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martedì 21 luglio 2009

Bilanci, una mano dal governo

Su Il Sole 24 Ore di ieri, 20 luglio, Nicola Tommasi ci informa che il Governo è al lavoro per coprire i tagli relativi ai fabbricati ex rurali e ai costi della politica, mentre rimane irrisolto il nodo Ici.
Ai Comuni dote da 3,1 miliardi.
In arrivo nuove compensazioni oltre allo sbocco del 2,7% dei residui passivi.
Rassegna stampa.

Grandi manovre sulla finanza locale, destinate a portare ai Comuni una cifra intorno ai 3,1 miliardi di euro.
La cifra risolve più di un’incognita in un anno difficile per i bilanci locali, ma è solo una piccola parte sia di quanto spetta ai Comuni sia, soprattutto, in relazione alle richieste di autonomie locali e imprese.
Il primo effetto delle spinte a sbloccare i pagamenti è arrivato con un emendamento al Dl 78/2009, che dovrà essere convertito prima della pausa estiva dal Parlamento.
L’introduzione del nuovo articolo 9-bis consente agli enti locali soggetti al patto di stabilità di escludere dall’obiettivo dell’anno 2009 i pagamenti in conto capitale effettuati entro la fine dell’anno per un importo non superiore al 2,7% dell’ammontare dei residui passivi del titolo II della spesa risultanti dal rendiconto 2007. La deroga è, però, ammessa ai soli enti che abbiano rispettato il patto di stabilità per il 2008. La percentuale indicata nell’emendamento del relatore equivale a svincolare dalle rigide regole del patto di stabilità al massimo 1,5 miliardi di euro. Poco se confrontato con gli oltre 30 miliardi giacenti nei bilanci degli enti locali e pronti per essere spesi, ma non indifferente rispetto ai 1.350 milioni costituenti la manovra prevista dal Dl 112/2008.
Altre novità, ancorché di carattere non finanziario, sono riferite alla certificazione del rispetto del patto per l’anno 2008.
La scadenza, già prorogata a fine giugno dal Dl 5/2009, viene ulteriormente spostata al 30 settembre. Inoltre, la sanzione prevista per la mancata trasmissione di tale certificazione (divieto di assunzione) permane solo fino a quando l’irregolarità non viene sanata.
Le altre novità di carattere economico sono slegate dalla conversione del decreto sulla manovra estiva. Nelle riunioni informali tenutesi tra rappresentanti di Anci e governo il ministero dell’economia si è impegnato a recuperare, con l’assestamento del bilancio dello Stato, i fondi per rimpinguare i trasferimenti 2008 e 2009 tagliati per effetto del decreto Bersani-Visco. Con il Dl 262/2006, infatti, il Governo aveva stimato in 768 milioni e 818 milioni, rispettivamente per gli anni 2008 e 2009, il maggior gettito Ici derivante dai fabbricati ex rurali, dall’adeguamento dei moltiplicatori per gli immobili di categoria B e per l’accertamento delle destinazioni commerciali-industriali degli immobili iscritti nella categoria E. Secondo le certificazioni prodotte dagli enti, però, il maggior gettito si è attestato a poco più di 70 milioni di euro, creando per il biennio 2008/2009 un buco di oltre 1,5 miliardi (per il 2008, il Dl 154/2008, ha consentito l’accertamento convenzionale).
Sempre a valere sul fondo ordinario, poi, sembra siano state recuperate anche le risorse tagliate nel 2008 e relative alla riduzione dei costi della politica derivanti dall’articolo 2, commi da 23 a 31, della legge 244/2007. A fronte di un taglio operato sul fondo ordinario pari a 313 milioni di euro che, secondo le stime governative, dovevano rappresentare il risparmio sui costi della politica prodotti dalle norme della Finanziaria 2008, entro l’anno il ministero dell’Interno dovrebbe provvedere a ristorare Comuni e Province di 100 milioni di euro, inizialmente destinati per i comuni di minore dimensione.
Del tutto aperta, e senza segnali di soluzione, resta invece la partita connessa all’integrale copertura dell’abolizione dell’Ici sulla prima casa. Le prime stime relative alle certificazioni dei comuni sul mancato gettito 2008, rivelano una minore entrata superiore ai 3,3 miliardi di euro.
Se queste somme saranno confermate dalle ultime verifiche in corso al Viminale, il divario tra il gettito accertato e il fondo compensativo creerà non pochi problemi di copertura al Governo: si tratta, infatti, di 436 milioni per il 2008 (lo stanziamento per quell’anno era pari a 2,864 miliardi di euro), per passare a 828 milioni per l’anno 2009, senza contare l’effetto per gli anni successivi. È sufficiente, sul punto, ricordare che, oltre all’incognita connessa ai trasferimenti, il patto di stabilità interno per il prossimo biennio, prevede un miglioramento del saldo di ulteriori 3 miliardi.

L'invenduto è altissimo

Lodigiano, ancora sulla questione casa.
L’invenduto resta altissimo: settembre sarà il mese della verità.
Rassegna stampa - Articolo di Fabrizio Lucidi su Il Giorno.

Il vero scoglio sarà settembre. «Allora scadranno per tante ditte le 13 settimane di cassa integrazione, non più rinnovabili», spiega Rosario Cudazzo, delegato della Uil. Conferma Cosimo Tortiello, della Cisl: «A settembre sarà dura». E aggiunge: «L’invenduto è altissimo, quando non ci sono soldi in giro, questo è inevitabile». Secondo i dati in mano a Tortiello, «il 30% di lavoratori lodigiani sono in cassa integrazione o mobilità». E la cassa, per i lavoratori del settore edile, dura solo 13 settimane. «Alla scadenza, se non c’è la ripresa, arrivano mobilità e disoccupazione». Un incubo, per i 5mila operai regolari che lavorano nel Lodigiano e per le migliaia di manovali in nero. «Le coop non hanno venduto neppure le case costruite l’anno scorso, come fanno ad azzardarsi a costruire ancora?», si chiede Tortiello. Il piano casa? «Non ci esprimiamo — dice il delegato Cisl —, non abbiamo la percezione della ripresa. Se va bene, ne riparliamo a metà 2010. Nella Bassa, fra Bertonico e Turano, le case delle coop sono tutte invendute». Cudazzo, delegato della Uil, dà una versione leggermente diversa: «Il settore è in fase di transizione, dopo mesi con forte richiesta di cassa integrazione, ma gli indici ci dicono che c’è una minima ripresa, anche in previsione dell’Expo». E le agenzie immobiliari? «La gran parte delle colpe ce le hanno questi signori, che tempo addietro hanno messo in campo una forte speculazione. E ora il mercato si è bloccato...».

Nel ricordo del 10 Agosto 1944 a Milano

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Manifestazione il 10 agosto in occasione del 65° anniversario dell’eccidio di Piazzale Loreto.
10 Agosto 1944 – 10 Agosto 2009.

Il 10 agosto ricorre il 65° anniversario della fucilazione dei Quindici Martiri di Piazzale Loreto. Fu questo uno dei crimini più efferati compiuti nel 1944 dai nazifascisti. Nel 65° anniversario, il Comitato Permanente Antifascista invita i cittadini milanesi a partecipare al ricordo, testimoniando così la loro fede negli ideali di pace e libertà per cui diedero la vita i Quindici Martiri.


A Milano le Associazioni della Resistenza, i familiari dei Caduti, le forze democratiche e antifasciste renderanno omaggio alla memoria dei Combattenti per la Libertà e nel contempo ribadiranno la permanente mobilitazione a tutela dei capisaldi sanciti nella Costituzione.
Il programma previsto in Piazzale Loreto per Lunedì 10 Agosto 2009 avrà il seguente svolgimento:
-- ore 9.30: deposizione di corone alla stele che ricorda i Quindici Martiri;
-- ore 10.00: intervento di rappresentanti delle istituzioni e di Sergio Fogagnolo Presidente Associazione “Le Radici della Pace - I Quindici”;
-- ore 21.00: sempre in Piazzale Loreto: Manifestazione Antifascita.
Prenderanno la parola:
Marco Pecorari Segretario della UIL a nome di CGIL-CISL-UIL
Gianni Mariani della FIAP
Carla Bianchi Iacono dell’ANPC
Antonio Pizzinato dell’ANPI
Massimo Castoldi nipote di Salvatore Principato
Giorgio Oldrini Sindaco di Sesto S. Giovanni - città decorata di M.O. al V.M.

Il miraggio casa

Cominciamo con questi due articoli apparsi su Il Giorno di oggi, rispettivamente a firma di Fabrizio Lucidi e di Liliana Marchesi un viaggio nelle rassegne stampa che intende evidenziare le difficoltà attuali del mercato immobiliare e l’incerto futuro di prospettive di crescita fondate sull’espansione abitativa nella speranza di fare cassa con oneri di urbanizzazione (anche se l’Ici sui terreni divenuti fabbricabili, quella sì, la si porta a casa da subito).
L’ufficio studi Gabetti: giovani coppie escluse dai mutui.
Le compravendite crollano I prezzi calano solo del 5%.
Rassegna stampa.

Nei primi sei mesi dell’anno i prezzi delle case a Lodi sono scesi del 5%. Il dato è contenuto nel dossier stilato dal centro studi Gabetti, che sveliamo in anteprima. I tempi medi di vendita si aggirano intorno ai 6 mesi.
L’analista prende in considerazione tutti i nodi del difficile momento del mercato immobiliare lodigiano: «Le nuove costruzioni sono fra le più colpite, con assorbimenti (acquisti, ndr) e notevole invenduto anche per lunghi periodi», si legge. «Fra gli acquirenti poco presenti le giovani coppie, mentre la tipologia classica d’acquirente è la famiglia che ha bisogno di una stanza aggiuntiva, e ha quindi una casa da vendere», annotano gli esperti. Che aggiungono: «Nel Lodigiano ci sono meno domande di milanesi di un tempo, ma alcune richieste soprattutto dall’hinterland sud di Milano».
«Il problema principale è quello dell’accesso al credito», analizza l’ufficio studi. Un problema che taglia fuori centinaia di giovani coppie e lavoratori precari, a cui le banche non fanno credito. E le compravendite ne risentono: secondo i recenti dati sfornati dall’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia del territorio, il business a Lodi e provincia è crollato del 27% nel 2008, rispetto all’anno precedente. Un record negativo in Lombardia, con cifre più nere della media nazionale (-15,1%).
A confermare i numeri è Davide Mecca, presidente del Collegio provinciale Fiaip (Federazione italiana agenti immobiliari professionali). «C’è una propensione alla trattativa che trascina giù i prezzi», spiega. Sui numeri del crollo, è più cauto: «Oggi le compravendite sono sì molto più basse rispetto al 2007, ma nei primi mesi del 2009, se mettiamo a confronto i primi mesi del 2008, il mercato è stabile». La risalita - a detta di Mecca - non è lontana. Almeno per gli edifici di classe energetica migliore: «Immobili apparentemente simili avranno classi energetiche totalmente diverse: i più all’avanguardia avranno un valore al metro quadrato assai più alto». Pannelli solari, fotovoltaico e termico, caldaie a condensazione, riscaldamento pavimento, tripli vetri: saranno le parole d’ordine del futuro prossimo.
Sul fronte del mercato, «c’è stato un risveglio sui contatti, molto lievi — dice Mecca —. Il mercato ha capito che è una fase ricca di buone occasioni. Quel che si doveva spurgare è stato spurgato...». Sarà. Ma fuori dal mercato restano le giovani coppie e chi ha poca liquidità. «Oggi le banche non erogano finanziamenti e quando lo fanno, lo fanno con tempi biblici, a volte - non potendo dire di no - prendono tempo e aspettano che il cliente si stufi». Le coppie giovani? «Vessate dal sistema creditizio», attacca Mecca. Così per paradosso, in questo momento si fa meno fatica a vendere trilocali che un monolocale. «Tanto la gente ha capito che, se deve vendere la propria casa e comprarne subito un’altra, non c’è buon momento o crisi che tenga: la differenza fra incasso e spesa, nella sostanza, resta quella». Oggi, magari si fa buon affare comprando, «ma si ingoia qualche rospo vendendo».
E gli affitti? «A Lodi il mercato negli ultimi tempi è in aumento come richieste, ma questo non ha comportato una rivalutazione dei canoni, che anzi sono rimasti deboli — si legge nel dossier —. Un bilocale arredato in centro costa 500-550 euro al mese, per un trilocale arredato si spendono 600-650 euro».

Le agenzie. «Troppe spese extra È l’era del vorrei ma non posso».

Per chi vuole comprare casa, la soluzione non è proprio dietro l’angolo. Non c’è liquidità, le banche non concedono mutui, il mercato è in stallo: periodo nero per le agenzie immobiliari. «In questi ultimi mesi — spiega Francesco, collaboratore di Obiettivo casa, di corso Adda — il fatturato è sceso del 20-30%; l’andamento del mercato è in caduta libera, non si riesce più a coniugare domanda e offerta». Ma quali sono le cause che hanno portato a questa crisi? «Vanno ricercate nelle spese aggiuntive (notarili, rogito, arredamento, ndr) — risponde il consulente — che sono imprescindibili dall’acquisto della casa».
Non tutti, però, hanno una visione così nera del futuro. C’è chi, come Roberta, dipendente dello studio Anni (franchising Gabetti) in via Marsala, ha riscontrato una ripresa fin da maggio: «I primi mesi dell’anno sono stati duri, c’è stato un calo notevole, ma da questa primavera qualcosa si sta muovendo: tanta gente si informa, anche se si fatica a finalizzare l’acquisto. Si è abbassata, rispetto agli anni passati, anche la capacità di spesa del cliente: l’impegno mensile per un affitto non può superare i 400-500 euro».
Concorde sulla recente ripresa del mercato è Nuccio Polli, collaboratore di LindaImmobiliare, in corso Roma: «Dopo un periodo di blocco totale, da febbraio gli ingranaggi sono tornati a muoversi. È cambiata la clientela, che ora appartiene soprattutto alla classe medio-alta». «È l’era del voglio ma non posso», così Polli sintetizza la situazione attuale. La difficoltà di accendere un mutuo è quello che più frena i possibili acquirenti, le banche vogliono garanzie spesso impossibili da trovare.
«I proprietari, che di solito non hanno bisogno di liquidità, difficilmente scendono a compromessi, il prezzo non viene “scontato” più di tanto, non importa se la casa resta invenduta per parecchio tempo», dicono i consulenti. «È anche per questo — sostengono — che il mercato fa davvero fatica a riprendersi a pieno ritmo».
La zona più sofferente resta la periferia, «che se un tempo veniva scelta per risparmiare, ora non è più un’opzione valida: i prezzi ormai sfiorano quelli delle zone centrali, non c’è più la convenienza di un tempo». Il mercato si sta riprendendo, ma non è ancora per tutte le “tasche”.

La Regione commissaria la Provincia

Guido Bandera su Il Giorno ci dà oggi uno scoop sulla questione rifiuti e la discarica di inerti a Senna.
Il Pirellone boccia il piano immondizia: poco spazio agli inerti.
Rifiuti, Provincia commissariata.
Rassegna stampa.

Amara sorpresa dalla Regione per la giunta provinciale di centrodestra. Il piano rifiuti varato a dicembre dalla precedente amministrazione, basato sulle regole dell’«autosufficienza», giaceva da mesi all’attenzione della Regione, che doveva esprimere un parere definitivo, dopo aver pressato le Province per approvarlo in fretta. Ma le minacce di commissariamento arrivate da Milano e mai concretizzate contro la giunta di Osvaldo Felissari diventano realtà, per somma beffa, con la giunta dello stesso colore politico della Regione. A Milano, infatti, hanno bocciato il piano e, contestualmente, hanno deciso di avviare il commissariamento.
A firmare l’avvio della procedura non è stato, come per altre Province, il direttore generale del settore ambiente, ma l’assessore Massimo Buscemi in persona. Che, in sostanza, contesta al piano provinciale di non essere conforme alle regole regionali su un punto fondamentale: lo smaltimento dei rifiuti inerti. In sostanza, Buscemi contesta che il piano preveda per questa categoria di rifiuti speciali uno spazio «insufficiente», pari a solo 300mila tonnellate, tutte concentrate nella discarica di Cavenago. Invece, secondo la Regione, la necessità di smaltimento (nel periodo di durata del piano) arriva quasi a due milioni di tonnellate. E così il piano, cui la precedente amministrazione affidava parte delle speranze per dire no alla discarica di inerti a Senna Lodigiana, con una capienza teorica di circa 1,7 milioni di metri cubi, finisce nella carta straccia. Alla Provincia, ora, non resta che sperare nel vincolo paesaggistico. E, se le procedure di commissariamento proseguiranno, Foroni potrebbe diventare il nuovo commissario del Pirellone.

L'altra faccia dell'emergenza diabrotica (III)

Chiudiamo la questione con questa lettera di Marcello Quaglia, ex consigliere comunale di Rifondazione, pubblicata oggi su Il Cittadino.
Qualcuno ci tranquillizzi sull’utilizzo degli insetticidi sul mais.
Rassegna stampa - Terza e ultima parte.


Egregio direttore, le scrivo per sottoporre a lei e ai numerosi lettori di Brembio una mia preoccupazione. Il giorno 16 luglio alle estremità dei campi di mais adiacenti alla mia abitazione, in località Ca’ del bosco, sono apparsi dei cartelli triangolari con tanto di teschio in sfondo giallo con la scritta “Attenzione mais trattato per diabrotica pericolo di intossicazione dal 16/7 al 16/8”.



Possibile che la diabrotica abbia colpito solo questi campi?
Ho fatto dei sopralluoghi sul territorio in cerca di altri cartelli ma niente, ma oltre a non trovare questi cartelli non ho neppure trovato i fantomatici disastri della famigerata diabrotica.
Qualcuno dirà che prevenire è meglio che curare! Come nel caso di 2 anni fa, che per debellare le nutrie, zelanti professionisti del nostro territorio avevano disseminato di topicida le nostre campagne (e sottolineo nostre) con un unico risultato: la quasi completa distruzione della fauna stanziale e non (lepri, fagiani, aironi, germani, falchetti).
Ritornando alla diabrotica, sono grato al coltivatore che responsabilmente mi avverte con questi cartelli, ma, ripeto, possibile che solo questi campi siano infestati? Una semplice passeggiata con il cane può essere un rischio? Una giornata di pesca attraversando un campo di mais è un rischio?
Al prossimo acquazzone questo insetticida si riverserà nelle nostre rogge, in passato gia teatro di numerosi danni alle specie ittiche, cosa succederà? Se qualcuno del mestiere ha della risposte serie ben vengano, in attesa siamo in tanti desiderosi di riprendere passeggiate con i nostri migliori amici, pescate in compagnia e tutto ciò che ha a che fare col nostro territorio.
(3 - fine)

L'altra faccia dell'emergenza diabrotica (II)

Il precedente articolo di Lorenzo Rinaldi citava la lettera inviata alla rubrica "Lettere & Opinioni" de Il Cittadino da Andrea Tantardini del Partito Democratico di Caselle Landi. Quanto segue è il testo di quella lettera, per molti versi interessante.
Quanti dubbi sui pericoli dei trattamenti.
Rassegna stampa - Seconda parte.

Ogni giorno si legge sulla stampa locale della annosa questione della diabrotica, in una realtà agricola come quella del lodigiano l’argomento è molto discusso e ultimamente alle preoccupazioni degli agricoltori, che dovranno fronteggiare ingenti perdite di produttività, si aggiungono anche i dubbi dei cittadini riguardo i pericoli dei trattamenti che ad alcuni sembrano eccessivi e fatti con scarsa prudenza.
Non sono un agronomo e non voglio entrare nel merito dell’efficacia dei principi attivi utilizzati, ma so che alcuni dubbi sulle tempistiche e sulla utilità di alcuni presidi fitosanitari sono stati sollevati da addetti ai lavori, abito in campagna e tutti i giorni percorro chilometri di strade in mezzo ai campi di mais, nelle ultime settimane ho visto effettuare trattamenti che non so quali effetti abbiano sulla diabrotica ma che sicuramente bene non fanno alle persone che hanno inalato i presidi nebulizzati nell’aria.
Ho visto e sentito lamentele di trattamenti in giornate ventose fatti in prossimità di abitazioni, orti e giardini, non vorrei che si sia creato un allarmismo dove a guadagnarci siano per lo più i produttori di alfametrina e chlorpyrifos ethil e i pochi terzisti che dispongono delle attrezzature per trattare il mais in questo stato della crescita, mentre a rimetterci siano gli agricoltori che devono accollarsi ulteriori spese e l’intera comunità che subisce lo spargimento di insetticidi nell’ambiente.
Vorrei che le istituzioni e le associazioni di categoria vigilassero sui trattamenti per capire quali sono indiscriminati e potenzialmente dannosi alla salute pubblica; auspico inoltre la formazione di un tavolo di lavoro, si deve capire quali sono le cause del problema diabrotica e si deve capire come contrastarlo possibilmente senza l’abuso di prodotti chimici di sintesi o tantomeno di ogm.
Si sente spesso parlare a tutti i livelli di agricoltura sostenibile e di rispetto dell’ambiente, questa è un’ottima occasione per promuovere delle pratiche sostenibili e a basso impatto ambientale e fare seguire alle tante promesse e alle buone intenzione dei fatti concreti.
(2 - continua)

L'altra faccia dell'emergenza diabrotica (I)

Lorenzo Rinaldi su Il Cittadino di oggi ci informa che su molti campi della Bassa sono apparsi cartelli che invitano alla prudenza, suscitando qualche timore. L'emergenza diabrotica ha insomma un'altro aspetto inquietante non per gli insetti, ma per le persone che vivono in prossimità dei campi di mais o amano trascorrere il loro tempo libero passeggiando a piedi o in bicicletta nella campagna.
Diabrotica, insetticidi a tappeto.
La Provincia assicura: «Nessun pericolo per le persone».
Rassegna stampa - Prima parte.

«I trattamenti anti-diabrotica non sono pericolosi per le persone». La rassicurazione della Provincia di Lodi arriva dopo i dubbi sollevati nelle ultime ore in merito agli insetticidi spruzzati sui campi di mais lodigiani per combattere l’insetto che sta mettendo in ginocchio gli agricoltori. In diversi paesi del territorio, durante e dopo il trattamento con l’insetticida, a bordo dei campi sono apparsi dei cartelli che invitano alla prudenza e che non sono passati inosservati a chi, specialmente in bicicletta, ha percorso le strade di campagna nel fine settimana. Andrea Tantardini del Partito democratico di Caselle Landi, ad esempio, parla di «dubbi dei cittadini riguardo i pericoli dei trattamenti, che ad alcuni sembrano eccessivi e fatti con scarsa prudenza». «Ho visto e sentito lamentele di trattamenti in giornate ventose fatti in prossimità di abitazioni, orti e giardini - dice Tantardini -: non vorrei che si sia creato un allarmismo dove a guadagnarci siano per lo più i produttori di alfametrina e chlorpyrifos (prodotti per il trattamento della diabrotica, ndr) e i pochi terzisti che dispongono delle attrezzature per trattare il mais in questo stato della crescita, mentre a rimetterci siano gli agricoltori che devono accollarsi ulteriori spese e l’intera comunità che subisce lo spargimento di insetticidi nell’ambiente. Vorrei - aggiunge Tantardini - che le istituzioni e le associazioni di categoria vigilassero sui trattamenti per capire quali sono indiscriminati e potenzialmente dannosi alla salute pubblica». Timori, quelli sollevati dall’esponente del Pd, che vengono però smorzati dall’ufficio agricoltura della Provincia di Lodi. «Contro l’animale adulto, che è un coleottero, viene usato un insetticida - spiega Stefano Rancati, del settore agricoltura della Provincia -, i cartelli sono il frutto della normale precauzione che si usa in questi casi». Nessun problema per le persone, ribadiscono dalla Provincia: «Se si passa vicino a un campo trattato con insetticida contro la diabrotica non ci sono problemi, è però auspicabile non entrare nel campo. Il trattamento poi nel nostro caso avviene attraverso un “trampolo” (un macchinario particolare che si eleva rispetto alle piante di mais, ndr), mentre sarebbe un discorso diverso se venisse spruzzato da un aereo». In provincia di Lodi i primi trattamenti contro l’insetto che colpisce le piante del mais sono stati effettuati l’ultima settimana di giugno. Le operazioni dovrebbero proseguire fino al mese di agosto. «La diabrotica danneggia il mais in due fasi - spiega Rancati -: la larva mangia le radici, l’insetto che deriva dalla larva si nutre invece del polline e della seta del mais (le barbe, ndr) e può provocare problemi alla granella che non si forma o si forma solo in piccola parte». Rassicurazioni sull’utilizzo degli insetticidi arrivano infine anche dalla Coldiretti lodigiana: «Chi utilizza gli insetticidi - spiega Francesca Toscani - deve avere uno specifico patentino e deve aver seguito un corso specifico in modo da essere abilitato a utilizzare questo tipo di prodotti».
(1 - continua)

Il Pd lodigiano verso il congresso

Conoscere le riflessioni dei partiti sulle proprie prospettive è utile per capire anche in sede locale indirizzi e mutamenti. Riprendiamo da Il Cittadino di oggi una lettera di Alessandro Manfredi, che oltre ad essere il coordinatore provinciale del Pd è anche figura in altro ambito importante per il nostro Comune in quanto ne è il revisore dei conti.
Politica. Prospettiva di lungo periodo.
Rassegna stampa.

Penso che una riflessione sul percorso avviato dal Pd e che porterà al Congresso del mese di ottobre, debba partire necessariamente dal recente risultato elettorale, sia per le europee che per le amministrative, dal risultato delle politiche del 2008, e da quanto è intervenuto all’interno di questo periodo, in modo particolare le dimissioni di Walter Veltroni.
Partiamo dai risultati elettorali: nonostante il sospiro di sollievo per lo scampato pericolo, nel senso che si temeva un risultato per le europee al di sotto di quel 26% su cui ci siamo attestati, il 6 e 7 giugno ha rappresentato una pesante battuta d’arresto per il nostro partito e per il centro sinistra in generale: dico questo perché il PD ha perso le elezioni europee, con oltre il 5% in meno dei voti rispetto alle politiche, ha perso in Lombardia, dove tutte le province che sono andate ad elezione sono passate al centro destra, ed ha perso in Provincia di Lodi, dove, dopo 15 anni, il governo della Provincia è andato al Centro destra.
Le ragioni di questo risultato non possono essere minimizzate, come non può non costituire oggetto di riflessione l’aumento consistente dell’astensionismo ed il fatto che esso abbia pesato maggiormente all’interno dell’area di centro sinistra. Sicuramente nel nostro paese vi è un dato di qualità della democrazia, ma anche un dato di quantità, nel senso che un sistema che non motiva i propri elettori a partecipare agli appuntamenti elettorali deve essere capace di interrogarsi sul perché di questa disaffezione.
Il Congresso del PD, anche nel nostro territorio, deve essere capace di affrontare questi problemi, in modo particolare le ragioni di una sconfitta, ricercando non solo gli effetti di trascinamento della situazione nazionale, ma anche le cause locali: non è in discussione il buon governo della Provincia e le realizzazioni significative per il territorio da parte delle Giunte di centro sinistra, compresa l’ultima di Osvaldo Felissari. Ci dobbiamo però porre la domanda sul perché bilanci di mandato pur positivi, non sono stati colti come un progetto valido anche per il futuro.
Su cosa abbiamo mancato? Oggi, più che mai, occorre un progetto che sappia rimotivare il nostro elettorato in quanto capace di fornire una prospettiva in cui, dall’opposizione, è possibile ricostruire
una alternativa al centro destra.
Nel percorso che si è aperto, mi preme sottolineare in particolare queste questioni:
-- Innanzitutto il fatto che non si tratterà di un confronto di sole personalità, i candidati alla Segreteria Nazionale, ma che il confronto si svilupperà a partire dalle piattaforme programmatiche che gli stessi candidati presenteranno. Abbiamo assistito in questi giorni ad un prevalere, soprattutto, dell’attenzione mediatica sul carattere personale delle proposte in campo. In modo particolare, penso che ci abbia colpito tutti quanti, in coincidenza con il G8 dell’Aquila, il confronto che si è teso ad instaurare fra i fasti di questo evento, la presenza di leaders del calibro di Obama, Medvedev, Sarkozy eccetera, la dimensione dei problemi affrontati e delle soluzioni prospettate e, quando si parlava di PD ed opposizione, lo scontro di personalità, chi c’è e non c’è dietro di loro, cosa fanno D’Alema e Rutelli e così via. Penso che la storia di questo partito, dalle primarie del 2007 ad oggi, ci ha insegnato che non è affidandoci a personaggi carismatici, o presunti tali, che si risolvono i problemi che abbiamo davanti. Occorre una chiara piattaforma programmatica, delle linee strategiche, su cui ricostruire un nuovo radicamento sociale che sappia recuperare al centro sinistra strati di popolazione, gli operai delle fabbriche del nord ad esempio, che oggi non votano più per noi. Non si tratta di un lavoro di breve periodo, e dobbiamo essere capaci di uscire dalle contingenze che hanno caratterizzato la nostra azione in questi anni per guardare in avanti, ad una prospettiva di più lungo periodo.
-- Dobbiamo cercare di fare questo, e questo è l’altro aspetto che mi preme evidenziare, senza perdere il rapporto con tutti coloro, che con noi hanno contribuito a fondare questa nuova realtà: penso in modo particolare ai soci fondatori del PD, quei quattro milioni di partecipanti alle primarie del 2007, che costituiscono un patrimonio da salvaguardare. Sotto questo aspetto le modalità con cui si intende svolgere il congresso, se da una parte, nella elezione del Segretario e dell’Assemblea ai diversi livelli, Nazionale Regionale Provinciale, ribadisce il ruolo di elettori ed elettrici del PD assieme agli iscritti per concorrere a queste scelte, dall’altra individua un ruolo altrettanto importante per gli iscritti, per coloro cioè che non intendono limitare la propria partecipazione all’attività politica solo nei momenti elettorali, in quanto avranno un ruolo fondamentale nel concorrere a definire gli orientamenti programmatici del partito attraverso il supporto che forniranno alle proposte dei diversi candidati. Si apre quindi una fase impegnativa, ma carica anche di potenzialità, e ritengo sia stata estremamente valida la scelta di confermare, pur a cavallo di un periodo feriale che ci vedrà impegnati anche nel mese di agosto per programmare i congressi di circolo, di tenere il nostro congresso nel mese di ottobre.

Allergia alle critiche, brutto segno

Riprendiamo dalla rubrica “Lettere & Opinioni” de Il Cittadino di oggi una “delirante” (ci si permetta di definirla così perché – va bene che, Berlusconi insegna, si può dare dei “coglioni” alla gente che non ti approva - lettere del genere fanno accapponare la pelle pensando che chi scrive rappresenta davanti l’opinione pubblica il “nuovo” che governa la provincia) lettera dell'addetto stampa della Provincia di Lodi, Paolo Migliorini. Frasi come quelle che troverete da noi messe in grassetto nel testo qualificano l’intolleranza di chi le ha scritte e di chi le ha avallate. Una destra insomma che si mostra sempre con lo stesso volto, quello vecchio dell’allergia alla democrazia e alle sue conseguenze. Perché uno può anche scrivere sciocchezze, muovere critiche infondate, non per questo deve essere tacciato da “terrorista” della penna. Gli errori, si correggono spiegando, cosa che nelle intenzioni dell’addetto alla propaganda foroniana forse c’era anche, non insultando chi li commette e la buona fede, poi, va sempre riconosciuta (è proprio di bassa lega quel “sempre che compaiano con il loro vero nome”, un’inqualificabile caduta di stile). Qual è alla fin fine il risultato d’un simile sprovveduto intervento? Lasciare vivi tutti i dubbi infondati o meno della compartecipazione nelle scelte. “Rincorrere le fandonie sperando di compiacere un certo tipo di elettori non certo sarà la linea di condotta” dell’esecutivo Foroni, ma così nelle “fandonie” si rischia veramente di affogare. Insomma è molto più efficace, giornalisticamente parlando, nello spiegare le cose il titolino redazionale con cui Il Cittadino ha etichettato la lettera dell’«addetto stampa» che lo sproloquio del tronfio giornalista provinciale. Siamo d’accordo su una cosa: “il mestiere di giornalista è delicato e richiede professionalità”. Su questa sorta di aforisma ci rifletta sopra il presidente Foroni, per il bene della sua immagine.
Provincia. Sorgenia Eal, una scelta subita da Foroni.
Rassegna stampa.

Incredulità e sdegno, di fronte ad alcune lettere comparse nell’edizione di venerdì 17 luglio. Sono questi i sentimenti che esprimo a nome dell’Amministrazione Provinciale, gli stessi sentimenti che sono circolati presso gli uffici di San Cristoforo leggendo le assurdità riportate in quelle lettere. Ai firmatari, sempre che compaiano con il loro vero nome, il biasimo per i toni, per i concetti non veritieri e, mi sia concesso, per la figuraccia rimediata. Perché di tale si tratta.
Per chi si fosse perso la puntata precedente, la vicenda è quella di Eal Compost, società che gestisce l’impianto di compostaggio di Terranova de’ Passerini. Giovedì 16 luglio, un articolo di Francesco Gastaldi annuncia l’ingresso nella compagine dei soci di Sorgenia, società che proprio a poca distanza sta costruendo da un anno circa la contestata centrale di Bertonico Turano. Una scelta, comunque la si interpreti, compiuta dall’amministrazione provinciale uscente di centro sinistra. Su questo punto nodale, forse il collega Gastaldi avrebbe potuto essere un po’ più esplicito, ma non è mia intenzione incolpare di alcunché il collega: a chi ha orecchie per intendere, sarebbe bastato quando Gastaldi scrive “l’entrata di Sorgenia nella compagine sociale di Eal Compost era decisa e definita già almeno ad aprile”.
Ed invece, il giorno dopo, ecco comparire sulla pagina delle lettere de Il Cittadino il fiume di immondizia contro Foroni e contro la nuova Amministrazione Provinciale. Ai firmatari delle lettere va rammentato che ad aprile era insediata una giunta diversa da quella attuale. Non saperlo è grave ed ingenuo in generale, ma è ancor più grave per coloro che immediatamente prendono carta e penna e decidono di lasciare indelebile nella storia un segno del loro passaggio. E scrivono.
Cari signori, il mestiere di giornalista è delicato e richiede professionalità. Non ci si inventa come fate voi, esponendovi ad errori marchiani come quelli che riempiono le vostre lettere.
A meno che, e non lo si può escludere, in realtà l’intento non fosse semplicemente quello di colpire la Giunta Foroni addirittura in relazione a scelte subite e non certo determinate da questa amministrazione: in questo caso i signori firmatari avrebbero volutamente scritto cose non vere e questo renderebbe la loro posizione ancora più biasimevole.
Un’ultima riflessione, rivolta ai “sottoprodotti di Tangentopoli”, quelli che, da allora, “la politica fa tutta schifo”, quelli del “boicottiamo il voto”: è proprio buttando a mare la politica che si avalla l’azione della finanza creativa, degli interessi privati che scavalcano quelli della comunità, del profitto al quale qualsiasi logica va piegata. Con l’aggravante di non potersela nemmeno prendere con qualcuno, perché i Cda di aziende o multinazionali, non essendo eletti dal popolo, ad esso non devono rispondere.
Su Eal Compost, la Giunta Foroni ha voluto dimostrare grande maturità e senso istituzionale, fissando limiti molto stringenti ma al tempo stesso non facendo come i tanti che, appena eletti, stravolgono per partito preso quanto fatto da chi ha amministrato in precedenza. La Giunta Provinciale ha concesso tre mesi di tempo per verificare la strategia elaborata dalla precedente amministrazione per la risoluzione della indicata problematica.
Tre mesi, uno schioccar di dita: poi la vicenda sarà risolta, in ogni caso. Sarebbe stato forse più rumoroso e politicamente facile assumere subito soluzioni rivoluzionarie e dirompenti che avrebbero in realtà creato problematiche a tutta la comunità lodigiana, ma l’attuale amministrazione vuole costruire e rimediare i problemi preesistenti con impegno e grande senso istituzionale.
Nel frattempo, se i signori firmatari vorranno fare ammenda (sarebbe sufficiente anche solo con la loro coscienza), bene: in caso contrario, gli amministratori della Provincia proseguiranno a fare ciò che ritengono giusto per il Lodigiano ed i lodigiani.
Rincorrere le fandonie sperando di compiacere un certo tipo di elettori non certo sarà la linea di condotta di questo esecutivo.

Effetti del cambiamento di clima [politico]

Andrea Bagatta ci racconta oggi su Il Cittadino del contatto fisico tra i due gruppi, a Casale, che ha coinvolto una quarantina di persone e che sarebbe avvenuto però solo in un’occasione.
Uno scontro tra italiani e nordafricani.
Regolamento di conti con mazze e tubi ma non ci sono stati feriti.
Rassegna stampa.

Regolamento di conti tra bande di italiani e di nordafricani in stile far west con mazze e tubi per le vie di Casale: teatro delle azioni sono stati ancora una volta i portici di piazza del Popolo, il sottopassaggio di via Fermi, via Cavallotti, domenica sera dopo cena, tra le 22 e le 23. Il contatto fisico tra i due gruppi, coinvolte fino a una quarantina di persone, sarebbe avvenuto però solo in un’occasione, e limitatamente a pochi elementi, nel sottopassaggio di via Fermi. Nessun ferito o contuso, dunque, anche se il clima di tensione tra italiani e stranieri sembra crescere di pari passo alla temperatura di questo caldo luglio.
Tutto ha avuto inizio domenica sera, nel parco pubblico Biancardi di via Tintoretto, dietro al bocciodromo, dove un gruppo di italiani e uno di nordafricani avrebbero avuto un accenno di lite, sconosciuti i motivi. Sopraggiunta una pattuglia di carabinieri, la questione non avrebbe avuto seguito, con le due comitive che prendevano separatamente la via del centro.
Poco più tardi, attorno alle 22, i nordafricani in auto avrebbero rincontrato gli italiani a piedi lungo via Cavallotti, e li avrebbero apostrofati in male parole. Gli italiani allora sarebbero partiti per un raid verso i portici di piazza del Popolo, dove effettivamente hanno ritrovato il gruppo di nordafricani. Dalle urla agli spintoni il passo è stato breve, e almeno tre o quattro persone si sono affrontate nel sottopassaggio di via Fermi brandendo in aria sedie e tavolini prelevati da un vicino bar e quasi travolgendo addirittura una giovane mamma e il figlioletto italiani provenienti da piazza Da Vinci.
L’intervento di alcuni esercenti ha riportato la calma, con l’allontanamento, in direzione diverse, dei due gruppi di contendenti. A quel punto i nordafricani si sono però riorganizzati, andando a chiamare rinforzi, tanto che alle 22,30, lungo via Garibaldi, sono stati notati da alcuni testimoni degli stranieri armati di mazze camminare in direzione della piazza e poi di via Cavallotti. Chiaro l’intento di risolvere la disputa a bastonate, tanto che altri nordafricani si sono poi fermati in un cantiere nei pressi dell’ex Pacle di via Cavallotti proprio per raccogliere dei tubi di ferro da usare come armi. Quando gli stranieri, meno di una decina, sono però arrivati di fronte al gruppo di italiani, hanno trovato la sorpresa che ad attenderli c’erano almeno una trentina di persone, alcuni muniti di bastoni e tubi anche dall’altra parte. A quel punto, i litiganti sarebbero venuti a migliori consigli, forse anche per l’annunciato arrivo di alcune pattuglie di carabinieri, e i gruppi si sarebbero dispersi spontaneamente dopo qualche ulteriore insulto. All’arrivo di due pattuglie dell’Arma in via Cavallotti non c’era più alcuna traccia né di litiganti né di risse, e i piccoli assembramenti presenti non presentavano alcun problema di ordine pubblico. Tutto svanito, dunque, almeno fino al prossimo scontro.

Attorno a un tavolo un'agricoltura malata

Il mondo agricolo s’interroga sui suoi guai.
Rassegna stampa - da Il Cittadino di oggi.

Etichettatura, sicurezza alimentare, la mancanza di una filiera agricola, reddito, crollo dei prezzi, diabrotica e crisi. Sembra più un bollettino di guerra l’elenco di problemi che ieri pomeriggio il mondo agricolo lodigiano ha snocciolato davanti al presidente della provincia Pietro Foroni e all’assessore all’agricoltura Matteo Boneschi durante l’insediamento del tavolo agricolo provinciale. Fuori dalla sede del consiglio provinciale due vacche in vetroresina dipinte da Angelo Frosio cercavano di dare un’immagine un po’ più frivola al meeting tra vertici agricoli provinciali che al contrario ha dato un’immagine malata se non agonizzante del settore nel territorio. Durante il suo intervento, letto alla presenza dei responsabili di categoria, Boneschi ha fissato come campi d’azione la sopravvivenza delle imprese agricole, lo sfruttamento delle potenzialità agroalimentari del Lodigiano nell’ottica dello sviluppo turistico e dell’Expo 2015 e il ritorno alla redditività delle aziende e la creazione di una filiera. Un libro delle buone intenzioni che però non pare aver del tutto soddisfatto i convenuti - i presidenti provinciali di Confagricoltura Mario Vigo, Paola Santeramo (Cia), Giandomenico Gusmaroli (Anas) e Paolo Ciceri (Apa), mentre per Coldiretti è intervenuto il segretatio di zona Stefano Bressani - i quali forse si aspettavano parole più decise a difesa della categoria. A presiedere il tavolo provinciale è stato nominato Davide Dornetti, un agricoltore lodigiano che recentemente si è distinto nel comitato elettorale di Foroni durante la campagna della scorsa primavera. Toccherà a lui convocare le prossime riunioni con il mondo agricolo, da cui dovrebbero uscire proposte unanimi da portare all’attenzione della regione. Sul “peso effettivo” di questo tavolo si vedrà in seguito ma intanto ieri tutti i rappresentanti agricoli del territorio si sono riuniti intorno al tavolo, segno che c’è necessità di scelte condivise. Anche perchè il momento è drammatico per tutto il settore. Vigo ha posto all’attenzione del tavolo il problema di un settore che non fa più reddito e che ha bisogno di regole meno fumose per non cedere alla concorrenza estera. «In gioco è il nostro futuro - ha rimarcato Gusmaroli -, siamo di fronte a un cambio generazionale che sembra non dare prospettive all’agricoltura. È entrato in crisi non solo un settore, ma una cultura. Ragion per cui o il mondo agricolo si diversifica o rischia l’estinzione».

Dpef e Tuttofamiglia

Brevi dal governo.
Conti pubblici, coesione sociale e imprese nel nuovo Dpef.

Perseguire la stabilità dei conti pubblici, mantenere la coesione sociale e la liquidità al sistema delle imprese sono gli obiettivi confermati che il governo si prefigge di conseguire con il DPEF 2010 - 2013, varato dal Consiglio dei ministri nella riunione del 14 luglio scorso. Il governo con il DPEF 2010 - 2013 guarda al dopo-crisi e a ristabilire condizioni di crescita più robuste nel medio-lungo termine. La riforma dell'architettura istituzionale dello Stato (a partire dal federalismo fiscale) e l'investimento in capitale umano e in infrastrutture sono, in estrema sintesi, le aree di principale intervento per il rilancio della produttività e della crescita economica. Il Documento di programmazione economica e finanziaria per gli anni 2010-2013 definisce il quadro di finanza pubblica per il prossimo quadriennio. Il Documento indica i parametri economici essenziali, in particolare quelli relativi allo sviluppo del reddito e dell'occupazione, e le previsioni tendenziali, gli obiettivi di finanza pubblica. Il Documento si articola in due parti: - la prima analizza gli effetti della crisi e gli interventi introdotti per il suo superamento; - la seconda riassume gli interventi e politiche settoriali, su cui si svilupperà l'attività governativa nel prossimo quadriennio. Il Governo ha collegato al DPEF il Decreto Legge n.78/2009 adottato il 1° luglio scorso contenente provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini e della partecipazione italiana a missioni internazionali.

Tuttofamiglia, il nuovo servizio informativo per le famiglie.

"Tuttofamiglia" è un nuovo servizio di informazione e consulenza a sostegno delle famiglie, realizzato dal Dipartimento per le Politiche della Famiglia - presentato il 15 luglio a Palazzo Chigi Il servizio fornisce informazioni dettagliate su tematiche familiari. Il servizio riguarda tutte le tematiche tradizionalmente collegate alla maternità e paternità, all'assegno del nucleo familiare ed anche alle novità legislative. Attivato un call center, al numero 803.164, ed una sezione dedicata all'interno del portale dell'Inps. A partire dal 16 luglio sarà trasmesso uno spot su tutte le reti RAI, insieme alla campagna di comunicazione istituzionale creata a supporto dell'iniziativa. Il sito internet fornisce, oltre ad informazioni di carattere generale raccolte in schede distinte per tipologia di lavoratore e per le diverse forme di tutela, anche riferimenti normativi, una serie di risposte alle domande più frequenti (FAQ) ed un glossario, contenente la spiegazione per esteso di alcune parole contenute nelle informazioni generali. È possibile chiedere informazioni al servizio "Chiama Ora", da un pc dotato di cuffia e microfono, con cui si attiverà una chiamata telefonica via internet. Richieste specifiche possono essere inoltrate al servizio "Inps risponde".