FATTI E PAROLE

Foglio virtuale quotidiano di Brembio e del suo territorio

http://www.fattieparole.info

Si può leggere l'ultimo numero cliccando sopra, sull'immagine della testata o sul link diretto, oppure cliccando qui.
Ogni nuovo numero esce nelle ore serali, ma dopo le 12.00 puoi già leggerlo mentre viene costruito cliccando qui.

FATTI E PAROLE - ARCHIVIO
www.fattieparole.eu

La parola al lettore

Le tue idee, opinioni, suggerimenti e segnalazioni, i tuoi commenti, le tue proposte: aiutaci ad essere un servizio sempre migliore per il nostro paese.

Puoi collaborare attivamente con noi attraverso questo spazio appositamente predisposto - per accedere clicca qui - o anche puoi scriverci cliccando qui.

lunedì 23 novembre 2009

Frammenti del concerto del 2 giugno


Filmati del concerto per la festa della Repubblica del 2 Giugno 2009, tenuto dal Corpo musicale "Francesco Cilea" nel Chiostro del Palazzo Andreani, diretto dal maestro Luigi Moriggi.








Condividi su Facebook

Fermarsi a diciassette

Processo breve, Curzio Maltese: vergognoso.
L'editorialista di Repubblica, a SKY TG24, parla del disegno di legge: "Spero non venga approvato, sarebbe la 18esima legge ad personam, spero che la serie si fermi a 17. Nella maggioranza tra i vari motivi di tensione c'è anche questo".
Sky Tg24, 23 novembre 2009.


Condividi su Facebook

Coccaglio fa scuola

Il Comune invita a denunciare i clandestini.
In un paesino del mantovano, San Martino dall'Argine, l'amministrazione comunale di centro destra ha diffuso un'informativa per invitare i cittadini a denunciare gli immigrati irregolari.



L'invito alla denuncia del clandestino arriva alla fine di un manifesto che riporta un paio di articoli e relative pene del decreto Maroni sulla sicurezza: "Chiunque fosse a conoscenza della presenza sul territorio comunale di immigrati clandestini è pregato di comunicarlo con tempestività al sindaco, all'ufficio di polizia municipale o all'ufficio anagrafe del Comune per i necessari atti conseguenti. Grazie della collaborazione". Firmato: l'amministrazione comunale. (Sky Tg24)

Condividi su Facebook

Ricostruzioni in Abruzzo

Terremoto Abruzzo, 2 arresti per appalti ricostruzione.
Avrebbero fatto pressioni su pubblici ufficiali per pilotare l'aggiudicazione della gara per riedificare l'Asl de L'Aquila danneggiata dal sisma. In manette l'ex assessore regionale al lavoro e l'amministratore delegato della Fira servizi.
Dalle Agenzie - Sky Tg24, 23 novembre 2009.



Alle sette del mattino è scattata l'operazione Ground zero, condotta dai carabinieri di Pescara su richiesta del sostituto procuratore Gennaro Varone. Sono finiti in manette l'amministratore delegato della Fira Servizi, Claudio D'Alesio, e l'ex assessore regionale al Lavoro Italo Mileti di Forza Italia con l'accusa di millantato credito per illecita intermediazione verso pubblici ufficiali nell'ambito della ricostruzione post terremoto a L'Aquila. I fatti in questione sarebbero accaduti tra luglio e settembre. Mileti e D'Alesio resteranno in carcere sino all'interrogatorio predisposto per mercoledì prossimo. La misura cautelare è stato autorizzata dal gip di pescara Luca De Ninis per evitare che il disegno criminoso fosse portato a termine e vi fosse reiterazione del reato.
Condividi su Facebook

Oggi si festeggia San Colombano

Il santo abate irlandese più noto del primo Medioevo.

Oggi, 23 novembre è la festa di San Colombano (etimologia di Colombano: dolce, delicato) il santo abate irlandese più noto del primo Medioevo: con buona ragione egli può essere chiamato un santo «europeo», perché come monaco, missionario e scrittore ha lavorato in vari Paesi dell’Europa occidentale. Insieme agli irlandesi del suo tempo, egli era consapevole dell’unità culturale dell’Europa. In una sua lettera, scritta intorno all’anno 600 e indirizzata a Papa Gregorio Magno, si trova per la prima volta l’espressione «totius Europae, di tutta l’Europa», con riferimento alla presenza della Chiesa nel Continente.
Nato intorno all’anno 543 nella provincia di Leinster, nel sud-est dell’Irlanda, Colombano è uno dei rappresentanti del mondo monastico che danno origine a quella “peregrinazio pro Domino” - pellegrino per Cristo, che costituì uno dei fattori dell’evangelizzazione e del rinnovamento culturale dell’Europa. Dall’Irlanda passò in Francia, Svizzera e Italia Settentrionale, creando e organizzando comunità ecclesiastiche e fondando vari monasteri, alcuni dei quali, per esempio Luxeuil; costretto all’esilio, attraversò le Alpi e, nell’anno 613, fondò in Emilia il monastero di Bobbio, nella valle del Trebbia, che sarebbe poi diventato un centro di cultura paragonabile a quello famoso di Montecassino. Qui giunse al termine dei suoi giorni: morì il 23 novembre 615 e in tale data è commemorato nel rito romano fino ad oggi.
Il messaggio di san Colombano si concentra in un fermo richiamo alla conversione e al distacco dai beni terreni in vista dell’eredità eterna. Con la sua vita ascetica e il suo comportamento senza compromessi di fronte alla corruzione dei potenti, egli evoca la figura severa di san Giovanni Battista.
Condividi su Facebook

La bocciatura europea di Massimo D’Alema

Caso D’Alema, non si agita solo il Pd.
Rassegna stampa - Avvenire, 22 novembre 2009.

La bocciatura europea di Massimo D’Alema per l’incarico di ministro degli esteri della Ue ha aperto nuove brecce nella polemica fra gli schieramenti e all’interno del Pd. Dal Golfo Persico dove si trova in visita ufficiale, il presidente del Consiglio non è voluto entrare nella discussione e si è limitato a precisare che le nomine europee sono state «l’unica scelta possibile per mettere d’accordo 27 Paesi. Un accordo premiante con persone di valore che sapranno certamente fare molto bene».
Analogamente il ministro degli Esteri Franco Frattini ha sottolineato di conoscere «molto bene» il nuovo capo della diplomazia europea, Catherine Ashton. I giudizi negativi formulati su di lei «sono ingenerosi. Sarà un rappresentante competente e preparato. Il fatto che non sia molto conosciuta non vuol dire che non sia capace». Il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli ha voluto ricordare che «tutto il governo» ha appoggiato «lealmente» la candidatura di D’Alema, «tutto il governo meno uno». Una lealtà (al di là del ministro dissenziente), quella del Pdl nei confronti di D’Alema, che viene confermata dai due capigruppo Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri. Per quest’ultimo, «Berlusconi ha agito in ogni sede per ottenere il risultato. Anche il presidente della Camera Fini ha agito con generosità e spirito di coesione nazionale. D’Alema è stato tritato dai socialisti europei. Forse ha pesato non tanto il passato comunista quanto il presente, in particolare la passeggiata a Beirut con gli hezbollah». Il vero problema sembra nascere adesso nel Pd, in particolare riguardo alla sua collocazione in Europa. Ora, secondo Francesco Rutelli, gli eletti del partito al Parlamento europeo «sarebbero saggi a lasciare il gruppo socialista. Il voltafaccia nei confronti di D’Alema conferma in pieno la mia diagnosi sulla assurdità dell’approdo socialista del Pd».
Dall’interno del partito Paolo Gentiloni e Giorgio Merlo invitano a fare una seria discussione per comprendere quale sia il giusto «approdo politico culturale europeo» per «non annullare la novità politica del Pd in un Pse debole».
Condividi su Facebook

Parliamo di acqua

Economia e società.
«L’acqua? Pubblica, privata... o non profit».

Senn: «No a battaglie ideologiche, conta il servizio. Un ruolo anche alle fondazioni».
Rassegna stampa - Avvenire, Paolo Viana, 22 novembre 2009.

Entro il 2015 la distribuzione dell’acqua pubblica sarà gestita dai priva­ti. Lo prevede la riforma dei servizi pubblici locali approvata questa settimana. Tutti i servizi affidati dai Comuni a proprie aziende («in hou­se») dovranno essere affidati con gara pubblica per rispettare la normativa europea: potranno mantere le attuali concessioni le società che cederanno almeno il 40% ai privati; se quotate in Borsa, il pubblico dovrà scendere sot­to il 30% entro la fine del 2015. Un emendamento ha previsto che l’acqua re­sti comunque un bene «pubblico»: si sta progettando un’authority che lo garantisca. Una rivoluzione imposta dalla maggioranza con un voto di fiducia ma sostenuta discretamente da ampi settori dell’opposizione, come quelli che, attraverso le amministrazioni locali, controllano i colossi delle utilities. Iride (Torino e Genova), Hera (Bologna e mezza Emilia Romagna), Enia (l’al­tra metà, cioè Parma, Piacenza e Reggio Emilia) e Acqua Veritas (Venezia) si preparano ad aprire ai privati le società che gestiscono il servizio idrico integrato. Una privatizzazione che sarà pure forzata ma porterà milioni nelle casse comunali; le grandi manovre di Borsa sono già iniziate. Non manca chi parte in pole position: il gruppo Caltagirone e la francese Suez sono già nel capitale di Acea (Roma). Veolia, altro brand transalpino, è ben piazzato nel Sud, dove gestisce la rete di adduzione ma non la distribuzione. La Cor­te costituzionale, del resto, ha sentenziato che l’erogazione del servizio e la gestione delle reti non può essere gestita separatamente, come voleva la Re­gione Lombardia. La sentenza, curiosamente, è arrivata il giorno dopo l’ap­provazione del decreto Ronchi.

Il problema dell'acqua non va ideologizzato.
Rassegna stampa - Avvenire, Giuseppe Matarazzo, 22 novembre 2009.

«Il problema dell’acqua non va i­deologizzato. C’è pubblico effi­ciente e non, c’è privato effi­ciente e non, ci sono società miste efficienti e non. L’importante è garantire una buo­na gestione del servizio e offrire la miglio­re qualità alla minore tariffa possibile per i cittadini». Il professore Lanfranco Senn, economista della Bocconi e presidente di Metropolitana Milanese, la Spa al 100% del Comune di Milano che gestisce il servizio idrico del capoluogo lombardo, non di­fende lo status quo e non è pregiudizial­mente contrario all’ingresso dei privati pre­visto dalla Legge Ronchi. E va oltre, apren­do anche agli enti non profit: «Sarebbe u­na clamorosa innovazione nel sistema».
Professore, ma c’è davvero la necessità di far entrare i privati in un bene pubblico co­me l’acqua?
Da sempre la gestione pubblica dell’ac­qua, anche in altri Paesi, è problematica. Dove il pubblico ha fallito, il ruolo dei pri­vati può dare un contributo significativo all’efficientamento di molte imprese di ser­vizio. Dobbiamo allontanarci dall’idea che 'pubblico' voglia dire proprietà o gestio­ne pubblica. Pubblico significa che è un servizio per il pubblico, per la gente e le imprese. Se in premessa viene salvaguar­data l’idea del valore della risorsa acqua come fondamentale, arriverei a dire che è indifferente il fatto che la gestione sia pub­blica o privata. Ma non è questo il proble­ma.
E qual è allora?
È di gestione e impostazione del servizio: dare una risposta adeguata ai cittadini, con un’acqua che abbia la tariffa più bassa pos­sibile e la qualità più alta. Le due cose non sono sempre facilmente coniugabili. Il te­ma della governance si lega a questo.
Mirare al risultato anche con percorsi di­versi?
Esattamente. Prendiamo due esempi: Mi­lano e l’Acquedotto pugliese. Noi abbia­mo la fortuna di pompare l’acqua dal sot­tosuolo, in Puglia sono costretti a portare l’acqua anche da centinaia di chilometri di distanza. Gestioni ed esigenze diverse.
Milano è riuscita nell’obiettivo...
A Milano abbiamo la tariffa più bassa d’Eu­ropa: 0,55 cent a metro cubo. A Parigi si pa­gano quasi 3 euro, a Berlino 4. E garantia­mo un’altissima qualità, perché abbiamo investito nelle tubature, nella manuten­zione e nei controlli per 130 milioni negli ultimi 5 anni. E prevediamo di spenderne oltre 150 nel prossimo triennio.
Ma la riforma porterà aumenti?
È probabile. Perché se si chiede ai privati di investire, inevitabilmente devono rien­trare dall’impegno finanziario e garantir­si una componente di reddito propria. Ma oggi fare investimenti e nello stesso tem­po garantire un servizio di qualità a basso costo è problematico anche per il pubbli­co.
Quali sono i nodi critici da affrontare?
Paghiamo un’arretratezza di investimenti a tutti i livelli. Ma che li faccia poi il pub­blico o il privato, sotto certe condizioni, è indifferente. Anche se sono per tenere sem­pre una componente pubblica. La Legge Ronchi prevede che imprese in house co­me Milano vendano il 40%, rimanendo con una maggioranza pubblica: questo non mi vede contrario per principio.
Però?
C’è un problema di applicazione. Se è ve­ro che ci sono in Italia situazioni virtuose e altre viziose, è fondamentale che si cor­reggano i vizi e si esaltino le virtù. La ge­neralizzazione è sempre un errore. Quello che contesto è l’applicazione automatica per tutti. Perché per Mm la soluzione pub­blica è stata vincente.
Altra questione: gli Ato.
L’esperienza non è stata esaltante. Ci si è scontrati con molte difficoltà. Ma se l’Ato funziona realmente come regolatore, può diventare virtuoso. Ancora di più in un pro­cesso di privatizzazione.
Ma fra gli azionisti è ipotizzabile l’ingres­so del non profit?
È una delle tesi che da economista so­stengo. Se riuscissimo a far gestire molti servizi da enti o fondazioni non profit, si raggiungerebbe anche l’obiettivo di inter­nalizzare gruppi di interessi anche con­trapposti, come utenti, imprese e politica, in maniera non conflittuale. Rispondendo alle esigenze di flessibilità istituzionale sen­za ideologizzare o contrapporre il pubbli­co al privato. In Galles, per fare un esem­pio, il servizio è gestito completamente da un ente non profit.
Suggerimenti importanti, ma come si concretizzano?
Dipenderà dai regolamenti attuativi, che vanno fatti presto e bene. Ammettendo formule di gestione più flessibili e diverse, per salvaguardare le esperienze più vir­tuose.

Trento e Rovereto. Un mix di efficienza E nelle case arriva anche la «gasata».
Rassegna stampa - Avvenire, Diego Andreatta, 22 novembre 2009.

Dalle sorgenti dolomitiche sgorga un’acqua fra le migliori d’Italia, ma anche gestita con criteri di qualità. Merito della società mista (gli enti pubblici sono al 65%) che il Comune di Trento e quello di Rovereto hanno costituito dieci anni fa con la fusione delle loro storiche società (la Sit e l’Asm), la partecipazione della Provincia autonoma e alcune quote di privati come la Fondazione Caritro e l’Isa (Istituto Sviluppo Atesino). Questa società denominata Trentino Servizi, perché oltre al ciclo idrico gestiva anche gas, elettricità e il ciclo dei rifiuti, da un anno si chiama Dolomiti Energia, serve ora in tutto 200mila trentini ed è ritenuta da Mediobanca una delle venti aziende italiane più dinamiche, con 900 addetti e 2 miliardi di euro di fatturato. Gestisce oltre una cinquantina di sorgenti, 1.200 chilometri di acquedotti in 17 comuni, tariffe in fascia bassa rispetto alla media italiana, un telecontrollo 24 ore su 24 per monitorare eventuali perdite, un software di gestione esaltato dalle riviste specializzate. E con garanzie di qualità e trasparenza: sul sito si possono verificare i valori delle singole sorgenti. «La nostra formula mantiene al pubblico la regia – spiega l’a.d. Marco Merler – ma punta anche a garantire una gestione di alta efficienza e ottimi servizi di accessibilità per gli utenti». Il call center è stato premiato fra i 5 migliori d’Italia, ed è nata qui, col supporto della Cooperazione di consumo trentina, l’idea di promuovere il consumo di acqua del rubinetto, attraverso lo sconto per chi acquistava un kit gasatore. Anche la 'gasata', insomma, per molti trentini si fa in casa.
Condividi su Facebook

Il ritorno alle origini

Nasce l'Euroregione: Trieste sarà la capitale.
Dalle Agenzie - Ansa, 17 novembre 2009.



Con la definizione dello Statuto, del nome "Euroregione senza confini" e della capitale Trieste, è nata oggi a Venezia una nuova realtà territoriale che si propone come nuovo cuore d'Europa. Un'Euroregione a tre che ha visto la luce dopo un percorso avviato nel 2007. I soci fondatori sono il Veneto, il Friuli Venezia Giulia e la Carinzia, ma già bussano alla porta la Slovenia e le contee croate Istria e Litoraneo-montana.
A Venezia in palazzo Balbi il presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan e i suoi omologhi Renzo Tondo (Friuli) e Gerhard Dorfler (Carinzia) hanno discusso dello Statuto in attesa del via libera, per fine anno, della Convenzione. La nuova realtà ha lo scopo di offrire migliori servizi nei territori coinvolti, a cominciare da infrastrutture, formazione e sanità. Il tutto andando a caccia di quei fondi europei che le singole realtà regionali vedranno scemare tra il 2014 e il 2020.
"L'Euroregione è uno strumento al servizio delle nostre comunità, - ha sottolineato Tondo - mettendo il massimo dell'attenzione ai contenuti piuttosto che ai contenitori, andando ad interloquire con l'Europa per tradurre i progetti in realtà". Da parte sua Galan ha sottolineato come dal punto di vista etnico si vadano a fondere "i tre grandi ceppi culturali al centro dell'Europa, quello slavo, quello tedesco e quello latino". "Una sfida che va vinta dopo la scommessa comune fatta", è stato detto: l'ultimo ostacolo è il riconoscimento dell'Euroregione da parte dei rispettivi Stati.
Condividi su Facebook

Attimi di paura per l’incendio della canna fumaria

Tetto e soffitto di una villa danneggiati dal fuoco.



Partito dalla canna fumaria, il fuoco, si propaga al tetto creando seri danni alla villa di proprietà di I.A. situata alla periferia di Brembio, in Via Monte Grappa angolo via Dalla Chiesa. Sviluppatosi intorno alle diciannove di ieri sera per cause sconosciute, l’incendio ha creato attimi di paura nella famiglia composta di quattro persone; una giovane coppia con due bambini in tenera età che, accortisi dell’accaduto hanno avvisato i vigili del fuoco i quali, prontamente intervenuti, si sono prodigati mettendo in sicurezza l’abitazione limitando, per quanto possibile, i danni dell’incendio. Prima di mezzanotte, a operazione di sicurezza terminata, pur non dovendo lasciare l’abitazione ritenuta sicura dagli esperti, è subentrato un senso di sconforto nella giovane coppia nel costatare i danni causati dall’ incendio; il tetto parzialmente bruciato e da dover ripristinare in breve tempo vista la stagione, il camino da ricostruire interamente e buona parte dell’abitazione da risistemare perché invasa dal fumo e messa a soqquadro per l’opera dei vigili.


Condividi su Facebook

Cineforum: Katyn di Andrzej Wajda


Già nell'articolo di presentazione del cineforum proposto quest'anno dalla Biblioteca comunale "Pier Vittorio Tondelli" avevo sottolineato la qualità dei film proposti alla cittadinanza brembiese. Ottima la scelta del film programmato per sabato prossimo: "Katyn" di Andrzej Wajda di cui ecco subito il trailer.



Il 17 settembre 1939, a seguito dell’accordo di non belligeranza tra la Russia e la Germania Nazista, l’Armata Rossa attraversa il confine ed invade la Polonia. In pochi giorni tutte le province orientali polacche vengono occupate e migliaia di soldati, ufficiali, generali ed agenti di polizia polacchi vengono catturati e rinchiusi in campi di prigionia. Molti di essi, almeno 22 mila furono giustiziati nella primavera del 1940 nei centri del NKVD (la polizia politica di Stalin) nelle foreste di Katyn, Tver e Kharlov.



L'ordine di eccidio proposto da Beria e firmato da Stalin.

Quando furono scoperte le fosse comuni, nel 1943, l’armata tedesca disseminò una serie di liste, tra cui la lista di Katyn, con i nomi dei soldati rinvenuti e catalogati in base a foto, targhette ed effetti personali e fece forte propaganda per addossare le colpe alla Russia. Il governo sovietico negò per anni le accuse, imponendo un rigido silenzio sulla vicenda, perseguitando chiunque sostenesse la verità, negando alle famiglie delle vittime anche di depositare fiori sulle tombe dei propri cari. Il film parte proprio da qui, dalla memoria, dal ricordo, dal bisogno di verità e di giustizia di chi, come il regista che a Katyn ha perso il padre, ha vissuto quella tragedia e l’onta della menzogna. Il film, oltre a narrare la storia dell’eccidio di Katyn e le atrocità vissute dal popolo polacco - a metà tra la dittatura nazista e quella sovietica - racconta anche la strenua battaglia per perseverare la memoria e affermare la verità.



Il film. Anna, moglie del capitano Andrzej, attende il ritorno del suo uomo, fatto prigioniero dai russi insieme al compagno Jerzy. Alla sua storia si intrecciano quella della moglie di un Generale, che invece apprende da subito la notizia della morte del marito, di Agnieszka, sorella di un pilota e attivista della resistenza, di Maja, che in questa guerra perderà il marito per mano nazista e il figlio per quella comunista. Basandosi sul soggetto di Andrzei Mularczyk, autore del libro Post mortem, Andrzej Wajda, regista e sceneggiatore, dirige un film-documentario intenso e corale, che nasce dal desiderio di una nazione e di un popolo di onestà e verità, desiderio che coinvolge e traspare in tutto il cast. Un film consigliato a chi ama la storia, quella vera, e ha voglia di approfondire la fitta trama di un mistero mai raccontato prima. (Daniela Silvestri)



La menzogna su Katyn, imposta dal vincitore sovietico e sostanzialmente accettata dagli Alleati occidentali fu svelata solo dopo la caduta del comunismo e la verità su Katyn ha smesso di essere un argomento tabù. Nel nostro Paese però solo pochi fortunati sono riusciti a vedere il film nei cinema (12 in tutt’Italia). Non per colpa della società di distribuzione Movimento Film, il cui responsabile, Mario Mazzarotto, ha ammesso sconsolato che «di "Katyn" in versione italiana sono disponibili molte più copie di quante ne circolano attualmente, ma sembra che si stia facendo di tutto per boicottarne la visibilità». Censurato e avvolto nella menzogna di regime per oltre mezzo secolo, Katyn è stato un nome difficile da pronunciare ad alta voce anche qui da noi. Nell’immediato dopoguerra ci fu chi venne sottoposto ad un vero e proprio linciaggio morale da parte del Pci di Togliatti per aver sollevato i veli sull’eccidio che porta il marchio sovietico. Ora, anche se quella stagione d’inquietante omertà è stata archiviata per sempre, permane l'ottusa preclusione delle nostre sale cinematografiche. Anche se del Pdl, l'on. Alessandro Pagano fa una buona recensione del film nel video successivo.



L'eccidio, scoperto dalle truppe naziste, che ne fecero un forte strumento di propaganda contro i sovietici, ha nei nostri giornali dell'epoca un notevole rilievo e rileggendo ad esempio Il Piccolo di Trieste, si può ben asserire che costituì la base "ideologica" su cui fondare la propaganda anti-Tito riguardante i ritrovamenti in Istria del 1943. Ma questa è un'altra storia. Di seguito alcuni video che raccolgono immagini dell'epoca dei ritrovamenti e successive. Molte immagini sono molto crude e, dunque, se ne sconsiglia la visione alle persone sensibili.





Infine un documentario, "Polska Kronika Filmowa 1991.09.18 - Nr 38".


Condividi su Facebook

La protesta dei sindaci e la privatizzazione dell'acqua

Parola di sindaco.
Quanto è difficile amministrare.

Rassegna stampa - Il Cittadino, 23 novembre 2009.



Caro direttore, vorrei brevemente intervenire su due fatti a mio giudizio molto importanti per la vita dei nostri Comuni e quindi dei nostri concittadini; mi riferisco alla manifestazione dei Sindaci del Nord svoltasi venerdì 20 novembre a Milano ed alla recentissima approvazione del Decreto legge sulla privatizzazione del servizio idrico, in sintesi della privatizzazione dell’acqua. Parto dal primo evento, la manifestazione dei Sindaci del Nord a Milano, manifestazione alla quale ho partecipato con la convinzione di dover anche con la singola presenza segnalare al Governo ma prima ancora ai cittadini, il crescente senso di frustrazione e disagio che in modo bipartisan (ricordo a tutti che uno dei promotori della manifestazione è il leghista Attilio Fontana sindaco di Varese nonché neopresidente di Anci Lombardia) sale dai Sindaci del Nord verso un legislatore troppo poco attento alle comunità locali.
I motivi del disagio e delle preoccupazioni sono ormai noti, ma vale qui la pena ricordarli: un patto di stabilità incomprensibilmente complesso e penalizzante per i Comuni sopra i 5.000 abitanti, una continua diminuzione dei trasferimenti erariali a fronte di un aumento delle competenze (come dire, devi fare di più con meno risorse e se i cittadini si lamentano fatti tuoi) una continua e mirata demonizzazione dei Comuni con campagne stampa infamanti spesso non supportate da dati reali, infine ma non ultima una insoddisfacente fiscalità locale che alla faccia del tanto osannato federalismo fiscale (giova ricordare a tutti che se tutto va bene andrà a regime tra 10 anni) mortifica l’autonomia dei Comuni.
In questo contesto si inseriscono non ultime due chicche; il mancato rimborso dell’I.C.I. prima casa (ricordo che la legge recitava testualmente che il governo avrebbe rimborsato ai Comuni il mancato gettito) e il taglio dei fondi per le politiche socio assistenziali (in piena crisi economica). Quest’ultima questione spiega anche le difficoltà di molti comuni lodigiani a conferire risorse al fondo di solidarietà provinciale, ma questa questione da tante parti sollevata un poco ingiustamente verso i Sindaci merita un’articolo a parte che mi riprometto di inviarle.
In questo quadro, e mi rivolgo alle categorie produttive, si capisce bene che i Comuni faticano a svolgere un ruolo, quello di volano primario delle economie locali (e di riflesso di quella Nazionale) di cui tanto ci sarebbe invece bisogno; ma non solo, faticano sempre di più a garantire i servizi essenziali ai cittadini.
Io penso che di questo tante persone che magari sino a ieri banalizzavano il ruolo dei Comuni sull’onda di una facile strumentalizzazione politica oggi, come imprenditori, agricoltori, artigiani o commercianti oppure banalmente come utenti di servizi socioassistenziali, cominciano a rendersi
conto che le proteste dei Sindaci hanno un fondamento concreto facilmente purtroppo rintracciabile nello scadimento della qualità della loro vita quotidiana.
Sul secondo tema, l’approvazione del Decreto che privatizza la gestione dell’acqua (semplifico) mi limito a fare qualche osservazione; come dimostrato da recenti analisi economiche una gestione privata dell’acqua innesca inevitabilmente un costante innalzamento della tariffa (aumenta la bolletta) senza benefici di efficienza dimostrabili. Inoltre privatizzare l’acqua soprattutto in alcune zone del paese, espone i più deboli al rischio di non poter usufruire di un servizio essenziale per la sopravvivenza.
Naturalmente il discorso è lungo e complesso e non banalizzabile; tuttavia per i brevi motivi sopra citati sono personalmente contrario a questo decreto e mi batterò assieme a tanti altri per modificarlo. Spero che in questa azione il Lodigiano si dimostri compatto e convinto come lo è stato sinora, siamo infatti l’unica Ato in Italia ad aver affidato ad un soggetto interamente pubblico, la Sal, il servizio idrico integrato.
Cordialmente
Giuseppe Sozzi, sindaco di Brembio.
Condividi su Facebook

I Talenti delle donne ieri a Lodi

Tanta gente tra i 94 stand allestiti al palazzetto dello sport per l’edizione 2009 dei “Talenti delle donne”. La creatività dell’altra metà del cielo.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Matteo Brunello, 23 novembre 2009.

Piccole nicchie con presepi fatti solo di sassi, casette di legno decorate per recapitare la posta e persino un tappeto di rose bianche con materiali riciclati. Sono le “magie” dei “Talenti delle donne”, esposizione che è stata allestita ieri al PalaCastellotti di Lodi. Complessivamente erano 94 gli stand presenti, con la partecipazione anche di diverse associazioni del territorio, tra cui Amici di Serena, comitato provinciale dell’Unicef, associazione culturale Casa del popolo e molte altre. E nei diversi banchetti non sono mancate autentiche sorprese. «La qualità dell’esposizione è sempre più alta, questo a dimostrazione che le donne hanno molto talento e lo vogliono far fruttare» spiega l’assessore del comune, Giuliana Cominetti.
Si potevano notare mazzi di fiori, realizzati con i resti di bottiglie in plastica. «Utilizzo ad esempio i contenitori della Pepsi, con cui ho creato fiori che ricordano le rose bianche. E ancora i recipienti delle olio di semi in plastica, da cui ho creato delle altre forme», spiega la sua passione da hobbista, Anna Menegolo di Sesto San Giovanni. Più in là si distinguevano i pregiati lavori di Maria Teresa Raimondi Lucchetti, proveniente da Chieve (Cremona), con la sua esposizione di porcellane dipinte a mano, che riprendono motivi floreali. E, tra i molti banchetti, i più attenti potevano scovare presepi in miniatura, dal tocco artistico, costruiti con delle semplici pietre e un po’ di vernice. Lavori curati nei dettagli da Graziella De Poli di Crema, che proponeva anche mazzi di fiori in materiale riciclato e altri originali prodotti. Scorrendo il grande “catalogo” della mostra, che come ogni anno offre un esteso panorama di curiosità, l’occhio era sicuramente attratto anche da collane in taffetà di seta, che vengono assemblate con cura da Maria Graziosa Zighetti. Infine nel programma dell’iniziativa, è stata allestita un’area gioco per i bambini, curata dalla società cooperativa Lodi Land, è stato organizzato uno spettacolo Fiaba animata, a cura di e con Graziella Cadore, protagonista della storica trasmissione Rai per bambini «L’albero azzurro», oltre ad un’esibizione di danze caraibiche organizzata dall’associazione Duende classe de balle. Tutto l’evento è stato promosso da comune di Lodi, in collaborazione con Coop Lombardia, Unione del commercio, turismo e servizi della provincia di Lodi, gruppo donne Impresa Confartigianato, Lodi Affari, comitato locale di Lodi Croce rossa italiana.
Condividi su Facebook

Sinistra ecologia e libertà per una lista unitaria

Gli ecologisti e la sinistra verso una lista per Guerini.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Greta Boni, 23 novembre 2009.

Sinistra ecologia e libertà chiama a raccolta il centrosinistra in vista delle elezioni comunali che a marzo rinnoveranno i vertici di palazzo Broletto. «Siamo disponibili a partecipare alla coalizione di centrosinistra con una lista unitaria in grado di raccogliere tutte le forze di sinistra che operano in città - fanno sapere i diretti interessati -. Una lista che sappia rappresentare non solo i partiti della sinistra storica, ma soprattutto le associazioni e i singoli che nella loro azione si richiamano ai valori e agli ideali di libertà, solidarietà, giustizia sociale, laicità, propri di una sinistra di governo. Una lista aperta a tutti i contributi e non chiusa nel recinto delle appartenenze partitiche. Una lista di donne e uomini che sappiano affrontare e risolvere i problemi della comunità lodigiana animati, nelle azioni di ogni giorno, dai valori che la sinistra rappresenta. Una lista che si riconosca in un nuovo e unico simbolo, in grado di rappresentare quella nuova Lodi di sinistra capace di affrontare e risolvere le molte sfide poste da questi tempi difficili».
La formazione raccoglie sul territorio Sinistra democratica, Verdi, Socialisti e i “vendoliani”, il gruppo uscito da Rifondazione comunista per seguire Nichi Vendola. «Mancano poco più di quattro mesi dalle elezioni amministrative che riguardano sia la regione Lombardia sia la città di Lodi e non ci sono ancora chiare indicazioni sulle modalità di svolgimento delle stesse. Come nel passato, si aspetta di essere vicini alle scadenze elettorali per imporre delle soglie di sbarramento al fine di eliminare dalla scena politica partiti e movimenti scomodi. La presunta semplificazione del quadro politico che così si ottiene avvantaggia i partiti già di grosse dimensioni, ma colpisce l’impianto democratico del paese, determinato dalla nostra Costituzione». In attesa che il quadro politico si chiarisca, i partiti e i movimenti che hanno dato vita all’alleanza di Sinistra ecologia e libertà confermano la loro disponibilità a lavorare per la costruzione di un programma e di una coalizione di centrosinistra «in grado di affrontare e vincere le elezioni amministrative di Lodi».
Condividi su Facebook

La strada per Zorlesco fa un'altra vittima

Un 31enne a Brembio.
Si schianta in scooter, ora rischia la paralisi.

Rassegna stampa - Il Cittadino, D.C., 23 novembre 2009.

Brembio - Cade con lo scooter e rischia di restare paralizzato. Grave incidente venerdì sera, poco prima delle 22, sulla provinciale 141 che collega Brembio a Zorlesco, ancora in territorio di Brembio. Ancora da chiarire l’esatta dinamica dello schianto, al vaglio dei carabinieri della compagnia di Codogno. In ogni caso l’uomo, C.G. le iniziali di 31 anni, è stato portato d’urgenza all’ospedale San Raffaele di Milano con l’ambulanza per una sospetta lesione alla spina dorsale: dopo lo schianto non sentiva più le gambe. Sembra che abbia fatto tutto da solo, anche se i carabinieri stanno ancora vagliando tutte le ipotesi per fare luce su questo incidente che potrebbe avere conseguenze molto gravi.
Non è la prima volta che la provinciale 141 diventa teatro di incidenti stradali. Negli ultimi mesi, anzi, le uscite di strada e gli schianti sono stati diversi, il più grave dei quali (avvenuto lo scorso settembre) ha visto finire in ospedale una donna di 36 anni di Casalpusterlengo, che in bicicletta era andata a sbattere contro un’auto che proveniva dalla direzione opposta. Inizialmente si temette il peggio per la donna, ma dopo pochi giorni i medici di Cremona, dove venne ricoverata in neurochirurgia, la dichiararono definitivamente fuori pericolo.
L’allarme di venerdì è scattato invece di sera, quando la zona era al buio, intorno alle 22. L’ambulanza della Croce Casalese e l’automedica del “118” hanno medicato il giovane ferito. «Non mi sento più le gambe» avrebbe detto il 31enne ai sanitari che si prendevano cura di lui. I medici a quel punto lo hanno caricato con la massima cura sull’ambulanza e lo hanno portato d’urgenza al San Raffaele, temendo un trauma alla spina dorsale che avrebbe potuto costargli anche la paralisi. Ora è ancora ricoverato in gravi condizioni, la sua situazione viene tenuta costantemente sotto controllo dai medici.
Condividi su Facebook