FATTI E PAROLE

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domenica 29 novembre 2009

Una strategia vincente

Razzisti al lavoro.
Rassegna stampa - il manifesto, Loris Campetti, 28 novembre 2009.



La strategia della Lega Nord è sempre la stessa. Si può capire, è una strategia vincente. Bossi scioglie il guinzaglio a uno dei suoi pastori bergamaschi che addenta ai polpacci la nostra traballante democrazia. Butta sul tavolo un'esagerazione razzista, si scatena la polemica politica, poi il governo o chi per esso - magari la stessa Lega - fa un passettino indietro e l'esagerazione razzista viene, a parole, rinviata al mittente. Non senza conseguenze sociali, politiche, culturali drammatiche, perché diventa normale, in un paese ormai irriconoscibile, giocare con il peggiore razzismo. Il fronte si sposta sempre più avanti, così avanti da riportarci, neanche troppo lentamente, alle mussoliniane leggi razziali. Il degrado culturale, poi, dal parlamento si estende alla società: negli autobus delle città e nelle campagne. A scuola, in ufficio, al bar. E ormai anche in fabbrica.
Nel giorno in cui un pezzetto di nord - quello che non ha venduto l'anima a chi cerca il consenso agitando la paura dell'altro per improvvisare improbabili e pericolose identità nazionali e sub-nazionali - manifesta contro il White Christmas, la Lega deposita per mano di un suo deputato, tal Maurizio Fugatti, un emendamento alla Finanziaria per ridurre a sei mesi la copertura della cassa integrazione per i lavoratori extracomunitari. I soldi sono quelli che sono, mica possiamo sprecarli per i negri, è la motivazione più che esplicita fornita dal leghista che dopo l'esplosione del caso fa sapere: è una mia iniziativa personale. Il Fugatti pensa che sono loro, i lavoratori migranti che immaginiamo chiamerà con un linguaggio più razzisticamente colorito, a doverci ringraziare per aver concesso loro di sputare l'anima nelle fonderie bresciane, così come le badanti equadoregne devono baciarci i piedi se riescono a campare nel paese di Bengodi assistendo i nostri vecchi. I sei mesi di cassa integrazione sono un ulteriore regalo, ci siano perciò riconoscenti e si levino dalla testa di essere come noi e godere addirittura degli stessi nostri diritti.
Invocare la Carta costituzionale è obbligatorio, ma non basta. Rilasciare dichiarazioni sdegnate è altrettanto obbligatorio per qualsivoglia forza politica e sociale che si voglia democratica. Atti dovuti, che non bastano a salvarci la coscienza. O si riuscirà a mobilitare il paese, quella parte almeno non ancora marcita nell'odio e nella prepotenza, oppure la Lega avrà vinto, e Bossi potrà affogare nelle acque del Po quel che resta della nostra democrazia. Tra gli applausi degli alleati di governo.




Maurizio Fugatti è come il lupo, perde il pelo ma non il vizio, come testimonia questa intervista del dicembre 2008 sulla social card, che era tra l'altro tra gli argomenti della puntata di Report di questa sera.


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Notiziario Brembiese, n. 10 - 29 novembre 2009

Notiziario Brembiese
Numero 10, 29 novembre 2009

Capire il biogas.
Ritorniamo sulla questione del biogas a Brembio proponendovi la visione di due video che parlano di centrali a biogas. Naturalmente non si riferiscono all'impianto reale in costruzione, ma attraverso le immagini evidenziano, al di là delle ovvie differenze di progetto, il funzionamento, l'architettura e le caratteristiche costruttive di base. Li proponiamo per ampliare le conoscenze su due impianto che saranno parte del panorama del nostro territorio.
Il primo video è una animazione, mostra come l'impianto funziona. Il testo è in inglese ma le figure sono sufficientemente autoesplicative e permettono di farsi un'idea precisa di cosa consista una centrale a biogas.



Il secondo video mostra la costruzione di un impianto. Le prime parole in tedesco che aprono il filmato significano "Produciamo l'energia del futuro".



Soggiorno Climatico 2010.
La località scelta per il 2010 è Spotorno, in provincia di Savona, presso l'Hotel Graziella nel periodo dal 4 Marzo 2010 al 18 Marzo 2010.
Queste le caratteristiche dell'albergo: «ambiente signorile e familiare, in posizione tranquilla a 50 metri dal mare, dotato dei migliori comfort; facilmente raggiungibile dal vicino svincolo autostradale; ascensore, camere con servizi, telefono diretto, TV color, cassaforte individuale, giardino, terrazzo solarium, riscaldamento centrale, locali completamente climatizzati, servizio bar e ristorante, colazione a buffet; trattamento e cucina mediterranea di ottimo livello seguiti direttamente dai proprietari. Aperto tutto l'anno. Spiaggia convenzionata».



Santa Lucia.
L'Associazione Turistica Pro-Loco organizza per la serata del 12 Dicembre 2009 la tradizionale "fiaccolata di Santa Lucia". L'appuntamento e previsto per le ore 20.30 con partenza dalla Piazza Matteotti, si percorreranno le Vie : Montegrappa - Chiosazzo - Togliatti - Dalla Chiesa - Caravaggio - Vittorio Veneto per poi ritrovarsi in Piazza Matteotti per la distribuzione di un piccolo dolce dono a tutti i bambini.



Concerto del Corpo Bandistico F.Cilea.
Nel pomeriggio del 13 Dicembre 2009 a partire dalle ore 16.00 presso la Scuola Media "G.Rossa" il Corpo Bandistico "F.Cilea" eseguirà un concerto d'ascolto.
Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.



Iniziativa Babbo Natale del Gruppo Arcobaleno.
Come ogni anno Babbo Natale e la sua slitta passerà a consegnare i regali. L'appuntamento è per il pomeriggio del 24 Dicembre. I pacchi da recapitare, muniti di nome cognome e indirizzo, potranno essere consegnati ai volontari del Gruppo Arcobaleno presso il magazzino comunale dalle ore 16,00 alle ore 18.00 dei giorni 6-13-20 Dicembre 2009.


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Tra una barzelletta e una battuta sulla moglie

Silvio, rimembri ancora?
Rassegna stampa - Il Fatto quotidiano, Marco Travaglio, 29 novembre 2009.



Ora i pompieri sparsi su tutti i colli alti, medi e bassi diranno che è stata l’ennesima gaffe, l’ennesima battuta. E nessuno oserà porsi una domanda molto semplice: che cosa spinge il presidente del Consiglio a parlare così mentre si riaprono le indagini a suo tempo archiviate per strage, mafia e riciclaggio?
Nel momento in cui i fantasmi del suo passato inconfessabile tornano a presentargli il conto, avrebbe tutto l’interesse a scrollarseli di dosso con una forte dichiarazione antimafia, o con una mossa concreta, tipo quella suggerita (e subito rimangiata) dal ministro Alfano sulla riapertura delle carceri di Pianosa e Asinara per i boss al 41 bis. Invece, proprio ora, torna a parlare come un mafioso, minacciando di “strozzare chi ha fatto la Piovra e chi scrive libri sulla mafia”. In attesa che li minacci di scioglierli nell’acido (almeno quelli rimasti in vita: ai De Mauro, ai Fava e ai Rostagno ha già provveduto Cosa Nostra), qualcuno dovrà pur domandarsi il perché.


(Vignetta di Vauro da il manifesto, 29 novembre 2009)

È la prova, casomai ve ne fosse bisogno, del fatto che la trattativa continua. Ancora una volta chi smise di piazzare bombe nel 1994, in cambio di promesse ben precise, fa sapere di essere stanco di aspettare. Così, mentre tutti si affannano a smentire e a ridicolizzare le rivelazioni di Spatuzza, arriva il migliore riscontro logico al suo racconto sul recente sfogo dei fratelli Graviano: “O cambia qualcosa, oppure dovremo andare a parlare con i giudici…”. Il tempo stringe, la Seconda Repubblica si sta squagliando come la prima e il tam tam di radio-carcere è sempre lo stesso: “Iddu pensa solo a Iddu”. Séguita a usare la sua maggioranza bulgara per farsi le leggi per sé, ma agli amici degli amici chi ci pensa? Lo scudo fiscale, l’asta dei beni sequestrati, i progetti sul concorso esterno sono utilissimi ai mafiosi che stanno fuori. Ma a chi sta dentro da tre lustri chi ci pensa? Ci vuol altro che le visitine in carcere dell’on. Betulla. È un dialogo in codice, quello fra Iddu e gli amici degli amici, che dura da 15 anni. Era cominciato, almeno in pubblico, il 25 maggio 1994, agli albori del primo governo Berlusconi. Riina sparò dalla gabbia: “C’è uno strumento politico ed è il Partito comunista. Ci sono i Caselli, i Violante, questo Arlacchi che scrive i libri... Il nuovo governo si deve guardare dagli attacchi dei comunisti”.
Berlusconi e i suoi tele-sgherri partirono subito all’assalto della procura di Caselli che osava processare Andreotti e Carnevale. Poi, il 15 ottobre ’94, il premier dichiarò: “Speriamo di non fare più queste cose sulla mafia come la Piovra, un disastro in giro per il mondo. C’è chi dice che c’è la mafia. Non so fino a che punto. Cos’è la mafia? Un centinaio di persone”. Sei giorni dopo Riina plaudì: “Ha ragione il presidente Berlusconi, queste cose sono invenzioni da tragediatori che screditano l’Italia e la nostra bella Sicilia. Ma quale mafia, quale Piovra, sono romanzi. Andreotti è un tragediato come sono tragediato io. E Carnevale più tragediato ancora. I pentiti accusano perché sono pagati”. Nel 2001 governo Berlusconi II. Di lì a poco Bagarella tuona contro i politici che “non mantengono le promesse”, poi lo striscione allo stadio di Palermo: “Berlusconi dimentica la Sicilia. Uniti contro il 41 bis”. Il 4 settembre 2003 il premier dichiara allo Spectator: “I giudici sono matti, mentalmente disturbati, antropologicamente diversi dal resto della razza umana”. Lo diceva già Luciano Liggio a Biagi: “Quando il giudice mi ha interrogato, mi sono accorto che mi trovavo di fronte a un ammalato. Se dietro a varie scrivanie dello Stato ci sono degli psicotici la colpa non è mia. Perché non fanno delle visite adeguate a questa gente prima di affidarle un ufficio?”. Il 9 aprile 2008, vigilia del governo Berlusconi III, la celebre uscita su Mangano “eroe”. Ora ci risiamo. C’è un solo modo per levare ogni speranza ai mafiosi e dissipare i sospetti sulla trattativa ancora in corso: che qualche istituzione, magari la più alta, metta a tacere il premier con parole chiare, nette e definitive. Purtroppo, finora, ha parlato per zittire i magistrati.


Berlusconi scherza sulla mafia. Tra una barzelletta e una battuta sulla moglie, lancia l'editto (retroattivo) sugli autori della «Piovra» e i libri che ne parlano danneggiando il Belpaese: «li strozzerei». Intanto da Firenze i magistrati smentiscono i giornali amici del premier: nessun avviso di garanzia per il capo del governo.



Placido: Berlusconi dovrebbe strozzarsi da solo.
L'attore e regista risponde allo sfogo del premier contro film come La Piovra. Il presidente del Consiglio aveva dichiarato: "Strozzerei volentieri gli autori di film e libri che ci fanno fare una così bella figura nel mondo". (Sky Tg24 - 29 novembre 2009)



"Ha ragione Berlusconi - ironizza lo storico protagonista delle prime quattro serie della Piovra - la mafia non esiste". "Questa volta mi pare il premier Berlusconi abbia fatto un po' autogol - aggiunge - perché La Piovra è roba di tanti anni fa, mentre le fiction tv più recenti sulla mafia, da Il capo dei capi a quelle su Falcone e Borsellino le ha fatte suo figlio per Mediaset".
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Agorà 4 - Brembio e la politica nazionale


Alcuni commenti di nostri lettori lamentano l'assenza di una discussione sui temi politici nazionali oggi nel nostro paese, al contrario di un tempo - anni settanta o ottanta - quando il dibattito era acceso e l'esposizione di cartelloni in piazza, la distribuzione di ciclostilati delle diverse allora forze politiche erano frequenti, e si organizzavano anche pubbliche assemblee e cineforum su temi contingenti non strettamente locali, con una buona partecipazione della cittadinanza.
Ecco, dunque, il motivo di questo spazio dedicato alle questioni politiche nazionali. Contiamo in un ampio dibattito: stiamo attraversando un momento critico per la nostra democrazia e parlarne aiuta a vivere consapevolmente la quotidianità.
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Kunduz come Marzabotto

Afghanistan.
La strage tedesca e il silenzio italiano.

Rassegna stampa - il manifesto, Tommaso Di Francesco, 28 novembre 2009.

Accade qualcosa di inedito sotto i nostri occhi. Parliamo della crisi politica in Germania provocata dalla «scoperta» delle responsabilità non solo militari ma di governo per la strage di 142 civili afghani a Kunduz del settembre scorso, fatta passare come target nel quale sarebbero morti solo talebani.
Angela Merkel ha invocato un'inchiesta sull'ex ministro della difesa Jung - ora ministro del lavoro - che mise a tacere le informative che parlavano già di molti civili tra le vittime. E Franz Josef Jung, alla fine, si è dimesso assumendosi «tutta la responsabilità politica» della sanguinosa vicenda.
Ma, chiede la sinistra Die Linke e si chiedono tutti: la cancelliera ex «ragazza della Ddr» dov'era quando tutto questo accadeva?
È una crisi politica che ci riguarda. Rimanda alle responsabilità nostre in una delle guerre in corso. A quelle degli eserciti alleati ma anche ai troppi silenzi della politica italiana. Con il Pd già pronto, in automatico, a rivotare sì all'aumento dei nostri soldati nella inutile e persa guerra afghana. Qui da noi - insegnano i tanti massacri in Iraq e prima ancora quelli della Somalia e poi dell'ex Jugoslavia - il concorso semmai è a tacere le responsabilità e a salvare comunque gli «italiani brava gente». Con il vanto della destra al governo che, sì, «in Afghanistan siamo in guerra». Di inedito, come non vederlo, c'è il fatto che della strage di Kunduz sono responsabili i militari tedeschi, certo a pari merito con i piloti non solo americani dei cacciabombardieri della Nato. Per questi nessun Obama si sente in dovere di chiedere dimissioni di generali statunitensi e tantomeno di ministri. Almeno la Germania s'interroga.
Certo ai civili afghani, donne, bambini, vecchi fatti a pezzi dalle bombe salvifiche dell'Alleanza atlantica, importa poco sapere se la loro morte ha origini teutoniche o proviene dal melting pot Usa. Sta di fatto che questa strage viene già nominata come «la più grave dalla Seconda guerra mondiale tra quelle perpetrate dalle truppe tedesche». Per chi è convinto che il passato sia un presente attivo, c'è da riflettere.
Perché siamo al punto che la memoria, per la narrazione di un massacro contemporaneo del quale è responsabile la Bundeshwer, il nuovo esercito della Germania riunificata, è costretta a ripercorrere la litania dei misfatti contro i civili commessi dalla Wehrmacht (spesso più efferati di quelli apertamente nazisti) nei paesi occupati dall'esercito del Terzo Reich. Kunduz dunque va «allineata» insieme a Marzabotto. Semplicemente. Nemmeno senza tanta retorica.
Se ne accorgono nelle stanze inutilmente rinnovate dell'opposizione di centrosinistra, che la strage tedesca dentro una guerra bipartisan parla anche di loro?


I caccia Amx italiani alla Red Flag, l'esercitazione nel deserto americano per imparare a bombardare tra le case. Ultima prova per prepararsi all'Afghanistan.
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