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sabato 31 ottobre 2009

BlogNotte - Grillo e i giornalisti

Blog Notte
Grillo e i giornalisti

31 ottobre 2009

Questa notte di Halloween mi limito a riportare un post e un postino dal blog di Beppe Grillo pubblicati oggi e poco altro (cioè il video che segue e una foto d'un giovane allora velista).



Scuola Italiana di Giornalismo.

In Italia la Politkovskaja e le decine di giornalisti russi assassinati sarebbero ancora vivi. La Scuola Italiana di Giornalismo non prevede la morte di un portatore di verità se non in rari casi, come per Mauro de Mauro o Ilaria Alpi. Eccezioni che confermano la regola del giornalista servo. Servo per vocazione e, soprattutto, per stipendio. Nel 2009 sono stati uccisi nel mondo 33 giornalisti e 171 sono finiti in galera insieme a 91 blogger. Il giornalismo nostrano pagato dallo Stato con i contributi pubblici non corre questi rischi. È come se la Politkovskaja fosse stata retribuita da Putin per scrivere sulla Pravda. I dati dei finanziamenti all'editoria per il 2007 e pagati nel 2008 spiegano meglio di qualunque discorso il posizionamento al 49simo posto della libertà di informazione dell'Italia nel 2009 (35sima nel 2007) secondo Reporters Sans Frontières.
Alcuni dati: Libero (diventato una Onlus per i contributi) 7.794.367 euro, Il Riformista 2.530.638, Il Foglio 3.745.345, La Padania (serva di Roma Iddio la creò) 4.028.363, L'Unità 6.377.209, Europa (organo del rutellone) 3.599.203, Il Secolo d'Italia 2.959.948, Il Campanile (organo del mastellone) 1.150.919, Avvenire 6.174.758 (ma non gli basta l'otto per mille?), Il Denaro (il nostro?) 2.459.799. L'Avanti (i socialisti sono sempre presenti) 2.530.638. Non mancano neppure le elemosine folcloristiche elargite con le nostre tasse come: Il Granchio 88.444 euro, Motocross 506.660, Chitarre 273.126, Car Audio e FM 290.400, Italia Ornitologica 40.000 e il misterioso Adista 117.000 (*).
Mancano i soldi per la Scuola, per la Polizia, per le case antisismiche, per il sussidio di disoccupazione ai padri di famiglia disoccupati. Non mancano mai per i giornalisti di regime. Il Dipartimento per l'informazione e per l'editoria è presieduto da Paolo Bonaiuti del PDL. Senza la cortina fumogena dell'informazione a tassametro il regime Pdl-pdmenoelle non durerebbe un giorno, senza lo Stato la maggior parte dei giornali fallirebbe. Lo stipendio a Belpietro, Ferrara, Polito, Boriani lo decide lo psiconano e lo paghiamo noi. Gli editori sono i camerieri dei politici, i giornalisti scrivono il menu su ordinazione. I contributi pubblici all'editoria e gli sgravi fiscali di cui godono i grandi gruppi editoriali vanno aboliti. Se lettore compra, giornalista vive. Altrimenti faccia un altro mestiere.

(*) Il Fatto Quotidiano che ha dichiarato di non voler fruire di contributi pubblici rappresenta una controprova. Travaglio, Lillo, Gomez non avrebbero mai potuto diventare editorialisti o direttori del Corriere della Sera o della Repubblica. Hanno dovuto farsi un loro giornale per scrivere.



Il secondo pezzo riguarda uno dei fatti del giorno commentati dai giornali.

Meglio imbecille che D'Alema.

Massimo D'Alema sarà candidato dallo psiconano per la carica di ministro degli Esteri dell'Unione Europea. Lo scrittore della Mondadori si è premurato a dire: "Grato al governo per l'appoggio... Ma io con Berlusconi non ho fatto e non farò mai nessun inciucio... Una nomina italiana a ministro degli Esteri d'Europa è una questione di grande interesse nazionale, non un pastrocchio da piccolo interesse di bottega. Se qualche imbecille non lo capisce, peggio per lui". Ecco, io sono quell'imbecille. Facciamo un piccolo ripasso delle dichiarazioni dalemiane: "Con Berlusconi dobbiamo riscrivere le regole dello Stato democratico (3-6-96) - La Fininvest è una grande azienda e una grande risorsa per il Paese (29-3-96) - Berlusconi è un uomo che ha portato nella vita politica italiana una novità rilevantissima (22-4-96) - Io di Berlusconi mi fido: credo proprio che sia sincero quando dice di volere le riforme (23-1-96) - Forza Italia è un partito confinante con il Pds. Ma il nostro non è inciucio: è antagonismo collaborante (19-12-96)". Il governo D'Alema nel 1999 con la legge 488, articolo 27, comma 9, pagina 32 ha garantito allo psiconano la ricchezza a vita. Le concessioni per le frequenze televisive nazionali cedute (regalate?) per l'uno per cento del fatturato. Meglio imbecille che D'Alema.


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La scuola e il risparmio

Oggi si celebra la «Giornata mondiale del risparmio».
Rassegna stampa - Avvenire, 31 ottobre 2009.

Giovedì scorso a Roma è stata festeggiata ufficialmente l’edizione numero ottantacinque. A fare gli onori di casa è sempre l’Acri, l’Associazione che rappresenta le Casse di Risparmio, un tipo di banche nate nell’800 nell’Europa Centrale, e le Fondazioni di Origine Bancaria. L’Acri organizza questa manifestazione ripresa in molti Paesi del mondo dal 1924. Nell’ottobre di quell’anno, a Milano, si tenne il primo Congresso Internazionale del Risparmio. Le Casse di Risparmio di 26 Paesi decisero in quell’occasione di mettersi a tavolino e studiare il modo per aiutare le persone e gli Stati a risparmiare il proprio denaro. Con il termine «risparmio», in economia, vengono indicati i soldi che si riescono a mettere da parte per far fronte alle spese future. In generale lo scopo del risparmio è quello di poter disporre in un secondo momento di una riserva per far fronte a spese impreviste o per garantirsi un reddito futuro oltre a quello offerto dalla pensione.

La strategia del maialino.
La Giornata del risparmio ripropone la necessità di imparare a dare valore alle proprie risorse. Guardando al futuro.
Rassegna stampa - Avvenire, 31 ottobre 2009.

I ragazzi e l’economia s’incontrano tardi nella vita. Anche perché nelle nostre scuole dell’obbligo non ci sono programmi che avvicinino a questa materia.
Eppure, nella vita di ogni giorno, si devono fare i conti con le bollette da pagare, il mutuo per la casa, gli investimenti per assicurarsi un futuro sereno. Educazione economica significa anche imparare a dividere una parte delle proprie risorse con gli altri. Non solo pagando regolarmente le tasse, con cui lo Stato provvede ai servizi per tutti i cittadini. Si può destinare per esempio una quota dei propri risparmi alle donazioni e alla beneficenza. Moltiplicando in questo modo la solidarietà che ha sempre accompagnato le società degli uomini nel corso della storia.
Per riuscire a risparmiare bisogna in ogni caso saper gestire le proprie entrate. Ma la ricerca «I giovani e il denaro», realizzata qualche tempo fa dalle banche italiane, conferma che più della metà dei giovani non parla di denaro ed economia all’interno della propria famiglia. Anche perché in pochi hanno dimestichezza con l’argomento. La mancanza di dialogo e di educazione finanziaria a scuola e in famiglia determina così nei giovani la tendenza a non pianificare e progettare il proprio percorso economico, tanto che i ragazzi fra gli 11 e i 25 anni mostrano, rispetto ai loro genitori, un atteggiamento un po’ confuso nell’utilizzo del denaro: uno su cinque non cerca mai di risparmiare e spende il denaro di cui dispone. La metà dichiara addirittura di rimanere molto spesso «in bolletta», senza soldi a disposizione. Giovani e adulti sono però consapevoli della necessità di superare questo scoglio. E indicano nella scuola il luogo più adatto per l’educazione ai temi economici e al risparmio.
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A Secugnago ogni ora il «RegioExpress»

Gli inserimenti riguardano la fascia tra le 9 del mattino e le 16.30 ed entreranno in servizio a partire dal 13 dicembre. Metrò leggero, spuntano i primi orari. Inserite trentadue corse, per la metropoli un treno ogni mezz’ora.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Alberto Belloni, 31 ottobre 2009.

Trentadue nuove corse tra Lodi e Milano, con un piano orari per ora delineato solo per il... ritorno dalla metropoli verso le rive all’Adda. Sono queste le prime novità contenute nella bozza definitiva sul nuovo servizio di “metrò leggero” tra il capoluogo regionale e quello lodigiano, al debutto dal 13 dicembre prossimo nella cosiddetta “fascia morbida” compresa tra le 9 del mattino e le 16.30, con fermate anche a Tavazzano, San Zenone, Melegnano, San Giuliano, Borgolombardo e San Donato Milanese. In attesa dell’ufficializzazione da parte dell’assessore regionale Cattaneo, le caratteristiche della linea leggera S1 Lodi-Milano-Saronno sono state trasmesse ieri alla provincia direttamente dal Pirellone, che nelle trenta pagine di documento preliminare ha anche indicato i cambi di orario per i passeggeri in viaggio dalla “Madonnina” verso la città del Barbarossa. A tale proposito, regola del “treno ogni mezz’ora” alla mano (per i giorni feriali, mentre il sabato e la domenica i convogli saranno uno all’ora) le indicazioni fornite sono eloquenti: se a oggi da Milano Rogoredo tra le 8.23 e le 17.37 (orari confermati) sono in servizio solamente sette treni che fanno tutte le fermate, dal 13 dicembre i viaggiatori ne avranno a disposizione ben diciotto. Per semplificare l’utenza, il vademecum “ufficioso” dal lunedì al venerdì prevede che i due passaggi orari si ripetano fedelmente ogni sessanta minuti; così, al convoglio in partenza da Rogoredo alle 9.05 (la prima novità) seguiranno quelli delle 9.35, delle 10.05, delle 10.35, delle 11.05 e via discorrendo di mezz’ora in mezz’ora, fino alle 16.35, ultimo treno nuovo del rivoluzionato servizio di metrò leggero. La durata del viaggio? Sempre trentadue minuti, 4’ per ogni fermata, fatta eccezione per il tragitto Tavazzano-Lodi che continuerà a durare 7’. Il punto di riferimento per i viaggiatori provenienti da Lodi resterà la stazione di Milano Rogoredo, dove coloro che intenderanno raggiungere le stazioni di Lambrate, Greco Pirelli e Centrale dovranno scendere e cambiare treno, mentre Porta Garibaldi sarà la stazione di cambio per Bergamo, Chiasso e Lecco e Bovisa il crocevia per chi vorrà raggiungere Malpensa o la direzione Seveso-Paderno Dugnano; analogo capolinea-stazione di cambio, in senso opposto, sarà la stazione di Lodi. Gli orari per i viaggi verso Milano (sempre uno ogni mezz’ora nei feriali) non sono ancora stati comunicati, ma dovrebbero differire di una manciata di minuti da quelli in arrivo dalla metropoli: il tempo necessario, in sostanza, per consentire al “metrò leggero” di invertire la marcia e tornare verso il capoluogo lombardo.
Oltre alla S1, sull’asse Piacenza-Lodi-Milano viaggerà ogni ora anche il cosiddetto treno veloce “RegioExpress”, che dall’Emilia fermerà a Santo Stefano, Codogno, Casale e Secugnago ma che da Lodi in poi filerà senza soste fino a Rogoredo, guadagnando circa un quarto d’ora. Attraverso le tante fermate milanesi (Porta Vittoria, Dateo, Porta Venezia, Repubblica, Porta Garibaldi, Lancetti, Bovisa e Quarto Oggiaro), la S1 si integrerà anche con il sistema di passanti ferroviari e metropolitana tradizionale; e a quel punto, se tutto sarà andato bene, non resterà che attendere il giugno 2010, quando il servizio sarà esteso anche ai pendolari delle fasce di punta mattutine e serali.
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Le polveri sottili all'assalto nel Lodigiano

Pm10 alle stelle in tutta la provincia, il record spetta a Codogno: la centralina registra 115 microgrammi al metrocubo. Le polveri tornano ad assediare la città. Superata per tutta la settimana la soglia di attenzione dello smog.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Greta Boni, 31 ottobre 2009.

Le polveri sottili prendono d’assalto la città del Barbarossa. Ma non fanno sconti nemmeno alla campagna e al resto della provincia, dove i valori oltre a schizzare alle stelle hanno raggiunto un vero e proprio record. Niente di nuovo sotto il sole per i lodigiani: macchine in moto, caldaie in funzione e pioggia che latita costituiscono una sorta di cocktail micidiale. A Lodi, per tutta la settimana, il livello di Pm10 ha superato di gran lunga la soglia di attenzione, volando a quota 108 microgrammi per metro cubo nella giornata di giovedì, quando in teoria dovrebbe fermarsi a 50. La centralina situata in viale Vignati è in grado di monitorare, oltre all’inquinamento di fondo, quello prodotto da auto e bus. Secondo il bollettino dell’Arpa, le polveri sottili sono passate da 64 (lunedì) a 77 (martedì), per poi arrivare a 91 (mercoledì). C’è poi una seconda centralina, posizionata in via Vittime della Violenza, all’interno di un’area verde e lontana dal traffico intenso: anche in questo caso il Pm10 si è rivelato fuorilegge, schizzando da 54, valore registrato il lunedì, a 70, livello raggiunto il giovedì.
Nel mese di ottobre lo smog ha superato i limiti per otto volte. Come è noto, il periodo peggiore è proprio quello della stagione autunnale e invernale, mentre nel periodo estivo le polveri sottili spariscono. In base alle ultime informazioni diffuse da palazzo Broletto, nel corso degli ultimi tre anni il Pm10 ha allentato la morsa, diminuendo del 48 per cento. I giorni di “sforamento” del limite consentito per legge, infatti, sono passati dai 177 del 2005 ai 161 del 2006, per poi fermarsi a quota 134 nel 2007 e a quota 92 nel 2008. Per quanto riguarda il 2009, invece, a breve si potrà stilare un bilancio finale, anche se per il momento i numeri non fanno ben sperare: alla data del 1 ottobre, Lodi aveva superato la linea rossa 54 volte. Il record, però, non spetta al capoluogo. Questa settimana, infatti, tutte le centraline hanno registrato dati decisamente al di sopra la soglia di attenzione. La maglia nera spetta a Codogno, con 115 microgrammi per metro cubo, seguita da Lodi (viale Vignati) con 108, Montanaso con 106, Tavazzano con 95, Bertonico con 80, Turano con 72, Lodi Albarola con 70 e infine San Rocco al Porto con 53.
Ormai da qualche anno si cerca di mettere in campo provvedimenti che possano migliorare la qualità dell’aria in tutta la regione. L’ultimo in ordine di tempo riguarda lo stop ai diesel Euro 2 inquinanti, che da due settimane non possano più circolare. I veicoli devono essere sostituiti con un mezzo più recente o devono essere dotati di filtro antiparticolato. La decisione è stata presa da Regione Lombardia, che ha introdotto una serie di incentivi, attraverso un bando di 10 milioni di euro.
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La Casale del Grande Fratello

Casale. La giunta Parmesani porta a compimento il progetto che era stato avviato dalla precedente amministrazione comunale. Si accendono gli occhi del Grande fratello. Da oggi attive sedici telecamere nei punti più a rischio sicurezza.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Andrea Bagatta, 31 ottobre 2009.

Il “Grande fratello” veglia su Casale e la rende più sicura: sono 16 le telecamere in funzione per il nuovo servizio di videosorveglianza che entra in funzione a partire da oggi. Le telecamere sono installate agli ingressi della città e in centro: due in piazza del Popolo per coprire tutta l’area, una all’ingresso del municipio, due in piazza della Repubblica a coprire il centro e il Brembiolo, una al parcheggio basso del cimitero, una in piazza dei Cappuccini, due alla rotatoria del Conad per coprire ingresso e uscita sulla via Emilia, due all’incrocio sulla Mantovana con via Curiel e Mazza verso il centro sportivo, due ancora agli ingressi della strada per Borasca, una lato Casale e una lato Zorlesco, e infine una in via IV novembre a Zorlesco e altre due nella piazza della frazione.
Tutte le telecamere sono collegate in un sistema di trasmissione dati senza fili che sfrutta l’antenna posizionata sull’ospedale e la centrale di comando installata nell’edificio della polizia locale. La fornitura e l’installazione è stata curata dall’azienda F.G.S. che ha vinto la gara a cui hanno partecipato 12 aziende specializzate. L’intera operazione, che era stata avviata dalla precedente amministrazione, ha un costo di poco meno di 100 mila euro, coperti per metà dal comune e per metà da un contributo regionale. In fase di gara, l’offerta tecnica dell’azienda vincitrice dell’appalto ha consentito di aumentare considerevolmente il numero di videocamere previste inizialmente, che erano solo tre o quattro. Invece, ne sono state impiantate 13. Altre tre erano già installate e sono state inserite in rete con le nuove. Nel bando poi è stato compresa anche la fornitura di un armadio blindato e di un dissuasore elettronico di velocità, oltre alla realizzazione della rete di trasmissione digitale.
Il regolamento d’uso delle riprese da videocamere è stato modificato per dare una maggiore possibilità di controllo alle forze dell’ordine, e le immagini saranno così mantenute in archivio per cinque giorni prima di essere distrutte per motivi legati alla privacy. «Con questo sistema contiamo di dare un grosso impulso alla prevenzione e alla repressione della microcriminalità e di tutti quei comportamenti scorretti, tanto al volante quanto come atti di vandalismo o bullismo - afferma il sindaco Flavio Parmesani -. È uno dei tasselli importanti per la politica di sicurezza che vogliamo per Casale».
L’amministrazione ha già partecipato a un nuovo bando per un ulteriore finanziamento regionale di 50 mila euro, e prevede entro l’anno prossimo di implementare nel sistema esistente un’altra dozzina di videocamere.
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Una refurtiva molto speciale

Villanova. Gli animali non sono velenosi e stanno bene, erano stati rubati tre settimane fa in un negozio nel Pavese. Nei campi spunta un boa di due metri. La Forestale prosegue i controlli, trovati altri quattro serpenti.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Davide Cagnola, 31 ottobre 2009.

Villanova - Recuperati altri quattro serpenti nelle campagne di Bargano. Ieri sono proseguiti i controlli del corpo forestale dello stato e altri rettili che il giorno precedente si erano nascosti fra i rovi e sotto terra sono usciti allo scoperto. Un boa constrictor, in particolare, era lungo quasi due metri e aveva un diametro almeno quattro superiore a quelli ritrovati il primo giorno. Gli altri invece erano piccole vipere e serpenti (Elaphe guttata ghost e Lampropeltis i nomi scientifici) di circa venti o trenta centimetri.
Nel frattempo è stata scoperta anche la provenienza di quegli animali. Era quello che rimaneva infatti di un maxi furto di iguana e serpenti avvenuto alcune settimane prima, fra il 12 e il 13 ottobre, in un negozio specializzato di Monteleone, nel Pavese. I ladri avevano rubato complessivamente 106 animali per un valore di almeno 10mila euro, poi hanno abbandonato in campagna tutti quelli “mordaci” e quindi considerati più pericolosi e difficili da piazzare clandestinamente. Ieri il titolare del negozio è stato contattato dalla Forestale e, una volta arrivato a Lodi, ha riconosciuto i serpenti ritrovati come quelli rubati al suo negozio. Ora stanno bene e si trovano “al caldo” al circo Martini allestito alle porte di Lodi (visto che il loro domatore aveva dato un grosso aiuto nel recuperare i rettili) e in parte al Cras (centro recupero animali selvatici) del Wwf a Castelleone; poi verranno riconsegnati al proprietario.
Intanto proseguono le ricerche nella campagne di Bargano per scovare altri animali che potrebbero essere sopravvissuti alle temperature rigide di questi giorni. Quelli più piccoli, in particolare, si adattano molto facilmente e si infilano nei buchi della terra o sotto le sterpaglie, cercando così un po’ di caldo. Ieri mattina, quando è uscito il sole, sono usciti allo scoperto e sono stati visti. È stato l’ispettore capo della Forestale, Mario Costa (poi raggiunto dal collega Cesare Mulazzi e dall’appuntato scelto dei carabinieri di Sant’Angelo Massimo Missoni), ad effettuare un controllo in tarda mattinata e a vedere nel fosso il grosso boa di quasi due metri. Così ha contattato nuovamente il domatore del circo Martini per il recupero e lui ha scovato altri tre rettili. Ma evidentemente la loro presenza ha spaventato gli animali e li ha spinti a restare nascosti. I controlli proseguiranno comunque anche nei prossimi giorni, il sospetto infatti è che in quelle campagne si nascondano ancora altri serpenti.
Nessuno di questi comunque è velenoso. Inizialmente si era temuto che in circolazione ci fosse una vipera delle sabbie, visto che su una delle scatole ritrovata c’era l’etichetta con quel nome stampato. Ma il titolare del negozio derubato ha negato che fra i suoi animali ci fosse anche quella pericolosa vipera, così l’allarme è rientrato.
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B come Brembio, B come biogas

Un nuovo impianto si aggiungerà a quello già in fase di realizzazione grazie alla convenzione fra Provincia e Sorgenia. Brembio diventa la capitale del biogas. Entro il 2011 saranno due le centrali funzionanti con reflui suini.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Andrea Bagatta, 31 ottobre 2009.

Brembio - Brembio capitale del biogas: entro il 2011 saranno ben due gli impianti funzionanti con reflui suini e biomasse dislocati sul territorio comunale. La convenzione tra Sorgenia, Provincia di Lodi e comuni adiacenti alla prossima centrale di Bertonico-Turano porta infatti in dote a Brembio una nuova centrale a biogas, un impianto da un megawatt che sarà realizzato e gestito dalla società energetica. Questa nuova centrale si assomma a quella già in corso di realizzazione, sempre da un megawatt, al confine con Ossago e Livraga, promossa da agricoltori locali. «I colloqui sono in fase avanzata, abbiamo già visto alcuni progetti e ora dovremo andare a definire l’area dove sarà ubicata la nuova centrale e le adesioni degli allevatori ai consorzi di conferimento che dovremo creare», spiega il presidente di Coldiretti Carlo Franciosi, che si è seduto al tavolo con Sorgenia per capire il funzionamento dell’impianto e coordinare il conferimento da parte del mondo agricolo.
La previsione indica nei primi mesi dell’anno prossimo la definizione finale di questi passaggi e quindi una successiva realizzazione della centrale entro il 2011. «Il principio da cui ci si è mossi è che Sorgenia deve mitigare l’inquinamento ambientale - dice Franciosi -. La costruzione della centrale viene in soccorso proprio dell’inquinamento del suolo, così come viene imposto dalla Unione europea. Conferire i reflui suini alla centrale, infatti, permette di abbattere la quantità dell’azoto nel terreno. Brembio è già un territorio al limite, e se non si trovassero queste formule di abbattimento gli allevatori sarebbero costretti a ridimensionare le proprie stalle».
Sorgenia ha stanziato 10 milioni di euro per realizzare due impianti a biogas, uno a Brembio e uno a Turano. Ma a Brembio, c’è già anche un’altra centrale che dovrebbe vedere la luce nei primi mesi del 2010 per opera di Brembio Energie, l’apposita società partecipata da alcuni agricoltori del posto e dall’azienda specializzata Bioelettra e che ha avuto grande impulso anche dall’amministrazione comunale. Questi due impianti fanno di Brembio la piccola capitale del biogas. «Sono molto contento di questi impianti, perché aiutiamo l’ambiente e creiamo posti di lavoro, circa 30 nei prossimi mesi, forse 50 a regime - commenta il sindaco Giuseppe Sozzi -. L’amministrazione sosterrà queste imprese per quanto potrà, e vi guarda con interesse anche per ulteriori progetti futuri, come il teleriscaldamento o il conferimento della frazione umida dei rifiuti solidi urbani».
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Rutelli lascia e la Camera chiude




Francesco Rutelli rompe gli indugi e annuncia il suo immediato addio al Partito democratico. Ad attenderlo Pier Ferdinando Casini, che pronostica: "Con lui, possiamo raggiungere 5 milioni di voti". E i due leader politici oggi partecipano ad un convegno della Fondazione Liberal-Popolare. "Dobbiamo creare le condizioni perché l'Italia in termini di prospettiva politica esca dalla guerra di 15 anni che si sta trascinando senza vincitori e con un solo grande sconfitto: il nostro Paese", ha detto Rutelli nel suo intervento. (Sky Tg24)



Inutile cercare, per dieci giorni non ci sarà nessuno. L'Aula della Camera ha chiuso ieri e i deputati sono convocati per lunedì 9 novembre, nel primo pomeriggio. Uno stop prolungato, cha a voler spulciare bene il regolamento non è poi così eccezionale. Se non fosse stato lo stesso presidente Fini a parlare chiaro, spiegando la scelta del lungo sabbatico: "Se non è possibile calendarizzare progetti di legge di iniziativa parlamentare, ha detto Fini ieri, è anche perché non possono essere licenziati dalle commissioni per mancanza di copertura finanziaria. Il presidente della Camera si rivolgeva al ministro per i rapporti con il parlamento Vito, ma le orecchie saranno sicuramente fischiate a Giulio Tremonti. È il suo ministero infatti a bloccare ogni legge che prevede nuove spese. E Fini oggi torna a rivendicare il ruolo del parlamento a partire dalla definizione della politica economica, finanziaria in testa. L'opposizione protesta apertamente per i dieci giorni di stop ai lavori d'aula e chiede al governo di affrontare il problema. Ma a SKY TG24 il sottosegretario Bonaiuti minimizza: durante la sessione di bilancio è normale un rallentamento. Alla ripresa dei lavori. (Sky Tg24)


Il processo a carico del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per la corruzione in atti giudiziari dell'avvocato David Mills riprenderà il 27 novembre a Milano. Lo si apprende da fonti giudiziarie. Lo stesso premier, a Bruno Vespa per il suo libro 'Donne di cuori' in uscita da Rai Eri - Mondadori venerdì 6 novembre, ha ribadito che in caso di eventuale condanna nei processi ancora in corso a suo carico non si dimetterà da presidente del Consiglio ma si dice "certo" che la sentenza Mills sarà annullata dalla Corte di Cassazione. Secondo l'ipotesi accusatoria, Mills avrebbe ricevuto 600 mila dollari per fornire una falsa testimonianza in due processi (All Iberian e tangenti alla Guardia di Finanza - ndr) che vedevano imputato l'attuale premier Silvio Berlusconi. Il legale britannico è stato condannato in primo grado a quattro anni e sei mesi per corruzione in atti giudiziari. Con la bocciatura del Lodo Alfano da parte della Corte Costituzionale, il processo potrà quindi riprendere da dove era stato interrotto a ottobre dello scorso anno (Asca).
Il superamento dell'Irap costerebbe l'8,4% delle entrate tributarie dello Stato: il gettito di tale imposta copre il 33,7% della spesa per la sanità nelle regioni. A lanciare l'allarme sulla tenuta dei conti pubblici, nell'ipotesi di abolizione dell'Irap, è la Uil, che ha "spulciato" i conti dei bilanci di previsione delle regioni per il 2009 e la bozza di bilancio dello stato per il 2010. Il gettito dell'Irap quest'anno sarà 36,8 miliardi di euro, spiega Guglielmo Loy segretario confederale della Uil, a fronte di 440 miliardi di euro di entrate tributarie previste dalla manovra di bilancio dello stato per il 2010, in discussione in questi giorni al senato. L'Irap - ricorda lo studio - è un tributo proprio regionale che, fino a quest'anno, è incassato dallo stato e poi trasferito alle regioni per finanziare la spesa sanitaria regionale. Il 33,7% della spesa della sanità nelle regioni, che per l'anno 2009 ammonta, secondo le previsioni ad oltre 109,3 miliardi di euro, è finanziata dal gettito dell'Irap. I restanti 72,5 miliardi di euro di spesa per la sanità sono, quindi, a carico della fiscalità generale sia nazionale, che regionale. Non sono, quindi, voci fuori dal coro, quelle di chi sostiene che l'eventuale abolizione dell'imposta metterebbe a rischio la tenuta del sistema sanitario pubblico, spiega la Uil. L'Irap, dati alla mano, rappresenta una voce importante per le casse delle regioni in quanto, da sola, rappresenta il 17% del totale delle entrate delle stesse (216 miliardi di euro) e il 72,3% del gettito derivante dai tributi propri delle regioni (50,9 miliardi di euro). Nel nord il tasso di copertura della spesa per la sanità (51,1 miliardi di euro), è garantito dal gettito dell'Irap per il 40%; al centro (23 miliardi di euro) per il 37,2%; mentre è molto basso nel mezzogiorno dove il gettito dell'Irap copre appena il 22,2% della spesa sanitaria (35,2 miliardi di euro). In Lombardia l'incidenza del gettito Irap sul totale della spesa della sanità è il 48,4%; mentre in Toscana è il 41,5%; in Veneto il 41,2%; nel Lazio il 37,8%; in Val d'Aosta il 37,2%. (Asca)
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Brembio come Hollywood



L'Halloween brembiese non avrà nulla da invidiare all'evento di Hollywood.



Come annunciato il "Gruppo Arcobaleno" in collaborazione con il Comune di Brembio organizza questa sera per grandi e piccini, ovviamente tutti in maschera, "Halloween" quello nostrano in piazza Matteotti con inizio alle ore 20.30.



Al termine del consueto giro del paese presso il Magazzino comunale di Piazza Europa "baby dance" per tutti, grandi e piccini.
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Halloween, la fine dell'estate

Halloween nella storia e nei cartoons.



Halloween o Hallowe'en (fatta corrispondere alla vigilia della festa cattolica di Ognissanti) è il nome di una festa popolare di origine pre-cristiana, ora tipicamente statunitense e canadese, che si celebra la sera del 31 ottobre. Tuttavia, le sue origini antichissime affondano nel più remoto passato delle tradizioni europee: viene fatta risalire a quando le popolazioni tribali usavano dividere l'anno in due parti in base alla transumanza del bestiame. Nel periodo fra ottobre e novembre, preparandosi la terra all'inverno, era necessario ricoverare il bestiame in luogo chiuso per garantirgli la sopravvivenza alla stagione fredda: è questo il periodo di Halloween.



In Europa la ricorrenza si diffuse con i Celti. Questo popolo festeggiava la fine dell'estate con Samhain, il loro Capodanno. In irlandese antico Samain significa infatti "fine dell'estate" (Sam, estate, e fuin, fine). A sera tutti i focolari domestici venivano spenti, e riaccesi dai druidi che passavano di casa in casa con torce avvivate presso il falò sacro situato a Tlachtga, vicino alla reale Collina di Tara.
Nella dimensione circolare-ciclica del tempo, caratteristica della cultura celtica, Samhain si trovava in un punto fuori dalla dimensione temporale che non apparteneva né all'anno vecchio e neppure al nuovo; in quel momento il velo che divideva dalla terra dei morti si assottigliava ed i vivi potevano accedervi.
I Celti non temevano i propri morti e lasciavano per loro del cibo sulla tavola in segno di accoglienza per quanti facessero visita ai vivi. Da qui l'usanza del trick-or-treat (in italiano "dolcetto o scherzetto?"). Oltre a non temere gli spiriti dei defunti, i Celti non credevano nei demoni quanto piuttosto nelle fate e negli elfi, entrambe creature considerate però pericolose: le prime per un supposto risentimento verso gli esseri umani; i secondi per le estreme differenze che intercorrevano appunto rispetto all'uomo. Secondo la leggenda, nella notte di Samhain questi esseri erano soliti fare scherzi anche pericolosi agli uomini e questo ha portato alla nascita e al perpetuarsi di molte altre storie terrificanti.
Si ricollega forse a questo la tradizione odierna e più recente per cui i bambini, travestiti da streghe, zombie, fantasmi e vampiri, bussano alla porta urlando con tono minaccioso: "Dolcetto o scherzetto?". Per allontanare la sfortuna, inoltre, è necessario bussare a 13 porte diverse. Il nome "Halloween" deriva da "All Hallows Eve", che vuole dire appunto "Vigilia di Tutti i Santi", perciò "Vigilia della festa di Tutti i Santi", festa che ricorre, appunto, il 1° novembre.
Il Cristianesimo tentò di eliminare le antiche festività pagane dando loro una connotazione diversa (integrandole o demonizzandole). Papa Bonifacio IV istituì la festa di Tutti i Santi (Ognissanti); in tale festività, istituita il 13 maggio 610 e celebrata ogni anno in quello stesso giorno, venivano onorati i cristiani uccisi in nome della fede. Per oltre due secoli le due festività procedettero affiancate, sino a che papa Gregorio III (731-741) ne fece coincidere le date.
Secondo altre fonti, fu invece Sant'Odilone di Cluny che nel 1048 decise di spostare la celebrazione cattolica all'inizio di novembre al fine di spodestare il culto di Samhain, ancora molto popolare. Quell'anno l'Ognissanti fu spostata dal 13 maggio al 1 novembre per dare ai cristiani l'opportunità di ricordare tutti i santi e, il giorno dopo, tutti i cristiani defunti (Commemorazione dei Defunti).
Per questo nei paesi di lingua inglese la festa divenne Hallowmas, che significa "messa in onore dei santi"; la vigilia divenne All Hallows Eve, il cui nome progressivamente si contrasse in Halloween. Dal 1630 al 1640 si ebbe una recrudescenza di proibizionismo, quando la Chiesa Cattolica fece in modo di far sopprimere ogni tradizione di tipo pagano rimasta legata a Ognissanti e alla sua vigilia.



È usanza ad Halloween intagliare zucche con volti minacciosi e porvi una candela accesa all'interno. Questa usanza nasce dall'idea che i defunti vaghino per la terra con dei fuochi in mano e cerchino di portare via con sé i vivi (in realtà questi fuochi sono i fuochi fatui, causati dalla materia in decomposizione sulle sponde delle paludi); è bene quindi che i vivi si muniscano di una faccia orripilante con un lume dentro per ingannare i morti. Queste credenze sono probabilmente reminescenze dell'antico culto druidico legato al fuoco sacro.



Questa usanza fa riferimento anche alle streghe, che venivano bruciate sui roghi o impiccate; infatti, si pensava che queste vagassero nell'oscurità della notte per rivendicare la loro morte (abbigliate in maniera più o meno orrenda) ed approfittassero del maggior potere loro conferito durante la notte di Halloween. L'usanza è tipicamente statunitense, ma probabilmente deriva da tradizioni importate da immigrati europei: l'uso di zucche o, più spesso in Europa, di fantocci rappresentanti streghe e di rape vuote illuminate, è documentato anche in alcune località del Piemonte, della Liguria, della Campania, del Friuli (dove si chiamano Crepis o Musons), dell'Emilia-Romagna, dell'alto Lazio e della Toscana, dove la zucca svuotata era nota nella cultura contadina con il nome di zozzo.
Anche in varie località della Sardegna la notte della Commemorazione dei Defunti si svolgono riti che hanno strette similitudini con la tipica festa di Halloween d'oltreoceano, in molti paesi si svolge il rito de "Is Animeddas" (Le Streghe), de "Su bene 'e is animas", o de “su mortu mortu”, dove i bambini travestiti bussano alle porte chiedendo doni. Questo rito in Molise viene chiamato "l'anim' de le murt".
Vi è anche una leggenda britannica che narra di un ragazzo, "Jack", che compiva atti malvagi sulla terra e più di una volta aveva fatto gli scherzi al Diavolo, così, quando morì, diventò un fantasma che vaga con una lanterna ricavata da una zucca illuminata (Jack o'lantern, "Jack della Lanterna"). [Fonte: Wikipedia]



E dopo un Mickey Mouse del 1929, ecco Betty Boop del 1933 con la sua festa di Halloween.



Non manca Popeye il marinaio, del 1954, con il suo eterno rivale Bluto e la filiforme Olive Oyl.



E chiudiamo con Qui, Quo e Qua alla caccia di dolcetti.


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La legge del contrappasso

Un’onda neopagana sulle ricorrenze cristiane che scandiscono l'anno. Halloween e i suoi fratelli ma il tempo dell’uomo non è moda.
Rassegna stampa - Avvenire, Mimmo Muolo, 30 ottobre 2009.

Da qualche anno assistiamo anche per la solennità di Tutti i Santi a un fenomeno che, sia pure con modalità e tempi diversi, si è già manifestato per le altre fondamentali feste cristiane. Una sorta di 'scippo' o, se si preferisce, una specie di ritorsione storico­culturale, rispetto al dinamismo liberante con cui le prime comunità dell’era apostolica e subapostolica avevano sovrapposto a festività pagane la celebrazione di eventi legati all’annuncio della Buona Novella (esemplare il caso del Natale, fissato al 25 dicembre in coincidenza anche simbolica con il solstizio d’inverno).
Duemila anni dopo accade invece che – talvolta sotto la spinta di esigenze commerciali – festeggiamenti ispirati a una mentalità vagamente neopagana rischiano di avere il sopravvento rispetto alle corrispondenti feste cristiane. Per fortuna, almeno finora, il fenomeno è limitato ai suoi riflessi mediatici e comunicativi. Ma si sa che certi media (e le corrispondenti élite economiche e culturali) tendono sempre più a costruire e modificare la realtà, piuttosto che a rappresentarla. E dunque, pur senza usare toni apocalittici, è bene prendere in seria considerazione ciò che sta accadendo.
Che cosa sta avvenendo, dunque?
Limitiamoci all’osservazione di quattro delle più importanti feste cristiane. Natale è talvolta – specie nel nostro mondo occidentale – una festa senza festeggiato. O meglio con un surrogato di festeggiato (Babbo Natale, di cui è evidente la matrice consumistica), messo al posto dell’originale, cioè Gesù Bambino. Pasqua rischia di diventare la festa della primavera, l’Assunta di essere assorbita nel solleone del Ferragosto e tutti i Santi, appunto, di passare in secondo piano rispetto alla carnevalata di Halloween.
Carnevalata, certo, con la sua grottesca rappresentazione dell’orrido e di un aldilà popolato da creature dannate e infelici.
Tuttavia, pur non sopravvalutando ciò che in effetti questo evento è (una moda le cui implicazioni commerciali sono quanto mai scoperte, dato l’indotto di gadget, maschere e travestimenti che si porta appresso), non è bene neanche farlo passare completamente sotto silenzio, dato l’impatto che una simile rappresentazione può avere soprattutto sulle giovani generazioni.
All’inizio del 'decennio dell’educazione' – la sfida che la Chiesa italiana propone a se stessa e all’intera società – è legittimo impegnarsi come e più che in passato per riaffermare la verità storica (oltre che i contenuti di fede) di tutte le feste cristiane a rischio di 'scippo'. Così come è legittimo, nel caso di Halloween, l’interrogativo sul segnale che questa moda soprattutto giovanile ci trasmette. Paura del futuro?
Sfida estrema a questa stessa paura, dato che per la mentalità dominante anche il semplice averla, la paura, sentimento umanissimo e naturale, è considerato un segnale di debolezza? Oppure incapacità di avere speranza, perdita del senso della vita e quindi anche della morte?
Come si vede, domande impegnative che rimandano a una fede pensata e a una vicinanza agli uomini e alle donne del nostro tempo, in qualunque situazione si trovino. Per limitarci al dualismo Halloween­Tutti i Santi, basti ricordare che proprio nella rappresentazione dell’aldilà esse sono agli antipodi. Con tutto il rispetto di chi la pensa diversamente, noi vorremmo tenerci stretta, e proporla senza costrizioni, la visione trascendente cristiana. Per cui, grazie al sacrificio salvifico di Cristo liberamente accolto nella nostra vita terrena, siamo attesi da un destino di beatitudine eterna. Per le carnevalate ci sono altri spazi. A Carnevale, appunto. Perché semel in anno licet insanire, come dicevano gli antichi Romani. Semel,
cioè una volta all’anno. Due o più rischiano di diventare troppe. Il tempo dell’umano non può essere scandito dalle mode.


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Mi consenta




Berlusconi: "Se condannato non mi dimetto". Lo afferma il presidente del Consiglio in una dichiarazione contenuta nell'ultimo libro di Bruno Vespa Donne di cuori, in riferimento ad alcuni processi in corso a suo carico. "Ho ancora fiducia nell'esistenza di magistrati seri che pronunciano sentenze serie, basate sui fatti. Se ci fosse una condanna in processi come questi, saremmo di fronte a un tale sovvertimento della verità che a maggior ragione sentirei il dovere di resistere al mio posto per difendere la democrazia e lo stato di diritto". Quanto alla condanna dell'avvocato Mills anche in appello, "è una sentenza - prosegue il premier - che certo sarà annullata dalla Corte di Cassazione". Vespa chiede a Berlusconi come spieghi la campagna internazionale che si è scatenata su di lui da maggio in poi. "È partita da Repubblica e l'Espresso - risponde il presidente del Consiglio - e su sollecitazioni di questo gruppo si è estesa ai giornali e ai giornalisti 'amici'. Per gettare fango su di me ha finito col gettare fango sul nostro Paese e sulla nostra democrazia" (Sky Tg24).



"Non è una questione tra me e Berlusconi, sarà una partita delicata e complessa". Così Massimo D'Alema ha commentato la sua candidatura a ministro degli Esteri dell'Ue. Secondo D'Alema è "normale" che un esponente di centrosinistra possa essere designato da un governo di centrodestra. "Non è una questione tra Berlusconi e D'Alema perché è una partita europea molto difficile, ci sono molti candidati anche molto autorevoli. Leggendo i giornali italiani sembra che si possa decidere qui. E invece no, ci sono 27 Paesi membri. Adesso vedremo, saranno giornate complicate", ha detto (Sky Tg24).

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A parlare di «informativa» su Boffo fu Il Giornale

Campagna diffamatoria contro Boffo.
Il Copasir: «Nessuno 007 coinvolto».
Arriva una nuova conferma: il linciaggio mediatico si basò su una lettera anonima spacciata per «informativa».

Rassegna stampa - Avvenire, 30 ottobre 2009.

Roma. Nessuno indagò su Dino Boffo, né compilò informative di alcun tipo. Si trattò, dunque, di un caso montato ad arte sulla base di una lettera anonima.
L’ennesima conferma è arrivata ieri dal Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), che ha comunicato di aver ricevuto la risposta scritta dei vertici dei servizi segreti sulla vicenda. Questi ultimi, interpellati lo scorso 17 settembre dall’organismo bicamerale presieduto da Francesco Rutelli sulla sussistenza di eventuali rapporti di collaborazione presente o passata con i servizi di sicurezza a qualsiasi titolo di persone che siano state messe dalla stampa in relazione alla vicenda Boffo, «hanno escluso, anche per il passato, qualsiasi forma di appartenenza o di collaborazione». Il Copasir, naturalmente, «ha preso atto della dettagliata ed esplicita dichiarazione» dei responsabili di Aisi e Aise. Fu «Il Giornale» di Vittorio Feltri, dopo aver pubblicato lo scritto anonimo affiancandolo alla notizia di una contravvenzione, a parlare di «informativa» sul conto di Boffo. Ma venne immediatamente smentito dal ministro dell’Interno Roberto Maroni e dal capo della Polizia Antonio Manganelli, nonché dai giudici del tribunale di Terni, che di quella contravvenzione si occupò cinque anni fa. Ora lo smentiscono anche i servizi di sicurezza.
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