Speciale – parte quarta.
Ancora Arrigo Boccalari su Il Cittadino di oggi ci racconta che i cattolici Antoniazzi e Aurelio Ferrari sono con l’ex ministro, i “vecchi” comunisti Piatti e Paganini abbracciano invece il segretario.
I Democratici tra Franceschini e Bersani.
Schieramenti trasversali in vista del congresso dell’11 ottobre.
Verso il congresso dell’11 ottobre, con il Partito democratico che si presenta in fila per quattro. Tante sono le mozioni che verranno presentate e altrettanti i leader che le sostengono, tutti con storie differenti alle spalle. Dario Franceschini, l’ex democristiano, Pierluigi Bersani, anima della sinistra e una passato nel Pci e poi Ignazio Marino, il chirurgo prestato alla politica, una candidatura considerata «dignitosa ma specialistica», l’outsider che oggi può solo puntare a rafforzare con i numeri la propria posizione. Infine ci sono Mario Adinolfi e Renato Nicolini, l’assessore dell’Estate romana, la cui candidatura non è ancora ufficiale. La partita si giocherà però tra Franceschini e Bersani, con il secondo che appare in vantaggio, ed è curioso notare si sia verificata una sorta di trasversalità di schieramenti, con il cattolico che raccoglie consensi anche dagli ex Ds e, viceversa Bersani che gode di appoggi di quelli che furono paladini della Margherita: Rosy Bindi, Enrico Letta e Piero Fassino insegnano e il Lodigiano non fa differenze. E così in casa Bersani sono approdate figure che provengono dalla vecchia nomenclatura Ds: Alessandro Manfredi, responsabile organizzativo del Partito democratico, Lino Osvaldo Felissari, ex parlamentare, già sindaco di Lodi Vecchio e presidente della provincia fino allo scorso giugno, il consigliere regionale Gianfranco Concordati, l’assessore comunale Simone Uggetti, il segretario cittadino a Lodi Domenico Visigalli e l’ex capogruppo in provincia Giuseppe Cremonesi. Fino a qui nulla di strano, ma che ci fanno con l’ex ministro e presidente della regione Emilia Romagna due rappresentanti della vecchia Balena bianca come Aurelio Ferrari, ex sindaco di Lodi e Angelo Antoniazzi, già nella direzione Dc oltre che vice sindaco a Sordio fino alle ultime elezioni? «Già lo scorso anno all’interno del Pd - spiega Antoniazzi - esisteva una componente quantificabile intorno al 10 per cento che si rifaceva alle posizioni di Enrico Letta, che condividevo, e di Rosy Bindi, alla quale aveva aderito Aurelio Ferrari. Oggi che Bindi e Letta sono confluiti nella mozione Bersani ritengo giusto proseguire il percorso di condivisione che riguarda soprattutto la differenziazione interna al partito e il rapporto con la società civile, e che si rifà ai tempi della nascita del Pd». Proprio Antoniazzi e Ferrari, assieme a Simone Uggetti, sono i coordinatori locali della mozione.