Rassegna stampa - La Stampa, Guido Ceronetti, 19 settembre 2009.
Dopo l'esperienza di ambasciatore in Russia, Ottone di Bismarck si era fatto incidere in un anello: «La Russia è il Nulla». Proviamoci a dibattere appassionatamente: Afghanistan dice qualcosa? Muove emozioni collettive condivise? Volendone parlare ne stringo tanto poco da non poter premettere che questo: Afghanistan è il Nulla. Ci sono altri Nulla, nel mondo, ma isoliamo questo.
Tutti lo nominano o ne hanno sentito dire, ma l'intrepido giornalista che ancora va e viene tra Kabul e Pakistan, o il militare che conosce il terreno e quel che ci sta sopra, richiesti di definirlo, immagino risponderebbero Caos, per significare Nulla - perché il caos non è, in logica, qualcosa. Bello è geopolitizzare da Milano, da Roma, da qualche Saxa Rubra, ma l'Informazione non è Conoscenza.
Qualche sensibilità di un pericolo vago, di un'America che non trova una via d'uscita, di una Nato nella gabbia di vetro celebre di Marcel Marceau... la materia del commento non ne sconfina. Si può con giustizia dire, soltanto, come il vecchio canto toscano della Maremma, che è un Afghanistan amaro, dove nessuno di noi andrebbe ad abitare. E neppure a cercarvi il combattimento perché il combattere classico è morto da un pezzo. Resta aperta la possibilità di morirci senza aver sparato un colpo.
Così i militari, nel nulla afghano, si perdono nell'indistinto delle vittime civili. Mi fisso dunque un tema di cui non so dire, certo che la verità sia questa, per tutti, quando si affrontano i guazzabugli insolubili.
La situazione: cosa ci dicono le Agenzie? Oggi trenta, cento morti in attentati suicidi (ormai fuori da ogni connotazione morale). Donne che smettono il burqa o tentano di imparare a scrivere, ripudiate, torturate, massacrate «per religione». La grande America e un campionario di quelli che furono i più temuti eserciti del mondo tenuti in scacco dai fanatici che credevano di avere battuto in una rapida gesta di guerra elettronica: otto anni così. Otto, finora - e poi? Soldati che muoiono miserabilmente, senza poter combattere, su mine, per colpi di mano, cecchinaggio. L'unica offensiva di cui sono capaci «i nostri» sono le bombe dal cielo: un modo certo per andare in perdizione, il nemico sfugge acquattandosi, i civili fuggono terrorizzati e tornano per contare i loro morti, creazione dell'abbominevole Fuoco Amico.
Le scuse diplomatiche e addirittura alle famiglie degli uccisi da parte dei Fuochi Amici quando la strage maldestra è grossa sono un intollerabile obbrobrio ma su queste sponde sicure l'effetto, generalmente, è di un delizioso farmaco contro l'insonnia.
Afghanistan amaro. Anche come porto d'imbarco della Morte, che punta a Occidente. Sono le sterminate e invincibili coltivazioni del papavero dei cui derivati si vedono gli effetti sulle panchine dei giardini e nei posti di Pronto Soccorso, dentro le famiglie e nelle celle. Da parte dei coltivatori locali, è innocenza criminale, concorso inconsapevole a un abbrutimento di indifferenti. Loro ci càmpano; a noi la paura.
Obama ha capito che Afgha viene prima del resto, ma credeva di persuadere a un Iran senza finestre di rinunciare ai suoi ossessivi pruriti nucleari di potenza islamica antisraele. Obama, fortunatamente, lo può tacitamente aiutare una Russia non simpatizzante per i Talebanski, dai quali ha già ricevuto una famosa batosta. Tutto poco gradevole da rimestare.
La storia intera, forse, è il Nulla. Ma per noi che ci riteniamo missionari dovunque e, imprudenti ma umani, seguiamo lo yes, we can obamico, il Nulla è ben lontano dalle nostre ferie di massa: per esempio, il Nulla è a Kabul e dintorni, nei passi pakistani, nei nidi qaedisti, nelle supreme sovranità tribali. Là si abita in modi incompresi, si mangia e si prega secondo riti che non amiamo, la vita è troppo dura e la ferocia negli odi è illimitata. Questo si può immaginarlo, ma non avvicina.
Mi domando... se al posto di questo Karzai su cui non arrischio giudizi, ci fosse il molto più simpatico e consistente Massud, uomo di vera guerra, di giusto combattimento, probabilmente anche vera guida per quei popoli, l'Afghanistan diventerebbe forse Qualcosa? Sarebbe, per tutti, meno, molto meno, un Afgha amaro? Un'idea geniale, tempo fa, delle Poste francesi: hanno ricordato il comandante Massud con un francobollo bellissimo.