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mercoledì 30 settembre 2009

Mica tanto ordinaria amministrazione

Il consiglio comunale di venerdì 25 settembre. Assente il sindaco, Rando tiene banco.

Assente il sindaco, che per lo Statuto del Comune è anche presidente del Consiglio comunale, assume la presidenza la vicepresidente del consiglio Valentina Casella, consigliere anziano (consigliere che ha ricevuto il maggior numero di voti alle elezioni), in quanto, come si sa, secondo quanto previsto dalla normativa e dal regolamento, tale ruolo non può essere svolto dal vicesindaco Rando in quanto assessore esterno. L'assenza del sindaco Sozzi fa rinviare ad un prossimo consiglio il primo punto all'ordine del giorno, che prevedeva una comunicazione sullo stato di avanzamento dei lavori relativi all'impianto di produzione di energia elettrica da biogas. Il punto successivo prevedeva la comunicazione circa il deposito dei verbali della seduta precedente. La consigliera di Rifondazione ha fatto rettificare uno dei verbali che riferiva il suo intervento sulla questione dei libri di testo in quanto non ritrovava in ciò che era riportato il senso del discorso fatto. Si passava, quindi, al terzo ed ultimo punto all'ordine del giorno che riguardava la disamina dello stato di avanzamento dei programmi e degli equilibri di bilancio. La relazione di giunta ha evidenziato i risultati amministrativi raggiunti con successo, le manifestazioni realizzate con il concorso delle diverse associazioni. Viene citato il particolar modo il carnevale e la scuola di musica del corpo bandistico, le Lausiadi, il pattugliamento per quanto riguarda la sicurezza con la collaborazione del Comune di Casalpusterlengo, l'abbattimento delle nutrie, le misure anticrisi per venire incontro ai lavoratori in difficoltà, il PGT, il nuovo parco giochi di Via Caravaggio, il tetto rifatto della palestra ed il nuovo contratto per la manutenzione del verde. Citato anche il realizzato centro diurno per anziani. È stata poi la volta dell'esposizione delle variazioni di bilancio resesi necessarie a seguito di entrate non previste, quali il contributo regionale di 15.000 euro per il PGT, un maggior gettito Tarsu relativo a partite arretrate. Tra le spese una convenzione con IVRI per la videosorveglianza del Centro sportivo. È stata anche annunciata una convenzione con un'azienda privata per la sperimentazione dell'autovelox sulle strade in ingresso al paese che dovrebbe fare da deterrente contro la velocità elevata con cui entra in paese più d'un automobilista - in realtà un modo per fare cassa, come indica la non trascurabile previsione di entrata in bilancio relativa contestata dalle passate minoranze. Si tratterà comunque di due rilevazioni di prova. L'azienda se abbiamo capito bene dovrebbe intascare 40 euro per ogni sanzione andata a buon fine. Un esperimento forse del tutto inutile se passerà la legge che affida alla sola polizia di stato l'uso degli autovelox. Comunque ci si prova per dimostrare che a Brembio per fare cassa si è adusi a copiare le cose peggiori degli altri. Altre variazioni riguardano la Scuola Materna e la manutenzione della scuola elementare e quella media. Si è anche evidenziato che i 3.000 euro stanziati per le famiglie di lavoratori in difficoltà per la crisi viene inglobato nel fondo territoriale anticrisi gestito a livello provinciale. Ultima questione da annotare è che almeno per quest'anno la tangenzialina non ci sarà in quanto sono mancati i 10.000 euro di oneri d'urbanizzazione previsti, destinati per gli espropri. Nella discussione che è seguita, sostanzialmente un dialogo tra il vicesindaco Rando e la consigliera di Rifondazione Rosaria Russo (la minoranza di destra si è limitata ad una disquisizione sulla sintassi della relazione del tecnico, chiedendone il miglioramento, e a qualche chiarimento di poco conto oltretutto già ampiamente espresso in precedenza dal vicesindaco), si è evidenziato il problema sollevato ampiamente su queste pagine della pulizia delle aree verdi e dei vandalismi, in particolare nelle scuole. Problemi sollevati dal tecnico comunale nella sua relazione, che evidenzia tra l'altro la sofferenza dell'ufficio che si vede decurtato di personale. In merito il vicesindaco si è mostrato ottimista anche se in modo non convincente. Per quanto riguarda le dichiarazioni di voto, scontata quella della maggioranza, l'unica espressa dalle minoranze è stata quella del capogruppo del Gruppo Rifondazione per Brembio, la consigliera Rosaria Russo, che riportiamo qui per intero riprendendola dal testo consegnato al segretario: «Con questo intervento esprimo il voto contrario di Rifondazione per Brembio al punto all’odg riguardante la verifica dell’attuazione dei programmi e degli equilibri di bilancio portando all’attenzione del Consiglio alcune riflessioni. In riferimento all’attuazione dei programmi troviamo nelle nostre cartelle due relazioni. La relazione del Responsabile Area Gestione del Territorio, geom. Spagliardi, l’altra presumo, in mancanza della firma, del Sindaco. «Innanzitutto corre l’obbligo di sottolineare che contrariamente a quanto si evidenzia nella relazione del Sindaco non ci troviamo di fronte ad una nuova compagine amministrativa. L’unica differenza tra la “passata e la nuova” amministrazione è l’assenza della componente di Rifondazione dalla maggioranza e dalla Giunta, per il resto è la solita minestra ormai fin troppo consumata. «Questa amministrazione prosegue nel solco di interventi, obiettivi, pratiche, consolidati da tempo. Uno degli obiettivi che un'amministrazione deve porsi è cercare di cambiare il volto del paese. Da quanti anni Brembio ha ormai lo stesso sbiadito volto? Nell’amministrare un Comune, e questo è il mio punto di vista, credo sia importante non solo il fare ma il “far bene”. «Entrando nello specifico della relazione leggiamo che si sono concretizzate alcune opere importanti quali il nuovo parco giochi di via Caravaggio. La realizzazione di codesto parco, cosi a lungo agognata e desiderata, è tutt’altra di quello che la Commissione Ambiente e la stessa Giunta avevano a suo tempo approvato, e venduto in campagna elettorale. «Il Centro Diurno per Anziani è un altro esempio di un “fare senza saper fare” Invito tutti a visitare un centro diurno per anziani per avere qualche idea su cosa sia in realtà un Centro Diurno per Anziani. «Quello che è importante, che ha una ricaduta sulla vita dei cittadini, è la qualità dei sevizi offerti e delle opere realizzate e non la quantità di nastri tagliati. «Sempre in tema di programmi constatiamo che nonostante il trasferimento della scuola nel nuovo plesso nulla è stato fatto o predisposto per sistemare gli uffici comunali con grave disagio, per usare un eufemismo, per le fasce deboli della popolazione brembiese che si devono recare presso gli uffici comunali. La scala di accesso al Comune rappresenta la scalata dell’Everest. È solo grazie alla sensibilità e disponibilità delle impiegate (che si recano al piano terra) che questi cittadini possono accedere al Comune. «Per quanto concerne la relazione del responsabile area gestione del territorio innanzitutto si evince una grande sofferenza dell’ufficio legata alla cronica mancanza di personale a fronte di vaste competenze dell’ufficio. Nonostante ciò viene decurtata l’unica risorsa aggiuntiva che finora era stata assegnata all’ufficio per far fronte alle innumerevoli funzioni. Questa scelta non può che avere delle ricadute negative sui servizi che tal ufficio offre alla comunità brembiese, esprimo, quindi, la totale contrarietà a tale decisione. «Si constata, inoltre, che dopo anni di insediamento della logistica il problema del passaggio degli automezzi con portata superiore ai 65 q non è stato risolto. Bisognerebbe affrontare una seria analisi dei costi/benefici per il nostro territorio di insediamenti di tal portata anche in riferimento all’imminente approvazione del PGT e agli insediamenti produttivi che esso prevede.» La delibera relativa al punto all'ordine del giorno è stata poi approvata con 8 voti favorevoli e 4 contrari, quello di Rifondazione e tre del gruppo Brembio che cambia.

Nota della redazione. Alleghiamo per la serie "stiamo lavorando per voi" una scheggia video di prova dei nostri "potenti mezzi" relativa al consiglio comunale di venerdì scorso. Non è un granché. Una piccola curiosità che cercheremo in futuro di perfezionare per dare a chi ci segue, ma non segue i consigli comunali, il "brivido" di esserci stati (almeno per pochi secondi o qualche minuto). La voce che si sente è quella del vicesindaco Giancarlo Rando.


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Annozero non molla lo scandalo escort

Dopo le polemiche e l'annuncio dell'istruttoria del governo, Santoro torna sul tema. Il viceministro Romani: "Anche in questo caso, verificare se è servizio pubblico". La D'Addario ad Annozero, il Pdl non va. L'ira di Berlusconi: sarà un boomerang. Zavoli: "Scajola ha usato espressioni 'sinistre' che poi per fortuna sono state 'alleggerite'". Tarantini al governo e all'Agcom: "Disinformazione e strumentalità politica, intervenite".
Rassegna stampa - Repubblica.it, 30 settembre 2009.

Roma - Annozero non molla lo scandalo escort. Dopo le polemiche, gli attacchi del centrodestra e l'istruttoria sul programma di Michele Santoro annunciata dal viceministro Paolo Romani, domani sera sarà Patrizia D'Addario a raccontare la sua verità sulle feste di Palazzo Grazioli. Una presenza che secondo lo stesso Romani ribadisce la necessità di verificare se nella trasmissione "si faccia davvero servizio pubblico". E che avrebbe provocato l'ira di Silvio Berlusconi: è una vergogna, non si può accettare che una tv del servizio pubblico inviti in trasmissione una prostituta e le affidi un contaddittorio per gettare fango sul presidente del Consiglio, ha commentato il premier, secondo il quale sarà comunque un boomerang. Diversi esponenti del centrodestra, contattati dalla redazione di Annozero, hanno declinato l'invito (primi tra tutti i 'finiani' Italo Bocchino e Flavia Perina, il sottosegretario Alfredo Mantovano ed il ministro Raffaele Fitto). E Flavia Perina, direttrice del Secolo d'Italia, vicina al presidente della Camera Gianfranco Fini, ha "disdetto" la sua partecipazione. Tutto questo mentre Giampaolo Tarantini, attraverso i suoi legali, invoca l'intervento del governo e dell'Agcom sul programma.
Secondo quanto appreso da Repubblica.it la donna che per due volte fu nella residenza del premier, e che nella seconda occasione si fermò per la notte, interverrà in diretta. Non è stato ancora deciso se in collegamento video o in studio.
Romani: "È servizio pubblico?". "La D'Addario in trasmissione domani ad Annozero? Non conosco il programma, comunque ci sarà il solito problema se un programma di questo tipo e con queste presenze è compatibile con il servizio pubblico Rai". Così si è espresso il viceministro con delega alle Comunicazioni Romani, al termine dell'audizione in commissione di Vigilanza.
Flavia Perina: "Non vado più". "Avevo dato la mia disponibilità di massima a partecipare alla puntata di domani di Annozero, che mi era stata presentata - dice Flavia Perina, direttore del Secolo d'Italia - come dedicata al "sistema Tarantini" e al rapporto tra il potere e le donne. Ma l'annuncio della presenza in studio della signora D'Addario mi ha costretto a declinare l'invito, con la convinzione che una trasmissione così congegnata rischi di risolversi nella ricerca di facili effetti scandalistici. Ho troppo rispetto per la politica, e per il tema della dignità della donna, per affidarla a un confronto di questo tipo".
Tarantini. Per l'imprenditore al centro della vicenda delle escort, Annozero ha fatto "disinformazione"
con "strumentalità politica", in contrasto con "la finalità del pubblico interesse che è propria della televisione pubblica". Tarantini lo afferma, attraverso i suoi legali, in una missiva inviata al ministero dello Sviluppo Economico, all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, alla Commissione di vigilanza Rai, ai vertici di viale Mazzini e, per conoscenza, al direttore di RaiDue e alla redazione di Annozero. L'imprenditore barese chiede l'immediato intervento "per adottare i provvedimenti che si riterranno opportuni" in ordine alla puntata andata in onda il 24 settembre scorso, e, in particolare, "perché nella nuova trasmissione non vengano tenuti ulteriori comportamenti antigiuridici, in alcuni casi anche penalmente rilevanti".
Vigilanza Rai. In questi giorni di polemiche sulle questioni Rai, uno dei momenti più difficili è stato "quando il ministro Scajola ha usato espressioni che sono suonate 'sinistre' per tanti di noi". Espressioni che poi per fortuna sono state "alleggerite". Lo ha detto il presidente della commissione di Vigilanza Rai, Sergio Zavoli, nel breve intervento tenuto oggi in avvio dell'audizione di Romani.
La replica di Romani. Alle parole di Zavoli hanno fatto seguito quelle di Romani. Il viceministro ha sottolineato che la presenza oggi a Palazzo San Macuto rappresentava "la volontà di rispettare il ruolo di garanzia della Vigilanza" e sgombrava il campo da possibili equivoci. Romani ha sottolineato che il governo, che si appresta a incontrare i vertici della Rai il prossimo 8 ottobre proprio per il caso Annozero, ''non ha alcuna pretesa di verificare la linea editoriale della Rai'' e ha ribadito ''l'assoluta estraneità alla volontà di censurare persone o programmi'' né ha alcun obiettivo ''sanzionatorio'' o quello di ''coinvolgere la commissione in censure''.
D'altro canto, ha precisato ancora Romani ''il ministero ha facoltà di predisporre verifiche e ispezioni e chiedere informazioni alla Rai'' per ''controllare l'applicazione del contratto di servizio anche al fine di esercitare un potere di impulso nei confronti dell'Agcom, che in caso di inadempienza può intervenire con sanzioni''. Il tutto, ha concluso, ''nel pieno rispetto dei poteri della vigilanza''.
E al termine dell'audizione Zavoli è nuovamente intervenuto rilevando che "molte polemiche hanno trovato punti forti di mediazione. È stato possibile perché argomenti e punti di vista sono stati circoscritti nella sede idonea. Il governo mi pare abbia recepito, e mi sembra che non voglia più insistere troppo. Si ricava una sensazione di relativa possibilità che questa grave polemica abbia trovato il giusto binario".
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Allarme rosso rientrato

Masi chiama Garimberti, Marano incalza Ruffini. Sotto tiro le allusioni a Palazzo Grazioli. Alta tensione nel bunker di RaiTre poi alla fine la sit-com va in onda.
Rassegna stampa - La Repubblica, Leandro Palestini, 30 settembre 2009.

Giornata di passione per Serena Dandini. Parla con me, il talk show di RaiTre, ieri ha rischiato di non andare in onda per le pressioni del Palazzo. Dal loro bunker televisivo, la Dandini e la sua banda satirica hanno scelto di non commentare le critiche preventive del viceministro Paolo Romani, né le preoccupazioni dei vertici aziendali. Ma alla fine, dopo un lungo braccio di ferro del direttore di rete Paolo Ruffini, dopo le 23.30 i telespettatori hanno potuto vedere la discussa mini-fiction Lost in Wc e ascoltare Sabrina Impacciatore, nei panni di Marilyn Monroe, che rivolgeva il suo Happy birthday Mr President a Berlusconi.
Eppure, in Rai per tutto il giorno si sono moltiplicate le voci di una possibile cancellazione di Parla con me. Il motivo dell'allarme rosso? Essenzialmente una fiction dal sapore surreale (di due minuti), intitolata Lost in Wc, in cui due ragazze chiuse in un bagno di una dimora patrizia (che ricorda Palazzo Grazioli) si truccano e si fotografano a vicenda in attesa di accedere alla festa del munifico padrone di casa. Ma non lo incontreranno mai, perché la porta del bagno rimane bloccata. «Non vedo perché il premier debba riconoscersi nel padrone di casa», dice Federica Cifola, una delle due attrici di Lost in Wc: «il water che si illumina dall'interno, il bagno tutto d'oro, le ragazze che ci vivono come nella casa del Grande fratello: la cifra è quella di un Lost surreale, tutti ne hanno riso alla presentazione in Rai».
Invece sin dal primo mattino i vertici di viale Mazzini erano agitati per questa fiction lillipuziana. Il direttore generale Mauro Masi ne ha parlato con il presidente Paolo Garimberti. Poi, il vicedirettore Antonio Marano ha chiesto spiegazioni a Paolo Ruffini, responsabile di RaiTre. «Vero, ho telefonato al direttore Ruffini per sapere cosa contenesse quello sketch. Avevo letto delle due ragazze nel bagno, le allusioni alle escort, alle feste di Palazzo Grazioli: è tutto chiarissimo, non prendiamoci in giro», sorride Marano. Ma nega intenzioni censorie: «Io sono contrario a bloccare la Dandini. A RaiDue io ho dato spazio alla satira, ho lanciato Crozza ne la Grande Notte. Non faccio censura preventiva, ma credo sia corretto che l'azienda sappia cosa va in onda. Ruffini mi ha dato rassicurazioni sulla minifiction».
Al governo c`è chi la pensa diversamente. «Cosa c'entra il Wc con il servizio pubblico? Mi chiedo se sono queste cose ad appartenere al servizio pubblico della Rai» si chiedeva ieri Paolo Romani, viceministro dello Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni. E in Rai circolano voci di una sorta di strategia per intimidire autori o conduttori intenzionati a scherzare sul tema escort (a prescindere) o sulle feste di Palazzo: sarebbero temi altamente sgraditi a Berlusconi.
Comunque, dopo una logorante giornata di resistenza, Serena Dandini e Andrea Salerno (numero uno degli autori), confortati dall'intero cast, hanno scelto di andare in onda regolarmente. A Parla con me il Trio Medusa ha potuto scherzare sulle bizzarre notizie del Tg1 di Minzolini; e Zoro (Diego Bianchi), ha ironizzato sulla sinistra, da Bersani a Marino a Franceschini. Mentre Elio e le Storie Tese, hanno cantato un motivo ispirato al pornodivo John Holmes.
Nella realtà:
Festa con il premier
La modella barese Barbara Montereale e un'amica scattano fotografie nei bagni di palazzo Grazioli durante una festa. Da queste immagini reali ha preso spunto Serena Dandini per la mini fiction Lost in wc, in onda ieri sera.
Poiché il video di Lost in Wc lo abbiamo già riportato in altro post, così tanto per sorridere un po', chiudiamo questo post con il video di Maurizio Crozza del 22 settembre scorso a Ballarò.


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Visti da fuori

Ci scrive Rosaria Russo: «Una mia amica che vive a Londra ha pubblicato questo articoletto. È interessante leggere cosa pensano e scrivono gli italiani all'estero. Bisogna stare un po' fuori dall'Italia per capire in quale cultura o meglio sottocultura viviamo in Italia. Quando mi capita di stare a Londra per due settimane, leggere o vedere da lì l'Italia, inorridisco. Quando sei qui quasi ci fai l'abitudine.»

Con questo pene... povera Italia!

Io abito a Londra e la televisione non ce l’ho. Mi diverto a guardare quella italiana principalmente dal sito della Rai. La scorsa settimana dopo aver visto Annozero e Blob e poi il video su YouTube del Berluscone alla conferenza stampa con Zapatero mi è venuta voglia di fare un po’ di considerazioni.
Mi hanno fatto riflettere le parole di Feltri intervistato nel servizio di Annozero, che parla della operazione alla prostrata del Berluscone alludendo alla sua impotenza, ma insistendo sul fatto che lui di impotenza non aveva parlato. E mi è venuto da pensare come ormai in Italia non sia più possibile chiamare le cose con i loro nomi, quando qualcuno lo fa lo si accusa di diffamazione e calunnia; situazione questa che costringe molti a ricorrere a veri e propri equilibrismi linguistici o ad omettere del tutto. Come averci un morto in casa, far finta che stia solo dormendo e guai a chi osa dire il contrario.
E insomma, dopo aver ascoltato le parole di Feltri e poi quelle del Berluscone alla conferenza stampa con Zapatero, ho capito che l’unica e vera disgrazia capitata all’Italia, il guaio ultimo, non è il Berluscone in sé, ma il suo pene. Ecco quando è cominciato tutto questo. È da lì che origina il suo delirio di onnipotenza, che è direttamente proporzionale. Incerto sul suo ‘centro’ il Berluscone è vittima di un autoreferenzialismo spietato che tra le tante brutture ha dato vita anche al circolo "Meno male che Silvio c’è" e al telegiornale di Emilio Fede.
Anche la massiccia presenza di donne sulle sue televisioni, delle quali si valorizza solo il potere seduttivo, che appunto non basta mai, dovrebbe insospettirci. E comunque le paga. O promette carriere politiche.
Ma per lui il male è altrove, è la disinformazione di certa stampa che chiama le cose con il loro nome e lo perseguita. L’unica cura: il metodo della zia Marina.
Non ci stupiremmo, ha senso, se anche lui, come lei, la sera prima di andare a dormire si guardasse nel grande specchio ripetendosi: Silvio ma te se bel, Silvio ma te se bel.
Come suonano rivelatrici ora le parole di Veronica quando alla stampa con correttezza semantica scrisse: “Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. È stato tutto inutile”.
E così succede che, a conferma e riprova dei fatti fino a qui, il pene in questione ha fatto finalmente il suo ingresso nell’arena politica: l’apoteosi e l’esaltazione del fallo a la Berluscone! funziona o no, andò o no con le prostitute, la storia non lo saprà mai, i suoi testicoli gli unici testimoni. Di sicuro però, insieme ai culi, le tette e le gaffes, la storia se lo ricorderà anche per quello.
Altro che Alcide De Gasperi!
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Il percorso spirituale di Ada Negri

La «mistica» di Ada Negri, da Mussolini a Dio.
Rassegna stampa, Avvenire, Filippo Rizzi, 30 settembre 2009.

Un viaggio nel Nove­cento della poetessa Ada Negri (1870­-1945), dalla sua adesione al primo fascismo, alle simpatie socialiste, fino alla conversio­ne al cristianesimo. Pietro Zovatto, docente di storia delle religioni all’università di Trieste e tra i più autorevoli studiosi della religiosità di Umberto Saba, lo propone ne
Il percorso spirituale di Ada Negri (Centro Studi storico religiosi del Friuli Venezia Giulia, pp. 165) e ricostruisce la fortuna editoriale ma an­che di critica della poetessa lodigiana con un obiettivo di­chiarato: liberare l’umile «maestrina di Motta Visconti» dei pregiudizi estetici ed i­deologici che hanno accom­pagnato i suoi scritti, come la sua tormentata esistenza. Di grande interesse è la parte dedicata alla parabola di vita della Negri dalla sua simpatia per il fascismo fino all’incon­tro con la religione e il divino, «il sacro», grazie anche alla sapida direzione spirituale del saveriano padre Giulio Barsotti. In Ada Negri l’autore scorge la dignità di una don­na attrezzata culturalmente, sempre alla ricerca dell’esi­stere e di se stessa nonostan­te le sue tensioni per un cri­stianesimo venato a volte di derive panteistiche. Affiorano da queste dense pagine an­che le stroncature, ad esem­pio di Benedetto Croce e de La Civiltà Cattolica da parte di padre Pascotto per le sue poesie, ma anche l’ammira­zione di Silvio Benco e la suc­cessiva riabilitazione del ge­suita Domenico Mondrone.
Come nel caso di Fulvio To­mizza, nella Negri emerge il grande rispetto per la religio­sità popolare, la devozione mariana e l’attenzione per i morti. In lei – come ben evi­denzia Zovatto – c’è un matu­ro passaggio «dal socialismo a un cristianesimo consape­vole ». L’autore si spinge addi­rittura a individuare una con­tinuità ideale della Negri con Parini, Manzoni e Clemente Rebora. Il volume si sofferma inoltre sulla mancata asse­gnazione del premio Nobel alla poetessa lodigiana, «ri­sarcita » dal regime con l’itali­co Premio Mussolini. A fare da cornice a tutto questo af­fiora il disincantamento della Negri verso il fascismo, cau­sato anche dalle tante giovani vite falcidiate dal secondo conflitto mondiale e dall’ac­cresciuta povertà e dallo sco­ramento degli italiani per u­na guerra mai cercata. La se­conda parte della pubblica­zione dà spazio in un certo senso al lirismo «spirituale» della Negri, «la vergine rossa» presente nelle sue poesie (co­me ben appare in Vespertina
o in Stella Mattutina), al suo interesse per il cristianesimo e alla passione per i santi mi­stici da Giovanni della Croce a Teresa d’Avila, a Ignazio di Loyola, alla madre Cabrini fi­no a Teresa di Lisieux. In lei – come ben sottolinea Zovatto – c’è una «vera metafisica dei santi» imparata alla scuola del grande storico della spiri­tualità Henri Bremond. Una tensione verso il sacro che, secondo il critico triestino, trova il suo apice ideale nello scritto Il Crocifisso rotto in cui «ella sa pregare con lo stesso ardore dei mistici». Di note­vole interesse infine sono in appendice le lettere inedite di Ada Negri a Silvio Benco, Giulio Barsotti e due testi di don Giuseppe De Luca alla poetessa.
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Tutti noi lost in wc

Berlusconi: Dandini e Santoro portano voti alla destra.
"Tutti possono stare in tv a patto che non ne facciano un uso criminoso diffamando", dice Silvio Berlusconi intervenendo a SKY TG24 mattina.
VideoPost, Sky Tg24, 30 settembre 2009.




"Lunga vita a Santoro e alla Dandini. Tutti possono stare in tv a patto che non ne facciano un uso criminoso diffamando", dice Silvio Berlusconi intervenendo a SKY TG24 mattina. Il premier parla anche della candidatura all'Oscar di Baaria, del Milan e dell'Aquila.

L`editoriale.
La guerra alla Rai non ha senso.

Rassegna stampa - Il Tempo, Gennaro Malgieri, 30 settembre 2009.

Cannoneggiare la Rai è lo sport nazionale di gran lunga più praticato. Nelle bocciofile come in Parlamento, sui marciapiedi e nei salotti. Lo scopo è sempre lo stesso: squalificarla agli occhi del pubblico che, paradossalmente, per quanto ne sia insoddisfatto, continua a preferirla a tutti gli altri network. Ciò non vuol dire che l'azienda radiotelevisiva di Stato non sia criticabile sotto il profilo della qualità di alcuni suoi programmi. E ognuno, naturalmente, ha il diritto di esprimere la propria opinione in merito all'offerta. E perfino auspicabile, legittimamente secondo qualcuno, il calo degli ascolti usando il telecomando. Ma da qui a scatenare una vera e propria guerra contro la Rai, ce ne corre. Sarebbe opportuno e produttivo, anche da parte degli antipatizzanti più feroci, applicarsi ad una opposizione selettiva, invece di coinvolgere in un conflitto totale chiunque per fare "giustizia" degli insopportabili eccessi giustizialisti e volgari che vanno in onda sul piccolo schermo. In altri termini, se dall'individuazione di criticità produttive e gestionali vengono fuori, come è facile constatare guardando certi programmi, lesioni al servizio pubblico, al contratto di servizio, alla qualità dell'informazione e al pluralismo della stessa che dovrebbe essere sempre e comunque salvaguardato, è necessario intervenire con gli strumenti che si hanno a disposizione, e non sono pochi.
Santoro, insomma, se fa strame del codice deontologico da lui come da tutti gli altri dipendenti della Rai liberamente sottoscritto, si assumano le determinazioni dal documento previste. Se, inoltre, vengono ravvisati nei suoi comportamenti professionali violazioni previste dai codici civile e penale, si agisca di conseguenza senza dimenticare che il padre-padrone di Annozero è lì, in video, perchè un giudice l'ha disposto. Il CdA del tempo non potè che prenderne atto dopo aver perso tutti i ricorsi. Il palinsesto, ci si è chiesti, deve farlo la magistratura? Neppure per sogno. Ma, allora, si provveda in sede politica invece di stracciarsi le vesti perché episodi del genere, insieme con molte altre anomalie, non si verifichino più. Diversamente teniamoci Santoro fino a a quando lo stesso non si sarà stufato di ossessionarci con la sua ingombrante presenza avallata dalla partecipazione ai suoi show di personaggi che il giorno dopo leveranno alti lai contro la faziosità del giornalista. C'è libertà di telecomando: utilizziamola piuttosto che mettere in campo discutibili iniziative destinate ad un sicuro flop.
La Rai, patrimonio degli italiani che l'hanno costruita e sostenuta, può essere certamente migliorata, ma a condizione che non sia più il terreno di scontro tra le forze politiche dalle quali, come cittadino e come (già) consigliere d'amministrazione dell'azienda, non ho mai sentito formulare una proposta praticabile in merito alla qualità, alla pluralità dell'offerta (che non dovrebbe avere coloriture partitiche, ma esprimere orientamenti culturali), allo sviluppo industriale, alla modernizzazione del linguaggio e della programmazione. Soprattutto non ho mai sentito nessuno preoccuparsi di recuperare alla Rai una capacità produttiva che da tempo non ha, pur disponendo di personale capacisimo ad inventare format. Di fronte al disagio di un management aziendale di primissimo ordine, la politica è soltanto capace di disegnare ridicoli organigrammi che il più delle volte prescindono da valutazioni oggettive o, quanto meno, sostenibili. Questo è il problema; questa è la falla che da tempo immemorabile si è aperta in Rai. Il cavallo morente di viale Mazzini attende ricostituenti che nessuno sembra disposto a somministrargli. La cura è quella di avere buone idee per la Rai e fargliele tradurre in programmi. Le risse non servono a niente, se non per fare qualche titolo sui giornali. Ci si applichi piuttosto a reinventare una televisione qualitativamente inattaccabile. E che perda pure qualche investitore pubblicitario rinunciando ad inseguire la tv commerciale. Una grande democrazia può permettersi spese supplementari al fine di avere un servizio informativo e culturale all'altezza delle sue ambizioni. O no?

Dalle agenzie
... Paolo Romani, viceministro allo Sviluppo con delega alle Comunicazioni, ha voluto esprimere il proprio giudizio anche sulle anticipazioni di stampa che circolano intorno alla nuova edizione di Parla con me di Serena Dandini. Cosa centra il WC con il servizio pubblico? Mi chiedo se sono queste cose ad appartenere al servizio pubblico della Rai. Le dichiarazioni polemiche si riferiscono a Lost in WC, un mini reality di due minuti che la trasmissione dedicherà alle disavventure di due ragazze che finiscono con il ritrovarsi rinchiuse nella toilette dorata di un palazzo dove è in corso una festa alla quale avrebbero voluto partecipare. Gli abiti succinti delle protagoniste e il loro accento barese non lasciano dubbi sul riferimento alle feste nelle ville del premier...
Ed ecco i primi due minuti del "reality" trasmessi ieri sera:

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Happy birthday the day after

Tra i tanti articoli piacerosi sul compleanno del premier abbiamo scelto questo dal Giornale di oggi.
«Passano gli anni, ma non mollo». Berlusconi festeggia il 73° compleanno a Coppito: «Governo fortissimo e ci sono ancora tante cose da fare». Poi rilancia il piano delle «cento città» per dare una casa ai giovani e il progetto per nuove carceri.
Rassegna stampa - Il Giornale, Adalberto Signore, 30 settembre 2009.

«Passano gli anni, ma io non mollo. Da fare ci sono ancora tante cose». Quello di Silvio Berlusconi è un compleanno inedito, passato quasi tutto in Abruzzo e festeggiato con un pranzo nell'enorme refettorio della caserma di Coppito, la stessa che ha ospitato il G8 dell'Aquila. Tra militari della Guardia di finanza, uomini della Protezione civile, imprenditori e operai impegnati nella ricostruzione - tutti rigorosamente con il loro vassoio da selfservice - il Cavaliere brinda e taglia la torta. «Perché c'è una sola candelina? Se pensavate che non sarei riuscito a spegnerne 73 tutte insieme avete fatto un errore visto che mi sono già allenato con 110 candeline», scherza il premier. Che prima della consegna dei primi 500 appartamenti antisismici a Bazzano e Preturo si concede durante il pranzo un po' di libertà e qualche battuta lontano da telecamere e cronisti. Parla anche del futuro, raccontano i presenti, soddisfatto di quella che per L'Aquila è «una giornata storica». «Peccato - aggiunge - che il fatto che cada oggi mi costringa a ricordarmi la mia età». Comunque, dice Berlusconi con il bicchiere in mano («mi bagno solo le labbra se no do di matto...»), c'è ancora «molto da fare».
E i due punti su cui insiste sono il piano per le cento città nei capoluoghi di provincia (saranno, spiega, «insediamenti di case per i giovani» con pagamento di rate di mutuo più basse dei canoni di locazione di mercato) e il piano carceri. Ed è soprattutto su quest'ultimo che il premier si dilunga, perché - è il senso del suo ragionamento - il «modello operativo da seguire dovrà essere quello dell'Aquila». Non è un caso che siano in molti a fare il nome di Guido Bertolaso come commissario straordinario per le nuove carceri. Il progetto è quello di cedere alcuni vecchi istituti dipena ai costruttori (per farne appartamenti, alberghi o centri commerciali) che in cambio si impegnerebbero a costruire nuove carceri fuori dalle città. Insomma, un Berlusconi deciso a guardare in avanti e convinto che il governo sia «stabile» e «fortissimo». D'altra parte, a chi qualche giorno fa in privato gli ipotizzava lo stesso scenario dipinto ieri da Francesco Rutelli («se cade il Cavaliere ci vuole un governo del presidente»), il premier aveva risposto senza mezze misure: «Se si illudono che io mi faccia da parte, si sbagliano di grosso». Un messaggio neanche troppo indiretto a chi sta aspettando la sentenza della Corte Costituzionale sul Lodo Alfano nella speranza che possa aprire la breccia decisiva per uno show down.
Durante il pranzo a Coppito c'è spazio anche per barzellette e battute. «Negli Stati Uniti - racconta mentre ero in aeroporto una signora mi ha detto che dimostro 53 anni. La sto ancora cercando...». Poi, foto e strette di mano con gli operai che in questi sei mesi hanno lavorato senza sosta, 15 agosto compreso. «Avete fatto grandi sacrifici, tre turni di lavoro al giorno sono davvero tanti. Ora potrete consolarvi con tre turni anche per divertirvi con le vostre fidanzate». Ultima digressione su Umberto Bossi: «Sapete come fa l'amore? La lega». E tributo al «mitico Gianni Letta» che lo chiama per gli auguri: «Fategli tutti un applauso». La telefonata di Gianfranco Fini, invece, era arrivata già di buon mattino.
Finiti i festeggiamenti a porte chiuse, Berlusconi si sposta nella piccola frazione di Bazzano per la consegna dei primi 400 appartamenti antisismici (più 100 a Preturo). «Un vero miracolo», dice il Cavaliere. La conferma che «qui c'è l'Italia vera». «Lo Stato - aggiunge questa volta c'è stato e abbiamo dato la dimostrazione a tutti i cittadini italiani che non è oppressore ma amico».
La cerimonia è breve, anche per lasciare il tempo di un giro nei nuovi appartamenti. Berlusconi fa da cicerone nelle case, apre cassetti e sportelli, mostra ai nuovi inquilini tutte le dotazioni. A ogni piano una sosta con le famiglie e quando una signora gli dice di non arrabbiarsi con gli avversari politici il premier risponde con un sorriso: «Sono loro ad avercela con me». Molti gli fanno gli auguri, qualcuno pure un regalo: chi un cesto di prodotti tipici abruzzesi, chi una statuetta del 600 avanti Cristo. «C'è sempre qualcuno più vecchio di me», chiosa Berlusconi. Che prima di lasciare Bazzano, ormai a un passo dalla sua auto, fa un gesto con la mano invitando gli operai a raggiungerlo. Li saluta, li ringrazia ancora e li abbraccia: «Ci vediamo la prossima settimana».



Berlusconi: "La manifestazione sulla libertà di stampa? È una farsa"
Rassegna stampa - l'Unità.it, 30 settembre 2009.

La manifestazione di sabato prossimo per la libertà di stampa è «una farsa», parola di Silvio Berlusconi. Intervistato da Sky tg 24 il cavaliere ha ripetuto il suo ritornello: «In Italia c'è più libertà di stampa che in qualsiasi altro paese. La manifestazione ci fa del male nei confronti degli altri paesi: questa anti italianità credo faccia davvero male al paese». Dunque la stampa e la tv sono liberissimi, secondo il premier che a riprova ha esibito indifferenza sull'istruttoria Santoro. «Non me ne sono interessato e non me ne interesso perchè sarebbe facile cadere in qualche tranello». Il premier però non ha mancato di ricordare il suo editto bulgaro di qualche anno fa di Rai durante una sua visita in Bulgaria, quando disse che «i vari Santoro e Biagi possono stare in tv finchè non se ne fa un uso criminogeno, finchè non si commettono reati come la diffamazione...». Il che - anche senza le precisazioni del premier - è già previsto dalla legge, visto che il reato di diffamazione è pres-esistente all'ascesa del Cav. Che si è concesso una battuta, che malcela il livore: «Lunga vita alla Dandini e a Santoro che non fanno altro che portare voti al centrodestra...».
Al di là delle dichiarazioni di Berlusconi, il caso Annozero resta sul tavolo. Oggi è convocata la commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai, fissata alle 14,30 a palazzo San Macuto, su richiesta del presidente Sergio Zavoli dovrebbe essere presente anche Paolo Romani, sottosegretario alle comunicazioni. L'audizione serve a fare chiarezza sulle polemiche seguite alla prima puntata di Aannozero e per verificare quali modifiche il governo ha intenzione di apportare al cosiddetto «contratto di servizio» che stabilisce le finalità della Rai come servizio pubblico. Ieri Romani ha avuto un primo incontro con Zavoli ed ha ribadito che il governo è deciso a non rinunciare all'idea di «aprire una istruttoria su Annozero». L'8 ottobre ci sarà un incontro tra Claudio Scajola, ministro per lo sviluppo economico, il sottosegretario Paolo Romani, Mauro Masi e Paolo Garimberti, direttore e presidente della Rai. «Nell'incontro acquisiremo ai massimi livelli informazioni su annozero ed eventuali altri programmi rispetto alla verifica che intendiamo fare sull'adeguato rispetto del contratto di servizio in materia di libertà, obiettività e pluralismo», ha detto Romani. Garimberti getta acqua sul fuoro: «La convocazione del governo è diventata un colloquio ... naturalmente andremo e sentiremo le motivazioni del governo. ma intanto si è sdrammatizzata la situazione di confronto duro tra il governo e i vertici della Rai. Se la politica ingerisse meno e ci lasciasse lavorare in pace, ci farebbe un grande favore. d'altra parte certi conduttori dovrebbero avere più senso di responsabilità e ricordare che il microfono non appartiene a loro, ma è di proprietà dell'editore e dei cittadini che pagano il canone. bisogna calmare le acque da tutte e due le parti».
Secondo Romani il governo potrebbe addirittura chiedere all'Agcom (l'authority per le garanzie nelle comunicazioni) di intervenire con una sanzione nei confronti della rai che può arrivare addirittura al 3% del fatturato dell'azienda. Nel mirino anche Parla con me, la trasmissione condotta da Serena Dandini: un programma del quale il sottosegretario non sembra aver capito la natura satirica. «Mi risulta che la Dandini mandi in onda tre minuti di recita dai bagni ricostruiti di palazzo Grazioli (la residenza del premier), con ragazze non meglio identificate. L'ho appreso dai giornali. vorrei capire cosa c'entri tutto questo con il servizio pubblico».

L'inizio della trasmissione "Parla con me" di ieri sera.


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Niente di preciso, però…

Libere considerazioni guardando una parte del PGT.

Stare ben piantati per terra e fare i passi secondo la gamba. L’anonimo che commentando un post, con un inciso, riprende l’ultima frase dell'intervento di Fumich, si chiede, e con lui tanti altri, quale sarà il futuro di Brembio. Giusta curiosità e preoccupazione che nasce dai si dice, corre voce, tizio sostiene, caio ha scritto, sempronio a visto….ecc, ecc, ecc.



Guardando la planimetria del PGT, si nota un’area per l’espansione industriale, che è circa tre volte l’attuale insediamento della logistica. Per affermazione pubblica dei precedenti amministratori e degli attuali, l’area che ci interessa è una parte di tutto l’insediamento. La parte più corposa tocca ad altri comuni; Secugnago per esempio. Tra Brembio e Secugnago passa la ferrovia che unisce il nord al sud e viceversa. Per Ferrovie Italia una buona posizione strategica per arrivo e smistamento merci su rotaia. Secugnago è attraversata dalla via Emilia; statale che unisce a nord Lodi e poi Milano, e a sud Piacenza. Senza considerare altre diramazioni. A Casalpusterlengo lo snodo stradale Pavia - Cremona. Il più il vicino a ingresso dell’ autostrada è a Ospedaletto, tangenzialina Brembiese permettendo, che collega a 360° il mondo, per il trasporto su ruote. Insomma, un bel luogo dove si possono fare tanti e tanti ragionamenti. Quindi la domanda dell'anonimo, da questa piccola analisi, potrebbe già avere più di una risposta. Però le delucidazioni le dovrebbero dare tutti gli amministratori locali che qualche cosa conoscono, e già si sono mossi per trasformare questa parte del lodigiano in logistiche, poli industriali, centrali e discariche . Ora noi, possiamo solo pensare che questi insediamenti sono calati dall’alto e che dovremo accettarli. Naturalmente porteranno i tanti attesi soldini, per calmierare tante coscienze, e far fronte alle necessità comunali. Questo vale anche per gli altri disastrati paesi limitrofi. A discapito di quelle poche piante che ancora rimangono fortemente ancorate al terreno, della nostra vivibilità, della nostra tranquillità, della nostra bella e fertile campagna. Galline, mucche e maiali compresi. Per non parlare di quella poca fauna selvatica e ittica che attualmente corre libera inconsapevole del destino che l’aspetta. Altri aspetti tecnici, dovuti agli insediamenti come rifiuti, depurazioni, traffico, rumore, ecc, ecc, per ora sono solo ipotizzabili. E certamente qualche cosa ci sta sfuggendo. Questa potrebbe essere una delle tante cose che stanno bollendo in pentola. Ne vale la pena?






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In edicola oggi

30 settembre 2009.
Le prime pagine dei giornali.






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Nuove ipotesi sull'area ex Gulf

L’ipotesi ha trovato conferma nella discussione in consiglio provinciale sulla convenzione per l’impianto a turbogas. Una grossa azienda punta sull’ex Gulf. Sorgenia offrirà energia elettrica a basso costo e pagherà gli oneri.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Alberto Belloni, 30 settembre 2009.

Una grossa azienda, o forse più imprese, all’ombra della centrale di Turano e Bertonico, che oltre a farsi carico degli oneri di urbanizzazione cederebbe loro anche energia a basso costo, ricavata da anidride carbonica e da altri residui. L’ipotesi, già ventilata da tempo, è tornata prepotentemente d’attualità ieri sera in consiglio provinciale, dove il Pd di Lino Osvaldo Felissari ha presentato la propria mozione sulle convenzioni tra palazzo San Cristoforo e i gestori e produttori di energia. Un argomento d’attualità, vista l’imminente chiusura della nuova bozza che l’amministrazione Foroni sta sottoscrivendo con Sorgenia. «Arriverà a brevissimo», ha confermato il neo presidente, rivelando che nel nuovo incontro tenuto ieri sulla questione si è arrivati a una «svolta», ovvero a un testo che, limato un po’, «può diventare definitivo e ricalcare quello già esistente». Traduzione: tanti soldi (oltre 7 milioni) per i comuni ospitanti e per i sei contermini, investimenti ancora più sostanziosi per ridurre il danno ambientale e tanti nuovi posti di lavoro. Da chi? Nomi non se ne fanno, ma a fare capire che qualcosa stia per accadere ha provveduto l’ex presidente Felissari, che difendendo i numerosi contenuti della “sua” bozza di convenzione (e biasimando la decisione del successore di revocarla) ha citato sia il lavoro portato avanti con i sindaci per portare «una grande attività lombarda, mai svelata», che una joint venture ipotizzata con Sorgenia, «da centinaia di posti di lavoro». Ma le bocche, spenti i microfoni dell’aula consiliare, tacciono. O quasi. Perché se l’ipotesi della società Thyssen Forchette, già circolata nel marzo 2008, continua a non trovare conferme, le voci su un’azienda “specializzata nell’alta tecnologia“, magari proveniente dal Comasco, trovano maggiori riscontri. Di certo, si limita a spiegare Foroni, il recupero dei residui prodotti da Sorgenia, che sottratti all’atmosfera verrebbero ceduti a prezzi competitivi alle industrie, è una prospettiva di per sé molto appetibile. Così, solleticata anche dalla prospettiva di non dover spendere nemmeno un euro per gli oneri di urbanizzazione, qualcuno al Lodigiano starebbe guardando molto seriamente. «Sono ottimista», glissa Foroni, senza negare l’auspicio che all’ex Gulf, di imprese, possano arrivarne più d’una; ma per saperne di più, forse, si dovrà attendere almeno la firma della bozza di convenzione, attesa tra il fine settimana e l’inizio della prossima.
Se tutto andrà bene, la bozza ricalcherà in buona parte quella adottata a poche ore dalle elezioni (e anche per questo motivo revocata) dall’amministrazione Felissari, arricchendola con la garanzia già prevista di maggiori compensazioni appannaggio dei comuni (Castiglione, Casalpusterlengo, Terranova, Cavenago, Mairago e Secugnago) confinanti con i due che ospitano la centrale. Nel frattempo, il consiglio ha approvato la mozione Felissari, sottoscrivendo l’impegno a curare le convezioni con i grossi poli energetici (compresi Terna e E.On) garantendo la massima tutela degli interessi produttivi del territorio; il tutto con buona pace delle mai sopite, ma ormai inutili “ruggini” politiche sulle responsabilità che hanno portato alla realizzazione della centrale.



L’ultima variazione cancella l’avanzo e rinvia la variante.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Alberto Belloni, 30 settembre 2009.

La variante sulla sp 116 “Codogno-San Fiorano“ slitta di oltre un anno e la crisi dell’auto si “mangia” l’avanzo di bilancio. Sono questi, assieme alle manutenzioni straordinarie per le scuole e le strade provinciali, i punti salienti della variazione e della verifica degli equilibri di bilancio discussi ieri in consiglio provinciale. Rimandato il rispetto o meno del patto di stabilità all’eventuale ottenimento dalla regione dell’anticipo di 10 milioni di euro per la “234”, a suscitare le principali divergenze è stata la decisione della giunta di rimandare al 2011 il progetto per la riqualificazione della “Codogno-San Fiorano”, prevista in teoria per l’anno prossimo. Scopo della decisione, come spiegato dall’assessore Cristiano Devecchi, utilizzare il mutuo destinato a finanziarne più della metà (oltre 2 milioni di euro su 4,1 complessivi) per interventi considerati più urgenti. I beneficiari? I rattoppi sulle altre strade provinciali (per 808mila euro) e le scuole, con 474mila euro per le coperture e le facciate dell’Itis Cesaris, 650mila euro per la manutenzione dell’Ambrosoli di Codogno e ulteriori 125mila euro tra il Tosi e altre scuole; somme e aree di intervento cui, al di là del mutuo “abortito” per la sp 116, palazzo San Cristoforo destinerà anche 330mila euro di avanzo d’amministrazione e altri 315mila euro di trasferimenti regionali. Ma mentre Devecchi annuncia che anche il resto dell’avanzo d’amministrazione verrà assorbito per coprire le minori entrate tributarie causate dalla crisi dell’auto (quasi 560mila euro, tra Imposta provinciale di trascrizione e Rc) ad amareggiare l’opposizione è soprattutto il rinvio della “Codogno-San Fiorano”. «C’è forte perplessità, era pressoché finanziata, si potevano cercare adesso i soldi a integrazione dei costi anziché andare a cercarli per intero un domani - ha spiegato il capogruppo Pd, nonché ex presidente provinciale, Lino Osvaldo Felissari -. é un’opera attesa, ci voleva un gesto di attenzione: si sarebbe potuto fare almeno il primo lotto, come il segmento sull’argine di Caselle Landi, dove passano tanti pullman». Appoggiato dal suo presidente Foroni, Devecchi ha difeso la sua scelta, ribadendo che, alla prima occasione la variante tornerà di attualità: «Non l’abbiamo spostata lontanissimo», ha risposto, incassando comunque i voti contrari dell’opposizione. Passata comunque la variazione, Devecchi ha affrontato il tema della verifica del bilancio e dello stato d’attuazione dei programmi e dei progetti. Un appuntamento importante, ha ammesso, seppure “annacquato” dal fatto che, su 9 mesi presi in esame, quasi 6 sono sostanzialmente trascorsi sotto la guida dell’amministrazione uscita di scena dopo il voto elettorale dello scorso giugno. «Non vogliamo essere dei “piagnoni”, ma la crisi c’è e ne risentiamo anche noi», ha comunque sottolineato Devecchi, registrando i già citati minori gettiti fiscali e annunciando il “sacrificio” degli ultimi avanzi di cassa. Casse nelle quali «non c’è buco», ha tenuto a sottolineare l’ex presidente, determinato a ribadire la differenza tra i conti “reali” lasciati in eredità ai suoi successori (con un avanzo di oltre 2,3 milioni) e quelli “sballati” legati al mancato rispetto del patto di stabilità. Qui, con 8 milioni da recuperare entro dicembre, la partita resta durissima: al Pirellone, padrone e tesoriere di quei 10 milioni destinati alla “234”, il compito di deciderne le sorti.
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La filosofia del degrado

Codogno. Rifondazione: «Può crollare l’antica chiesa di San Rocco».
Rassegna stampa - Il Cittadino, 30 settembre 2009.

«Siamo preoccupati per l’antica chiesa di San Rocco». Si fa portavoce di allarmistiche segnalazioni arrivate da alcuni cittadini il consigliere comunale di Rifondazione Comunista Pierattilio Tronconi, pronto a riaccendere i riflettori sulle antiche murature dell’oratorio dedicato a San Rocco, posto all’angolo tra via Dante e via Carducci. L’origine dell’edificio si attesta intorno al 1400: sconsacrate agli inizi del 1800 e da anni lasciate in uno stato di completo abbandono, le antiche mura di questa chiesa a due passi dal centro devono essere oggetto di un mirato intervento di recupero. «Di cui però non vediamo ancora l’inizio - sbotta Tronconi -. Abbiamo il timore che l’edificio diventi degradato a tal punto da giustificarne l’abbattimento. Non dimentichiamoci mai, del resto, che proprio l’abbattimento era nelle intenzioni originarie del primo piano di recupero presentato dalla proprietà dell’edificio». Nel 2007, sulle ceneri della antica chiesa di San Rocco era prevista la realizzazione di un nuovo complesso abitativo con locali commerciali a piano terra e tredici appartamenti ai piani superiori. A bloccare il via libera al quel progetto era però stato l’intervento dell’associazione di tutela storico-territoriale Italia Nostra. Risultato: la questione fu portata all’attenzione della Sovrintendenza, il progetto fu modificato, l’ipotesi originaria dell’abbattimento fu sostituita da un meno invasivo piano di risanamento. «Di cui però non si vede ancora la luce», rimarca Tronconi. Elementi rassicuranti arrivano però dalla proprietà. «Nessuno vuole far crollare quest’edificio - tranquillizzano i titolari -. Stiamo risolvendo alcuni problemi burocratici, dopo di che l’intervento di recupero potrà partire».

Abbiamo ripreso questo articolo non solo per l'aspetto curioso che può avere il fatto che a diffendere documenti dell'antica tradizione religiosa sia Rifondazione oggi, erede di quell'anima del Pci più e più volte scomunicata perché ballava nelle balere ed era ritenuta una formidabile mangiapreti (oltre che ovviamente mangia bambini), ma soprattutto perché ci ha colpito una frase, questa: «Abbiamo il timore che l’edificio diventi degradato a tal punto da giustificarne l’abbattimento». Ed il pensiero ci è corso subito ad immobili vincolati o comunque segnalati come beni architettonici lombardi in paese, a Brembio, che si sta lasciando andare al degrado completo, sia fuori il centro urbano nelle cascine che, soprattutto, all'interno del paese in aree centrali. Ci auguriamo che questa non sia la filosofia accarezzata dai proprietari con il silenzio complice di quelle istituzioni che potrebbero intervenire per salvaguardare i nostri beni culturali. Del resto in questi anni abbiamo assistito a qualche scempio ed a una scarsa attenzione ai segni della tradizione contadina che arricchivano, pur nella loro semplicità e "povertà", Brembio. Ma, mentre la devozione rimane nella nostra gente, tant'è che a girare il paese si trovano nuovi recenti segni di quella religiosità che contraddistingueva la civiltà agricola di questi territori, rimane poco, pochissimo o niente di quelli antichi. Ed è questo una grave perdita. Non vorremo che si pensasse di fare altrettanto con i beni architettonici, anche se è azione ben più difficoltosa di staccare un affresco o addirittura abbatterne il muro su cui è dipinto per far posto ad uno nuovo e "moderno" pitturato di ducotone.
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Un consiglio senza sindaco

Brembio, conti di bilancio e una signora in consiglio.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Andrea Bagatta, 30 settembre 2009.

Brembio - Il consiglio comunale è guidato per la prima volta da una donna per approvare la salvaguardia degli equilibri di bilancio. Si è tenuta venerdì scorso la seduta di consiglio comunale nella quale l’assemblea pubblica ha votato la salvaguardia degli equilibri di bilancio, una manovra tecnica che la legge impone entro il 30 settembre. E proprio perché non c’era possibilità di rimandare ulteriormente l’appuntamento, assente il sindaco Giuseppe Sozzi per impegni presi in precedenza, a guidare il consiglio comunale si è ritrovata Valentina Casella, che ha sancito così la prima volta “in rosa” della guida dell’assemblea pubblica brembiese. In assenza del sindaco, tecnicamente la reggenza del consiglio spetterebbe al vicesindaco, ma Giancarlo Rando, vice di Sozzi, è un esterno non eletto in consiglio comunale. Da qui il passaggio di testimone al consigliere anziano, ovvero al consigliere che è stato eletto con il maggior numero di voti, Valentina Casella appunto.
«Per me è stato un onore, anche se ha una motivazione tecnica ben precisa - spiega Valentina Casella a margine del consiglio -. Tutti i consiglieri sono stati molto corretti e la seduta non ha avuto il minimo problema».In poco più di un’ora sono state espletate tutte le formalità legate all’ordine del giorno, compresi gli equilibri di bilancio, occasione per una relazione su questi primi tre mesi di attività da parte della giunta. «Si è lavorato in continuità con l’amministrazione precedente, ma si sono già avuti i primi risultati concreti, per esempio l’apertura del nuovo parco giochi - ha detto Valentina Casella a nome della giunta -. L’intenzione è quella di lavorare insieme alle associazioni del paese, puntando ai fatti più che alle parole. Le difficoltà crescono, perché gli enti superiori passano sempre meno contributi, ma Brembio ha la forza e la capacità per fare bene anche da sola».

Questo l'articolo di colore o, se volete, di gossip. Oggi sarà pubblicato sul nostro blog un resoconto politico-amministrativo della seduta di venerdì scorso del Consiglio comunale.
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