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giovedì 16 luglio 2009

Il complesso dell'ex Convento delle Orsoline

I nostri beni culturali.
Brembio da salvare.

Continuiamo il nostro viaggio tra i beni architettonici di Brembio che la Regione Lombardia ha inserito nel suo catalogo dei beni culturali presenti nel territorio regionale, una attività di documentazione e di catalogazione quella regionale avviata da oltre due decenni e che è confluita nel Sistema Informativo Regionale dei Beni Culturali. La Regione Lombardia ha affidato all'Università degli Studi di Pavia, Dipartimento di Scienze storiche e geografiche "Carlo M. Cipolla", lo studio e lo sviluppo del portale unico regionale dei beni culturali dal quale sono tratti tutti i dati che compaiono in questo post.
Oggi presentiamo il complesso dell’ex Convento delle Orsoline.

Il bene architettonico è sito a Brembio in Via Antonio Gramsci, 24, nel centro abitato, ben distinguibile dal contesto. È catalogato nella tipologia generale “architettura religiosa e rituale” e quella specifica “convento”.
La sua configurazione strutturale è così descritta: organismo quadrilatero costituito da edifici su una corte centrale, murature in elevazione in laterizi, copertura a falde su capriate lignee con manto di copertura in coppi.
Epoca di costruzione: post 1650 - ante 1699.
L’uso attuale dell’intero bene è abitazione. L’uso storico: dapprima convento; poi: abitazione/ produzione e stoccaggio di vino. La condizione giuridica del bene è proprietà privata.


Il bene comprende la Chiesa dell’ex Convento delle Orsoline.

La chiesa è sita in Via Antonio Gramsci, 26. Catalogata nella tipologia generale “architettura religiosa e rituale” e in quella specifica “chiesa”, ha una configurazione strutturale così descritta: organismo ad aula, solaio piano, pianta rettangolare, muratura in elevazione in laterizi, copertura a due falde su capriate lignee.
Epoca di costruzione: post 1723 - ante 1867
L’uso attuale del bene è deposito. L’uso storico: chiesa. La condizione giuridica è proprietà privata.


La scheda da cui sono tratti i dati è stata compilata da Daniele Garnerone (2001), il funzionario responsabile è Elisabetta Susani.

Sanità, nominati i vertici degli Irccs

I nomi dei presidenti e i direttori generali degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) della Lombardia.

Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha nominato martedì 14 i presidenti e i direttori generali degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) della Lombardia.
Nuovo presidente della Fondazione Policlinico-Mangiagalli-Regina Elena di Milano, è Giancarlo Cesana, che subentra a Carlo Tognoli. All'Istituto Nazionale dei Tumori, è stato nominato Antonio Colombo. Carlo Borsani lascia l'Istituto Tumori e assume la presidenza dell'Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano. Alessandro Moneta, già presidente del Besta, è nominato al Policlinico San Matteo di Pavia, dove prende il posto di Alberto Guglielmo.
Per quanto riguarda i direttori generali, tre sono confermati: al Policlinico di Milano, Giuseppe di Benedetto; al San Matteo di Pavia, Pietro Caltagirone, e al Besta Giusepe De Leo. All'Istituto dei Tumori va invece Gerolamo Corno che prende il posto di Alberto Scanni, nominato direttore generale dell'Ospedale Sacco di Milano (il cui direttore generale Luigi Corradini va a dirigere il Fatebenefratelli).
Mercoledì 15, Formigoni ha completato le nomine dei vertici degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) di competenza di Regione Lombardia: dei vertici, cioè, della Fondazione Policlinico, del Besta, dell'Istituto dei Tumori e del San Matteo di Pavia.
Ne ha dato notizia lo stesso Formigoni in una conferenza stampa, sottolineando come siano tutti “nomi di pregio”. Tra questi, ha detto Formigoni, “spicca quello di Enrico Decleva, rettore dell'Università Statale di Milano, che ha accettato il mio invito ad entrare nel Consiglio di amministrazione del Policlinico. L'obiettivo raggiunto è quello di qualificare ulteriormente al massimo livello un ente fondamentale come il Policlinico, che rappresenta una eccellenza della sanità italiana a livello mondiale, dopo i curricula eccellenti delle nomine di ieri. In più viene rimarcata ancora una volta la collaborazione tra la Regione e le Università”. Decleva infatti, oltre che rettore della Statale, è anche presidente della Conferenza dei rettori delle Università Italiane. E ha aggiunto: “Con la nomina di Ornella Piloni nel Cda dell'Istituto dei Tumori e di Valerio Bonecchi nel Cda del S. Matteo di Pavia è stato anche garantito uno spazio all'opposizione, anche se nulla mi obbligava a queste nomine. Inoltre, sono tuttora in carica i direttori scientifici, nominati dal ministro Turco, alcuni dei quali ascrivibili all'area dell'opposizione. Questo avviene perché io e la mia maggioranza sappiamo che cos'è la democrazia e abbiamo rispetto per la funzione dell'opposizione. Lo spazio ad essa garantito non è certo dovuto, come ha detto ieri il consigliere del Pd, Porcari, alla necessità di avere il contributo della cultura riformista perché in Lombardia l'unico riformismo è quello rappresentato della Giunta guidata da me e sostenuta dalla maggioranza in Regione. Il Pd e la sinistra rappresentano al contrario il vetero-conservatorismo”.
Domanda ingenua, ma le nomine non dovrebbero riguardare capacità manageriali e scientifiche e non humus politico? Da annotare che Formigoni ha espresso "sorpresa" per alcuni commenti ieri mattina sui giornali. "Alcuni nostri editorialisti - ha detto - non si sono preoccupati di esaminare i curricula delle persone da me nominate ma si sono espressi solo sulla base di un pregiudizio ideologico, secondo cui l'appartenenza ad una certa area deve implicare necessariamente una condanna. Questi editorialisti invece che esaminare i curricula e i risultati ottenuti dalle persone interessate hanno curiosamente e magari inconsapevolmente utilizzato gli stessi argomenti delle opposizioni, che sono in grave crisi, mettendosi a loro rimorchio".
Questa la nuova composizione dei quadri dirigenziali degli IRCCS. Tra parentesi dopo il nominativo è riportato, se diverso da Regione Lombardia, l'ente che ha indicato.
Besta
Presidente: Carlo Borsani. Consiglieri: Cosma Gravina, Luigi Sala, Mario Brambilla, Alberto Mazzoni (Ministero), mancano i consiglieri indicati da Fondazione Mariani e Comune di Milano. Direttore scientifico: Ferdinando Cornelio (Ministero). Direttore generale: Giuseppe De Leo.
Istituto Tumori
Presidente: Antonio Colombo. Consiglieri: Fabio Minoli Rota, Alberto Garocchio, Ornella Piloni, Alberto Guglielmo, Annamaria Bernardini De Pace (Comune di Milano), Roberts Mazzucconi (Ministero). Direttore scientifico: Marco Pierotti (Ministero). Direttore generale: Gerolamo Corno.
Policlinico
Presidente: Giancarlo Cesana. Consiglieri: Enrico Decleva, Francesco Campagna, Gabriele Perossi, Antonio Bandera (Comune di Milano), Luigi Roth (Fondazione Fiera), Giuseppe Ricciardi (Ministero), manca il consigliere indicato dall'Arcidiocesi di Milano. Direttore scientifico: Ferruccio Bonino (Ministero). Direttore generale: Giuseppe Di Benedetto.
San Matteo Pavia
Presidente: Alessandro Moneta. Consiglieri: Aurelio Torriani, Carlo Mauro Agliardi, Fabio Lambri, Valerio Bonecchi, Lorenzo Callegari (Provincia di Pavia), mancano i consiglieri indicati da Comune di Pavia e Ministero. Direttore scientifico: Carlo Alberto Redi (Ministero). Direttore generale: Pietro Caltagirone.

Piano casa alla lombarda

Piano edilizia, Formigoni: "Una legge a misura di Lombardia".

Il consiglio regionale ha approvato a larga maggioranza il progetto di legge “Azioni straordinarie per lo sviluppo e la qualificazione del patrimonio edilizio ed urbanistico della Lombardia” varato dalla giunta lombarda su proposta del presidente Roberto Formigoni di concerto con l'assessore al Territorio e Urbanistica, Davide Boni, lo scorso 3 giugno.
Formigoni soddisfatto ha sottolineato come “la maggioranza compatta abbia approvato il provvedimento con cui la Giunta si è impegnata a rilanciare il settore edilizio in Lombardia. Un testo che si attaglia come un vestito sulla nostra Regione; un vestito che da oggi potrà essere ancora più bello, più forte e più adatto alle esigenze delle famiglie. Con questa legge diamo impulso al settore edilizio, favorendo una ripresa dell'edilizia di qualità, migliorando il patrimonio residenziale esistente dal punto di vista estetico, funzionale e sotto il profilo energetico e ambientale”.
Notevoli saranno per Formigoni anche le ricadute positive sia per quanto riguarda l'economia che l'occupazione e ha aggiunto: “Vogliamo accrescere il bello, l'eco-compatibile, il risparmio energetico, il lavoro”.
L'insieme degli investimenti potenziali è stimato tra 5,8 e 6,5 miliardi di euro; positiva anche la ricaduta sull'indotto occupazionale, valutabile in 30.000 nuovi posti di lavoro, e sul profilo energetico con un risparmio annuo valutabile in circa 44 milioni di euro.
Addirittura entusiasta l'assessore Davide Boni che ha sottolineato la strategicità di tale legge in un momento particolarmente difficile per l'economia italiana: “Il nuovo testo consente di intervenire solo sugli edifici esistenti, non di utilizzare nuove aree. Siamo l'unica Regione in Italia a tutelare i centri storici (si posso solo sostituire edifici non coerenti con le caratteristiche storiche, architettoniche, paesaggistiche e ambientali, previo parere vincolante delle Commissioni regionali per il paesaggio); le aree naturali (dove non si potrà intervenire) e le zone inserite nei parchi regionali (dove si applica riduzione di un terzo dell'incremento massimo consentito degli edifici esistenti”. I Comuni hanno poi la possibilità di individuare zone del proprio territorio in cui non applicare la nuova legge.
Per l'assessore alla Casa e Opere Pubbliche, Mario Scotti: “La nuova legge rappresenta una grande opportunità anche per i soggetti pubblici che avranno 24 mesi di tempo per predisporre i progetti di riqualificazione. Va anche tenuto conto che, in questo caso, la realizzazione di nuove volumetrie è subordinata al conseguimento dei requisiti minimi di risparmio energetico e all'esecuzione di interventi di recupero paesaggistico-ambientale".
In sintesi legge individua quattro tipi di intervento.
1 - Recupero e riutilizzo a scopo residenziale di volumetrie abbandonate, sottoutilizzate o che attualmente hanno altra destinazione (interventi prevedibili pari a circa 1.700.000 metri cubi; investimento tra 487 e 527 milioni di euro).
2 - Ampliamento fino al 20% (e comunque per non più di 300 metri cubi) del volume complessivo di edifici mono e bifamiliari, ovvero di edifici con volumetria non superiore a 1.200 metri cubi (si stimano in tutta la Regione nuove volumetrie per circa 5.600.000 metri cubi complessivi e investimenti di circa 2,5 miliardi di euro).
3 - Demolizione e ricostruzione di edifici residenziali e produttivi, con bonus volumetrico sino al 30% del volume preesistente, aumentabile al 35% in presenza di adeguate dotazioni di verde, cioè una dotazione arborea che copra almeno il 25% del lotto (volumetria residenziale da edificare pari a circa 1.800.000 metri cubi, investimento di 1,7 miliardi di euro; edifici produttivi industriali o artigianali, investimento tra 700 milioni e 1,43 miliardi di euro).
4 - Riqualificazione di quartieri di edilizia residenziale pubblica (3.000 nuovi alloggi, investimento di 420 milioni di euro).
La legge ha carattere di straordinarietà (la sua applicazione avrà durata di 18 mesi) e contiene idee guida e disposizioni mirate alla sicurezza dei cittadini e del territorio, della qualità degli insediamenti e dell'ambiente. In particolare:
-- rispetto delle condizioni di inedificabilità per vincoli ambientali, idrogeologici, paesaggistici e monumentali;
-- inapplicabilità della legge nelle aree naturali protette;
-- per i parchi, riduzione di un terzo degli aumenti di volumetrie consentiti (quindi +13,3% anziché +20% per l'ampliamento di edifici esistenti e 20% anziché 30% nel caso di demolizione-ricostruzione);
-- previsione di particolari requisiti per il risparmio energetico negli interventi ammessi (nel caso di ampliamento, riduzione certificata del 10% del consumo energetico; nel caso di sostituzione di edifici, consumo energetico ridotto del 30% rispetto agli standard previsti in generale);
-- applicazione del codice civile e delle normative in materia di sicurezza, igiene, paesaggio e beni culturali;-- inapplicabilità delle disposizioni della legge per quanto concerne gli edifici abusivi.

Match sostanzialmente pari

Prevale di pochissimo un giudizio non positivo sulle modalità di composizione della nuova giunta.

Si è chiuso il sondaggio sulle modalità di costituzione della nuova giunta comunale, che, come si sa, è formata dal sindaco Giuseppe Sozzi, dagli assessori esterni Aldo Arnaldi, Renato Noli e Giancarlo Rando e dall’assessore Giusy Ciserani.
Va premesso che simili sondaggi Web non hanno alcun valore statistico in quanto è impossibile determinare la consistenza del campione che ha risposto; tuttavia possono essere considerati con le dovute cautele come espressione di una tendenza di giudizio.
Il sondaggio prevedeva la possibilità di risposta multipla. Il quesito era così formulato: “La scelta di costituire a Brembio la giunta con tre assessori esterni fa discutere. Voi giudicate tale scelta: ottima; inevitabile; necessaria; scontata; normale; inelegante; arrogante; criticabile; pessima; scandalosa”.


Il sondaggio ha ottenuto 68 voti con 82 indicazioni di giudizio. La formulazione delle risposte era tale da poterla suddividere in due classi: “giudizio non positivo”, “giudizio non negativo”. Nel primo caso le scelte sono state 42 (51%), nel secondo 40 (49%). Come si vede più avanti quanti hanno scelto un giudizio non negativo hanno modulato variamente la loro risposta sulle 5 possibili con un massimo per “scontata”, 13, ed un minimo per “ottima” e “necessaria” 6. Nettamente invece monodirezionale la scelta di quanti hanno optato per un giudizio non positivo, praticamente la risposta “scandalosa” ha ottenuto un consenso bulgaro, 37 su 42 pari all’88% delle risposte non positive. Mentre, dunque, nel primo caso si è cercato di dare un giudizio entrando in qualche modo nel merito della questione, nel secondo caso si è espressa una valutazione politica negativa sulla riproposta per ¾ della vecchia giunta, oltretutto, par di capire a giudizio di quanti hanno votato, aggravata per così dire dal fatto che due dei tre assessori esterni non sono stati premiati dall’elettorato.
Questo il ventaglio delle risposte: ottima 6; inevitabile 7; necessaria 6; scontata 13; normale 8; inelegante 0; arrogante 1; criticabile 3; pessima 1; scandalosa 37.
Va detto che la determinazione della composizione della giunta è una prerogativa del sindaco e che lo statuto del nostro comune prevede la possibilità di assessori esterni (anche tutti e quattro), e che dunque dal punto di vista formale la scelta non può essere stigmatizzata essendo prassi contemplata come possibile e normale.

Per migliorare il paese talvolta bastano le idee

Una cosa simile l'avevamo suggerita per Piazza Europa. Un esempio quello di Montanaso che si potrebbe seguire anche qui da noi. Riprendiamo molto volentieri l'articolo de Il Cittadino di oggi che ne parla.
Il comune dà una paghetta ai più giovani per prendersi cura di strade e sporcizia.
Rassegna stampa.

«Insegniamo ai nostri ragazzi la tutela dell’ambiente e l’amore per il paese. Inoltre diamo loro la possibilità di guadagnarsi i primi soldi provando a confrontarsi con un mondo del lavoro sano e organizzato». Con queste parole il sindaco di Montanaso Luca Ferrari racconta il progetto “Curiamo insieme il nostro comune”. In realtà l’iniziativa non è alla sua prima edizione, ma di anno in anno viene riproposta perché ha trovato il consenso di molte famiglie: «Spesso d’estate non si sa come impiegare il tempo dei più giovani e si ha paura che possano prendere strade sbagliate. Per questo il comune interviene proponendo un’iniziativa volta a sensibilizzare la comunità giovanile ai temi del rispetto del proprio ambiente di vita e alla cura del territorio. Il tutto in un crescendo di soddisfazioni reciproche», osserva il primo cittadino e prosegue: «Responsabilizzare i ragazzi e i giovani significa favorire una cittadinanza attiva. Ma noi vogliamo anche offrire agli adolescenti l’opportunità di vivere una esperienza tutelata di approccio al “lavoro” attraverso un contatto con la natura e sviluppando la loro sensibilità ambientale». Ed ecco che da lunedì, dalle 9 alle 12, suddivisi in squadre e a stretto contatto con gli adulti, dipendenti municipali o volontari, ragazzi tra i 14 e i 18 anni sono stati suddivisi in squadre di lavoro e si sono messi a curare il loro paese in base alle disponibilità. Questo fino al prossimo 24 luglio e coordinati da un responsabile maggiorenne. Alcuni sono diventati gli “addetti” alla pulizia della pista ciclabile, altri devono innaffiare le piante. Insomma, ognuno ha la sua mansione e tutti sono debitamente assicurati. Inoltre, i volenterosi porteranno a casa una paghetta giornaliera di 8 euro a persona: «Un piccolo stimolo per invitarli a lavorare al meglio e per ricompensarli dell’impegno profuso», spiegano presso il municipio. Un modo come un altro per promuovere l’aggregazione giovanile, accrescere il bagaglio personale di esperienze, adoperarsi per il sociale. Ferrari ricorda: «Anche le due precedenti edizioni del progetto sono state un successo. Inoltre l’iniziativa viene sempre arricchita da proposte collaterali quali la visita alla caserma dei vigili del fuoco del 2008 o il corso accelerato di guida sicura che quest’anno vorremmo affidare ai vigili».

Il Don Chisciotte di Zorlesco contro Trenitalia

Sara Gambarini su Il Cittadino di oggi ci racconta della battaglia intrapresa da Pietro Pea, assessore ai trasporti di Casale, per arrivare ad un tavolo con Trenitalia.
Il neo assessore ai trasporti pubblici parla dei suoi programmi. La battaglia di Pea accanto ai pendolari: «Schiavi di Trenitalia».
Rassegna stampa.

È già al lavoro il cavaliere di Zorlesco Pietro Pea, nominato a sorpresa per la giunta del sindaco Flavio Parmesani assessore ai trasporti pubblici nel comune di Casalpusterlengo dove il leader Udc ha cominciato ad attivarsi per garantire alla città un servizio efficiente tanto su “quattro ruote” quanto su “rotaia”.
In tema di trasporti però per il cavaliere i nodi da sciogliere non sono pochi. In primis, la situazione disperata che anche i pendolari di Casale vivono sulla linea ferroviaria Milano-Piacenza tra carrozze sporche, convogli bunker e, da parte di Trenitalia, una sola certezza: «Ci scusiamo per il disagio». Ma il cavalier Pea non ci sta e, insieme al comune di Codogno, sceglie subito di agire, chiedendo con una lettera a Trenitalia e Regione Lombardia, inviata per conoscenza anche alla provincia di Lodi, di incontrarsi al più presto; il tutto, nel tentativo di capire che cosa non funzioni sulla linea Milano-Piacenza e che genere di garanzie sia possibile offrire a studenti e lavoratori del territorio per il prossimo anno. «Al momento tuttavia non ho ricevuto ancora nessuna risposta alla richiesta inviata - ha dichiarato Pea - ma, nonostante i naturali rallentamenti legati al periodo estivo, non esiterò di certo a sollecitarne la risposta affinché questo importante incontro ci sia». Il cavaliere infatti parla senza mezzi termini di «situazione assurda», che in questi giorni gli è stata confermata ancora anche da alcuni cittadini che, di ritorno dalla stazione, lo hanno fermato descrivendogli l’«ennesimo viaggio nel forno».
Ferrovie a parte a Casale però sono altri i problemi legati al trasporto pubblico, soprattutto quello che riguarda i collegamenti fra capoluogo e frazioni: piuttosto frequenti durante il fine settimana, inesistenti durante le feste, ma soprattutto effettuati da maxi pullman della Line che, al di là delle corse scolastiche, sono spesso praticamente vuoti ma comunque troppo ingombranti per attraversare la città. Un problema ambientale e viabilistico per cui il cavaliere ha confessato di aver già preso contatti con la società dei trasporti Line, domandandole la possibilità, soprattutto nei mesi estivi, di utilizzare mezzi più piccoli. Pullman di cui la Line ha precisato però di non disporre, per cui per Pea il problema si ripresenta fra ipotesi di cambio gestione (scartata) e razionalizzazione di alcune corse.
Infine deciso a garantire «un importante servizio alla comunità» Pea svela il progetto di una navetta che colleghi la periferia di Casale (ed eventualmente le frazioni) al cuore del capoluogo: un’idea che l’assessore vorrebbe realizzare utilizzando, anche per questo scopo, uno dei pullmini attualmente in dotazione al comune per altri tipi di attività. Un servizio che per il momento resta solo un’ipotesi nell’attesa che la motorizzazione civile acconsenta a questo “doppio uso”.

Eal Compost soffoca nei miasmi

Francesco Gastaldi ci informa oggi su Il Cittadino delle difficoltà dell'impianto di compostaggio di Terranova e dell'ingresso di Sorgenia nel capitale sociale.
Terranova - L’assemblea nomina Negri come amministratore unico, l’anno scorso un buco da 1,3 milioni.
Eal Compost, è Sorgenia il socio salvagente.
La società di De Benedetti entra con il 20 per cento delle quote.
Rassegna stampa.

Terranova - Brucia un milione di euro l’anno, non produce ed è il terrore di migliaia di cittadini che non ne possono più di svegliarsi ogni mattina assediati da odori nauseabondi. Il neo presidente della provincia Pietro Foroni - parole sue - ha perfino pensato seriamente di chiudere Eal Compost per sempre. Invece l’impianto di compostaggio Terranova dei Passerini andrà avanti. Possibilmente con nuove tecnologie, con un nuovo piano industriale, con una politica di ripianamento dei passivi da una parte e di produzione di utili dall’altra. E soprattutto con un nuovo socio a sorpresa, che ha fatto il suo ingresso in Eal Compost con il 20 per cento delle quote. Si tratta di Sorgenia, la società del gruppo De Benedetti che sta realizzando la centrale termoelettrica di Bertonico e Turano, entrata ieri mattina nel capitale sociale dell’impianto di Terranova attraverso la propria controllata Sorgenia Energy.
Allo stato attuale il 30 per cento di Eal Compost è detenuto da due società private cui le istituzioni pubbliche fino a oggi hanno fatto la guerra contro la realizzazione della centrale di Bertonico (la Sorgenia) e quella della maxi discarica di Senna (la Cre, che di Eal Compost invece detiene il 10 per cento). Una guerra attraverso la stampa, mentre in privato si stipulavano affari per tirar fuori dai guai una società pubblica che perde 1,3 milioni di euro. L’entrata di Sorgenia nella compagine sociale di Eal Compost era decisa e definita già almeno ad aprile, quando è stato lanciato l’aumento di capitale da 500mila euro, guarda caso proprio l’ammontare della quota d’ingresso della società di De Benedetti. Nell’assemblea di ieri mattina i soci hanno deciso di affidare all’amministratore delegato uscente Paolo Negri un mandato a termine. Per i prossimi tre-quattro mesi sarà amministratore unico di Eal Compost, incaricato di predisporre un nuovo piano industriale con una copertura finanziaria che consentano all’impianto di Terranova dei Passerini di produrre con una tecnologia migliore (possibilmente senza odori), di ripianare la perdita di un milione e 300 mila euro («900mila dei quali solo per lo smaltimento dei residui, una follia», dice Negri) con cui si è chiuso l’anno sociale 2008 e di cominciare a fare utili. La tecnologia già individuata a suo tempo è quella del “biodigestore”, in grado di produrre compost e al tempo stesso gas metano da trasformare in energia elettrica di cui poi Eal diventerebbe distributore. Un impianto che costerebbe dai 5 ai 7 milioni di euro. Negri ha ricevuto ieri il voto unanime dei soci, nonostante le voci che volevano l’Asm di Codogno e il suo presidente Laura Quaini (Lega) fortemente avversi al suo reincarico. Negri, vicino al Pdl, ha accettato la nomina a tempo che pur con un raddoppio delle mansioni (il consiglio è decaduto) non prevede un aumento dello stipendio che percepisce come amministratore pubblico. Prima di lui, però, i vertici provinciali si erano addirittura rivolti ad Antonio Redondi, storico esponente Dc e attuale amministratore delegato di Eal. L’operazione è stata confermata da due membri dell’attuale giunta provinciale che però hanno voluto mantenere l’anonimato. Redondi, tuttavia, ha respinto la proposta al mittente. Il futuro di Eal Compost, oggi come oggi, è legato a un piano industriale e a soci come Sorgenia e Cre. L’alternativa è la sua scomparsa.

Guerini a Cernobbio

L'intervento del presidente Anci Lombardia raccontato da Il Cittadino di oggi. Il sindaco di Lodi in difesa dei comuni contro lo strapotere della stato.
«I comuni non riescono più a fare nulla penalizzati dai tagli voluti dal governo».
Rassegna stampa.

I comuni non sono più nella possibilità di operare di fronte allo strapotere della Ragioneria dello Stato. È quanto ha affermato Lorenzo Guerini, in qualità di presidente di Anci Lombardia, durante il suo intervento al consiglio nazionale dell’Associazione nazionale dei comuni italiani svoltosi a Cernobbio lo scorso 10 luglio. «L’atteggiamento di chiusura del ministro Tremonti - ha affermato il sindaco di Lodi nel suo intervento - ci penalizza sino alla paralisi, benché il deficit dei conti pubblici non sia certo imputabile ai comuni, che invece, soprattutto in questi ultimi anni, si sono dimostrati virtuosi e con i conti in ordine». Durissimo l’attacco di Guerini all’esecutivo Berlusconi, responsabile, a suo dire, di provvedimenti di politica finanziaria che penalizzano le comunità locali: «Esiste un quadro di evidente iniquità - ha sottolineato il presidente Anci - e mentre i conti dello Stato peggiorano, governo e Parlamento continuano a derogare a criteri di una sana amministrazione, mentre i comuni non possono neppure spendere i loro soldi». Una situazione ritenuta insostenibile, tanto che l’Anci ha deciso di chiedere certezze sulle regole per i bilanci 2009 e la cancellazione delle sanzioni previste per chi non rispetta le regole del patto di stabilità. «Ai cambiamenti che verranno dal federalismo e dal nuovo codice delle autonomie i comuni devono arrivare vivi» ha incalzato il sindaco del capoluogo lodigiano. Nel corso della due giorni di Cernobbio Lorenzo Guerini ha voluto ribadire la necessità di un maggiore riconoscimento istituzionale dei piccoli comuni, per i quali ha auspicato «riforme specifiche, mentre i tagli ai trasferimenti mettono a rischio persino gli interventi nel settore dei servizi sociali». L’Anci proporrà così la differenziazione normativa tra grandi e piccoli comuni, senza tralasciare un sostegno alle gestioni associate e alle unioni tra comuni. «In Lombardia stiamo facendo molto per le piccole realtà - ha concluso Guerini - a partire dall’aggiornamento delle misure di sostegno, ma la nuova normativa dovrà poter contare su maggiori risorse».

Ancora sui cani delle Monticchie

Attenzione continua dei media locali sulla vicenda di randagismo che interessa l’oasi naturale delle Monticchie. L’articolo è di Luisa Luccini su Il Cittadino di oggi.
A Somaglia è già polemica per i cani randagi pericolosi.
Rassegna stampa.

Somaglia - «Questi cani sono vittime due volte: di coloro che li hanno abbandonati e delle istituzioni che sono rimaste inadempienti». La vicenda del branco di pericolosi cani randagi che ha obbligato alla chiusura della riserva Monticchie si apre ad aspri risvolti politici: l’attacco è quello indirizzato all’esecutivo di Somaglia da Virginia Bescapè, consigliere comunale della Lega nel precedente mandato amministrativo ancora a guida del sindaco Pier Giuseppe Medaglia. Ambientalista dell’Associazione zoofila lombarda, la Bescapè non ha dubbi: «Se si è a questo punto è perché il comune non ha fatto nulla, ha rinviato negli anni un problema diventato ora di ordine pubblico e sicurezza». La Bescapè ricorda una sua interrogazione di «taglio ambientalista» discussa nel consiglio comunale del 25 luglio 2006. Nell’interrogazione, tra la segnalazione di «cuccioli di cane uccisi a badilate», di «colonie di gatti decimate con la tecnica delle spugne fritte», di «storie di bracconaggio», anche quella di «cani lasciati liberi nel territorio dell’oasi Monticchie». «Nonostante le segnalazioni, il comune non ha fatto nulla – sbotta –. Ripeto: questi cani sono due volte vittime: di chi li ha abbandonati e delle istituzioni che li hanno lasciati al loro destino». La Bescapè si dice poi contraria all’ipotesi dell’abbattimento: «Impensabile nel terzo Millennio». Il sindaco di Somaglia non ci sta però a queste accuse. «Al momento non ricordo il testo dell’interrogazione dell’ex consigliere Bescapè, di certo escludo che da tre anni in riserva ci siano cani randagi pericolosi - così Medaglia -. E comunque il comune non è stato inadempiente. Se non sono stati presi provvedimenti a suo tempo è solo perché non ci sono stati i presupposti che rendessero necessario adottare misure cautelative e di tutela della sicurezza». Quanto agli abbattimenti, Medaglia conferma che «rappresentano l’ultima soluzione, prima verranno esperiti tutti gli altri tentativi di cattura - così il primo cittadino -. Detto questo, l’ipotesi dell’abbattimento non è però da scartare, non quando è importante che Monticchie torni del tutto fruibile e in sicurezza». Sulla vicenda martedì si è tenuta la prima riunione tra comune di Somaglia, dipartimento veterinario Asl e polizia provinciale. A seguire il sopralluogo in zona, quindi la decisione di collocare delle gabbie di cattura «ad hoc» per animali inselvatichiti. E nel frattempo arrivano anche le puntualizzazioni della proprietà della cascina Colombara, pronta a rassicurare della non presenza di cani randagi nel cascinale, completamente recintato e tenuto sotto controllo, al pari dei terreni di proprietà circostanti.