FATTI E PAROLE

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venerdì 6 novembre 2009

Quattro runner Brembiesi a Central Park

Di corsa attraverso la grande mela.



La maratona più famosa del mondo conta quest’anno anche quattro marciatori di Brembio; ed esattamente la Dott.sa Adriana Botti, il marito Aldo, Sara Capelli ed Ermanno Mazza. La febbre da maratona, com’è chiamata, ha contagiato e portato questo gruppetto dei Marciatori Brembiesi a confrontarsi con gli altri 42.500 sulle strade di New York; dove spendi e spandi per arrivarci, fai una fatica boia per correre, con l’unica soddisfazione di esserci. Di vedere questo posto quasi irreale data la mole e la vastità, e di conoscere gente nuova. Si corre, raccontano quasi estasiati, in mezzo a due ali di gente che urla, ti chiama, ti offre da bere o da mangiare, bambini che ti salutano, ti incitano a proseguire, anche se le gambe si rifiutano e il cuore non ne vuol più sapere. Le strade si susseguono alle strade in saliscendi particolare, dove i polmoni pompano e sembrano spaccarsi. Vedi e superi un grattacielo dopo l’altro e ti accosti al punto di ristoro per un aiutino; ce ne sono tanti, grandi, ricchi. Gente che balla, canta, e la musica, immancabile, ti accompagna fino a Central Park; dove ti perdi nella vastità nei bellissimi colori dell’autunno. Arrivi e ti avvolgono nella carta stagnola per proteggerti. Trovi gente di ogni razza e colore che urla, che piange, ride, che si abbraccia. Che ti urla Okay, Okay, e ti considera un eroe perché hai partecipato, hai concluso la corsa come se tu fossi il primo arrivato e ti applaudono; mentre un volontario ti mette al collo la medaglia, la tua medaglia che hai vinto. E tu, dopo aver sorriso per la foto, sei distrutto, da ricovero ma felice. Riconosci qualche italiano importante, senti lo slang di Napoli, di Roma, di Bergamo e quasi ti par d’essere a casa. Scambi qualche sillaba con il vicino con l’ultimo alito rimasto e sei contento di avercela fatta. Di aver molte cose da raccontare agli amici, ai conoscenti e che sono impresse più che nella memoria nell’animo, di quanto è successo in una domenica d’autunno nella grande mela con te protagonista. Dimenticavo, i tempi immortalati al cronometro ufficiale sono: Adriana 6 h, 12:17 Aldo 6h, 12:17 Sara 6h, 14:19 Ermanno 6h, 14:19.


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A 20 anni dalla caduta del Muro di Berlino

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
20 anni dalla caduta del muro: i governi devono agire per i diritti umani.
Comunicato stampa - Amnesty International Italia, 6 novembre 2009.

A 20 anni dalla caduta del Muro di Berlino, i governi devono agire con grande urgenza per fermare le violazioni dei diritti umani nei confronti di migranti, richiedenti asilo, persone in stato di detenzione e appartenenti a minoranze, ha affermato Amnesty International.
'La caduta del Muro simboleggiò l’apertura delle frontiere, mentre l’Europa che oggi risponde alle sfide delle migrazioni somiglia a una fortezza. Persone in fuga dalla guerra, dalla violenza o dalla persecuzione in altre parti del pianeta vengono letteralmente ricacciate in mare' – ha dichiarato Nicola Duckworth, direttrice del Programma Europa e Asia centrale di Amnesty International.
Nel maggio di quest’anno, la vita e l’incolumità di centinaia di migranti e di richiedenti asilo a bordo di tre imbarcazioni nel Mediterraneo sono state messe a rischio prima da una diatriba tra le autorità italiane e maltesi sul loro obbligo di rispondere a una richiesta di soccorso marittimo, poi dalla decisione del governo italiano di rinviarle in Libia, senza valutare le loro necessità di protezione.
Secondo Amnesty International, i governi europei devono fare di più anche sul piano delle indagini sulle denunce di tortura, maltrattamenti e detenzioni illegali nel contesto della guerra al terrore.
'Nella nuova Europa post-caduta del Muro, i diritti umani sono ancora sotto attacco dal momento che gli stati affermano che persino quelli più fondamentali, come il diritto a essere liberi dalla tortura, devono essere sacrificati in nome del contrasto alle minacce del terrorismo' – ha proseguito Duckworth.
All’indomani degli attacchi dell’11 settembre, l’Europa ha ospitato prigioni segrete dirette dalla Cia, nelle quali i detenuti sono stati vittime di sparizione forzata, hanno subito trattamenti equivalenti a tortura e sono stati sottoposti a tecniche d’interrogatorio illegali.
Rivelazioni emerse ad agosto hanno dato nuovo impulso alle richieste ai governi di Lituania e Polonia di indagare sulle denunce secondo cui, nel loro territorio, detenuti 'di alto profilo' sarebbero stati trattenuti e interrogati in segreto dalla Cia fino alla fine del 2005.
Ma, sottolinea Amnesty International, non tutte le attuali sfide ai diritti umani rappresentano una novità.
'È una vergogna che i risultati di 20 anni di crescita economica e di maggiore unità politica non siano stati equamente divisi. Il razzismo e la discriminazione costituiscono fenomeni gravi e radicati nel cuore dell’Europa moderna'– ha affermato Duckworth.
Una delle più profonde dimostrazioni della sistematica discriminazione in Europa è la situazione dei rom, che rimangono ampiamente lasciati fuori dalla vita pubblica in tutti i paesi. Nell’Europa orientale, i rom sono stati spesso i primi a essere esclusi dall’impiego in occasione della privatizzazione delle imprese statali. Gli sgomberi forzati, a loro volta, acuiscono e aggravano la loro condizione di povertà.
In alcuni paesi, come Repubblica Ceca e Slovacchia, i bambini e le bambine rom continuano a rappresentare la maggior parte della popolazione scolastica delle classi riservate ad alunni con disabilità mentale così come a essere segregati in istituti per soli rom e in scuole che offrono un livello più basso d’istruzione. Le autorità non hanno preso provvedimenti efficaci e coerenti per eliminare la segregazione razziale nel campo dell’educazione.
A 20 anni dalla caduta del Muro di Berlino, Amnesty International adotta ancora come prigionieri di coscienza giornalisti e attivisti per i diritti umani arrestati per aver cercato di esercitare i diritti fondamentali alla libertà di espressione, di associazione e di religione in Azerbaigian, Bielorussia, Moldova, Russia, Turkmenistan e Uzbekistan.
'Oggi a Berlino sono rimasti pochi resti di quel muro che 20 anni fa era un simbolo di divisione e di repressione. Tuttavia, rimangono in piedi muri che rendono alcune persone più uguali di altre sul piano del godimento dei diritti umani. Nonostante le minacce, le intimidazioni e gli arresti, i difensori dei diritti umani in ogni angolo d’Europa, stimolati dall’energia sprigionata dal crollo del Muro, continuano a lottare per un continente dove tutti i diritti umani siano rispettati, per tutti' – ha concluso Duckworth.
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Stiamo attenti alle mezze verità

Dibattito. In guardia: il male assoluto non è alle nostre spalle.
Rassegna stampa, Avvenire, 6 novembre 2009.

Cari amici di Avvenire, leggo oggi (4 novembre, ndr) sul giornale, ed ho ascoltato voci autorevoli del mondo cattolico levarsi contro quello che avete definito, l’«algido laicismo» della Corte europea sulla rimozione del crocifisso. Io, laico e non credente, raccoglierei volentieri l’invito a levar la voce e, se necessario, a fare una delegazione per protestare davanti alla stessa Corte. Ma prima vorrei proporvi una riflessione. Il quadro sociale, culturale, etnico, politico dell’Occidente cristiano sta mutando. Non sta cambiando per una scelta delle classi dominanti e quindi, indirettamente, dei cittadini elettori. Muta perché l’Occidente si è sostanzialmente distratto. Intossicato dall’osceno consumismo di massa. Carissimi amici cattolici, stiamo attenti alle mezze verità che spesso sono più lontane dalla verità della stessa falsità. I laici della Corte e alcuni laici più vicini a noi, come la mia cara amica Bonino, dicono il vero quando parlano di un quadro mutato della nostra società che impone di sapersi mettere dalla parte delle altre culture e sensibilità, giungendo a invocare così una sorta di neutralità dello Stato e degli spazi pubblici. Si tratta di mezze verità che portano alla falsità intera. Non posso spogliarmi di quel che sono anche in questo mio ragionamento e dunque insisto nel presentarmi laico e non credente. E anche questa è una mezza verità che assomiglia quasi a una bugia. Forse io non arrivo a credere in tutto quello in cui crede un buon cristiano, ma tutto, della cultura biblica e neotestamentaria, mi appartiene. Essa mi ha scavato nel profondo. E il simbolo della croce mi appare così poco estraneo, che da anni mi fa compagnia, tutto annerito dal fuoco, accanto al mio letto. È la croce sopravvissuta alla cremazione di mia madre. L’operatore, nel consegnarmi le ceneri, mi dette anche la croce di ferro che stava sulla bara. Quella croce che mia madre scelse come viatico mi accompagna da anni, silente, discreta, eloquente. Tra le diverse comunità presenti in Occidente, quella che solleva più problemi è l’islamica. Quando qualcosa di tremendo viene commesso da un non cristiano scatta un vero e proprio accanimento. E quasi mai ci limitiamo a dire che era tunisino o marocchino o montenegrino. Islamico, ci suona meglio.
Qualcuno di loro è arrivato però perfino a dire che quella figura di uomo emaciato, coperto di spine e trafitto al costato, offenderebbe per la sua nudità. Chi è così occhiuto da vedere la nudità del Cristo in una società che ci ha abituato alla nudità più oscena ed esibita? E non alludo ai percorsi tristi e clandestini dove si addensa la totale mancanza di amore, di fantasia e di gioia. Alludo alle strade delle nostre città, all’esposizione mediatica, alle stazioni ferroviarie. Il viaggiatore che alla Stazione Termini di Roma corre al treno troverà, dieci volte più grandi delle tabelle dei convogli in partenza, le mutande di Armani nelle più audaci posture. Sono abbastanza laico da non scandalizzarmi. Ma che c’entrano con la stazione ferroviaria della città capitale d’Italia? La città che ospita il centro della cristianità. E perché non metterle allora nelle aule scolastiche o nei tribunali, sempre a corto di soldi? Così al posto di quell’«osceno» Cristo in croce, avremo delle sensualissime mutande che aiuteranno certo nella concentrazione i nostri studenti e i giudici nelle loro sentenze.
Scherzo per nascondere la mia stizza. Ma come si fa a non capire che stiamo ogni giorno perdendo nel confronto con l’islam? Facciamo la guerra al velo riempiendo ogni spazio pubblico con la nudità più volgare, perché non canta il corpo della donna, ma la donna fatta pezzi per indurre all’acquisto di una merce qualsiasi.
E infine cari amici: diamoci una mossa e proviamo ad indignarci contro i nostri sindaci, di qualsiasi colore, che non fanno una politica di aiuto concreto alla natalità. Andiamo a Roma a protestare non solo davanti a questo governo, che non fa quasi nulla per dare fiducia e futuro ai giovani, ma simbolicamente anche a quelli precedenti, che sono stati altrettanto distratti. Andiamo a vedere le politiche coraggiose che alcuni Paesi europei hanno intrapreso. E magari diventiamo amici di qualche famiglia islamica e facciamoci raccontare di come arrivino alla fine del mese con salari inferiori ai nostri, ma con tre o quattro bambini. Un amico mi ha detto che idee del genere le sosteneva Mussolini: più figli alla patria per fare guerre imperiali. Io, molto più timidamente, dico che più europei in Occidente vuol dire maggiore capacità di accoglienza. Una società giovane può accogliere altre culture giovani. Una società sterile, vecchia ed egoista si chiuderà a riccio fino a sfoderare inquietanti e spaventosi razzismi. Il male assoluto non sta alle nostre spalle, come spesso diciamo con grande imprudenza: nessuno può dire di che cosa sia ancora capace l’uomo. Adesso poi, che dovremo privarci della compagnia di quel povero, mite ed ignudo Nazareno!
Alessandro Tessari
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Più nero non si può

Tra le proposte del sindacato la riqualificazione delle 21 aree che non sono più industrializzate. Cgil, ecco la “piattaforma” del futuro.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Greta Boni, 6 novembre 2009.

Un periodo che più nero non si può, basta guardare i numeri della crisi. Nel corso di un attivo organizzato ieri mattina al Verri di Lodi, la Cgil ha ricordato che nel Lodigiano le ore di cassa integrazione ordinaria hanno toccato quota +515 per cento, ma quelle dedicate alla straordinaria sono schizzate a +3.895 per cento. Inoltre, la disoccupazione è già volata al 10 per cento, con 9500 persone in lista per un sostegno. Tutti i settori sono sprofondati nelle difficoltà, anche i comparti che in passato sono riusciti a espandersi e a garantire l’occupazione: la grande distribuzione organizzata, la logistica, le banche e la funzione pubblica. L’organizzazione ha così lanciato un “sos”, affinché si sviluppi una politica capace di risollevare le sorti dell’economia e dei lavoratori, allo stesso tempo ritiene che una riforma degli ammortizzatori sociali sia indispensabile per andare avanti.
Nella giornata di ieri la Cgil ha lanciato la nuova “piattaforma per il territorio”, idee e progetti che potranno rilanciare il Lodigiano del futuro ma che dovranno essere pensati ed elaborati insieme alle altre organizzazioni sindacali, alle istituzioni, alle associazioni. A tracciare le linee che il sindacato rosso dovrà percorrere ci ha pensato il segretario generale, Domenico Campagnoli: «La piattaforma si basa soprattutto su tre filoni, il primo riguarda il rifinanziamento urgente del fondo anticrisi e la certezza che gli ammortizzatori in deroga siano sostenuti; servirebbe anche un punto di raccolta dei dati che riguardano il Lodigiano. Il secondo coinvolge la responsabilità sociale delle imprese, che si deve concretizzare con risorse che il sistema delle imprese destina ai lavoratori in questa fase di difficoltà. Infine, si deve pensare allo sviluppo del futuro, a come attirare nuovi insediamenti capaci di offrire occupazione. Ci sono 21 aree deindustrializzate che potrebbero essere appetibili, nel settore agroalimetare mancano industrie di trasformazione che potrebbero invece avere un’opportunità. Sono solo alcuni esempi che mettiamo sul tavolo per la discussione».
In particolare, la Cgil chiede alle amministrazioni locali e alla Regione Lombardia l’adozione di misure che estendano gli ammortizzatori sociali per chi ne è oggi sprovvisto, mettano a disposizione risorse tali da garantire a tutti i lavoratori e ai disoccupati un reddito sociale adeguato, vengano attuate misure per un sistema di esenzione o riduzione di tasse e tariffe locali a carico dei lavoratori colpiti dalla crisi.
Attorno alle tematiche affrontate si è poi sviluppato un dibattito: «Gli interventi sono stati appassionati - commenta Eugenio Vicini, uno dei punti di riferimento della Cgil lodigiana -, sono emerse le problematiche occupazionali dei diversi settori e ognuno ha sottolineato la necessità di attuare a breve misure efficaci. La proposta avanzata dalla Cisl affinché siano i lavoratori a sostenere il fondo anticrisi non ci trova d’accordo, ci mancherebbe solo che dopo tutto quello che hanno pagato debbano anche dare un contributo: tocca alle istituzioni». La Cgil domani sarà in piazza a Lodi con due gazebo per la seconda “Giornata nazionale della tutela individuale”, durante la quale si distribuiranno informazioni sui servizi previdenziali offerti dal sindacato. Ci sarà anche un terminale per verificare i requisiti delle diverse persone che ne faranno richiesta.«Dobbiamo guardare avanti - conclude Campagnoli - e lanciare una Cgil che cerca di difendere lavoratori, precari, pensionati. Deve essere un baluardo e un rifugio certo per coloro che hanno bisogno di tutele».
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I lodigiani alle prese con la crisi e le bollette

L’assessore Silvana Cesani e Rifondazione comunista tirano le orecchie ai comuni che disertano il fondo di solidarietà. Famiglie in crisi anche con le bollette. In comune sempre più richieste di aiuto per gas, luce e affitto.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Greta Boni, 6 novembre 2009.

All’ombra del Torrione ci sono sempre più famiglie che non riescono a pagare le bollette, saldare l’affitto o comprare medicinali. I lodigiani sono alle prese con la crisi e con i conti di fine mese, i più disperati hanno bussato alle porte di palazzo Broletto nella speranza di poter accedere ai contributi e al fondo di solidarietà. Il comune di Lodi, infatti, ha stanziato 100mila euro, la stessa cifra è stata messa a disposizione dalla Provincia di Lodi e dalla Banca Popolare; tutte le risorse, però, sono state utilizzate per far fronte alle numerose domande.«In città abbiamo registrato un’impennata di richieste - spiega l’assessore ai servizi sociali di Rifondazione comunista, Silvana Cesani -, fino a questo momento sono stati utilizzati 18mila euro di contributi per diversi tipi di sostegno, dal reddito all’affitto. Abbiamo cercato di fare anche una previsione, da qui alla fine dell’anno si impiegheranno 90mila euro come contributo per il gas, se si pensa che nel 2005 la cifra ammontava a 30mila euro è chiaro che la situazione si è fatta molto più critica. Inoltre, 35mila euro saranno destinate per le spese di carattere sanitario. Naturalmente, questi numeri sono al netto dei 100mila euro stanziati per il fondo di solidarietà». In comune sono già arrivate 500 domande da parte di cittadini che chiedono un bonus per l’energia elettrica. «Il bisogno delle persone si fa sempre più accentuato - sottolinea la Cesani -, anche per il futuro è il caso di puntare tutto sul fondo di solidarietà, che può permetterci di sostenere le esigenze anche dei comuni più piccoli del territorio». Nella giornata di ieri, il partito della Rifondazione comunista ha sottolineato la necessità di rimpinguare le casse del fondo di solidarietà, ma ha anche chiesto a tutti i comuni di fare la loro parte. Fino a questo momento, su 61 amministrazioni solo 7 hanno aderito all’iniziativa con un contributo da 2 euro per abitante, un risultato considerato deludente. «In consiglio comunale - aggiunge Enrico Bosani, segretario cittadino - abbiamo presentato un ordine del giorno affinché si istituisca anche un fondo comunale per la crisi. Allargheremo questa proposta a tutti i sindaci, davanti ai municipi dei centri che non hanno ancora detto sì alla proposta organizzeremo un presidio, con una raccolta firme per una petizione. A questo proposito abbiamo già inviato una lettera ai primi cittadini. Infine, pensiamo sia immorale chiedere ai lavoratori di pagarsi il fondo, ci devono pensare le istituzioni».
Andrea Viani, segretario provinciale di Rifondazione comunista, ricorda che a breve saranno presentate quattro proposte di legge regionale che spazieranno dalle politiche industriali alla difesa dell’occupazione nelle piccole medie-imprese. «Una di queste riguarderà le delocalizzazioni delle aziende: chi se ne va da un territorio deve restituire tutti gli incentivi pubblici ottenuti». A cui si aggiungono tre proposte per Regione, Parlamento e Governo: «Si tratta del blocco dei licenziamenti per la durata di 36 mesi, del rafforzamento degli ammortizzatori sociali e della cancellazione della precarietà».
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A Codogno siglata la tregua dell’acqua

Codogno. Sconfitta la posizione del socio di minoranza Linea più, che avrebbe voluto cedere sia la gestione sia le reti e gli impianti. L’acqua dell’Asm confluisce nella Sal. Il comune ha vinto la sua battaglia nell’assemblea di lunedì.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Luisa Luccini, 6 novembre 2009.

Siglata la tregua dell’acqua: entra in Sal la gestione e l’erogazione del ramo idrico di Asm. Colpo di scena nella guerra che aveva portato ai ferri corti il comune di Codogno (socio di maggioranza con il 51 per cento del capitale sociale di Asm) e la società privata Linea più (che dell’ex municipalizzata è socio di minoranza con il restante 49 per cento del pacchetto azionario): la svolta è arrivata lunedì nel corso dell’assemblea dei soci di Asm, quando anche Linea più ha votato a favore del conferimento alla Società acqua lodigiana (Sal) della sola gestione ed erogazione del ramo idrico di Asm. Quello del socio di minoranza è stato un passo indietro inaspettato, dopo che da settimane comune di Codogno e Linea più erano entrati in rotta di collisione proprio sulla spinosa questione del conferimento in Sal del ramo acque di Asm. Netta la distanza tra le posizioni dei due soci: da un lato il comune che premeva per il conferimento a Sal della sola gestione ed erogazione del servizio acqua di Asm, dall’altro Linea più che, oltre a gestione ed erogazione, voleva il conferimento in Sal anche del patrimonio di servizio (ovvero reti ed impianti). Una posizione, quest’ultima, che aveva raggelato il municipio. «Conferire a Sal anche il patrimonio del servizio idrico? Una ipotesi improponibile - aveva sbottato in consiglio comunale il sindaco Emanuele Dossena -. Se così fosse, dovremmo rifondere a Linea più il 49 per cento della sua quota di patrimonio. Che vale 2 milioni di euro». Soldi che il comune di Codogno assolutamente non ha. Tenutasi in Asm, l’assemblea dei soci di lunedì è stato teatro della tregua: municipio e Linea più hanno votato unanimemente a favore del conferimento in Sal della sola gestione ed erogazione del ramo idrico di Asm. Probabilmente, a pesare sul cambio di rotta di Linea più c’è stato il monito dell’Ambito territoriale ottimale (Ato) di riferimento, chiarissimo nel dichiarare che, in caso di mancato conferimento a Sal, sarebbe partita una vera e propria richiesta di danni in capo al socio inadempiente. Quel che è certo è che la sua decisione il socio di minoranza l’ha argomentata tra più di un distinguo e con la sottolineatura che il conferimento dovrà essere effettuato non dall’assemblea dei soci, quanto dal consiglio di amministrazione di Asm guidato dalla presidente Laura Quaini. «Quanto accaduto lunedì è una vittoria del senso di responsabilità, non certo del comune di Codogno - ha tenuto a precisare Dossena -. Linea più, con il suo 49 per cento, non è per noi un socio minoritario, andare d’accordo con lui significa fare il bene dell’azienda. Per questo, dovremo percorrere tutte le strade utili per un accordo duraturo con Linea più. Ripeto: per il bene di Asm». Che nel 2011 dovrà andare a gara con tutti i servizi, gas per primo. «La legislazione è in continua evoluzione - ha concluso Dossena -. Di certo, stiamo lavorando perché Asm mantenga la gestione dei servizi di tradizione e possa magari ampliare i propri rami di business».
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Lever ok cassaintegrati ko

Ma la multinazionale è pronta a potenziare il polo di Casale con un impianto di cogenerazione per produrre energia. Lever, il rilancio non salva i dipendenti. Al momento non ci sono prospettive per il recupero di chi è fuori.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Andrea Bagatta, 6 novembre 2009.



Buone prospettive per il sito Lever di Casale nel medio periodo, ma nessuna apertura al recupero dei cassintegrati: sono questi i due estremi contrapposti appresi dai rappresentanti dei lavoratori dai vertici aziendali locali.
Gli incontri sono avvenuti nei giorni scorsi in seguito alla riunione tra sindacati provinciali, rappresentanti dei lavoratori e manager nazionali dell’azienda che si è tenuta il 27 ottobre scorso in Assolodi per la verifica dell’applicazione dell’accordo di aprile. Da quell’accordo erano usciti 170 esuberi tra i lavoratori, destinati alla cassa integrazione per due anni prima del licenziamento, ma anche alcune prospettive importanti per lo stabilimento casalino. Oggi quelle prospettive cominciano a prendere forma, e i dettagli con cui lo fanno lasciano intravedere un rilancio della fabbrica. In estate sarà operativo l’impianto di cogenerazione per la produzione di energia, e Casale sarà il primo stabilimento europeo Lever del settore dei prodotti per la pulizia ad averlo. Un impianto di questo tipo è già in funzione in Italia nelle fabbriche Lever dei marchi Findus e Algida, ma in quei casi la struttura è affittata. A Casale, invece, sarà di proprietà dell’azienda, che vi investirà circa 2 milioni 700mila euro, un esborso coperto nel giro di tre anni. Inoltre, nel 2010 sarà realizzata una nuova linea di rilavorazione per l’imballaggio misto di alcuni prodotti già realizzati nel sito. Confermato infine il laboratorio generale di Casale che è inserito nella lista dei 13 centri di ricerca e sviluppo a livello mondiale e non sarà toccato dalla ristrutturazione in corso per quel comparto in altri stabilimenti europei. «Sono segnali molto importati perché significano che l’azienda vede un futuro per lo stabilimento di Casale, almeno nel medio periodo, altrimenti non intraprenderebbe questa strada - afferma Carlo Carelli della Rsu -. Siamo soddisfatti per la prospettiva dei prossimi quattro o cinque anni, anche se oltre quel periodo nessuno ha la sfera di cristallo. E comunque, vista la situazione generale di crisi, è bene non abbassare la guardia nemmeno nel breve periodo».A queste buone notizie sul fronte dello stabilimento, fanno riscontro però le chiusure sulle possibilità di reimpiego dei cassintegrati: l’azienda infatti ha confermato che l’anno prossimo non sarà richiamato alcun lavoratore in cassa integrazione. Dal primo numero di 170, oggi i lavoratori in cassa sono 91, mentre 66 hanno scelto la mobilità volontaria incentivata, tre hanno dato le dimissioni. Rispetto alla richiesta aziendale di 170, solo una decina sono i lavoratori che sono oggi rientrati in azienda. «Vedremo se effettivamente non ci saranno richiami, perché se si prevede di aumentare la produzione, con una linea nuova, qualcuno dovrà pur rientrare - conclude Carelli -. Da soli non possiamo trovare una soluzione per i 91 lavoratori, e quindi diventano ancora più importanti le risposte che ci darà il territorio in generale e in particolare l’incontro che stiamo aspettando con il presidente della provincia Pietro Foroni».
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Qualcosa si muove

Nuova tangenziale di Livraga, via con il piano degli espropri.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Alberto Belloni, 6 novembre 2009.

Livraga - La nascita della tangenziale di Livraga si fa sempre più concreta. Dopo il via libera dello scorso metà ottobre alle linee di indirizzo per la realizzazione dell’opera, ieri la giunta provinciale di palazzo San Cristoforo ha deliberato l’esecutività dell’intervento che, grazie a una “bretellina” sulla sp 107 “Lodi-Ospedaletto”, libererà l’abitato di Livraga dal traffico che oggi ne affligge anche il centro. «Siamo pronti a iniziare con gli espropri», assicura l’assessore al bilancio Cristiano Devecchi, che inserita la tangenziale nel piano triennale delle opere pubbliche ha seguito la partita assieme all’assessore alla viabilità e trasporti Nancy Capezzera, lieta del lavoro svolto dai suoi uffici e dalla apposita commissione provinciale nello sbloccare «un’opera che giaceva ormai da troppi anni». I lavori per il primo lotto della variante, quello della “bretellina” vera e propria, dovrebbero iniziare nella prossima primavera e finire entro l’autunno del 2011; l’opera costerà 3,1 milioni di euro, cui nel 2012 si dovrebbero aggiungere i 3,6 milioni di euro necessari per il secondo lotto del progetto, il raccordo tra la tangenziale stessa con la 234 che arriverà fino al casello dell’Autosole a Ospedaletto, decongestionando parzialmente la stessa provinciale 107. Per ora, i benefici maggiormente attesi restano quelli dei cittadini di Livraga, che vedranno alleviato il traffico cittadino. La tangenziale, strada extraurbana a due corsie, sarà lunga circa tre chilometri, e oltre a favorire l’accesso alle imprese e ai magazzini di logistica della zona dovrebbe migliorare anche la situazione viabilistica dei comuni vicini a Livraga. Incassato l’avallo dalla Società Autostrade e dall’Arpa, il progetto ha previsto barriere anti rumore e altre opere di mitigazione.
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Turano, il sindaco e il crocifisso

Turano - Il sindaco di sinistra difende il crocifisso: «Ne comprerò di tasca mia per le scuole».
Rassegna stampa - Il Cittadino, 6 novembre 2009.

Le istituzioni di Turano commentano la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che ha bocciato l’esposizione del crocifisso nelle scuole italiane perché “viola la libertà religiosa degli alunni”. Ieri mattina dal paese della Bassa si è alzato un coro di proteste: «Noi il crocifisso non lo togliamo». Il primo a parlare, in veste di semplice cittadino, è stato il sindaco Umberto Ciampetti, che guida una giunta di centrosinistra: «Come ho già fatto in occasione di precedenti attacchi ad un simbolo che per me va difeso come il tricolore e senza strumentalizzazioni o mosse politiche, rispetto la sentenza, ma non la condivido. Anzi, sono indignato. Proprio per questo comprerò, pagando di tasca mia, senza coinvolgere l’ente, alcuni crocifissi e li regalerò alla scuola dell’infanzia e a quella primaria lasciando piena autonomia ai dirigenti che, se vorranno, potranno esporli». Ciampetti ha proseguito: «E fino a quando, cioè nel 2014, l’ufficio del primo cittadino sarà mio, il crocifisso che mi è stato regalato all’inizio del precedente mandato rimarrà lì, alle mie spalle. Tutto nel semplice rispetto della nostra cultura e delle tradizioni al di là del credo religioso». Poi Ciampetti ha lanciato un appello: «Vorrei che tutti i sindaci, le autorità e i cittadini si facessero sentire perché così non si può andare avanti. I segnali sono preoccupanti e davvero forti. Non c’è popolo senza storia, questo è bene ricordarlo». Intanto, il gruppo di minoranza “Turano nuova” ha fatto protocollare in municipio una mozione urgente: «Chiediamo che l’intero consiglio prenda atto e confermi la volontà di mantenere il crocifisso esposto nei locali di sua competenza compreso la scuola elementare e la scuola dell’infanzia».
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Il contratto con i brembiesi

Ieri sera si è tenuta la riunione del consiglio comunale che prevedeva all'ordine del giorno la discussione delle linee programmatiche di mandato della amministrazione Sozzi per il 2009-2014. Lasciamo ad altro articolo il resoconto della serata, qui si relazionerà sinteticamente sui contenuti dell'esposizione del sindaco del progetto amministrativo proposto all'approvazione del consiglio comunale.
La proposta alla comunità brembiese di un "bien vivre".

Il concetto di "bien vivre", acquisito dalla comunità gemellata di Saint Christo en Jerez, - bien vivre è il motto del comitato per il gemellaggio degli amici francesi, - è posto dal sindaco e dalla sua squadra di governo come obiettivo fondante da concretizzare con l'azione amministrativa. È questa la filosofia che pervade tutta la proposta posta ieri all'attenzione ed alla approvazione del consiglio comunale in un documento di 24 pagine, che potete leggere integralmente nella "Biblioteca Digitale" del nostro blog.
Il documento è articolato in nove schede che elencano assieme alla premessa politica gli obiettivi da raggiungere e le risorse da usare per il loro conseguimento



La prima scheda riguarda la politica delle risorse. Dopo aver ricordato che il comune eroga servizi e realizza opere pubbliche, i cui costi comportano necessità di spesa e determinano l'ammontare delle risorse necessarie alla loro copertura, e che le risorse per l'attività corrente sono fornite dai cittadini attraverso imposte, tasse e tariffe che garantiscono al comune una autonomia finanziaria pari al 66%, il documento elenca gli obiettivi: politica tariffaria mirata, accertamento dell'evasione e della elusione dei tributi comunali, tendenza al congelamento delle imposte (cioè a lasciarle invariate nel tempo per quanto possibile), e soprattutto l'applicazione del principio in base al quale "chi usa i servizi li deve pagare" secondo le proprie capacità contributive. Sottolineato dal sindaco nella sua esposizione il principio della differenziazione delle tariffe con possibilità di riduzione o esenzione con spesa a carico comunale nel caso di bisogni vitali, reali e accertati. Particolare attenzione sarà posta nella ricerca di nuove entrate da parte di Enti sovracomunali o privati e, novità, l'utilizzo di indagini di "customer satisfaction" per valutare il rapporto tra costi e benefici di un servizio.



La scheda successiva illustra la politica dei servizi sociali che sarà perseguita dall'amministrazione, servizi sociali che rappresentano lo strumento principale attraverso cui vengono attuate le politiche di solidarietà e di sostegno verso i cittadini che hanno bisogni sociali, minori, anziani, disabili. Oltre alla consolidata attenzione alla persona, e alle misure per affrontare l'attuale situazione di crisi che aggrava le difficoltà per persone e famiglie nel mantenere una piena autonomia economico-sociale, rilevante è la sottolineatura di voler attuare un'attenta e corretta analisi dei bisogni effettivi servendosi anche del supporto offerto da istituzioni sovracomunali - viene citato ad esempio il TIS, il Tavolo istituzionale sovracomunale per le politiche socio-assistenziali. In questo senso anche la volontà di sviluppare i rapporti interistituzionali e della partecipazione attiva al Consorzio per i Servizi alla Persona. Obiettivi da ricordare infine sono la valorizzazione dell'apporto e della collaborazione con le Associazioni di volontariato e l'impegno nel sensibilizzare nella popolazione la prevenzione sanitaria con la collaborazione dell'Asl e di aziende private.
La terza scheda è dedicata alla politica per una convivenza pacifica e per una concreta sicurezza sociale. La dichiarazione di intenti dice "Siamo fortemente convinti che una Comunità coesa e solidale non può prescindere da un'alta qualità dei rapporti tra le persone oltre ovviamente dal fermo rispetto delle leggi. Per questo intendiamo promuovere e sostenere tutte le iniziative che garantiscono il rispetto dei cittadini e dei loro diritti, delle istituzioni, del patrimonio pubblico e di quello privato". Non riporto nulla di più qui sulla questione in quanto ad essa sarà dedicato un articolo successivo.



Per quanto riguarda la politica di sviluppo delle attività produttive, volontà dell'amministrazione Sozzi è di incentivare lo sviluppo di attività nuove o esistenti con il duplice obiettivo di promuovere le eccellenze del nostro territorio, in particolare dell'agricoltura e dell'artigianato, e di favorire la presenza di opportunità lavorative vicino casa alla cittadinanza. Stimolo del commercio, promozione di manifestazioni per la valorizzazione di prodotti e attività locali, sostegno alle iniziative delle associazioni di volontariato che hanno lo scopo di sviluppare iniziative di valorizzazione della comunità, attenzione per investitori privati, associazioni ed enti promotori, in sintesi le linee su cui si muoverà l'amministrazione.
Un altro aspetto del programma di mandato riguarda la politica della promozione delle attività sportive e dell'associazionismo. L'amministrazione si impegna a garantire strutture idonee per le pratiche ludico-sportive che incentivino la partecipazione e la possibilità di luoghi di ritrovo per le associazioni, alle quali saranno garantiti contributi economici mirati non più all'attività generale ma alla realizzazione delle singole iniziative.
Per quanto riguarda le politiche dell'istruzione e della promozione della cultura, il programma di mandato elenca una serie di attività, alcune comprese nel piano del diritto allo studio, altre divenute da tempo un segno distintivo dell'amministrazione di centrosinistra. Cito soltanto un paio che hanno particolare rilievo: il riconoscimento e sostegno alle attività formative ed educative dell'Oratorio San Giovanni Bosco e l'intensificazione dei rapporti con il Comitato per il Gemellaggio per lo sviluppo dei rapporti con gli amici di Saint Christo en Jarez. Tra quelli che appaiono nuovi intenti, la promozione ed il sostegno all'associazionismo locale a carattere culturale, e, da sottolineare, la conservazione, valorizzazione e divulgazione dei monumenti e delle testimonianze della tradizione locale, dei beni culturali insomma del nostro paese.
Nell'ambito della discussione sulle politiche ambientali è stata introdotta una integrazione proposta dal gruppo consiliare Rifondazione per Brembio. I punti elencati sono molto importanti e già caratterizzavano anche l'impegno della passata amministrazione Sozzi. Le novità riguardano l'intenzione di creare un apposito assessorato per la manutenzione e l'incremento del verde pubblico, il puntare ad un incremento della raccolta differenziata dei rifiuti, il favorire la costruzione di impianti fotovoltaici e impianti di biogas per il risparmio energetico. Mi permetto una chiosa sull'ultimo punto che riguarda la piantumazione sul territorio e nel plis. L'utilità di nuovi alberi attorno e dentro al centro abitato favorisce sì l'isolamento acustico come detto, ma soprattutto serve a mitigare l'inquinamento ambientale che fa del Lodigiano una delle aree più inquinate della terra. Gli alberi servono soprattutto a questo. Sono necessari. Da evidenziare anche la volontà di ricostruire l'antico paesaggio di filari e fossi, uno dei beni culturali in gran parte distrutto negli ultimi quarant'anni.
Tutte da sottoscrivere le indicazioni di politica urbanistica riguardanti la tutela e la valorizzazione del Plis del Brembiolo, la conservazione degli edifici architettonici individuati dal P.G.T. e facenti parte del catalogo dei beni architettonici della Regione Lombardia (ma non limitandosi, aggiungo, però alle sole facciate, evitando cioè di snaturarli con la presenza intorno di nuove parti non in sintonia con lo stile edilizio del bene), il favorire il recupero del patrimonio edilizio urbano esistente, la volontà di assicurare la qualità estetica dell'arredo urbano, istituendo un'apposita Commissione consiliare, cioè costituita da consiglieri comunali, la commissione del "bello", che vigili con un parere consultivo su tutte le attività urbanistiche.
Per quanto riguarda infine la politica degli investimenti l'amministrazione intende attuare una politica sobria, concentrata piuttosto sulla manutenzione del patrimonio esistente e delle strade urbane ed extraurbane. Non dico di più in quanto le iniziative elencate sono quelle già contenute nella nostra esposizione del piano triennale delle opere pubbliche. Da sottolineare quel "costruzione di una pensilina con annesso portabiciclette", un problema quello delle bici che avevamo sollevato anche in un fotopost.
In chiusura, mi permetto di suggerire all'amministrazione di puntare ad arrivare a dare piena attuazione allo statuto comunale con la stesura dei regolamenti in esso previsti, lavoro che per diversi motivi non si è riusciti a portare a conclusione. Una comunità coesa e solidale ha comunque bisogno di regole certe, e quei regolamenti mancanti riguardano proprio la partecipazione della comunità all'attività amministrativa.
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Vedi anche:

000 Generalità
300 Scienze sociali
700 Le arti
800 Letteratura
900 Geografia e storia

600 Tecnologia (Scienze applicate)

628 Ingegneria sanitaria e urbanistica tecnica

- Osservatorio Sportello Rifiuti della Provincia di Lodi, Rapporto sulla produzione di rifiuti solidi urbani e sull'andamento delle raccolte differenziate in Provincia di Lodi. Anno 2002.
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700 Le arti

711 Pianificazione territoriale (Urbanistica)

- Provincia di Lodi. Assessorato alla pianificazione territoriale e settore rurale. Servizio pianificazione territoriale, Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Relazione di piano.

- Provincia di Lodi. Assessorato alla pianificazione territoriale e settore rurale. Servizio pianificazione territoriale, Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Indirizzi normativi.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Documento di Piano». Relazione tecnica illustrativa.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Documento di Piano». Allegato A – Estratto del Piano Territoriale (P.C.P.T.) Allegato B - Estratto del Piano Industriale Provinciale di Rilevanza Comprensoriale.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Documento di Piano». Allegato C – Analisi storica del tessuto urbano Allegato D - Dati anagrafici relativi alla popolazione Allegato E - Sistema della mobilità Allegato F - Elementi di rilevanza ambientale Allegato G - Analisi degli spazi aperti Allegato H - Analisi delle funzioni prevalenti Allegato I - Analisi degli insediamenti rurali.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Documento di Piano». Allegato L – Analisi delle previsioni di ampliamento realizzate Allegato M - Estratto del Piano idrogeologico.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Documento di Piano». Catalogazione tipologica delle cascine - Brembio.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Documento di Piano». Scheda 1 - Cascina Vignazza.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Documento di Piano». Scheda 2 - Cascina Taccadizza.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Documento di Piano». Scheda 3 - Cascina Dossi.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Documento di Piano». Scheda 4 - Cascina Palazzo.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Documento di Piano». Scheda 5 - Cà del Parto.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Documento di Piano». Scheda 6 - Cascina San Michele.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Documento di Piano». Scheda 7 - Cascina Maianne.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Documento di Piano». Scheda 8 - Cà del Bosco.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Documento di Piano». Scheda 9 - Cascina Santa Monica.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Documento di Piano». Scheda 10 - Cascina San Giovanni.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Documento di Piano». Scheda 11 - Cà de Tacchini.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Documento di Piano». Scheda 12 - Cà dei Folli.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Documento di Piano». Scheda 13 - Cascina Pilastrello.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Documento di Piano». Scheda 14 - Cascina De Vertui.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Documento di Piano». Scheda 15 - Cascina Sabbiona.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Documento di Piano». Scheda 16 - Cascina Loverola.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Documento di Piano». Scheda 17 - Cascina Monastirolo.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Documento di Piano». Scheda 18 - Cascina Bellaria.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Documento di Piano». Scheda 19 - Cascina Polenzone.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Documento di Piano». Scheda 20 - Cascina Lovera.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Documento di Piano». Scheda 21 - Cascina Crocetta.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Documento di Piano». Scheda 22 - Cascina di Via Roma.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Documento di Piano». Scheda 23 - Cascina Morona.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Documento di Piano». Previsioni di piano, tavola 1.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Piano dei servizi». Relazione tecnica illustrativa.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Piano dei servizi». Standard Urbanistici - SP1 Attrezzature scolastiche.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Piano dei servizi». Standard Urbanistici - SP2 Attrezzature collettive.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Piano dei servizi». Standard Urbanistici - SP3 Verde pubblico.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Piano dei servizi». Standard Urbanistici - SP4 Parcheggi.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Piano dei servizi». Standard Urbanistici - SP5 Attrezzature industriali.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Piano dei servizi». Standard Urbanistici - SP6 Attrezzature tecnologiche.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Piano dei servizi». Tavola 2 - Individuazione delle aree o attrezzature di interesse pubblico.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. «Piano dei servizi». Tavola 3 - Piano urbano generale dei servizi nel sottosuolo.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. Piano delle regole.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. Piano delle regole. Schede normative cascine. 1 - Cascina Vignazza.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. Piano delle regole. Schede normative cascine. 2 - Cascina Taccadizza.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. Piano delle regole. Schede normative cascine. 3 - Cascina Dossi.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. Piano delle regole. Schede normative cascine. 4 - Cascina Palazzo.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. Piano delle regole. Schede normative cascine. 5 - Cà del Parto.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. Piano delle regole. Schede normative cascine. 6 - Cascina San Michele.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. Piano delle regole. Schede normative cascine. 7 - Cascina Maianne.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. Piano delle regole. Schede normative cascine. 8 - Cà del Bosco.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. Piano delle regole. Schede normative cascine. 8bis - Cà del Bosco.

- Stefania Rozza, Mario Cremonesi, Maria Elisabetta Tonali, Luca Bucci, Emanuele Garda, Comune di Brembio. PGT Piano di Governo del Territorio. Piano delle regole. Schede normative cascine. 9 - Cascina Santa Monica.


719 Paesaggi naturali

- Mario Di Fidio, Alessandro Ferrari, Omar Lazzeri (a cura di), I Parchi Locali di Interesse Sovracomunale in Lombardia.
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