Speciale, [7].
Da L’Unità del 14 luglio, l’intervista ad Adolfo Urso, raccolta da Natalia Lombardo.
«Le proteste? Imporremo la legge. Per il progetto ci servono 12 impianti».
Il governo è stato votato sul programma che prevede il nucleare. Ascolteremo i cittadini e gli enti locali, ma lo Stato deve far valere le sue competenze. anche Obama, che investe sulla green economy, ha dato il via libera a sette nuove centrali. E così il socialista spagnolo Zapatero, il brasiliano Lula e l’inglese Gordon Brown». Adolfo Urso, viceministro allo Sviluppo Economico, sostiene convinto il ritorno al nucleare.
Pensa che quando, nel 1987, i cittadini bocciarono il nucleare col referendum, non fossero consapevoli?
«Allora ci fu una campagna sull’onda dell’emozione per l’incidente di Chernobyl, e un’informazione distorta. Oggi ci sarà un’informazione corretta e se oggi i cittadini sapessero quanto possono risparmiare sulla bolletta elettrica… Paghiamo il 50 per cento in più per l’energia, rispetto ai francesi. E poi basta con questa ipocrisia, perché già adesso noi importiamo il 18% dell’elettricità dalla Francia prodotta col nucleare. È più sicuro di altre fonti di energia, più rispettoso dell’ambiente e programmabile».
Gran parte delle Regioni si rifiuta di ospitare gli impianti, anche quelle di centrodestra come l’Abruzzo e la Sardegna. Solo la Lombardia e il Veneto sono disponibili. Il governo si imporrà sulle altre?
«Anche Lombardo in Sicilia si è detto disponibile, dopo alcune verifiche. Il governo ha avuto un mandato dagli elettori, votato su un programma che prevede anche il ritorno al nucleare. E nell’opposizione l’Udc è d’accordo».
Che succede se gran parte delle Regioni non rendono disponibili i siti?
«In democrazia ciascuno decide su temi di sua competenza, come prevede la Costituzione. Ci sono le competenze degli enti locali e dello Stato, su queste deve poter agire».
Vuole dire che le ragioni dello Stato sono superiori?
«Sì. Mettiamo che la polizia cerchi di arrestare uno scippatore e la popolazione lo difende, le forze dell’ordine cosa fanno, rinunciano?».
In questo caso si tratta di difendere la legalità. L’esempio non calza.
«Anche questa è difesa della legge, sennò uno vota diversamente. Il disegno di legge Scajola prevede delle procedure: la creazione, con un decreto del presidente della Repubblica, dell’Agenzia per la sicurezza nucleare che decide le tecnologie. Poi l’individuazione dei siti, anche per lo smaltimento delle scorie, consultando cittadini e enti locali».
I siti saranno «obiettivi sensibili per la sicurezza nazionale». Zone militari in cui sarà proibito manifestare?
«È prevista la messa in sicurezza di queste zone. Ma la sinistra italiana fa male ad opporsi, contraddice la politica energetica della sinistra occidentale».
Quante centrali avete previsto? Sono stati già individuati i siti?
«Per produrre il 25% di energia servono 12 impianti, ma nei prossimi vent’anni. E l’accordo con la Francia è per quattro, da costruire in Italia, ma non esclude altri accordi e l’utilizzo di altre energie».