27 settembre 2009
Alla fine c'è l'ha fatta. Berlusconi intercetta il papa allo scalo di Ciampino: è l'incontro tanto desiderato, ma tre minuti di colloquio non bastano per riaprire i rapporti con il Vaticano dopo lo scandalo escort. È quanto dovrebbe suggerire il buon senso. Ma il buon senso ha spazio nel Giornale, il giornale con la G maiuscola?
«Presidente, che gioia vederla, lei è appena tornato dagli Stati Uniti...» «Santità, ho corso nel cielo per essere puntuale». Pochi minuti di cordiale faccia a faccia tra Benedetto XVI e il premier Silvio Berlusconi, davanti all'ingresso del cerimoniale di Stato dell'aeroporto di Ciampino. Un incontro preparato in gran segreto e ritenuto impossibile dalla sinistra dopo le polemiche estive sulla vita privata di Berlusconi e dopo il caso Boffo.
Scrive così il Giornale di Feltri in prima pagina. Appena giunto da Pittsburgh il premier, insieme a Gianni Letta, ha atteso sabato Benedetto XVI in partenza per Praga. Un breve colloquio dopo le tensioni con il Vaticano che Padre Lombardi ha commentato: nessun discorso di politica ma riflessioni sugli esiti del G20. Per incontrare il Pontefice, il presidente del Consiglio era rientrato dal vertice negli Stati Uniti con mezz'ora di anticipo sul decollo dell'aereo del Papa.
Questo naturalmente ieri, sabato. Oggi discorso del premier alla Festa del Pdl a Milano. Ma già circolano barzellette sul viaggio americano, come quella di Paolo Dune, scrittore satiro aforista come si definisce, autore di buona vena a tutto campo - sua anche questa che riguarda il Pd del genere "Chi l'ha visto?": "Da settimane non si hanno notizie del Partito Democratico. L'ultima volta è stato visto alla fermata di un autobus, con una cartina in mano, diretto in centro". Ecco quella su Berlusconi: «Dopo l'intervento di Obama al Palazzo di Vetro, Berlusconi ha dichiarato: "Il presidente Obama ha espresso sentimenti, traguardi e speranze che io condivido". Preoccupato, Obama ha subito ricontrollato il suo discorso: "Dove ho menzionato i festini e le escort?"». E ancora una parlando di rischio pandemia da viaggio: "Berlusconi non teme l'influenza suina: da vecchio porcellone è immunizzato". Mi sono dilungato un po' per prepararti nello spirito, mio lettore, a quelle del premier con cui apre (e forse non solo) l'intervento alla Festa milanese.
"Vi porto i saluti di un signore, di un signore abbronzato. Barack Obama. Non ci crederete ma è vero". Proprio così Silvio Berlusconi ha iniziato il suo intervento alla festa nazionale della Libertà di Milano. Qualificando subito il suo discorso.
Berlusconi ha elogiato il presidente americano "che guida gli Usa alla grande". "È importante – ha aggiunto ancora il premier - che un Paese così importante sia in mani affidabili, lui è riuscito in un grande lavoro facendo cambiare radicalmente l'atteggiamento dei Paesi non allineati verso gli Usa. Le sue origini afroamericane, di cui è orgoglioso, sono riuscite a far superare la diffidenza dei Paesi del continente africano".
Parlando della crisi economica, Berlusconi ha detto che "il calo dei consumi è stato determinato soprattutto dalla paura. Perché siamo stati attanagliati dalla paura, oggi non dobbiamo più avere paura. Dobbiamo invece avere fiducia e lo dico ai cittadini e anche alle imprese. Dobbiamo tornare a comportarci come ci comportavamo". E ancora: “Abbiamo agito prima degli altri, abbiamo garantito gli ammortizzatori sociali a tutti coloro che hanno perso il lavoro e abbiamo scoperto che abbiamo un sistema bancario più solido degli altri perché siamo grandi risparmiatori". Naturalmente il problema non è la crisi ma l'opposizione: "Da noi abbiamo un'opposizione che fa il tifo per la crisi. Oggi non dobbiamo più avere paura. Lo dico anche agli imprenditori di investire con coraggio". La libertà è ciò che ci distingue dalla sinistra, ha proseguito il premier, la sinistra italiana è in ritardo con la storia. La nostra sinistra ha cambiato il nome ma "sono gli stessi comunisti di prima".
Berlusconi ha ricordato, inoltre che il suo governo ha introdotto "un'altra novità nella politica italiana: la moralità.
La nuova moralità è quella di mantenere gli impegni elettorali". Abbiamo lavorato bene, sono orgoglioso di ciò che abbiamo fatto, e della mia squadra di governo, delle mie ministre, tutti sanno che ho un debole per l'altra metà del cielo... Lavoreremo bene nei prossimi quattro anni, perché abbiamo introdotto nella politica due elementi nuovi: governabilità e rispetto degli impegni presi". "Martedì - ha proseguito - festeggerò i miei 27, anzi no 37 anni (sapete che non sono forte in matematica) consegnando, dopo le prime 94 villette, i primi 500 di 4 mila appartamenti per i 30 mila terremotati che hanno perso la casa".
Sull' Afghanistan, dunque, ha attaccato duramente la sinistra: "Si vergogni l'opposizione che inneggia a -6. Un'opposizione che brucia in piazza le sagome dei nostri soldati, che inneggia a meno sei... è inaccettabile. Vergogna, vergogna, vergogna”. "In Afghanistan - spiega il premier - ci siamo e ci staremo perché abbiamo il dovere di costruire la democrazia perché altrimenti le conseguenze ricadrebbero su tutti noi".
In temi di coscienza, infine, "sarà garantita libertà di voto perché ciascuno ha il diritto di esprimere le proprie idee". È quanto dichiarato dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante il suo intervento alla Festa della libertà.
Berlusconi ha poi sottolineato che "il dibattito dialettico è inscindibile all'interno del Pdl dove ci sono posizioni diverse perché siamo in molti. Abbiamo una maggioranza che nessuno riuscirà a far diminuire".
Ma l'apoteosi di Silvio sta da altra parte. Ce lo racconta Andrea Scanzi nel suo blog su MicroMega:«La notizia del giorno non è che Michele Santoro abbia litigato con il Generale Liofredi, non è che Marco Travaglio è sgradito al Direttore Generale Sado-Masi. La notizia del giorno è che Silvio Berlusconi vincerà il Premio Nobel per la Pace»!
«Esiste un Comitato per il Nobel a Berlusconi, hanno un sito che conquista subito per sobrietà e basso profilo. In alto c’è un gruppo di gazzillori inutilmente ilari, in posa tipo All Blacks, a sinistra c’è pure la donna di colore che sorride - ché loro mica son xenofobi - e ammicca alla fotocamera quasi come Tupac Shakur prima che gli sparassero».
«In basso c’è Berlusconi con Papa Ratzinger, il primo ride e l’altro gesticola con la consueta simpatia contagiosa. In mano hanno un crocifisso di 78 chili. Dopo la foto sono caduti entrambi, vittime di una forza di gravità oltremodo sovversiva».
«Il titolo promette bene: "Finalmente un italiano, Silvio Berlusconi". In che senso? Che è il primo italiano dopo l’estinzione dei dinosauri? No: nel senso che, dopo 102 anni di assenza, è tempo che il Nobel per la Pace venga assegnato a un italiano (così, non per meriti: per rispetto algebrico). E questo italiano è Berlusconi»!
Certo, il blogger qualche domanda se la pone: «Lo ammetto: la prima reazione a tale notizia non sarebbe esattamente garbata (perfino per me, che in camera ho il poster di Lupi). Candidare Silvio Berlusconi a Premio Nobel per la Pace è come nominare Borghezio per il Memorial Martin Luther King, ma non dobbiamo fermarci all’apparenza. Questo è un comitato serio, che si è riunito come si deve e che denota il piglio di chi sa (cit). Il senso dell’idea è così riassumibile: se lo hanno vinto Yasser Arafat, Jimmy Carter e Al Gore, perché non Berlusconi? Già, perché? In fondo, tra Arafat e Berlusconi, l’unica differenza era il turbante».
Ma chi è la genialità che ha sfornato l'idea? Scrive Scanzi: «Voi direte: è la solita trovata del Pdl. Farabutti che non siete altro. L’idea, spiegano gli esegeti di Silvio Nostro, "Non nasce per inziativa del PDL, nè di Silvio Berlusconi" (scritto così, un refuso e un accento sbagliato: così si fa). "Nasce per volontà della società civile". Capito? La società civile si è trovata, un bel giorno, e ha detto: con tutti i problemi che abbiamo, qual è la nostra prima urgenza? Di cosa abbiamo davvero bisogno? Cosa può salvarci? Essi, in coro, si sono così risposti: il Nobel per la pace a Berlusconi. Certo, mi sembra logico (come un’elaborazione di Tony Polito)».
Buona l'idea, perché non partecipare? Volete? «Volete far parte di questo movimento? Volete partecipare al Comitato di Liberazione? Si può. Yes you can. "Se vorrai, potrai sostenere con un’oblazione (una OBLAZIONE) le spese per la promozione della candidatura di Silvio Berlusconi al Premio Nobel per la Pace o con carta di credito, cliccando sul bottone 'donazione', oppure effettuando un bonifico bancario intestato al Comitato della Liberta". Che bell’esempio di democrazia partecipativa. Un bonifico - anzi: una oblazione - per Berlusconi. Come fare l’elemosina ad Abramovich».
Vi faccio grazia dell'elencazione commentata dei fondatori del comitato e subito soddisfo la curiosità di chi si sarà chiesto: perché Berlusconi?
«Un lettore (criminoso) potrebbe a questo punto chiedersi: sì, ma Berlusconi che ha fatto per meritarsi proprio il Nobel per la pace? Che domande idiote che vi fate, a volte. Siete davvero farabutti. Fortunatamente per voi, il Comitato dei Cinque Carneadi ha riassunto in comode 78 pagine i meriti pacifisti di Berlusconi. Poiché però lo stile di Gianmario Battaglia [uno dei cinque soci fondatori, ndr] è rimasto ai fonogrammi marziali dell’Istituto Luce, ve ne riassumo i passaggi irrinunciabili.
1) Berlusconi ha rinsaldato i legami con gli Stati Uniti (tattica straordinaria e inedita, la sua: ha totalmente azzerbinato l’Italia a Bush e alle sue paturnie, denotando un coraggio inedito).
2) Ha mediato risolutamente nella crisi in Georgia (così bene che la Georgia non se n’è accorta).
3) Ha avuto un ruolo riconosciuto (da chi, a parte Bonaiuti?) per una duratura pace (quale?) tra Israeliani e Palestinesi (qua siamo oltre la mitomania).
4) “Ha ricreato tra Stati Uniti e Federazione Russa lo stesso clima di dialogo e di amicizia che era sfociato nel vertice di Pratica di Mare del 2003, e che pose definitivamente fine alla Guerra Fredda” (occazzo, Berlusconi ha posto fine alla Guerra Fredda e io non me n’ero accorto. Pensavo che il merito fosse di Cindy Lauper, durante il concerto per la Caduta del Muro di Berlino).
5) Ha sempre sostenuto missioni di pace (con in mano una Luger e nell’altra uno strale per Gino Strada).
6) Ha riconosciuto, primo al mondo, le proprie responsabilità nei confronti di una ex-colonia, la Libia, al punto che di lui Gheddafi (noto epigono di Gandhi) ha detto: “Berlusconi è un uomo di ferro che ha preso una decisione storica”. Parole di cui vantarsi a tavola, tra una tartaruga e una farfallina (potresti dirmi sorellina in cosa credi tu/ cosa speri cosa sogni da grande che farai/ se ti blocchi contro il vento o spingi più che puoi/ se hai paura certe notti ti senti sola mai - mega-cit canterina).
7) Ha fatto sì che Rasmussen fosse nominato segretario generale della Nato (quando Rasmussen l’ha saputo, si è dissociato da se stesso).
Conclusione: Silvio Berlusconi ha salvato milioni di vite. Anche se erano solo quelle di Second Life».
Il blog di Scanzi continua ancora nella descrizione dei contenuti del sito. Ma credo che sia il momento di fermarci. Buona notte a tutti.