Sono una giovane coppia con due figli i primi terremotati che entrano nelle nuove case del villaggio di Onna. È stato lo stesso presidente del Consiglio a consegnare le chiavi dicendo: "Vi auguro di poter ritrovare serenità, anche se non è la vostra casa". Attualmente sono 48 le villette bifamiliari, che ospiteranno oltre 300 persone, costruite dal provincia autonoma di Trento e costate 5,2milioni di euro. Alcuni terremotati hanno contestato il presidente del Consiglio, perché nonostante i risultati ottenuti a Onna, resta estremamente precaria la situazione delle altre frazioni.
Tam tam via sms: "Stasera non guardare Porta a Porta".
Rassegna stampa - l'Unità.it, 15 settembre 2009.
Tutto è pronto per lo show televisivo della sera, Porta a Porta su Rai Uno, l'unica trasmissione informativa autorizzata ad andare in onda. Il set, a Onna, il paese che non c'è più, l'ha apparecchiato il premier. Al centro le casette, pagate con i soldi della Croce Rossa e della Provincia di Trento, realizzate dalla stessa Provincia di Trento e urbanizzate dal Comune de l'Aquila. Ma consegnate direttamente dal premier. Con tanto di biglietto di auguri su carta intestata della Presidenza del Consiglio e firmato da Silvio Berlusconi. Recita: «I più affettuosi auguri di salute e di serenità nella nuova casa».
È il premier stesso a consegnare le chiavi delle prime tre case delle 94 allestite. Mentre alcuni manifestanti sfuggiti ai controlli riesce a raggiungere il luogo della cerimonia e a srotolare un paio di striscioni. Sono abitati di Tempera, un comune vicino, che chiedono: «Tempera, dove andremo a settembre? No alle deportazioni». Oppure quelli di Castel Nuovo, che domandano: «Belle le case di Onna, ma le nostre?».
«Le case consegnate non sono niente rispetto alle migliaia di sfollati», si fa portavoce delle proteste la presidente della Provincia de l'Aquila Stefania Pezzopane, che ricorda, oltretutto, che «le case che vengono consegnate sono quelle realizzate dalla Provincia di Trento».
Un elemento su cui richiama l'attenzione anche Sabina Guzzanti, a Onna per le riprese del suo documentario sulla ricostruzione. Ma Vespa lo racconterà questo? Domanda sul suo blog l'attrice-regista, lanciando un ammonimento alla redazione di Porta a Porta: «Se non dite le cose come stanno vi sbugiarderemo».
Ma la parola d'ordine ormai è già diventata: boicotta Porta a Porta. Il tam tam è partito dalla Rete. «Boicottiamo Porta a Porta», recita l'appello che viaggia da un sito all'altro, in posta elettronica, su facebook. E via sms si sta diffondendo anche attraverso i telefonini.
E, in qualche modo, si può dire che abbia idealmente aderito anche Dario Franceschini. Prima ancora che partisse il tam-tam, a dire il vero, il segretario del Pd ha fatto sapere che questa sera non vedrà Porta a Porta. E in una lettera inviata a Vespa e alla sua redazione spiega che dà forfait e declina l'invito a partecipare alla trasmissione del 23 settembre a cui era stato invitato.
Lo sciopero dell'audience nasce su un blog (Little Mary Street, the Italian Blog Village). Scrive il blog Little Mary Street. «Spostano Ballarò per dare spazio alla puntata di Vespa sulla consegna delle nuove case ai terremotati abruzzesi. Cancellano Matrix per motivi tecnici. Incredibile. Propaganda politica, la situazione è talmente imbarazzante che è difficile da commentare».
Che i terremotati ricevano finalmente una casa «è una cosa normale, la consegna delle chiavi non deve essere né celebrata né strumentalizzata. Il governo deve fare il suo mestiere, senza utilizzare il servizio pubblico come fosse un palcoscenico per i propri teatrini». Da questa premessa nasce la protesta: «Voi spostate le trasmissioni Rai a vostro piacimento con la scusa di 'evitare sovrapposizioni' e noi non le guardiamo. Nessuno questa sera guardi Porta a Porta su Rai Uno». Più sintetico, appena 105 battute, il testo dell'sms: «Un gesto concreto per la libertà d'informazione. Stasera non accendere Rai1, non guardare Porta a Porta».
Pronto il set di Onna, le casette non sono quelle del governo.Rassegna stampa - l'Unità.it, Marco Bucciantini, 15 settembre 2009.«Forza, forza». Quelli della protezione civile spronano gli operai, che hanno ancora mezza giornata di tempo per finire di costruire un paese. Turni da dodici ore di lavoro – dall’alba finché c’è luce – per allacciare i tubi dell’acqua, finire di asfaltare le strade, piantare il biancospino, l’alloro, l’acero. Oggi alle 15 arriverà Berlusconi e con lui le telecamere «e tutto dev’essere perfetto». Questo l’ordine. Sembra una scena del Truman show, ma è impossibile negare la giovialità e la speranza che infondono le nuove casette, 94 abitazioni raggruppate in 47 bifamiliari di varie metrature, 40 mq per chi vive solo, quasi il doppio (con tre camere) per le famiglie più numerose. Qui stanotte dormiranno 200 abruzzesi, quelli di Onna, che era un paese vero e non c’è più: resta un cumulo di pietre, appena di là dalla strada e una lapide struggente che elenca 41 nomi. Arrivano i mobilidall’Emilia, il via vai di camion e mezzi da lavoro è incessante. Quello che oggi il presidente del Consiglio venderà come un miracolo del governo, del suo governo e della sua Protezione civile è in realtà un lavoro ideato e concluso dai laboriosi trentini e finanziato in parte dalla stessa provincia autonoma e in parte (maggiore) dalla Croce Rossa. Queste infatti non sono le abitazioni del progetto C.A.S.E, quello «ufficiale» che dovrà riaccasare gli sfollati e che viene sovrinteso – come tutto il resto – da Guido Bertolaso. Saranno invece consegnate le villette antisismiche con anima in legno e strato di coibentazione che gli italiani hanno già visto in tv dieci giorni fa, quando venne in visita il presidente della Repubblica. Questi Map (moduli abitativi provvisori) sono progettati dal Cnr di San Michele all’Adige: il Giappone ha già sperimentato la sapienza dei ricercatori trentini, anche su edifici di sette piani. «Avevamo bisogno di un mese in più per controllare bene tutti gli impianti e non rischiare di fare errori, ma ci hanno obbligato a finire tutto entro il 15 settembre. I materiali sono arrivati il 20 agosto...». Quindi tutto è stato edificato in meno di un mese. E la fretta di cui parla il geometra del Comune dell’Aquila, Renzo Parisse, che in quella lapide indica il nome del padre e dei due nipoti – figli del fratello e nostro collega Giustino – è quella che insospettisce il presidente della provincia Stefania Pezzopane: «Questa consegna non diventi uno spettacolo mediatico». Le case servivano subito, per distrarre l’opinione pubblica in un momento di grande difficoltà del premier. La consegna del 4 settembre del primo nucleo di abitazioni «ufficiali» è slittato a fine mese, c’è stata discussione sugli espropri con terreni edificati comprati al prezzo di terreni agricoli (per questo si sono risparmiati molti terreni della Curia...) e intorno il freddo comincia a mordere. Per nascondere il malumore, le tendopoli più vistose sono state evacuate, gli sfollati sistemati negli alberghi, anche questo verrà detto oggi: ma di 171 campi ne sono stati chiusi 59 e «ci sono ancora 16mila persone nelle tende», ricorda la Pezzopane. Ci sono 30mila aquilani sulla costa (questo complica l’avvio della scuola). Poche – meno del previsto – le persone che sono rientrate nelle case. C’è confusione nei parametri di ricostruzione, l’ordine degli architetti ha chiesto «regole certe, perché il rischio è di assumersi responsabilità enormi». Le case dei trentini verranno replicate in altre due aree del cratere, per altri 100 moduli abitativi. Parallelo, anche se in ritardo sui tempi promessi, corre il progetto ufficiale. Quello che non vedrete in televisione, perché meno grazioso: sono palazzi a ridosso della statale che collega il capoluogo a Pescara. Il prefetto Franco Gabrielli ha annunciato per venerdì la «chiamata» dei primi cittadini che possiederanno queste case. Ha anche ricordato la revoca antimafia a due ditte impegnate nella ricostruzione (una del posto, l’altra campana): «Non andrà un centesimo agli imprenditori collusi». In tv si vedrà invece Berlusconi consegnare le chiavi di casa ad una famiglia, e tagliare il nastro dell’asilo nido, realizzato sull’idea di Giulia, studentessa di ingegneria vittima del terremoto. Ogni onnese troverà poi nella nuova casa un messaggio di benvenuto scritto dallo stesso invadente premier. Ci saranno anche le autorità locali, che però non seguiranno Berlusconi nella registrazione romana dello speciale di Porta a Porta. Lì si sentirà una sola voce, e solo quella.
Guzzanti a Vespa: Attenti, vi sbugiarderemo.
Rassegna stampa - l'Unità.it, 15 settembre 2009.Un avvertimento a Vespa e alla redazione di Porta a Porta: «Caro Bruno Vespa e redazione e ordine dei giornalisti, voi che avete bloccato altri programmi tv perchè l'Italia tutta sia davanti a 'Porta a porta' questa sera per ammirare la prontezza dell'intervento del governo sulla consegna delle case sappiate che se manipolerete la notizia sarete sbugiardati». Lo scrive Sabina Guzzanti sul suo blog, prima di partire per Onna per essere presente alla cerimonia di consegna dei primi moduli abitativi. L'attrice-regista sta girando da due mesi un documentario sulla ricostruzione e sulla gestione del post-sisma con testimonianze, video e commenti dei principali protagonisti dei mesi della ricostruzione. E la consegna delle casette è un capitolo importante della storia. A patto che venga raccontata in modo corretto.
Sul suo blog Sabina Guzzanti lo fa. E, come ha scritto l'Unità, spiega che le «case le ha fatte il Trentino non il governo, pur essendo solide e durature e antisismiche costano un terzo delle case della protezione civile e sono pure pronte per tempo a differenza di quelle della protezione civile».
«Qualsiasi affermazione trionfalistica ed elogio dell'operato di Berlusconi e Bertolaso- avverte perciò l'attrice-regista nella sua lettera aperta a Porta a Porta - sarebbe propaganda e uso del servizio pubblico a scopo privato. Le case fatte ad Onna sarebbero state, come ormai si rende conto anche buona parte della popolazione aquilana, l'unica soluzione razionale. 1-2 mesi massimo nelle tende e poi moduli abitativi fino alla ricostruzione. La consegna delle case di Onna prova solo che il governo e la protezione civile hanno sbagliato tutto».
Arrivata ad Onna, le prime persone che ha intervistato sono i rappresentanti dei comitati spontanei che hanno attivato un sit-in all'arrivo del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Anche se ai manifestanti è stato impedito l'accesso all'abitato di Onna. «Una prevaricazione così come l'impossibilità di distribuire volantini di alcun tipo all'interno delle tendopoli».