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domenica 27 settembre 2009

Blog Notte - Papa e papi

Blog Notte
Papa e papi

27 settembre 2009

Alla fine c'è l'ha fatta. Berlusconi intercetta il papa allo scalo di Ciampino: è l'incontro tanto desiderato, ma tre minuti di colloquio non bastano per riaprire i rapporti con il Vaticano dopo lo scandalo escort. È quanto dovrebbe suggerire il buon senso. Ma il buon senso ha spazio nel Giornale, il giornale con la G maiuscola?



«Presidente, che gioia vederla, lei è appena tornato dagli Stati Uniti...» «Santità, ho corso nel cielo per essere puntuale». Pochi minuti di cordiale faccia a faccia tra Benedetto XVI e il premier Silvio Berlusconi, davanti all'ingresso del cerimoniale di Stato dell'aeroporto di Ciampino. Un incontro preparato in gran segreto e ritenuto impossibile dalla sinistra dopo le polemiche estive sulla vita privata di Berlusconi e dopo il caso Boffo.
Scrive così il Giornale di Feltri in prima pagina. Appena giunto da Pittsburgh il premier, insieme a Gianni Letta, ha atteso sabato Benedetto XVI in partenza per Praga. Un breve colloquio dopo le tensioni con il Vaticano che Padre Lombardi ha commentato: nessun discorso di politica ma riflessioni sugli esiti del G20. Per incontrare il Pontefice, il presidente del Consiglio era rientrato dal vertice negli Stati Uniti con mezz'ora di anticipo sul decollo dell'aereo del Papa.




Questo naturalmente ieri, sabato. Oggi discorso del premier alla Festa del Pdl a Milano. Ma già circolano barzellette sul viaggio americano, come quella di Paolo Dune, scrittore satiro aforista come si definisce, autore di buona vena a tutto campo - sua anche questa che riguarda il Pd del genere "Chi l'ha visto?": "Da settimane non si hanno notizie del Partito Democratico. L'ultima volta è stato visto alla fermata di un autobus, con una cartina in mano, diretto in centro". Ecco quella su Berlusconi: «Dopo l'intervento di Obama al Palazzo di Vetro, Berlusconi ha dichiarato: "Il presidente Obama ha espresso sentimenti, traguardi e speranze che io condivido". Preoccupato, Obama ha subito ricontrollato il suo discorso: "Dove ho menzionato i festini e le escort?"». E ancora una parlando di rischio pandemia da viaggio: "Berlusconi non teme l'influenza suina: da vecchio porcellone è immunizzato". Mi sono dilungato un po' per prepararti nello spirito, mio lettore, a quelle del premier con cui apre (e forse non solo) l'intervento alla Festa milanese.




"Vi porto i saluti di un signore, di un signore abbronzato. Barack Obama. Non ci crederete ma è vero". Proprio così Silvio Berlusconi ha iniziato il suo intervento alla festa nazionale della Libertà di Milano. Qualificando subito il suo discorso.
Berlusconi ha elogiato il presidente americano "che guida gli Usa alla grande". "È importante – ha aggiunto ancora il premier - che un Paese così importante sia in mani affidabili, lui è riuscito in un grande lavoro facendo cambiare radicalmente l'atteggiamento dei Paesi non allineati verso gli Usa. Le sue origini afroamericane, di cui è orgoglioso, sono riuscite a far superare la diffidenza dei Paesi del continente africano".
Parlando della crisi economica, Berlusconi ha detto che "il calo dei consumi è stato determinato soprattutto dalla paura. Perché siamo stati attanagliati dalla paura, oggi non dobbiamo più avere paura. Dobbiamo invece avere fiducia e lo dico ai cittadini e anche alle imprese. Dobbiamo tornare a comportarci come ci comportavamo". E ancora: “Abbiamo agito prima degli altri, abbiamo garantito gli ammortizzatori sociali a tutti coloro che hanno perso il lavoro e abbiamo scoperto che abbiamo un sistema bancario più solido degli altri perché siamo grandi risparmiatori". Naturalmente il problema non è la crisi ma l'opposizione: "Da noi abbiamo un'opposizione che fa il tifo per la crisi. Oggi non dobbiamo più avere paura. Lo dico anche agli imprenditori di investire con coraggio". La libertà è ciò che ci distingue dalla sinistra, ha proseguito il premier, la sinistra italiana è in ritardo con la storia. La nostra sinistra ha cambiato il nome ma "sono gli stessi comunisti di prima".
Berlusconi ha ricordato, inoltre che il suo governo ha introdotto "un'altra novità nella politica italiana: la moralità.




La nuova moralità è quella di mantenere gli impegni elettorali". Abbiamo lavorato bene, sono orgoglioso di ciò che abbiamo fatto, e della mia squadra di governo, delle mie ministre, tutti sanno che ho un debole per l'altra metà del cielo... Lavoreremo bene nei prossimi quattro anni, perché abbiamo introdotto nella politica due elementi nuovi: governabilità e rispetto degli impegni presi". "Martedì - ha proseguito - festeggerò i miei 27, anzi no 37 anni (sapete che non sono forte in matematica) consegnando, dopo le prime 94 villette, i primi 500 di 4 mila appartamenti per i 30 mila terremotati che hanno perso la casa".



Sull' Afghanistan, dunque, ha attaccato duramente la sinistra: "Si vergogni l'opposizione che inneggia a -6. Un'opposizione che brucia in piazza le sagome dei nostri soldati, che inneggia a meno sei... è inaccettabile. Vergogna, vergogna, vergogna”. "In Afghanistan - spiega il premier - ci siamo e ci staremo perché abbiamo il dovere di costruire la democrazia perché altrimenti le conseguenze ricadrebbero su tutti noi".
In temi di coscienza, infine, "sarà garantita libertà di voto perché ciascuno ha il diritto di esprimere le proprie idee". È quanto dichiarato dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante il suo intervento alla Festa della libertà.




Berlusconi ha poi sottolineato che "il dibattito dialettico è inscindibile all'interno del Pdl dove ci sono posizioni diverse perché siamo in molti. Abbiamo una maggioranza che nessuno riuscirà a far diminuire".

Ma l'apoteosi di Silvio sta da altra parte. Ce lo racconta Andrea Scanzi nel suo blog su MicroMega:«La notizia del giorno non è che Michele Santoro abbia litigato con il Generale Liofredi, non è che Marco Travaglio è sgradito al Direttore Generale Sado-Masi. La notizia del giorno è che Silvio Berlusconi vincerà il Premio Nobel per la Pace»!
«Esiste un Comitato per il Nobel a Berlusconi, hanno un sito che conquista subito per sobrietà e basso profilo. In alto c’è un gruppo di gazzillori inutilmente ilari, in posa tipo All Blacks, a sinistra c’è pure la donna di colore che sorride - ché loro mica son xenofobi - e ammicca alla fotocamera quasi come Tupac Shakur prima che gli sparassero».



«In basso c’è Berlusconi con Papa Ratzinger, il primo ride e l’altro gesticola con la consueta simpatia contagiosa. In mano hanno un crocifisso di 78 chili. Dopo la foto sono caduti entrambi, vittime di una forza di gravità oltremodo sovversiva».
«Il titolo promette bene: "Finalmente un italiano, Silvio Berlusconi". In che senso? Che è il primo italiano dopo l’estinzione dei dinosauri? No: nel senso che, dopo 102 anni di assenza, è tempo che il Nobel per la Pace venga assegnato a un italiano (così, non per meriti: per rispetto algebrico). E questo italiano è Berlusconi»!
Certo, il blogger qualche domanda se la pone: «Lo ammetto: la prima reazione a tale notizia non sarebbe esattamente garbata (perfino per me, che in camera ho il poster di Lupi). Candidare Silvio Berlusconi a Premio Nobel per la Pace è come nominare Borghezio per il Memorial Martin Luther King, ma non dobbiamo fermarci all’apparenza. Questo è un comitato serio, che si è riunito come si deve e che denota il piglio di chi sa (cit). Il senso dell’idea è così riassumibile: se lo hanno vinto Yasser Arafat, Jimmy Carter e Al Gore, perché non Berlusconi? Già, perché? In fondo, tra Arafat e Berlusconi, l’unica differenza era il turbante».
Ma chi è la genialità che ha sfornato l'idea? Scrive Scanzi: «Voi direte: è la solita trovata del Pdl. Farabutti che non siete altro. L’idea, spiegano gli esegeti di Silvio Nostro, "Non nasce per inziativa del PDL, nè di Silvio Berlusconi" (scritto così, un refuso e un accento sbagliato: così si fa). "Nasce per volontà della società civile". Capito? La società civile si è trovata, un bel giorno, e ha detto: con tutti i problemi che abbiamo, qual è la nostra prima urgenza? Di cosa abbiamo davvero bisogno? Cosa può salvarci? Essi, in coro, si sono così risposti: il Nobel per la pace a Berlusconi. Certo, mi sembra logico (come un’elaborazione di Tony Polito)».
Buona l'idea, perché non partecipare? Volete? «Volete far parte di questo movimento? Volete partecipare al Comitato di Liberazione? Si può. Yes you can. "Se vorrai, potrai sostenere con un’oblazione (una OBLAZIONE) le spese per la promozione della candidatura di Silvio Berlusconi al Premio Nobel per la Pace o con carta di credito, cliccando sul bottone 'donazione', oppure effettuando un bonifico bancario intestato al Comitato della Liberta". Che bell’esempio di democrazia partecipativa. Un bonifico - anzi: una oblazione - per Berlusconi. Come fare l’elemosina ad Abramovich».
Vi faccio grazia dell'elencazione commentata dei fondatori del comitato e subito soddisfo la curiosità di chi si sarà chiesto: perché Berlusconi?
«Un lettore (criminoso) potrebbe a questo punto chiedersi: sì, ma Berlusconi che ha fatto per meritarsi proprio il Nobel per la pace? Che domande idiote che vi fate, a volte. Siete davvero farabutti. Fortunatamente per voi, il Comitato dei Cinque Carneadi ha riassunto in comode 78 pagine i meriti pacifisti di Berlusconi. Poiché però lo stile di Gianmario Battaglia [uno dei cinque soci fondatori, ndr] è rimasto ai fonogrammi marziali dell’Istituto Luce, ve ne riassumo i passaggi irrinunciabili.
1) Berlusconi ha rinsaldato i legami con gli Stati Uniti (tattica straordinaria e inedita, la sua: ha totalmente azzerbinato l’Italia a Bush e alle sue paturnie, denotando un coraggio inedito).
2) Ha mediato risolutamente nella crisi in Georgia (così bene che la Georgia non se n’è accorta).
3) Ha avuto un ruolo riconosciuto (da chi, a parte Bonaiuti?) per una duratura pace (quale?) tra Israeliani e Palestinesi (qua siamo oltre la mitomania).
4) “Ha ricreato tra Stati Uniti e Federazione Russa lo stesso clima di dialogo e di amicizia che era sfociato nel vertice di Pratica di Mare del 2003, e che pose definitivamente fine alla Guerra Fredda” (occazzo, Berlusconi ha posto fine alla Guerra Fredda e io non me n’ero accorto. Pensavo che il merito fosse di Cindy Lauper, durante il concerto per la Caduta del Muro di Berlino).
5) Ha sempre sostenuto missioni di pace (con in mano una Luger e nell’altra uno strale per Gino Strada).
6) Ha riconosciuto, primo al mondo, le proprie responsabilità nei confronti di una ex-colonia, la Libia, al punto che di lui Gheddafi (noto epigono di Gandhi) ha detto: “Berlusconi è un uomo di ferro che ha preso una decisione storica”. Parole di cui vantarsi a tavola, tra una tartaruga e una farfallina (potresti dirmi sorellina in cosa credi tu/ cosa speri cosa sogni da grande che farai/ se ti blocchi contro il vento o spingi più che puoi/ se hai paura certe notti ti senti sola mai - mega-cit canterina).
7) Ha fatto sì che Rasmussen fosse nominato segretario generale della Nato (quando Rasmussen l’ha saputo, si è dissociato da se stesso).
Conclusione: Silvio Berlusconi ha salvato milioni di vite. Anche se erano solo quelle di Second Life».
Il blog di Scanzi continua ancora nella descrizione dei contenuti del sito. Ma credo che sia il momento di fermarci. Buona notte a tutti.
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Due problemi per l'assessore alla manutenzione

Un passaggio impedito ed un passaggio troppo aperto.

Il passaggio che porta dal parco giochi di Via XX Settembre al ponte del Cimitero è un'ottima alternativa per chi, muovendosi a piedi, non vuole correre rischi da traffico automobilistico passando per la stretta via della Pesca, soprattutto se sta spingendo un passeggino con un bambino. Facciamo questo esempio perché questa è la situazione che ci è stata segnalata, e cioè che non è possibile percorrere il passaggio con un passeggino perché le estremità di esso sono praticamente bloccate dai due segnali che indicano il passaggio pedonale come si vede nelle fotografie. Abbiamo fatto una prova: uno dei due imbocchi, quello verso il cimitero rende difficile il passaggio di una bicicletta per capirci - lo spazio a disposizione è inferiore alla distanza tra le estremità dei pedali. A maggior ragione è impedito il passaggio di un passeggino. Ora se è giusto che una bicicletta non ci passi, essendo un passaggio pedonale, lo stesso non può valere per un passeggino. Segnaliamo la questione all'assessorato alla manutenzione del patrimonio pubblico in modo che si trovi una soluzione che metta d'accordo il problema sollevato col fatto che il passaggio resti a tutti gli effetti un passaggio pedonale.








Una seconda segnalazione riguarda il nuovo parco giochi di Via Caravaggio. Volevamo intitolare la foto sotto con un "Chi taglierà il secondo nastro?", ma questa mattina abbiamo notato che qualcuno ha avuto l'idea di strappare i nastri che dovrebbero impedire quell'accesso. Immaginiamo che quei nastri siano il segnale che i due passaggi, quello in fotografia e l'altro in Via Foscolo non siano ancora agibili e che, dunque, il parco non sia ancora completato. Proprio per questo vogliamo sottolineare soprattutto la pericolosità del varco in fotografia, in quanto dà un immediato sbocco in Via Vittorio Veneto, in un punto in cui per un automobilista che proceda in direzione di Zorlesco, non vi è sufficiente visibilità. Se lo si vuole lasciare si dovrebbe almeno pensare ad una sorta di barriera tipo una sorta di tornello o qualcosa di equivalente che impedisca una corsa direttamente in strada.


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Via delle Minoranze

Al via la sede di Brembio che Cambia.
A due passi da Rifondazione.


La sede della minoranza di centrodestra si trova in Via Monte Grappa, a due passi dalla sede del Partito della Rifondazione Comunista. È stata aperta dopo la Messa domenicale e si sono registrate per la cronaca alcune foto di rito. Anche noi abbiamo scattato un paio di fotografie, che permettono di individuare la sede in attesa di segni esteriori che sicuramente non mancheranno.






Non solo l'apertura della sede la novità, ma è stato anche modificato il moto che fa da sottotitolo nel blog del gruppo di minoranza consiliare: "Brembio che Cambia è, nello stesso tempo, una promessa ed una speranza. La promessa del nostro indefettibile impegno e la speranza di una nuova e sentita partecipazione". È stato tolto quel "Il riscatto e il rinnovamento" di cui non si comprendeva bene il messaggio politico, dal momento che chi ha votato a larghissima maggioranza il sindaco non si trova, né mai si è trovato, in uno stato di servaggio nei confronti della maggioranza piddina. Il vecchio motto diceva "Noi della lista Brembio che Cambia vogliamo il meglio per i nostri cittadini e per il nostro paese, e siamo convinti che solo con l'impegno di tutti e la tenacia un paese migliore sia possibile". Col nuovo motto il gruppo fa una sorta di bagno d'umiltà e riparte da zero: fa una promessa, quella di impegnarsi, ed esprime una speranza, che attorno al gruppo si coaguli nuovamente una rinnovata partecipazione. Sentita, cioè convinta. In tutta sincerità glielo auguriamo. E a maggior ragione ci permettiamo di evidenziare alla loro stessa attenzione la citazione di Seneca dalle lettere morali a Lucilio, che oggi compariva sulla pagina del loro blog: "...perchè gli uomini credono più agli occhi che alle orecchie, poi perché la via che si snoda attraverso i precetti è lunga, mentre breve e produttiva è quella segnata dagli esempi".
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Notiziario Brembiese, n. 4 - 27 settembre 2009

Notiziario Brembiese
Numero 4, 27 settembre 2009

Il Comune ti aiuta... ad inserirti nel mondo del lavoro.
Cerchi lavoro? La tua "qualifica" non è più sufficiente? Vuoi specializzarti in qualcosa di nuovo? Il Comune di Brembio e EL.FO organizzano gratuitamente corsi di:
-- Operatore d'ufficio (contabilità, comunicazione, informatica, segreteria)
-- Creazione e gestione siti Internet (linguaggio HTML, Corel Draw, Photoshop, FrontPage).
Saranno inoltre attivati gratuitamente:
-- Corsi di italiano per stranieri.
Sarà rilasciato un attestato di partecipazione. Iscrizioni entro il 5 ottobre 2009.
Per info e iscrizioni: tel. 0377 989022, e-mail segreteria@comune.brembio.lo.it

Albo degli scrutatori e presidenti di seggio elettorale.
Il Sindaco, ai sensi dell'articolo 3 della legge 8 marzo 1989, n. 95, così come modificato dall'articolo 9 della legge 30 aprile 1999, n. 120, informa gli elettori, che desiderano essere inseriti nell'Albo delle persone idonee all'ufficio di scrutatore di seggio elettorale, che possono presentare domanda su apposito modulo a disposizione presso l'Ufficio Elettorale Comunale entro il 30 novembre 2009.
È richiesto il possesso dei seguenti requisiti:
-- essere elettore del Comune di Brembio;
-- aver assolto gli obblighi scolastici.

Il Sindaco ai sensi dell'articolo 1, comma 7, della legge 21 marzo 1990, n. 53, invita gli elettori che - in possesso dei necessari requisiti di idoneità: iscrizione nelle liste elettorali comunali; età inferiore ai settant'anni; titolo di studio non inferiore al diploma di istruzione secondaria di secondo grado; non appartenenza ad una delle categorie previste nell'articolo 38 del Testo Unico n. 361/1957 e nell'articolo 23 del Testo Unico n. 570/1960 - desiderano essere iscritti nell'Albo delle persone idonee all'ufficio di presidente di seggio elettorale, a presentare apposita domanda entro il prossimo 31 ottobre. Nella domanda dovranno essere specificate, oltre ai dati anagrafici del richiedente, la professione ed il titolo di studio. Presso l'Ufficio elettorale comunale sono a disposizione i moduli prestampati per la presentazione della domanda.

Indagine di mercato: Esta Thè il preferito.
Alcune delle immagini testimoniano come il tè in bicchierino sia il preferito dai frequentatori di Piazza Europa e del passaggio tra le due piazze. Le foto sono di ieri mattina.









Uno sport che va di moda in Piazza Europa è il "scentracestino", come testimoniano una paio di altre immagini.





E per finire un paio d'immagini di bottiglie abbandonate dai padroni.






"Brembio che Cambia" scrive all'assessore all'Istruzione.
I membri della commissione Diritto allo Studio che fanno riferimento alla minoranza di "Brembio che Cambia", Giuseppina Ferrari e Silvia Prada, hanno inviato ieri alla cortese attenzione dell'assessore all'Istruzione Giusy Ciserani e per conoscenza al presidente della commissione Diritto allo studio Paolo Guarischi una lettera con cui sottopongono all'attenzione dell'assessorato il provvedimento della Regione Lombardia riguardante le modalità operative per l'assegnazione ai Comuni dei finanziamenti per gli interventi regionali in attuazione del diritto allo studio per il 2009 (si veda il nostro post del 9 agosto, "La Regione per la scuola"). "Il suddetto decreto prevede che i Comuni fino a 7000 abitanti possano richiedere un contributo con riferimento alla spesa complessiva sostenuta per i servizi di trasporto scolastico, assistenza disabili, pre/post scuola e orientamento musicale", spiegano nella lettera. "Il nostro Comune - continua la lettera - sostiene un costo notevole per la Scuola Materna in merito all'assistenza ad personam di bambini diversamente abili. È nostra intenzione porre alla Sua attenzione questa opportunità, che reputiamo interessante, e che è a disposizione anche di istituti privati, come nel nostro caso". La lettera si dilunga infine sulle modalità di richiesta del contributo: "Il termine ultimo per la domanda, da farsi esclusivamente on-line (www.istruzione.regione.lombardia.it) è il 7 ottobre 2009, quindi piuttosto imminente".

La strada per il Polenzone frana.
Sappiamo che soldi non ce ne sono, tuttavia sarebbe il caso di prendere in seria considerazione la manutenzione delle strade. I cedimenti non riguardano solo Via Chiosazzo come ampiamente è stato detto, fino alla pubblicazione di una lettera su Il Cittadino. In particolare le strade extra-urbane, come ripetutamente hanno chiesto in passato le allora minoranze consiliari. È il caso ad esempio della strada per il Polenzone, come testimoniano le foto che riportiamo.










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Pgt di Castion, la Lega non ci sta

Castiglione d'Adda. Bufera in Consiglio sul Pgt: Ferrari della Lega lascia l’aula.
Rassegna stampa - Il Giorno, 27 settembre 2009.

L’ordine del giorno presentato dalla Lega Nord sul Piano di governo del territorio,(Pgt) dibattuto ieri mattina ha riservato un colpo di scena inatteso. Dopo quasi due ore di discussione il consigliere Alfredo Ferrari unico esponente del Carroccio, in minoranza, ha abbandonato l’aula, lasciando perplessi il sindaco Umberto Daccò e la sua maggioranza e gli altri esponenti di opposizione (lista civica e Pdl). Ferrari ha presentato un odg chiedendo di inviare il documento urbanistico anche in Regione Lombardia per un esame supplementare in aggiunta ai pareri richiesti - per legge - alla provincia di Lodi, ma ha anche elencato le criticità e i limiti del Pgt di Castiglione. Il sindaco ha replicato punto per punto. Il contraddittorio è stato vissuto con disagio dall’assemblea che lo ha ritenuto una riedizione della seduta del luglio scorso alla quale la Lega non aveva partecipato. Dopo l’uscita di Ferrari l’odg è stato respinto. Questa decisione è stata condivisa dai consiglieri Giulio Lacrima e Franco Bassanini (Lista Civica) mentre i consiglieri Sergio Brambati e Orsola Goldaniga non hanno partecipato al voto.


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La paura di Zorlesco di diventare un ghetto

L’appello dei commercianti al sindaco.
«La nuova bretella isolerà Zorlesco».

Rassegna stampa - Il Giorno, Mario Borra, 27 settembre 2009.

I residenti della frazione Zorlesco sono di nuovo sul piede di guerra e invocano chiarezza sul tracciato della futura tangenziale della via Emilia, consapevoli che ormai l’iter progettuale sembra essere proprio in dirittura d’arrivo. Nei giorni scorsi è stato recapitato in Municipio sul tavolo del sindaco Flavio Parmesani una missiva a firma del presidente della Coviope zorleschina, la cooperativa vita operaia, Oscar Croce, il quale, facendosi interprete delle preoccupazioni dei commercianti della popolosa frazione, ha ribadito che la nuova bretella, qualora non dovesse essere modificato in fase progettuale il tracciato, rischierà di isolare la comunità. «Nel progetto della tangenziale è prevista la chiusura delle strade da Zorlesco verso Somaglia e Brembio - si legge nella lettera -. Noi chiediamo la modifica per non trasformare Zorlesco in un ghetto». Alcuni mesi fa, quando era ancora sindaco Angelo Pagani, i residenti della frazione spedirono in Comune una petizione che ebbe l’effetto di sollecitare gli amministratori all’approvazione di un ordine del giorno. All’interno del documento, approvato in Consiglio, però la vecchia Giunta fece passare la propria convinzione che prevedeva cambiamenti progettuali significavi nel ritardare ulteriormente l’iter ormai ventennale. In pratica, l’esecutivo di centrosinistra si dichiarò d’accordo con le istanze dei residenti, ma ritenne che modificare il tracciato in questa fase avrebbe significato perdere ulteriore tempo ed interrompere le procedure di approvazione in corso. L’attuale primo cittadino Parmesani è sostanzialmente d’accordo con la tesi della precedente Giunta, ribadendo che le eventuali modifiche del tracciato potranno essere approntate in corso d’opera.
«Ho risposto ai cittadini sottolineando che se i cambiamenti verranno messi nero su bianco solo quando il cantiere sarà aperto, si potrà raggiungere l’obiettivo con un minor aggravio di tempo - ha spiegato Parmesani - per quanto riguarda l’iter, abbiamo uno stretto contatto con la provincia di Lodi e credo di poter dire che la conferenza di servizio potrà essere indetta entro la prossima metà di ottobre. I soldi per il tracciato? Mi han detto che ci sono e non vi sono problemi sotto questo profilo».


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I lodigiani scelgono Franceschini

Congresso del PD.
Iscritti lodigiani in controtendenza: vince Franceschini.

Rassegna stampa - Il Giorno, 27 settembre 2009.

La maggioranza degli iscritti lodigiani al Pd sceglie il candidato segretario Dario Franceschini. E in questo ha «pesato» di certo la scelta del sindaco di Lodi Lorenzo Guerini. Così Franceschini porta a casa il 51% delle "preferenze", che vuol dire 118 voti. Staccato il candidato che ha stravinto nel resto d’Italia, il piacentino Pierluigi Bersani: a lui "solo" il 45,5% dei voti (101 schede). Terzo Ignazio Marino, capace di raccogliere in provincia il 5,5% dei consensi (13 voti). Ha votato oltre la metà (232) dei 460 tesserati Pd nel Lodigiano.
Le votazioni si sono tenute ieri nell’ambito del Congresso provinciale del Pd. Fra i "graduati" del Pd sul territorio, il presidente del Consiglio comunale di Lodi Gianpaolo Colizzi e l’ex sottosegretario Gianni Piatti hanno votato Franceschini, assieme al segretario cittadino Enrico Brunetti. Per Bersani parte degli ex Ds, da Alessandro Manfredi all’assessore Simone Uggetti. Per Marino la componente guidata da Michele Merola. Colizzi commenta: «Un voto in controdendenza rispetto al resto d’Italia. Il Pd, pur fra differenti punti di vista, è compatto dietro Guerini, in vista delle elezioni comunali. Siamo certi di fare bingo».



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Ripulire l'ambiente è una buona cosa

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Giornata Ecologica 5 aprile 2009.

Il 5 aprile del 2009 la Provincia ha indetto la giornata ecologica, eravamo in 8... Pioveva e faceva freddo, forse è per questo che non è venuto nessuno. Abbiamo ripulito tutta la pista ciclabile (abbiamo trovato un estintore). 4 ore di lavoro, 2 viaggi col mezzo del comune, pensare che abbiamo fatto solo 4 ore...

Raise Patrizia (patty)





Nota della redazione. Questo messaggio nasce come commento al commento di Alberto al post "Se si ama il paese lo si tiene pulito", dove potete leggerlo. È diventato lettera perché, come ha notato Patrizia, nei commenti non è possibile inserire fotografie. Cogliamo l'occasione per invitare chiunque volesse far pubblicare propri testi o fotografie di scriverci, come ha fatto Patrizia. Li pubblicheremo.
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Se non fosse vero ci sarebbe da sghignazzare

Annozero, Giulietti: Scajola si dimetta.
Rassegna dei blog - Articolo 21 di Giuseppe Giulietti, da MicroMega online, 26 settembre 2009.

"È stata una puntata vergognosa e pruriginosa, adesso basta, convocherò i vertici della Rai...", chi ha detto queste parole? Un prete scandalizzato dalle ultime prodezze di Berlusconi? Il presidente dell'autorità di garanzia per una volta turbato dalla cerimonia del bacio della pantofola trasmessa dalla Rai a reti unificate in occasione della consegna ai terremotati da parte di Berlusconi delle case costruite dalla provincia di Trento, al cui presidente è stato riservato qualche svogliato istante nei tg e non in tutti? O forse sono parole del direttore generale della Rai, Mauro Masi, dopo aver assistito alle penose esibizioni dal palcoscenico di Miss Italia, trasmese in prima serata sulla rete ammiraglia?
Nulla di tutto questo, sono invece le parole del ministro Scajola, quello che diede simpaticamente del rompic. a Marco Biagi poco prima che venisse ammazzato dai terroristi. Questa volta il ministro che gestì brillantemente gli incidenti di Genova ha pensato bene di intimare alla Rai di presentarsi a capo chino e di fornire spiegazioni a lui medesimo. Ci sarebbe da sghignazzare, ma purtroppo è tutto vero.
Se la Rai avesse ancora un gruppo dirigente autonomo, anzi appena autonomo, dovrebbe solo stracciare la lettera, e non degnare della minima risposta il ministro. Scajola, infatti, sulle materie relative al pluralismo editoriale, non ha competenza alcuna. Dal 1976 la Corte Costituzionale, con una sentenza storica, ha decretato il taglio, almeno formale, del cordone ombelicale tra la Rai e il governo. Le competenze furono trasferite alla Commissione di Vigilanza per sottrarre l'azienda al diretto controllo dei governi. Ogni eventuale discussione deve avvenire in quella sede. In caso di violazione del contratto di servizio le competenze possono riguardare anche la autorità di garanzia delle comunicazioni, ma il governo non ha alcuna competenza.
In realtà Scajola ha voluto mandare un messaggio preciso a Masi e al servizio d'ordine di Berlusconi che siede nel consiglio di amministrazione e cioè: cercate di ricordare che siete stati messi lì per tagliare le teste, per chiudere i programmi sgraditi, per cacciare quelli che il ministro considera dei rompic... per usare una espressione a lui cara. Per quello che ha detto questo ministro dovrebbe andarsene, ma se a qualche dirigente della Rai dovesse venire in mente di andare a inginocchiarsi sarà bene reclamare le immediate dimissioni, senza guardare in faccia a nessuno, amici o presunti compagni che siano. Dalla Rai, anzi, e dal suo direttore generale ci attendiamo un caldo e affettuoso ringraziamento a Santoro, a Ruotolo, a Travaglio, a tutti i loro collaboratori, e magari anche a quei sei milioni di italiani che hanno scelto di vedere il programma, facendogli raggiungere ascolti record. Qualsiasi altra impresa, dopo questi risultati, si sarebbe leccata i baffi, nel polo Raiset, invece, si stanno stracciando le vesti. In questo modo infatti Santoro e i suoi hanno mancato due volte di rispetto al sovrano: la prima osando raccontare i fatti, la seconda danneggiando le sue aziende.
Non c'è dubbio come avrebbe ridetto il ministro Scajola questi di Annozero debbono proprio finirla di rompere i c... Se qualcuno avesse avuto ancora dei dubbi, sarà davvero il caso di disdire tutti gli impegni per il prossimo tre ottobre e di ritrovarsi tutti in piazza del Popolo per la manifestazione sulla libertà di informazione, o meglio su quello che ancora resta, indetta dalla Federazione della Stampa.
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Se l'imputato fa promuovere il suo giudice

Travaglio: Salvate il soldato Dell’Utri.
Rassegna stampa - l'Espresso, Marco Travaglio, 25 settembre 2009.

“Nei processi non patteggiate mai, non parlate mai e fate passare più tempo possibile: magari intanto muore il pm, o il giudice, o un testimone...”. Così dieci anni fa Marcello Dell’Utri erudiva i colleghi imputati e i discepoli in un circolo delle Marche. Aveva appena patteggiato 2 anni e mezzo definitivi in Cassazione per false fatture e frode fiscale. Poi se n’era pentito e aveva licenziato i suoi avvocati. I fatti successivi gli han dato ragione. Da allora ha subìto vari processi: estorsione, calunnia aggravata, mafia. Ma ad oggi non ha riportato condanne definitive (gliene basterebbe una sola per superare i 3 anni di cumulo-pena e finire in carcere).
Tirare in lungo, a dispetto dei programmi e proclami del Pdl per una giustizia più rapida, gli è convenuto parecchio. Il processo di Milano che lo vedeva imputato per estorsione insieme al boss Vincenzo Virga s’è chiuso dopo due condanne, un annullamento in Cassazione e una nuova sentenza d’appello che ha riformulato l’accusa in “minaccia grave”, ormai caduta in prescrizione. L’appello a Palermo per concorso esterno in mafia ha appena imboccato una fulminea dirittura d’arrivo, con l’incredibile rifiuto della Corte di ammettere le nuove prove emerse dal fronte Ciancimino (compresa le lettere che Provenzano avrebbe scritto a Berlusconi per fargliele recapitare da Dell’Utri): il presidente Guido Dell’Acqua ha una gran fretta di raggiungere il Tribunale di Caltanissetta, dov’è stato promosso. E, a furia di “far passare più tempo possibile”, rischia addirittura di evaporare in zona Cesarini l’appello del “Dell’Utri-bis”, in corso a Palermo per un presunto complotto di falsi pentiti che l’onorevole imputato avrebbe imbeccato per calunniare i veri pentiti che accusano lui. In primo grado Dell’Utri era stato generosamente assolto. In appello però s’è imbattuto in un presidente inflessibile: Salvatore Scaduti, giudice conservatore di Magistratura Indipendente, celebre per aver ribaltato in appello le assoluzioni di Andreotti (prescrizione per il reato commesso fino al 1980) e Contrada (condanna a 9 anni). Sentenze inossidabili, poi confermate in Cassazione. Ora anche Dell’Utri rischia grosso. Ma, proprio in extremis, Scaduti è stato nominato consulente della commissione Antimafia. Se il Csm desse l’ok alla sua nomina, collocandolo subito fuori ruolo, il processo ripartirebbe da zero e riposerebbe in pace grazie alla solita prescrizione.
A rendere più imbarazzante il tutto, c’è un dettaglio: a proporre Scaduti all’Antimafia è stato il Pdl. Cioè il partito di Dell’Utri e di alcuni suoi avvocati. Scaduti, per la sua carriera, merita questa e altre promozioni. Ma, per un’esigenza di giustizia e per risparmiargli inutili malignità, il Csm dovrebbe autorizzarla a condizione che, prima, il giudice concluda il suo lavoro. Altrimenti si consacrerebbe una singolare versione dell’antico “promoveatur ut amoveatur”: l’imputato fa promuovere il suo giudice per far saltare il suo processo.
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