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sabato 5 dicembre 2009

Il non cappello di Bersani

No B day, Bindi: la piazza non si fermi a indignazione.

"La piazza non deve fermarsi all'indignazione, l'importante è dialogare e maturare insieme verso una nuova iniziativa di governo" dice Rosy Bindi, presidente del Pd, presente alla manifestazione di Roma come altri aderenti al partito. "Non è importante che Bersani ci sia o meno, il Partito Democratico non vuole mettere il cappello sulle manifestazioni dei liberi cittadini portando le proprie bandiere".


La Cisl torna a lanciare l’allarme sull’occupazione

Il sindacato detta le linee per il 2010: «Aiutare le persone più deboli, gli ammortizzatori sociali non basteranno più». Per la Cisl la ripresa resta una chimera. Comune e Provincia pronti a sostenere il fondo anti-crisi nel 2010.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Greta Boni, 5 dicembre 2009.

La ripresa non esiste, almeno fino a questo momento non si è vista. «Ci aspettavamo dei segnali positivi dopo le ferie - afferma il segretario provinciale della Cisl, Mario Uccellini -, ma non è stato così. La situazione è allarmante, perché in occasione delle festività ci saranno delle chiusure prolungate da parte delle aziende».
La Cisl torna a lanciare l’allarme sull’occupazione nel Lodigiano durante l’assemblea che si è tenuta ieri pomeriggio presso il comune di Montanaso, un incontro che il sindacato ha organizzato per dettare le linee del 2010. All’appuntamento, oltre agli iscritti e ai referenti delle diverse categorie, hanno partecipato il presidente della Provincia, Pietro Foroni, il sindaco di Lodi, Lorenzo Guerini, il presidente della Camera di commercio, Alessandro Zucchetti, il segretario regionale Roberto Benaglia. A fare gli onori di casa Luca Ferrari, primo cittadino di Montanaso.«Nel 2010 non potremo più basarci solo sugli ammortizzatori sociali - sottolinea Uccellini -, dovremo cercare una nuova strada per creare occupazione e per fare in modo che i lavoratori siano mantenuti nelle aziende. Si dovrà puntare sugli accordi di solidarietà, che penalizzano lo stipendio ma non creano disoccupati. Si dovrà investire sulle 21 aree dismesse, ma senza sprecare risorse. Inoltre, si dovrà rinnovare l’impegno a favore del fondo di solidarietà, anche attraverso il coinvolgimento di lavoratori e aziende, una scelta da fare insieme a Cgil e Uil».
La Cisl vorrebbe che tutti i protagonisti del mondo delle istituzioni, del sindacato e delle associazioni di categoria riuscissero finalmente a dare vita a una “cabina di regia” capace di riunirsi puntualmente, attraverso un confronto costante sui temi del Lodigiano. Gli interventi di Guerini e Foroni hanno chiarito una volta per tutte l’impegno di palazzo Broletto e palazzo San Cristoforo a favore del fondo anti-crisi: anche nel 2010 arriveranno le risorse per sostenere i lavoratori senza lavoro. «Il 15 dicembre con il bilancio di previsione riproporremo il fondo - afferma Foroni -, considerando la possibilità per alcune persone in cassa o in mobilità di trovare occupazione negli uffici pubblici, grazie a un intervento con il tribunale. Se non dovessero esserci emergenze, è possibile che le risorse siano disponibili già a partire da dicembre». Il presidente sostiene che il territorio abbia “fame” di grande impresa, e che in tempi di difficoltà economica sia giusto confrontarsi con tutte le realtà, senza lasciarsi mettere “i piedi in testa” dai privati.
Guerini ha biasimato le aziende che hanno approfittato della crisi per dare il via a delocalizzazioni e licenziamenti, così come ha criticato le imprese che hanno non hanno rispettato gli accordi presi con gli enti locali. A questo proposito, il sindaco annuncia che «le aree dell’ex Polenghi saranno tolte dal piano regolatore, gli impegni con il territorio sono stati disattesi, per questo si riparte da zero». La vicenda parte da lontano, l’amministrazione comunale non ha intenzione di tenere conto delle indicazioni del piano di lottizzazione, dal momento che a dispetto dei patti messi nero su bianco nessuno ha ancora seriamente investito nel rilancio dello stabilimento caseario. «Lunedì con una delibera di giunta confermeremo l’impegno per il fondo - dichiara Guerini -. In questo momento è importante garantire anche la coesione sociale, che deve andare di pari passo allo sviluppo».
Zucchetti, da una settimana alla guida della Camera di commercio, ha spiegato che nel 2009 è diminuito il numero di imprese iscritte all’apposito registro. «Si contano 18.284 aziende - dice -, l’11 per cento è inattivo. Daremo continuità ai progetti e speriamo nella collaborazione di tutti. Quest’anno per contrastare la crisi è stata impiegata una somma di oltre un milione di euro, questo ha comportato delle perdite nel bilancio, non sappiamo se sarà possibile lo stesso sforzo per il 2010. Cercheremo di incentivare nuovi investimenti, soprattutto a favore dell’innovazione delle aziende».

Il caimano nella rete

No B day, in piazza la protesta del web.



Curzio Maltese: il No B Day nasce dai blogger.


Soldati segretario provinciale PD

Il neo segretario promette battaglia anche in vista delle elezioni comunali. Mauro Soldati alla guida del Pd «È ora di “svegliare” il territorio».
Rassegna stampa - Il Cittadino, Greta Boni, 5 dicembre 2009.

E alla fine non c’è stato bisogno delle primarie. Roberto Ferrari, ex vicesindaco di Casale, ha fatto un passo indietro e Mauro Soldati è diventato a tutti gli effetti il nuovo segretario provinciale del Partito democratico. L’ex assessore provinciale al turismo ripete più volte che è arrivato il momento di «suonare la sveglia al territorio», partendo da una nuova organizzazione del partito, che avrà responsabili e figure di riferimento in tutto il Lodigiano.
Non sono mancate alcune piccole bordate all’amministrazione provinciale guidata da Pietro Foroni, soprattutto sul fronte delle linee programmatiche presentate in questi giorni: «C’è un enorme lavoro da fare, per impedire che si affermi un’idea di territorio che non è reale. Nelle linee programmatiche abbiamo trovato demagogia ed entusiasmo, che vanno bene per i primi mesi, ma poi non è sufficiente». I militanti dovranno iniziare a rimboccarsi le maniche fin da subito, il prossimo grande appuntamento si terrà a marzo, con le elezioni comunali di Lodi: il Pd dovrà difendere la “roccaforte lombarda” presidiata dal sindaco Lorenzo Guerini. «Si lavorerà per dimostrare al territorio che possiamo risolvere meglio i problemi, abbiamo le capacità per farlo».
Nelle ultime settimane i circoli del Pd disseminati nel Lodigiano hanno chiesto ai due candidati di trovare un’intesa affinchè non fossero indispensabili le primarie. «Ringrazio tutti per la disponibilità dimostrata - aggiunge Soldati -, ho trovato comunità d’intenti e un coinvolgimento ampio. C’è la necessità di andare avanti, al di là del discorso delle mozioni. Abbiamo affrontato la questione dell’organizzazione del partito, delle politiche del lavoro da promuovere e dell’esperienza amministrativa da valorizzare, a partire dal capoluogo». In realtà, come spiega il responsabile organizzativo, Alessandro Manfredi, l’elezione del segretario sarà ufficializzata il 19 dicembre, quando si riunirà l’assemblea del partito. Un’occasione per fare il punto della situazione e definire la linea politica da seguire sul territorio. Dario Leone ha ricordato la necessità di coinvolgere i giovani nell’affrontare i problemi, soprattutto sul fronte della ricerca, dell’università e del precariato. Roberta Vallacchi, esponente della mozione Marino, ha ricordato che ai primi posti dell’agenda del Pd ci dovranno essere la scuola e la sanità, due settori che dal suo punto di vista sono stati messi a dura prova dalle decisioni prese dal governo.

«Apicella sona e Spatuzza ha cantato»

No B day, in piazza la protesta del web.



Tra gli slogan che sono tenuti in alto sugli striscioni molti, all'indomani delle dichiarazioni di Spatuzza, si richiamano al tema della giustizia. Su uno è scritto “La legge è uguale per tutti Berlusconi e Dell'Utri devono pagare”', ma c'è anche chi scrive “Apicella sona e Spatuzza ha cantato”, e ancora “Dopo Buscetta e Spatuzza manchi solo tu”. Ma tra i migliaia di cartelli ce n'è anche uno che chiama in causa il presidente della Camera Gianfranco Fini, e recita: “Meno male che Gianfranco c'è”.



Nella piazza risuonano canzoni come 'Bella ciao' e i 'Cento passi'. Tra le bandiere tenute in alto dal popolo del No B-day molte si richiamano ad alcuni partiti politici, come l'Idv, Sinistra e libertà, Verdi e Prc, ma se ne vedono alcune anche del Partito democratico.



Tra i rappresentati dei partiti che hanno scelto di essere presenti c'è Antonio di Pietro per l'Italia dei valori: "E' la prima giornata di una resistenza attiva prima di dare la spallata finale ad un governo piduista e fascista", commenta. "Il popolo viola - ha detto ancora Di Pietro - chiede che Berlusconi e il suo governo al più presto vada a casa, perché la politica economica, la politica sociale, la politica giudiziaria di questo governo toglie agli onesti e dà ai disonesti''. Al corteo c'è anche una folta rappresentanza del Partito democratico che conta sulla presidente Rosy Bindi, sul vicepresidente Ivan Scalfarotto e, tra gli altri, la vicecapogruppo Giovanna Melandri, Ignazio Marino, Rosa Calipari e Paolo Concia.



Applauditissima la Bindi : "Non siamo frustrati, questo non è un popolo di frustrati ma di indignati". "Noi in Parlamento facciamo già opposizione e la facciamo bene - ha continuato il presidente del Pd -, e faremo opposizione anche nelle piazze, nelle manifestazioni che il Pd ha organizzato, oggi siamo qui ad ascoltare". Nessun commento invece dal capogruppo del Pd Dario Franceschini: "Oggi sto zitto, io parlo tutti i giorni, lasciamo parlare i ragazzi e le ragazze che sono qui".



Claudio Fava del coordinamento nazionale di Sinistra Ecologia Libertà sotolinea: "Berlusconi non ne abbia a male ma qui oggi ci sono italiani che vogliono restituire decoro alla nostra democrazia e alla propria condizione di cittadini". "Questa piazza è una risorsa fondamentale per rimettere in campo una alternativa al berlusconismo", gli fa eco Nichi Vendola. Per il leader dei Verdi Angelo Bonelli "la manifestazione di oggi è una novità della politica con migliaia di cittadini che si ritrovano in piazza grazie alla Rete. Questo significa che i partiti sono superati dalla società perché questa non è una manifestazione di sinistra ma una ventata di aria fresca".


Una piazza reale contro un unto virtuale

No B day, in piazza la protesta del web.



Migliaia di persone nella capitale, il corteo è aperto dallo striscione «Berlusconi dimissioni».

Guai in casa per la Provincia

Sindacati contro la Provincia dopo la rivoluzione negli uffici.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Alberto Belloni, 5 dicembre 2009.

Guai in casa per la Provincia di Lodi, accusata dalle Rsu dei dipendenti per la gestione dell’annunciata riorganizzazione della “macchina amministrativa”. Le rappresentanze sindacali interne hanno infatti espresso le loro perplessità in un comunicato che sintetizza i malumori raccolti in occasione dell’assemblea dei lavoratori di martedì scorso. In discussione, secondo le Rsu provinciali Cgil-Cisl-Uil-Confsal, non ci sarebbe tanto il merito di alcune tra le recenti scelte operate da palazzo San Cristoforo, quanto il mancato confronto e la mancata comunicazione nei confronti dei lavoratori sui cambiamenti che hanno già interessato o potrebbero interessare numerosi uffici. “A tutt’oggi l’amministrazione provinciale non ha ancora ritenuto necessario confrontarsi ufficialmente con le organizzazioni sindacali territoriali, né fornire adeguate informazioni sulla struttura intesa come “Settori e servizi” ed eventuali nuove “collocazioni” del personale, che tuttavia sembrano essere in corso - recita il comunicato firmato dalle Rsu -. Inoltre, fatto ancora più grave, che mette a rischio una corretta politica di relazioni sindacali, alcune scelte dirette relative agli spazi (alcuni dei quali a tutt’oggi dichiarati “insalubri” e che invece si intenderebbero utilizzare mediante opere in muratura che dovrebbero, in un batter d’occhio, riportarli ad una condizione di presunta salubrità), alle risorse e alle persone sono state discusse direttamente con gli interessati in un clima di generale incertezza e comunicate alla stampa locale: è il caso dell’esternalizzazione del servizio manutenzione delle strade provinciali con la trasformazione delle mansioni degli operatori, nonché delle novità circa la dirigenza. Ciò che si contesta non sono le scelte, che non sono materia di discussione con le Rsu la quale nemmeno entra nel merito, ma il “modo” della comunicazione, che si ritiene scorretto e non rispettoso né delle Rsu né dei lavoratori”. L’invito espresso dalle Rsu verso i vertici della Provincia è quindi quello di ottenere un “apposito tavolo di confronto, in modo tale da conoscere, senza incertezze ed evasività”, gli indirizzi che dovrebbero portare all’assetto definitivo dell’ente.

Liberare il paese dal regime berlusconiano

Di Pietro: "No a un governo di disonesti".
Il leader dell'Italia dei Valori partecipa al No B-day per chiedere le dimissioni del presidente del Consiglio.



"Appena avremo occasione di riportare il paese in uno stato di democrazia partecipata, con un'informazione plurale, di uno stato di diritto dove la legge è uguale per tutti, sarà necessario il confronto e il dialogo. Ma come succede in tutti i regimi prima bisogna liberare il paese dal regime berlusconiano". Così Antonio Di Pietro, in piazza della Repubblica per partecipare al No B-day. Poi rincara la dose e attacca il governo: "Disonesti".

È il giorno del No B day

No B day: il popolo della Rete dice no al governo.




È il giorno del No B day, la manifestazione autoconvocata su Internet, nata per iniziativa di un gruppo di blogger. Obiettivo chiedere le dimissioni del presidente del Consiglio - si legge nell'appello pubblicato sul web. Nella capitale arriveranno 700 pulman, 4 treni speciali, una nave dalla Sardegna: gli organizzatori attendono 350mila persone. Previsti gli interventi di esponenti della società civile, del mondo della cultura e dello spettacolo come Dario Fo, Josè Saramago, Margherita Hack. Alla manifestazione ha aderito anche Nanni Moretti, mentre Roberto Vecchioni suonerà in chiusura.
Hanno aderito Italia dei valori, Rifondazione comunista, Pdci, Sinistra e Libertà, i Verdi. Il segretario del Pd Pierluigi Bersani non sarà in piazza a differenza di Rosy Bindi, Dario Franceschini a Ignazio Marino.

Nuovo orario ferroviario, la Bassa protesta

Pizzamiglio contrario alla soppressione di due treni: «Troppi i disagi». Pea invece chiede una biglietteria a tempo pieno. Casale e Codogno alleate contro le Fs. Stazioni e orari inadeguati, le due amministrazioni protestano.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Andrea Bagatta, Luisa Luccini, 5 dicembre 2009.

Codogno e Casale unite nelle proteste per la bozza del nuovo orario ferroviario, che non accontenta proprio nessuno. Dopo le impressioni a caldo della riunione in provincia mercoledì sera scorso, amministratori e pendolari della Bassa hanno avuto modo di riflettere. E di riconfermare tutto il malcontento già uscito nell’incontro pubblico.
Il comune di Codogno ha presentato le istanze di uno scalo ferroviario che rappresenta uno snodo strategico della viabilità ferrata del Lodigiano. Vicesindaco dell’ente locale codognese, Carlo Pizzamiglio non ha nascosto le preoccupazioni legate alla annunciata trasformazione in metropolitana leggera della tratta Milano-Lodi. «Il rischio è uno solo: che l’aumento del numero dei convogli su questo specifico tratto si trasformi in un inevitabile collo di bottiglia per la viabilità su ferro della Bassa - ha sottolineato Pizzamiglio -. Non vorremmo che il maggior traffico sulla tratta Milano-Lodi alla fine si traducesse in un aumento di ritardi e disservizi per i treni di servizio e in transito nella zona sud del Lodigiano». Pizzamiglio ha poi portato segnalazioni di disagi legati alla soppressione della fermata a Codogno di due treni, il numero 2.278 e il numero 2.279. «Il primo treno parte da Piacenza alle 11.53 diretto a Milano, peccato che la fermata alla stazione di Codogno non ci sia più - ha rimarcato Pizzamiglio -. Stessa cosa per il secondo treno, quello numero 2.279: in partenza da Milano Centrale alle 13.20, avrebbe dovuto fermarsi a Codogno intorno alle 14, per poi arrivare a Piacenza alle 14.12. Ma anche in questo caso la fermata codognese è stata soppressa». È stato poi un allarme preventivo quello lanciato da Pizzamiglio in relazione ai treni della linea Mantova-Cremona-Milano che hanno fermata anche a Codogno. «Conferme in merito non ne abbiamo, ma le voci in circolazione preannunciano la volontà di inserire anche la fermata a Lodi - ha detto all’incontro Pizzamiglio -. Una prospettiva che alla Bassa non piace, e che eliminerebbe ai “Mantova” quel carattere di treno diretto da sempre apprezzato dai pendolari codognesi e della Bassa».
Da Casale il fuoco di fila delle proteste è intenso, con l’assessore ai trasporti Pietro Pea che in riunione l’altra sera ha stilato un campionario delle cose che non vanno, a partire dalle condizioni in cui versa la stazione. «Abbiamo una biglietteria aperta, se va bene, solo al mattino - ha spiegato Pea -. Se l’operatore si ammala o va in ferie, la stazione rimane scoperta, e c’è solo il distribuito automatico, che non sempre funziona. A Codogno, invece, ci sono quattro operatori con biglietteria aperta sempre: non è possibile ragionare in termini di sistema e spostare del personale su Casale?» Una domanda che merita risposta, anche in previsione dell’imminente pensionamento dell’operatore casalino. E se il servizio lascia a desiderare, l’analisi del nuovo orario è impietosa. Anche in questo caso il confronto con Codogno è pesante, con 11 treni in più in passaggio a Codogno rispetto a Casale, tralasciando l’istituzione delle corse speciali in seguito al crollo del ponte di Piacenza sul Po. «Non è giusto, Casale e Codogno hanno uno stesso bacino d’utenza, pari popolazione e sono entrambi snodi centrali per la circolazione ferroviaria a cavallo tra Lombardia ed Emilia», ha commentato Pea.
Anche i pendolari si associano. «È un dato di fatto che Codogno abbia molti più treni e sia privilegiato - ha detto Francesco Andena, dei pendolari di Casale -. Poi, guardiamo ai disservizi di Trenitalia, perché la lotta non è per togliere un treno a Codogno. Per Casale abbiamo chiesto corse in più, e invece tolgono dei treni, con il risultato di lasciare diversi buchi di due ore nei collegamenti. Sia nella tratta verso Milano sia in quella verso Piacenza». E proprio per Piacenza, però, spunta l’ipotesi di una novità allo studio delle ferrovie: la prosecuzione verso Piacenza di uno dei treni del mattino, che ferma a Casale alle 7,44 e fa capolinea a Codogno alle 7,50. Dalla prossima primavera, potrebbe proseguire fino a Piacenza.

Approvato a maggioranza l'assestamento di bilancio

Era in discussione nel consiglio comunale del 30 novembre.

In apertura di seduta ha preso la parola il Sindaco per porgere i complimenti alla nipote consigliere provinciale e comunale Fusar Poli per essersi laureata alla Bocconi. Soffermandosi, poi, sul problema sorto all’interno della protezione civile, ha informato di aver chiarito la questione con i responsabili Quaglia e Marazzi e che a breve sul sito del Comune apparirà un bando per il reclutamento di volontari. Riguardo alla privatizzazione dell’acqua, il Sindaco ha dichiarato di non essere d’accordo sulla sua privatizzazione e la propria volontà di portare il problema all’attenzione dei capigruppo nella prossima riunione della conferenza.
Passando ai successivi punti all’ordine del giorno, ha preso la parola l’assessore al Bilancio Rando che ha illustrato nel dettaglio l’assestamento di bilancio in discussione, soffermandosi particolarmente sulle voci principali, e osservando come riscaldamento e energia richiederanno un’attenzione per limitare le spese. Non ha mancato di mettere in evidenza la difficoltà di ricevere dal Governo quanto dovuto ai Comuni. Aperto il dibattito, ha preso la parola il consigliere della minoranza di destra Tonani chiedendo spiegazioni più dettagliate circa le spese riguardanti le attività parascolastiche e sui motivi del diminuito finanziamento per il diritto allo studio. Ha sollevato inoltre la necessità di un maggiore finanziamento per la manutenzione delle strade in quanto la cifra predisposta è quasi uguale a quella versata alla Pro Loco. Il Sindaco, a questo riguardo, ha risposto che privilegiare l’apparenza rispetto alla sostanza, chiosiamo noi, (fiera e manifestazioni che danno visibilità contro manutenzione stradale che è un mero interesse dei cittadini), è una scelta politica ma che comunque cercherà di aumentare nel prossimo bilancio la cifra destinata alla manutenzione. Tonani ha anche sottolineato il problema di un’eccessiva offerta di terreni edificabili a fronte di una richiesta scarsa, ottenendo dal Sindaco la risposta che la giunta si aspetta una maggiore domanda verso la fine del 2010. Ha preso poi la parola Rosaria Russo di Rifondazione, ritornando al problema dell’insufficiente finanziamento alla protezione civile e il conseguente malcontento tra i componenti della stessa. Il Sindaco ha dichiarato di non è d’accordo con le osservazioni della consigliera e ha ribadito ancora una volta che tutto è stato chiarito con i due responsabili. Si passati quindi alla votazione dell’assestamento di Bilancio che è stato approvato a maggioranza.

I sindaci si ricordano che logistica significa disagi

Nella Bassa monta la protesta su tangenziali e polo logistico.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Andrea Bagatta, 5 dicembre 2009.

Brembio e Secugnago chiedono attenzione per la viabilità dell’area: la partenza del maxipolo logistico e la prevista realizzazione della tangenziale di Livraga rischiano di schiacciare i due paesi nella morsa del traffico pesante. Da una parte ci sarà la via Emilia, dall’altra la strada provinciale 107 Lodigiana con la nuova tangenziale livraghina. In mezzo, però, manca la bretella di collegamento tra Brembio e Secugnago. Oggi la strada provinciale 168 parte dalla rotatoria di Livraga sulla 107 ma finisce nei campi. Oltrepassata Brembio, invece di portare fino alla via Emilia, la 168 si ferma in un incrocio a “T” che conduce da una parte a Zorlesco e dall’altra nel centro abitato di Brembio, e da lì poi a Secugnago. «A primavera partirà il polo logistico di Federtrasporti e dovrebbero iniziare i lavori per la tangenziale di Livraga - spiega il sindaco di Brembio Giuseppe Sozzi -. Sono eventi che porteranno un incremento notevole della circolazione tra la via Emilia e la strada provinciale lodigiana. Per Brembio e parzialmente per Secugnago, però, è impensabile poter sostenere il traffico previsto con la viabilità attuale». La soluzione però è a portata di mano e corrisponde alla bretella di collegamento tra i due paesi, di fatto un prolungamento della strada provinciale 168 che permetterebbe di arrivare a Secugnago evitando il passaggio nel centro urbano di Brembio. La bretella è già inserita nello schema viabilistico provinciale del Medio Lodigiano insieme alla tangenziale di Livraga, la rotatoria d’ingresso a Orio Litta, i nuovi innesti per l’autostrada a Ospedaletto. Ma mentre gli altri progetti sembrano in procinto di concretizzarsi, della tangenziale di Brembio-Secugnago più nessuno parla. L’opera ha un costo stimato di circa 1 milione 800 mila euro. «Non chiediamo che la Provincia realizzi l’opera, ma che la favorisca nella programmazione e che partecipi con le sue competenze tecniche. Le imprese private che vogliono insediarsi devono essere nella condizione di poter realizzare la bretella in collaborazione con i comuni e anche con la Provincia, se ne avrà le risorse - continua Sozzi -. Il disegno del Medio Lodigiano va completandosi, chiediamo di non dimenticare Brembio e Secugnago per la viabilità». Anche perché un ritardo è già nei fatti. «La condizione ideale è quella in cui l’impresa arriva insieme alla viabilità - afferma il primo cittadino di Secugnago Mauro Salvalaglio -. In passato non si è programmato in questo modo, e così oggi ci troviamo con il polo logistico in partenza ma senza un’adeguata viabilità di supporto. Ora non è pensabile correre per rimediare agli errori del passato, ma tutti dobbiamo darci da fare per non restare penalizzati a lungo. Il tutto mentre si deve lavorare per potenziare l’interscambio tra gomma e rotaia».

Si può fare al cineforum

Questa sera il film di Giulio Manfredonia.

Questa sera, 5 dicembre, ultimo appuntamento prima della pausa natalizia, il cineforum organizzato dalla Biblioteca Comunale "Pier Vittorio Tondelli" presenta all'attenzione degli appassionati brembiesi il film "Si può fare" di Giulio Manfredonia.
Questa sinteticamente la trama. Milano, anni '80. Nello è un sindacalista le cui posizioni non vengono più gradite dai colleghi per cui viene mandato in una cooperativa di ex malati mentali. Contro il parere degli psichiatri, si batterà perché i ragazzi imparino un mestiere e siano in grado di mantenersi riappropriandosi della loro dignità. Il percorso non sarà facile ma sarà connotato da una ritrovata umanità per tutti, anche per i 'sani di mente'.



Alcuni cenni critici. "«Si può fare» di Giulio Manfredonia è un piccolo film generoso e diseguale ma spesso emozionante che affronta la malattia mentale con le armi leggere della commedia senza dimenticare il dramma e il dolore. Contenuto e appassionato, Claudio Bisio è efficacissimo nei panni del sindacalista ignaro di psichiatria che però intuisce la muta domanda espressa dai matti nei loro lavori, e avvia senza quasi accorgersene una piccola rivoluzione. (...) Ma la spina dorsale del film, che non nasconde il suo debito con 'Qualcuno volò sul nido del cuculo', è quel battaglione di attori bravissimi e poco noti che danno vita con molto affiatamento ed equilibrio ai dubbi e alle manie, ai tormenti e agli slanci, di questi matti da slegare costruiti incrociando tante piccole storie vere, un po' come fanno loro con i pezzetti di legno per montare i parquet d'artista specialità della cooperativa. Si capisce che Manfredonia e lo sceneggiatore Fabio Bonifacci hanno lavorato a lungo e con loro sulle fonti e sui malati. Così il film commuove, diverte, sorprende, mettendo sul tappeto con onestà tutti i lati del problema. Con varie licenze poetiche naturalmente, per chi vuole la verità ci sono molti documentari sul tema, non ultimi quelli bellissimi di Paolo Pisanelli ('Nella prospettiva della chiusura lampo', 'Il teatro e il professore'). E se qualche passaggio, come l'amore fra un malato e una studentessa, non è all'altezza, pazienza. Di film così vorremmo vederne di più." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 31 ottobre 2008).
"Andate a vederlo: si pensa, ci si commuove e ci si diverte. Quello che deve fare una bella commedia. (...) Non è un'invenzione. Lo sceneggiatore lesse molti anni fa un articolo che raccontava l'esperienza di un sindacalista e di una cooperativa in provincia di Pordenone. Non una fiaba, non un'utopia, ma la prova che, se si vuole, si può fare." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 31 ottobre 2008).
"Con un cast di attori straordinari e poco noti al grande pubblico, il film racconta l'avventura di questo straordinario percorso di libertà, puntando diritto ai sentimenti, alle emozioni, alle ingenuità, come una vera soap. Rendendo così popolare un argomento per troppo tempo relegato in ambiti di nicchia. Nonostante capisaldi del nostro cinema militante, come 'matti da slegare' di Silvano Agosti, per esempio, avessero già ai tempo, dato il loro contributo." (Gabriella Gallozzi, 'L'Unità', 31 ottobre 2008).
"Ispirandosi alle idee basagliane una commedia allegra e ultra-ottimista, dove tutto si supera con un sorriso e un'assemblea. Furbesco ma simpatico." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 31 ottobre 2008).
"L'aria è quella da 'Qualcuno volò sul nido del cuculo', fra tragedia delle anime e commedia della vita. Ma la scommessa, nel suo piccolo, è più alta. Il mondo dei normali e quello dei malati, nel film di Manfredonia (lo stesso del sorprendente 'Se fossi in te') cammina sulla stessa linea, sottilissima, di demarcazione, continuamente attraversata dall'uno e dall'altro fronte. Con eccesso di rigore, Manfredonia sceglie di affidare tutte le parti ad attori professionisti (bravissimi tutti) con i quali prova per mesi, lasciandosi alle spalle qualsiasi tentazione di mix vero-falso e mantiene un equilibrio di verosimiglianza mai scontata per quasi l'intera pellicola (alcuni momenti di caduta ci sono, ma sopraffatti dal resto). Se il risultato filmico è un po' scarso (un po' tendente al televisivo), ottimale invece quello della scrittura e dell'interpretazione. I sani Claudio Bisio, Anita Caprioli, Giuseppe Battiston, fanno con garbo da spalle alla vera compagnia di teatranti, quella dei malati appunto, senza avere mai la tentazione di rubare loro la scena." (Roberta Ronconi, 'Liberazione', 31 ottobre 2008).