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venerdì 11 settembre 2009

Nelle sabbie mobili

Dopo aver preso visione della documentazione fornita dalla stampa, ascoltato intercettazioni e registrazioni non si può non essere sconcertati dal fatto che il premier non prenda in considerazione la possibilità di dimettersi. Oggi ci si arrampica sui vetri inventando un complotto di mafia. Eppure al vero buon senso dovrebbe bastare anche questo piccolo articolo, qui riportato, per comprendere che si è ormai attraversato il punto di non ritorno e che il mantenimento della carica istituzionale sia insostenibile se, come si dice, si ha a cuore l'immagine del Paese.
Patrizia D'Addario: discutiamo in pubblico dei miei reati.
La escort più famosa del momento invita Silvio Berlusconi a un confronto pubblico "sia sulle nostre vicende sia sui rapporti uomo-donna". Il premier aveva accusato la donna di aver attentato alla sua persona per creare uno scandalo ad arte.
Rassegna stampa - SkyTg24, 11 settembre, 2009.

Non c'è "alcun giro di prostituzione". "Non ho mai pagato nessuno per una prestazione sessuale". Il giro di veline? "Un'assoluta menzogna". Sono queste alcune delle risposte che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha dato ad un cronista del quotidiano spagnolo El Pais nel corso dell'incontro bilaterale italo-spagnolo svoltosi alla Maddalena alla presenza del premier spagnolo José Luis Zapatero.
Un vero e proprio sfogo a tutto campo quello del presidente del Consiglio che non ha dimenticato di tirare in ballo una donna che, sempre secondo il premier, ha attentato alla sua persona per creare uno scandalo ad arte. Chiarissima l'allusione alla escort barese Patrizia D'Addario e la vicenda dei presunti incontri notturni a Palazzo Grazioli.
La risposta della donna non si è fatta attendere ed è stata affidata ad una breve dichiarazione scritta che, nella scelta accorta delle parole, vuole essere una vera e propria sfida pubblica al capo del governo. "Il presidente del Consiglio - si legge - ha fatto riferimento a una donna che ha attentato alla Sua persona per creare artatamente uno scandalo, per altro senza alcuna precisazione sui presunti reati compiuti. Qualora si riferisca a me, così come sostenuto dalla stampa, invito il premier, Silvio Berlusconi, ad un confronto pubblico sia sulle nostre vicende specifiche sia più in generale sui rapporti uomo-donna, sulla tecniche di conquista, sul sesso ed il potere".

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Energia dagli alberi, una prospettiva

Fonti Rinnovabili.
L'albero dà energia ora anche elettrica.
Ricercatori del MIT hanno attivato un circuito elettrico inserendo un elettrodo nella pianta e uno nel terreno. Il presidente della SIA: "Di questa fonte si sa ancora pochissimo. Questa scoperta aiuterà".
Rassegna stampa - Repubblica.it, Sara Ficocelli, 11 settembre 2009.

Produrre energia dagli alberi: è ciò che hanno fatto i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT), dimostrando che basta mettere un elettrodo su una pianta e un altro nel terreno per ottenere una scarica di circa 200 millivolt, sufficiente ad attivare un piccolo circuito elettrico. Siamo lontani dalla possibilità di sostituire i pannelli solari con gli alberi, ma l'energia prodotta sarebbe sufficiente per tenere in funzione, ad esempio, piccole apparecchiature antincendio, trasformando boschi e foreste in guardiani di se stessi. "Per quel che ne sappiamo - spiega il professor Babak Parviz, docente di ingegneria elettrica presso l'Università di Washington e coautore dello studio - è la prima volta che si riesce a produrre energia esclusivamente mettendo degli elettrodi negli alberi".
Anche nel dipartimento di Ortoflorofrutticoltura dell'università di Firenze si studia da anni l'elettrofisiologia radicale, ma una possibilità del genere non era stata ancora sperimentata: "Si tratta di una scoperta interessante - spiega il professor Francesco Ferrini, direttore del dipartimento e presidente della Società Italiana di Arboricoltura - generata in realtà da un meccanismo molto semplice. È dalla fine degli anni '60 che si ipotizza di ricavare energia dagli alberi, il libro The secret life of plants di Peter Tompkins e Christopher Bird ha segnato l'inizio di un nuovo modo di concepire il rapporto tra pianta e uomo. Ma purtroppo degli alberi e delle loro infinite risorse si sa ancora pochissimo".
Questo perché, spiega lo studioso, la durata media della vita di un essere umano è inferiore a quella degli alberi. Una quercia può vivere anche 1000 anni, un leccio o un rovere fino a 500, e i tempi di reazione, a fronte di un qualunque tipo di esperimento, sono quindi molto dilatati. I ricercatori americani sono infatti partiti analizzando la parte degli alberi che si deteriora più velocemente, le foglie: il professor Carlton Himes, altro membro del team che ha realizzato la scoperta, ha trascorso un'intera estate studiando le foglie d'acero, molto comuni in America, e il processo di fotosintesi clorofilliana. Il meccanismo di trasformazione della linfa grezza in linfa elaborata genera una quantità di energia che è possibile intercettare e incanalare, ed è proprio questo che i ricercatori hanno fatto, costruendo un convertitore ad hoc. Gli studiosi hanno anche inserito nel dispositivo un orologio capace di alimentarsi con l'energia prodotta dall'albero e di riattivare il circuito a scadenze prestabilite, in modo da creare un meccanismo che si autoalimenta e non si spegne mai. Proprio come il circuito vitale degli alberi. L'apparecchio nel corso dell'esperimento ha consumato circa 10 nanowatt.
"Quello che abbiamo realizzato - conclude Parviz - è molto diverso dai normali generatori di energia vegetali, ad esempio quelli ottenuti dalla patata. Abbiamo sfruttato non una reazione chimica tra sostanze diverse ma l'energia stessa dell'albero". Una tecnologia tutta naturale che non potrà, per il momento, sostituire le centrali eoliche o quelle a energia solare, ma riuscirà magari a creare un rapporto diverso tra alberi e uomo.
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Trofei da spartire e riflessi pronti

L'intervista integrale raccolta da Daniele Manca e pubblicata oggi dal Corriere della Sera.
Marina Berlusconi: «Noi e le nostre aziende meritiamo rispetto».
La figlia del premier: «Basta con la dynasty. Successione? Mio padre sta benissimo».
Rassegna stampa - 11 settembre 2009.

Milano - È stata in silenzio, in questi mesi. Tran­ne quando Dario Franceschini parlò di Sil­vio Berlusconi come di un cattivo padre. Allora, Marina Berlusconi assieme ai suoi fratelli volle far conoscere la propria indi­gnazione. Adesso, nell’ufficio nel cuore di Milano da dove governa sul mondo Finin­vest, sfoglia infastidita la rassegna stampa sul gruppo di questi mesi roventi, in un in­trecciarsi sempre più confuso tra storie pri­vate, società, politica. «Guardi qua, i gior­nali ormai da mesi si occupano di noi, del­le nostre aziende, solo come di trofei da spartire». Il suo sfogo parte da qui, ma va ben oltre. Dopo aver dribblato la prima do­manda, quella d’obbligo: nei mesi scorsi non si è fatto che scrivere di divorzio, di Berlusconi dynasty... «Di queste cose non ho la minima intenzione di parlare. Tanto­meno sui giornali. Se le domande sono queste, intervista finita».
No, aspetti, e allora perché ha accetta­to questa conversazione?
«Intanto per dire che le ventimila perso­ne che lavorano qui, e se consente mi ci met­to anche io, meritano più rispetto. Stiamo parlando di aziende quotate, che creano ric­chezza, che fanno informazione e cultura. Non siamo le casette del Monopoli che si prendono e si spostano di qui e di là».
Veramente tutto è cominciato con di­chiarazioni di membri della sua fami­glia. Noi giornali siamo venuti dopo...
«Senta, a me non interessa chi ha parla­to e chi no. Io so solo che lavoro in questo gruppo da quasi vent’anni, da 13 sono al vertice della Fininvest…».
Lo sappiamo bene, ma...
«Ma niente: sono rare le volte in cui ho visto la stampa occuparsi di noi per le cose che abbiamo fatto e per come lavoriamo. Ad esempio mi piacerebbe che si parlasse di Mediaset che produce un capolavoro del nostro cinema come Baarìa , o di Mon­dadori che ha appena vinto un premio del peso del Campiello, e che proprio in questi giorni ha portato anche in Francia un mar­chio come Grazia , vale a dire la moda, lo stile di vita, il gusto italiano. In Francia, ri­peto, dove su queste cose hanno sempre dato lezioni a tutti».
Ho capito, vi sentite delle vittime, da una parte voi, primo gruppo multimedia­le in Italia, dall’altra il resto...
«No, solo la verità. Di noi si parla sem­pre o quasi per il conflitto di interessi, e ora ci mettiamo anche la dynasty. Eppure in questi 13 anni qualcosa di buono l’abbia­mo fatto. Abbiamo investito massiccia­mente, 18 miliardi di euro, e un altro mi­liardo anche in un 2009 così difficile. E se 13 anni fa su 100 euro di fatturato ne gua­dagnavamo 4, oggi siamo quasi arrivati a cinque volte tanto».
Non c’è dubbio, a crescere siete cre­sciuti e anche un bel po’...
«Se è un’allusione alle aziende della fa­miglia del premier, allusione per allusione, visto che vanno molto di moda le residen­ze in Svizzera o i pagamenti in nero, voglio ricordare che in questi 13 anni abbiamo pa­gato tra imposte e contributi la bellezza di 7 miliardi di euro, il che significa quasi un milione e mezzo versato ogni giorno nelle casse dello Stato».
Allora la lotta per la successione se la sono inventata i giornali?
«E finiamola con questa storia della suc­cessione. Intanto, grazie a Dio, l’argomen­to non è sul tavolo perché mio padre gode di ottima salute. E comunque ogni decisio­ne spetta solo ed esclusivamente a lui».
D’accordo: qui si pensa soprattutto a lavorare. Ma, come per tutti, questo non mi pare uno dei periodi più esaltanti. L’editoria, per esempio, non vi sta dando tutte queste soddisfazioni...
«Che il momento sia molto difficile e co­stringa chiunque, in tutto il mondo, a cam­biamenti anche dolorosi, mi pare fin trop­po evidente. Formule magiche non ce ne sono e non ce ne saranno. Non aspettiamo­ci miracoli dai nuovi mezzi. Su Internet gli editori non hanno ancora trovato un mo­dello che permetta di guadagnare, anche se bisogna continuare a sperimentare. Det­to questo, piangersi addosso o fare le Cas­sandre del nostro mestiere non serve a niente».
E quindi come se ne esce?
«Non ho la pretesa di dare lezioni a nes­suno, ma credo che la ricetta sia sempre la stessa, quella che alla Mondadori stiamo seguendo: lavorare bene, lavorare molto sulla qualità, e continuare a investire, no­nostante la crisi, sui nostri prodotti, in Ita­lia e all’estero».
Ammetterà che è quello che dicono tutti.
«Ammetterà lei che è stata una scelta molto coraggiosa quella di lanciare, in un anno così duro, Grazia in Francia, seguen­do una strategia che in pochi anni ci ha per­messo attraverso il 'Grazia Network' di es­sere presenti con questo marchio fortissi­mo in 13 Paesi».
Resta il fatto che per gli editori il futu­ro è perlomeno tutto da decifrare.
«Guardi, le faccio un esempio magari ba­nale ma significativo. Ai miei due figli, che hanno uno cinque e l’altro sei anni e mez­zo, sto leggendo dei libri sulla mitologia greca. E loro ascoltano le storie di Teseo, Achille, Ulisse, con la bocca spalancata. Sto­rie che hanno qualche millennio. Ma che sono in realtà senza tempo, perché sanno soddisfare l’eterno bisogno dell’uomo di emozionarsi, di far correre la fantasia, di conoscere, di capire. Fare l’editore signifi­ca saper soddisfare questo bisogno. Ed è per questo che credo sia un mestiere eter­no, e anche uno dei più complessi e affasci­nanti ».
Da quel punto di vista allora la televi­sione oltre a essere affascinante produce anche un bel po’ di utili.
«Che c’entra, sono cose diverse. Sulla te­levisione comunque mio fratello Piersilvio sta facendo un lavoro eccellente. Si è inven­tato dal nulla, in pochi anni, un nuovo bu­siness, quello della tv a pagamento. E in questo modo, come fece tanti anni fa con la Rai, Mediaset sta incrinando un altro monopolio, quello di Sky. Non pretendia­mo che ci dicano 'bravi', ma che a sinistra facciano addirittura un gran tifo per Sky… Buffo, no? Se c’è di mezzo Berlusconi, va bene anche saltare da Marx a Murdoch. L’importante è andargli sempre contro».
Diciamo che nemmeno suo padre ci va leggero con i giornali. Se apriamo il capi­tolo delle critiche, degli attacchi, non si finisce più.
«E vuole che non lo apra? Del resto — anche evitando accostamenti che non reg­gono — gira e rigira il punto è sempre quello. Per definire quanto hanno cercato di fargli in questi mesi mi vengono solo due aggettivi: 'indegno' e 'vergognoso'».
Ma...
«E non sono affatto sufficienti. Una cosa positiva però c’è: tutto questo ha dato an­cora di più a me come figlia la misura della grandezza e della qualità umana di mio pa­dre, e dell’enorme distanza fra lui e chi ha cercato di distruggerlo in quel modo. Guar­di come ha reagito, come è riuscito ad an­dare avanti, a continuare a governare il Pa­ese — e, mi lasci dire, anche molto bene— durante una crisi economica drammatica da cui l’Italia sta uscendo meglio di molti altri».
Guardi che suo padre ha reagito, e con durezza, contro i giornali. La libertà di stampa è un valore fondante.
«Questa poi di un’Italia dove la libertà di stampa è a rischio... A rischio in un Pae­se in cui il capo del governo viene sottopo­sto per mesi a un vero e proprio linciag­gio? So perfettamente quanto sia preziosa la libertà di stampa, e non solo perché fac­cio l’editore. Semmai la questione è come e per quali scopi questa libertà viene usata. Qui qualcuno sembra essersi dimenticato che ogni libertà ha un limite ben preciso, che è il rispetto della libertà altrui. Liberi i giornalisti, ma libero anche Berlusconi. Li­bero, come tutti, di avere una vita privata, e libero di reagire, anche duramente, ad ac­cuse che non sono accuse, ma calunnie in­famanti. Mi pare che certa stampa faccia finta di dimenticare che la libertà non è un suo privilegio esclusivo, ma un diritto di tutti. La domanda la faccio io a lei: non cre­de si sia superato il limite?».
A giudicare dalla confusione, qualco­sa è successo. Ma per quello che ci ri­guarda abbiamo sempre e solo usato, an­che per le ultime carte da Bari, il metro della professionalità, dell’equilibrio e del­la pubblicazione di notizie, fatti e docu­menti.
«No, non sono assolutamente d’accor­do. Quei documenti in base alla legge non erano pubblicabili. E comunque al loro in­terno non c’è nulla che abbia il benché mi­nimo rilievo penale. Il dramma è che in quest’aria irrespirabile si tende a non fare più distinzioni, a considerare ammissibile quello che è e dovrebbe rimanere inammis­sibile. E sa da dove tutto è partito? Dal fat­to che un’opposizione di cui si sono perse le tracce ha lasciato il suo mestiere, da trop­po tempo, nelle mani di alcune testate ben precise e di un gruppetto di magistrati: ad­dio politica, avanti con i dossier, i pettego­lezzi, il fango. Guardi l’equazione scellera­ta che certi giornali applicano: libertà = da­re addosso a Berlusconi = essere costretti a pensarla come loro. E se la stragrande mag­gioranza degli italiani non è d’accordo, vuol dire che sbaglia. Invece no, libertà vuol dire essere liberi di poterla pensare di­versamente senza per questo sentirsi dare del cecchino prezzolato».
Sia esplicita, a chi si riferisce? A Feltri?
«Anche. Non sempre mi trovo d’accor­do con lui, ma oltre ad essere un fuoriclas­se assoluto nel suo mestiere, è un esempio lampante di giornalismo libero. Siccome però oltre che essere libero è anche contro­corrente, allora va messo all’indice».
Mi pare chiaro, alla fine, che lei non abbia il minimo dubbio: quelli contro suo padre sono stati tutti e solo colpi sot­to la cintura...
«A volte, più che colpi sotto la cintura mi sono sembrati veri e propri tentativi di pugnalarlo alle spalle. Ma per fortuna mio padre ha i riflessi pronti».
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Il nuovo tormentone: occhio alla mafia

Mafia, Alfano difende i pm. Schifani: "No a teoremi politici".
Scontro all'interno del Pdl. Il ministro della giustizia difende i magistrati, mentre il presidente del senato insite sul tema di magistrati politicizzati e che tentano di dimostrare teoremi. Intervento di Fini: "No a dietrologie".
VideoPost - SkyTg24, 11 settembre, 2009.



"Se si riapriranno i processi sulle stragi i pm lo faranno con zelo". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Angiolino Alfano a margine del'incontro di Gubbio, parlando dell'ipotesi di riaprire i processi sulle stragi mafiose dei primi anni 90. Gli fa eco il presidente del Senato, Renato Schifani, anche se con non pochi distinguo:"Non mi piace quando alcuni magistrati ripropongono teoremi politici attraverso l'evocazione di fantasmi del passato". Una crepa all'interno del Pdl che, però, ritrova terreno comune: attenzione la Mafia potrebbe utilizzare la magistratura per vendette politiche.
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Tutto colpa della mafia

Bossi: "Caso escort inventato dalla mafia".
Il leader del Carroccio: "Hanno messo in piedi questa roba qui. Si tratta di una ritorsione contro il governo". Poi su Fini: "Gli immigrati se li porti a casa sua"
VideoPost - SkyTg24, 11 settembre, 2009.



Per Umberto Bossi la vicenda delle escort è stata organizzata dalla mafia per ritorsione contro le leggi pesantissime varate dal governo per combatterla". "Penso che tutto sia stato messo in piedi dalla mafia. Bossi ha anche commentato la richiesta di un cambio di marcia della maggioranza da parte di Fini. "Dice di aprire agli immigrati? Se li porti a casa sua", ha dichiarato, dicendosi però sicuro che il presidente della Camera manterrà il patto siglato sull'immigrazione". Sulle tensioni tra Fini e Berlusconi, Bossi si è è dichiarato fiducioso: "Sono cose che si risolvono".
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Nuovi filmati sull'attentato alle Torri Gemelle

Nuove immagini per ricordare l'11 settembre.
A otto anni dall'attentato alle Torri Gemelle che ha cambiato la storia spunta un video con immagini inedite di quanto accaduto. Un filmato tenuto nel cassetto fino ad oggi.
VideoPost - SkyTg24, 10 settembre, 2009.



A otto anni dall'attentato alle Torri Gemelle che ha cambiato la storia spunta un video con immagini inedite di quanto accaduto. Un filmato tenuto nel cassetto fino ad oggi e spuntato alla vigilia dell'11 settembre, che mostra una nuova foto di Khaled Sheikh Mohammed, presunta mente dell'attentato. Barba lunga, keffyah, lunga veste bianca, ben diversa dall'immagine della cattura.



Una nuova testimonianza dell'11 settembre è stata rivelata da Sky News che ha diffuso un video amatoriale dei momenti più concitati degli attentati alle Torri Gemelle.
Il filmato è stato registrato da uno studente che si trovava, insieme a un suo amico, al 32esimo piano di un edificio a 8 isolati dal World Trade Center. Si sentono le voci dei due, increduli davanti al fumo che si leva dai grattacieli. Poi il panico prende il sopravvento, quando il secondo aereo si schianta nelle torri: i due amici lasciano di corsa la loro camera e corrono nell'ascensore pieno di gente disperata.
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Oggi otto anni fa

11 settembre, un minuto di silenzio alla Casa Bianca.
Il presidente Barack Obama e la moglie Michelle hanno ricordato a Washington le vittime delle Torri Gemelle degli altri attacchi.
VideoPost - SkyTg24, 11 settembre 2009.



Alle 8:46 in punto, le 14:46 italiane, nel momento esatto in cui l'11 settembre di otto anni fa il primo dei due aerei dell'attentato alle Torri Gemelle di New York si abbatteva sulla Torre nord, alla Casa Bianca e in molti altri luoghi simbolici dell'America è stato osservato un minuto di silenzio.
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, la moglie Michelle e tutto lo staff della Casa Bianca, si sono raccolti nel giardino sud di Pennsylvania Avenue 1600 in un gesto simbolico a ricordo della tragedia.
L' ottavo anniversario dell'11 settembre prevede poi una serie di cerimonie ufficiali e non: il presidente Obama, come già il presidente George W. Bush lo scorso anno, sarà al Pentagono; il vicepresidente Joe Biden e la moglie Jill saranno a Ground Zero a New York, con il sindaco Michael Bloomberg e l'ex sindaco Rudolph Giuliani; un minuto di silenzio osservato nelle scuole, in molte delle quali cominciano quest'anno lezioni speciali sull'11 settembre 2001. Ma molte sono anche le iniziative di associazioni private, tutte volte al ricordo di un momento della storia americana tanto simbolico quanto la Guerra Civile o l'attacco di Pearl Harbour.
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La Pro Loco in festa

Festa del Tesseramento.

La Pro Loco organizza presso il Magazzino Comunale nella serata di sabato 19 e domenica 20 settembre la IV Festa del Tesseramento. Domenica 20 alle ore 12.30 si terrà il consueto pranzo riservato ai pensionati al prezzo prefissato di 15.00€ (obbligatoria la prenotazione entro il 18 settembre presso uno qualunque dei consiglieri della Pro Loco).
Con la festa si darà inizio alla campagna di tesseramento per l'anno 2010 al costo di 5.00€ per i soci ordinari e 16.00€ per i soci CARD. La tessera 2010 verrà consegnata a gennaio.
Inoltre per il giorno 11 ottobre la Pro Loco organizza una castagnata a Filetto di Mocrone (MS).
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Il Comune mette in vendita l'ex parco giochi di via Roma

Bando di gara mediante trattativa privata per l'alienazione dell'immobile «ex parco giochi» sito nel comune di Brembio in via Roma n. 62.

Il Comune intende vendere il terreno dell'ex parco giochi di Via Roma. Poiché tale alienazione è un evento per il nostro Comune, stante le scarse risorse, pubblichiamo per intero il bando di gara. Il bando, comunque, assieme alle norme per la partecipazione e i moduli predisposti allegati è reperibile sul sito del Comune.
Descrizione dell'immobile
La procedura ha per oggetto la vendita del seguente immobile: terreno sito in comune di Brembio (LO) via Roma n. 62, originariamente adibito a standard urbanistico, area verde pubblico, parco giochi. Il bene è composto da un appezzamento di terreno di forma rettangolare della superficie di circa mq. 460,00 (dimensioni m. 17,50×26,30) su cui insiste una piattaforma in cemento e quattro alberi.
L’immobile è attualmente così identificato: Nuovo Catasto Terreni del Comune di Brembio: Partita 895, Foglio 8, mappale 58, seminativo irriguo di prima classe, superficie ha. 0.05.00, reddito dominicale €. 4,85, reddito agrario €. 2,58. La differenza tra la superficie catastale e quella reale dipende da un mancato frazionamento della parte trasformata in strada.
Con il piano di alienazione e valorizzazione degli immobili, redatto ai sensi dell’art. 58 della legge 6 agosto 2008 n. 133 e approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 3 del 30 gennaio 2009, l’area in oggetto è stata trasformata sotto l’aspetto urbanistico in «zona residenziale di completamento “B1”», con un indice di fabbricabilità fondiaria di 1,5 mc/mq.
Prezzo a base di gara: €. 55.000,00 (cinquantacinquemila / 00).
Modalità dell'asta
La trattativa privata sarà tenuta con il metodo delle offerte segrete da confrontarsi poi con il prezzo a base d'asta come stabilito dagli articoli 6 e 7 del regolamento comunale per l'alienazione bei beni immobili. Non saranno ammesse offerte al ribasso della base d'asta. Si procederà ad aggiudicazione anche in presenza di un solo offerente. Qualora due o più concorrenti abbiano presentato la stessa offerta ed essa sia ammissibile, si procederà, secondo il dettame dell'art. 77 del R.D. 827 del 1924, nella medesima seduta di gara tra di essi ad una trattativa privata aggiudicando il bene al miglior offerente.
Alla trattativa privata procede il Presidente, coadiuvato dai due testimoni, attraverso la remissione di una nuova offerta in aumento; qualora nessuno dei concorrenti che hanno fatto offerte uguali sia presente, oppure qualora nessuno di essi voglia migliorare l'offerta, si procederà all'aggiudicazione attraverso l'estrazione a sorte. Della gara verrà redatto verbale secondo quanto previsto dalla normativa vigente. Il verbale non tiene luogo del contratto e l'aggiudicazione definitiva avverrà esclusivamente a seguito di apposito provvedimento di ratifica delle operazioni di gara.
L’aggiudicatario deve ritenersi in ogni modo immediatamente vincolato sin al momento della chiusura della seduta pubblica di gara.
Patti e condizioni di aggiudicazione
L'immobile viene venduto a corpo nello stato di diritto e di fatto con tutti gli inerenti diritti, ragioni, azioni, servitù attive e passive, pertinenze e accessioni manifeste e non manifeste e così come spettano al Comune di Brembio in forza dei titoli e del possesso le eventuali servitù gravanti sugli stessi. Il compratore subentrerà in tutti i diritti ed i rapporti, anche di natura personale ed obbligatoria del Comune di Brembio relativi al bene acquisito. L'acquirente esonera il Comune di Brembio da eventuali oneri e sanzioni conseguenti all'accertamento di opere realizzate in costanza di precedenti proprietà. L’aggiudicazione al miglior offerente avviene per il prezzo offerto al netto delle eventuali imposte di legge e tasse applicabili. Le spese di stipulazione del contratto, nonché tutte le spese comunque conseguenti alla suddetta stipulazione, sono a carico dell’aggiudicatario, nessuna esclusa.
Ammissione alla gara
Saranno ammessi alla gara i concorrenti che provvederanno alla consegna della richiesta di partecipazione indicante i dati anagrafici e fiscali del soggetto concorrente.
Le domande di partecipazione dovranno essere consegnate a mezzo di raccomandata A.R., oppure a mano mediante deposito presso l’Ufficio Protocollo dell’Ente alienante entro le ore 12.00 del giorno precedente la data prevista per le operazioni di gara. Il recapito del plico rimane ad esclusivo rischio del mittente, per cui l’Amministrazione alienante non assumerà responsabilità alcuna qualora, per qualsiasi motivo, il plico medesimo non venga recapitato in tempo utile dal servizio postale.
In caso di recapito a mezzo di servizio postale pubblico o privato, non farà fede la data di invio, ma unicamente quella di ricevimento da parte dell’Ufficio Protocollo del Comune di Brembio.
La richiesta suddetta dovrà necessariamente essere corredata dalla certificazione comprovante l’avvenuto versamento della cauzione prevista e da apposita dichiarazione, in carta libera resa ai sensi della Legge n. 15/68 e successive modificazioni, a firma leggibile e per esteso del soggetto concorrente o del legale rappresentante o procuratore speciale della Società, dell’Ente Cooperativo o del Consorzio, e resa secondo il dettato della Legge n. 15/68 come modificata dalla Legge n. 445/00, da cui risulti per esplicito l’accettazione dei patti e delle condizioni di aggiudicazione di cui al punto precedente e l’impegno al perfezionamento del trasferimento entro i termini di cui al successivo punto 8.
La domanda di partecipazione dovrà essere inserita in una busta nella quale dovrà essere inserita una seconda busta sigillata, contenente l'offerta segreta. Tale offerta deve essere indicata in cifre e in lettere; in caso di discordanza verrà ritenuta valida quella più vantaggiosa per il Comune di Brembio. Entrambe le buste dovranno riportare ciascuna la seguente dicitura:
A) “OFFERTA PER LA GARA D'ASTA DEL GIORNO 19 SETTEMBRE 2009 RELATIVA ALLA VENDITA DELL’EX PARCO GIOCHI DI VIA ROMA N. 62."
Cauzione
Saranno ammessi alla gara solo i concorrenti che avranno presentato assieme alla domanda d'ammissione la cauzione di €. 2.750,00 – pari a 1/20 del valore a base d’asta, tramite assegno circolare o attestato del versamento eseguito presso la Tesoreria Comunale – Banca di Credito Cooperativo di Borghetto Lodigiano – Agenzia di Brembio.
Detto deposito sarà svincolato e restituito per i concorrenti non aggiudicatari, che ne faranno richiesta, entro 10 giorni dalla data di adozione del relativo decreto.
Operazioni di gara
Le operazioni di gara si svolgeranno presso la sede del Comune di Brembio – Piazza Giacomo Matteotti n. 1 – Brembio (Lodi) – il giorno 19 settembre 2009 alle ore 10,00.
Altre indicazioni
In caso di aggiudicazione, la stessa si intenderà definitiva, entro 10 giorni dalla notifica dell’avviso di aggiudicazione. L’aggiudicatario, entro 30 giorni dalla comunicazione di avvenuta aggiudicazione, dovrà stipulare l'atto di compravendita e contestualmente corrispondere in contanti il prezzo d'acquisto stabilito dalla gara. Ai sensi dell’art. 67 del R.D. 454/1909, il mancato adempimento da parte dell'aggiudicatario degli obblighi di pagamento predetti comporterà l’indizione di nuova gara con conseguente incameramento della cauzione versata come previsto dall'art. 1385 del Codice Civile e con addebito allo stesso delle spese di gara, nonché della differenza tra il prezzo della prima aggiudicazione e quello ottenuto dalla seconda gara, oltre ai relativi interessi e ad eventuali ulteriori danni.
Per informazioni sulle caratteristiche dell'immobile oggetto della trattativa privata, per prendere visione della documentazione relativa all'immobile, e per effettuare eventuali sopralluoghi è possibile rivolgersi all’Ufficio Tecnico – Geom. Giuseppe Spagliardi, durante gli orari di apertura al pubblico o fissando appuntamento telefonando al numero 0377.989029.
Per quanto non previsto nel presente avviso, valgono le norme del regolamento per l'amministrazione del patrimonio e contabilità dello stato di cui al R.D. 23 maggio 1924 n. 827, nonché tutte le altre norme vigenti in materia.
Tutela della privacy
Ai sensi della legge n. 675/96 e s.m.i. il trattamento dei dati personali raccolti per le attività di alienazione del patrimonio è finalizzato allo svolgimento della procedura concorsuale ed all'eventuale instaurazione e gestione del rapporto medesimo. Il trattamento dei dati avverrà nel rispetto del segreto d'ufficio e dei principi di liceità, correttezza e trasparenza, in applicazione di quanto disposto dalla stessa legge 675/96 in modo da assicurare la riservatezza all'interessato, fatta salva la necessaria pubblicità della procedura concorsuale ai sensi delle disposizioni vigenti.
Il Responsabile del Procedimento è il Geom. Giuseppe Spagliardi – Responsabile dell’Area Gestione del Territorio.
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Notizie dal Comune

Pubblicato dal Comune l'avviso per la visione del PGT.

Come si sa, il Consiglio comunale,con deliberazione n. 42 del 31.07.09, ha adottato il Piano di Governo del Territorio, ai sensi della L.R. n. 12/2005. Con la stessa deliberazione il Consiglio comunale ha adottato il Piano di Azzonamento Acustico ai sensi della L.R. N. 13/2001. La deliberazione integrale di adozione del Piano di Governo del Territorio, con i relativi allegati è depositata e visionabile presso l’ufficio Segreteria di Piazza Matteotti n. 1, al 1° piano dal giorno 09 settembre 2009, per i successivi trenta giorni. Nel termine dei successivi trenta giorni (ossia entro il 09 novembre 2009), chiunque vi abbia interesse potrà presentare le proprie osservazioni in duplice copia, trasmettendole al Protocollo del Comune di Brembio. Per le modalità di consultazione e inoltro osservazioni è opportuno prendere contatto con l’Ufficio Segreteria – telefono 0377.989022.

La giunta comunale, ii sensi dell’art. 3, comma 54 della L. n. 244/07, rende noto che con determinazione n. 192 del 03/08/2009 è stato affidato all’Avv.Giovanni Mariotti con studio in Milano – Largo Schuster n. 1 l’incarico di collaborazione professionale per assistenza legale nei confronti del Ministero delle Infrastrutture – S.I.I.T. Lombardia. L’ammontare del compenso è previsto in €. 2.000,00 oltre all’IVA e C.P.A.

Il Comune ha comunicato il proprio indirizzo di Posta Elettronica Certificata:
brembio@cert.elaus2002.net

Amiacque ha emanato un avviso di erogazione irregolare dell'acqua potabile dall'acquedotto di Brembio. Dal 14.09.2009 al 18.09.2009, dalle 8.00 alle 17.00, l'erogazione dell'acqua potabile avverrà in modo irregolare a causa di spurghi sulla rete idrica dell'acquedotto.

Il Consorzio Bonifica Muzza Bassa Lodigiana ha pubblicato l'avviso di deposito presso la sede consorziale della documentazione relativa al Nuovo Piano di Classifica degli immobili consorziali.
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I numeri fortunati

La lotteria del Gemellaggio.

Domenica scorsa sono stati estratti dal comitato per il gemellaggio i premi della lotteria di raccolta fondi a sostegno dell'organizzazione dell'annula incontro tra la nostra comunità e quella di Saint Christo en Jarez che si terrà a Brembio nei giorni 2, 3 e 4 ottobre.
Questi i biglietti vincenti i rispettivi premi (la R indica che il premio è stato ritirato).
1. 315 (orologio Locman donna); 2. 56 (orologio donna Officina del Tempo); 3. 1479 (cesto alimentari) R; 4. 79 (cesto prodotti per la casa); 5. 171 (gatto pulisci scarpe cotto Mammarò) R; 6. 201 (buono spesa 30 €) R; 7. 1241 (confezione 6 bottiglie vino doc); 8. 141 (confezione 6 bottiglie vino doc) R; 9. 70 (buono spesa 25€); 10. 117 (buono spesa 25€); 11. 1267 (buono spesa 25€); 12 921 (buono spesa 25€); 13. 185 (buono spesa 20€); 14. 686 (buono spesa 20€); 15. 458 (buono spesa 20€) R; 16. 1306 (buono spesa 20€); 17. 123 (set spugne bagno); 18. 34 (buono piega); 19. 1016 (buono piega); 20. 340 (buono pasto); 21. 1304 (buono pasto); 22. 417 (buono pasto); 23. 497 (buono 1 crostata); 24. 1444 (buono 1 crostata); 25. 1238 (buono 1 crostata); 26. 1497 (buono 1 crostata); 27. 106 (buono 1 crostata); 28. 1150 (buono 1 crostata); 29. 339 (buono 1 crostata); 30. 445 (buono 1 crostata); 31. 1394 (buono 12 caffè).
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Lavori in piazza

In corso lavori per conto dell'Enel.
FotoPost.

Lavori in Piazza Matteotti per conto dell'Enel, iniziati oggi alle 7.00 e che proseguiranno fino alle 18.00, fino al termine dei lavori come recita il cartello affisso sul segnale di divieto di sosta.



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In edicola oggi [3]

11 settembre 2009
Le prime pagine dei giornali [3].
FotoPost.
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Open day dell'azienda Ferrari

Ossago - Domani l’open day della Giovanni Ferrari, storica azienda casearia.
Il regno dei formaggi tiene botta e apre alle famiglie dei dipendenti.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Alberto Belloni, 11 settembre 2009.

Ossago Una mattinata in compagnia, e in allegria, per scoprire i “segreti” del colosso dei formaggi. È questo il senso dell’“open day” dedicato dalla casearia Giovanni Ferrari ai propri dipendenti e ai rispettivi famigliari, che domani mattina a partire dalle 9.30 e fino a mezzogiorno verranno accolti e accompagnati in una visita attraverso tutte le aree e gli uffici dello stabilimento di Ossago. L’iniziativa rappresenterà l’occasione per i parenti dei dipendenti di scoprire cosa fanno i loro cari impiegati nell’azienda, ma anche per mostrare loro le attività e l’organizzazione che fervono all’interno di una ditta dalla quale escono decine di celebri formaggi. Ai visitatori, infatti, verranno illustrate le varie fasi attraverso le quali vengono realizzati e immessi sul mercato i prodotti più popolari e richiesti, dalle Dop più note quali Grana Padano, Parmigiano Reggiano ed Emmenthal svizzero fino alle altre tredici licenze per la produzione di latticini tradizionali quali il Bitto, il Montasio, i pecorini tipici e tanti altri formaggi ancora.
L’open day ha già raccolto un notevole interesse: a fronte dei 170 dipendenti complessivi attualmente in forza all’azienda, le adesioni tra lavoratori e i loro famigliari sono già arrivate oltre quota 220 iscritti, compresa una sessantina di bambini. Tra magazzini di stagionatura, aree di produzione, uffici amministrativi e via discorrendo, la comitiva verrà guidata alla visita di tutti i reparti dello stabilimento: alla fine, la Ferrari offrirà a tutti loro un buffet. Quanto ai propri affari, a dispetto della crisi la Ferrari si dimostra piuttosto vivace, soprattutto con l’estero. Particolarmente forte nei mercati del Regno Unito, del Belgio e della Svizzera, l’azienda ha recentemente stretto un’importante alleanza commerciale con una multinazionale francese leader nelle “specialità” quali il Caprice des Dieux e il Camoscio d’Oro, e nonostante la recessione è riuscita un’attività di export dei propri prodotti verso gli Stati Uniti. I volumi di vendita registrati dall’azienda in agosto hanno raggiunto i livelli dello stesse mese del 2008; e anche sul fronte occupazionale, dopo aver sfruttato solo in parte la cassa integrazione chiesta mesi fa per alcuni dipendenti, l’azienda è riuscita ad evitare qualsiasi taglio.
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I novant'anni di Alboni

Festa pubblica per il comandante Nemo: Edgardo Alboni ha compiuto novant’anni.
Rassegna stampa - Il Cittadino, 11 settembre 2009.

Gli auguri di compleanno arriveranno al termine del direttivo Anpi provinciale. Edgardo Alboni, presidente lodigiano dell’associazione partigiani, compie oggi 90 anni. Per lui domani è stata organizzata una cerimonia pubblica, che si svolgerà a partire dalla 16, nell’aula magna del liceo Verri. Nel corso dell’iniziativa saranno presentate le proposte dall’associazione per il biennio 2009/10 e poi si passerà ai festeggiamenti per l’ex capo partigiano (conosciuto come comandante Nemo) e già sindaco della città. Alboni è nato a Montanaso l’11 settembre 1919 e risiede a Lodi. Figlio di operaio, è il quarto di cinque fratelli. Nel corso della secondo guerra mondiale, dopo l’annuncio dell’armistizio, ha abbandonato la caserma del 51esimo fanteria dì Perugia, è rientrato nella propria casa e nei mesi seguenti ha assunto il comando della l74esima brigata del corpo volontari della libertà fino al 25 aprile 1945. Diversi sono stati i suoi incarichi nell’amministrazione comunale: nominato dal Cln vice sindaco della città in rappresentanza del Pci, viene designato assessore alla pubblica istruzione nella prima giunta elettiva (1946). Poi ha diretto il gruppo consiliare del Pci dal 1948 al 1964. E nel 1960 è stato eletto al consiglio provinciale di Milano, quindi deputato nel 1963 e riconfermato nel 1968. Nel suo lungo impegno politico c’è anche l’elezione come sindaco, nel settembre del 1975. Cessato il mandato nel 1980, è rientrato in giunta nel 1982 come assessore alla programmazione. Nel 1981 ha assunto la presidenza dell’Anpi di Lodi e nel 1992 ha costituito il comitato provinciale dell’Anpi con l’incarico di presidente; è membro eletto anche del consiglio regionale e nazionale Anpi.
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Lo sponsor di tutto

Il Cittadino di oggi pubblica questa lettera amara di Luigi Marelli nella rubbrica delle "Lettere & Opinioni".
C’è un problema di bilancio? Ci pensa Sorgenia come sponsor.
Rassegna stampa.

Ho molto apprezzato, sul «Cittadino» di oggi (giovedì 10 settembre, Ndr) l’intervista del dottor Antonio Proni, dedicata alla centrale in costruzione a Bertonico-Turano Lodigiano. Ringrazio «Il Cittadino» perché è rimasto l’unico a scrivere queste cose, visto che nel Lodigiano nessuno più tiene la schiena diritta.L’avete scritto anche Voi: c’è un buco di bilancio alla Eal Compost? Niente paura, la Provincia di Lodi ricorre alla società Sorgenia, la quale fa da sponsor e paga. C’è un buco di bilancio nelle società sportive del territorio perché gli sponsor non cacciano più un ghello? Niente paura, basta rivolgersi a Sorgenia, la quale fa da sponsor, paga e ripiana tutto. Di questo passo tutti, grati a Sorgenia, non avranno che da ringraziare. Prendo atto che «Il Cittadino» non ha ancora fatto ricorso a Sorgenia e di questo ve ne sono grato. Tra vent’anni, quando qualcuno scriverà la storia di questo territorio lodigiano nel periodo da noi vissuto, avrà materiale in abbondanza...
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In edicola oggi [2]

11 settembre 2009
Le prime pagine dei giornali [2].
FotoPost.
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C'è chi continua a parlare di cieli azzurri

«Il governo nasconde la crisi, il conformismo dei media lo aiuta».
Rassegna stampa - l'Unità, 10 settembre 2009, Simone Collini.

Non è che ci sia bisogno della sfera di cristallo per sapere che autunno sarà». Pier Luigi Bersani legge i dati appena diffusi dal Centro studi di Confindustria, quei 700 mila posti di lavoro persi in due anni, il Pil a -4,8%, i consumi a -1,7%. «Gli spiragli che si intravedono sono nell’ordine del più-zero-virgola», scuote la testa mentre tiene d’occhio il monitor sistemato sulla scrivania, al comitato “Bersani segretario Pd” di piazza Santi Apostoli.
Berlusconi sostiene che la crisi l’abbiamo lasciata alle spalle.
«Sarà veramente così quando saremo tornati al punto in cui eravamo. E a questo ritmo non basteranno dieci anni, per riuscirci».
Intanto, nell’immediato?
«Vedremo cadere un numero non indifferente di piccole imprese, che a causa dei consumi bassi non hanno più fiato per andare avanti, e ci saranno evidenti ricadute sul mondo del lavoro. Elementi critici che, inevitabilmente, verranno alla luce questo autunno».
Le daranno del menagramo, l’accuseranno di provocare disagio.
«Il disagio deriva semmai dal fatto che i riflettori non sono puntati su questi problemi, che chi li vive percepisce un senso di isolamento, di solitudine e di abbandono, mentre chi ha responsabilità di governo continua a parlare di cieli azzurri».
La prima cosa da fare, secondo lei?
«Recuperare una discussione realistica sui temi della crisi. Quando l’Italia è messa di fronte a un problema se lo mangia, quando gli viene attutito si provoca un danno, perché gli elementi di reazione si attenuano. Oggi c’è una cappa di conformismo micidiale, un condizionamento dei mezzi d’informazione estremamente dannoso. Il governo non può pretendere il consenso quando non c’è e al Parlamento non può essere impedito di parlare di questi temi».
Ci fosse una discussione parlamentare, lei cosa direbbe?
«Che c’è bisogno di una vera manovra anticrisi. Il governo ha solo spostato soldi da una parte all’altra del bilancio. Alla fine, dal punto di vista dell’animazione dell’economia, l’effetto è zero. Per non parlare dei provvedimenti che fanno piovere sul bagnato della crisi, come le decine di migliaia di precari della scuola che vanno a riempire ulteriormente la strada dei disoccupati, o la sanatoria delle badanti che sarà ristretta e costosa e creerà problemi a tante famiglie, costrette a farne a meno per non avere in casa una “criminale”, o il condono per il rientro dei capitali dall’estero».
Tante critiche e zero proposte, le verrebbe detto dal fronte maggioranza.
«Intanto, noi siamo pronti a discutere, mala responsabilità deve assumersela il governo perché noi ce l’assumemmo quando si trattava di entrare nell’Euro e oggi il centrodestra deve dimostrare di avere il coraggio di fare una manovra che può non piacere a tutti ma che consenta di mettere soldi nei redditi più bassi, salari e pensioni perché solo così possono crescere i consumi. Dopodiché, circa le proposte, dico che serve un grande piano sull’economia verde, che può mobilitare molto risparmio privato, e va sbloccato il patto di stabilità per consentire gli investimenti dei comuni. Piccoli cantieri locali possono rendere valore già nel giro di un semestre».
Torniamo ai riflettori non puntanti su questi temi ma su altro. L’opposizione non ha responsabilità in questo?
«È in corso una deformazione del meccanismo democratico, con parlamentari nominati e con il governo che ha comando sulla maggioranza, facendo anche continuo ricorso a decreti e voti di fiducia. Quindi l’opposizione si muove in un assetto molto complicato. Il punto ora, però, è che noi dobbiamo tenere saldate questione democratica e questione sociale».
Può spiegare meglio?
«Noi incontriamo gente che ci dice: dobbiamo attaccare di più Berlusconi su veline ed escort. Altri ci dicono: basta parlare di Berlusconi, veline ed escort, io sono in cassa integrazione e devo mantenere una famiglia. Allora il nostro problema è far notare che questa deformazione democratica, questo controllo dell’informazione e questo deperimento della discussione pubblica in realtà stanno causando danni enormi alla società italiana, stanno impedendo la soluzione dei problemi sociali».
Il 19 c’è una manifestazione contro il controllo dell’informazione: ci sarà?
«Ci sarò, e mi auguro sia una mobilitazione larga, non di una parte sola. Ma proprio per quanto appena detto, dico anche che insieme alla libertà di stampa dobbiamo ricordarci della libertà di avere un lavoro, della libertà di avere un reddito e di poter mantenere la famiglia. Un grande partito popolare questi temi deve tenerli molto saldati. Adesso si stanno un po’ disallineando ed è un problema per noi».
Secondo lei la vostra discussione congressuale contribuisce ad allinearli?
«Ritengo che dobbiamo entrare in una fase ulteriore della nostra discussione, dobbiamo rendere più evidente che usciti dal congresso diremo parole chiare e forti, che ci facciano percepire come alternativa credibile a un berlusconismo ormai all’imbrunire e che costringe il Paese in una discussione fangosa. È quindi necessario che ciascuno di noi faccia uno sforzo perché il confronto sia incentrato su questi temi, sul profilo del partito come strumento utile al Paese».
Marino chiede un confronto pubblico: perché lei e Franceschini non raccogliete la proposta?
«Parlo per me e spero non si voglia far intendere che ho paura di un confronto. Ma bisogna che tutti quanti si abbia in testa la ditta. Ci sono le mozioni, i circoli stanno discutendo, poi alla Convenzione ciascuno di noi riassumerà la sua posizione. Da lì a quando dovremo rivolgerci all’opinione pubblica valuteremo assieme come fare. Però non espropriamo con iniziative di tipo mediatico una discussione che adesso è affidata ai circoli».
Marino chiede anche trasparenza sulle vostre spese.
«Abbiamo regole chiare e organismi di controllo che le faranno rispettare. Non mettiamo in giro messaggi non utili. Anche nelle scelte degli argomenti di confronto, tutti dobbiamo tener conto che siamo una comunità».
Anche perché poi ci sono le regionali, e il tempo a disposizione è poco...
«È una difficoltà che potremmo trasformare in opportunità. Se saremo bravi, avremo anche un prodotto fresco, con un messaggio meglio definito, più chiaro. Se saremo capaci di fare il prodotto, naturalmente».
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Futurismo contro pragmatismo

Il duello Fini-Berlusconi e il nodo del «fine vita».
Nel Pdl problemi veri e un tema sbagliato.

Rassegna stampa - Avvenire, 11 settembre 2009, Sergio Soave.

Con il discorso molto puntuto tenuto ieri a Gubbio il presidente della Camera ha reso inevitabile l’avvio di una nuova fase nella vita interna del Popolo della libertà. Un partito finora placidamente assopito nella contemplazione dei successi vantati dall’esecutivo. Dalla sua fondazione il Pdl non ha deciso nulla, ha detto in sostanza Silvio Berlusconi a Gianfranco Fini per rassicurarlo sul fatto che non sarebbe stata compiuta alcuna azione contro di lui o i suoi sostenitori. Ma proprio questo è il problema, ha replicato il presidente della Camera: un grande partito deve decidere. In questa cronaca della telefonata di mercoledì scorso tra i due c’è il succo di un’incomprensione profonda e destinata a non sciogliersi.
Questo non mette in forse l’unità del partito, ma apre un confronto serrato sulla sua struttura, sui sistemi di dibattito interno e di decisione, sulla sua stessa funzione. Che per Fini non può esaurirsi nel sostegno al governo.
L’ex leader di An chiede di discutere su una serie di problemi di prospettiva, dal principio di cittadinanza alla condizione reale del Mezzogiorno, invita polemicamente a non apparire riluttanti a ricercare la verità sulle stragi di mafia, chiede una maggiore attenzione alle fasce di popolazione che soffrono le conseguenze della crisi, ma rifiuta con sdegno le vociferazioni che lo dipingono come convertito alla sinistra e – ultimo, ma non ultimo tema – insiste nel criticare il testo di legge sul fine vita così come è stato approvato al Senato. Il suo scopo è quello di aprire una contraddizione all’interno del Pdl, di esprimere un dissenso permanente, sfidando Berlusconi a rendere le strutture del partito adatte a gestire democraticamente questo confronto.
Il problema di metodo, quello che riguarda l’assenza di sedi di confronto interno o la paralisi di quelle formalmente esistenti, è propedeutico a problemi di merito, sui quali Fini prospetta soluzioni e proposte spesso alternative e chiede si raggiunga «un equilibrio». Anche a costo di farlo saltare su questioni di grande delicatezza.
Non si può fare a meno di notare, infatti, che il presidente della Camera ha sostenuto che sul tema del fine vita questo «equilibrio» non solo non sarebbe stato raggiunto ma neppure cercato, e ha rincarato la dose, avvertendo che non è sufficiente raggiungere un’intesa nella maggioranza, perché sarebbe preferibile realizzare un accordo anche con le opposizioni. A scopi interni, e rivolgendosi alla grande platea dell’intera opinione pubblica, Fini ha glissato su particolari decisivi: il ruolo dell’Udc, che ha sommato i suoi voti a quelli della grandissima parte della maggioranza, e il voto di coscienza a favore del testo Calabrò di non pochi senatori del Pd manifestatosi ogni qual volta a Palazzo Madama si è votato a scrutinio segreto. L’esatto contrario di quanto si aspettavano alcuni.
Detto questo, è evidente che oggi è difficile prevedere come proseguirà un confronto che non potrà certo più ridursi a una discussione tra il premier e il presidente della Camera, né tantomeno essere concluso con qualche pacca sulle spalle. Ma è altrettanto chiaro che da oggi il Pdl sarà la sede di un confronto a tutto campo, che non potrà essere delimitato a priori e che già investe questioni di principio e visioni politiche complessive.
Siamo alla polemica "futurista" di Fini nei confronti del pragmatismo di Berlusconi. Ed è forse in questo senso (non in quello di un’improbabile battaglia immediata per la guida del governo o del partito) che si può dire che la prospettiva dell’ex leader della destra tende a porsi sul terreno del post-berlusconismo.
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In edicola oggi [1]

11 settembre 2009
Le prime pagine dei giornali [1].
FotoPost.

Cominciamo con oggi un piccolo esperimento: la pubblicazione delle immagini delle prime pagine dei giornali. Naturalmente riprodurremo quelle dei più importanti per il dibattito politico locale e quelle ritenute più interessanti. In genere le pagine saranno riprodotte in due o al più tre post successivi, il primo dei quali riguarderà Il Cittadino, Avvenire e i due quotidiani di riferimento delle forze politiche rappresentate a Brembio, l'Unità e Liberazione. Commenti in merito sono graditissimi.
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Il migliore resta ancora De Gasperi

Franceschini: meglio di Berlusconi solo Mussolini.
Le parole di Silvio Berlusconi che si è definito miglior Presidente del Consiglio dall'Unità d'Italia scatenano le critiche dell'opposizione. Dal Pd il segretario Franceschini usa toni ironici, ma torna ancora una volta a paragonare il premier a Mussolini
VideoPost - SkyTg24.




Silvio Berlusconi dalla Sardegna si autoproclama il migliore "presidente del Consiglio dei 150 anni della storia italiana" e le sue parole, insieme alle dichiarazioni sull'affaire escort, scatenano immediate le reazioni dell'opposizione. Durissima l'Italia dei Valori che punta il dito contro quella che definisce una scena imbarazzante quella di un presidente del consiglio che durante un vertice internazionale nega di avere rapporti con prostitute. E per Antonio Di Pietro: “L'ostinazione di Berlusconi di paragonare se stesso a un genio assoluto testimonia il carattere ossessivo tipico dei dittatori”. E torna ad evocare il dittatore Mussolini anche Dario Franceshini. Toni ironici li usa anche il leader dell'Udc Pierferdinando Casini: “Non vorrei ferire l'ego di Berlusconi ma penso che per gli italiani il miglior presidente del Consiglio resti ancora De Gasperi”.
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Il vero problema del Paese

Dal blog "Invece" di Concita De Gregorio, direttrice de l'Unità riprendiamo il post pubblicato ieri sera.
Il dopo è adesso.
Rassegna stampa.

«Basso impero», titolammo in prima pagina mesi fa, all'inizio di tutto questo. Ieri il Times scriveva «Roma brucia». Nerone. La stampa di tutto il mondo assiste sbigottita a quella che oramai appare anche ai più prudenti una delirante ossessione. Non sta bene, scrisse sua moglie al principio di tutto. I termini medici affollano ora i commenti. La giornata di ieri ha segnato un punto di non ritorno: lo ha mostrato com'è. A chi ci accusa di parlare solo di escort e della «passione» del premier per le donne anziché occuparci dei problemi del paese rispondiamo che questo è il problema del paese: il principale, tutti gli altri ne discendono. Un presidente del consiglio che occupa un vertice internazionale, in piedi accanto ad un primo ministro di un governo straniero, le telecamere del mondo accese davanti a lui, per dire che lui le donne non le ha mai pagate, che non frequenta prostitute, che quando ha avuto ospiti si è comportato come «ogni padrone di casa farebbe», cioè le ha portate nel lettone di Putin. Per dire, Zapatero allibito e muto, che lui le donne preferisce conquistarle, che Patrizia D'Addario rischia per quello che gli ha fatto 18 anni di carcere, tutti rammentano cosa gli ha fatto, le docce fredde e il resto. Per aggiungere, il capo del governo spagnolo che dice con un filo di voce «vai avanti, è interessante», che ogni maschio si comporterebbe così e che come sua zia Marina anche lui si loda da solo: «Sono il miglior premier italiano degli ultimi 150 anni, meglio di De Gasperi». A Miguel Mora, giornalista del Paìs, risponde attaccando la sua testata: «Lei legge solo Repubblica e l'Unità, certi giornali finiscono per fallire, il Paìs ne sa qualcosa». Berlusconi, del resto, il gruppo del Paìs sta cercando di comprarlo. Bisogna fare uno sforzo di immaginazione. Chiedersi cosa succederebbe se tutto questo accadesse negli Stati Uniti: frotte di «ragazze immagine» pronte a restare a pagamento per la notte nella Sala Ovale in cambio un posto al Congresso o un programma tv. (Noemi star a Venezia, ieri. Funziona). Bisogna fare uno sforzo ulteriore e immaginare di avere una donna di 73 anni presidente del Consiglio. Una Merkel più anziana, per esempio, che si circonda di gigolò ventenni tatuati e disdice gli impegni pubblici per restare in doccia con loro. Cosa accadrebbe in quel caso? Le basterebbe dire non sono una santa? Oppure: non li pago, sono tutti volontari?
Ieri gli insegnanti rimasti senza lavoro (venticinquemila famiglie) hanno rivolto dieci domande al ministro Gelmini. Dieci domande, come quelle a cui Berlusconi non risponde. Scuola, salute, lavoro, immigrazione, diritti, ambiente. Sarebbero bei temi per un vertice internazionale: meglio di zia Marina e del sesso a pagamento. Fini ha rotto gli ormeggi. Indietro non torna. Scrivevamo qui giorni fa che nel dopo Berlusconi Fini sarà l'alleato naturale di Casini e del nuovo centro. La destra più che la sinistra. Gli strateghi del Pd possono anche lavorare ad alleanze variabili per le prossime regionali ma è chiaro che dove starà l'Udc non starà l'Italia dei valori, alla fine. Si tratta di scegliere una rotta, il congresso è una buona occasione per chiarirsela. Enrico Letta parla di imbrunire del berlusconismo. Il dopo comincia ora. È già cominciato.
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