FATTI E PAROLE

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venerdì 9 ottobre 2009

Gemellaggio 2009 - Altri significativi momenti

Momenti della Santa Messa di domenica 4 ottobre.
FotoPost - Foto di Renato Noli.








Gli amici francesi che hanno partecipato alle tre giornate, ringraziano con una e-mail della Presidente del Comitato di Saint-Christo Mireille Voron, le famiglie brembiesi ospitanti e quanti in diversi compiti e ruoli si sono prodigati perché il soggiorno riuscisse pienamente e con grande soddisfazione da parte di entrambe le comunità. Arrivederci in Francia.
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Solidarietà al Presidente Napolitano

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
L'ANPI: Berlusconi verso una deriva autoritaria appartenente al passato, è fuori e contro le regole della democrazia.

L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, testimone e custode dei valori di Libertà e Giustizia che hanno ispirato la lotta di Liberazione nazionale e il mutamento profondo della nostra Patria dal totalitarismo fascista alla democrazia, rievocando il percorso storico attraverso cui è stata elaborata e approvata – con larghissima e condivisa maggioranza – la Carta costituzionale, esprime profonda solidarietà al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che della Costituzione è interprete rigoroso e lungimirante, a fronte degli inammissibili attacchi politici del Presidente del Consiglio, che con essi si colloca fuori e contro le regole del sistema democratico, sulla via di una deriva autoritaria e pericolosa appartenente al passato.
La Presidenza Nazionale ANPI

La Segreteria Nazionale dell'Anpi ha inviato ai Presidenti dei Comitati provinciali e ai Coordinatori regionale la seguente circolare:
Carissimi,
nel ribadire la ferma denuncia e la riprovazione – già espresse dalla Presidenza Nazionale – della vergognosa, provocatoria ed eversiva aggressione compiuta dal Presidente del Consiglio contro la Costituzione oltre che la più viva solidarietà al Presidente della Repubblica, quale garante massimo della Costituzione e della sua applicazione, e verso la Corte Costituzionale ed i giudici che ne fanno parte, la Segreteria Nazionale vi invita a convocare con urgenza gli organi dirigenti affinché siano promossi in tutto il Paese incontri degli antifascisti e dei democratici, aperti ai loro partiti ed alle loro associazioni, per perseguire i seguenti obbiettivi:
1 – suscitare ovunque, in questo momento difficile e cruciale della vita democratica e delle istituzioni, la partecipazione estesa, unitaria, intensa e vigile dei cittadini alla vita politica;
2 – far sì che si levi dal Paese forte e unitaria la richiesta dei partigiani, degli antifascisti e dei democratici del rispetto delle regole democratiche e che il confronto politico si svolga nella massima serenità per la pacifica convivenza civile ed in primo luogo in Parlamento come prescrive la Costituzione.
Carissimi,
il momento è difficile e impegnativo. Il mondo dell’antifascismo, della Resistenza e l’ANPI debbono essere in campo suscitando la più ampia unità contro ogni rigurgito autoritario ed eversivo, e per difendere la libertà riconquistata con la Liberazione, e, con essa, la democrazia e la Costituzione.
Cordiali saluti
La Segreteria Nazionale
Luciano Guerzoni

P.S.: Si prega di informare tempestivamente il Centro Nazionale delle iniziative che saranno promosse per darne conto sul nostro portale.
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Scegli la bici che ti piace, e poi pedalaaaaaaaaa

Le biciclette degli alunni davanti alle scuole.
Forse è il caso di intervenire opportunamente.

Fotopost.

Il caotico parcheggio delle biciclette dei ragazzi davanti alla scuola mette in evidenza, ancora una volta, la necessità delle rastrelliere.








Nella bacheca di Rifondazione

La legge è uguale per tutti.

Berlusconi, fatti processare, se sei innocente continui a governare come è tuo diritto visto che hai vinto le elezioni. Se sei colpevole il tuo posto è in galera come è tuo dovere (senza tanti giri di parole).
Intanto, noi siamo ansiosi di vedere di che pasta sei fatto, per ora ti vediamo cotto come la pasta che non tiene la cottura.
P.R.C. Brembio


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Amnesty a Roma contro l'omofobia

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
La Sezione italiana di Amnesty International ribadisce la propria preoccupazione per la crescente intolleranza nei confronti delle persone LGBT e aderisce alla manifestazione nazionale contro l’omofobia in programma domani a Roma.

La Sezione Italiana di Amnesty International ha ribadito oggi la propria preoccupazione per la crescente intolleranza nei confronti delle persone Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e trans gender) in Italia e annunciato la partecipazione alla manifestazione nazionale "Uguali", in programma domani, sabato 10 ottobre, a Roma.
Negli ultimi mesi, nel contesto di un crescente clima di ostilità verso le minoranze che colpisce anche i rom, i migranti e i richiedenti asilo, gli organi di informazione hanno riportato una serie di notizie di attacchi omofobici in diverse città italiane. Tra esse Pordenone, Firenze, Bologna, Pavia, Udine e Roma dove ad agosto, in meno di due settimane, sono stati denunciati tre attacchi, rispettivamente a una coppia gay nei pressi del Gay Village, al Qube (un noto locale che organizza settimanalmente eventi gay) e in via San Giovanni in Laterano, popolare luogo d'incontro della comunità Lgbt romana.
In assenza di dati ufficiali relativi ai crimini basati sull'intolleranza contro persone Lgbt, l'Arcigay ha segnalato che il numero di tali episodi nei primi nove mesi del 2009 ha già raggiunto quello complessivo del 2008.
Di fronte a questo scenario, Amnesty International chiede alle autorità
italiane di assicurare che i crimini commessi a causa dell’identità di genere o dell’orientamento sessuale delle vittime siano efficacemente indagati e che chiunque sia ritenuto responsabile sia portato di fronte alla giustizia. Le autorità italiane, secondo Amnesty International, dovrebbero contrastare con maggiore decisione gli atteggiamenti omofobici e garantire più sicurezza alle persone Lgbt.
Amnesty International chiede inoltre che tutti i reati mossi da motivi etnici, razziali, religiosi, di identità di genere o di orientamento sessuale o da motivi analoghi siano efficacemente investigati e perseguiti secondo leggi che prevedano sanzioni tali da riflettere la gravità della violazione dei diritti umani commessa. Per questi motivi, pur non entrando nel merito delle specifiche misure che ogni stato intende applicare per perseguire adeguatamente questo tipo di azioni, Amnesty International ritiene necessario che tutti gli atti che hanno a fondamento una discriminazione siano trattati in modo simile, a prescindere dal connotato specifico della discriminazione stessa.
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Obama nobel per la pace

Era l'alba a Washington quando Oslo ha dato l'annuncio.
"Non sono sicuro di meritarlo".
Il presidente: "Accetterò questo premio come un'esortazione ad agire".
Devolverà l'intero ammontare in beneficenza. La Casa Bianca: "Una vera surprise". Il portavoce ha commentato la notizia con un "wow". Berlusconi: "Giusto riconoscimento al tuo lavoro". Napolitano: "Premio meritato per visione innovativa e lungimirante".
Dalle Agenzie - Adnkronos/Ign, 9 ottobre 2009.

Barack Obama accoglie "con umiltà" il premio Nobel per la pace. Con un breve intervento nel giardino della Casa Bianca, il presidente americano dice di considerare il riconoscimento un tributo "alla leadership dell'America" per la ricerca della pace e la difesa dei diritti nel mondo. Ed aggiunge, quasi replicando a chi già poche ore dopo dall'annuncio ha cominciato ad avanzare i dubbi sulla scelta di Oslo, di non essere "sicuro di meritare di essere al fianco delle persone straordinarie che hanno ispirato me ed il mondo intero".
Obama ha detto di essere rimasto "sorpreso" dalla notizia del premio che ha definito "un'esortazione ad agire". "Accetterò questo premio come un'esortazione ad agire, una chiamata a tutte le nazioni per confrontare le sfide del 21esimo secolo" ha detto ancora. Un'azione, ha ripetuto in apertura e chiusura del discorso, che deve essere quanto mai collettiva: "queste sono sfide che non un solo uomo o una sola nazione puo' affrontare".
Il presidente ha poi praticamente ripercorso, senza naturalmente citarli, i punti della motivazione del premio Nobel: l'impegno per la lotta alla proliferazione nucleare, il clima, il dialogo con il mondo arabo, la ricerca della pace in Medio Oriente. Ma non ha mancato di ricordare di essere "il comandante in capo delle forze americane" con la responsabilita' di "chiudere una guerra", riferendosi all'Iraq, ed un'altra "contro un nemico spietato che minaccia il nostro paese ed i nostri alleati", riferendosi all'Afghanistan.
In serata, la Cnn, citando fonti dell'Amministrazione, ha fatto sapere che il presidente Obama devolverà in beneficenza l'intero ammontare del premio Nobel. Non è ancora stato deciso, però, a quali organizzazioni o a quali scopi. Obama sarà a Oslo il 10 dicembre, giorno della tradizionale consegna dei premi, che coincide con l'anniversario della morte di Alfred Nobel.
Non ha invece celato l'entusiasmo e la sorpresa il portavoce di Obama, Robert Gibbs, che a chi gli ha dato la notizia del premio ha risposto con uno "Wow". A Washington i funzionari dell'amministrazione Obama si sono detti "quite surpise" ('piuttosto sorpresi') del premio che la Casa Bianca, evidentemente, non si aspettava.
Dall'Italia congratulazioni a Obama sono arrivate dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. ''L'attribuzione del premio Nobel per la pace - ha scritto il premier in un messaggio al presidente degli Stati Uniti - è un giusto riconoscimento al tuo lavoro per il rilancio di una politica di cooperazione fra i popoli. Il tuo sogno di un mondo senza armi nucleari e di dialogo tra tutte le nazioni ha riacceso la speranza di un futuro di pace''. Per il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, Obama ha meritato il premio per ''la sua visione innovativa e lungimirante dei problemi della pace e della cooperazione internazionale".
Apprezzamento è stato espresso anche dalla Santa Sede ''alla luce dell'impegno dimostrato dal presidente per la promozione della pace nel campo internazionale, e in particolare anche recentemente in favore del disarmo nucleare'', si legge in una dichiarazione del direttore della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi. ''Ci si augura - si legge ancora - che questo importantissimo riconoscimento incoraggi ulteriormente tale impegno difficile ma fondamentale per l'avvenire dell'umanità, affinché possa portare i risultati sperati''.
Congratulazioni anche dal cancelliere tedesco Angela Merkel, dal primo ministro britannico Gordon Brown, dal premier spagnolo José Luis Rodriguez Zapatero e dal presidente francese Nicolas Sarkozy.


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Rispetto dei diritti umani in Africa e in Russia

Riceviamo da Amnesty International Italia e volentieri pubblichiamo.
World Habitat Day: Amnesty International chiede ai governi africani di porre fine agli sgomberi forzati.

In occasione del World Habitat Day, svoltosi lunedì 5 ottobre, Amnesty International ha chiesto ai governi africani di porre fine agli sgomberi forzati, che ogni anno lasciano centinaia di migliaia di persone senza casa. Nella maggior parte dei casi, questi sgomberi avvengono in assenza di procedure corrette, di consultazione, di adeguato preavviso, di risarcimento e facendo ricorso a un uso eccessivo della forza.
"È totalmente inaccettabile che i governi di tutto il continente continuino ad agire in violazione delle norme internazionali e regionali, tra cui la Carta africana sui diritti umani e dei popoli" – ha dichiarato Erwin van der Borght, direttore del Programma Africa di Amnesty International. "I governi hanno il dovere di garantire la fine degli sgomberi forzati e di assicurare che coloro che li hanno subiti ricevano una sistemazione alternativa adeguata e possano avere accesso a rimedi giudiziari efficaci".
Amnesty International ha documentato casi di sgomberi forzati in Angola, Ciad, Egitto, Ghana, Guinea Equatoriale, Kenya, Nigeria, Sudan, Swaziland e Zimbabwe. Le conseguenze possono essere catastrofiche, specialmente per coloro che vivono già in povertà.
"Gli sgomberi forzati non significano solo perdere la propria abitazione e i propri beni ma anche rischiare di non poter più avere accesso ad acqua potabile, cibo, servizi igienici, lavoro, salute e istruzione" – ha sottolineato van der Borght.
I più recenti sgomberi forzati nel continente africano, tra luglio e agosto, hanno avuto luogo in Angola, Ciad, Kenya e Nigeria.
In Angola, tra il 20 e il 26 giugno scorso, circa 3000 famiglie sono state sgomberate dai quartieri di Iraque e Bagdad, nella capitale Luanda. Le loro case sono state demolite e i beni personali distrutti. Le 3000 famiglie sono rimaste senza un riparo.
In Ciad, dal febbraio 2008, decine di migliaia di persone sono rimaste senza tetto a seguito di una campagna di sgomberi nella capitale N’Djamena. Gli ultimi sono stati eseguiti quest’anno a luglio e altre persone vivono ancora sotto la minaccia dello sgombero.
In Kenya, nel luglio di quest’anno, 3000 persone sono state sgomberate dall’insediamento di Githogoro, nella capitale Nairobi. Gli sgomberi sono avvenuti senza adeguato preavviso e senza aver consultato gli interessati.
Molti di questi sono rimasti senza riparo, costretti in alcuni casi a vivere tra le macerie delle proprie case e senza accesso ad acqua potabile, servizi igienici e cure mediche.
In Nigeria, ad agosto, il governo dello stato di Rivers ha dato il via allo sgombero forzato di migliaia di persone per fare spazio a una multisala cinematografica. Altre migliaia di persone rischiano di subire la stessa sorte. La maggior parte delle vittime ha denunciato di non essere stata adeguatamente consultata. Il governo non ha predisposto alcuna sistemazione abitativa alternativa.
In molti paesi, tra cui Burkina Faso, Costa d’Avorio, Ghana, Kenya, Nigeria, Senegal, Togo e Zimbabwe, vittime di sgomberi forzati e attivisti di Amnesty International hanno manifestato contro questa pratica distruttiva.
"La gente non starà a guardare mentre le loro abitazioni vengono illegalmente distrutte dai loro governi" – ha concluso van der Borght.
Nell’ambito della campagna globale "Io pretendo dignità", Amnesty International chiede a tutti i governi africani di adottare linee guida sugli sgomberi, basate sui "Principi di base e le Linee guida delle Nazioni Unite sugli sgomberi e dislocamenti determinati da progetti di sviluppo" e che siano in linea con le norme internazionali in materia di diritti umani.
Amnesty International ritiene che la povertà sia una questione di diritti umani e ha lanciato, nel maggio di quest’anno, una campagna dal titolo "Io pretendo dignità", per chiedere la fine delle violazioni dei diritti umani che creano e acuiscono la povertà. La campagna mobiliterà persone di ogni parte del mondo per pretendere che i governi e le aziende ascoltino la voce di coloro che vivono in povertà e rispettino i loro diritti.
Secondo il diritto internazionale gli sgomberi forzati (sgomberi messi in atto senza le garanzie procedurali appropriate, inclusa la possibilità di chiedere un risarcimento attraverso un tribunale e senza le assicurazioni di un alloggio alternativo adeguato) costituiscono una grave violazione di una serie di diritti umani incluso il diritto a un alloggio adeguato. Gli sgomberi devono essere effettuati solo come ultima soluzione e quando tutte le alternative possibili sono state esplorate e tutte le garanzie procedurali appropriate, in linea con gli standard europei e internazionali sui diritti umani, siano state messe in atto.

Tre anni fa l’omicidio di Anna Politkovskaya. Amnesty Iinternational chiede al Presidente russo Medvedev di agire per porre fine agli attacchi contro gli attivisti per i diritti umani.

Tre anni dopo l’omicidio di Anna Politkovskaya, le violenze e le intimidazioni contro gli attivisti per i diritti umani in Russia e nel Caucaso settentrionale sono ancora in aumento. Lo ha denunciato Amnesty International, che ha scritto una lettera al presidente della Russia, Dmitry Medvedev, sollecitando misure autentiche per porre fine agli attacchi e un impegno concreto per portare di fronte alla giustizia i responsabili.
"Il fatto che chi ha commesso e chi ha ordinato l’omicidio di Anna Politkovskaya sia ancora libero è la testimonianza di quanto le autorità russe non abbiano indagato a fondo su crimini del genere" – ha dichiarato Irene Khan, Segretaria generale di Amnesty International.
L’elenco delle persone che hanno denunciato le violazioni dei diritti umani in Russia (attivisti, avvocati, giornalisti) e che, con ogni probabilità per questo motivo, sono state assassinate o hanno subito intimidazioni, è lungo.
Quest’anno a gennaio Stanislav Markelov, un avvocato che aveva lavorato a stretto contatto con Anna Politkovskaya, è stato assassinato a Mosca. Anastasia Baburova, una giornalista, è caduta al suo fianco.
Attacchi del genere, nei confronti di persone impegnate a proteggere i diritti umani, sono comuni nel Caucaso settentrionale. Il 15 luglio, Natalia Estemirova, esponente del centro per i diritti umani Memorial, è stata sequestrata nella capitale cecena, Grozny. Il suo corpo è stato ritrovato poche ore dopo nella vicina Inguscezia. La vittima aveva ricevuto in passato numerose minacce a causa del suo impegno in favore dei diritti umani.
L’omicidio di Natalia Estemirova ha avuto luogo in un clima in cui gli attivisti vengono pubblicamente minacciati dalle autorità cecene, che li accusano di essere sostenitori dei gruppi armati illegali. All’inizio del mese, Adam Delimkhanov, parlamentare russo e stretto alleato del presidente ceceno Ramzan Kadyrov, era apparso alla Tv Cecena minacciando "i cosiddetti difensori dei diritti umani, amici dei terroristi". In un’intervista rilasciata a Radio Liberty poco dopo l’omicidio di Natalia Estemirova, il presidente Kadyrov ha definito irrilevante il lavoro della vittima, aggiungendo che si trattava di una persona "priva totalmente di onore e del senso della vergogna".
"È indispensabile che le indagini sulle uccisioni di Natalia Estemirova, Stanislav Markelov, Anastasia Baburova e Anna Politkovskaya siano condotte con imparzialità e indipendenza e che non manchino, ove emergano indizi, di investigare sulle complicità di esponenti del governo, compresi i livelli più alti" – ha aggiunto Khan.
Amnesty International continua a essere preoccupata per l’incolumità di esponenti di Memorial tanto nel Caucaso settentrionale quanto a Mosca.
Akhmed Gisaev, poco prima dell’uccisione di Natalia Estemirova, stava seguendo insieme a lei il caso di una presunta esecuzione extragiudiziale in un villaggio ceceno. Da allora viene pedinato e riceve minacce.
Zarema Saidulaeva, presidente dell’associazione umanitaria Salviamo la generazione, è stata assassinata insieme al marito, Alik Dzhabrailov, l’11 agosto. I due sono stati sequestrati di fronte alla sede dell’associazione, a Grozny, da uomini che si erano qualificati come personale di sicurezza. Poche ore dopo, i loro corpi sono stati ritrovati nel portabagagli della loro automobile.
A Makhachkala, capitale del Daghestan, è stato recentemente chiuso l’ufficio delle Madri del Daghestan per i diritti umani. Due esponenti dell’associazione, Svetlava Isaeva e Gulnara Rustamova, insieme ad altri attivisti, avvocati e giornalisti locali, sono stati additati con nome e cognome come sostenitori e fiancheggiatori dei gruppi armati illegali. Sui volantini distribuiti nella capitale si invitava ad eliminarli.
"È davvero giunto il momento che il presidente Medvedev mostri la volontà politica di stare dalla parte dei diritti umani in Russia e che agisca contro questo clima di paura e intimidazione" – ha concluso Khan.
Amnesty International chiede al presidente Medvedev di garantire indagini approfondite e processi in linea con gli standard internazionali su questi crimini. A tre anni dall’omicidio di Anna Politkovskaya, le autorità russe devono porre fine agli attacchi contro coloro che agiscono per proteggere i diritti umani in Russia.
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Costruire un patto sulla sicurezza sociale

L’obiettivo è quello di evitare «fughe in avanti». No alla repressione sì all’integrazione: «Altrimenti si rischiano situazioni esplosive». Patto fra undici comuni per la sicurezza. In prefettura si è svolto l’incontro su strategie e politiche unitarie.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Andrea Bagatta, 9 ottobre 2009.

Undici sindaci del territorio insieme al prefetto per costruire un patto sulla sicurezza sociale e dare vita a una conferenza dei sindaci. L’obiettivo è quello di scrivere un protocollo d’intesa per fare in modo di non avere politiche sulla sicurezza a macchia di leopardo, in cui chi è più grande o ha più risorse riesce a gestire il problema, magari scaricandolo su comuni limitrofi più piccoli. È quanto emerso dall’incontro che si è tenuto a Lodi in prefettura martedì nel tardo pomeriggio: due ore di confronto a cui hanno partecipato il prefetto Peg Strano Materia, accompagnata da diversi funzionari, e dieci sindaci in rappresentanza di undici comuni, assente giustificato il sindaco di San Fiorano. Le realtà che aderiscono a questa iniziativa, dai quali sono emersi pareri molto positivi sul confronto, sono Lodi Vecchio, Crespiatica, Caselle Lurani, Ossago, Brembio, Turano, Bertonico, Somaglia, Orio Litta, Castiglione d’Adda e San Fiorano. «L’incontro è stato molto positivo e ci porterà ad attuare delle azioni concrete in termini di sicurezza, condivise sul territorio tra i vari sindaci e con l’approvazione preventiva della prefettura - dice Giuseppe Sozzi, sindaco di Brembio -. In scia a quanto annunciato da Lodi, vogliamo arrivare a un protocollo d’intesa, aperto a chiunque vorrà aderire, per mettere in atto politiche omogenee per la sicurezza, per il controllo del territorio, per la prevenzione del disagio giovanile, del bullismo e del vandalismo, per il contrasto all’emarginazione e alle problematiche conseguenti all’immigrazione irregolare». E l’iniziativa non avrà soltanto un valore per le politiche repressive e di controllo, ma anche di integrazione. «La sicurezza non è solo un problema di ordine pubblico, ma anche di cultura dei valori e di integrazione - spiega il primo cittadino di Caselle Lurani Sergio Rancati -. La sicurezza si fa anche con l’inclusione e non solo con l’esclusione. Politiche solo repressive pagano nel breve periodo, ma nel medio e lungo termine rischiano di creare situazioni esplosive. Dall’incontro di martedì nasce un coordinamento, una piccola conferenza dei sindaci, aperta anche agli altri colleghi interessati, e che potrebbe trovare sede fisica nella prefettura a testimonianza della totale disponibilità che abbiamo incontrato». Ma da questo tavolo di confronto potrebbero arrivare anche indicazioni molto concrete su atti normativi e loro implicazioni legislative. «Con il prefetto ci siamo anche confrontati su alcuni temi tecnici particolari, a partire da eventuali atti d’indirizzo per concedere le residenze agli stranieri ancorandole al reddito - prosegue il sindaco di Somaglia Giuseppe Medaglia -. Abbiamo chiesto di lavorare insieme agli uffici della prefettura sull’analisi delle normative più recenti, anche per stendere documenti guida da poter utilizzare in modo omogeneo su tutto il territorio, senza fughe in avanti». E tra gli altri temi, molto spazio ha avuto quello relativo al disagio giovanile e alle sue conseguenze, il bullismo e il vandalismo. «Sono problemi che tutti i comuni hanno, e che si affrontano tra tante difficoltà, anche economiche - spiega Giancarlo Cordoni, sindaco di Lodi Vecchio -. Pattugliamenti del territorio congiunti tra più comuni e percorsi condivisi per ottenere più risorse sono le strade da seguire».


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Un settembre «bruttissimo»

Sono tremila i dipendenti che usufruiscono degli ammortizzatori sociali, mentre per almeno 1.300 si è aperta la mobilità. Lavoro, un autunno nero all’orizzonte. In scadenza molte casse integrazioni, i sindacati sono in allarme.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Lorenzo Rinaldi, 9 ottobre 2009.

Tremila lavoratori interessati dalla cassa integrazione e almeno 1300 in mobilità. Sono questi i numeri della crisi nel Lodigiano, secondo l’osservatorio della Cisl. Il sindacato cattolico parla di un settembre «bruttissimo», con un’ondata di casse integrazioni. Il quadro critico viene confermato anche dalla Cgil, secondo cui l’autunno lodigiano sarà «nerissimo». Già nelle prossime settimane, infatti, rischia di esplodere il problema delle tante ditte, soprattutto metalmeccaniche e chimiche, che non avranno più diritto alla cassa integrazione ordinaria. La legge prevede infatti un massimo di 52 settimane di cassa ordinaria in un biennio: nel Lodigiano ci sono aziende che hanno già sforato il tetto, e per questo hanno chiesto di accedere alla cassa straordinaria. «Ma ci sono altre realtà produttive che si apprestano a sforare il tetto massimo già nelle prossime settimane - avverte Mario Uccellini, segretario generale della Cisl di Lodi -, questo significa che per il futuro dovranno accedere alla cassa integrazione in deroga, finanziata da fondi stanziati da governo e regione Lombardia. Il rischio reale è che questi fondi finiscano molto presto, perché ci aspettiamo mesi difficili, in cui diverse aziende termineranno le 52 settimane di cassa a disposizione». I settori più a rischio, nel Lodigiano, sono il metalmeccanico e il chimico, con quest’ultimo che «già deve fare i conti con le riorganizzazioni aziendali delle multinazionali Lever e Akzo Nobel», ricorda Domenico Campagnoli, segretario generale Cgil Lodi. Proprio nel chimico, sono due le grandi aziende che hanno quasi finito la cassa ordinaria. La Pregis di Ossago è arrivata alla 45esima settimana nel biennio. La Poligof di Pieve Fissiraga, con la cassa in programma nel mese di ottobre, arriverà a 48 settimane e ha già aperto la procedura per la cassa straordinaria: la trattativa con i sindacati inizierà il 16 ottobre. «Altre aziende - osservano i sindacati - hanno invece usato meno giorni di cassa integrazione rispetto alle richieste iniziali. Inoltre, con la nuova normativa un giorno di cassa integrazione vale come tale, mentre in precedenza un giorno di cassa valeva come l’intera settimana». Nel settore metalmeccanico, non mancano le ditte che hanno già concluso le 52 settimane di cassa integrazione ordinaria nel biennio e sono dovute ricorrere alla cassa straordinaria. Ci sono ad esempio i casi della Scomes di Castiglione d’Adda e della Vebe di Borgo San Giovanni, come pure della Alusteel (ex Metecno) di Somaglia. Realtà come la Marcegaglia di Graffignana e la Beta Utensili di Castiglione, due dei “giganti” lodigiani, hanno invece ancora a disposizione un buon margine di settimane di cassa. Nell’edilizia, invece, i sindacati segnalano il caso della Delta Prefabbricati di San Martino in Strada, a cui mancano sette settimane di cassa per raggiungere il tetto massimo delle 52 nel biennio. «Il mese di settembre è stato bruttissimo - sintetizza Uccellini della Cisl -, abbiamo registrato un elevato ricorso alla cassa integrazione e una forte perdita di occupazione, con l’ultimo caso della Akzo Nobel di Fombio che ha annunciato la chiusura dello stabilimento». «Al di là della scadenza delle casse ordinarie - aggiunge Campagnoli - il problema di fondo è la mancanza di prospettive, la scarsità di lavoro. La ripresa economica tanto decantata, al momento non si vede, gli ordini nelle aziende non aumentano, a parte alcuni casi che purtroppo rappresentano delle eccezioni. Metalmeccanico e chimico nel Lodigiano sono in forte sofferenza e prevediamo un autunno nerissimo, aggravato dalle scelte di due multinazionali, Lever di Casale e Akzo di Fombio, che hanno deciso riorganizzazioni a livello internazionale, non direttamente collegate alla diminuzione degli ordini». E proprio la prospettiva di nuovi tagli motivati da riorganizzazioni aziendali preoccupa la Cisl. «Il rischio di ristrutturazioni aziendali, al termine della cassa integrazione ordinaria e straordinaria, è reale - denuncia Uccellini -, la nostra sensazione è che alcuni imprenditori stiano “giocando” con gli ammortizzatori sociali, sfruttando l’estensione di questi ultimi per tagliare il personale oltremisura».
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Al via la riqualificazione della Laudense

Biblioteca Laudense, via al restyling: trecento giorni per terminare l’opera.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Matteo Brunello, 9 ottobre 2009.

Al via i lavori per la riqualificazione della biblioteca Laudense. Il comune ha infatti assegnato le opere per l’adeguamento funzionale dell’ex monastero di San Filippo Neri di corso Umberto. La prima porzione dell’intervento (lotto relativo al piano terra) è stata aggiudicata alla Co.Edil edilizia coordinata srl di Bergamo, in associazione temporanea di impresa con la Energy System srl. L’importo di attribuzione ammonta a 923.2634 euro, comprensivo di Iva al 10 per cento e oneri per la sicurezza. Meno di un anno di tempo i termini fissati per concludere la ristrutturazione, dalla data di consegna dell’opera. Come informato da palazzo Broletto, «rispetto ai tempi di realizzazione stabiliti nel capitolato dei lavori in 373 giorni naturali e consecutivi, decorrenti dalla data di consegna lavori, l’impresa aggiudicataria si è offerta di concludere l’intervento entro 304 giorni». Il progetto è quello elaborato dall’architetto e designer Michele De Lucchi, che prevede complessivamente una riorganizzazione di tutto il complesso monumentale di grande pregio. In particolare, la realizzazione del nuovo ingresso da via Solferino, l’installazione della torre dell’ascensore, il nuovo allestimento del cortile, la previsione di un Caffè letterario e la riqualificazione della sala San Paolo. Per quanto riguarda l’appalto in questione, per ora si tratta della riqualificazione del piano terra. E in merito alle soluzioni di cantiere, all’impresa aggiudicatrice dal comune è stato chiesto di garantire il mantenimento per il maggior tempo possibile delle funzioni e dei servizi erogati al primo piano (uffici amministrativi, servizi igienici, biblioteca ragazzi), soprattutto nelle fasi di installazione del nuovo ascensore, di demolizione del solaio e di realizzazione del balcone panoramico sul foyer. Verranno anche realizzati bagni provvisori (con pareti in cartongesso), collocati nella zona di ingresso verso corso Umberto, utilizzando un vicino scarico fognario esistente, e comprenderanno anche una toilette per disabili. Sempre per quanto riguarda i diversamente abili, verrà anche realizzata una rampa provvisoria per l’accesso da corso Umberto I. E lungo il lato del complesso prospiciente via Solferino, il cantiere sarà delimitato da una recinzione che non dovrebbe turbare il contesto architettonico in cui verrà inserita e permetterà l’allestimento di una postazione presso la quale sarà possibile dare comunicazione alla cittadinanza sui lavori in corso.


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Mirko come Renzo: un autogoal leghista

Foroni e il collaboratore figlio di un consigliere. La Lega alza gli scudi a difesa di Mirko Villa.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Greta Boni, 9 ottobre 2009.

Il presidente della provincia di Lodi, Pietro Foroni, difende a spada tratta il suo staff. E, in modo particolare, la figura di Mirko Villa, figlio del consigliere provinciale Maurizio Villa, che dal primo ottobre è entrato a far parte della squadra. Nei giorni scorsi, infatti, il Pd aveva annunciato la presentazione di un’interrogazione per chiedere spiegazioni sulla presenza del giovane negli uffici di palazzo San Cristoforo. «Nel mio staff posso assumere chi voglio - sottolinea Foroni -, Villa era già nella mia testa ancor prima che vincessi le elezioni, avrebbe potuto chiamarsi Rossi o Bianchi di cognome e l’avrei preso comunque. Non mi è stato indicato né imposto da nessuno, suo padre ha saputo tutto a cose già fatte. Mirko Villa, ex articolo 90, se ne andrà quando io avrò portato a termine il mio incarico: laureato in scienze politiche, sta facendo la specializzazione in pubblica amministrazione. Si occuperà di comunicazione e rapporti amministrativi, seguirà alcune partite. È una figura su cui mi è sembrato giusto investire - conclude il presidente -, ha testa e inventiva. Ora è nel mio staff, che non è però ancora al completo. Saranno gli elettori a giudicare il mio lavoro». L’assessore al bilancio e al personale, Cristiano Devecchi, ricorda che il livello retributivo di Villa è minimo, corrisponde infatti a 800 euro al mese. L’assessore, quando nel 2007 sedeva ancora tra i banchi dell’opposizione, aveva chiesto le determine dell’amministrazione Felissari per conoscere le retribuzioni legate all’ufficio stampa e alla comunicazione, retribuzioni che giudicava particolarmente elevate.«Da che pulpito arriva la predica - afferma -, da persone che hanno lasciato pasticci su pasticci e da un partito dove persino alla Eal hanno assunto tre calciatori».La Lega nord, per bocca del suo segretario provinciale Guido Guidesi, pretende le scuse del Pd e le dimissioni di Soldati. «Non mi sarei mai aspettato che un ex assessore, che conosce la macchina istituzionale, facesse un intervento così imbarazzante per il suo partito, un intervento infondato, falso e privo di senso. Se questa è la scelta del Pd, sappiamo di avere di fronte un interlocutore che preferisce il gossip ai contenuti. Reputo indispensabili le scuse del Pd e del gruppo provinciale del Pd, non credo che tutti condividano affermazioni di questo tipo, affermazioni che spero siano solo a titolo personale. E vista la gravita delle dichiarazioni mi aspetto le dimissioni del consigliere Soldati. Dal punto di vista etico, la Lega non ha niente da imparare dal centrosinistra».
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Le sfide della solidarietà in Europa

Monsignor Giuseppe Merisi è a Varsavia all’appuntamento della Commissione degli episcopati della Comunità europea. Il vescovo alle giornate sociali cattoliche.
Rassegna stampa - Il Cittadino, R.C., 9 ottobre 2009.

«Un’opportunità di riflessione sulle sfide che deve affrontare la solidarietà in Europa, in particolare nell’Unione europea»: così monsignor Piotr Jarecki, vescovo ausiliare di Varsavia e vicepresidente della Commissione degli episcopati della Comunità europea, definisce la prima edizione delle giornate sociali cattoliche per l’Europa che la Comece, in collaborazione con il centro di solidarietà europeo, ha promosso dall’8 all’11 ottobre a Danzica su, appunto, “La solidarietà-Sfida per l’Europa”. «Il principio di solidarietà - spiega monsignor Jarecki, che è anche presidente della commissione preparatoria delle giornate - è stato scelto come filo conduttore perché costituisce uno dei capisaldi dell’insegnamento sociale della Chiesa e, allo stesso tempo, uno dei principi fondamentali del progetto europeo». A Danzica da ieri 8 ottobre e fino a domenica 11 è presente anche il vescovo di Lodi monsignor Giuseppe Merisi, che fino a pochi mesi fa ha rappresentato i vescovi italiani alla Comece.In vista dell’appuntamento di Danzica, la commissione guidata dal vescovo polacco ha elaborato nei mesi scorsi un “manifesto” nel quale si legge, tra l’altro: «La data e il luogo rivestono un particolare significato simbolico. Non solo ricordano lo scoppio della Seconda guerra mondiale nel 1939 e la fine del regime comunista nell’Europa centrale e dell’est nel 1989», ma anche la prima visita di Giovanni Paolo II nel suo paese natale nel 1979, «che ha condotto alla nascita a Danzica di Solidarnosc». La cerimonia di apertura si è tenuta ieri nel pomeriggio, presso la Filarmonica baltica polacca, alla presenza dell’arcivescovo e del sindaco di Danzica, rispettivamente monsignor Sławoj Leszek Głód e Paweł Adamowicz; di monsignor Adrianus H. van Luyn, presidente della Comece e vescovo di Rotterdam; e di padre Maciej Zieba, direttore del centro di solidarietà europea. All’incontro ha preso parte anche monsignor Merisi. È seguita la Messa di apertura, presieduta nella chiesa di Santa Brigida dal cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano. La relazione introduttiva, “Teoria e realtà della solidarietà nell’Unione europea-Una riflessione sulla base della dottrina sociale della Chiesa”, è affidata questa mattina 9 ottobre a monsignor Diarmuid Martin, arcivescovo di Dublino e già vicepresidente Comece. L’Ue, nata «come accordo limitato a una parte dell’attività economica», nell’arco di quasi sessant’anni «si è trasformata in una grande comunità» con «un ampio ambito politico e poteri di vasta portata» osserva una nota della Comece. In questi anni «il sostegno iniziale della Chiesa cattolica è diventato più mirato e oggi le valutazioni positive si accompagnano molto spesso ad osservazioni più critiche. Ora che l’Unione europea ha avviato un dialogo aperto, trasparente e regolare con le religioni e le Chiese, anche i cattolici devono sviluppare ulteriormente una propria strategia europea» e collaborare sempre più strettamente «con le altre tradizioni cristiane». Al centro della riflessione delle giornate vi saranno la persona umana (e le minacce al diritto alla vita, soprattutto al suo inizio e al suo termine); le famiglie in Europa tra calo demografico e perdita di fiducia nel futuro; il modello socioeconomico europeo (occupazione, povertà, tutele sociali, regolamentazione economica); il fondamento della solidarietà per l’Ue, soprattutto dopo l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona; il bene comune mondiale e la responsabilità dell’Europa nei confronti delle generazioni future.


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Antimafia a Lodi

La guardia di finanza ha assegnato a Lodi un capitano antimafia.
Rassegna stampa - Il Cittadino, 9 ottobre 2009.

Ha combattuto in prima linea le organizzazioni mafiose il nuovo comandante della compagnia di Lodi della guardia di finanza. Alessandro Pompili, romano, 29 anni, due lauree (in giurisprudenza e in scienze della sicurezza economico-finanziaria) succede al comando delle pattuglie delle Fiamme gialle nel Centro e nell’Alto Lodigiano al maggiore Luciano Mancini, per quattro anni al comando della compagnia di Lodi e ora passato al centro di specializzazione della Gdf di Orvieto. Pompili arriva dall'Accademia della guardia di finanza di Bergamo, dove è stato ufficiale istruttore negli ultimi anni, dopo aver esordito nella tenenza di Marsala e quindi, al suo primo comando di compagnia, a Mazara del Vallo. Terra in cui “Cosa nostra” è radicata e dove si era imbattuto, da investigatore, in una gigantesca frode di finanziamenti pubblici statali e comunitari, ottenuti da imprenditori locali per avviare o ingrandire attività e invece dispersi in mille rivoli e trasformati in proprietà private grazie a vorticosi giri di fatture false. Questa è una delle operazioni che ricorda più volentieri. Di Lodi fino a pochi giorni fa (ieri l’insediamento ufficiale) conosceva poco, di cui qualcosa quanto letto sui giornali, ma il primo impatto è stato positivo: «È una bella città». Le priorità operative saranno «la lotta all'evasione fiscale e anche all'esportazione di capitali, in linea con le direttive centrali, ma anche un’intensificazione dell'attività di polizia giudiziaria di iniziativa». Insomma, nuove indagini, a fianco di quelle dei nucleo provinciale di polizia tributaria, l’altra componente delle Fiamme gialle. In Sicilia, Pompili ha conosciuto le regole del riciclaggio: «I mafiosi non si intestano mai direttamente imprese o capitali. Riciclano il denaro con passaggi societari da diverse regioni oppure ricorrono a fedeli prestanome».
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Casale, paradosso leghista

All’anagrafe negli ultimi 90 giorni registrate 114 persone provenienti da altri paesi che ora in totale superano il 12 per cento. Sempre più stranieri per le vie di Casale. Dal mese di luglio in città crescita doppia rispetto al resto dell’anno.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Andrea Bagatta, 9 ottobre 2009.

Sorpresa: nei primi quattro mesi di governo leghista gli immigrati stranieri non diminuiscono, ma al contrario aumentano, e lo fanno a un ritmo più che doppio rispetto a quanto accadeva nei primi sei mesi dell’anno.
Dal primo giugno al 30 settembre, gli stranieri appena iscritti all’anagrafe di Casale sono stati 114 su un totale di 176 nuovi arrivati. Gli stranieri sono dunque il 64,77 per cento dei nuovi arrivati. Tra i nuovi residenti non italiani, 72 sono uomini, 42 donne, segno che non hanno inciso su questa ondata i ricongiungimenti familiari. I cittadini comunitari sono poco più di una decina, mentre per tutti gli altri si tratta di immigrazione extracomunitaria.
Ma il dato più significativo arriva da un raffronto con i precedenti cinque mesi dell’anno, gli ultimi trascorsi sotto l’amministrazione Pagani: da gennaio a maggio i nuovi stranieri arrivati furono solo 48, meno della metà rispetto a quelli giunti in estate, dopo le elezioni, anche se il voto propriamente si tenne il 6 e 7 giugno. I grafici sulla popolazione straniera residente, aggiornati mensilmente ed esposti all’ufficio anagrafe del comune, presentano un andamento leggermente curvo al rialzo dal 31 dicembre a fine maggio, e poi una vera e propria impennata fino a oggi. Da notare anche che nello stesso periodo estivo, la popolazione cancellata dall’anagrafe per emigrazione è stata di 109 persone, di cui solo 22 straniere.Per effetto di questi saldi, oggi la popolazione residente totale è di 15.162 persone, di cui gli stranieri rappresentano il 12,36 per cento a quota 1.874. Nei primi nove mesi dell’anno, gli stranieri in più a Casale sono 140. Nell’intero anno passato la crescita di stranieri raggiunse le 251 unità, una cifra che sembra lontana da raggiungere quest’anno, quando probabilmente si attesteranno tra i 170 e i 190 in più nei 12 mesi. Rimane la sempre maggiore incidenza della popolazione straniera sul totale dei casalini. Anche quest’anno è probabile che alla fine sarà eroso un punto percentuale: al 31 dicembre gli stranieri rappresentavano l’11,5 per cento della popolazione, oggi già il 12,36 per cento, e ogni tre nuovi arrivati, appunto, due sono stranieri.
È bene ricordare che tutti questi numeri fotografano soltanto gli stranieri regolari residenti a Casale, e non i clandestini, fenomeno in gran parte fuori controllo, almeno ufficialmente. Inoltre, i dati comunicati dall’ufficio anagrafe potrebbero subire qualche scostamento da quelli ufficiali, anche in ragione del ritardo con cui le iscrizioni all’anagrafe, che formalmente partono dal momento della richiesta, sono poi registrate dagli operatori. Sarebbero almeno una trentina le domande già presentate e non ancora inserite nei terminali degli uffici.

«Non importa se sono tanti, saremo comunque inflessibili».
Rassegna stampa - Il Cittadino, 9 ottobre 2009.

«La crescita degli irregolari, tutta da verificare alla prova finale dei fatti, comunque non mi preoccupa, perché la Lega si è sempre dimostrata inflessibile con gli irregolari». Commenta così i dati sulla crescita degli extracomunitari residenti il sindaco leghista di Casale Flavio Parmesani. Chi è iscritto all’anagrafe è regolare, ha una casa e un lavoro, e pertanto non è un problema. Senza contare che nelle pieghe dei regolamenti burocratici potrebbero nascondersi dati non proprio in linea con quelli presentati dall’anagrafe. «Ad agosto risultano iscritti all’anagrafe 25 stranieri in più, ma c’è stata una duplice operazione che ha portato poi alla cancellazione di ben 20 stranieri dalle liste demografiche - spiega Parmesani -. Di questi cancellati però non c’è ancora traccia, perché la legge prevede che l’effettivo annullamento della residenza avvenga dopo 12 mesi. E di operazioni in cui abbiamo scoperto che dei teorici residenti non abitano più a Casale ne abbiamo fatte diverse. Allora, forse, è meglio aspettare almeno un anno per vedere se le nostre azioni hanno portato a un ridimensionamento». Anche perché il dato puro non ha un valore poi di carattere sociale o d’impatto sulla comunità, secondo il primo cittadino. Molto più importante è la percezione del fenomeno. «Sono più interessato a come i casalini recepiscono la sensazione di una maggior sicurezza - conclude Parmesani -. Sono importanti le azioni concrete che facciamo, e le varie ordinanze produrranno dei risultati nel tempo. Però è importante anche come i cittadini le percepiscono, e mi pare che la percezione di un cambio di rotta rispetto al passato sia netta».
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