamento per definire «criteri, tempi e modalità per la determinazione e l’articolazione dell’azione di ridimensionamento della rete scolastica» (comma 4, lettera f bis) e l’attribuzione anche allo stato della possibilità di «prevedere specifiche misure finalizzate alla riduzione del disagio degli utenti» in caso di chiusura o accorpamento degli istituti scolastici aventi sede nei piccoli comuni (comma 4 lettera f ter). Molti dei ricorsi tendevano a collocare buona parte di queste materie nell’ambito della legislazione concorrente di carattere regionale e quindi non soggetta alla regolamentazione statale.
In primo luogo la sentenza compie un’ampia ricognizione delle materie che rientrano tra le norme generali per l’istruzione distinguendole da quelle che riguardano i principi fondamentali o i livelli essenziali delle prestazioni, tutte di competenza legislativa esclusiva statale, da quelle che riguardano la legislazione concorrente di competenza regionale tra cui si colloca quella riguardante il dimensionamento della rete scolastica. Il cui regolamento dovrà essere rivisto per il 2010/11.
In secondo luogo la Corte, premesso «che le disposizioni contenenti norme generali sull’istruzione possono legittimamente prevedere l’emanazione di regolamenti statali proprio perché adottati nell’ambito delle materie di competenza legislativa esclusiva dello stato, in conformità a quanto espressamente previsto dall’art. 117, sesto comma, Cost.», valuta tutte le materie elencate dalla lettera a) alla lettera f) del comma 4 dell’art. 64 della legge 133/08 come appartenenti all’area delle norme generali sull’istruzione e in quanto tali suscettibili di regolamentazione, anche avente carattere delegificante. La Corte in materia ha precisato che il legislatore «ha provveduto ad una predeterminazione contenutistica puntuale dei criteri cui deve rigorosamente attenersi il Governo nell’esercizio della potestà regolamentare delegata». La Consulta ha individuato come materie non riferibili alle norme generali per l’istruzione e quindi di competenza regionale quelle di cui alle lettere f-bis) e f-ter) del medesimo comma 4 dell’art. 64 che nel dispositivo finale sono state considerate incostituzionali e di conseguenza abrogate.
Appartengono dunque all’area delle norme generali sull’istruzione delle materie elencate dalla lettera a) alla lettera f) dell’art. 64. La valutazione della corretta attuazione dei criteri e dei principi delegificanti la normativa attinente le norme generali sull’istruzione non è stata oggetto di una specifica valutazione. Né poteva esserlo in assenza dei regolamenti che l’attuavano né di un richiamo alla coerenza e legittimità del piano programmatico rispetto all’art. 64, da parte dei ricorsi regionali.
Tale valutazione dovrà essere eventualmente effettuata nell’esame dei successivi ricorsi sui regolamenti che potranno essere proposti, come precisa la stessa Corte, attraverso i Tar o le stesse regioni.
Non vi è dubbio che tali ricorsi potranno riguardare anche la norma introdotta con il comma 17 dell’art. 25 del decreto legge n. 78 con cui si modifica la modalità di previsione della scadenza della delega per l’adozione dei regolamenti di delegificazione già stabilita dall’art. 64, quarto comma in dodici mesi dall’entrata in vigore di quel decreto. Il decreto legge, riferendo il termine per la scadenza dell’adozione dei regolamenti come quello relativo alla prima lettura dei relativi schemi in sede di Consiglio dei ministri, ha di fatto abolito il termine della scadenza per la loro emanazione.

Per capire:
Rimangono di competenza dello stato i criteri riguardanti:
a) razionalizzazione ed accorpamento delle classi di concorso, per una maggiore flessibilità nell’impiego dei docenti;
b) ridefinizione dei curricoli vigenti nei diversi ordini di scuola anche attraverso la razionalizzazione dei piani di studio e dei relativi quadri orari, con particolare riferimento agli istituti tecnici e professionali;
c) revisione dei criteri vigenti in materia di formazione delle classi;
d) rimodulazione dell’attuale organizzazione didattica della scuola primaria ivi compresa la formazione professionale per il personale docente interessato ai processi di innovazione ordinamentale senza oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica;
e) revisione dei criteri e dei parametri vigenti per la determinazione della consistenza complessiva degli organici del personale docente ed ATA, finalizzata ad una razionalizzazione degli stessi;
f) ridefinizione dell’assetto organizzativo-didattico dei centri di istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali, previsto dalla vigente normativa.
Avendo invece dichiarato la Corte l'incostituzionalità dei seguenti, la materia in essi contenuta è di pertinenza della legislazione concorrente regionale:
f-bis) definizione di criteri, tempi e modalità per la determinazione e l’articolazione dell’azione di ridimensionamento della rete scolastica prevedendo, nell’ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente, l’attivazione di servizi qualificati per la migliore fruizione dell’offerta formativa;
f-ter) nel caso di chiusura o accorpamento degli istituti scolastici aventi sede nei piccoli comuni, lo Stato, le regioni e gli enti locali possono prevedere specifiche misure finalizzate alla riduzione del disagio degli utenti.

Gli inquinanti dell’aria di casa nostra

L’ozono, dannoso per la salute umana e per la vegetazione.

In precedenti articoli abbiamo parlato di inquinanti emessi in atmosfera dalle diverse attività umane. Cercheremo ora di spiegare meglio le caratteristiche delle diverse sostanze e i loro potenziali effetti sulla salute. Cominciamo in questo articolo parlando dell’ozono utilizzando le nozioni contenute nella informativa ozono prodotta dall’Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) ai sensi del Decreto Legislativo 21 maggio 2004, n. 183 "Attuazione della direttiva 2002/3/CE relativa all'ozono nell'aria".
L'ozono è un gas naturale che si forma normalmente nella stratosfera, lo strato dell'atmosfera terrestre che si estende dai 10-15 Km fino a 30 Km circa. La sua presenza qui risulta di fondamentale importanza per la vita sulla terra, in quanto fornisce un eccellente schermo in grado di filtrare le radiazioni ultraviolette (UV), potenzialmente cancerogene.
I gas inquinanti prodotti dall'uomo, tra i quali soprattutto il Freon (usato principalmente come propellente per le bombolette spray) e l'ossido di azoto (NO, prodotto dai motori degli aerei) si propagano nella stratosfera e favoriscono la diminuzione dell'ozono, portando ad un assottigliamento dello strato di ozono stratosferico (“buco dell’ozono”).
Nella parte più bassa dell’atmosfera (troposfera) l'ozono è invece dannoso per la salute umana e per la vegetazione; l’ozono in troposfera si trova come inquinante secondario, prodotto dalla reazione dell’ossigeno con il biossido di azoto (NO2) e il contributo dei composti organici volatili (COV), in presenza di forte irraggiamento solare e di elevate temperature. Di conseguenza, le concentrazioni di ozono sono nettamente più elevate nelle ore pomeridiane dei mesi estivi, anche se variano molto in funzione delle condizioni meteorologiche.

Diversamente dagli inquinanti primari, che sono riscontrabili direttamente in prossimità delle sorgenti che li producono, l'ozono, per effetto dei movimenti e dei rimescolamenti delle masse d'aria che trasportano i "precursori" (appunto NO2 e COV), si può formare a distanza di tempo ed in luoghi anche molto lontani dalle fonti di inquinamento primario, e può a sua volta subire fenomeni di trasporto anche notevoli.
L’ozono troposferico costituisce una componente importante dello smog fotochimico; essendo un forte ossidante, è in grado di attaccare i tessuti dell’apparato respiratorio anche a basse concentrazioni, provocando irritazione agli occhi e alla gola, tosse e riduzione della funzionalità polmonare. La maggior parte di questi effetti sono a breve termine e cessano una volta che gli individui non sono più esposti ad elevati livelli di ozono, ma è noto che possano sussistere anche danni derivati da ripetute esposizioni di breve durata, come l’accelerazione del naturale processo di invecchiamento della funzione polmonare.
Le categorie di persone maggiormente sensibili all’ozono sono le seguenti:
-- Bambini: sono il gruppo a più alto rischio per l’esposizione ad ozono, perché essi trascorrono gran parte del periodo estivo all'aperto e sono spesso impegnati in attività fisiche intense. I bambini hanno anche maggiori probabilità di sviluppare fenomeni asmatici o altre malattie respiratorie.
-- Soggetti sani che fanno attività fisica all'aperto: adulti in buona salute che fanno attività fisica all'aperto (sia essa sportiva o lavorativa) diventano un gruppo “sensibile” perché sono più esposti all'ozono rispetto alla popolazione meno attiva. L’esercizio fisico infatti può aumentare la frequenza respiratoria e quindi l’introduzione di sostanze inquinanti nei polmoni fino a 10 volte rispetto la situazione di riposo.
-- Persone con malattie respiratorie (asma, broncopneumopatie croniche): tali malattie rendono i polmoni più vulnerabili agli effetti dell'ozono. Pertanto gli individui che si trovano in queste condizioni manifestano gli effetti dell'ozono prima e a concentrazioni più basse rispetto agli individui meno sensibili.
-- Persone con una particolare suscettibilità all'ozono: la reazione all'ozono è molto diversa da individuo ad individuo, per cui anche soggetti in buona salute possono risultare più suscettibili di altri. Questi individui manifestano infatti danni da ozono in modo più marcato rispetto alla media della popolazione. Vi sono infine alcune evidenze che indicano che gli anziani e/o le persone con malattie cardiache abbiano un'aumentata sensibilità all'ozono.
Il problema non è circoscritto alle aree urbane: infatti sia i precursori (NO2 e COV) che l'ozono stesso possono essere trasportati per centinaia di km, cosicché sono soggette all’esposizione anche le grandi zone rurali e forestali, con conseguenti effetti negativi sulla vegetazione.
L’ozono (e gli ossidanti fotochimici in genere) provoca una riduzione della crescita delle piante e, ad elevate concentrazioni, clorosi e necrosi delle foglie. Il primo effetto visibile si manifesta sui cloroplasti che, dopo l’esposizione, assumono una colorazione verde chiara e si rompono facilmente, disperdendo la clorofilla nel citoplasma cellulare.
Le specie più sensibili all’ozono sono: il tabacco, gli spinaci, l’erba medica, l’avena, la segale, i fagioli, l’orzo ed il noce; su queste piante è possibile notare la comparsa dei primi sintomi di sofferenza già a concentrazioni di 80 μg/m3 di ozono.
Poiché l’intensità degli effetti dell’ozono cresce con la durata dell’esposizione dell’individuo, la regola principale è quella di limitare l’esposizione e quindi principalmente limitare le attività all’aria aperta nelle ore di maggiore insolazione, generalmente dalle ore 12.00 alle ore 16.00. È quindi consigliato di limitare i lavori pesanti o le attività sportive nelle prime ore della mattina o in serata, quando i livelli di ozono saranno diminuiti.
Le ore più calde della giornata andrebbero trascorse in ambienti chiusi, avendo l’accortezza di ventilarli nei momenti freschi come la mattina presto o la sera.
Anche l’alimentazione nelle giornate di alti livelli di l’ozono ha una grande importanza. Una dieta ricca di sostanze antiossidanti può aiutare ad abbassare la sensibilità di un individuo all’ozono ed è quindi consigliato, in questi periodi, privilegiare cibi che contengano tali sostanze. I cibi ricchi di antiossidanti sono principalmente frutta e verdura di stagione; per esempio la vitamina C è disponibile in pomodori, peperoni, patate, cavoli, broccoli, verdure a foglia verde, agrumi, fragole, meloni. Utile a tale scopo è anche la vitamina E (uova, asparagi, avocado, noci, mandorle, germe di grano, olio di oliva, olio di arachidi, olio di germe di grano, olio di fegato di merluzzo) e il selenio (pollo, fegato, tonno, molluschi, pomodori, broccoli, cavoli, cipolle, funghi, cereali integrali, lievito di birra, germe di grano).
Chiaramente per i soggetti rientranti nelle categorie a rischio, e in generale per le persone anziane e per i bambini, è consigliabile applicare questi suggerimenti anche con livelli di ozono inferiore alla soglia di informazione (180 μg/m3).
Le principali azioni atte a ridurre l’inquinamento da ozono devono essere indirizzate verso il contenimento delle emissioni dei suoi precursori, NOx e COV. Gli ossidi di azoto sono emessi nei processi di combustione a temperatura elevata (e quindi anche dai motori dei veicoli e, in assenza
del riscaldamento durante l’estate, dai processi industriali che prevedono una combustione). I COV sono a loro volta emessi dal traffico veicolare e delle attività industriali; vengono rilasciati durante la movimentazione dei carburanti e l’uso di solventi e vernici ed anche da sorgenti naturali.
Anche il singolo può concretamente contribuire a limitare la formazione di Ozono, cercando ad esempio di:
-- ridurre l’uso degli autoveicoli privati, soprattutto se diesel, privilegiando l’impiego dei mezzi pubblici;
-- utilizzare in modo condiviso l’automobile, per diminuirne i chilometri totali percorsi e quindi le relative emissioni;
-- cercare di mantenere una velocità costante, con una guida non aggressiva, mantenendosi sotto i 40 km/h in città e i 90 km/h in ambito extraurbano e in autostrada;
-- verificare periodicamente gli scarichi dei veicoli (oltre alla verifica obbligatoria del bollino blu), soprattutto per quelli non catalizzati e diesel;
-- prediligere l’impiego di vernici all’acqua o ad alto secco;-- evitare l’accensione di fuochi e barbecue.

L’impianto a biogas pronto a primavera

Un articolo oggi di Luigi Albertini su Il Giorno ricorda l’inizio dei lavori di costruzione dell’impianto a biogas di Brembio e ne riassume le caratteristiche. L’articolo non riporta novità in aggiunta a quanto già di recente apparso sulla stampa e su queste pagine. Solo in aggiunta alcune frasi di rassicurazione circa emissioni in atmosfera e odori.
Già iniziati i lavori vicino a Cascina San Michele.
Pronta a primavera la centrale a biogas.
Rassegna stampa.

Sono iniziati a Brembio i lavori per realizzare la centrale a biogas. L’impianto è localizzato negli spazi adiacenti a Cascina San Michele, area decentrata in aperta campagna ai confini dei territori comunali di Livraga e di Borghetto Lodigiano. Una volta in attività l’impianto avrà la capacità produttiva di un megawatt e sarà in grado di fornire energia elettrica per una comunità di 5 mila abitanti. Una vera novità nel panorama nelle energie alternative italiane, il progetto vanta il finanziamento di oltre 900mila euro dalla Regione per un costo totale stimato attorno agli 8 milioni di euro: produrrà energia con un impianto a biogas e verrà dotato di serre alimentate da acqua calda emanata nella fase produttiva da utilizzare per la attività agricola in serra. Non si esclude in futuro di poter raccogliere l’acqua calda in strutture per il sistema del teleriscaldamento: il progetto non prevede assolutamente alcun tipo di emissione di gas inquinanti. Il funzionamento viene garantito con l’utilizzo di reflui suini e zootecnici in genere, ma anche con il trinciato di vegetali, in particolare mais.
Gli scarti di utilizzo verranno impiegati come fertilizzanti nelle coltivazioni di campagna e di serra (saranno completamente inodori). I tempi di realizzazione prevedono l’entrata in funzione dell’impianto per la prossima primavera (chiusura dei lavoro entro il mese di marzo 2010).
La struttura impiegherà cinque dipendenti a tempo pieno, ma anche stagionali (25-30, di lungo periodo, per il funzionamento delle serre, che inizialmente verranno attivate con la produzione di pomodori). Sempre in futuro, non si esclude l’utilizzo addirittura delle immondizie urbane di Brembio, parte umida.
Il Comune, che sostiene a spada tratta l’iniziativa, è disponibile a sottoscrivere una convenzione per l’inserimento della energia in tutte le strutture pubbliche del paese. Il progetto si deve a «Brembio Energia» composta da cinque allevatori del territorio in collaborazione con la azienda specializzata «Bioelettra».

Tempesta in casa Pdl a Casale

Francesco Dionigi oggi su Il Cittadino ci racconta che la vittoria elettorale non sempre rende felici.
Dimissioni da segretario, Maestroni scuote il Pdl.
Rassegna stampa.

Si è ufficialmente dimesso dall’incarico di segretario cittadino del Partito della Libertà Andrea Maestroni. Le motivazioni delle dimissioni presentate al segretario provinciale Claudio Pedrazzini non sono note ufficialmente note ma da più parti si parla di uno «scoramento» personale del giovane commercialista che tre anni fa aveva assunto la guida casalese del partito di Berlusconi sostenuto da una lista unica di candidati composta da un interessante mix di qualificati esperti della politica locale tra cui Franco Pedrazzini, ex sindaco della città, Giuseppe Agello ex capogruppo consiliare, Alessandro Barbieri, ex consigliere comunale a cui si affiancano giovani quali Eleonora Raffaella Cosimo,Ettore Bertoglio e Roberto Grossi con Maria Luisa Braguti, attuale vicesindaco, nel ruolo di vice segretario.
In quel momento Maestroni auspicò di «non rinunciare alla speranza e motivazione che spesso si perde avvicinandosi alla politica con inesperienza. Vogliamo arrivare - disse - a un coinvolgimento maggiore dei cittadini sul futuro della città. Casale ed i suoi cittadini hanno sicuramente tanti problemi nel campo sociale, di qualità della vita e di sicurezza noi cercheremo di dare risposte e di fare proposte costruttive».
Seguirono mesi di intenso lavoro, la fusione con Alleanza Nazionale per dare vita al Popolo della Libertà ed infine la vittoria trionfale nelle elezioni comunali. Proprio le elezioni comunali potrebbero essere la causa del “malessere” di Maestroni che, candidato consigliere comunale, non è stato eletto e con 37 preferenze risulta il secondo dei non eletti tra le file del centro destra.
Accuse non certo larvate gli erano giunte da parte di alcuni ambienti di Forza Italia per il non brillante risultato elettorale del partito di Berlusconi ma soprattutto per le “trattative” condotte per la composizione della giunta comunale con gli altri segretari politici di Lega Nord ed Udc e con il sindaco Flavio Parmesani, in cui aveva “ceduto” a molte richieste della Lega Nord, autentica trionfatrice locale. Rimane ora da chiarire chi potrà condurre il Pdl casalese in questo momento particolare in cui vanno gettate le basi progettuali per il futuro della giunta municipale. Un problema quindi per la nuova maggioranza di centro destra alla guida della città.

Un brembiese coinvolto in un frontale

Paola Arensi su Il Cittadino di oggi ci racconta dell’incidente automobilistico avvenuto ieri a Livraga causato dalla invasione della corsia opposta di una delle due macchine alla nuova rotonda.
Scontro fra auto per un colpo di sonno.
Rassegna stampa.

Livraga – Un colpo di sonno probabilmente provoca un frontale. Ieri mattina alle 6.30 l’infermiera graffignanina T.P. di 37 anni stava tornando a casa dopo aver smontato da un turno di lavoro notturno alla casa di riposo di Senna. Per cause ancora da accertare, ma quasi sicuramente per un colpo di sonno provocato dalla stanchezza, la donna ha perso il controllo della sua Renault Twingo blu all’altezza della nuova rotonda di Livraga e precisamente lungo la strada provinciale 107 che collega il paese ad Ospedaletto. La conducente, che viaggiava sola, procedeva da Ospedaletto verso casa. Ma purtroppo, invece di prendere la rotatoria a destra e senza saperlo perché assopita, si è infilata nell’opposta corsia di marcia. In quello stesso istante da Livraga verso Casalpusterlengo proveniva il 38enne R.L. di Brembio, diretto al lavoro e al volante della sua monovolume color oro. Anche lui viaggiava solo. Inevitabile l’impatto tra i due mezzi che, fortunatamente, essendo capitato mentre entrambi i conducenti viaggiavano a ridotte velocità, non ha provocato gravi conseguenze. Per l’impatto le auto sono sbalzate a qualche metro di distanza rimanendo però entro la carreggiata. Se il 38enne, rimasto illeso, ha rifiutato il ricovero, la donna sulla Renault è finita al pronto soccorso di Codogno per accertamenti anche se, fortunatamente, in condizioni non gravi. Sono stati i sanitari della Croce casalese a soccorrerla e a trasportarla in ambulanza. L’infermiera presentava un trauma alle gambe, una ferita al ginocchio destro, dolori a mandibola e denti e labbra gonfie. Sono stati i carabinieri di Codogno ad eseguire i rilievi di rito e ora spetterà a loro accertare eventuali responsabilità. L’incidente ha provocato rallentamenti al traffico e qualche disagio ai pendolari diretti al lavoro. Questo perché le operazioni di soccorso hanno reso necessaria la chiusura temporanea di una parte della rotatoria.

Fondi competitività, spesi dalla Regione 380 milioni

Entro il 2009 la Regione avrà stanziato buona parte dei 532 milioni riservati alla Lombardia dalla programmazione comunitaria per interventi in campo infrastrutturale.

Sono 380 i milioni di euro (pari al 71% del totale destinato alla Lombardia dalla programmazione comunitaria 2007-2013) che, entro l'anno, la Regione avrà messo in campo a favore delle imprese per attivare diverse iniziative, anzitutto contro la crisi.
Lo ha comunicato il 2 luglio l'assessore all'Industria, Piccola e Media Impresa e Cooperazione, Romano La Russa, sintetizzando i principali esiti della riunione del Comitato di Sorveglianza del Por (Programma Operativo Regionale) Competitività e Occupazione-Programmazione Comunitaria 2007-2013.
L’assessore ha spiegato che: “Nonostante il periodo di grande difficoltà entro la fine del 2009 avremo stanziato buona parte della quota a noi riservata (532 milioni) dalla programmazione comunitaria per interventi in campo infrastrutturale, della ricerca e dell'innovazione per le imprese, del sostegno al credito, dell'energia e della valorizzazione del patrimonio naturale e culturale. Interventi che si inquadrano nel «pacchetto anticrisi» varato dalla Giunta lombarda su proposta del presidente Formigoni e che contribuiranno contemporaneamente al raggiungimento degli obiettivi connessi all'Expo 2015 e di quelli indicati dall'Unione europea in tema di efficienza energetica e di miglioramento della qualità dell'aria”.
Durante i lavori del Comitato sono stati presentati anche gli interventi di prossima attuazione: a breve, infatti, sarà ad esempio completamente operativo il fondo di garanzia “Made in Lombardy”, che attiva 500 milioni di euro di investimenti per le imprese (400 dei quali provenienti dal sistema bancario privato selezionato mediante procedura di evidenza pubblica e 100 da Finlombarda).
Il Comitato ha anche studiato alcune proposte, da sottoporre alla Commissione europea, affinché sia ridotto il digital divide che ancora penalizza alcuni Comuni della Regione e sia potenziato il sistema delle garanzie nel caso del perdurare della crisi finanziaria.
Secondo La Russa, “Regione Lombardia si conferma quindi tra le Regioni italiane più attive nell'attuazione della programmazione comunitaria che, in generale, sta incontrando non poche difficoltà visti anche gli effetti della situazione non certo semplice che si registra a livello internazionale”.

Brevi. Recenti questioni di interesse generale

Nuove misure anticrisi, un decreto di spinta all'economia.

È in vigore dal primo luglio il decreto-legge approvato dal Consiglio dei ministri il 26 giugno scorso contenente nuove misure anticrisi. Nel pacchetto di norme riguardanti lavoro e salute: rientro anticipato dei lavoratori cassaintegrati; erogazione anticipata dei sussidi per finalità di auto-impiego; rafforzamento dei contratti di solidarietà; assunzione agevolata dei cassaintegrati; possibilità per i cassaintegrati di lavori brevi pagati attraverso voucher; semplificazione delle procedure di concessione delle prestazioni di invalidità civile e delle dichiarazioni richieste ai pensionati per il mantenimento delle prestazioni previdenziali; abolizione del ticket sulla medicina specialistica; interventi per le Regioni in grave stato di disavanzo. Il decreto legge prevede anche, fra le altre cose, interventi di contenimento della spesa pubblica con riguardo alle assunzioni, interventi sul costo delle commissioni bancarie, riduzione dei costi dell'energia per imprese e famiglie, misure per lo sblocco degli investimenti privati, per la detassazione degli utili reinvestiti in macchinari, per l'accelerazione dell'ammortamento dei beni strumentali d'impresa, per l'incremento delle compensazioni dei crediti fiscali.

Passaporto elettronico, nel chip anche le impronte digitali.

È stato pubblicato nella GU n. 147 del 27 giugno il decreto del 23 giugno 2009 sulle "Disposizioni relative al modello e alle caratteristiche di sicurezza del passaporto ordinario elettronico". Questi i punti di maggior rilievo. La domanda di rilascio del passaporto è presentata: in Italia, alla questura o all'ufficio locale distaccato di pubblica sicurezza del luogo dove il richiedente ha la residenza, il domicilio o la dimora, o, in mancanza di questi uffici, al comando locale dei carabinieri o al comune; all'estero, alle rappresentanze diplomatiche e consolari. Insieme con la domanda l'interessato deve indicare ed autocertificare secondo legge: il nome, il cognome, il luogo e la data di nascita; la cittadinanza italiana e la residenza anagrafica; la statura e il colore degli occhi; lo stato civile in relazione al matrimonio; lo stato di famiglia; l'eventuale esistenza di procedimenti penali o di condanne penali, di multe o ammende non pagate relative a procedimenti penali; l'eventuale esistenza di misure di sicurezza detentiva o di prevenzione; l'eventuale esistenza di obblighi alimentari. Gli uffici competenti al rilascio dei passaporti, una volta verificata l'identità dell'interessato, acquisiscono l'impronta del dito indice di ciascuna mano dell'interessato, mediante scansione elettronica. I minori di 12 anni sono esentati dalla deposizione delle impronte. Il chip contenuto nel passaporto è conforme alla normativa europea e in particolare a quanto previsto dalla Decisione della Commissione europea 409 del 28 febbraio 2005 e dalla Decisione 2909 del 28 giugno 2006. Il chip contiene l'immagine del volto e le impronte digitali ed è capace di garantire l'integrità, l'autenticità e la riservatezza dei dati.

Libro Bianco su accessibilità e mobilità urbana.

Accrescere l'accessibilità delle città e con essa l'inclusione di tutte le persone nella vita quotidiana, riducendo i rischi di discriminazioni per i disabili: questo l'obiettivo cui tende il "Libro bianco su accessibilità e mobilità urbana. Linee guida per gli enti locali", presentato il primo luglio dal ministro del Lavoro, salute e politiche sociali, Maurizio Sacconi. Le linee guida, frutto del lavoro del Tavolo tecnico istituito tra il ministero e il comune di Parma, definiscono gli interventi più urgenti da realizzare, nel rispetto della normativa vigente e della Convenzione Internazionale dei diritti delle persone con disabilità, ratificata con la legge n.18 del 3 marzo 2009.
Tra le linee di intervento, la fruibilità dei luoghi di vita, per cui i progetti devono rispettare l'accessibilità, la salute, la sicurezza e la mobilità in tutti gli spazi del territorio, con soluzioni mirate di trasporto pubblico e accessibilità all'informazione. È richiamata, infine, la necessità di una più puntuale applicazione della Legge 4/2004, che rende obbligatoria l'accessibilità dei siti, cioè la capacità dei sistemi informatici di essere fruibili da parte di chi necessita di configurazioni particolari.

Droga, bilancio 2008 sulle tossicodipendenze.

Diminuisce il consumo di cocaina ed eroina nei giovani al di sotto dei 20 anni, ma cresce quello di cannabis: questo è solo uno dei dati illustrati il 30 giugno 2009 dal sottosegretario Carlo Giovanardi nel corso della conferenza stampa di presentazione del rapporto 2008 sullo stato delle tossicodipendenze in Italia. Per quanto riguarda i dati relativi alla popolazione al di sopra dei venti anni, vi è un generale aumento del consumo di tutte e tre le sostanze. Da rilevare una crescente tendenza al policonsumo, a cui spesso si associa il consumo di alcol. Più in generale è stato stimato che i soggetti tra i 15 e i 64 anni con bisogno di trattamento siano circa 385.000, contro i 174.000 effettivamente in cura presso i Ser.T. (Servizi Pubblici per le Tossicodipendenze del Sistema Sanitario Nazionale). L'Umbria, le Province autonome di Trento e Bolzano, la Basilicata e la Calabria sono le regioni con maggiori assuntori di eroina in trattamento; Lombardia, Molise e Sicilia sono quelle con più alta percentuale di consumatori di cocaina. Rispetto ai trattamenti preoccupa il fatto che sia molto ampio, 12-14 anni, il lasso di tempo che intercorre tra il primo momento di utilizzo della sostanza e quello in cui i soggetti accedono ai servizi per chiedere aiuto. Cala il numero di morti per overdose: da 589 (nel 2007) si è passati a 502 (del 2008), con una diminuzione del 14,7%. Quanto allo spaccio di sostanze stupefacenti, cresce il numero di minori in carcere: dal 2007 al 2008 i minori arrestati per spaccio sono aumentati del 38% e uno su due è straniero. Da sottolineare, infine, l'aumento della vendita di sostanze stupefacenti tramite Internet.