FATTI E PAROLE

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sabato 28 novembre 2009

Federtrasporti inaugura il maxi polo logistico di Secugnago

Per la società, una scommessa sul futuro di un trasporto qualificato.



L’assemblea dei soci di Federtasporti Spa, di fine anno, inaugura ufficialmente il primo di alcuni capannoni del maxi polo logistico dislocato nella zona industriale di Secugnago. Nato a ridosso del nodo ferroviario della linea Milano-Bologna e al confine con Brembio, il capannone di circa 20 mila metri quadrati, sarà operativo nella prossima primavera con il trasferimento da Lodi degli uffici direzionali e direttamente gestito da Federtrasporti; che già aggrega diverse aziende di piccole e medie dimensioni che si occupano di trasporti e di logistica. Lo stabile, situato in un’area definita felice dal punto di vista viabilistico facilmente raggiungibile dalle grandi linee di comunicazione, con le città intasate alle prese con grandi e piccoli problemi di mobilità, la società punta all’integrazione del trasporto su gomma e su rotaia. Questo progetto, annunciato per il prossimo futuro con la costruzione di edifici modulari per le diverse tipologie delle merci in transito, prevede un terminal ferroviario all’interno; prima tappa di una logistica con unione di piccole e medie imprese e i rispettivi dipendenti e mezzi. L’esposizione di Emilio Pietrelli, presidente di Federtrasporti Spa, continua con un’elencazione di un diverso modo di gestione della logistica e del trasporto: più umano dal punto di vista lavorativo, il rispetto per l’ambiente e gli insediamenti abitativi e la formazione professionale dell’ autotrasporto. Condizioni queste da considerare per sopperire allo squilibrio della modalità del trasporto ed essere competitivi sul mercato. Da considerare anche il fattore umano; a tal proposito è previsto un punto di ristoro e di riposo per il personale di transito orbitante sul polo.



Un’opportunità per Secugnago, Brembio e del Lodigiano, viene così definita da Mauro Salvalaglio sindaco di Secugnago, giunta alla sua completa definizione dopo un iter che ha impegnato varie forze politiche e imprenditoriali, e che permette il ricupero e la riqualificazione di un’area dismessa; un’opportunità per offrire ai cittadini dei servizi di qualità. Con la non trascurabile possibilità, in questo periodo, di generare nuovi posti di lavoro in generale e a vantaggio delle realtà lavorative locali. Dello stesso avviso è la rappresentanza comunale di Brembio nelle persone di Giusi Ciserani, Renato Noli e Aldo Arnaldi che, con l’incarico di portavoce, afferma il momento importante per lo sviluppo del paese auspicando il completamento della tangenziale, che permetterebbe al traffico della logistica più scorrevolezza e di giungere nel più breve tempo possibile al vicino casello dell’autostrada del sole salvaguardando la viabilità cittadina. Vittorio Boselli, segretario generale di Confartigianato e portavoce dei propri iscritti, rileva la sensibilità di Federtrasporti che, pur essendo un’entità di sviluppo del trasporto, guarda con occhio di riguardo ai propri associati cercando di salvaguardarli da una viabilità stressata e carente; e nello stesso tempo, si fa carico del mantenimento del valore ambientale. Il Prefetto di Lodi, Peg Strano Materia, pone l’accento sulla strategia di Federtrasporti, di lavorare facendo un sistema integrato e non di devastazione di una zona a grande vocazione agro alimentare, cercando di salvaguardare la natura e con uno sviluppo a dimensione d’uomo.



Esauriti gli interventi delle autorità presenti, l’invito è di trasferirsi dal municipio di Secugnago alla sede Federtrasporti, nel polo logistico, per la cerimonia del taglio del nastro. La struttura si presenta nella sua imponenza e capacità suddivisa in grandi settori momentaneamente vuoti che, con il trasferimento delle maestranze da Lodi, nel prossimo futuro si riempirà creando una nuova realtà lavorativa. Tra i vari commenti degli addetti ai lavori, la speranza di un buon proficuo lavoro nella speranza della ripresa dell’economia e la possibilità di veder realizzata una viabilità a rapido scorrimento in sicurezza, che permetta di giungere a destinazione nel più breve tempo possibile nella tutela dei centri cittadini, degli automezzi, degli addetti e delle merci trasportate.





Federtrasporti nasce nel 1971 e oggi rappresenta una rilevante realtà di gruppo che riunisce vari enti - quali i consorzi e le cooperative - che operano nei settori della logistica e del trasporto merci in conto terzi. Il Gruppo Federtrasporti è un insieme articolato e composito, fatto di uomini, intelligenze, progettualità e organizzazione con l'obiettivo di realizzare un gruppo societario che affonda le sue radici nell'associazionismo e nella mutualità ed è fornito di tutti gli strumenti imprenditoriali per potersi muovere sul mercato globale come protagonista. Un gruppo unitario nell'elaborazione delle strategie, nel marketing, negli acquisti, nell'elaborazione di progetti logistici; ricco e articolato in fase di realizzazione, disponendo di un potenziale di circa 2.500 soci e oltre 4.000 automezzi.
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Felissari un'ultima passerella


Maggio 2009, inaugurazione del nuovo Comando di Polizia Locale e Provinciale a Lodi, uno degli ultimi nastri tagliati dall'ex presidente provinciale Felissari.




Il nostro crocefisso quotidiano [2]

Continua la nostra carrellata di immagini che testimoniano la presenza del crocefisso nella nostra quotidianità.
Fotopost.










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Mediageddon reloaded

Mafia: Mediaset querela "Repubblica".
Dalle Agenzie - Asca, 28 novembre 2009.

"Con riferimento alle affermazioni gravemente diffamatorie contenute in un articolo odierno di Repubblica in cui si insinua che il 20% di Mediaset appartenga alla mafia, Mediaset agirà giudizialmente contro gli autori dell'articolo e il direttore responsabile di Repubblica". È quanto afferma un comunicato di Mediaset che aggiunge: "L'azione verrà effettuata a tutela dell'onore e della reputazione di una società quotata al cui capitale partecipano primari investitori istituzionali - nazionali e internazionali - e più di 200.000 risparmiatori italiani".



Il passo controverso dell'articolo sarebbe questo: «Con quali capitali, Berlusconi abbia preso il volo, a metà degli settanta, ancora oggi è mistero glorioso e ben protetto. Molto si è ragionato sulle fidejussioni concessegli da una boutique del credito come la Banca Rasini; sul flusso di denaro che gli consente di tenere a battesimo Edilnord e i primi ambiziosi progetti immobiliari. Probabilmente capitali sottratti al fisco, espatriati, rientrati in condizioni più favorevoli, questo era il mestiere del conte Carlo Rasini. Ma è ancora nell'aria la convinzione che non tutta la Fininvest sia sotto il controllo del capo del governo.
Molte testimonianze di "personaggi o consulenti che hanno lavorato come interni al gruppo", rilasciate a Paolo Madron (autore, nel 1994, di una documentata biografia molto friendly, Le gesta del Cavaliere, Sperling&Kupfer), riferiscono che "sono [di Berlusconi] non meno dell'80 per cento delle azioni delle [22] holding [che controllano Fininvest]. Sull'altro 20 per cento, per la gioia di chi cerca, ci si può ancora sbizzarrire". Sembra di poter dire che il peso del ricatto della famiglia di Brancaccio contro Berlusconi può esercitarsi proprio tra le nebbie di quel venti per cento. In un contesto che tutti dovrebbe indurre all'inquietudine. Cosa Nostra minaccia in un regolamento di conti il presidente del consiglio. Ne conosce qualche segreto. Ha con lui delle cointeressenze antiche e inconfessabili. Le agita per condizionarne le scelte, ottenerne utili legislativi, regole carcerarie più favorevoli, minore pressione poliziesca e soprattutto la disponibilità di ricchezze che (lascia intuire) le sono state trafugate. In questo conflitto - da un lato, una banda di assassini; dall'altro un capo di governo liberamente eletto dal popolo, nonostante le sue opacità - non c'è dubbio con chi bisogna stare. E tuttavia, per sottrarsi a quel ricatto rovinoso, anche Berlusconi è chiamato a fare finalmente luce sull'inizio della sua storia d'imprenditore.
Il Cavaliere dice che si è fatto da sé correndo in salita senza capitali alle spalle. Sostiene di essere il proprietario unico delle holding che controllano Mediaset (ma quante sono, una buona volta, ventidue o trentotto?). E allora l'altro venti per cento di Mediaset di chi è? Davvero, come raccontano ora gli uomini di Brancaccio, è della mafia? È stata la Cosa Nostra siciliana allora a finanziarlo nei suoi primi, incerti passi di imprenditore? Già glielo avrebbero voluto chiedere i pubblici ministeri di Palermo che pure qualche indizio in mano ce l'avevano. Quel dubbio non può essere trascurabile per un uomo orgoglioso di avercela fatta senza un gran nome, senza ricchezze familiari, un outsider nell'Italia ingessata delle consorterie e prepotente delle lobbies.»


Cliccando sull'immagine sopra si può leggere l'intero articolo di Repubblica.
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Immigrazione, Fini: «Estendere la cittadinanza»



Mafia, Firenze: Berlusconi e dell'Utri non sono indagati.
La Procura di Firenze smentisce la notizia riportata da Libero. Secondo il quotidiano sarebbero indagati già da metà ottobre. Il premier: voci infondate e infamanti. E attacca: strozzerei chi scrive e fa film come La Piovra.
Dalle Agenzie - Sky Tg24, 28 novembre 2009.



La Procura di Firenze smentisce che il presidente del Consiglio, Berlusconi e il senatore Dell'Utri siano iscritti nel registro degli indagati. Ma secondo "Libero" sarebbero indagati dalla procura toscana già da metà ottobre. L'accusa sarebbe di essere i mandanti esterni delle stragi del '93.
"Non ci sono iscrizioni di questo tipo. Non sono indagati". Così il procuratore capo della procura di Firenze, Giuseppe Quattrocchi, risponde ai giornalisti in merito alle notizie apparse oggi sul quotidiano Libero. Quattrocchi taglia corto dicendo: "Libero può scrivere quello che vuole".
Si tratta di voci "infondate" e "infamanti". È quanto avrebbe affermato il presidente del consiglio Silvio Berlusconi incontrando i giovani del Pdl del circolo di Olbia-Tempio. Non capisco, avrebbe aggiunto poi Berlusconi, come si fanno a pensare cose del genere e quali sarebbero state le mie motivazioni. E poi attacca: "Se trovo chi ha girato nove serie della 'Piovra' e scritto libri sulla mafia facendoci fare brutta figura nel mondo, giuro che lo strozzo".
Libero, il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, oggi infatti titola: "Silvio indagato per mafia". "Nell'inchiesta per mafia - scrive Gianluigi Nuzzi - il senatore Marcello Dell'Utri e il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sono indagati per mafia. L'accelerazione è avvenuta a metà ottobre".
Anche il quotidiano Il Giornale dedica spazio alla notizia, ma i toni sono diversi.
"Iscrizione di Berlusconi sul registro degli indagati e - tra pochi giorni, forse oggi stesso - avviso di garanzia". Lo scrive Vittorio Feltri in un editoriale di prima pagina.
Il quotidiano apre con la foto del presidente del consiglio accompagnata dallo strillo 'Se questo è un mafioso'. Sottotitolo: "In arrivo l'avviso di garanzia basato sui deliri dei pentiti: 'Berlusconi fece fare le stragi'.
Per quale motivo? Non c'è risposta. Infatti, è un'idiozia". Occhiello: "L'ultima follia dei magistrati"
Già venerdì sera era intervenuto sulla questione Paolo Bonaiuti. "Escludiamo nel modo più deciso che sia in arrivo un qualsiasi atto correlato alle indagini di Firenze e Palermo". Cosi il portavoce del premier Silvio Berlusconi ha risposto al telefono a chi gli chiedeva un commento sull'ipotesi ventilata da alcuni organi di informazione. "Non esiste. È fin troppo facile smentire ciò che non c'è", ha aggiunto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
"C'è qualcuno che dice che mi sono molto occupato di mafia, a partire dal '92 - aveva dichiarato ieri Berlusconi - È vero: sulla mafia ho raccontato molte storielle...".



Finanziaria, la Lega fa dietrofront e ritira l'emendamento.
Dalle Agenzie - Sky Tg24, 28 novembre 2009.



Il deputato della Lega Nord Maurizio Fugatti ritira l'emendamento alla Finanziaria che puntava ad introdurre un tetto alla cassa integrazione per gli extracomunitari. Lo annuncia lo stesso esponente del Carroccio in una nota. "Resto convinto - premette - delle idee espresse ieri riguardo all`emendamento sulla cassa integrazione agli extracomunitari. Vista però la contrarietà del ministro del Welfare Sacconi, non è mia intenzione creare problemi alla maggioranza e quindi l`emendamento in questione sarà ritirato".
Un tetto alla cassaintegrazione, ovvero a "qualsiasi trattamento di sostegno al reddito", per i cittadini extracomunitari che lavorano in Italia. Questo quanto prevedeva l'emendamento della Lega alla Finanziaria presentato in commissione Bilancio alla Camera. La notizia ha provocato forti reazioni. Il Pd ha parlato di "proposta palesemente incostituzionale". La Cgil di "iniziativa xenofoba e una vera e propria sciocchezza giuridica".
Più dura la presa di posizione di Avvenire, il quotidiano della Cei che oggi dedica alla notizia un editoriale dal titolo "L'eccezione aberrante" nel quale si legge: "Il solo fatto che si proponga di limitare un diritto soggettivo come la cassa integrazione a lavoratori che pure hanno contribuito al relativo fondo - per la semplice ragione che sono nati altrove - appare aberrante".

Immigrazione, Fini: "Estendere la cittadinanza".
Il presidente della Camera: "Inserire gli stranieri nella vita sociale e politica dei Paesi europei".
Dalle Agenzie - Sky Tg24, 28 novembre 2009.



La "sfida dell'integrazione deve essere vinta attraverso un programma di estensione della cittadinanza sociale e politica", ribadisce Fini. Il presidente della Camera spiega che la democrazia tende "naturalmente all'allargamento dei diritti" e "trova nell'inclusione degli immigrati nella vita civile dei paesi europei un nuovo e cruciale terreno di affermazione". Per riuscire a realizzare una vera integrazione "deve esserci anche un ambizioso programma di ricostruzione civile".
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La prima pagina che Feltri deve all'Italia

Per par condicio.

Dopo Boffo, Veronica, Marazzo, la Mussolini e gli altri dimenticati, Vittorio Feltri ci deve un ultimo scoop in prima pagina.


Pagina che farebbe il paio con lo spot, quello si vero, del quotidiano francese Le Monde, che da qualche giorno impazza su Internet.


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Non è questione di rima ma di risma


Leghista razzista, la feccia al governo.

Abbiamo mandato al governo della nazione e di molti enti locali in questi anni la peggior feccia che l'Italia metteva a disposizione. Lo si può constatare ogni giorno semplicemente informandosi, smettendo la droga spacciata dalle tv di Berlusconi. Bisogna svegliarsi da un sogno che mostra sempre più i caratteri di un incubo terrificante. È ora di cominciare ad imparare a dire "basta!" semplicemente chiamando le cose per quello che sono: il premier? un puttaniere; la lega? un pericolo pubblico e via discorrendo. Siamo arrivati oggi, senza se e senza ma - come va di moda dire, - al razzismo.



Ma la tragedia è che Berlusconi non va mandato a casa come vorrebbero i suoi bravi che propagandano sui media il ritorno alle urne. Deve rimanere cinque anni a Palazzo Chigi, anche se colpito da centomila avvisi giudiziari, perché solo così siamo sicuri che ce ne libereremo per sempre, tanto sarà il disgusto alla fine del "popolo che lo sostiene" sbandierato ai quattro venti dai sondaggisti a libro paga. Altrimenti in molti, ancora intontiti dalla modica quantità giornaliera di propaganda subliminale mediatica, sarebbero capaci di tornare a votarlo ancora una volta, sparandosi come si dice volgarmente un'altra volta nelle palle.
L'importante non è "cacciare" Berlusconi, ma prendere coscienza che la filosofia che lo tiene al potere è il male, che fa male, che sta affossando il Paese. Dietro quel sorriso da joker c'è tutto il disprezzo per la gente che cerca onestamente di arrivare a fine mese sgobbando al lavoro e tirando la cinghia, che regge sulle sue spalle il peso di questa disgraziata nazione, e che sempre ci ricasca. Quello di cui abbiamo bisogno è, dunque, una rivoluzione culturale che rivolti come un calzino la decadente visione del mondo fatta di veline e apparenza e riporti in primo piano i valori veri della nostra umanità, a cominciare dalla solidarietà e accoglienza. Una nuova resistenza, insomma, anche fatta di piccoli gesti come rifiutarsi di guardare le trasmissioni idiote sulle tv del padrone che propagandano quello stile di vita da servi che lo mantiene al potere, rifiutarsi di seguire i loro consigli pubblicitari boicottando i prodotti superflui, tanto reclamizzati quanto più inutili. Facciamoci partigiani dell'intelligenza, della speranza in un futuro possibile diverso e migliore, dove la persona - uomo e soprattutto donna - non sia più una merce, ma sia rimesso nel posto centrale che gli compete da sempre.

PS. Il Secolo XIX ci dà una buona notizia:


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Le beghe della solidarietà

«Ingiusto l’attacco di Rifondazione al sindaco Cordoni».
Rassegna stampa - Il Cittadino, 28 novembre 2009.

Il Pd non condivide «il pesante attacco che il Partito della Rifondazione comunista lancia nei confronti del presidente dell’Associazione dei comuni lodigiani Giancarlo Cordoni». Al centro della discussione il fondo di solidarietà, a cui hanno partecipato solo pochi comuni. Rifondazione ha più volte sollecitato gli enti locali a dare il loro sostegno al fondo anti-crisi, dal canto suo Cordoni ha sottolineato le difficoltà che le amministrazioni stanno affrontando dal punto di vista economico, con bilanci che spesso rendono impossibile la partecipazione al fondo. «I comuni non sono stati parte passiva di questa situazione di crisi - fa sapere la segreteria provinciale del Pd -, si sono assunti le loro responsabilità. Certo è necessario, in questa fase, fare di più». La soluzione sarebbe quella di riunire tutti i soggetti attorno a un tavolo: «Chiediamo all’amministrazione provinciale che si faccia parte attiva per l’avvio questo processo, anche garantendo una adeguata partecipazione al rifinanziamento del fondo». L’assessore al bilancio, Cristiano Devecchi, aveva già anticipato nelle scorse settimane che palazzo San Cristoforo avrebbe messo a disposizione una somma, ancora da quantificare.
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Quando i treni magicamente scompaiono

Cresce l’insoddisfazione dei viaggiatori della Milano-Piacenza; a breve si terrà un summit a palazzo San Cristoforo. «I nuovi orari dei treni sono una follia». I pendolari lamentano la “scomparsa” di convogli nelle ore di punta.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Greta Boni, Andrea Bagatta, 28 novembre 2009.

I pendolari incassano l’ennesimo “colpo basso”: gli orari che con tutta probabilità entreranno in vigore il 13 dicembre sono “bollati” dai passeggeri della Milano-Piacenza come «una follia». Alcuni treni sono “magicamente” scomparsi dal tabellone, mentre altri non faranno altro che prolungare l’agonia del viaggio, allungando i tempi di percorrenza. È vero, al momento si tratta solo di una bozza, ma se il documento finale non dovesse mettere nero su bianco le modifiche sperate, questa volta sarà una battaglia senza esclusione di colpi. A Casale è sparito il convoglio delle 7.49, utilizzato ogni mattina da almeno 200 lodigiani, insieme a quello delle 17.12 che da Milano riporta i viaggiatori a casa. Inoltre, nella fascia che va dalle 10.58 alle 12.58 mancano all’appello due treni. Come se non bastasse, dalle 10.58 alle 12.58 non ci sono treni “veloci” che possano portare al lavoro i pendolari, quelli a disposizione impiegano come minimo 50 minuti, lo stesso accade alla sera per il rientro, dalle 17.30 alle 19.22. Non si hanno più notizie dei convogli delle 19.04 e delle 19.11 che dalla metropoli si spostano verso il Lodigiano. Il sindaco di Casale, Flavio Parmesani, si è messo in moto per cercare di inserire alcune novità, sembra infatti che nelle ultime ore il convoglio delle 7.49 sia tornato al suo posto.
Il Comitato di Secugnago scuote la testa, lamentando la «mancanza totale di treni fra le 8.05 e le 13.30, tempi di percorrenza oramai biblici, anche a causa di fermata in tutte le stazioni, soppressione di fermate a Secugnago di alcuni treni molto frequentati, nessuna notizia sul servizio di autobus sostitutivo ai treni, posticipo dell’orario di partenza di treni che causeranno problemi alle persone in part-time e agli studenti». Lodi non sarà un’eccezione, i passeggeri del capoluogo resteranno senza il treno delle 8.01, uno dei più affollati. Si dovrà scegliere tra il convoglio delle 7.48 e delle 8.28, per arrivare a Milano senza perdere troppo tempo.
I pendolari stilano un bilancio deludente degli ultimi anni: all’inizio speravano che l’alta velocità avrebbe portato dei miglioramenti, ma poi tutti si sono dovuti ricredere. Hanno incrociato le dita per l’arrivo della linea veloce, la S1 (Lodi-Saronno), ma il 13 dicembre partirà solamente nella fascia di “morbida”. I viaggiatori incontreranno l’assessore ai trasporti della Provincia di Lodi, Nancy Capezzera, la prossima settimana, il primo appuntamento ufficiale con la nuova amministrazione; in quell’occasione avranno modo di sollevare perplessità e problemi. Sulla questione è intervenuto anche il consigliere regionale Gianfranco Concordati, il quale ha seguito da vicino la nascita del contratto di servizio fra il Pirellone e Trenitalia: «La bozza di orario, quasi definitiva, è stata stilata senza aver avviato una consultazione con le Province e i Comitati pendolari, probabilmente anche l’incontro tra i passeggeri e palazzo San Cristoforo doveva essere fissato prima. In base alla proposta, si sarebbe dovuto impostare con la linea S1 un cadenzamento in grado di garantire il potenziamento del servizio, cosa che non si verificherà, non di certo nelle fasce di punta. In passato il territorio è sempre riuscito a portare a casa qualche risultato, se ci sarà la pressione necessaria è possibile che si possa introdurre qualche miglioramento all’orario».
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Sfruttare la geotermia per il riscaldamento

A Casale il primo edificio con impianto geotermico. Il calore per le case arriva dal sottosuolo.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Andrea Bagatta, 28 novembre 2009.

Sorge in via Cremona la prima palazzina con impianto geotermico di Casale: cinque sonde geotermiche arrivano fino a 100 metri di profondità per scambiare calore con il terreno e far funzionare il riscaldamento e l’acqua calda.
«Questa tecnologia è rispettosa dell’ambiente e riduce molto i consumi, oltre a essere sicura - dice l’architetto Cinzia Serrano, progettista e direttore dei lavori -. Il risparmio energetico è completato anche con una scelta di coibentazione e di isolamento all’avanguardia. Abbiamo voluto fare investimenti importanti, ma a fronte di un aumento dei costi del 10 per cento circa, i residenti avranno subito dei benefici, con un risparmio quantificabile in almeno mille euro l’anno e impianti innovativi e del tutto rispettosi dell’ambiente».
L’impianto geotermico sfrutta il calore costante del sottosuolo, compreso di solito tra i 10 e i 13 gradi, grazie ad apposite sonde che arrivano a 100 metri di profondità. Le sonde sono collegate a una pompa di calore, e in questo circuito circola un fluido glicolato, una miscela in grado di prendere o lasciare l’energia termica scambiandola con il terreno. Quando prende il calore dal terreno, la sonda lo porta tramite la pompa alla piccola centrale posta a livello dei box e da lì si dirama un impianto tradizionale, regolato da un comune termostato, con riscaldamento a pavimento. Il procedimento funziona anche all’inverso: la centralina e la pompa di calore spingono il calore nel sottosuolo ottenendo un effetto raffrescante, sempre regolato dal semplice termostato di casa.
Ieri i responsabili della società Geosimm di Milano proprietaria del lotto, dell’Edilmac di Sarmato che sta costruendo l’edificio e della Thermogea di Varese che si occupa dell’impianto hanno incontrato alcune classi dell’istituto Cesaris di Casale per una lezione teorica in aula e poi pratica sul cantiere. All’iniziativa era presente l’assessore comunale Marzio Rossetti: «Come amministrazione siamo molto attenti a queste tecnologie innovative e pulite, e valuteremo la possibilità di farvi ricorso in futuro per edifici comunali».
Lo stabile in costruzione è il primo a Casale con un impianto geotermico, il secondo in provincia di Lodi.
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Cassintegrati o personale in mobilità in cancelleria

Una quindicina di operatori “a termine” in arrivo per decongestionare la cancellerie: su dieci posti, quattro sono scoperti. I cassintegrati lavoreranno in tribunale. La Provincia stanzierà oltre 100mila euro per reclutare ausiliari.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Carlo Catena, 28 novembre 2009.

C’è una carenza di personale amministrativo del 40 per cento nel tribunale di Lodi: un dato su tutti, quello reso noto ieri dal presidente del tribunale Adriana Garrammone, che serve a spiegare l’emergenza-giustizia in cui, a dispetto delle cifre, l'amministrazione lodigiana viene ancora ritenuta un’isola abbastanza felice, riguardo alla durata media dei processi.
Per far fronte a problemi di ogni giorno quali i fascicoli da recuperare all’ultimo momento per avviare le udienze o agli orari di cancelleria che la presidente è stata costretta a ridurre da alcune settimane a questa parte, è stato presentato ufficialmente l'accordo che dovrebbe essere presto firmato con la Provincia di Lodi per poter impiegare cassintegrati o personale in mobilità nei servizi di cancelleria, per la durata di un anno. Se n’è parlato ieri in occasione dell’incontro tra presidenza del tribunale, avvocati e personale, tenutosi anche per celebrare la Giornata europea della giustizia civile, in cui sono emerse critiche e autocritiche allo scopo di far funzionare meglio una “macchina“ che, hanno tutti concordato, soffre comunque per burocrazia e mancanza di fondi.
Dai vertici del tribunale era partita oltre un mese fa la richiesta di 35 lavoratori “in prestito”, la Provincia di Lodi, alla luce del bilancio, è pronta a fornirne un numero compreso fra i 13 e i 18: «Sarà offerta un’opportunità a persone che sono temporaneamente senza lavoro - spiega il presidente della Provincia Pietro Foroni, avvocato -. Chi sarà inserito nel progetto, sulla base di una selezione che competerà al tribunale, avrà dalla Provincia di Lodi un’integrazione dell’indennità che già percepisce. Ritengo si tratti di un’iniziativa molto positiva, già sperimentata finora solo a Milano e in altre pochissime realtà italiane. La carenza di personale ausiliario è uno dei problemi della giustizia, e per i lavoratori sarà anche un’occasione professionale». L'impegno finanziario sarà inserito da San Cristoforo nel bilancio di previsione 2010, poi sarà siglata una convenzione e i primi ausiliari di cancelleria potrebbero arrivare in viale Milano entro il mese di marzo.
Niente di nuovo, invece, per il prospettato trasferimento al tribunale di lavoratori in futuro esubero dalla sede di Lodi del ministero del Tesoro. «Dopo le nuove assunzioni, terremo un altro incontro - ha annunciato la presidente Garrammone - ma l’invito che rivolgo a tutti è di segnalarmi puntualmente le difficoltà, se necessario facendo anche i nomi». L’iniziativa ha richiamato l'attenzione degli operatori della giustizia civile più che di quella penale, presenti le massime autorità provinciali a partire dal prefetto Peg Strano Materia e dai vertici delle forze dell’ordine.
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La crisi manda sul lastrico anche il Lausvol

Appello al territorio del centro servizi per l’associazionismo, che senza risorse economiche rischia di dover chiudere. La crisi affonda anche il volontariato. Lausvol in ginocchio: perde la sede e chiede la cassa integrazione.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Alberto Belloni, 28 novembre 2009.

La crisi manda sul lastrico anche il Lausvol, “cuore” e motore del volontariato lodigiano, costretto a lasciare la sua sede e a programmare la cassa integrazione per i suoi collaboratori. Il centro servizi nato nel 1998, punto di riferimento per la formazione, la consulenza e la promozione delle attività dell’associazionismo e del Terzo settore provinciali, ha lanciato nelle scorse il suo “sos” a tutte le istituzioni del territori, illustrando loro la pesantissima situazione di deficit economico in cui è caduto. Il taglio dei finanziamenti per il 2009 (circa 120mila euro), quelli ancora più pesanti previsti per i prossimi anni e la riduzione degli utili delle fondazioni bancarie da cui il centro attinge parti delle sue risorse stanno infatti costringendo l’ente a un’autentica smobilitazione. L’ultima assemblea dei soci ha infatti approvato l’avvio della procedura di cassa integrazione per i suoi 6 collaboratori; entro il 31 dicembre, intanto, gli uffici dovranno abbandonare la nuova “casa” di via Selvagreca, nella quale il Lausvol era entrato circa due anni fa e di cui non può più permettersi l’affitto, e trasferirsi nell’ex sede della polizia provinciale, che gli assessori Cristiano Devecchi e Mariano Peviani hanno concesso in comodato d’uso gratuito per ovviare all’improvvisa emergenza. Già dall’inizio del 2009, peraltro, la riduzione dei fondi aveva costretto il Lausvol a “tagliare” numerose attività, dagli sportelli territoriali a quello di consulenza giuslavoristica, fino al progetto Over 50, alle attività del centro stampa e via discorrendo. Ma nonostante i nefasti segnali e le prime dolorose rinunce, il precipitare della situazione è arrivato come un fulmine a ciel sereno sui responsabili del Lausvol: «A livello nazionale la situazione fondi si è sbloccata solo in parte, ma è a livello lombardo che abbiamo problemi con il comitato per l’erogazione dei fondi, peraltro su quanto dovrebbe già essere erogato - spiega amareggiato il presidente del centro servizi, Renzo Guglielmi -. Credo che il Lausvol sia un valore sociale e un patrimonio del territorio, e che le ricadute sulle associazioni di quanto stia accadendo potrebbero essere abbastanza pesanti: dovremmo ridurre i servizi di formazione, le consulenze e le altre attività essenziali». Guglielmi fa appello alla sensibilità degli enti e delle istituzioni amministrative e non del Lodigiano, affinché il Lausvol non resti solo: un appello contenuto nella lettera inviata anche alle 74 associazioni socie del centro, cui negli anni il centro ha fornito tantissimi servizi gratuiti, sollevandole tra gli altri anche dale fatiche delle questioni burocratiche. «Contiamo sulla solidarietà e vicinanza dell’intero territorio per difendere insieme i valori che tutti quanti rappresentiamo - recita la missiva -, perché i Csv non sono soltanto uno strumento di sviluppo per le organizzazioni, ma prima di tutto sono un’espressione diretta del volontariato, che li crea e li dirige». Per ora, oltre alla provincia di Lodi, solo l’assessore comunale Silvana Cesani ha dato una mano al Lausvol. Le analoghe crisi sofferte dagli omologhi centri servizi di Sondrio e Mantova non fanno presagire nulla di buono per il volontariato lombardo; e al Lausvol, dopo il ridimensionamento, ora si teme anche per la sopravvivenza.
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9.500 le persone rimaste senza lavoro nel Lodigiano

Dopo il grido d’allarme lanciato dalla Provincia di Lodi e dal sindacato, scende in campo l’ente della Banca Popolare. Fondo anticrisi, si muove la Fondazione. Duccio Castellotti annuncia un’anticipazione di centomila euro.
Rassegna stampa - Il Cittadino, 28 novembre 2009.

Il grido d’allarme è stato ripetutamente diffuso, anche sulle pagine del «Cittadino»: le persone rimaste senza lavoro nel territorio della provincia di Lodi sono arrivate a quota 9.500, che costituiscono il dieci per cento della forza lavoro del Lodigiano. Tra non molto terminerà anche il periodo della cassa integrazione per quanti la stanno ricevendo, e questo impedirà alle famiglie che ne sono rimaste coinvolte di piombare in una gravissima situazione economica. Altre aziende stanno suonando le campane a morto. La Provincia di Lodi ha da tempo raschiato il barile delle proprie disponibilità economiche, e il Fondo anticrisi è stato in poco tempo prosciugato.
È iniziata una guerra tra “poveri”: i ripetuti appelli della Provincia di Lodi ai Comuni del territorio affinché versino 2 euro per abitante per rifinanziare il Fondo non hanno sortito l’effetto voluto. I Comuni rispondono di essere già in trincea, e di dover affrontare i disagi economici esistenti sui propri singoli territori. A sua volta il sindacato, in particolare Cisl e Cgil, hanno pubblicamente dimostrato le proprie difformità di vedute su come affrontare la crisi.
In questo contesto, ecco finalmente una buona notizia: arriva dalla Fondazione della Banca Popolare di Lodi, che ha dichiarato che provvederà ad anticipare le risorse per il rilancio del Fondo provinciale di solidarietà anticrisi.
«Siamo pronti da subito - ha dichiarato ieri al Cittadino il presidente della Fondazione, Duccio Castellotti - ad anticipare il contributo di 100.000 euro per dotare il Fondo provinciale di solidarietà anticrisi delle risorse necessarie per rispondere a gran parte delle domande giacenti che non si sono potute finanziare per carenza di disponibilità».« Non vogliamo entrare - prosegue Castellotti - nel merito del dibattito in corso tra le forze sindacali né sollecitare l’attenzione delle altre istituzioni che in tempi futuri potranno deliberare le loro adesioni; vogliamo solo rispondere a un’esigenza immediata per i casi più bisognosi individuati tra le cento domande in attesa di riscontro». «L’augurio - conclude Castellotti - è che il Fondo possa ripartire al più presto e che tutte le richieste possano essere esaudite in tempi brevi. Con questa decisione, la Fondazione vuole testimoniare la vicinanza e la solidarietà all’impegno delle organizzazioni sindacali e delle istituzioni e, in modo particolare, ai lavoratori».
L’anticipazione dei centomila euro da parte della Fondazione della Banca Popolare di Lodi costituisce una boccata d’ossigeno contro la crisi che sta travolgendo numerose famiglie lodigiane, l’augurio è che nel frattempo vengano trovate altre soluzioni in grado di fronteggiare la situazione. Cosa succederà tra poco, qualora nel Lodigiano dovesse fermarsi anche il settore dell’edilizia?
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Giornata nazionale della Colletta alimentare

I prodotti sono olio, omogeneizzati e altri generi per l’infanzia, tonno e carne in scatola, pelati e legumi in scatola. Colletta alimentare, appello al territorio. Oggi, 28 novembre, si tiene la grande raccolta nei supermercati.
Rassegna stampa - Il Cittadino, 28 novembre 2009.

Oggi, sabato 28 novembre, si svolgerà in tutta Italia la Giornata nazionale della Colletta alimentare organizzata dalla Fondazione Banco Alimentare e dalla Compagnia delle Opere. In questa occasione sarà possibile aiutare concretamente i poveri del nostro Paese. Secondo un’indagine realizzata dalla Fondazione per la sussidiarietà sono più di 3 milioni in Italia le persone che faticano ad acquistare cibo a sufficienza.
In oltre 7.600 supermercati italiani più di 100.000 volontari inviteranno le persone a donare alimenti non deperibili che saranno distribuiti a circa 1,3 milioni di indigenti attraverso gli 8.000 enti convenzionati con la Rete banco alimentare (mense per i poveri, comunità per minori, banchi di solidarietà, centri d’accoglienza, ecc.). In occasione della “Colletta alimentare” del 2008 oltre 5 milioni di italiani hanno donato 8.970 tonnellate di cibo per un valore economico di oltre 27.000.000 di euro. L’obiettivo di questa edizione della colletta è quello di sensibilizzare ancora di più le persone a questo gesto di carità e alla condivisione dei bisogni di chi è in difficoltà. Il Banco alimentare recupera eccedenze alimentari e le ridistribuisce gratuitamente ad associazioni ed enti caritativi. Sono centinaia i soggetti della filiera agroalimentare che donano le proprie eccedenze alla Rete banco alimentare trasformando le eccedenze in risorse.
I prodotti di cui c’è maggior necessità e che saranno raccolti nella giornata odierna sono olio, omogeneizzati e altri prodotti per l’infanzia, tonno e carne in scatola, pelati e legumi in scatola. I volontari non accetteranno denaro e prodotti deperibili.
La molteplicità dei donatori di eccedenze assicurano una diversificazione di prodotti che la Rete banco alimentare mette a disposizione degli Enti caritativi. La diversità dei prodotti donati consente di garantire il più possibile un equilibrio nutrizionale a beneficio di quanti usufruiscono di un aiuto alimentare.
Sono stati 8667 gli enti caritativi, sparsi su tutto il territorio nazionale e convenzionati nel 2008 con la Rete banco alimentare. La loro attività ha raggiunto a sua volta un totale di circa 1, 5 milioni di persone assistite.
Diverse sono le tipologie degli enti assistenziali e caritativi che ricevono mensilmente e in modo gratuito i prodotti alimentari dalla Rete banco alimentare sono varie: mense per poveri, case d’accoglienza, centri di recupero, comunità per il recupero di tossicodipendenti, comunità per portatori di handicap, comunità per minori e ragazze madri, enti per il sostegno periodico a famiglie ed anziani (Banchi di Solidarietà, Caritas, Società di San Vincenzo de Paoli etc.) Per poter ricevere gli alimenti, donati in forma completamente gratuita dalla Rete, gli enti di carità devono stipulare una convenzione direttamente con ciascun Banco alimentare da cui riceveranno periodicamente i prodotti alimentari.
I supermercati lodigiani nella colletta di oggi.
Ricordiamo ai lettori che sono innumerevoli gli ipermercati e i supermercati che hanno aderito all’iniziativa della Colletta alimentare 2009 e tra questi ci sono anche parecchie realtà del Lodigiano, che elenchiamo: Coop di Tavazzano (via Dante 26); Il Gigante di Montanaso Lombardo (via Emilia 2); LD di Sant’Angelo Lodigiano (piazza Caduti di Nassiria); Famila di Sant’Angelo Lodigiano (via Trento Trieste); Lidl di Lodi Vecchio (viale Campania 6); Bennet di Pieve Fissiraga (viale Nazioni Unite 2); Iperdì di Lodi (via Milano); Conad di Lodi (via Cavezzali); Coop di Lodi (via Grandi 6); GS di Lodi (viale Italia); Famila di Lodi (via Caponnetto 2); Bennet di San Martino in Strada (via Emilia); Dimeglio di Zorlesco; Conad di Casalpusterlengo (via Salvo D’Acquisto 8); Famila di Casalpusterlengo (via G. Bruno); Penny di Casalpusterlengo (via Allende 10); Cityper di Codogno (via A. Moro 3); Lidl di Codogno (via L. Da Vinci 1); Famila di Codogno (viale Marconi); A&O di Codogno (via A. Costa); SMA di Orio Litta (viale Stazione); CRAI di Senna Lodigiana (via Dante); Auchan di San Rocco al Porto (via Emilia 100).
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