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giovedì 29 ottobre 2009

BlogNotte - Fiege über alles

Blog Notte
Fiege über alles

29 ottobre 2009

Questa notte non parlerò di telefonate minacciose a trasmissioni, di trans ed escort che hanno invaso la scena politica italiana. Santoro me lo riservo per domani. dunque tranquilli, non parlerò proprio di politici italiani, anzi non parlerò proprio italiano, o meglio, almeno non parleranno italiano i video che presenterò in fila. Parleranno tedesco. In fin dei conti per un bel po' di tempo anche in queste terre si è sentito parlare l'idioma tedesco con Maria Teresa prima e poi con Franz Joseph, Kaiser und König, e, dunque sarà un po' un ritorno all'antico.
Cominciamo con una storia, la storia di una famiglia che mette su un'impresa destinata ad avere successo, in Germania e nel mondo, e anche qui da noi, venuta a modificare il futuro del nostro paesotto agricolo.



Il nostro PGT stabilisce il futuro industriale di Brembio come futuro logistico. Già in un precedente articolo abbiamo riportato una serie di informazioni sullo sviluppo possibile dell'area industriale, traendole dal sito della Fiege, che sembra intenzionata ad espandere il suo insediamento nel nostro territorio, apprezzando moltissimo la presenza dello scalo ferroviario di Secugnago ed il fatto che il nostro paese, molto vicino ad un casello autostradale, si trovi a meno di 180 km dalle più importanti città del nord o, per far contento Bossi e se più vi piace, della Padania. Così, per cominciare a fare l'occhio sul possibile sviluppo, perché non guardarci, tanto per farci impressionare, alcuni dei numerosi filmatini presenti in rete che mostrano la realizzazione di grossi centri logistici dell'azienda tedesca, di megacentri sparsi in Europa. Cominciamo con quello di Amburgo, Hamburg, città che tutti conoscono.



Il filmato successivo riguarda la realizzazione del centro logistico di Worms, città della Renania-Palatinato, in Germania, 58 km a S-SO di Francoforte sul Meno, sulla sponda occidentale del Reno, particolarmente nota per il duomo romanico (Cattedrale di Worms) dei secc. XII-XIII. Oggi è un vivace centro commerciale e manifatturiero (settori alimentare, conciario, della birra, tessile e chimico). In antico fu centro celtico (Borbetomagus). Occupata (I secolo a.C.) dai Vangioni da cui prese il nome (Oppidum Vangionum), fu quindi civitas romana, centro del regno dei Burgundi e degli Alemanni. Fu importante sede vescovile specialmente nel X e XI secolo. Fu sede di trattati, diete e colloqui religiosi e diede il nome a una dieta di principi e a un concordato. Nel 1519 divenne città libera per concessione dell'imperatore. Inoltre in quel secolo Worms passò al protestantesimo e ospitò diverse conferenze su temi religiosi. Worms è considerata la "città dei Nibelunghi". La maggior parte degli episodi medievali riguardanti i Nibelunghi sono ambientati a Worms e nei suoi dintorni. È stata anche un sito ebraico sin dall'XI secolo e vanta il cimitero ebraico più antico d'Europa e una Sinagoga romanica del 1034.



Veniamo infine a Puurs, che è un comune belga di 16.250 abitanti nelle Fiandre (Provincia di Anversa).



Potevo aggiungere altre realizzazioni di megacentri logistici della Fiege, come ad esempio quello di Oftringen in Svizzera, un comune del Canton Argovia di 10.568 abitanti. Ma penso che quelli presentati siano più che sufficienti per capire innanzitutto che cosa è l'azienda che ospitiamo sul nostro territorio e che cosa potrebbe ospitare l'area di trasformazione industriale prevista nel nostro PGT. L'ultimo filmato è uno spot della Fiege, piacevole e molto ben costruito graficamente, naturalmente in tedesco.


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PsicoDramma




Pierluigi Bersani ha fatto la prima comparsa ieri a Montecitorio nel suo nuovo ruolo di segretario del Pd. In serata ha partecipato all'assemblea dei deputati del suo partito: un primo assaggio di discussione in vista dell'elezione dei nuovi capigruppo (Antonello Soro è dimissionario come Anna Finocchiaro, capogruppo al Senato). Bersani, nel suo intervento, ha auspicato la fine delle tensioni nel partito e l'avvio di una gestione plurale: "Plurale e non unitaria perché non mi piace l'idea della gestione unitaria che fa pensare ad accordi a tavolino". Per il neo segretario, "ora bisogna dare il segnale chiaro, all'interno e fuori di qui, che le tensioni tra noi sono finite con il congresso". Quanto all'elezione del nuovo capogruppo del Pd, dovrebbe avvenire dopo il 7 novembre, data nella quale sarà ufficializzata l'elezione di Bersani a segretario con la convocazione dell'Assemblea nazionale del partito. Per la carica di nuovo presidente dei deputati Pd a Montecitorio si fanno i nomi di Enrico Letta, che ha sostenuto la mozione Bersani, e Piero Fassino, ex segretario dei Ds, che ha sostenuto la mozione di Dario Franceschini. Degli identikit dei nuovi capigruppo a Montecitorio e a Palazzo Madama hanno anche discusso Bersani e Franceschini che si sono incontrati per avere un primo scambio di opinioni sull'evoluzione del quadro politico e sulle modalità di gestione del partito (i sostenitori di Franceschini hanno intanto formalizzato la nascita della componente "Area democratica"). C'è riserbo sul ruolo da destinare all'ex segretario: nuovo capogruppo a Montecitorio o candidato alla presidenza della Regione Emilia Romagna nelle elezioni del marzo 2010? Bersani deve infatti risolvere anche il problema delle candidature in vista delle elezioni regionali, a iniziare dal Lazio dove il Pd è in grave difficoltà a causa del caso Marrazzo (crescono le chance di Ignazio Marino). Bersani ieri ha incontrato anche Antonio Di Pietro. Il segretario del Pd ha spiegato al leader dell'Italia dei valori che il suo partito non aderisce alla manifestazione contro il governo Berlusconi fissata per il 5 dicembre (l'iniziativa è promossa da Idv e Rifondazione): "Non aderiamo ma abbiamo grande rispetto per l'iniziativa". Bersani ci ha tenuto a precisare: "Abbiamo due modi diversi di fare opposizione, dobbiamo però confrontarci sui temi economici e democratici. Il più antiberlusconiano è chi fa l'alternativa al centrodestra. Ci sia o non ci sia Berlusconi, il compito è offrire una alternativa. Non ci sono scorciatoie, è un percorso lungo" (Asca).
Tra i primi impegni del segretario del Pd c'è pure quello di capire quali siano le reali intenzioni dell'Udc in vista delle elezioni regionali e se è possibile pensare a una stabile alleanza. La prossima settimana è previsto un incontro ufficiale con Lorenzo Cesa e Pier Ferdinando Casini. Ed è probabile che il neosegretario del Pd cerchi un chiarimento definitivo pure con Francesco Rutelli che non ha ancora sciolto del tutto il nodo della sua appartenenza al Pd. Le notizie sulle reali intenzioni dell'ex presidente della Margherita restano contraddittorie. La nascita di un nuovo movimento politico che andrebbe a collocarsi al centro del sistema politico, accanto allo spazio già occupato dall'Udc, non è impresa facile. Finora non ci sono venti deputati e dieci senatori disposti a seguire Rutelli nella nuova avventura politica (quei numeri sono la quota minima per formare due gruppi parlamentari). Secondo le indiscrezioni, Rutelli riuscirebbe a farsi seguire da non più di cinque o sei parlamentari del Pd. Tra questi: Donato Mosella, Gianni Vernetti, Marco Calgaro, Linda Lanzillotta. Potrebbero aggregarsi intorno all'ex presidente della Margherita anche alcuni deputati dell'Italia dei valori (Pino Pisicchio, Aurelio Misiti), tre ex della Lista Dini (Daniela Melchiorre, Italo Tanoni, Ricardo Merlo) e due ex Pdl (Giorgio La Malfa, Paolo Guzzanti). Rutelli non gradirebbe invece l'adesione al suo neomovimento dei teodem del Pd, a iniziare da Paola Binetti. Neppure sfiorati dalla tentazione di seguire Rutelli sono i suoi più stretti collaboratori degli ultimi anni: Paolo Gentiloni ( ex ministro), Ermete Realacci (deputato), Francesco Ferrante (ex senatore), Roberto Della Seta (senatore), Stefano Menichini (direttore del quotidiano Europa) (Asca).



Dopo aver "fatto fuori" già più di una mezza dozzina di oppositori del centrosinistra, ora appare davanti a Mr.Berlusconi il neosegretario del Pd, Pier Luigi Bersani, liquidato dal settimanale britannico Economist come "l'ultimo sparring partner" del premier, sia pur ammettendo che non si tratta di un uomo "facile da mettere in piccionaia". L'Economist non dedica particolare attenzione alle ultime vicende italiane, limitandosi a citare il caso Marrazzo, il "governatore del Lazio ricattato con il video di un incontro mercenario con un transessuale". E conclude: "Ci ha messo 5 giorni per dimettersi. Ma lo ha fatto, a differenza di Mr.Berlusconi" (Asca).
"Non si può parlare di uscita. Mi auguro che non si tratti di questo, la straordinaria spinta che abbiamo avuto dalle primarie è unità. Andiamo avanti, non fare un partito vecchio ma un nuovo partito, siamo tutti impegnati in questo e speriamo che anche Rutelli si impegni". Così, il segretario del Partito democratico, Pierluigi Bersani, intervistato da Rai International. Per Bersani "il Pd è una forza di opposizione che prepara l'alternativa, il compito dell'opposizione non è solo quello di opporsi, ma anche di costruire un'altra possibilità e di questo devono essere consapevoli tutte le forze di opposizione". E fa un appello: "si ragioni per un quadro generoso di alleanze così che si possa dire agli italiani: se volete lasciare la via vecchia se ne intravede una nuova. Non sarà un percorso agevole ma credo sarà possibile fare passi avanti in questa direzione" (Asca).
"A precisazione di quanto uscito oggi su diverse agenzie di stampa, si rende noto che l'incontro tra il segretario del Pd Pierluigi Bersani e le forze che compongono la Federazione della Sinistra d'alternativa (Prc, Pdci, Socialismo 2000, Lavoro e Solidarietà) - incontro previsto per domani pomeriggio, a partire dalle ore 14.30, presso la sede nazionale del Pd di via Sant'Andrea delle Fratte - vedrà una delegazione unitaria delle forze della Federazione della Sinistra, delegazione che sarà composta da Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc-Se, Oliviero Diliberto, segretario nazionale del Pdci, e Cesare Salvi, leader della formazione politica Socialismo 2000" (Asca).
Ermete Realacci dalle pagine di 'Left' lancia un appello a Rutelli perché non lasci il Partito Democratico. L'eventuale uscita di Rutelli, ha detto Realacci, "mi sembra una sconfitta per il Pd e un brutto segnale. Condivido alcune critiche che Rutelli muove al Pd ma non l'assenza di autocritica sugli errori che lui stesso ha compiuto, né la prospettiva che indica. Una sconfitta per il Pd perché conferma che si sta restringendo la sua capacità di attrazione". Nello stesso tempo Realacci rivolge un secondo appello ai Verdi: "Penso che i Verdi avrebbero dovuto investire i loro talenti e non sotterrarli, e questo non è accaduto. Penso che le porte del Pd siano aperte anche a Bonelli. Se invece il Pd dovesse prendere strade diverse da quelle che ho indicato, beh... ragioneremo di altro". Realacci affrontando il tema delle alleanze ha poi affermato: "Prima devi preoccuparti di parlare alla maggioranza degli italiani, poi delle alleanze. Aggiungendo pezzi non si risolve il problema di contendere a Pdl e Lega il centro del sentire degli italiani. Dopo di che, siamo per il bipolarismo, non per il bipartitismo (...) I Verdi dovrebbero entrare nel Pd. Preferisco mettere in primo piano le proposte degli italiani, anziché impantanarmi nelle alchimie della politica" (Asca).
"In un momento come quello che stiamo vivendo dove qualcuno si accinge ad andarsene, voglio dire forte e chiaro che io resto in quella che credo essere casa (anche) mia". Lo afferma il sindaco di Firenze Matteo Renzi (in passato vicino a Francesco Rutelli), augurando "di cuore" buon lavoro al neo segretario del Pd Pierluigi Bersani. Bersani "ha vinto una battaglia vera, dura, impegnativa - scrive Renzi nella sua newsletter -. Tanti italiani hanno dimostrato che continuano a credere nel Pd e questo mi sembra il risultato più bello. Bersani ha vinto. Io non sono stato un suo elettore ma dico oggi con molta forza che lui è il mio segretario, che il Pd è il mio partito e che spero arrivi presto il giorno in cui vinceremo non solo le primarie ma anche le elezioni. Ho già ufficialmente comunicato che non assumerò nessun incarico ufficiale nel partito perché voglio pensare esclusivamente a Firenze. Ma in un momento come quello che stiamo vivendo dove qualcuno si accinge ad andarsene, voglio dire forte e chiaro che io resto in quella che credo essere casa (anche) mia. In quel Pd che tutti insieme abbiamo fondato. E che adesso - conclude Renzi - deve imparare a vincere e convincere. Una sfida molto bella (Asca).
"Vorrei smentire in modo categorico quanto hanno riportato oggi alcuni giornali: non ho alcuna intenzione di seguire il senatore Francesco Rutelli nel suo progetto di fuoriuscita dal Partito democratico". Lo dichiara Sandro Gozi, deputato del Pd che aggiunge: "Ho seguito la campagna delle primarie al fianco di Ignazio Marino, sono stato sostenitore e portavoce della sua mozione e la vittoria di Pierluigi Bersani non mi spinge a voler cambiare casacca, anche se speravo in un risultato diverso". "Credo che nel Pd ci sia bisogno di un radicale cambiamento, uno svecchiamento della dirigenza e un passo in più verso il riformismo. Questo però -prosegue Gozi- non mi spinge ad uscire dal partito, anzi, mi dà ancora più motivo per credere che la mia battaglia e quella di molti altri si possa combattere dall'interno". "Credo che l'Italia - conclude Gozi - abbia bisogno di un vero centrosinistra e solo con una componente innovatrice al proprio interno, che faccia opposizione seria e non disfattista, si potrà migliorare anche il nostro partito" (Asca).
Si avvia a soluzione il problema della scelta dei capigruppo di Camera e Senato del Pd. Con le dimissioni di Antonello Soro e Anna Finocchiaro l'orientamento prevalente è quello di un ricambio. La scelta però - questo è stato già deciso a larghissimo consenso - deve rispondere al criterio del "uno a uno" ovvero un bersaniano da una parte e di un franceschiniano sull'altro ramo del parlamento. Nel caso di una conferma della Finocchiaro al Senato, alla Camera le indicazioni prevalenti vanno a Giuseppe Fioroni. Una seconda ipotesi è quella di Piero Fassino alla Camera che però comporta una complicazione sul Senato dove non sarebbe facile trovare il capogruppo bersaniano e donna. Tenendo presente che nella regola del 'uno a uno' può anche rientrare (seppure se non dichiarata esplicitamente) la radice di provenienza, Ds e Margherita, il ticket che in queste ore sembra riscuotere i maggiori gradimenti sarebbe quello di Enrico Letta (bersaniano ed ex Margherita) capogruppo alla Camera ed Enrico Morando (franceschiniano e ex Ds) al Senato (Ansa).
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De Gasperi, uno statista




L'Osservatore Romano: Riscoprire De Gasperi, cattolico sobrio e popolare.
Per l'Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede è giunto il momento di "riscoprire" Alcide De Gasperi, non solo dal punto di vita storiografico ma anche da quello "istituzionale".



L'occasione è la pubblicazione della biografia dello statista DC realizzata dalla Fondazione De Gasperi (Alcide De Gasperi, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2009, euro 88) e scritta da Alfredo Canavero, Paolo Pombeni, Giorgio Vecchio, Francesco Malgeri, Pier Luigi Ballini e dal card. Giovanni Battista Re.
"De Gasperi - scrive il quotidiano pontificio -, per le scelte compiute, i risultati ottenuti e la carica politico-morale che riuscì a incarnare, sia stato uno dei più importanti statisti dell'Italia moderna. Eppure, nonostante ciò, non si può non rilevare lo scarto che esiste tra la statura politica e la memoria pubblica, tra il grande lascito simbolico-morale dell'uomo e l'assenza di una cultura politica diffusa in qualche modo riconducibile direttamente al politico di Pieve Tesino". Per questo, auspica l'Osservatore, "dopo essere stato confinato, per decenni, negli scaffali più reconditi della memoria è venuto il momento, non solo di un riconoscimento storiografico, che si è già verificato, ma anche di una riscoperta istituzionale che annoveri Alcide De Gasperi tra i padri nobili della Patria e dell'Europa moderna".
Dello statista, il giornale d'Oltretevere ricorda il suo essere stato "un uomo politico che ha fatto del consenso popolare e della sobrietà le due parti di una stessa medaglia senza che l'una configgesse con l'altra, riuscendo a incarnare, molto più di quello che si è creduto per decenni, la volontà di rinascita di un popolo, dopo l'ecatombe della guerra, e la speranza diffusa verso un orizzonte di libertà". De Gasperi fu "uno dei più importanti statisti italiani, espressione diretta di quel mondo cattolico, che della forza e dello sproloquio, invece, non ha mai fatto una virtù" (Asca).
Alcide De Gasperi, Pieve Tesino, 3 aprile 1881 – Borgo Valsugana, 19 agosto 1954, è stato prima esponente del Partito Popolare Italiano e poi fondatore della Democrazia Cristiana con il suo scritto Le idee ricostruttive della Democrazia Cristiana. È stato il primo Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana e viene oggi considerato come uno dei padri della Repubblica e fra i padri fondatori dell'Unione Europea insieme al francese Robert Schuman e al tedesco Konrad Adenauer.
Basta questa sola sua frase che capire la sua statura politica: «Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione».


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È tempo di tornare al proporzionale

Guzzetta: Bersani e lo schema identitario. Tanto valeva non farlo, il Pd.
Rassegna della stampa online - Libertiamo.it, 29 ottobre 2009.

A Giovanni Guzzetta non è sfuggito un dato importante relativo alle primarie del Pd: "il calo di affluenza rispetto a quelle per Veltroni – da 3,5 milioni a 2,8 – fa il pari con il calo di consensi elettorali del partito tra il 2008 ed il 2009". Il costituzionalista, già presidente del comitato referendario, non sottovaluta l’importanza delle consultazioni: "Sono state senz’altro un momento di grande partecipazione, un elemento di novità della politica italiana che va consolidato. Purtroppo però…".
Purtroppo cosa?
Purtroppo la proposta con cui Bersani ha vinto nelle primarie è quella di rimettere il trattino del centro-sinistra, la rinuncia alla sintesi politica che il Pd aveva tentato e per la quale il Pd era nato. Adesso si torna alla politica delle alleanze ampie, da Sinistra e Libertà all’Udc. Tanto valeva non farlo, il Pd. Se si trattava di un compromesso storico rovesciato, in cui gli ex Pci-Pds-Ds si annettono un po’ di sinistra Dc forse non ne valeva la pena. Lo schema di alleanze – più largo dell’Ulivo, perché nell’Ulivo non c’era l’Udc! – implica un rilancio delle identità parziali. Ogni alleato è chiamato a qualificare la propria quotazione nell’alleanza sulla base della sua capacità di rafforzare la propria identità, differenziata da quella degli altri.
È il classico schema proporzionalista, insomma.
È una schema perfettamente coerente con la legge elettorale attuale che esalta il governo di coalizione. Ognuno porta un pezzetto, fosse anche l’1 virgola, e tutti ricattano tutti col potere della crisi. Il fatto, un po’ masochistico, è che non ci si rende conto che quello schema ha danneggiato soprattutto i governi di centrosinistra, con la loro incredibile e irresponsabile litigiosità interna. Sono curioso di vederla questa alleanza che sfiderà il centrodestra alle prossime elezioni, e soprattutto di vedere quanto durerà.
Appena quattro mesi fa, abbiamo sprecato l’occasione del referendum per consolidare un quadro politico che appariva in via di "normalizzazioni" ed ora rischiamo di trovarci di fronte ad una nuova balcanizzazione della politica italiana.
Chissà se qualcuno ha ancora dubbi sul fatto che il referendum fosse necessario. Vorrei sapere cosa ne pensano ora coloro che, durante la campagna referendaria, cercavano dotti argomenti per spiegarci che la realtà aveva ormai superato il referendum e che quest’ultimo fosse ormai superfluo. Masochismo puro, altro che strapotere di Berlusconi.
Nel Pd scoppia la grana Rutelli. Cosa succederà ora e cosa farà Bersani, a suo giudizio?
In questo schema politico ed elettorale, la diaspora di Rutelli è perfettamente coerente con la strategia di Bersani. È lo schema neo-identitario, oltre ad essere una strategia in linea con le vecchie abitudini consociative della Prima Repubblica. Nel Pd può rimanere qualche indipendente di sinistra o qualche componente capace dal punto di vista organizzativo di stringere un patto di sindacato con il segretario. Penso a Marini, ad esempio. A questo punto, il neo-segretario proporrà con molte probabilità il ritorno al proporzionale alla tedesca, per liberare ed esaltare il gioco delle alleanze oltre i confini stretti degli schieramenti.
Dalle nostre parti, cioè nel centrodestra, proporzionale alla tedesca fa rima con Lega Nord.
Infatti è dalle parti del centrodestra che bisognerà osservare gli effetti dell’eventuale scelta di Bersani di puntare al sistema tedesco. Se la Lega sceglie di brigare con il Pd bersaniano, con l’Udc e con l’Italia dei Valori, rischia di saltare il quadro istituzionale. Tutto tenendo Berlusconi in scacco.
E il bipolarismo? Ieri il Secolo d’Italia ha pubblicato un "appello" di Benedetto Della Vedova a Bersani perché non rinunci al bipolarismo. Ma ci sono molte nuvolacce all’orizzonte…
Al momento la prospettiva del bipartitismo è stata sconfitta, e anche il bipolarismo. Al momento. Ma io sono ottimista: l’Italia non può reggere un ritorno alla Prima Repubblica, non foss’altro per il fatto che quell’equilibrio si fondava su spesa pubblica clientelare e debito infinito. Oggi ci sarebbe la bancarotta. E allora credo che coloro che non si rassegnano all’eterno ritorno dell’eguale, un giorno o l’altro dovranno ripartire da lì. Questa volta, purtroppo, a mani nude però.
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Il 5 novembre il Consiglio comunale

In discussione le linee programmatiche di mandato.

Il sindaco Giuseppe Sozzi, nella sua qualità di presidente del Consiglio comunale, ha convocato il Consiglio in seduta ordinaria presso la Sala delle Adunanze il 5 novembre prossimo alle ore 21,00. Quattro i punti all'ordine del giorno: 1. Comunicazioni del sindaco (dovrebbero riguardare se non vi saranno altri rinvii lo stato di avanzamento dei lavori della centrale a biogas in corso di realizzazione); 2. Comunicazione dell'avvenuto deposito dei verbali della seduta precedente; 3. Esame e approvazione delle linee programmatiche di mandato; 4. Affidamento del servizio di tesoreria comunale – indizione della gara d’appalto – approvazione dello schema di convenzione.

Per quanto riguarda l'attività della Giunta comunale, sono state pubblicate all'Albo pretorio tre delibere approvate il 13 ottobre scorso. Riguardano, la n.87, l'esame e l'adozione del Piano triennale delle opere pubbliche 2010-2012 e dell'elenco annuale 2010; la n. 88, "Disposizioni in merito al progetto «Casetta fantasia» proposto dal comune di Pieve Fissiraga - rinvio"; la n. 89, l'esame dell'accordo formale tra le amministrazioni comunali finalizzato a promuovere l’Ostello di Borghetto Lodigiano, di cui, qui nel blog, si era parlato in un recente post.
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Per non dimenticare Bhopal

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Bhopal, 25 anni di ingiustizia: Amnesty International e Greenpeace ospitano in Italia i sopravvissuti del disastro ambientale avvenuto in India nel 1984.
Comunicato stampa.

Dal 2 al 6 novembre 2009 la Sezione Italiana di Amnesty International e Greenpeace Italia ospiteranno il ‘Bhopal bus tour’. Una delegazione di sopravvissuti al disastro avvenuto nella città indiana nel 1984 arriverà in Italia e prenderà’ parte a una serie di manifestazioni, iniziative e incontri pubblici a Roma e Milano, con l’obiettivo di riportare sotto i riflettori dell’opinione pubblica una tragedia che causò la morte di circa 25.000 persone e che ancora oggi, dopo 25 anni, resta drammaticamente attuale.
Bhopal è un caso emblematico nel contesto della responsabilità delle aziende. Non è, infatti, soltanto una tragedia dei diritti umani del secolo scorso, ma rappresenta tuttora un triste esempio di come la legge protegga le imprese potenti ma spesso abbandoni a se stesse le persone che vivono in povertà. A distanza di 25 anni, gli abitanti di Bhopal non sono mai stati in grado di rivendicare i propri diritti e continuano a soffrire per le conseguenze del disastro.
La storia
Il 2 dicembre 1984, qualche minuto prima della mezzanotte, migliaia di tonnellate di isocianato di metile, un agente chimico utilizzato nella produzione di pesticidi, e oltre 12.000 chili di reagenti chimici fuoriuscirono dallo stabilimento di pesticidi della Union Carbide (oggi Dow Chemical Company) di Bhopal, in India. Circa mezzo milione di persone fu esposto a questi gas tossici. Nel giro di pochi giorni ci furono tra le 7.000 e le 10.000 vittime e altre 15.000 persone morirono nei 20 anni successivi. La maggior parte viveva in condizioni di povertà negli insediamenti abitativi precari che circondavano la fabbrica. Le vittime erano spesso l’unica o la principale fonte di reddito delle rispettive famiglie e molti hanno perso anche il bestiame, altra fonte di reddito fondamentale. A causa dei problemi di salute, in migliaia hanno perso il lavoro o la capacità di guadagnare denaro. In pratica, tutti quelli che sono stati colpiti dalla fuoriuscita dei gas sono stati trascinati ancora più a fondo nella povertà.
A distanza di quasi 25 anni, l’area di Bhopal non è ancora stata bonificata né sono state condotte inchieste adeguate sull’incidente e sulle sue conseguenze. Più di 100.000 persone continuano a soffrire di malattie associate al disastro, come disturbi respiratori, cancro, ansia e depressione, malformazioni genetiche e i sopravvissuti sono tuttora in attesa di ottenere una riparazione equa e adeguata per le sofferenze che il disastro ha provocato.
Sebbene il disastro sia avvenuto 25 anni fa, il terribile impatto della fuoriuscita di gas tossici sulla popolazione, sui terreni, sulle falde acquifere e nell’aria, è ancora presente. Molti sopravvissuti aspettano ancora di ottenere un risarcimento economico. Il sito della fabbrica non è ancora stato decontaminato. La fuoriuscita delle sostanze chimiche, così come il loro impatto, non sono mai state adeguatamente affrontate.
Le misure messe in atto dal governo indiano per avviare una riabilitazione dei sopravvissuti al disastro – sia dal punto di vista delle cure mediche sia della riabilitazione socio economica – sono state insufficienti.
Nel febbraio 2001, inoltre, la Union Carbide è passata sotto il totale controllo della Dow Chemical Company. Anche se la Union Carbide continua a essere un’entità giuridica separata, la sua identità aziendale e tutte le sue attività sono interamente integrate con quelle della Dow che, tuttavia, continua a dichiarare pubblicamente di non avere alcuna responsabilità per la fuoriuscita delle sostanze tossiche o per l’inquinamento provocato dall’impianto di Bhopal.
Nell’agosto 2008, il governo indiano si è impegnato ad affrontare alcune delle richieste della gente di Bhopal. Una delle sue principali promesse era di istituire una Commissione con pieni poteri sul disastro di Bhopal con autorità e risorse adeguate per guidare e coordinare l'azione di governo. Secondo il governo, il processo di costituzione della Commissione è stato ritardato a causa delle elezioni politiche del 2009. Tuttavia, nel luglio 2008 una bozza del mandato della Commissione era già stata approvata da alcuni ministeri e il primo ministro aveva più volte sostenuto l'iniziativa.
Il programma del ‘Bhopal bus tour’
Parma, 2 novembre
13,00 – 17,00 Piazza Giuseppe Garibaldi: i cittadini incontrano i sopravvissuti al disastro di Bhopal (in collaborazione con ParmaFrontiere).
Milano, 3 novembre
12,00 Piazza Castello: incontro stampa a bordo del Bhopal bus
13,00 – 20,00 Via Luca Beltrami (di fronte al Castello): i cittadini
incontrano i sopravvissuti al disastro di Bhopal.
21,00 Auditorium di Radio Popolare, via Ollearo 5: incontro pubblico e
proiezione del film ‘The Yes Men Fix the World’ di Andy Bichlbaum, Mike Bonanno e Kurt Engfehr (in collaborazione con Cinemambiente).
Milano, 4 novembre
9,30 Incontro con la scuola I.C. Cardarelli Massaua, via Strozzi 11
18,00 Circolo ARCI ‘Cicco Simonetta’, via Simonetta: incontro pubblico e mostra fotografica di Raghu Ray (in collaborazione con ARCI Milano).
Roma, 5 novembre
17,00 Aula Magna della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi
Roma Tre: convegno ‘Imprese, diritti umani e ambiente. La responsabilità delle imprese per l'impatto delle loro attività in India, Nigeria e Italia’, con la partecipazione, tra gli altri, di Giorgio Fornoni e Raffaele Guariniello (in collaborazione con l’Universita’ degli Studi di Roma Tre).
Roma, 6 novembre
11,00 Ambasciata dell’India, via XX settembre 5: manifestazione e richiesta d’incontro con l’Ambasciatore per la consegna di 10.000 petizioni a sostegno della richiesta di giustizia per le vittime di Bhopal.
14,00 – 18,00 Piazza della Repubblica: i cittadini incontrano i sopravvissuti al disastro di Bhopal.
18,30 Galleria d’arte Love & Dissent, via Leonina 85: incontro pubblico e mostra fotografica di Alessandro Marongiu (in collaborazione con Love & Dissent).
I protagonisti del ‘Bhopal bus tour’
Rachna Dhingra, coordinatrice della Campagna internazionale per la giustizia su Bhopal.
Satinah ‘Sathyu’ Sarangi, fondatore del Gruppo d’informazione e azione su Bhopal e amministratore della Sambhavna Clinic di Bhopal.
Sanjay Verma, sopravvissuto al disastro di Bhopal, in cui ha perso i genitori e cinque fratelli.
Safreeen e Amir Khan, fondatori dell’organizzazione Ragazzi contro Dow Chemical Company/Union Carbide Corporation.
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L'uso domestico del gas: le risposte

Risposta all’anonimo del 28.10, 15,23.

Premesso che non c’è un limite al numero delle domande da porre, volentieri le rispondo:
Domanda: Ringrazio per l'ospitalità e visto che si possono fare domande sugli articoli che tra l'altro reputo interessanti chiedo:io ho solo sostituito uno scaldabagno a gas,l'idraulico deve rilasciare la dichiarazione? Tutti gli idraulici possono fare lavori sugli impianti del gas? Scusi se di domande ne ho fatte due. Grazie

1) Certamente. Per ogni intervento effettuato sull’impianto interno del gas (escluse le manutenzioni ordinarie, ad esempio la manutenzione della caldaia o il cambio del solo tubo di gomma del piano cottura che riporta la scadenza sul tubo stesso) l’installatore deve sempre rilasciare la Dichiarazione di conformità. Come ho già scritto nella parte seconda del mio articolo questo importante documento deve essere rilasciato al termine dei lavori di realizzazione di nuovi impianti, modifiche, ampliamenti, trasformazioni ed interventi di manutenzione straordinaria (ad esempio: sostituzione di un rubinetto, di parte di una tubazione, una curva, modifiche al camino, al comignolo, per la sostituzione o nuova installazione di un apparecchio, per la ventilazione e aerazione dei locali ecc.). In pratica: per tutto quanto viene modificato o sostituito dal contatore al comignolo
2) La risposta se tutti gli idraulici possono fare lavori sugli impianti del gas è: NO, solamente gli installatori che possiedono i requisiti necessari; oltre all'iscrizione alla la Camera di Commercio, devono essere in possesso dell'abilitazione ad eseguire interventi su impianti di cui alla lettera "e" visibile sul certificato della stessa Camera di commercio che l’installatore deve rilasciarle con la Dichiarazione di conformità.
(art 1 del D.M. n. 37/08: "impianti per la distribuzione e l'utilizzazione di gas di qualsiasi tipo, comprese le opere di evacuazione dei prodotti della combustione e ventilazione ed aerazione dei locali").

Risposta a ABCD.

Innanzitutto, per le modifiche effettuate al suo impianto l’installatore doveva osservare la norma di riferimento per impianti gas, alimentati da rete di distribuzione per forniture di utenze domestiche e similari UNI 7129 del 2001. È poi alquanto strano che abbia “dovuto sostituire la caldaia per adeguarsi alle normative”. Una caldaia deve essere sostituita per due motivi: 1- Perché guasta e quindi non funziona più; 2- Perche il rendimento previsto dalla legge è inferiore al minimo prescritto.
Per rispondere alla sua domanda è indispensabile però che venga a conoscenza di alcuni dettagli riguardanti il suo impianto. Dettagli che servono innanzitutto per determinare la sezione del foro di ventilazione. Inserisca i dati che riesce a reperire nel commento del blog e le risponderò a breve.
1) La caldaia che è stata installata è di tipo “B”, ovvero a camera aperta oppure di tipo “C”, ovvero stagna?
Da quanto mi scrive (cioè che nella Dichiarazione di conformità è stato indicato l’adeguamento del sistema fumario) presumo che sia di tipo stagno.
2) Il piano cottura (che per differenza con la caldaia dovrebbe essere di 7 Kw) è provvisto del dispositivo di sorveglianza fiamma (la cosiddetta termocoppia che impedisce la fuoruscita del gas in caso di spegnimento della fiamma) oppure no?
3) Esiste una cappa (non quella a filtri che non è idonea) che scarica all’esterno a tiraggio naturale (in camino o a parete)?
4) Se sulla cappa è installato un elettroventilatore che portata ha in metri cubi ora o , se non conosce la portata, quante velocità sono indicate nel pulsante?
5) Oppure, se non dovesse esserci la cappa, c’e un elettroventilatore installato a vetro o a parete? Qual è la sua portata oraria in metri cubi ora?
Quando sarò in possesso di questi dati le saprò dire di quanto deve essere il foro di ventilazione.
Intanto posso ipotizzare che se nel locale cucina la caldaia è di tipo stagno, esiste una cappa o un elettroventilatore, e il piano cottura possiede la “termocoppia” è sufficiente un foro di ventilazione con apertura permanente di sezione netta pari a 100 centimetri quadrati. (un quadrato da 10 cm. x 10 cm.).
ATTENZIONE: In un foro di ventilazione/aerazione si intende "sezione netta" la superficie effettivamente utile per il passaggio dell'aria, esclusa quindi la riduzione di passaggio provocata da eventuali grigliati, pannelli forati, persianine, ecc.
Per quanto riguarda la documentazione in suo possesso:
1) L’installatore dovrebbe aver redatto una dichiarazione di conformità solo per la parte da lui realizzata (Caldaia e adeguamento camino) come in effetti ha fatto.
2) Nella prima pagina della Dichiarazione di conformità dovrebbero esserci barrate le seguenti caselle:
a) Manutenzione straordinaria;
b) seguito la norma tecnica applicabile all'impiego: UNI 7129/01 e UNI 10845 per il camino;
c) installato componenti e materiali adatti al luogo di installazione;
d) controllato l'impianto ai fini della sicurezza e della funzionalità con esito positivo, avendo eseguito le verifiche richieste dalle norme e dalle disposizioni di legge.
E quelle degli
Allegati obbligatori:
e) relazione con tipologie dei materiali utilizzati;
f) schema d'impianto realizzato;
g) copia del certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico-professionali.
NOTA: Il progetto era a quell’epoca obbligatorio solo per impianti superiori a 35 kW (non è quindi il suo caso).
3) Doveva poi compilare gli allegati relativi: a) all’elenco degli apparecchi con tutti i dati identificativi; b) elenco dei materiali utilizzati per eventuali nuove tubazioni e per l’adeguamento del camino; c) uno schema (o schizzo comprensibile) di quanto realizzato.
4) Dichiarare in uno degli allegati obbligatori che l’intervento effettuato è compatibile con l’impianto preesistente. Questa dichiarazione vale quindi per tutto l’impianto che l’installatore deve aver verificato.
5) Per ultimo doveva rilasciare la documentazione riguardante la caldaia:
a) Libretto di impianto con indicato in un’apposita pagina, alla prima riga, i risultati dell’analisi di combustione che avrebbe dovuto effettuare al momento dell’accensione della caldaia.



b) Inviare alla Provincia di Lodi la “Scheda identificativa dell’impianto (che si trova nella prima pagina del libretto) firmata da lei in fondo alla pagina.



c) La Dichiarazione di conformità doveva essere firmata, in fondo alla prima pagina, dall’installatore e da lei per presa visione.





Per quanto riguarda gli altri quadri di cui lei fa cenno (F - G - H) esistono in normativa, ma non dovrebbero essere compilati per le sue modifiche. Dovrebbe indicarmi i titoli dei singoli allegati per capire meglio di che trattasi.
Spero di essere stato sufficientemente esaustivo e di aver risposto in maniera “decente”. Resto in attesa delle sue risposte o di altri dubbi per poter completare quanto da lei richiesto.
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Alla prova del cartellone

Il “Litta” di Milano, nuovo gestore, raccoglie consensi ma è atteso alla prova del cartellone. Comunale, le perplessità di Ferrari. L’ex assessore non vede chiaro sulla riapertura del teatro.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Andrea Bagatta, 29 ottobre 2009.

Il nuovo gestore del teatro Comunale, il Litta di Milano, raccoglie consensi ma è atteso alla prova del cartellone. Ma intanto non mancano perplessità sullo svolgimento dell’operazione. A sollevare la questione è Roberto Ferrari, ex assessore alla cultura nella giunta Pagani e principale artefice della riapertura del Comunale sei anni fa. L’ex amministratore accoglie positivamente la conclusione della vicenda e la notizia dell’arrivo del Litta. «La pressione dell’opposizione e della gente ha contribuito a risolvere la vicenda, ma la fine della telenovela arriva tirata per i capelli e in grande ritardo - dice Roberto Ferrari -. Speriamo ora che entro dicembre parta almeno la stagione cinematografica, perché se così non fosse si avrebbe un danno serio anche per le attività commerciali casaline. Sul Litta aspettiamo la presentazione del cartellone prima di dare un giudizio definitivo, ma la struttura è conosciuta per serietà e professionalità, e in passato abbiamo già collaborato. Per questo ci mettiamo a disposizione per dare una mano, se sarà necessario».
Proprio sui tempi pur dichiarando di non voler polemizzare in modo strumentale, l’ex assessore non manca di fare un’annotazione alle scelte dell’amministrazione comunale. «Si è deciso di fare una gara pubblica ad agosto, mettendo nel bando la disponibilità di soli 35 mila euro, ma i fondi della Fondazione della Popolare di Lodi, altri 35 mila euro, erano già certi - afferma Ferrari -. Perché non si è dichiarata subito la loro disponibilità? Si voleva evitare di impegnare quei soldi sul teatro? Forse la gara sarebbe andata diversamente e con essa la stagione. Inoltre, annoto che non è mai stata data evidenza alla procedura negoziata che ha decretato il nuovo gestore».
Rispetto alle risorse, però, l’assessore alla cultura Giuseppe Passerini ribadisce la posizione dell’amministrazione e della maggioranza. «Quando abbiamo predisposto il bando, a giugno, non c’era ancora la certezza di avere quei fondi, sebbene ce ne fosse la speranza - spiega Passerini -. Questo mi dicono i tecnici, e devo credere a loro. Abbiamo allestito prima il bando e poi la procedura negoziata nel miglior modo possibile. Anche se la base della procedura era il testo del bando estivo, gli otto partecipanti alla trattativa finale sono stati informati che vi erano risorse aggiuntive, ed è stato chiesto loro di tener conto di possibili integrazioni artistiche. Abbiamo trovato un gestore d’esperienza, in una situazione difficile e d’emergenza, e siamo molto soddisfatti».
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Cronache dal Casalnistan

L’increscioso episodio si è verificato martedì pomeriggio sotto i portici di piazza del Popolo, proprio di fianco al municipio. Brutale pestaggio di gruppo in centro. Il branco ha circondato e aggredito una giovane ragazza dell’Est.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Andrea Bagatta, 29 ottobre 2009.

Aggressione vera e propria, brutale pestaggio, botte da orbi: nelle parole dei testimoni non ci sono dubbi nel classificare l’increscioso episodio che si è verificato martedì pomeriggio sotto i portici di piazza del Popolo, proprio di fianco al municipio.Vittima dell’aggressione è una ragazza dell’Est Europa di 21 anni di cui non sono state rese note le generalità. Per alcuni sarebbe di origine bulgara, per altri romena, di sicuro è residente a Casale. Martedì pomeriggio si trovava sotto i portici di Piazza del Popolo, che aveva raggiunto in bicicletta prima delle 15. Cliente di un bar del centro, la giovane si è intrattenuta sotto i portici per oltre un’ora, quando attorno alle 16 è stata circondata e aggredita da quattro o cinque persone, una ragazza e quattro ragazzi, tutti di giovane età, tra i 20 e i 25 anni circa, per alcuni testimoni italiani, per altri egiziani. La ragazza prima è stata presa a spintoni con urla e insulti, poi sono partiti gli schiaffi, i calci e le manate, al corpo, alle spalle, alla testa.
Una giovane dipendente del bar dove la ragazza si era intrattenuta è uscita richiamata dal clamore e una volta che si è accorta di quanto stava accadendo è stata a sua volta circondata e quasi aggredita. Provvidenziale è stata l’uscita dal negozio del commerciante che ha l’attività di fianco, che ha protetto la barista e l’ha riparata nel proprio locale. Uscito una seconda volta per prestare soccorso alla giovane esteuropea, l’aggressione era già terminata e non ha potuto far altro che costatare le condizioni della giovane.«In tanti in Piazza sono usciti dai bar e dai negozi per vedere che cosa accadeva - dice un testimone oculare -. Nessuno ha però mosso un dito per quella ragazza. Solo la barista è accorsa per cercare di fermare il pestaggio, ma se l’è vista brutta a sua volta. Gli altri hanno guardato incuriositi, senza intervenire». Nel frattempo è sopraggiunta una pattuglia dei carabinieri della stazione di Casale, ma gli aggressori si erano già dileguati a piedi. La giovane aggredita non ha voluto sporgere denuncia e ufficialmente le motivazioni del pestaggio rimangono sconosciute, come gli autori. Secondo indiscrezioni, però, l’aggressione sarebbe lo strascico di un precedente alterco tra giovani, forse addirittura della rissa che il 4 ottobre vide protagonisti a Codogno vicino alle piscine alcuni ragazzi albanesi che si presero a pugni e coltellate per motivi passionali. Dopo l’intervento dei carabinieri, la ragazza è stata condotta al pronto soccorso di Codogno dove sono stati eseguiti alcuni esami diagnostici che hanno escluso fratture o altri danni rilevanti. Prima del ritorno a casa le è stato comunque applicato un collarino cervicale a scopo precauzionale.

Controlli a tappeto di vigili e carabinieri per contrastare la clandestinità in città.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Andrea Bagatta, 29 ottobre 2009.

Più di venti stranieri controllati, due reati di clandestinità, due pagamenti in nero di affitti e due abusi edilizi: è questo il bilancio dei controlli nelle abitazioni ad alto tasso di ricambio di inquilini nel mese di ottobre. Le verifiche sono effettuate dalla polizia locale in collaborazione con i carabinieri di Casale e la guardia di finanza, ciascuno per le proprie competenze.
Nel dettaglio, i controlli hanno riguardato 23 cittadini stranieri, perlopiù egiziani e rumeni, e si sono svolti soprattutto in orari notturni e di mattina, anche presto, sia a Casale sia nelle frazioni, a Zorlesco e Vittadone. Le verifiche hanno portato all’arresto perché non in regola con il permesso di soggiorno di due cittadini egiziani, sottoposti poi a procedura di fotosegnalamento: si tratta di E. E. di 30 anni, e di E. M. Y. di 24 anni. Le irregolarità di carattere tributario relative al pagamento in nero degli affitti che sono state segnalate alla Guardia di Finanza sono state due. Le Fiamme Gialle stanno procedendo con le indagini del caso. Due anche le irregolarità edilizie rilevate nel corso dei controlli: in questi casi saranno emesse le relative ordinanze di messa in sicurezza e disposte le opportune verifiche per le precarie condizioni igienico-sanitarie.«Le verifiche sono resi possibili anche dall’azione di controllo sociale effettuata dai cittadini, con costanti segnalazioni - commenta il sindaco Flavio Parmesani -. I controlli proseguiranno anche nei prossimi mesi e sono finalizzati a gestire il fenomeno migratorio, anche a tutela degli stessi stranieri regolari inseriti nel contesto sociale».
Infine, si sono intensificati i controlli sulle strade di Casale, anche in vista dei prossimi spostamenti per i cimiteri in occasione delle ricorrenze dei morti. In particolare si segnala il caso del cittadino bulgaro, fermato dalla polizia locale: avendo il veicolo con targa straniera e incorso in una contravvenzione, lo straniero ha dovuto procedere subito con il pagamento della sanzione per non vedersi sequestrare il veicolo immediatamente sulla strada.
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In carica fino a capodanno

Sal, il consiglio confermato sino alla fine di dicembre.
Rassegna stampa - Il Cittadino, L.R., 29 ottobre 2009.

Prorogato il consiglio di amministrazione di Sal, la Società acqua lodigiana destinata a gestire il ciclo idrico integrato nei prossimi anni per l’intera provincia. L’assemblea dei soci di Sal, composta dai sindaci del Lodigiano, ha deciso all’unanimità di confermare fino al 31 dicembre il cda che aveva nominato alla fine di luglio. Il presidente è Carlo Coltri (presidente di Astem), i consiglieri sono Lorenzo Barbaini, Laura Quaini (presidente di Asm Codogno), Luigi Visigalli e Francesco Zoppetti, presidente dello storico Consorzio del Basso Lambro di Sant’Angelo. «L’attuale cda - hanno spiegato ieri i vertici di Sal - resterà in carica fino all’approvazione del bilancio consuntivo della gestione 2009». L’assemblea dei sindaci ha anche approvato il regolamento della commissione ristretta dei soci azionisti di Sal, l’organo destinato a svolgere la funzione di referente del cda nell’interesse dei soci e che dovrà verificare lo stato di attuazione degli obiettivi della società. Rinviata invece la nomina dei componenti della commissione ristretta.
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Più del doppio di Milano

La provincia risulta essere quella che attira più immigrati di tutta la Lombardia: in tutto oggi sono a quota 371mila. Lodigiano, dove approdano gli stranieri. Dal 2002 al 2007 si è registrato un aumento del 272 per cento.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Luciana Grosso, 29 ottobre 2009.

Lodi è la provincia lombarda che attira, in proporzione, più immigrati. Nel periodo compreso tra il 2002 e il 2007 la crescita della presenza di residenti stranieri è stata del 272 per cento. La più alta tra quelle delle province lombarde. Più del doppio di Milano. Nel capoluogo gli immigrati nello stesso periodo sono aumentati “solo” del 104 per cento, benché, com’è nell’ordine delle cose, il numero assoluto di stranieri sia il più alto della regione: 371mila, contro i 21.728 residenti nel Lodigiano. I dati sono stati diffusi ieri dalla Caritas, l’organismo pastorale della Cei, presieduto a livello nazionale dal vescovo di Lodi monsignor Giuseppe Merisi, che ha stilato, insieme alla Fondazione Migrantes, il “Dossier statistico 2009”. Il quadro del rapporto tocca tutti gli aspetti legati all’ingresso di stranieri in Italia e, stringendo il campo in Lombardia e nelle singole province.
Per quello che riguarda Lodi e il territorio provinciale, i residenti stranieri sono 21.728 (i dati fanno riferimento al 2008), influendo per il 9,7 per cento sul totale della popolazione provinciale. Tra di loro circa la metà, il 48 per cento, sono donne, il 27 per cento minori, e 490 sono i nuovi nati; le scuole sono frequentate da 3.919 alunni stranieri.
Nonostante la crisi, la Lombardia si è dimostrata comunque capace di accogliere i cittadini stranieri, garantendo, nella maggior parte dei casi, un lavoro e una sistemazione stabile e accettabile: lo denuncia l’indice d’integrazione calcolato dal Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro sulla base di dati statistici relativi all’inserimento sociale e lavorativo, “massimo” in tre province (Cremona, Mantova e Varese), “alto” in sei (Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Lodi e Milano) “medio” in due (Pavia e Sondrio).
La Lombardia è la regione a più alta percentuale di immigrati iscritti all’anagrafe. Il gesto di registrarsi agli uffici comunali, è, secondo don Roberto Davanzo, direttore di Caritas Ambrosiana, di grande rilievo, poiché indica «la volontà di fermarsi. È un segnale del desiderio di radicarsi nelle città, eleggendole a meta del proprio percorso migratorio”. La tendenza è confermata dall’alto numero di matrimoni misti: uno ogni cinque, tra le unioni celebrate in Lombardia. «Gli stranieri che vengono da noi pensano di rimanerci - continua don Davanzo - cercano un lavoro, una casa, si sposano, anche con cittadini e cittadine italiane. Inevitabilmente, a volte, questo strumento viene usato come scorciatoia per ottenere la cittadinanza, ma denota comunque, in chi lo porta a termine, di avere maturato un progetto di lungo respiro».
Al di là delle polemiche e della difficoltà, tradizionalmente legate all’immigrazione, si tratta di un fenomeno che incide sul tessuto più vivo delle città, sulle loro economie, abitudini e cultura, in modo particolare su quelle lombarde. «Straniero non è sinonimo di pericolo o di delinquente. Con l’immigrazione dobbiamo fare i conti - conclude don Davanzo - affrontandone anche gli aspetti problematici. I vescovi chiamati a Roma dal Pontefice per il sinodo africano hanno sottolineato che le leggi migratorie restrittive violano i diritti umani. Per questo servono regole internazionali giuste e solidali. Siamo tutti chiamati ad un’assunzione di responsabilità, ad evitare su questi temi lo scontro ideologico, pensando a ciò che è meglio per tutti».La Lombardia, alla luce di questi dati, si pone come modello di integrazione possibile. I risultati economici (molte le imprese di successo condotte da stranieri), sociali (numerose le famiglie miste) e culturali (i bambini iscritti a scuola) esortano a liquidare come eccezioni le sacche di intolleranza e di delinquenza. Trascurabili e residuali forse, ma non per questo, meno esecrabili.
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