FATTI E PAROLE

Foglio virtuale quotidiano di Brembio e del suo territorio

http://www.fattieparole.info

Si può leggere l'ultimo numero cliccando sopra, sull'immagine della testata o sul link diretto, oppure cliccando qui.
Ogni nuovo numero esce nelle ore serali, ma dopo le 12.00 puoi già leggerlo mentre viene costruito cliccando qui.

FATTI E PAROLE - ARCHIVIO
www.fattieparole.eu

La parola al lettore

Le tue idee, opinioni, suggerimenti e segnalazioni, i tuoi commenti, le tue proposte: aiutaci ad essere un servizio sempre migliore per il nostro paese.

Puoi collaborare attivamente con noi attraverso questo spazio appositamente predisposto - per accedere clicca qui - o anche puoi scriverci cliccando qui.

martedì 30 giugno 2009

PGT, il documento che decide il futuro di Brembio

Il Piano di governo del territorio sarà presentato alla popolazione il 2 luglio. Nel nostro blog ne parleremo ampiamente cercando di fare informazione obiettiva.

Da quanto abbiamo pubblicato in precedenza circa i contenuti dei nuovi strumenti urbanistici previsti dalla legge regionale 12/2005, ben si comprende come il tutto sia alquanto complesso e come, anche l’elemento locale, il PGT, sia uno strumento articolato, coinvolgente diversi aspetti del territorio, e nel contempo tale potenzialmente da stravolgere completamente una comunità, la sua qualità di vita, la sua stessa peculiarità nonostante i vincoli possibili posti dai livelli più alti fino a quello regionale. Visionare la bozza di piano non è cosa semplice né banale, coglierne gli aspetti positivi e quelli negativi, al di là di peculiarità macroscopiche, non è immediato se non si è partecipato alle indicazioni di stesura. Nel nostro blog informativo cercheremo di evidenziare quegli aspetti a nostro parere critici, che il nuovo strumento urbanistico contiene, capaci di delineare una nuova Brembio del tutto diversa dall’attuale, che forse è lontana dalle aspettative di molta gente, anche di quella che recentemente si è unità alla nostra comunità. Naturalmente proveremo a darne una visione generale completa che evidenzi a fronte dei “costi” per la comunità anche i benefici. Nel modo più obiettivo possibile.
Il lavoro di stesura dei diversi documenti di piano è stato fatto dagli architetti Stefania Rozza e Mario Cremonesi di Lodi, la relazione riguardante la componente geologica, idrogeologica e sismica dal dr. Alberto Maccabruni di Casatisma (PV), la Valutazione ambientale strategica del Pgt è stata svolta da un gruppo di lavoro costituito dall’architetto G. Gibelli e dal biologo G. Fontana in collaborazione con gli architetti V. Dosi e F. Fenghe.
Prima di dare una prima sintetica descrizione del futuro urbanistico del paese, proprio da questo ultimo documento, poiché abbiamo sottoposto all’attenzione di chi segue il nostro blog le problematiche relative all’impianto a biogas, riportiamo subito come esso venga preso in considerazione e descritto dagli estensori della VAS, in quanto vengono sostanzialmente riportate delle risposte a possibili obiezioni riguardanti i “costi sociali” dell’iniziativa. Si legge nel documento:
«Nel Comune di Brembio è stato di recente autorizzata la realizzazione di un impianto di biogas da biomasse. In data 31.03.2008 si è tenuta presso la Provincia di Lodi la prima conferenza dei servizi a cui hanno seguito alcune richieste di integrazioni al progetto. Il progetto riguarda in particolare “Un impianto a biogas a biomasse dotato di un impianto per coltivazione di ortaggi in serra con sistema aeroponico”. Le cascine di Brembio interessate dal progetto sono C.na Polenzone, C.na Bellaria, C.na Vignazza, C.na Eustaca Nuova che distano dal futuro impianto dai circa 4 a 0.35 km. L’impianto è dimensionato per una potenza di 960 kW e il fabbisogno di biomassa vegetale è fornito quasi per intero dagli agricoltori di BrembioEnergie, promotori del
progetto. Una frazione del 9% verrà eventualmente acquistata presso aziende locali all’interno di un’area di 20 km dal sito produttivo.
Nella relazione di integrazione si legge, per quanto riguarda la valutazione delle criticità, che il processo non crea un’esigenza territoriale di nuovi trasporti, non modifica il quadro di produzione vegetale agraria né tantomeno l’attività di allevamenti già esistenti. Il traffico veicolare aggiunto dall’attività in progetto comporta conseguenze riguardanti la matrice aria in merito al rumore provocato dal traffico veicolare ed all’inquinamento legato alle emissioni dello stesso. Si escludono problemi derivanti da emissioni odorose in quanto i reflui sono trasportati in botti ermetiche e scaricati in impianto all’interno di una vasca chiusa. Il trasporto del letame avverrà in lassi di tempo distanziati (ogni 15 gg) e mediante copertura del materiale
Veniamo ora al quadro generale di novità che il PGT comporta. Nella tavola sottostante sono raffigurate le aree di trasformazione (AT1, AT2 e AT3) e i comparti di riqualificazione urbana (CRU1 e CRU2), che descriveremo nei prossimi articoli.


Qui ci limitiamo a dire che la previsione di insediamento abitativo nei due comparti è rispettivamente per CRU1 di 144 abitanti, per CRU2 di 115 abitanti, mentre per le due aree di trasformazione destinate ad insediamento residenziale AT1 e AT2 la previsione è rispettivamente di 406 abitanti e di 172 abitanti. La previsione totale, che somma le quattro aree, è dunque di 837 abitanti, pari a 328 famiglie considerando un numero di componenti medi per famiglia pari a 2,55. Gli alloggi previsti sono 328. Secondo la Relazione del Documento di Piano, il dimensionamento delle trasformazioni ha considerato in termini quantitativi il bisogno abitativo endogeno ed esogeno, valutato in considerazione del numero di abitanti residenti rilevati dall’anagrafe comunale e della crescita naturale ipotizzabile nei prossimi anni. Sono state considerate le trasformazioni in atto sull’insediamento esistente, di riutilizzo del patrimonio esistente o di completamento di parti sottoutilizzate.

Emergenza diabrotica

Un insetto sta devastando le colture di mais.

L’emergenza diabrotica interessa anche la Provincia di Lodi. Il 26 giugno scorso l’assessore all’Agricoltura, Matteo Boneschi, ha convocato il mondo agricolo lodigiano, alle prese con l’insetto che sta devastando le colture di mais, mettendone in serio pericolo il raccolto. Da parte dell’Amministrazione provinciale è emersa la volontà di affrontare immediatamente l’emergenza e di avanzare una proposta, condivisa con le altre province lombarde, da portare in Regione perchè si attivino al più presto le azioni di verifica delle possibili linee di risarcimento.
All’incontro, insieme agli assessori Matteo Boneschi e Cristiano De Vecchi, hanno partecipato le associazioni di categoria (Coldiretti, Confagricoltura, CIA, APA, e APIMA) e una folta rappresentanza di agricoltori che hanno reso conto dei danni sinora accertati per i campi di mais colpiti dal flagello. Secondo le stime del mondo agricolo il danno è già molto rilevante e le previsioni per i prossimi mesi lo sono ancora di più, con il rischio che intere produzioni di mais vengano compromesse del tutto. Dopo aver esposto una panoramica della situazione il mondo agricolo si è rivolto all’Amministrazione provinciale chiedendo un forte impegno per fronteggiare l’emergenza.
L’invito è stato raccolto dall’Assessore Boneschi, il quale ha garantito l’impegno della Provincia su tre fronti. Innanzitutto nel promuovere un coordinamento con le altre province lombarde maidicole colpite dalla diabrotica, per adottare una linea comune da portare in Regione. In secondo luogo intensificando i rapporti con la Regione per verificare gli interventi praticabili sia in termini di contributi erogabili agli agricoltori colpiti dal flagello, che in termini di assistenza tecnica. Parallelamente a questi due livelli d’azione, l’Amministrazione provinciale intensificherà il servizio di monitoraggio avviato dall’Associazione Provinciale Allevatori sul territorio al fine di tenere sotto controllo l’evoluzione della patologia. Su questo fronte la Provincia si è impegnata a divulgare con frequenza e sistematicità l’evoluzione del monitoraggio verso il mondo agricolo.

Parte la Brebemi

Il tracciato interessa anche la provincia di Lodi.

Il Cipe, Comitato interministeriale per la programmazione economica, ha approvato il progetto definitivo della Brebemi, il collegamento autostradale Brescia-Bergamo-Milano. Ne ha dato notizia il 26 giugno scorso l'assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo.
I cantieri dell'opera (del valore di 1,6 miliardi interamente in project finance) apriranno come programmato il 22 luglio. L'arteria sarà lunga complessivamente 62,1 km e attraverserà 43 Comuni di 5 Province (Milano, Bergamo, Brescia, Cremona e Lodi).
Il tracciato avrà due corsie per senso di marcia (con predisposizione alla terza corsia) più quella d'emergenza nel tratto tra Brescia e Treviglio (Bergamo) e tre corsie più quella d'emergenza da Treviglio all'innesto con la futura Tem, la Tangenziale est esterna di Milano.
La nuova infrastruttura prevede anche opere viabilistiche di collegamento, il potenziamento e la riqualificazione di numerose strade locali, per un totale di 70 chilometri. Tra le strade che verranno risistemate, ci sono la "Rivoltana" e la "Cassanese", che avranno quattro corsie e saranno completamente senza semafori.
I lavori dureranno 40 mesi: le auto cominceranno a circolare nel 2012.

Occhio alle mani in tasca

L’allarme lanciato dall’Anci Lombardia su sanità e assistenza. Ministero del Welfare e Regioni stanno discutendo senza ascoltare i diretti interessati.

L’Anci Lombardia, con un comunicato del 18 giugno scorso ha lanciato l’allarme: Ministero del Welfare e Regioni stanno discutendo delle tasche dei Comuni e dei servizi essenziali ai cittadini senza ascoltarli ne interpellare Anci.
Lorenzo Guerini, presidente Anci Lombardia così ha commentato la questione: «Le ricadute sul sistema finanziario ed organizzativo dei Comuni che potrebbero essere causate dalla “revisione” dei livelli essenziali di assistenza sanitaria (LEA), attualmente in corso tra Ministero del Welfare e Regioni (operazione ancorata peraltro alla definizione del Patto sulla salute 2010 – 2012) possono creare gravi conseguenze. La Conferenza Stato-Regioni sta andando avanti da sola pur in presenza di costi – nei termini di partecipazione percentuale alla spesa – esplicitamente gravanti sugli utenti e sui Comuni stessi. Così è nel caso delle prestazioni relative all’area dell’integrazione sociosanitaria: assistenza distrettuale sociosanitaria domiciliare e territoriale, residenziale e semiresidenziale a favore delle persone in condizioni di fragilità, non autosufficienti, in situazione di dipendenza, disabili, ecc.».
Per Giacomo Bazzoni, Presidente Dipartimento Welfare Anci Lombardia «Le ricadute possono essere diverse. Ad esempio, per non abbandonare a sé stessi i malati, il progettato trasferimento di prestazioni ospedaliere dal regime di ricovero ordinario al day hospital e al day surgery (interventi in un giorno), implicherà necessariamente un ampliamento dell’assistenza programmata a domicilio (ADI e ADP). Questa assistenza viene integrata oggi dal Comune di riferimento per una quota pari al 50%. Il trasferimento di prestazioni dall’assistenza diurna a quella ambulatoriale, comporterà l’assoggettabilità di tali prestazioni a compartecipazione alla spesa da parte dell’utente. Anche i cittadini dovranno mettere mano alle loro tasche. In questo modo chi è gravato da una situazione di disagio economico – e la crisi economico-finanziaria in atto nel Paese sta aumentando significativamente il numero delle persone e delle famiglie in difficoltà – non può che chiedere sostegno al proprio Comune».
Un tale probabile aumento di costi rischia veramente di mettere in discussione la tenuta dei bilanci comunali. A meno che si voglia lasciare i cittadini “a piedi”.
I più deboli verranno veramente messi sotto pressione:
-- per il 2009, ci aspetta un altro drastico ridimensionamento del Fondo nazionale per le politiche sociali;
-- gli interventi su famiglie numerose, consultori familiari e assistenti familiari, nel 2008 a carico del Fondo per la famiglia per 97 milioni di euro, non sono stati rifinanziati a partire dal 2010;
-- non c’è nessuna certezza di finanziamento per il 2010 del Fondo per la non autosufficienza, che per quest’anno vale 400 milioni di euro.
L’Anci Lombardia ha chiesto al Presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, di ascoltare la voce dei Comuni prima di intraprendere una strada che può portare a gravi conseguenze sia per le amministrazioni locali che per i cittadini, soprattutto i più deboli.

Casale. L’uso elettorale della paura

Il sindaco ha tradito l’elettorato, affermano i membri della lista del Partito comunista dei lavoratori di Casalpusterlengo.
Rassegna stampa – Dalla rubrica “Lettere & Opinioni” su Il Cittadino di oggi

Durante la prima seduta del consiglio comunale di Casalpusterlengo, la nuova giunta guidata dal Sindaco Parmesani non ha perso tempo e già ha dato modo di capire come procederà nel governo della città.
Durante la presentazione delle linee programmatiche generali, che guideranno la nuova amministrazione, il Sindaco e l’Assessore al Bilancio Spelta hanno fatto dichiarazione gravi che sono in contrasto con quello che la coalizione di centrodestra ha sostenuto durante tutta la campagna elettorale.
Ci riferiamo innanzitutto al fatto che tutta la campagna elettorale del centrodestra, e in particolar modo della Lega Nord, è stata incentrata sulla questione degli stranieri e della paura che si è cercato di instaurare fra i cittadini di Casalpusterlengo. Le parole cariche di razzismo e xenofobia dei vari “pezzi grossi” intervenuti nei comizi, quali Speroni, Gibelli, Borghezio fino al Ministro Bossi., risuonano ancora nelle orecchie degli elettori leghisti.
Il Sindaco ha “deliberatamente” escluso dai punti principali che muoveranno la sua coalizione la questione stranieri, relegandola come aspetto secondario. Così muovendosi ha tradito il proprio elettorato, che l’ha votato sulla promessa di mandare via gli stranieri da Casale e di risolvere la questione sicurezza, questione che mai è stata un vero problema nella nostra città.
Altro punto contraddittorio toccato dal Sindaco riguarda la svendita del patrimonio pubblico. Le dichiarazioni di Parmesani in campagna elettorale erano dirette al mantenimento del patrimonio pubblico di Casale. Invece il Sindaco e l’Assessore al Bilancio Spelta hanno espresso la volontà della giunta di svendere gli immobili di proprietà comunale di Piazza Repubblica, la vecchia Casa di Riposo e la Metanina.
Noi del Partito Comunista dei Lavoratori ci siamo sempre battuti contro il dilagare del razzismo e la svendita del patrimonio pubblico, anche attraverso il referendum che ha portato al mancato acquisto da parte dell’ex giunta Pagani di Palazzo Lampugnani. Ora critichiamo il dietrofront della nuova
amministrazione, che in campagna elettorale ha promesso certe cose, e una volta seduti sulle poltrone hanno tradito i loro elettori dichiarando tutto il contrario.
Proponiamo una vera integrazione fra cittadini casalini italiani e stranieri, attraverso attività culturali rivolte alla conoscenza reciproca fra le due realtà. Proponiamo la creazione di un ufficio immigrazione all’interno del Comune che si faccia carico di supportare gli stranieri in tutte le pratiche amministrative che li riguardano.
Chiediamo l’istituzione di una vera Consulta per l’Immigrazione, partecipata da rappresentanti delle etnie presenti sul territorio di Casale. Siamo contro all’aumento delle forze dell’ordine per le strade di Casale: non è con più polizia che si gestisce la convivenza fra le comunità.
Ci batteremo in consiglio comunale e nelle piazze di Casale per contrastare le scelte illogiche della
nuova amministrazione, sempre al fianco dei cittadini e dei lavoratori più deboli, per ridare luce ad una città che negli anni ha perso la sua socialità e la sua voglia di stare assieme.
I membri della lista del Partito comunista dei lavoratori di Casalpusterlengo

Legambiente: «ecomafia» scatenata in Lombardia

Rassegna stampa – Articolo di Greta Boni su Il Cittadino di oggi.

Lodi si piazza all’ultimo posto nella classifica di Legambiente sulla criminalità ambientale. Nel corso del 2008, infatti, sul fronte dell’illegalità si contano 2 infrazioni accertate e 2 persone denunciate, per un totale di 4 sequestri. Per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti, i numeri non sono molto diversi: le infrazioni accertate e le persone denunciate restano 2, con un solo sequestro effettuato. I reati legati al settore edilizio, invece, sono pari a zero. Questo non significa che gli “ecofurbetti” non agiscano sul territorio, anzi. Le operazioni e le segnalazioni della polizia provinciale sono sempre molto numerose, secondo quanto comunicato da palazzo San Cristoforo nel corso del 2008 i controlli e le sanzioni hanno persino subito un’impennata, basti pensare che i trasgressori pizzicati sul fatto hanno pagato una somma pari a 544mila e 628 euro, contro i 516mila e 689 euro del 2007.
La scorsa settimana Legambiente ha presentato il rapporto “Ecomafia 2009”, un documento che mostra quanto la regione non possa considerarsi immune dall’assalto delle cosche. L’interesse della criminalità verso il settore cresce a dismisura, soprattutto in vista dell’Expo: l’anno scorso le infrazioni accertate contro l’ambiente sono state 886 mentre le persone denunciate 866, inoltre le forze dell’ordine hanno eseguito 307 sequestri. Le illegalità accertate nella gestione dei rifiuti sono state 144, con 164 denunce e 57 sequestri. Solo nell’inchiesta “Rewind”, che ha visto coinvolto tra gli altri Mario Chiesa, personaggio reso famoso dalle vicende di Tangentopoli, i carabinieri del Noe hanno scoperto un giro illegale di rifiuti di 2.700 tonnellate. Sul fronte del traffico illecito dei rifiuti, a partire dal 2002 i casi accertati in Lombardia sono stati 12, il 9,2 per cento del totale italiano, 101 le ordinanze di custodia cautelare, 64 le aziende coinvolte e 150 le persone denunciate. La Lombardia si è poi resa protagonista in ben 36 inchieste italiane come regione di partenza o solo di transito del traffico illegale dei rifiuti. «Nella pubblica amministrazione, come nella magistratura e nelle forze dell’ordine, esistono figure competenti e qualificate per intercettare le infiltrazioni malavitose – afferma Sergio Cannavò, vicepresidente di Legambiente Lombardia – ma occorre una struttura di cooperazione dotata di strumenti e risorse per metterle nelle migliori condizioni per operare: per questo proponiamo di costituire una vera e propria “task force” di controllo degli appalti e di tutti i flussi di risorse connessi alla realizzazione dell’Expo e delle grandi opere programmate nei prossimi anni in Lombardia».

Una iniziativa simbolo

Domenica scorsa la seconda giornata ambientale multietnica. A Lodi stranieri e lodigiani puliscono parchi e giardini.
Rassegna stampa

Rossella Mungiello ci fa la cronaca su Il Cittadino di oggi di una esemplare iniziativa di integrazione svoltasi domenica a Lodi, la seconda edizione della giornata ambientale multietnica “Puliamo-Lo”. Ne vale la pena riportarla e segnalarla anche in questo blog informativo. Scrive la giornalista:
Alle 12.30 era già pronto il cous-cous. Tutt’intorno i volontari, italiani e stranieri, reduci dalla mattinata passata con guanti e sacchi alla mano, per la seconda edizione della giornata ambientale multietnica “Puliamo-Lo”, organizzata nella mattinata di domenica dal centro culturale islamico Al Fath di Lodi, promossa insieme a Città di Lodi, Legambiente, Tuttoilmondo onlus e in collaborazione con le associazioni Clam, Cocoti, Pescatori dilettanti, Edidm, associazione Pierre, Sos Adda, Tam Tam d’Afrique, Zeituna. Circa 40 sacchi di rifiuti; questo il bottino della sessantina di partecipanti (di cui solo quindici i lodigiani), divisi in due squadre,una dedita al verde dell’Isola Carolina e l’altra inviata in spedizione lungo via Defendente, via Vecchio Bersaglio, fino al quartiere Martinetta. Il ritrovo alle 9.15 proprio al parco cittadino; poi la distribuzione delle pettorine gialle e la formazione dei gruppi di lavoro. «Spero che i cittadini lodigiani apprezzino quello che stiamo facendo – ha commentato Sabri Shakshouk, presidente del centro culturale islamico, mentre si assicura che tutti abbiano un piatto di cous-cous e un assaggio di kebab –; ci sono immigrati che vivono qui da decenni e che si sentono lodigiani, quanto i loro concittadini. È negli eventi della vita quotidiana che si dimostra la volontà di partecipare alla vita di una comunità. Quello di oggi è un esempio di fratellanza». Il portavoce della comunità mentre teneva sott’occhio i lavori, si è preso una pausa per spiegare, con un sorriso, l’importanza di organizzare una giornata come quella di domenica, senza limitarsi quindi ad aderire a quelle già in programma per la pulizia della città. «Quando sono arrivato qui, trent’anni fa, destavo curiosità: i lodigiani volevano conoscermi, sapere qualcosa della mia cultura – ha accennato –; oggi qualcuno dice che non “ci” vuole e allora mi viene da rispondere: “Va bene, ma dimmi perché? Che ti ho fatto?”. Con questa giornata noi vogliamo dimostrare ai lodigiani che siamo accanto a loro e che siamo sempre pronti a dare il nostro contributo». E che la giornata multietnica sia anche e soprattutto uno stimolo per parlare di integrazione, è opinione anche di Andrea Ferrari, assessore alla cultura del comune di Lodi: «È l’ulteriore dimostrazione di come l’integrazione sia un tema possibile – ha detto l’assessore, lanciando sguardi interessati all’invitante piatto unico a base di carne e verdure –, come lo sono gli incontri “Viviamo il nostro quartiere”, oggi realtà consolidata e teatro di scambi e di conoscenze». Dello stesso avviso anche Nino Bonaldi, dell’associazione Tuttoilmondo onlus: «L’integrazione dovrebbe essere un discorso già scritto per Lodi – ha commentato Bonaldi –; le famiglie stabili di nazionalità straniera sono tante. Ci rendiamo conto, invece, che ogni volta che un evento coinvolge un cittadino immigrato torna viva più di prima l’incomprensione».

L’impercettibile leggerezza del carrello della spesa

Secondo uno studio abbiamo 10 euro in più in tasca.
Anche dalla qualità dei trasporti si misura la qualità della vita.

Rassegna stampa

Dalla stampa locale di oggi riprendiamo innanzitutto le buone notizie che Greta Boni ci riporta oggi sul rallentamento dell’aumento dei prezzi, tanto che le famiglie avrebbero a disposizione 10 euro in più. Questa la notizia.
Secondo una rilevazione dei prezzi di alcuni beni e servizi di largo consumo realizzata dalla Camera di commercio di Monza e Brianza, con il coordinamento scientifico di Ref-Ricerche per l’economia e la finanza, risulterebbe che la provincia di Lodi è la provincia più economica della Lombardia, almeno per quanto riguarda la spesa al supermercato. Un 6,6 per cento in meno rispetto alla media della regione. I dati a disposizione mostrano che nel giro di un anno l’inflazione in Lombardia è diminuita e che la crescita dei prezzi dei generi alimentari è rallentata, fermandosi a quota +2,5 per cento: in questo modo le famiglie lombarde si ritrovano in tasca 10 euro in più rispetto al passato. Ma la cronista del Cittadino nel suo pezzo non si limita a riportare i dati della ricerca, va oltre immaginandosi un sabato normale tra divertimenti e passatempi di una famiglia con due bambini: «Il sabato potrebbe partire con una colazione al bar, cappuccino e brioche costano all’incirca 8.80 euro. Nel caso in cui la famiglia volesse andare in piscina, tra biglietti ridotti e interi mamma e papà dovrebbero sborsare 14 euro. Il pranzo, rigorosamente casalingo e con un menù a base di pasta e pollo, si aggirerebbe grosso modo intorno alle 15 euro. Aggiungendo alla lista uno “sfizio” tutto al femminile, la mamma spenderebbe 16 euro dal parrucchiere, ma solo se si accontentasse di un taglio ai capelli, senza tinta né piega. La serata potrebbe poi prevedere una tappa in pizzeria, in questo caso la spesa sarebbe compresa fra le 40 e le 50 euro (pizza e bibita), se poi si dovesse aggiungere il parcheggio della macchina bisognerebbe tenere in considerazione anche una manciata di euro in più. Per concludere la giornata, infine, non resta che la gelateria; anche in questo caso, come per la colazione, lo scontrino segnerebbe una cifra vicina agli 8 euro.» Insomma qualcosa come 100 euro e più.

Il Cittadino quasi quotidianamente riporta lamentele di utenti dei servizi pubblici di trasporto, treno e autolinee. Oggi, nella rubrica “Lettere & Opinioni”, Angelo Golzi racconta le sue peripezie, in questo caso con la Sila: «Esattamente sette giorni fa, domenica 21 giugno 2009, mi sono dovuto recare a Milano a riconsegnare un’auto a noleggio. Avevo pianificato di ritornare con la Sila da San Donato. Per questo motivo mi ero premunito acquistando il biglietto a San Colombano, chiedendo conferma dell’orario dei pullman in partenza da Milano. Quello delle 11 a.m. era perfetto. Giunto al capolinea della M3 con qualche minuto di anticipo mi sono recato allo sportello Sila in loco per verificare l’orario, che combaciava con quanto mi era stato detto (ore 11). Nell’attesa mi sono messo a chiacchierare con altri utenti (quattro) che aspettavano l’arrivo del suddetto mezzo. Mentre passavano mezzi delle Autoguidovie Italiane e dell’Atm, l’attesa è stata vana: alle 11,20 ormai disperati noi, cittadini utenti, ci siamo lasciati. Non potendo attendere il mezzo successivo (ore 15) mi sono recato a Rogoredo, dove ho mancato per pochi minuti il treno delle ore 11.33 per Lodi - le macchine per l’erogazione dei biglietti self service erano guaste. Ho quindi fatto la fila alla biglietteria ed atteso il treno Intercity delle 12,13 (costo del biglietto 9 euro), dove un amico gentilmente mi ha raccolto e portato a destinazione. Successivamente ho appreso che la Sila ed altri operatori, che comunque alla domenica non hanno un servizio clienti telefonico attivo né hanno un lavoratore in loco per le informazioni, partono non dalle piazzole preposte ma dalla “rotonda”, causa mercato! Mi domando e domando, ci vuole così tanto ad apporre una segnaletica appropriata per quei cittadini utenti che ignari si recano ad attendere i mezzi esattamente dove sarebbe logico che passino? Rilevo che i servizi stanno continuamente peggiorando (a prescindere dai politici che ci governano) e che non c’è alcun rispetto per le legittime esigenze di coloro che per piacere o necessità si vogliano spostare con i mezzi “pubblici”. Le istituzioni a partire dai Comuni che ospitano cittadini utenti, dovrebbero fare sentire la loro voce a difesa di questi interessi all’efficienza, soprattutto se il servizio è svolto da una Società “privata” che ha di fatto il monopolio del servizio di autotrasporto. Mi auguro che questa “voce” possa essere raccolta dai nostri nuovi amministratori, e che sempre più cittadini rilevino le inefficienze di una o più aziende (a partire dalle Ferrovie).» Certo, la qualità della vita in un comune si misura anche da queste cose. Gli amministratori dovrebbero prenderne coscienza e adoperarsi per forzare una svolta nella gestione del trasporto pubblico che vada incontro alle esigenze di spostamento per motivi di lavoro o di studio o altre necessità dei propri amministrati. Nessun paese è un’isola, un continente chiuso in sé stesso.

Legge regionale 12/2005, le linee guida (IV)

I criteri attuativi previsti dalle delibere di Giunta regionale.
Tutela dei beni paesaggistici.
Pianificazione in materia commerciale.

Quarta e ultima parte.

Il documento, approvato con D.G.R. n. 8/2121 del 15/03/2006, è relativo ai criteri ed alle procedure per l'esercizio delle funzioni amministrative in materia di tutela dei beni paesaggistici in attuazione degli articoli 80-81-84-85-86 del Titolo V della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12 "legge per il governo del territorio".
Il testo, che tiene conto dell'esperienza accumulata a seguito dell'applicazione dei criteri attuativi della precedente legge regionale 9 giugno 1997, n. 18, è stato redatto anche con i contributi delle Direzioni regionali interessate nonché sulla base delle osservazioni formulate dagli Enti locali e dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia.
Questo documento costituisce la nuova norma di riferimento cui Regione ed Enti locali dovranno attenersi nell'esercizio delle funzioni amministrative in materia di tutela dei beni paesaggistici; indica un percorso metodologico finalizzato al miglioramento della qualità paesaggistica degli interventi sul territorio lombardo, affrontando il tema del paesaggio a partire dalla Convenzione Europea del Paesaggio (ratificata dallo Stato italiano con la legge 9 gennaio 2006, n. 14) e dal Codice dei Beni Culturali e del paesaggio (Decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42).
Le principali indicazioni sono relative a:
-- ripartizione delle competenze tra Regione ed enti locali (capitolo 3) - nel testo si chiarisce, anche con esempi, l'attribuzione della funzione amministrativa paesaggistica ai diversi Enti, in relazione alle categorie di opere ed interventi, sia per l'attività autorizzativa che per quella sanzionatoria;
-- criteri paesaggistici per alcune specifiche categorie di opere (capitolo 4) - sono indicati specifici criteri per diverse categorie di opere (opere idrauliche, derivazioni idroelettriche, trasformazione dei boschi), per le quali si precisano, quando necessario, aspetti di tipo procedurale;
-- procedimento amministrativo (capitolo 5) - sono illustrate le fasi del percorso amministrativo per la richiesta ed il rilascio dell'autorizzazione paesaggistica, comprese le procedure che si applicano in sede di Conferenza dei Servizi nonché in relazione alle ipotesi di intervento sostitutivo (in caso di mancato rilascio dell'autorizzazione o di inerzia nell'assunzione dei provvedimenti sanzionatori);
-- commissioni per il paesaggio e attività di supporto e vigilanza della Regione (paragrafi 5.5 - 5.8) - vengono date indicazioni per l'istituzione delle “commissioni per il paesaggio”, segnalando l"opportunità che esse siano costituite a livello sovracomunale; sono inoltre indicati i campi di attività della Regione per quanto riguarda il supporto agli Enti locali e la vigilanza sui beni paesaggistici.

L’ultimo documento costituente le linee guida raccoglie i provvedimenti in materia di urbanistica commerciale approvati su iniziativa dell'Assessorato al Territorio e Urbanistica nel corso del 2007. Si tratta in particolare degli "Indirizzi generali per la programmazione urbanistica del settore commerciale" previsti dall'art. 3, comma 1, della legge regionale 23 luglio 1999, n. 14 (deliberazione del Consiglio Regionale n° VIII/0352 del 13 marzo 2007) e dei "Criteri urbanistici per l'attività di pianificazione e di gestione degli Enti Locali in materia commerciale (art. 3, comma 3, legge regionale n. 14/99)" (deliberazione della Giunta Regionale n° 5913 del 21 novembre 2007).
La predisposizione dei due atti, avvenuta contestualmente alla definizione dei nuovi indirizzi generali del Programma Triennale del Commercio 2006 - 2008 in attuazione della legge regionale 14/99, costituisce un aggiornamento necessario per adeguarsi agli strumenti di pianificazione introdotti dalla "Legge per il governo del territorio"(legge regionale. 12/2005).
Negli Indirizzi viene chiarito il ruolo dei tre livelli di pianificazione previsti in Regione Lombardia - Piano Territoriale Regionale (PTR), Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale (PTCP) e Piani di Governo del Territorio (PGT) - nonché quello degli strumenti di programmazione negoziata rispetto alla programmazione territoriale e urbanistica del settore commerciale. Particolare attenzione è dedicata agli indirizzi orientativi per le politiche commerciali locali: spetta infatti ai Comuni -secondo la legge regionale 12/05, art. 8 - intervenire sulla distribuzione commerciale, ma essi devono farlo tenendo conto della programmazione regionale e provinciale. Nei Criteri viene definita invece la metodologia di analisi, programmazione e pianificazione che gli Enti Locali devono utilizzare quando elaborano il Piano di governo del territorio. Particolare attenzione viene dedicata ai criteri urbanistici di localizzazione delle grandi strutture di vendita ed al tema dei negozi storici.
(4 - fine)

Legge regionale 12/2005, le linee guida (III)

I criteri attuativi previsti dalle delibere di Giunta regionale.
Componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT.
Valutazione ambientale di piani e programmi (VAS).
Terza parte

I criteri, approvati con d.g.r. n. 8/1566 del 22/12/2005 e modificati con d.g.r. n. 8/7374 del 28/05/2008, forniscono le linee guida per la prevenzione del rischio idrogeologico attraverso una pianificazione territoriale compatibile con l'assetto geologico, geomorfologico e con le condizioni di sismicità del territorio a scala comunale, in raccordo con le disposizioni dell'art. 57 della legge regionale 12/2005.
Tali criteri sostituiscono le precedenti direttive in materia, dettate dalla deliberazione della Giunta regionale n. 5/36147/1993 e dalla legge regionale n. 41/1997 attuata con le d.g.r. n. 6/37918/1998 e n.7/6645/2001 (in seguito abrogata dalla legge 12/2005). In base a tali direttive, dal 1993 ad oggi, il 75% circa dei Comuni lombardi ha realizzato lo studio geologico di supporto e guida alla pianificazione per il proprio territorio.
I contenuti principali dei criteri sono:
-- linee guida per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del territorio comunale; per individuare le aree a pericolosità geologica e sismica; per definire le aree a vulnerabilità idraulica e idrogeologica e le relative norme d'uso e prescrizioni;
-- nuove linee guida per la definizione della vulnerabilità e della pericolosità sismica, a seguito della nuova classificazione sismica del territorio nazionale e del d.m. 14 gennaio 2008 “Approvazione delle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni”. Questi indirizzi si basano sulle più recenti metodologie messe a punto dalla comunità scientifica, in particolare per la zonazione a livello comunale (microzonazione);
-- nuove disposizioni per l'applicazione in campo urbanistico del “Piano stralcio per l'assetto idrogeologico per il bacino idrografico di rilievo nazionale del fiume Po - (PAI)” e per la coerenza tra i contenuti degli strumenti di pianificazione comunale e quelli di pianificazione sovraordinata;
-- indicazioni per l'aggiornamento del quadro delle conoscenze geologiche, per i Comuni che hanno già realizzato uno studio geologico del proprio territorio a supporto della pianificazione;
-- criteri per rendere i contenuti degli strumenti di pianificazione comunale coerenti e confrontabili con quelli della pianificazione sovraordinata (PTCP e PAI) e definire, per questi ultimi, le modalità di aggiornamento;
-- modalità per garantire la congruità tecnica dello studio geologico con i criteri attuativi, in relazione alle nuove modalità di approvazione degli strumenti di pianificazione comunale.

Il documento, approvato con D.G.R. n. 8/1563 del 22/12/2005, costituisce la proposta della Giunta Regionale per la completa attuazione della direttiva 2001/42/CE in materia di valutazione ambientale degli strumenti di pianificazione e programmazione (Valutazione Ambientale Strategica), in attuazione dell'art. 4 della legge regionale 12/2005 per il Governo del Territorio. Questa proposta è stata trasmessa al Consiglio regionale che procederà alla sua definitiva approvazione.
Gli Indirizzi generali danno indicazioni sulle seguenti tematiche:
-- integrazione tra percorso di formazione del piano e attività di valutazione - il percorso delineato prevede una stretta collaborazione tra chi elabora il piano e chi si occupa della valutazione, per costruire uno strumento di pianificazione partecipato e valutato in ogni sua fase, valorizzando la positiva esperienza già realizzata nell'ambito di uno specifico progetto europeo (enplan);
-- ambito di applicazione della valutazione ambientale - sono considerati i piani di livello regionale (Piano Territoriale regionale e piani d'area, ma anche piani di settore quali energetico, rifiuti, acque), provinciale (Piano Territoriale di coordinamento provinciale, piani di settore), comunale (Documento di piano e altri piani se in variante al Documento di piano), che dovranno essere accompagnati dalla VAS nella loro formazione;
-- percorso procedurale-metodologico - è stato definito un percorso che razionalizza le diverse azioni già previste dagli strumenti di piano e individua le autorità in materia ambientale da coinvolgere fin dall'inizio del percorso (ARPA, Autorità di bacino);
-- partecipazione dei cittadini - la costruzione di piani e programmi potrà avvenire anche attraverso ulteriori strumenti, quali concertazione, consultazione, comunicazioni e informazioni, articolati per le varie fasi;
-- raccordo con altre procedure - Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e Valutazione di incidenza su Zone di Protezione Speciale (ZPS) e Siti di Importanza Comunitaria (SIC) sono coordinate nel quadro di una semplificazione dei procedimenti; -- sistema informativo per la VAS - sarà sviluppato un portale dello strumento VAS, in cui raccogliere le informazioni legislative metodologiche e le buone pratiche, ma anche i riferimenti e le notizie di uso comune.
(3 - continua)

Legge regionale 12/2005, le linee guida (II)

I criteri attuativi previsti dalle delibere di Giunta regionale.
Seconda parte - PGT nei comuni con popolazione tra 2001 e 15000 abitanti.

Riguarda le determinazioni in merito al Piano di governo del Territorio (PGT) dei comuni con popolazione tra 2001 e 15000 abitanti, il documento approvato con D.G.R. n. 8/8138 del 1/10/2008, in attuazione dell'art. 7, comma 3, della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12.
Al fine di soddisfare le esigenze di essenzialità nel processo di pianificazione ed in ottemperanza ai criteri di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione, il documento individua gli elementi ed i contenuti da considerarsi essenziali nei Piani di Governo del Territorio (PGT) dei Comuni con popolazione compresa tra 2001 e 15000 abitanti.
In coerenza con il documento relativo alle "Modalità per la pianificazione comunale" approvato con deliberazione di Giunta Regionale n°1681 del 29 dicembre 2005 si riconoscono, i seguenti principi:
-- applicazione del criterio di sostenibilità nelle attività di pianificazione;
-- sviluppo della dimensione strategica nell'elaborazione degli obiettivi di piano;
-- completezza ed adeguatezza nella costruzione del quadro delle conoscenze del territorio;
-- pubblicità e trasparenza nella formazione degli strumenti;
-- partecipazione dei cittadini ed associazioni al processo di costruzione dei PGT;
come essenziali e caratterizzanti la qualità e il grado di innovazione dei nuovi strumenti di governo del territorio, indipendentemente dai diversi contesti territoriali e socio-economici presenti nell'ambito regionale.
Il documento mette in evidenza il ruolo della Regione e sottolinea l'importanza della proposta di Piano Territoriale Regionale, approvata dalla Giunta Regionale nel gennaio 2008 in quanto il Piano contiene:
-- la lettura del territorio condotta attraverso una logica sistemica, entro la quale dare senso ed efficacia all'azione di progettazione urbanistica degli Enti Locali;
-- l'individuazione di obiettivi, tematici e specifici per sistemi territoriali, da perseguire per tutti i soggetti presenti sul territorio e da declinare in tutte le sedi pianificatorie.
L'art.20 della legge rregionale 12/2005 riconosce al PTR la valenza di quadro di riferimento per la valutazione di compatibilità degli atti di governo del territorio degli Enti territoriali, in particolare di Comuni e Province. Ciò implica che l'assunzione degli obiettivi di PTR all'interno delle politiche e strategie dei Piani alle diverse scale deve essere esplicita e puntualmente riconoscibile. I Comuni, in sede di predisposizione del Documento di Piano del PGT, devono indicare i "sistemi territoriali" riconosciuti nella proposta di PTR, cui fanno riferimento per la definizione delle proprie strategie ed azioni.
Il documento riconosce inoltre l'importante ruolo di supporto ai Comuni delle Province lombarde e dei Piani Territoriali di Coordinamento Provinciali (PTCP). Infatti, le province possono contribuire positivamente nell'elaborazione dei Piani di Governo del Territorio, fornendo:
-- il quadro delle programmazioni e pianificazioni di scala provinciale e regionale, evidenziando gli eventuali interventi e/o azioni interessanti il territorio comunale e di cui la pianificazione locale deve, necessariamente, tener conto;
-- quelle conoscenze territoriali informatiche, che permettono di comporre facilmente il quadro di riferimento sovracomunale, cui la componente strategica della pianificazione comunale deve relazionarsi ed integrarsi.
Inoltre le Province, all'interno degli approfondimenti territoriali dei propri PTCP, possono individuare particolari ambiti, all'interno dei quali i PGT comunali, devono obbligatoriamente prendere in considerazione determinati tematismi o elaborare specifici approfondimenti conoscitivi ritenuti prioritari e qualificanti, anche per le realtà territoriali di Comuni di media e medio-piccola dimensione. Infine, Il documento individua i contenuti essenziali del Documento di Piano, del Piano dei Servizi e del Piano delle Regole del PGT, mettendo in evidenza le differenze di disciplina derivanti dalla diversità di contesto territoriale presenti nell'ambito regionale.
(2 - continua)

Legge regionale 12/2005, le linee guida

I criteri attuativi previsti dalle delibere di Giunta regionale.
Prima parte - SIT e pianificazione comunale

Veniamo ad illustrare brevemente i criteri attuativi contenuti nelle linee guida cominciando con lo sviluppo del Sistema Informativo Territoriale integrato (SIT).
Il documento, approvato con D.G.R. n. 8/1562 del 22/12/2005, che riguarda lo sviluppo del Sistema Informativo Territoriale (SIT) integrato previsto dall'art. 3 della legge regionale 11 marzo 2005 n.12, stabilisce le modalità organizzative e gli standard di riferimento da utilizzare per la raccolta e la condivisione, in formato digitale, di tutte le informazioni territoriali utilizzate dagli enti che partecipano al governo del territorio.
Con tali linee guida la Regione Lombardia delinea un percorso innovativo per lo sviluppo di strumenti di conoscenza basati sulle tecnologie informatiche all'interno degli enti, nel rispetto dei principi di sussidiarietà, responsabilità, compartecipazione e trasparenza. Obiettivo del SIT integrato è quello di facilitare l'accesso a tutto il patrimonio delle informazioni territoriali e ai servizi ad esso associati da parte di una vasta pluralità di soggetti. L'iniziativa va anche nella direzione di incidere nel processo di raccolta e gestione delle informazioni in termini di efficienza ed economicità, nonché di garantire la coerenza delle scelte in materia di standard con quanto previsto a livello nazionale ed europeo.
Il documento citato definisce le linee d'azione principali e gli argomenti sui quali sarà necessario un approfondimento tecnico da sviluppare di concerto con tutti i soggetti interessati. Le principali indicazioni riguardano gli strumenti di pianificazione dei Comuni (Piani di Governo del Territorio), delle Province (Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale) e degli Enti gestori dei Parchi regionali (piani territoriali) dovranno essere in formato digitale. La Regione Lombardia organizzerà e renderà disponibile un Repertorio dell'Informazione Territoriale, strumento di catalogazione e di ricerca delle informazioni territoriali prodotte dai diversi enti. Inoltre, in raccordo con gli enti coinvolti, svilupperà un archivio documentale degli elaborati di piano, testuali e cartografici; un sistema informativo territoriale dei contenuti di sintesi dei piani e un sistema informativo per la valutazione ambientale degli strumenti di pianificazione. Le cartografie di nuova produzione saranno Data Base topografici, secondo gli standard definiti a livello nazionale; ovvero prodotti che alimentano direttamente i sistemi informativi territoriali favorendo l'aggiornamento dei dati e il loro utilizzo all'interno dei processi amministrativi.

Riguarda invece le Modalità per la pianificazione comunale il documento, approvato con D.G.R. n. 8/1681 del 29/12/2005, in attuazione dell'art. 7 della legge regionale 11 marzo 2005, n.12. Il documento fornisce indicazioni generali, valide per tutti i Comuni della Lombardia e potrà essere integrato alla luce delle esperienze e delle eventuali criticità che emergeranno nelle prime fasi di realizzazione della nuova pianificazione. Resta inoltre aperto lo spazio per applicazioni specifiche, adatte alle peculiarità territoriali dei singoli Comuni.
Il testo evidenzia innanzitutto i seguenti principi del nuovo quadro della pianificazione comunale, così come definito dalla legge:
-- univocità delle strategie - il Piano di Governo del Territorio (PGT) è lo strumento di regia delle politiche e delle azioni settoriali e ha natura strategica e, insieme, operativa;
-- il piano è un processo in continua evoluzione, legato tuttavia ad un arco temporale stabilito e alle risorse necessarie alla sua attuazione;
-- sostenibilità socio-economica ed ambientale delle scelte di pianificazione;
-- condivisione delle conoscenze, delle strategie e del processo realizzativo, mediante un'informazione completa e trasparente al cittadino;
-- collaborazione interistituzionale, ovvero responsabilità nel concorrere alla costruzione di scenari di sviluppo territoriali di scala più ampia e nel proporre strategie anche diverse da quelle elaborate a scala maggiore;
-- legittimazione dei meccanismi perequativi e compensativi, sia finanziari che ambientali, e di quelli di incentivazione urbanistica.
Il documento definisce inoltre le caratteristiche, i contenuti e le relazioni relativi ai tre strumenti che costituiscono il PGT: Documento di Piano, Piano dei Servizi e Piano delle Regole; delinea le procedure per la formazione del Documento di Piano, evidenziando le connessioni tra pianificazione e sostenibilità ambientale; definisce il percorso di individuazione degli obiettivi di qualità e di verifica paesaggistica delle previsioni di trasformazione. Il documento analizza inoltre i rapporti che dovranno instaurarsi tra gli strumenti di pianificazione alle diverse scale: Piano Territoriale Regionale, Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, Piano di Governo del Territorio. Infine, il documento riporta le specifiche per i contenuti paesaggistici del PGT, anche alla luce delle indicazioni del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs n. 42 del 22 gennaio 2004).
(1 - continua)