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martedì 30 giugno 2009

PGT, il documento che decide il futuro di Brembio

Il Piano di governo del territorio sarà presentato alla popolazione il 2 luglio. Nel nostro blog ne parleremo ampiamente cercando di fare informazione obiettiva.

Da quanto abbiamo pubblicato in precedenza circa i contenuti dei nuovi strumenti urbanistici previsti dalla legge regionale 12/2005, ben si comprende come il tutto sia alquanto complesso e come, anche l’elemento locale, il PGT, sia uno strumento articolato, coinvolgente diversi aspetti del territorio, e nel contempo tale potenzialmente da stravolgere completamente una comunità, la sua qualità di vita, la sua stessa peculiarità nonostante i vincoli possibili posti dai livelli più alti fino a quello regionale. Visionare la bozza di piano non è cosa semplice né banale, coglierne gli aspetti positivi e quelli negativi, al di là di peculiarità macroscopiche, non è immediato se non si è partecipato alle indicazioni di stesura. Nel nostro blog informativo cercheremo di evidenziare quegli aspetti a nostro parere critici, che il nuovo strumento urbanistico contiene, capaci di delineare una nuova Brembio del tutto diversa dall’attuale, che forse è lontana dalle aspettative di molta gente, anche di quella che recentemente si è unità alla nostra comunità. Naturalmente proveremo a darne una visione generale completa che evidenzi a fronte dei “costi” per la comunità anche i benefici. Nel modo più obiettivo possibile.
Il lavoro di stesura dei diversi documenti di piano è stato fatto dagli architetti Stefania Rozza e Mario Cremonesi di Lodi, la relazione riguardante la componente geologica, idrogeologica e sismica dal dr. Alberto Maccabruni di Casatisma (PV), la Valutazione ambientale strategica del Pgt è stata svolta da un gruppo di lavoro costituito dall’architetto G. Gibelli e dal biologo G. Fontana in collaborazione con gli architetti V. Dosi e F. Fenghe.
Prima di dare una prima sintetica descrizione del futuro urbanistico del paese, proprio da questo ultimo documento, poiché abbiamo sottoposto all’attenzione di chi segue il nostro blog le problematiche relative all’impianto a biogas, riportiamo subito come esso venga preso in considerazione e descritto dagli estensori della VAS, in quanto vengono sostanzialmente riportate delle risposte a possibili obiezioni riguardanti i “costi sociali” dell’iniziativa. Si legge nel documento:
«Nel Comune di Brembio è stato di recente autorizzata la realizzazione di un impianto di biogas da biomasse. In data 31.03.2008 si è tenuta presso la Provincia di Lodi la prima conferenza dei servizi a cui hanno seguito alcune richieste di integrazioni al progetto. Il progetto riguarda in particolare “Un impianto a biogas a biomasse dotato di un impianto per coltivazione di ortaggi in serra con sistema aeroponico”. Le cascine di Brembio interessate dal progetto sono C.na Polenzone, C.na Bellaria, C.na Vignazza, C.na Eustaca Nuova che distano dal futuro impianto dai circa 4 a 0.35 km. L’impianto è dimensionato per una potenza di 960 kW e il fabbisogno di biomassa vegetale è fornito quasi per intero dagli agricoltori di BrembioEnergie, promotori del
progetto. Una frazione del 9% verrà eventualmente acquistata presso aziende locali all’interno di un’area di 20 km dal sito produttivo.
Nella relazione di integrazione si legge, per quanto riguarda la valutazione delle criticità, che il processo non crea un’esigenza territoriale di nuovi trasporti, non modifica il quadro di produzione vegetale agraria né tantomeno l’attività di allevamenti già esistenti. Il traffico veicolare aggiunto dall’attività in progetto comporta conseguenze riguardanti la matrice aria in merito al rumore provocato dal traffico veicolare ed all’inquinamento legato alle emissioni dello stesso. Si escludono problemi derivanti da emissioni odorose in quanto i reflui sono trasportati in botti ermetiche e scaricati in impianto all’interno di una vasca chiusa. Il trasporto del letame avverrà in lassi di tempo distanziati (ogni 15 gg) e mediante copertura del materiale
Veniamo ora al quadro generale di novità che il PGT comporta. Nella tavola sottostante sono raffigurate le aree di trasformazione (AT1, AT2 e AT3) e i comparti di riqualificazione urbana (CRU1 e CRU2), che descriveremo nei prossimi articoli.


Qui ci limitiamo a dire che la previsione di insediamento abitativo nei due comparti è rispettivamente per CRU1 di 144 abitanti, per CRU2 di 115 abitanti, mentre per le due aree di trasformazione destinate ad insediamento residenziale AT1 e AT2 la previsione è rispettivamente di 406 abitanti e di 172 abitanti. La previsione totale, che somma le quattro aree, è dunque di 837 abitanti, pari a 328 famiglie considerando un numero di componenti medi per famiglia pari a 2,55. Gli alloggi previsti sono 328. Secondo la Relazione del Documento di Piano, il dimensionamento delle trasformazioni ha considerato in termini quantitativi il bisogno abitativo endogeno ed esogeno, valutato in considerazione del numero di abitanti residenti rilevati dall’anagrafe comunale e della crescita naturale ipotizzabile nei prossimi anni. Sono state considerate le trasformazioni in atto sull’insediamento esistente, di riutilizzo del patrimonio esistente o di completamento di parti sottoutilizzate.

Emergenza diabrotica

Un insetto sta devastando le colture di mais.

L’emergenza diabrotica interessa anche la Provincia di Lodi. Il 26 giugno scorso l’assessore all’Agricoltura, Matteo Boneschi, ha convocato il mondo agricolo lodigiano, alle prese con l’insetto che sta devastando le colture di mais, mettendone in serio pericolo il raccolto. Da parte dell’Amministrazione provinciale è emersa la volontà di affrontare immediatamente l’emergenza e di avanzare una proposta, condivisa con le altre province lombarde, da portare in Regione perchè si attivino al più presto le azioni di verifica delle possibili linee di risarcimento.
All’incontro, insieme agli assessori Matteo Boneschi e Cristiano De Vecchi, hanno partecipato le associazioni di categoria (Coldiretti, Confagricoltura, CIA, APA, e APIMA) e una folta rappresentanza di agricoltori che hanno reso conto dei danni sinora accertati per i campi di mais colpiti dal flagello. Secondo le stime del mondo agricolo il danno è già molto rilevante e le previsioni per i prossimi mesi lo sono ancora di più, con il rischio che intere produzioni di mais vengano compromesse del tutto. Dopo aver esposto una panoramica della situazione il mondo agricolo si è rivolto all’Amministrazione provinciale chiedendo un forte impegno per fronteggiare l’emergenza.
L’invito è stato raccolto dall’Assessore Boneschi, il quale ha garantito l’impegno della Provincia su tre fronti. Innanzitutto nel promuovere un coordinamento con le altre province lombarde maidicole colpite dalla diabrotica, per adottare una linea comune da portare in Regione. In secondo luogo intensificando i rapporti con la Regione per verificare gli interventi praticabili sia in termini di contributi erogabili agli agricoltori colpiti dal flagello, che in termini di assistenza tecnica. Parallelamente a questi due livelli d’azione, l’Amministrazione provinciale intensificherà il servizio di monitoraggio avviato dall’Associazione Provinciale Allevatori sul territorio al fine di tenere sotto controllo l’evoluzione della patologia. Su questo fronte la Provincia si è impegnata a divulgare con frequenza e sistematicità l’evoluzione del monitoraggio verso il mondo agricolo.

Parte la Brebemi

Il tracciato interessa anche la provincia di Lodi.

Il Cipe, Comitato interministeriale per la programmazione economica, ha approvato il progetto definitivo della Brebemi, il collegamento autostradale Brescia-Bergamo-Milano. Ne ha dato notizia il 26 giugno scorso l'assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo.
I cantieri dell'opera (del valore di 1,6 miliardi interamente in project finance) apriranno come programmato il 22 luglio. L'arteria sarà lunga complessivamente 62,1 km e attraverserà 43 Comuni di 5 Province (Milano, Bergamo, Brescia, Cremona e Lodi).
Il tracciato avrà due corsie per senso di marcia (con predisposizione alla terza corsia) più quella d'emergenza nel tratto tra Brescia e Treviglio (Bergamo) e tre corsie più quella d'emergenza da Treviglio all'innesto con la futura Tem, la Tangenziale est esterna di Milano.
La nuova infrastruttura prevede anche opere viabilistiche di collegamento, il potenziamento e la riqualificazione di numerose strade locali, per un totale di 70 chilometri. Tra le strade che verranno risistemate, ci sono la "Rivoltana" e la "Cassanese", che avranno quattro corsie e saranno completamente senza semafori.
I lavori dureranno 40 mesi: le auto cominceranno a circolare nel 2012.

Occhio alle mani in tasca

L’allarme lanciato dall’Anci Lombardia su sanità e assistenza. Ministero del Welfare e Regioni stanno discutendo senza ascoltare i diretti interessati.

L’Anci Lombardia, con un comunicato del 18 giugno scorso ha lanciato l’allarme: Ministero del Welfare e Regioni stanno discutendo delle tasche dei Comuni e dei servizi essenziali ai cittadini senza ascoltarli ne interpellare Anci.
Lorenzo Guerini, presidente Anci Lombardia così ha commentato la questione: «Le ricadute sul sistema finanziario ed organizzativo dei Comuni che potrebbero essere causate dalla “revisione” dei livelli essenziali di assistenza sanitaria (LEA), attualmente in corso tra Ministero del Welfare e Regioni (operazione ancorata peraltro alla definizione del Patto sulla salute 2010 – 2012) possono creare gravi conseguenze. La Conferenza Stato-Regioni sta andando avanti da sola pur in presenza di costi – nei termini di partecipazione percentuale alla spesa – esplicitamente gravanti sugli utenti e sui Comuni stessi. Così è nel caso delle prestazioni relative all’area dell’integrazione sociosanitaria: assistenza distrettuale sociosanitaria domiciliare e territoriale, residenziale e semiresidenziale a favore delle persone in condizioni di fragilità, non autosufficienti, in situazione di dipendenza, disabili, ecc.».
Per Giacomo Bazzoni, Presidente Dipartimento Welfare Anci Lombardia «Le ricadute possono essere diverse. Ad esempio, per non abbandonare a sé stessi i malati, il progettato trasferimento di prestazioni ospedaliere dal regime di ricovero ordinario al day hospital e al day surgery (interventi in un giorno), implicherà necessariamente un ampliamento dell’assistenza programmata a domicilio (ADI e ADP). Questa assistenza viene integrata oggi dal Comune di riferimento per una quota pari al 50%. Il trasferimento di prestazioni dall’assistenza diurna a quella ambulatoriale, comporterà l’assoggettabilità di tali prestazioni a compartecipazione alla spesa da parte dell’utente. Anche i cittadini dovranno mettere mano alle loro tasche. In questo modo chi è gravato da una situazione di disagio economico – e la crisi economico-finanziaria in atto nel Paese sta aumentando significativamente il numero delle persone e delle famiglie in difficoltà – non può che chiedere sostegno al proprio Comune».
Un tale probabile aumento di costi rischia veramente di mettere in discussione la tenuta dei bilanci comunali. A meno che si voglia lasciare i cittadini “a piedi”.
I più deboli verranno veramente messi sotto pressione:
-- per il 2009, ci aspetta un altro drastico ridimensionamento del Fondo nazionale per le politiche sociali;
-- gli interventi su famiglie numerose, consultori familiari e assistenti familiari, nel 2008 a carico del Fondo per la famiglia per 97 milioni di euro, non sono stati rifinanziati a partire dal 2010;
-- non c’è nessuna certezza di finanziamento per il 2010 del Fondo per la non autosufficienza, che per quest’anno vale 400 milioni di euro.
L’Anci Lombardia ha chiesto al Presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, di ascoltare la voce dei Comuni prima di intraprendere una strada che può portare a gravi conseguenze sia per le amministrazioni locali che per i cittadini, soprattutto i più deboli.

Casale. L’uso elettorale della paura

Il sindaco ha tradito l’elettorato, affermano i membri della lista del Partito comunista dei lavoratori di Casalpusterlengo.
Rassegna stampa – Dalla rubrica “Lettere & Opinioni” su Il Cittadino di oggi

Durante la prima seduta del consiglio comunale di Casalpusterlengo, la nuova giunta guidata dal Sindaco Parmesani non ha perso tempo e già ha dato modo di capire come procederà nel governo della città.
Durante la presentazione delle linee programmatiche generali, che guideranno la nuova amministrazione, il Sindaco e l’Assessore al Bilancio Spelta hanno fatto dichiarazione gravi che sono in contrasto con quello che la coalizione di centrodestra ha sostenuto durante tutta la campagna elettorale.
Ci riferiamo innanzitutto al fatto che tutta la campagna elettorale del centrodestra, e in particolar modo della Lega Nord, è stata incentrata sulla questione degli stranieri e della paura che si è cercato di instaurare fra i cittadini di Casalpusterlengo. Le parole cariche di razzismo e xenofobia dei vari “pezzi grossi” intervenuti nei comizi, quali Speroni, Gibelli, Borghezio fino al Ministro Bossi., risuonano ancora nelle orecchie degli elettori leghisti.
Il Sindaco ha “deliberatamente” escluso dai punti principali che muoveranno la sua coalizione la questione stranieri, relegandola come aspetto secondario. Così muovendosi ha tradito il proprio elettorato, che l’ha votato sulla promessa di mandare via gli stranieri da Casale e di risolvere la questione sicurezza, questione che mai è stata un vero problema nella nostra città.
Altro punto contraddittorio toccato dal Sindaco riguarda la svendita del patrimonio pubblico. Le dichiarazioni di Parmesani in campagna elettorale erano dirette al mantenimento del patrimonio pubblico di Casale. Invece il Sindaco e l’Assessore al Bilancio Spelta hanno espresso la volontà della giunta di svendere gli immobili di proprietà comunale di Piazza Repubblica, la vecchia Casa di Riposo e la Metanina.
Noi del Partito Comunista dei Lavoratori ci siamo sempre battuti contro il dilagare del razzismo e la svendita del patrimonio pubblico, anche attraverso il referendum che ha portato al mancato acquisto da parte dell’ex giunta Pagani di Palazzo Lampugnani. Ora critichiamo il dietrofront della nuova
amministrazione, che in campagna elettorale ha promesso certe cose, e una volta seduti sulle poltrone hanno tradito i loro elettori dichiarando tutto il contrario.
Proponiamo una vera integrazione fra cittadini casalini italiani e stranieri, attraverso attività culturali rivolte alla conoscenza reciproca fra le due realtà. Proponiamo la creazione di un ufficio immigrazione all’interno del Comune che si faccia carico di supportare gli stranieri in tutte le pratiche amministrative che li riguardano.
Chiediamo l’istituzione di una vera Consulta per l’Immigrazione, partecipata da rappresentanti delle etnie presenti sul territorio di Casale. Siamo contro all’aumento delle forze dell’ordine per le strade di Casale: non è con più polizia che si gestisce la convivenza fra le comunità.
Ci batteremo in consiglio comunale e nelle piazze di Casale per contrastare le scelte illogiche della
nuova amministrazione, sempre al fianco dei cittadini e dei lavoratori più deboli, per ridare luce ad una città che negli anni ha perso la sua socialità e la sua voglia di stare assieme.
I membri della lista del Partito comunista dei lavoratori di Casalpusterlengo

Legambiente: «ecomafia» scatenata in Lombardia

Rassegna stampa – Articolo di Greta Boni su Il Cittadino di oggi.

Lodi si piazza all’ultimo posto nella classifica di Legambiente sulla criminalità ambientale. Nel corso del 2008, infatti, sul fronte dell’illegalità si contano 2 infrazioni accertate e 2 persone denunciate, per un totale di 4 sequestri. Per quanto riguarda il ciclo dei rifiuti, i numeri non sono molto diversi: le infrazioni accertate e le persone denunciate restano 2, con un solo sequestro effettuato. I reati legati al settore edilizio, invece, sono pari a zero. Questo non significa che gli “ecofurbetti” non agiscano sul territorio, anzi. Le operazioni e le segnalazioni della polizia provinciale sono sempre molto numerose, secondo quanto comunicato da palazzo San Cristoforo nel corso del 2008 i controlli e le sanzioni hanno persino subito un’impennata, basti pensare che i trasgressori pizzicati sul fatto hanno pagato una somma pari a 544mila e 628 euro, contro i 516mila e 689 euro del 2007.
La scorsa settimana Legambiente ha presentato il rapporto “Ecomafia 2009”, un documento che mostra quanto la regione non possa considerarsi immune dall’assalto delle cosche. L’interesse della criminalità verso il settore cresce a dismisura, soprattutto in vista dell’Expo: l’anno scorso le infrazioni accertate contro l’ambiente sono state 886 mentre le persone denunciate 866, inoltre le forze dell’ordine hanno eseguito 307 sequestri. Le illegalità accertate nella gestione dei rifiuti sono state 144, con 164 denunce e 57 sequestri. Solo nell’inchiesta “Rewind”, che ha visto coinvolto tra gli altri Mario Chiesa, personaggio reso famoso dalle vicende di Tangentopoli, i carabinieri del Noe hanno scoperto un giro illegale di rifiuti di 2.700 tonnellate. Sul fronte del traffico illecito dei rifiuti, a partire dal 2002 i casi accertati in Lombardia sono stati 12, il 9,2 per cento del totale italiano, 101 le ordinanze di custodia cautelare, 64 le aziende coinvolte e 150 le persone denunciate. La Lombardia si è poi resa protagonista in ben 36 inchieste italiane come regione di partenza o solo di transito del traffico illegale dei rifiuti. «Nella pubblica amministrazione, come nella magistratura e nelle forze dell’ordine, esistono figure competenti e qualificate per intercettare le infiltrazioni malavitose – afferma Sergio Cannavò, vicepresidente di Legambiente Lombardia – ma occorre una struttura di cooperazione dotata di strumenti e risorse per metterle nelle migliori condizioni per operare: per questo proponiamo di costituire una vera e propria “task force” di controllo degli appalti e di tutti i flussi di risorse connessi alla realizzazione dell’Expo e delle grandi opere programmate nei prossimi anni in Lombardia».

Una iniziativa simbolo

Domenica scorsa la seconda giornata ambientale multietnica. A Lodi stranieri e lodigiani puliscono parchi e giardini.
Rassegna stampa

Rossella Mungiello ci fa la cronaca su Il Cittadino di oggi di una esemplare iniziativa di integrazione svoltasi domenica a Lodi, la seconda edizione della giornata ambientale multietnica “Puliamo-Lo”. Ne vale la pena riportarla e segnalarla anche in questo blog informativo. Scrive la giornalista:
Alle 12.30 era già pronto il cous-cous. Tutt’intorno i volontari, italiani e stranieri, reduci dalla mattinata passata con guanti e sacchi alla mano, per la seconda edizione della giornata ambientale multietnica “Puliamo-Lo”, organizzata nella mattinata di domenica dal centro culturale islamico Al Fath di Lodi, promossa insieme a Città di Lodi, Legambiente, Tuttoilmondo onlus e in collaborazione con le associazioni Clam, Cocoti, Pescatori dilettanti, Edidm, associazione Pierre, Sos Adda, Tam Tam d’Afrique, Zeituna. Circa 40 sacchi di rifiuti; questo il bottino della sessantina di partecipanti (di cui solo quindici i lodigiani), divisi in due squadre,una dedita al verde dell’Isola Carolina e l’altra inviata in spedizione lungo via Defendente, via Vecchio Bersaglio, fino al quartiere Martinetta. Il ritrovo alle 9.15 proprio al parco cittadino; poi la distribuzione delle pettorine gialle e la formazione dei gruppi di lavoro. «Spero che i cittadini lodigiani apprezzino quello che stiamo facendo – ha commentato Sabri Shakshouk, presidente del centro culturale islamico, mentre si assicura che tutti abbiano un piatto di cous-cous e un assaggio di kebab –; ci sono immigrati che vivono qui da decenni e che si sentono lodigiani, quanto i loro concittadini. È negli eventi della vita quotidiana che si dimostra la volontà di partecipare alla vita di una comunità. Quello di oggi è un esempio di fratellanza». Il portavoce della comunità mentre teneva sott’occhio i lavori, si è preso una pausa per spiegare, con un sorriso, l’importanza di organizzare una giornata come quella di domenica, senza limitarsi quindi ad aderire a quelle già in programma per la pulizia della città. «Quando sono arrivato qui, trent’anni fa, destavo curiosità: i lodigiani volevano conoscermi, sapere qualcosa della mia cultura – ha accennato –; oggi qualcuno dice che non “ci” vuole e allora mi viene da rispondere: “Va bene, ma dimmi perché? Che ti ho fatto?”. Con questa giornata noi vogliamo dimostrare ai lodigiani che siamo accanto a loro e che siamo sempre pronti a dare il nostro contributo». E che la giornata multietnica sia anche e soprattutto uno stimolo per parlare di integrazione, è opinione anche di Andrea Ferrari, assessore alla cultura del comune di Lodi: «È l’ulteriore dimostrazione di come l’integrazione sia un tema possibile – ha detto l’assessore, lanciando sguardi interessati all’invitante piatto unico a base di carne e verdure –, come lo sono gli incontri “Viviamo il nostro quartiere”, oggi realtà consolidata e teatro di scambi e di conoscenze». Dello stesso avviso anche Nino Bonaldi, dell’associazione Tuttoilmondo onlus: «L’integrazione dovrebbe essere un discorso già scritto per Lodi – ha commentato Bonaldi –; le famiglie stabili di nazionalità straniera sono tante. Ci rendiamo conto, invece, che ogni volta che un evento coinvolge un cittadino immigrato torna viva più di prima l’incomprensione».

L’impercettibile leggerezza del carrello della spesa

Secondo uno studio abbiamo 10 euro in più in tasca.
Anche dalla qualità dei trasporti si misura la qualità della vita.

Rassegna stampa

Dalla stampa locale di oggi riprendiamo innanzitutto le buone notizie che Greta Boni ci riporta oggi sul rallentamento dell’aumento dei prezzi, tanto che le famiglie avrebbero a disposizione 10 euro in più. Questa la notizia.
Secondo una rilevazione dei prezzi di alcuni beni e servizi di largo consumo realizzata dalla Camera di commercio di Monza e Brianza, con il coordinamento scientifico di Ref-Ricerche per l’economia e la finanza, risulterebbe che la provincia di Lodi è la provincia più economica della Lombardia, almeno per quanto riguarda la spesa al supermercato. Un 6,6 per cento in meno rispetto alla media della regione. I dati a disposizione mostrano che nel giro di un anno l’inflazione in Lombardia è diminuita e che la crescita dei prezzi dei generi alimentari è rallentata, fermandosi a quota +2,5 per cento: in questo modo le famiglie lombarde si ritrovano in tasca 10 euro in più rispetto al passato. Ma la cronista del Cittadino nel suo pezzo non si limita a riportare i dati della ricerca, va oltre immaginandosi un sabato normale tra divertimenti e passatempi di una famiglia con due bambini: «Il sabato potrebbe partire con una colazione al bar, cappuccino e brioche costano all’incirca 8.80 euro. Nel caso in cui la famiglia volesse andare in piscina, tra biglietti ridotti e interi mamma e papà dovrebbero sborsare 14 euro. Il pranzo, rigorosamente casalingo e con un menù a base di pasta e pollo, si aggirerebbe grosso modo intorno alle 15 euro. Aggiungendo alla lista uno “sfizio” tutto al femminile, la mamma spenderebbe 16 euro dal parrucchiere, ma solo se si accontentasse di un taglio ai capelli, senza tinta né piega. La serata potrebbe poi prevedere una tappa in pizzeria, in questo caso la spesa sarebbe compresa fra le 40 e le 50 euro (pizza e bibita), se poi si dovesse aggiungere il parcheggio della macchina bisognerebbe tenere in considerazione anche una manciata di euro in più. Per concludere la giornata, infine, non resta che la gelateria; anche in questo caso, come per la colazione, lo scontrino segnerebbe una cifra vicina agli 8 euro.» Insomma qualcosa come 100 euro e più.

Il Cittadino quasi quotidianamente riporta lamentele di utenti dei servizi pubblici di trasporto, treno e autolinee. Oggi, nella rubrica “Lettere & Opinioni”, Angelo Golzi racconta le sue peripezie, in questo caso con la Sila: «Esattamente sette giorni fa, domenica 21 giugno 2009, mi sono dovuto recare a Milano a riconsegnare un’auto a noleggio. Avevo pianificato di ritornare con la Sila da San Donato. Per questo motivo mi ero premunito acquistando il biglietto a San Colombano, chiedendo conferma dell’orario dei pullman in partenza da Milano. Quello delle 11 a.m. era perfetto. Giunto al capolinea della M3 con qualche minuto di anticipo mi sono recato allo sportello Sila in loco per verificare l’orario, che combaciava con quanto mi era stato detto (ore 11). Nell’attesa mi sono messo a chiacchierare con altri utenti (quattro) che aspettavano l’arrivo del suddetto mezzo. Mentre passavano mezzi delle Autoguidovie Italiane e dell’Atm, l’attesa è stata vana: alle 11,20 ormai disperati noi, cittadini utenti, ci siamo lasciati. Non potendo attendere il mezzo successivo (ore 15) mi sono recato a Rogoredo, dove ho mancato per pochi minuti il treno delle ore 11.33 per Lodi - le macchine per l’erogazione dei biglietti self service erano guaste. Ho quindi fatto la fila alla biglietteria ed atteso il treno Intercity delle 12,13 (costo del biglietto 9 euro), dove un amico gentilmente mi ha raccolto e portato a destinazione. Successivamente ho appreso che la Sila ed altri operatori, che comunque alla domenica non hanno un servizio clienti telefonico attivo né hanno un lavoratore in loco per le informazioni, partono non dalle piazzole preposte ma dalla “rotonda”, causa mercato! Mi domando e domando, ci vuole così tanto ad apporre una segnaletica appropriata per quei cittadini utenti che ignari si recano ad attendere i mezzi esattamente dove sarebbe logico che passino? Rilevo che i servizi stanno continuamente peggiorando (a prescindere dai politici che ci governano) e che non c’è alcun rispetto per le legittime esigenze di coloro che per piacere o necessità si vogliano spostare con i mezzi “pubblici”. Le istituzioni a partire dai Comuni che ospitano cittadini utenti, dovrebbero fare sentire la loro voce a difesa di questi interessi all’efficienza, soprattutto se il servizio è svolto da una Società “privata” che ha di fatto il monopolio del servizio di autotrasporto. Mi auguro che questa “voce” possa essere raccolta dai nostri nuovi amministratori, e che sempre più cittadini rilevino le inefficienze di una o più aziende (a partire dalle Ferrovie).» Certo, la qualità della vita in un comune si misura anche da queste cose. Gli amministratori dovrebbero prenderne coscienza e adoperarsi per forzare una svolta nella gestione del trasporto pubblico che vada incontro alle esigenze di spostamento per motivi di lavoro o di studio o altre necessità dei propri amministrati. Nessun paese è un’isola, un continente chiuso in sé stesso.

Legge regionale 12/2005, le linee guida (IV)

I criteri attuativi previsti dalle delibere di Giunta regionale.
Tutela dei beni paesaggistici.
Pianificazione in materia commerciale.

Quarta e ultima parte.

Il documento, approvato con D.G.R. n. 8/2121 del 15/03/2006, è relativo ai criteri ed alle procedure per l'esercizio delle funzioni amministrative in materia di tutela dei beni paesaggistici in attuazione degli articoli 80-81-84-85-86 del Titolo V della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12 "legge per il governo del territorio".
Il testo, che tiene conto dell'esperienza accumulata a seguito dell'applicazione dei criteri attuativi della precedente legge regionale 9 giugno 1997, n. 18, è stato redatto anche con i contributi delle Direzioni regionali interessate nonché sulla base delle osservazioni formulate dagli Enti locali e dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia.
Questo documento costituisce la nuova norma di riferimento cui Regione ed Enti locali dovranno attenersi nell'esercizio delle funzioni amministrative in materia di tutela dei beni paesaggistici; indica un percorso metodologico finalizzato al miglioramento della qualità paesaggistica degli interventi sul territorio lombardo, affrontando il tema del paesaggio a partire dalla Convenzione Europea del Paesaggio (ratificata dallo Stato italiano con la legge 9 gennaio 2006, n. 14) e dal Codice dei Beni Culturali e del paesaggio (Decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42).
Le principali indicazioni sono relative a:
-- ripartizione delle competenze tra Regione ed enti locali (capitolo 3) - nel testo si chiarisce, anche con esempi, l'attribuzione della funzione amministrativa paesaggistica ai diversi Enti, in relazione alle categorie di opere ed interventi, sia per l'attività autorizzativa che per quella sanzionatoria;
-- criteri paesaggistici per alcune specifiche categorie di opere (capitolo 4) - sono indicati specifici criteri per diverse categorie di opere (opere idrauliche, derivazioni idroelettriche, trasformazione dei boschi), per le quali si precisano, quando necessario, aspetti di tipo procedurale;
-- procedimento amministrativo (capitolo 5) - sono illustrate le fasi del percorso amministrativo per la richiesta ed il rilascio dell'autorizzazione paesaggistica, comprese le procedure che si applicano in sede di Conferenza dei Servizi nonché in relazione alle ipotesi di intervento sostitutivo (in caso di mancato rilascio dell'autorizzazione o di inerzia nell'assunzione dei provvedimenti sanzionatori);
-- commissioni per il paesaggio e attività di supporto e vigilanza della Regione (paragrafi 5.5 - 5.8) - vengono date indicazioni per l'istituzione delle “commissioni per il paesaggio”, segnalando l"opportunità che esse siano costituite a livello sovracomunale; sono inoltre indicati i campi di attività della Regione per quanto riguarda il supporto agli Enti locali e la vigilanza sui beni paesaggistici.

L’ultimo documento costituente le linee guida raccoglie i provvedimenti in materia di urbanistica commerciale approvati su iniziativa dell'Assessorato al Territorio e Urbanistica nel corso del 2007. Si tratta in particolare degli "Indirizzi generali per la programmazione urbanistica del settore commerciale" previsti dall'art. 3, comma 1, della legge regionale 23 luglio 1999, n. 14 (deliberazione del Consiglio Regionale n° VIII/0352 del 13 marzo 2007) e dei "Criteri urbanistici per l'attività di pianificazione e di gestione degli Enti Locali in materia commerciale (art. 3, comma 3, legge regionale n. 14/99)" (deliberazione della Giunta Regionale n° 5913 del 21 novembre 2007).
La predisposizione dei due atti, avvenuta contestualmente alla definizione dei nuovi indirizzi generali del Programma Triennale del Commercio 2006 - 2008 in attuazione della legge regionale 14/99, costituisce un aggiornamento necessario per adeguarsi agli strumenti di pianificazione introdotti dalla "Legge per il governo del territorio"(legge regionale. 12/2005).
Negli Indirizzi viene chiarito il ruolo dei tre livelli di pianificazione previsti in Regione Lombardia - Piano Territoriale Regionale (PTR), Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale (PTCP) e Piani di Governo del Territorio (PGT) - nonché quello degli strumenti di programmazione negoziata rispetto alla programmazione territoriale e urbanistica del settore commerciale. Particolare attenzione è dedicata agli indirizzi orientativi per le politiche commerciali locali: spetta infatti ai Comuni -secondo la legge regionale 12/05, art. 8 - intervenire sulla distribuzione commerciale, ma essi devono farlo tenendo conto della programmazione regionale e provinciale. Nei Criteri viene definita invece la metodologia di analisi, programmazione e pianificazione che gli Enti Locali devono utilizzare quando elaborano il Piano di governo del territorio. Particolare attenzione viene dedicata ai criteri urbanistici di localizzazione delle grandi strutture di vendita ed al tema dei negozi storici.
(4 - fine)

Legge regionale 12/2005, le linee guida (III)

I criteri attuativi previsti dalle delibere di Giunta regionale.
Componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT.
Valutazione ambientale di piani e programmi (VAS).
Terza parte

I criteri, approvati con d.g.r. n. 8/1566 del 22/12/2005 e modificati con d.g.r. n. 8/7374 del 28/05/2008, forniscono le linee guida per la prevenzione del rischio idrogeologico attraverso una pianificazione territoriale compatibile con l'assetto geologico, geomorfologico e con le condizioni di sismicità del territorio a scala comunale, in raccordo con le disposizioni dell'art. 57 della legge regionale 12/2005.
Tali criteri sostituiscono le precedenti direttive in materia, dettate dalla deliberazione della Giunta regionale n. 5/36147/1993 e dalla legge regionale n. 41/1997 attuata con le d.g.r. n. 6/37918/1998 e n.7/6645/2001 (in seguito abrogata dalla legge 12/2005). In base a tali direttive, dal 1993 ad oggi, il 75% circa dei Comuni lombardi ha realizzato lo studio geologico di supporto e guida alla pianificazione per il proprio territorio.
I contenuti principali dei criteri sono:
-- linee guida per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del territorio comunale; per individuare le aree a pericolosità geologica e sismica; per definire le aree a vulnerabilità idraulica e idrogeologica e le relative norme d'uso e prescrizioni;
-- nuove linee guida per la definizione della vulnerabilità e della pericolosità sismica, a seguito della nuova classificazione sismica del territorio nazionale e del d.m. 14 gennaio 2008 “Approvazione delle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni”. Questi indirizzi si basano sulle più recenti metodologie messe a punto dalla comunità scientifica, in particolare per la zonazione a livello comunale (microzonazione);
-- nuove disposizioni per l'applicazione in campo urbanistico del “Piano stralcio per l'assetto idrogeologico per il bacino idrografico di rilievo nazionale del fiume Po - (PAI)” e per la coerenza tra i contenuti degli strumenti di pianificazione comunale e quelli di pianificazione sovraordinata;
-- indicazioni per l'aggiornamento del quadro delle conoscenze geologiche, per i Comuni che hanno già realizzato uno studio geologico del proprio territorio a supporto della pianificazione;
-- criteri per rendere i contenuti degli strumenti di pianificazione comunale coerenti e confrontabili con quelli della pianificazione sovraordinata (PTCP e PAI) e definire, per questi ultimi, le modalità di aggiornamento;
-- modalità per garantire la congruità tecnica dello studio geologico con i criteri attuativi, in relazione alle nuove modalità di approvazione degli strumenti di pianificazione comunale.

Il documento, approvato con D.G.R. n. 8/1563 del 22/12/2005, costituisce la proposta della Giunta Regionale per la completa attuazione della direttiva 2001/42/CE in materia di valutazione ambientale degli strumenti di pianificazione e programmazione (Valutazione Ambientale Strategica), in attuazione dell'art. 4 della legge regionale 12/2005 per il Governo del Territorio. Questa proposta è stata trasmessa al Consiglio regionale che procederà alla sua definitiva approvazione.
Gli Indirizzi generali danno indicazioni sulle seguenti tematiche:
-- integrazione tra percorso di formazione del piano e attività di valutazione - il percorso delineato prevede una stretta collaborazione tra chi elabora il piano e chi si occupa della valutazione, per costruire uno strumento di pianificazione partecipato e valutato in ogni sua fase, valorizzando la positiva esperienza già realizzata nell'ambito di uno specifico progetto europeo (enplan);
-- ambito di applicazione della valutazione ambientale - sono considerati i piani di livello regionale (Piano Territoriale regionale e piani d'area, ma anche piani di settore quali energetico, rifiuti, acque), provinciale (Piano Territoriale di coordinamento provinciale, piani di settore), comunale (Documento di piano e altri piani se in variante al Documento di piano), che dovranno essere accompagnati dalla VAS nella loro formazione;
-- percorso procedurale-metodologico - è stato definito un percorso che razionalizza le diverse azioni già previste dagli strumenti di piano e individua le autorità in materia ambientale da coinvolgere fin dall'inizio del percorso (ARPA, Autorità di bacino);
-- partecipazione dei cittadini - la costruzione di piani e programmi potrà avvenire anche attraverso ulteriori strumenti, quali concertazione, consultazione, comunicazioni e informazioni, articolati per le varie fasi;
-- raccordo con altre procedure - Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e Valutazione di incidenza su Zone di Protezione Speciale (ZPS) e Siti di Importanza Comunitaria (SIC) sono coordinate nel quadro di una semplificazione dei procedimenti; -- sistema informativo per la VAS - sarà sviluppato un portale dello strumento VAS, in cui raccogliere le informazioni legislative metodologiche e le buone pratiche, ma anche i riferimenti e le notizie di uso comune.
(3 - continua)

Legge regionale 12/2005, le linee guida (II)

I criteri attuativi previsti dalle delibere di Giunta regionale.
Seconda parte - PGT nei comuni con popolazione tra 2001 e 15000 abitanti.

Riguarda le determinazioni in merito al Piano di governo del Territorio (PGT) dei comuni con popolazione tra 2001 e 15000 abitanti, il documento approvato con D.G.R. n. 8/8138 del 1/10/2008, in attuazione dell'art. 7, comma 3, della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12.
Al fine di soddisfare le esigenze di essenzialità nel processo di pianificazione ed in ottemperanza ai criteri di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione, il documento individua gli elementi ed i contenuti da considerarsi essenziali nei Piani di Governo del Territorio (PGT) dei Comuni con popolazione compresa tra 2001 e 15000 abitanti.
In coerenza con il documento relativo alle "Modalità per la pianificazione comunale" approvato con deliberazione di Giunta Regionale n°1681 del 29 dicembre 2005 si riconoscono, i seguenti principi:
-- applicazione del criterio di sostenibilità nelle attività di pianificazione;
-- sviluppo della dimensione strategica nell'elaborazione degli obiettivi di piano;
-- completezza ed adeguatezza nella costruzione del quadro delle conoscenze del territorio;
-- pubblicità e trasparenza nella formazione degli strumenti;
-- partecipazione dei cittadini ed associazioni al processo di costruzione dei PGT;
come essenziali e caratterizzanti la qualità e il grado di innovazione dei nuovi strumenti di governo del territorio, indipendentemente dai diversi contesti territoriali e socio-economici presenti nell'ambito regionale.
Il documento mette in evidenza il ruolo della Regione e sottolinea l'importanza della proposta di Piano Territoriale Regionale, approvata dalla Giunta Regionale nel gennaio 2008 in quanto il Piano contiene:
-- la lettura del territorio condotta attraverso una logica sistemica, entro la quale dare senso ed efficacia all'azione di progettazione urbanistica degli Enti Locali;
-- l'individuazione di obiettivi, tematici e specifici per sistemi territoriali, da perseguire per tutti i soggetti presenti sul territorio e da declinare in tutte le sedi pianificatorie.
L'art.20 della legge rregionale 12/2005 riconosce al PTR la valenza di quadro di riferimento per la valutazione di compatibilità degli atti di governo del territorio degli Enti territoriali, in particolare di Comuni e Province. Ciò implica che l'assunzione degli obiettivi di PTR all'interno delle politiche e strategie dei Piani alle diverse scale deve essere esplicita e puntualmente riconoscibile. I Comuni, in sede di predisposizione del Documento di Piano del PGT, devono indicare i "sistemi territoriali" riconosciuti nella proposta di PTR, cui fanno riferimento per la definizione delle proprie strategie ed azioni.
Il documento riconosce inoltre l'importante ruolo di supporto ai Comuni delle Province lombarde e dei Piani Territoriali di Coordinamento Provinciali (PTCP). Infatti, le province possono contribuire positivamente nell'elaborazione dei Piani di Governo del Territorio, fornendo:
-- il quadro delle programmazioni e pianificazioni di scala provinciale e regionale, evidenziando gli eventuali interventi e/o azioni interessanti il territorio comunale e di cui la pianificazione locale deve, necessariamente, tener conto;
-- quelle conoscenze territoriali informatiche, che permettono di comporre facilmente il quadro di riferimento sovracomunale, cui la componente strategica della pianificazione comunale deve relazionarsi ed integrarsi.
Inoltre le Province, all'interno degli approfondimenti territoriali dei propri PTCP, possono individuare particolari ambiti, all'interno dei quali i PGT comunali, devono obbligatoriamente prendere in considerazione determinati tematismi o elaborare specifici approfondimenti conoscitivi ritenuti prioritari e qualificanti, anche per le realtà territoriali di Comuni di media e medio-piccola dimensione. Infine, Il documento individua i contenuti essenziali del Documento di Piano, del Piano dei Servizi e del Piano delle Regole del PGT, mettendo in evidenza le differenze di disciplina derivanti dalla diversità di contesto territoriale presenti nell'ambito regionale.
(2 - continua)

Legge regionale 12/2005, le linee guida

I criteri attuativi previsti dalle delibere di Giunta regionale.
Prima parte - SIT e pianificazione comunale

Veniamo ad illustrare brevemente i criteri attuativi contenuti nelle linee guida cominciando con lo sviluppo del Sistema Informativo Territoriale integrato (SIT).
Il documento, approvato con D.G.R. n. 8/1562 del 22/12/2005, che riguarda lo sviluppo del Sistema Informativo Territoriale (SIT) integrato previsto dall'art. 3 della legge regionale 11 marzo 2005 n.12, stabilisce le modalità organizzative e gli standard di riferimento da utilizzare per la raccolta e la condivisione, in formato digitale, di tutte le informazioni territoriali utilizzate dagli enti che partecipano al governo del territorio.
Con tali linee guida la Regione Lombardia delinea un percorso innovativo per lo sviluppo di strumenti di conoscenza basati sulle tecnologie informatiche all'interno degli enti, nel rispetto dei principi di sussidiarietà, responsabilità, compartecipazione e trasparenza. Obiettivo del SIT integrato è quello di facilitare l'accesso a tutto il patrimonio delle informazioni territoriali e ai servizi ad esso associati da parte di una vasta pluralità di soggetti. L'iniziativa va anche nella direzione di incidere nel processo di raccolta e gestione delle informazioni in termini di efficienza ed economicità, nonché di garantire la coerenza delle scelte in materia di standard con quanto previsto a livello nazionale ed europeo.
Il documento citato definisce le linee d'azione principali e gli argomenti sui quali sarà necessario un approfondimento tecnico da sviluppare di concerto con tutti i soggetti interessati. Le principali indicazioni riguardano gli strumenti di pianificazione dei Comuni (Piani di Governo del Territorio), delle Province (Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale) e degli Enti gestori dei Parchi regionali (piani territoriali) dovranno essere in formato digitale. La Regione Lombardia organizzerà e renderà disponibile un Repertorio dell'Informazione Territoriale, strumento di catalogazione e di ricerca delle informazioni territoriali prodotte dai diversi enti. Inoltre, in raccordo con gli enti coinvolti, svilupperà un archivio documentale degli elaborati di piano, testuali e cartografici; un sistema informativo territoriale dei contenuti di sintesi dei piani e un sistema informativo per la valutazione ambientale degli strumenti di pianificazione. Le cartografie di nuova produzione saranno Data Base topografici, secondo gli standard definiti a livello nazionale; ovvero prodotti che alimentano direttamente i sistemi informativi territoriali favorendo l'aggiornamento dei dati e il loro utilizzo all'interno dei processi amministrativi.

Riguarda invece le Modalità per la pianificazione comunale il documento, approvato con D.G.R. n. 8/1681 del 29/12/2005, in attuazione dell'art. 7 della legge regionale 11 marzo 2005, n.12. Il documento fornisce indicazioni generali, valide per tutti i Comuni della Lombardia e potrà essere integrato alla luce delle esperienze e delle eventuali criticità che emergeranno nelle prime fasi di realizzazione della nuova pianificazione. Resta inoltre aperto lo spazio per applicazioni specifiche, adatte alle peculiarità territoriali dei singoli Comuni.
Il testo evidenzia innanzitutto i seguenti principi del nuovo quadro della pianificazione comunale, così come definito dalla legge:
-- univocità delle strategie - il Piano di Governo del Territorio (PGT) è lo strumento di regia delle politiche e delle azioni settoriali e ha natura strategica e, insieme, operativa;
-- il piano è un processo in continua evoluzione, legato tuttavia ad un arco temporale stabilito e alle risorse necessarie alla sua attuazione;
-- sostenibilità socio-economica ed ambientale delle scelte di pianificazione;
-- condivisione delle conoscenze, delle strategie e del processo realizzativo, mediante un'informazione completa e trasparente al cittadino;
-- collaborazione interistituzionale, ovvero responsabilità nel concorrere alla costruzione di scenari di sviluppo territoriali di scala più ampia e nel proporre strategie anche diverse da quelle elaborate a scala maggiore;
-- legittimazione dei meccanismi perequativi e compensativi, sia finanziari che ambientali, e di quelli di incentivazione urbanistica.
Il documento definisce inoltre le caratteristiche, i contenuti e le relazioni relativi ai tre strumenti che costituiscono il PGT: Documento di Piano, Piano dei Servizi e Piano delle Regole; delinea le procedure per la formazione del Documento di Piano, evidenziando le connessioni tra pianificazione e sostenibilità ambientale; definisce il percorso di individuazione degli obiettivi di qualità e di verifica paesaggistica delle previsioni di trasformazione. Il documento analizza inoltre i rapporti che dovranno instaurarsi tra gli strumenti di pianificazione alle diverse scale: Piano Territoriale Regionale, Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, Piano di Governo del Territorio. Infine, il documento riporta le specifiche per i contenuti paesaggistici del PGT, anche alla luce delle indicazioni del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs n. 42 del 22 gennaio 2004).
(1 - continua)

lunedì 29 giugno 2009

Brevi dalla piazza

Dalla bacheca della locale sezione ANPI

Nel 65° Anniversario della strage di 67 politici avvenuta nel Campo di Concentramento di Fossoli (MO) da parte delle forze nazifasciste, le Associazioni Partigiane e degli Ex Deportati nei campi nazisti, per ricordare le vittime lombarde promuovono un convegno che si terrà a Milano giovedì 9 luglio 2009 alle ore 17,45 presso il Circolo De Amicis in via De Amicis 17.
“Fossoli 12 luglio 1944 – Una strage dimenticata” questo il titolo del convegno che sarà introdotto da Francesco Berti Arnoaldi, presidente nazionale FIAP e presidente della Fondazione Fossoli, e che avrà come relatori lo storico Mimmo Franzinelli sul tema “Memoria rimossa” e la ricercatrice Maria Peri sul tema “Emozione e sgomento nel Campo”. Dopo il dibattito che sarà coordinato dal presidente del Circolo De Amicis Mario Artali, concluderà i lavori Gianfranco Maris, presidente nazionale Aned, deportato nei campi di Fossoli, bolzano, Mauthausen e Gusen.
Il Circolo De Amicis è raggiungibile con la MM2 verde, stazione S. Ambrogio o con bus 94, tram 2, 3 e 14.
A Fossoli (MO), domenica 12 luglio 2009 alle ore 10,30, si terrà una Commemorazione. Per il viaggio è stato organizzato un pullman. La prenotazione è obbligatoria e domani, 30 giugno, è l’ultimo giorno per prenotarsi.
L’organizzazione delle manifestazioni è dell’Anpi Regionale Lombardia, con sede a Milano in via Pietro Mascagni 6, tel. 02 76023372.

Dalla bacheca della Pro Loco

Come segno di trasparenza l’Associazione turistica Pro Loco Brembio ha pubblicato la ricevuta del bonifico relativo al versamento di 216,00 euro a favore dell’A.I.R.C., l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro quale aiuto alla sua attività di ricerca. La somma è il ricavato della manifestazione organizzata dalla Pro Loco “MotoParty 2009”.

P.G.T., cominciamo a parlarne

Un bignamino sullo strumento che sostituirà il Prg

Prima di cominciare ad esporre la bozza di Piano di governo del territorio (Pgt) redatta per il nostro Comune, cosa che faremo in prossimi post almeno nelle sue linee generali, riteniamo opportuno descrivere velocemente a grandi linee il significato di questo nuovo strumento urbanistico e la sua integrazione nel progetto più ampio del S.I.T. (Sistema Informativo Territoriale) integrato per la pianificazione locale introdotto dalla legge regionale 12/2005.
La legge regionale 11 marzo 2005 n.12, in attuazione di quanto previsto dall’articolo 117 della Costituzione - terzo comma, detta le norme di governo del territorio lombardo, definendo forme e modalità di esercizio delle competenze spettanti alla Regione e agli enti locali, nel rispetto dei principi fondamentali dell’ordinamento statale e comunitario, nonché delle peculiarità storiche, culturali, naturalistiche e paesaggistiche che connotano la Lombardia.
La legge innova in maniera sostanziale la disciplina urbanistica vigente in precedenza (legge regionale n. 51/1975), realizzando una sorta di “testo unico” regionale, con l’unificazione di discipline di settore attinenti all’assetto del territorio (urbanistica, edilizia, tutela idrogeologica e antisismica, ecc.). In tal modo, vengono integrate tra loro le leggi di settore e abrogate un cospicuo numero di quelle precedentemente operative, determinando una significativa riduzione del numero delle normative in materia.
La legge introduce a supporto dell’attività di programmazione/ pianificazione il Sistema Informativo Territoriale, con lo scopo di disporre di elementi conoscitivi per la definizione delle scelte di programmazione, di pianificazione e per l’attività progettuale, e la valutazione ambientale dei piani, al fine di garantirne la sostenibilità.
In questa fase di profondo rinnovamento, la Giunta Regionale sostiene i Comuni attraverso una serie di azioni relativamente alla definizione di nuove linee strategiche regionali per il territorio lombardo (con la proposta di PTR, Piano territoriale regionale); all’emanazione di delibere di indirizzi e criteri attuativi della legge regionale 12/2005 relativi ai temi della pianificazione locale; all’erogazione, infine, di contributi per la redazione dei Piani di Governo del Territorio e dei Documenti d’Inquadramento.

Il S.I.T integrato per la pianificazione locale, introdotto dalla legge regionale 12/2005, è un sistema informativo territoriale con il quale i diversi enti che partecipano ai processi di pianificazione possono conoscere e condividere le informazioni territoriali sviluppate da altri soggetti e diffondere i propri strumenti di governo.
Per la realizzazione del SIT integrato, basato sui principi della sussidiarietà e della concertazione tra gli enti, è necessaria la definizione di un linguaggio comune nella trattazione delle informazioni territoriali relative alla pianificazione; la scelta delle basi dati geografiche di riferimento comuni; la condivisione delle basi informative tematiche; l’individuazione delle modalità e degli strumenti di cooperazione nell'aggiornamento delle informazioni territoriali; la creazione infine di strumenti per l'accesso alle informazioni territoriali, in termini di servizi agli enti locali e più in generale a chi opera sul territorio.
Gli strumenti del SIT integrato per la pianificazione locale, individuati dalla DGR n. 1562 del 22.12.2005, ,e cui linee guida sono state approvate dal DDUO n. 12520 del 10/11/2006, sono:
-- l'Archivio documentale degli elaborati in formato digitale dei Pgt;
-- il Repertorio delle informazioni territoriali per la pianificazione locale;
-- il Sistema informativo territoriale della pianificazione locale.
L'Archivio documentale è un archivio digitale degli strumenti di pianificazione comunale, PGT e loro varianti, che i Comuni devono trasmettere alla Giunta regionale. Contiene i dati relativi ai provvedimenti di adozione ed approvazione dei PGT e loro varianti. (LR 12/05-art.13, 14 e il "Codice dell'Amministrazione digitale" - DLGS n. 82/05).
I Comuni che intendono pubblicare i dati relativi al PGT e VAS devono collegarsi al sito www.pgt.regione.lombardia.it ed avviare la procedura prevista. Una volta ottenuto l’accesso in scrittura i comuni possono inserire i dati nell’Archivio documentale dei PGT che saranno pubblicati sia sull’Archivio documentale che nell’Agenda della sezione VAS del sito www.silvia.regione.lombardia.it.
Il Repertorio delle informazioni territoriali per la pianificazione locale mette a disposizione i dati territoriali disponibili a livello regionale e provinciale per la redazione dei diversi elaborati del Pgt e per la valutazione ambientale. Il repertorio costituirà lo strumento attraverso cui tutti gli enti renderanno note ed accessibili le loro basi informative territoriali d'interesse per la pianificazione territoriale.
Allo stato attuale le strutture con cui le informazioni sono riportate nel Repertorio rispecchiano la Tavola delle Previsioni di Piano alla scala 1:10.000 (punto 2.1.4 della DGR n. 1681 del 29.12.2005) e vanno implementando contenuti informativi forniti dalle Province.
Con la legge regionale n. 12/2005 il Piano Regolatore Generale del comune viene sostituito dal Piano di Governo del Territorio (P.G.T.) che rappresenta un unico piano articolato in tre atti:
-- Il Documento di Piano, che è lo strumento che definisce strategie, obiettivi ed azioni per un quadro complessivo di sviluppo socio-economico ed infrastrutturale, considerando le risorse ambientali, paesaggistiche e culturali a disposizione nel territorio in esame;
-- Il Piano delle Regole, a cui sono affidati gli aspetti regolamentativi e gli elementi di qualità della città e del territorio;
-- Il Piano dei Servizi che definisce l'armonizzazione tra insediamenti funzionali ed il sistema dei servizi e delle attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale.

Emergenza nitrati

L’applicazione della direttiva nitrati in Lombardia.
Una circolare dell’Anci Lombardia ai sindaci.


Il direttore generale della Direzione Generale Agricoltura della Giunta regionale, Paolo Lassini, ha inviato in data 18 giugno 2009 al segretario generale dell’Anci Lombardia, Pier Attilio Superti una lettera riguardante l’applicazione della Direttiva nitrati in Regione Lombardia. Questo il testo: «La “questione nitrati” è costantemente all’attenzione della mia DG in quanto l’applicazione della direttiva investe in maniera onerosa il settore agricolo regionale e della zootecnia in particolare e desta negli operatori, insieme ad altri fattori, preoccupazione sul futuro dell’attività.
Con l’adozione della delibera di giunta n. VIII/5868/07, è stata data piena attuazione alla Direttiva nitrati aprendo una nuova fase per le imprese agricole e zootecniche della Regione Lombardia, riconoscendo un ruolo fondamentale agli allevatori e agli agricoltori, per l’attività che svolgono a favore della salvaguardia dello spazio rurale in armonia con le risorse naturali e con l’ambiente.
Sono tutt’ora in corso, da parte delle aziende, le procedure di comunicazione dei Programmi operativi aziendali (cd. PUA/PUAS) contenenti le informazioni relative all’utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, destinate ai sindaci dei Comuni dove insiste il centro aziendale. Tali procedure si concluderanno il prossimo 31 luglio.
Da questo momento le aziende avranno un margine di tempo utile sino al 31/12/2010 per adeguare le proprie strutture di stoccaggio e trattamento dei reflui, rispetto ai carichi effluenti da gestire e sulla base delle prescrizioni contenute nei Programmi stessi.
Alcune comunicazioni potranno presentare delle segnalazioni di “non conformità” rispetto a carenze di determinati parametri tecnici, ad esempio la capacità totale di stoccaggio dei reflui, che dovranno essere adeguati dalle aziende nei tempi sopra indicati.
Un ruolo particolare spetta ai Comuni, chiamati a vigilare sull’applicazione dei Programmi aziendali, con particolare riguardo all’attuazione dei sistemi di trattamento, stoccaggio e utilizzo degli effluenti aziendali. Nell’esecuzione di tali controlli, riteniamo che si debba tenere in opportuna considerazione la fase transitoria di adeguamento a disposizione delle aziende per ottemperare alle prescrizioni dei Programmi.
Sono quindi a chiedere la collaborazione della sua associazione, che peraltro partecipa in modo molto costruttivo ai lavori del Gruppo regionale appositamente costituito per l’applicazione della direttiva nitrati, affinché sullo stato di adempimento della direttiva siano fatte circolare ai Comuni, nell’interesse sia delle amministrazioni stesse che delle aziende.
Ritengo inoltre necessario, per governare al meglio i passaggi più delicati, un dialogo costante tra tutti i livelli amministrativi coinvolti, Regione, Amministrazioni provinciali e comuni anche attraverso la convocazione dei tavoli istituzionali di confronto.»
Seguono i saluti e i ringraziamenti.
A seguito di tale lettera, l’Anci Lombardia ha inviato il 22 giugno ai sindaci la seguente circolare (n. 50 2009): «Caro Sindaco, come saprai con la DGR 8/8568 del 6 dicembre 2007, che recepisce il d.lgs. 152/2006, sui Comuni ricadono competenze in tema di vigilanza e controllo sull’intero sistema di trattamento dei nitrati. In merito stiamo verificando con Regione Lombardia la possibilità di trovare forme di supporto ai Comuni che si trovano a far fronte a compiti a loro assegnati cui non corrispondono risorse e strumenti.»
Seguiremo gli sviluppi della questione, che vedrà nei prossimi mesi e nel prossimo anno Comune e agricoltori protagonisti.

Uomini e donne in Provincia

La nuova squadra di governo della Provincia di Lodi.

Come è noto il nuovo presidente della Provincia di Lodi ha firmato lo scorso venerdì 19 giugno il decreto di nomina degli assessori formano la nuova giunta provinciale.
Così come per la giunta Felissari uscente, sono sei gli assessori che vanno ad affiancare il presidente Pietro Foroni, quattro uomini e due donne, a garanzia della rappresentanza di genere in conformità con lo Statuto provinciale lodigiano, che richiede la presenza di almeno due donne. È una giunta composta prevalentemente da giovani, con un’età media di 37 anni. Questi i nomi e brevi note biografiche:
Claudio Pedrazzini, 34 anni, che svolgerà il ruolo di vice presidente e a cui sono state affidate le deleghe in materia di Sviluppo economico, Formazione professionale, Attività produttive e Innovazione tecnologica. Pedrazzini è nato a Lodi il 30 agosto del 1974, risiede a Lodi. Di professione è imprenditore. Nel 1994 aderisce a Forza Italia, divenendone il coordinatore dei giovani a livello locale. Dal 1999 al 2005 ha lavorato all’interno dell’Istituzione comunitaria a Bruxelles al Parlamento Europeo come assistente parlamentare. Dal 2007 è coordinatore provinciale di Forza Italia. Dal 2008 è membro dell’ufficio di presidenza di Confapi. Dal gennaio 2009 è coordinatore provinciale del PDL.
Nancy Capezzera, nata a Milano il 15 novembre del 1972 e residente a Corte Palasio, si occuperà di Pianificazione territoriale e Urbanistica, Viabilità, Trasporti e Valorizzazione dei Beni Culturali.
Nel 2004 è stata vice segretario cittadino a Lodi per AN. Dal gennaio 2005 è responsabile Enti Locali a livello provinciale e dal 2007 è anche vice segretario provinciale di AN. Membro designato per il congresso di AN di marzo 2009 e membro onorario della Fondazione di Alleanza Nazionale. Laureata in architettura al Politecnico di Milano, esercita la libera professione di architetto in provincia di Lecco ed è amministratore delegato dell'azienda di famiglia nel settore metalmeccanico.
Mariano Peviani, nato il 6 novembre del 1957 a Casalpusterlengo, dove risiede attualmente, avvocato dal 1985, sarà l'assessore con delega alla Cultura, Istruzione ed Edilizia Scolastica, Politiche Sociali, Turismo, Cooperazione Internazionale. Dal 1990 al 1994 assessore alla Cultura nel Comune di Casalpusterlengo, durante la seconda legislatura dal 1999 al 2004 è stato capogruppo di opposizione in Consiglio provinciale.
Elena Maiocchi, nata a Codogno il 19 novembre del 1970, è residente a Turano Lodigiano. Elena Maiocchi ha ricevuto la delega ad Ambiente, Parchi, Tutela dei Fiumi, Pari Opportunità. Ha lavorato in azienda e ora è insegnante e collabora nella gestione dell’azienda agricola di famiglia. Amministratrice di maggioranza al Comune di Turano Lodigiano dal 1990 al 1995 e consigliere di minoranza sempre a Turano per le due legislature successive. Ha fatto parte del direttivo del Parco Adda Sud.
Cristiano De Vecchi, già consigliere provinciale dal 1997 al 1999 e successivamente dal 2004 al 2009, ha le deleghe al Bilancio, Personale e Attuazione del programma. Nato a Sant’Angelo Lodigiano il 21 agosto del 1970, consigliere comunale a Sant’Angelo per la lega Nord dal 1993. Vice sindaco dal 2002 al 2007 sempre a Sant’Angelo. Laureato in scienze politiche all’Università di Pavia, esercita l’attività di artigiano.
Matteo Boneschi. Lodigiano, nato il 12 luglio 1975, risiede a Lodi ed è attualmente presidente del Consiglio di Zona San Fereolo, Robadello, Albarola e Bassiana, dopo essere stato consigliere dal 2000 al 2005. Si occuperà di Agricoltura, Sport, Caccia e Pesca, Sicurezza e Protezione civile, Politiche Giovanili. Laureato in giurisprudenza all’Università di Pavia, esercita la professione di avvocato a Lodi.
Pietro Foroni, presidente della Provincia, oltre alla ricognizione generale in ordine all’attività svolta da ciascun Assessore, mantiene le deleghe a: Rapporti con le associazioni, Marketing e promozione territoriale, Rapporti con le istituzioni ed Estero, Sussidiarietà, Expo 2015, Università e Parco tecnologico padano, Identità culturale.

L'albo dei giudici popolari, questo sconosciuto

Ci si iscrive dall’1 aprile al 31 luglio di ogni anno dispari.

L’albo dei giudici popolari è stato istituito dalla legge 10 aprile 1951, n. 287 “Riordinamento dei giudizi d’assise”. L’albo è l’elenco delle persone idonee all’ufficio di giudice popolare presso la Corte d’Assise di primo e di secondo grado, ed è costituito dai nominativi dei cittadini che presentano apposita domanda e che risultano in possesso dei requisiti richiesti dalla legge.
L’iscrizione all’albo è la condizione necessaria per essere designati in qualità di giudici popolari presso la Corte d’Assise di primo e di secondo grado in occasione delle sessioni di giudizio delle stesse.
Per essere iscritti occorre essere cittadini italiani, godere dei diritti civili e politici, avere un’età compresa tra trenta e sessantacinque anni ed essere in possesso del titolo di studio della scuola dell’obbligo (scuola media di primo grado ed elementare per i nati fino al 1952) per l’iscrizione all’Albo dei Giudici Popolari di Corte d’Assise (primo grado) e del titolo di studio di scuola media di secondo grado per l’iscrizione all’Albo dei Giudici Popolari di Corte d’Assise di Appello (secondo grado).
Sono comunque esclusi dall'ufficio di giudice popolare:
-- i magistrati e, in generale, i funzionari in attività di servizio appartenenti o addetti all'ordine giudiziario;
-- gli appartenenti alle Forze Armate dello Stato ed a qualsiasi organo di polizia, anche se non dipendente dallo Stato, in attività di servizio;
-- i ministri di qualsiasi culto e i religiosi di ogni ordine e congregazione.
La domanda per l’iscrizione nell’elenco dei giudici popolari deve essere presentata personalmente dall’1 aprile al 31 luglio di ogni anno dispari utilizzando un apposito modulo presso l’Ufficio Protocollo del Comune.
L’iscrizione permane fino a cancellazione d’ufficio per perdita dei requisiti prescritti dalla legge. L’iscrizione è gratuita.

Dove va la scuola d'oggi?

Rassegna stampa - Dal quotidiano Il Cittadino di oggi.

Riportiamo dalla rubrica "Lettere & Opinioni" l'intervento di Dino Cremascoli (Crem) pubblicato oggi, che con l'autorevolezza della propria storia personale evidenzia gli aspetti più sconcertanti del modo attuale di gestire le problematiche d'una istituzione in crisi vissute sulla pelle dei giovani.

In occasione del 25 aprile, festa della Liberazione, “Il Cittadino” ha pubblicato un mio articoletto intitolato “Mille miglia lontani da Predappio” che si concludeva in maniera sconsolata al grido di “Povera scuola! Povera Italia!”.
L’articoletto l’avevo scritto dopo aver saputo che una scuola superiore di Lodi era andata “in gita d’istruzione” a Predappio, sulla tomba di Mussolini... (ad imparare che cosa?).
La gita, l’avevo definita un’iniziativa insensata, di cattivo gusto e indecente, meravigliandomi che nella scuola italiana fossero possibili simili baggianate e che l’autorità scolastica facesse finta di niente.
Dire “spudorati!” a certa gente, è farle un complimento, perché tutto è così allo sbando nelle scuole che non ci si può stupire più di niente. Adesso un’altra!
Si ha l’impressione che nella scuola italiana sia entrata una troupe di sapientoni e di specialisti, che tutto cancellano e travolgono e tutto in nome della serietà, del rigore, del merito e della saggezza: ci pensano loro a sistemare la scuola disastrata! Non voglio tirarla per le lunghe perché “Il Cittadino” non è un giornale specializzato in questioni scolastiche ed io intendo far rilevare un fatto soltanto, di cui vengo a conoscenza leggendo un quotidiano che la dice in quattro righe “I dati, li ha anticipati il Ministro dell’Istruzione, dunque sono ufficiali: nel 2009 non ammessi alla maturità 6% gli studenti, quasi 400 mila respinti nelle classi dalla prima alla quarta superiore; ben 70 mila bocciati tra la prima e la seconda media, di cui 10 mila con cinque in condotta...”.
Mi fermo qui perché voglio parlare di questi 10mila diavoli coi calzoni corti, figli di una razza sconosciuta, ma che pare siano la rovina della scuola, delle famiglie e della società: una razza dannata!
Una razza del tutto sconosciuta a me che nella scuola sono vissuto per quasi tutta una vita senza accorgermi mai che dei ragazzi fossero capaci solo di violenza, bullismo, negligenza, mala creanza, cattiveria, sopraffazione, prepotenza e peggio: una cosa inaudita, mai vista, soprattutto perché sono protagonisti ragazzini di undici-tredici anni.
Io ho fatto lo scolaro, lo studente, l’insegnante, il preside nelle nostre scuole, dove, quando si aveva 7 in condotta, si era rimandati a settembre a ripetere gli esami in tutte le materie.
Ebbene, nel mio piccolo, non ho mai, proprio mai, conosciuto un solo studente (delle medie o delle superiori) che sia stato rimandato a settembre per un 7 in condotta.
Qualcuno ci sarà stato di sicuro, ma voglio dire che si trattava di casi molto rari, così rari (0,5%) che, venuto a sapere di 10 mila ragazzi di prima e seconda media bocciati (non rimandati a settembre a ripetere gli esami) mi vien da pensare soltanto a tre cose: o il giornale ha dato una notizia sbagliata o io non ho capito o qualcuno ha perso la testa.
Qui non si tratta di giovanotti degli ultimi anni, dei licei o delle scuole superiori (18-20 anni): si tratta di ragazzini di 11/13 anni, gente che, forse, fa ancora la pipì a letto e che vien fatta passare come un insieme di sfaticati, di delinquenti, di mascalzoni, di senza creanza, di buoni a nulla, di irrecuperabili...
In nome del lassismo, del buonismo, del lasciar correre, del permissivismo, cose tutte presentissime nella nostra società, nelle nostre famiglie, nel nostro Paese, nelle nostre scuole: tutto vero, tutto sacrosantamente vero, ma di cui i 10 mila bocciati sono le vittime: i responsabili siamo noi, genitori, insegnanti, educatori, preti, uomini di potere... Siamo stati noi ad inventare, a praticare e a diffondere il permissivismo.
Possibile che i mille e mille papà e mamme presenti nei consigli di classe come insegnanti abbiano bocciato per la condotta i 10 mila “barabèn” e non si siano resi conto che risolvere i problemi educativi con la repressione - nei riguardi di bambini - è la più controproducente delle soluzioni, e la più stupida e la più carogna perché la responsabilità è soltanto di noi adulti e invece noi, falliti, ce la prendiamo con chi abbiamo tirato su con pessimi esempi e con sistemi mille volte discutibili.
Chiamatela come volete: per me bocciarne 10 mila è stata un’operazione di bassa macelleria che mi fa venire i brividi al pensiero di che cosa siano stati capaci di fare pur di salvare le apparenze. E questo - ci dicono - è solo il primo passo nella riforma degli studi, per cui c’è proprio da stare allegri.
Povera scuola!

La realtà del mercato equo solidale

Rassegna stampa - Da Il Cittadino di oggi


Riprendiamo dal quotidiano di Lodi articolo e vignetta.

“Equo”, un settore da 81 milioni di euro
Ecologico e solidale: il commercio “pulito” non conosce la crisi


Attività che producono ricavi per oltre 81 milioni di euro, 260 punti vendita e circa mille lavoratori impiegati nel settore, oltre a cinquemila volontari: sono le cifre del commercio equo e solidale contenute del rapporto Agices (Assemblea generale italiana del commercio equo e solidale) del 2009. Una forma di commercio che tiene nonostante la crisi e, anzi, appare sempre più in via di espansione anche nel nostro Paese, portando su tavole e scaffali prodotti artigianali e alimentari tipici, provenienti da Paesi in via di sviluppo, a partire da caffè, the e infusi, cacao, canna da zucchero e frutta secca.
L'indagine, basata su calcoli aggiornati al 31 dicembre 2007, indica che le organizzazioni iscritte al registro Agices sono 124. Le persone socie di strutture Agices sono quasi 26 mila, con un aumento di 5 mila unità rispetto all'ultima rilevazione. Si registrano inoltre 800 persone giuridiche coinvolte e 5 mila volontari che contribuiscono gratuitamente. Obiettivo del commercio equo e solidale, per lo più veicolato da associazioni e cooperative, è portare sul mercato prodotti provenienti da Paesi economicamente svantaggiati, senza puntare alla massimizzazione del profitto, garantendo allo stesso tempo il sostegno e la cooperazione, il rispetto del divieto di impiego del lavoro minorile e l'utilizzo di materie prime rinnovabili. Questa attività assicura un lavoro a circa mille persone in tutta Italia: in particolare si tratta di 621 donne (64%) e 346 uomini (36%). I contratti attivati sono prevalentemente a tempo indeterminato (il 51%, che assorbe il 77% dei costi), mentre soltanto il 7% è a tempo determinato. Per quanto riguarda i collaboratori, il 17% è a progetto, mentre gli occasionali sono il 7%.
Le organizzazioni Agices hanno acquistato merci destinate alla vendita per una spesa di 46 milioni 484 mila euro. Una discreta fetta degli investimenti riguarda invece le attività di informazione ed educazione: un milione di euro per promuovere circa 12mila ore di campagne e corsi di formazione. Gli esercizi che si occupano di commercio equo e solidale hanno venduto al dettaglio oltre 23 milioni di euro di prodotti. Un parte consistente degli introiti deriva poi dalla vendita ad altri canali di economia solidale (36 milioni) e a soggetti commerciali (quasi 12 milioni).

domenica 28 giugno 2009

Il Comune domani (III)

Ambiente, Patrimonio pubblico, Condizione femminile.
La terza ed ultima parte dell'articolo sul discorso d'insediamento del sindaco.

Nella parte finale del suo intervento d’insediamento il sindaco Sozzi ha parlato dell’ambiente, tematica che, ha detto, rappresenta “un altro punto programmatico molto importante per noi”. Ricordando che nella mattinata si era recato con alcuni dei nuovi amministratori a visionare il luogo dove sta nascendo l’impianto di produzione di energia che sfrutta il biogas prodotto dai reflui degli allevamenti e i resti delle lavorazioni agricole, ha annunciato l’avvio dei lavori di costruzione della piccola centrale sulla quale, ha detto, “noi contiamo molto” e ha preannunciato che all’impianto “in futuro si conferirà la parte umida dei rifiuti urbani”. Del resto già nel programma elettorale la compagine da lui guidata aveva affermato la volontà di puntare ad “un Comune che funziona ad energia pulita”. In esso infatti si legge: “Modificheremo in questo senso il Regolamento edilizio e conferiremo con un’apposita convenzione la parte umida dei rifiuti negli impianti di biogas con l’obiettivo duplice di abbassare la Tarsu e di produrre energia pulita dai nostri rifiuti come fanno già in alcuni Paesi europei”. Nel proseguo nel discorso ha detto che l’impianto della BremBioEnergie probabilmente non sarà l’unico sul territorio, si parla già di un secondo. Presenze che dovrebbero garantire energia per una comunità di cinquemila abitanti, ben più che soddisfare solo le esigenze degli edifici pubblici.
Un programma in ambito territoriale non solo inchiodato alla logica del controllo e repressione contro chi compia atti contro l’ambiente, ma soprattutto inteso a migliorare e a valorizzare il territorio comunale, anche rispondendo alla necessità di ripristinare la tradizione, ribadendo quanto scritto nel programma elettorale: “Incentiveremo la piantumazione di alberi sul territorio ed in particolare nel Plis del Brembiolo, sia per favorire l’isolamento acustico, sia per ricostruire l’antico paesaggio di filari e fossi che caratterizza da sempre il Lodigiano”.

Poche parole sui servizi sociali, di cui è stata riaffermata la convinzione di un’eccellenza nel Lodigiano, e sulla scuola, che continua quest’ultima ad essere una delle priorità dell’amministrazione. Quanto alle opere pubbliche, è stata sottolineata la mancanza di risorse per poter pensare in grande; ci si limiterà pertanto, responsabilmente, a piccoli interventi nel campo sportivo ed alla costruzione di una pensilina all’uscita della scuola per eliminare in caso di maltempo i disagi. Si punterà piuttosto sulla manutenzione del patrimonio pubblico e sulle ristrutturazioni, tanto che è stato istituito un nuovo assessorato ad hoc che si curerà di migliorare l’aspetto e la qualità della quotidianità di vita in paese.

Il sindaco ha chiuso il suo intervento sulle tematiche della condizione femminile, in buona sostanza ribadendo quanto già espresso nel programma elettorale: “In ogni caso è doveroso costruire una Comunità che attraverso gli asili nido, i servizi sociali, la scuola ed in generale i tempi di vita, metta in condizione le nostre donne di vivere al meglio la loro Comunità”. In tal senso “noi da tempo siamo impegnati in questo, l’asilo nido, il tempo pieno scolastico e gli eccellenti servizi abbinati ad un’offerta anche culturale e partecipativa di qualità ne sono stati in questi anni la prova tangibile”. E Sozzi lo ha ribadito, l’amministrazione da lui guidata vuole continuare su questa strada.

sabato 27 giugno 2009

Centrale a biogas, un po' di storia

La partnership Bioelettra - BremBioEnergie alla base della costruzione della innovativa centrale che sfrutta il biogas per la produzione di energia.

Bioelettra s.r.l, società con sede a Treviso, è partner di BremBioEnergie Soc. agricola r.l., la società brembiese che realizzerà la centrale a biogas di Brembio, i cui lavori di costruzione sono da poco iniziati. La società trevigiana nelle news del suo sito annunciava il 28 gennaio 2008 d’aver vinto il bando della Regione Lombardia in merito al “Programma pilota d’azione regionale di investimento per produzioni agroenergetiche e per il contenimento del carico di azoto nelle zone vulnerabili” e presentava la nuova partnership di Brembioenergie “che svilupperà il progetto di trattamento del digestato in uscita dall’impianto di digestione anaerobica”.
La presentazione della partnership brembiese nell’apposita pagina del sito era realizzata pubblicando il seguente comunicato che riportiamo integralmente: «Impianti agroenergetici ed interventi per contenere il carico di azoto: il progetto di Brembioenergie vince il bando della Regione Lombardia.
È stato approvato con Decreto 2649 del 16/03/2007 il bando della Regione Lombardia in merito al “Programma pilota d’azione regionale di investimento per produzioni agroenergetiche e per il contenimento del carico di azoto nelle zone vulnerabili”.
Bioelettra in sinergia con il Comune di Brembio nella persona del sindaco Giuseppe Sozzi e dei signori allevatori/coltivatori Fr.lli Andena, Bonfanti, Cornalba e Bassanetti ha proposto una soluzione progettuale che è stata premiata per le sue caratteristiche innovative nonché per la rispondenza alle problematiche sollevate dalla Regione a tutela del mondo agricolo. All’uopo è stata istituita la Brembioenergie, una società agricola nella quale Bioelettra vede come partner diretto gli agricoltori e gli allevatori stessi e che coinvolge anche l’Amministrazione Comunale, promotrice in prima battuta dell’intervento. Il progetto già presentato riguarda la costruzione di un impianto di biogas della potenzialità nominale di 1,15 MW elettrici, che sfrutta biomasse vegetali ed animali (triticale, mais, sorgo zuccherino, liquame suino) raccolte nel raggio di una decina di chilometri dal comune di Brembio, dove sorgerà il complesso. Da queste biomasse, tramite degradazione biologica in ambiente anaerobico e mesofilo, è possibile ottenere biogas che, bruciato nei motori di cogenerazione, produce energia termica ed elettrica. Il carattere innovativo del progetto si basa sulla valorizzazione delle emissioni prodotte dal processo: calore, anidride carbonica derivante dalla combustione del biogas e digestato. Quest’ultimo viene separato nelle frazioni solida e liquida: dalla prima si ottiene un prodotto di qualità da utilizzare a scopo agronomico per la fertilizzazione dei campi. La frazione liquida invece, ancora ricca di nitrati, subisce dapprima un processo di depurazione biologica a fanghi attivi attraverso stadi di ossigenazione, poi viene inviata ad una stazione serricola dove le piante assorbono gli elementi nutritivi forniti dal refluo stesso, ultimando pertanto il processo di degradazione della sostanza organica e dei composti azotati. In tal modo viene sfruttato il potenziale energetico della biomassa in ingresso riducendo nel contempo il carico azotato della stessa.»
Il bando vinto, approvato con decreto 2649 del 16 marzo 2007 “Approvazione delle disposizione attuative e dell'apertura dei termini di presentazione delle istanze di adesione al programma pilota d'azione regionale di investimento per produzioni agroenergetiche e per il contenimento del carico di azoto nelle zone vulnerabili”, pubblicato sul BURL n. 13 - 4° supplemento straordinario del 30 marzo 2007, aveva lo scopo di sostenere la realizzazione di impianti agroenergetici e di interventi per contenere il carico di azoto nelle zone vulnerabili. Obiettivo del programma pilota infatti è la promozione di progetti, anche di tipo innovativo, per la produzione di energia dagli effluenti di allevamento e per il contenimento appunto del carico di azoto nelle zone vulnerabili. Le tipologie di interventi ammissibili erano: Impianti di sfruttamento agroenergetico e di trattamento degli effluenti da allevamenti per la riduzione dell'azoto a carattere consortile e/o associati anche nella forma di associazione temporanea d'impresa (ATI), legati ad impegni di conferimento da parte di aziende agricole; Impianti di sfruttamento agroenergetico e di trattamento degli effluenti da allevamenti per la riduzione dell'azoto a carattere aziendale e legati a convenzioni che valorizzano l'energia termica a livello territoriale; Impianti di sfruttamento agroenergetico e di trattamento degli effluenti da allevamenti per il contenimento dell'azoto di origine agricola, nell'ambito di progetti rivolti a favorire la formazione di distretti locali agroenergetici, e/o A.T.I. che prevedano l'impiego di prodotti e materiali residui provenienti dall'agricoltura della zootecnia, delle attività forestali e di trasformazione alimentare; Impianti integrativi che prevedano il contenimento dell'azoto di origine agricola in uscita dal processo di digestione anaerobica, anche in impianti già esistenti. Detti impianti integrativi potevano essere realizzati anche in aree confinanti e limitrofe alle zone vulnerabili se legati ad impianti di depurazione esistenti; Impianti di sfruttamento agroenergetico in azienda agricola.
Una successiva news di Bioelettra datata 03/11/08 - 12/12/08, che annunciava allora, seppur ancora in attesa del decreto (al 2 febbraio 2009), il via libera provinciale e regionale, fatto salvo il nulla osta idraulico, al progetto della partecipata BremBioEnergie Soc. agricola r.l., indicava le caratteristiche dell’impianto brembiese quale nuovo paradigma del settore, biogas, stazione di rimozione dei nitrati e serre, 960 KW elettrici, 1.080 KW termici, 13.000 metri quadri ad orticole. Di seguito riportiamo sempre dal sito della Bioelettra uno schema dell’impianto che verrà realizzato, per far meglio comprendere ai brembiesi in cosa consista il progetto che ha ottenuto il finanziamento regionale.

Lottizzazione industriale Polenzone-Garibaldino

Depositata la variazione al Piano comprensoriale approvata in marzo dal Consiglio comunale.

Il 22 giugno scorso è stato affisso nell’albo pretorio l’avviso ai sensi della L.R. 12/2005 inerente all’approvazione della seconda variante al Piano di lottizzazione industriale comprensoriale Polenzone-Garibaldino da parte del Consiglio comunale con deliberazione n. 16 del 20 marzo 2009.Nell’avviso si informa che la deliberazione integrale con i relativi allegati è depositata e visionabile presso l’Ufficio di Segreteria di Piazza Matteotti 1, primo piano a partire dal 22 giugno appunto per i successivi 15 giorni, cioè fino al 7 luglio 2009. Nei successivi quindici giorni dalla scadenza del termine di deposito, cioè fino il 22 luglio 2009, sarà possibile, per chiunque ne abbia interesse, presentare le proprie osservazioni in duplice copia, trasmettendole al Protocollo del Comune di Brembio. Il responsabile dell’area “Gestione del Territorio”, per le modalità di consultazione e di inoltro delle osservazioni, invita gli interessati a prendere contatto con l’Ufficio Segreteria, tel. 0377 989022.

Apre oggi la piscina comunale

Anche un corso di acquagym.

Oggi si apre la stagione 2009 della piscina comunale, a disposizione del pubblico dalle 15.00 alle 19.00.
Nel periodo in cui si svolgerà il Centro estivo comunale, cioè da lunedì 6 a venerdì 31 luglio, questi saranno gli orari in cui la cittadinanza potrà usufruire della struttura: dal lunedì al venerdì dalle ore 17:00 alle ore 19:30, il sabato e la domenica dalle ore 15:00 alle ore 19:00.
Nel mese di agosto, invece, la piscina comunale sarà aperta e a disposizione di tutti dalle ore 15:00 alle ore 19:00.
Il biglietto d’ingresso costa 2 euro da pagare direttamente al bagnino.

Dal 29 giugno e fino al 31 luglio 2009 sarà possibile seguire tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle ore 18:15 alle ore 19:00 il corso di acquagym. La prima lezione è gratuita. Il costo di dieci lezioni è di 35 euro. Per informazioni ed iscrizioni ci si può rivolgere direttamente in piscina dall’istruttrice, oppure chiamando il numero 3387308174.

Ultimi giorni per chiedere il buono sociale per i badanti

Le domande devono essere presentate entro le 12 di martedì 30.

Ultimi giorni per presentare domanda per l’assegnazione del Buono sociale mirato al sostegno del lavoro di cura prestato da assistenti familiari (badanti). Il termine ultimo scade alle ore 12.00 di martedì 30 giugno 2009. Le domande vanno presentare presso l’Ufficio protocollo del Comune.
Il buono consiste in un sostegno economico mensile utile a fronteggiare le spese assistenziali domiciliari di persone non autosufficienti che hanno le seguenti caratteristiche:
-- sono riconosciute invalidi civili al 100% con o senza indennità di accompagnamento;
-- hanno un reddito ISEE individuale pari o inferiore a 10.000,00 euro;
-- vivono al proprio domicilio;
-- provvedono alla propria assistenza mediante assistente familiare privata (badante) regolarmente assunta o che intendono regolarizzarne la posizione contributiva, per almeno 25 ore settimanali;
-- favoriscono la frequenza a corsi di formazione della assistente familiare assunta.
I moduli per la domanda sono a disposizione presso l’Ufficio di Servizio Sociale aperto al pubblico nei seguenti giorni ed orari: dal lunedì al sabato dalle ore 10.00 alle ore 12.00; il martedì pomeriggio dalle ore 14.30 alle ore 198.30. I moduli sono anche scaricabili via Internet dal sito del Comune di Brembio http://www.comune.brembio.lo.it/.
Per informazioni ci si può rivolgere all’Ufficio di Piano del Distretto di Casalpusterlengo, Lodi e Sant’Angelo – Via Volturno 4, Lodi – tel. 0371 409332, fax 0371 409453,
Oppure all’Ufficio di Servizio Sociale Comunale locale, tel. 0377 989022, e-mail: segreteria@comune.brembio.lo.it

Anche Brembio tra i comuni da risarcire

Il governo risarcirà i danni delle piogge torrenziali.
Rassegna stampa - Da Il Cittadino di oggi, articolo siglato D.C.

Ingentissimi i danni subiti da tutto il territorio per le piogge record cadute a fine mese, quantificati in 6,3 milioni di euro. Anche Lodi ottiene lo stato di calamità. Lo ha deciso il governo dopo le precipitazioni dello scorso aprile.

Anche il Lodigiano sarà risarcito dallo Stato per il nubifragio dello scorso aprile. Il consiglio dei ministri ha infatti approvato ieri l’estensione dello stato di emergenza anche per le province di Lodi e Parma, il primo passo fondamentale per accedere poi a risarcimenti e aiuti che verranno disposti per decreto.
Il maltempo che aveva investito il territorio era durato dal 26 al 29 aprile, quando erano caduti fra i 140 e 220 millimetri di pioggia, un vero e proprio record. In quell’occasione decine di aziende e cascine erano state sfollate perché a rischio di inondazione a San Rocco, Guardamiglio e Castelnuovo, mentre le forti precipitazioni avevano provocato l’esondazione del Po nelle aree golenali, con quasi 1500 ettari di terreni coltivali inondati dall’acqua. Ma ci furono anche tutta una serie di problemi alle strutture consortili d’irrigazione e bonifica: il fenomeno ha interessato una superficie complessiva di oltre 2600 ettari. Proprio in quei giorni crollò anche il ponte di San Rocco sul Po, un incidente che inizialmente venne direttamente collegato dall’Anas proprio alla piena del grande fiume e alla sua eccezionale portata.
Gli accertamenti effettuati dall’amministrazione provinciale avevano riscontrato problemi alle strutture di irrigazione (di competenza del Consorzio di bonifica Muzza Bassa Lodigiana), oltre a rotture negli argini in vari punti, erosioni, cedimenti del terreno, frane e anche asportazioni di terreni coltivabili. Danni stimati in circa 6,3 milioni di euro. La provincia quindi aveva fatto “la conta” dei danni e aveva avanzato la richiesta dello stato di calamità alla regione, che a sua volta l’aveva “girata” al governo. Ora il provvedimento è approdato sul tavolo del ministro per le politiche agricole ed è arrivato l’ok ai risarcimenti.
I comuni interessati dallo stato di calamità sono in tutto 17 in tutta la provincia, da nord a sud: Brembio, Castelnuovo Bocca D’Adda, Cornegliano Laudense, Guardamiglio, Lodi, Lodi Vecchio, Mairago, Massalengo, Montanaso Lombardo, Mulazzano, Orio Litta, Ossago Lodigiano, San Martino in Strada, San Rocco al Porto, Senna Lodigiana, Somaglia e Zelo Buon Persico. In queste zone sarà necessario un intervento di ripristino, per fare in modo che le strutture irrigue e quelle agricole possano tornare a funzionare regolarmente.

Secugnago: Pronti a collaborare con Brembio

Presentata la giunta dal nuovo sindaco Mauro Salvalaglio.
Rassegna stampa - Da Il Cittadino di oggi, articolo di Andrea Bagatta.

Secugnago - Il sindaco Salvalaglio traccia le priorità: «Presto nuovi loculi». Il centrodestra non fa differenze: «Pronti a collaborare con Brembio»

Secugnano - Tanto lavoro da fare per la nuova squadra di Rinnoviamo Secugnago, al governo cittadino dopo decenni di amministrazione di centrosinistra. La giunta è stata presentata nel corso del primo consiglio comunale presieduto dal neosindaco Mauro Salvalaglio. Il primo cittadino si è tenuto in capo la delega ai servizi sociali, mentre ha assegnato l’istruzione e la cultura al vicesindaco Laura Reami, l’urbanistica, i lavori pubblici e l’edilizia a Gianluca Carcagni e infine il bilancio, l’economia e i rapporti con il personale a Giuseppe Paglia, in lista ma non eletto e recuperato quindi come assessore esterno.
«Altre deleghe saranno distribuite nel corso del prossimo consiglio comunale - dice Salvalaglio -. Penso alle politiche giovanili, all’ambiente o allo sport: questi temi andranno a consiglieri senza bisogno dell’assessorato, nell’ottica di ampliare il più possibile la squadra di governo. Il lavoro che ci aspetta è tanto e abbiamo bisogno di poterci dividere al meglio i compiti».
Anche per questo il sindaco pensa alla formazione di commissioni o consulte che consentano una vasta partecipazione dei cittadini all’amministrazione. «In questi giorni abbiamo voluto dare un segno di cambiamento a partire dall’ascolto della gente, e i cittadini ci hanno risposto con suggerimenti e proposte - continua il primo cittadino -. Adesso si tratta di organizzare questa voglia di partecipazione, e lo strumento giusto sono dei centri istituzionali di coordinamento, commissioni o consulte. Ne parleremo a breve con la minoranza per ragionare insieme sulla formula migliore».
Per il resto, le priorità rimangono confermate nell’ambito delle attività produttive. «Fin da subito è probabile che parta un ragionamento di cooperazione insieme all’amministrazione comunale di Brembio su diversi temi, e in particolare sull’area industriale, che è a confine tra i due paesi - conclude Salvalaglio -. Poi ci sono anche alcune urgenze che si sono presentate e che cercheremo di risolvere nel più breve tempo possibile, a partire dalla scarsità di loculi nel cimitero. C’è già un progetto di massima ed entro l’estate spero si possa dare il via alla sistemazione della questione».

Dopo la riconferma del sindaco la nuova giunta di Livraga

Nel Consiglio comunale di lunedì scorso presentata la giunta e le linee programmatiche.
Rassegna stampa - Da Il Cittadino di oggi, articolo di Andrea Bagatta.

Livraga - Il sindaco riconfermato ha assegnato le deleghe alla giunta
Grecchi apre le porte ai giovani: «Lasceremo un paese migliore»

Livraga - Dall’arredo urbano alla sicurezza, sarà la qualità della vita la cifra distintiva di questo secondo mandato di Ettore Grecchi alla guida del comune di Livraga.
Ad aiutarlo, ci sarà una squadra per metà esperta e per metà nuova all’amministrazione diretta. Il vicesindaco è Bruno Folli, che tiene la delega ai servizi sociali già avuta nella passata legislatura. Una riconferma anche per Giuseppe Bongiorni, assessore ai lavori pubblici, servizi manutentivi e tecnologici, viabilità e commercio. Roberto Casoni è l’assessore esterno, un tecnico prestato alla amministrazione civica: commercialista, si occuperà di bilancio, ma anche di istruzione. Infine, Agostino Vignati, consigliere eletto nelle fila della maggioranza ha le deleghe a cultura, sport e tempo libero.
La lista è stata presentata nel corso del primo consiglio comunale che si è tenuto lunedì sera. Nella seduta di insediamento del nuovo consiglio e del primo cittadino Ettore Grecchi, non ci sono state sorprese riguardo ai criteri di eleggibilità. Molti i giovani e i volti nuovi tra le fila della maggioranza. «E a questi giovani daremo delle responsabilità nelle varie commissioni - precisa il primo cittadino Ettore Grecchi -. Tra l’altro, l’intenzione è quella di costituire anche una commissione informale, un gruppo di lavoro composto da giovani per i giovani, che sappia intercettare i bisogni di quella fascia d’età e dialogare con essa in un confronto aperto».
Per quanto riguarda il programma di mandato, invece, Livraga può lasciarsi alle spalle l’assillo delle risorse economiche per le grandi opere straordinarie, tutte messe in cantiere e finanziate, nel corso della passata legislatura: tangenziale, rivitalizzazione della piazza, caserma dei carabinieri. «Abbiamo ancora alcuni interventi consistenti da fare, ma rientrano nella normale amministrazione, per esempio la sistemazione del palazzo comunale - spiega Grecchi -. Ora l’intento è quello di riportare Livraga a svolgere un ruolo propulsivo per il territorio e a migliorare tutti i servizi che servono alla vita della comunità. Penso alla sicurezza, alla scuola, anche all’intrattenimento, agli arredi urbani. L’obiettivo è quello di lasciare tra cinque anni un paese migliore non solo dal punto di vista urbanistico e di opere, ma anche come convivenza civile e come spirito d’identità del paese».

Attenzione al troppo

La minoranza di centrodestra prova a farsi sentire.
Richiesta la visione degli atti inerenti la costruzione del nuovo plesso scolastico.

Il gruppo consiliare di minoranza “Brembio che cambia”, ha reso noto attraverso la pubblicazione nella bacheca de “Lo Strillone” di aver presentato al sindaco, in data 23 giugno, una richiesta inerente al proprio ruolo di controllo dell’attività amministrativa. Attraverso un uso improprio dello strumento dell’interrogazione previsto dalla normativa e dal regolamento comunale, nel documento, premettendo che “in ossequio a quanto promesso alla cittadinanza in sede di campagna elettorale ritengono doveroso avere risposte chiare e precise dall’attuale amministrazione, col fine di consentire un atteggiamento vigile sulla gestione della cosa pubblica”, si chiede “un sopraluogo conoscitivo dello stato di fatto e conservazione dell’edificio della nuova Scuola Elementare, in presenza del Tecnico Comunale ed eventualmente di un Amministratore, per conoscere la situazione reale dello stato di fatto dell’intero plesso scolastico, per capire assieme i problemi e le eventuali soluzioni che si potranno adottare per evitare di incorrere in nuovi e alquanto sgradevoli fenomeni che ostacolano il regolare funzionamento delle lezioni”.
Nel documento inoltre si chiede “la presa visione di tutta la documentazione relativa la Gara della Scuola Elementare: Bando, Verbale di Aggiudicazione, contratto d’Appalto, Capitolato Speciale d’Appalto, Computo Metrico Estimativo, Tavole di Progetto, Stati Avanzamento Lavori (SAL), con relativi Certificati di Pagamento, eventuali Varianti in Corso d’Opera, e le relative approvazioni, Ultimazione Lavori, Certificato di Regolare Esecuzione (CRE), certificato di collaudo, certificato di Prevenzione Incendi (CPI) o quanto meno la relativa richiesta di sopraluogo dei V.F. ed infine tutta la corrispondenza fra le parti in causa”. In aggiunta viene avanzata la richiesta di avere “la possibilità di usufruire di una sala del Comune come regolamentato dallo Statuto Comunale art. 41, comma 7, per poter visionare in tranquillità la sopracitata documentazione”.
Il documento chiude preannunciando che “analoghe richieste verranno presentate in futuro relativamente agli altri immobili di proprietà comunale”.
Un commento politico sul contenuto della richiesta sarà fatto in altro articolo, qui solo due precisazioni. Si diceva di uso improprio dello strumento dell'interrogazione: che possibile risposta può averne una simile? Semplicemente, poiché il ruolo di controllo è ruolo istituzionale delle minoranze, di mettersi d’accordo con il tecnico comunale e l’assessore al Patrimonio per stabilire il giorno e l’ora d’una visita guidata alla struttura, questo per quanto riguarda la prima richiesta. Per quanto riguarda la seconda di contattare sempre il tecnico comunale e il direttore generale per concordare la visione degli atti richiesti in orario d’ufficio senza pregiudizio per il normale funzionamento degli uffici stessi, come indicato da più d’una sentenza.
Quanto alla citazione della norma dello Statuto comunale va chiosato che essa si riferisce alle riunioni dei gruppi consiliari e non ad un deposito di atti dove, a piacimento dei gruppi, tali atti possano essere consultati in qualunque ora anche da non consiglieri comunali.
La preoccupazione infine che sorge circa l’ultima affermazione, cioè delle pur legittime richieste future sugli immobili comunali, è che per dimostrare chissà quale asserto quella parte della minoranza perda di vista la realtà attuale dell’attività amministrativa, ad esempio l’importante appuntamento dell’adozione del Piano di governo del territorio e, da non sottovalutare, anche della discussione che ci sarà delle linee programmatiche dell’attuale amministrazione che dovranno essere approvate entro quattro mesi. Questi due ambiti sono prioritari se si vuole dimostrare di avere un progetto alternativo cui valga la pena di prestare attenzione. La ricerca delle pecche è legittima e fa parte dei compiti dell’opposizione, ma se diventa fine a se stessa per piantare una bandierina con su scritto “ve lo avevamo detto”, è uno sterile esercizio che non interessa a nessuno.