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giovedì 25 giugno 2009

Welfare e ambiente: è allarme per la sinistra lodigiana

Preoccupazione per le conquiste sociali ottenute.
Rassegna stampa

Un articolo di oggi su Il Cittadino raccoglie le preoccupazioni di Rifondazione comunista sul dopo Felissari. “È certo che i risultati saranno messi in discussione, perché la nuova coalizione che governa la provincia di Lodi non rappresenta i soggetti più deboli, bensì gli interessi legati al profitto e alla rendita. Noi siamo pronti alla battaglia contro chi distruggerà la nostra azione”, così Andrea Viani, segretario provinciale di Rifondazione.
La preoccupazione è quella di vedere scomparire una alla volta le conquiste ottenute finora a cominciare dal Consorzio dei servizi alla persona, che oltretutto sta per allargarsi. Dopo aver ottenuto il sì di 58 comuni su 62, sono in corso le trattative per Massalengo, mentre, ricorda il quotidiano lodigiano, Caselle entrerà a breve essendo infatti il sindaco appena eletto, Sergio Rancati, il presidente del Consorzio.
Nell’articolo anche l’assessore ai servizi sociali del Comune di Lodi rivendica il lavoro fatto a favore del welfare territoriale, che continua tuttora: “La separazione tra Azienda ospedaliera e Asl ha prodotto una frattura nella continuità di cura, ma c’è un tavolo al lavoro che si sta occupando della questione. Noi temiamo che tutti questi risultati possano essere azzerati. Senza contare che il centrodestra, soprattutto a livello regionale, sta portando avanti un’ideologia di natura privatistica che ci preoccupa”.
Ma il fronte delle preoccupazioni riguarda non solo servizi alla persona e sanità, un’altra grossa partita è quella dell’ambiente. Antonio Bagnaschi, ex assessore provinciale all’ambiente, sottolinea: “La provincia di Lodi è l’unica ad avere l’acqua pubblica, tutti gli atti per arrivare alla costituzione di SAL sono stati votati all’unanimità, ci auguriamo che la società non sia a rischio di naufragio. Sulla questione della centrale di Bertonico, ci sono due modi di vedere le cose: lavorare per l’ambiente o fare cassa per poi distribuire i soldi ai comuni”. Per Bagnaschi “È il caso di fare pressione a favore della convenzione, c’è già una bozza da cui partire”. E Rifondazione invita la sinistra tutta ad incamminarsi sulla stessa strada, farsi carico dei problemi sociali a partire e difendendo quanto è stato fatto di buono finora.

Largo alle donne

È il momento della commissione pari opportunità.

Mai, come in questa tornata elettorale delle comunali, nelle liste che concorrevano per il governo del Comune sono state presentate tante donne, ben 15 su 39 candidati. Di queste, quattro sono state elette consigliere. E stante quanto ha annunciato nel suo discorso d’insediamento il sindaco, il loro numero potrebbe aumentare nel corso del mandato con un possibile turn over.
Quando nel 2000 si è redatto ed approvato lo statuto comunale, nel capo V del testo dedicato alla questione delle pari opportunità, è stato inserito l’articolo 32 che istituisce nel nostro Comune la Commissione Pari Opportunità. In realtà, nei 9 anni di mandato amministrativo successivi all’approvazione dello statuto, tale articolo è stato ignorato anche se in alcune occasioni è stata ricordata la sua esistenza da parte della minoranza. Ciò che può aver spinto in passato le maggioranze a non istituire la commissione può essere solo almanaccato, ma certamente un aspetto, quello della poca partecipazione delle donne alla politica, può avere avuto il suo ruolo (il numero delle consigliere elette non ha mai superato 2 ed alcune liste addirittura non presentavano candidate, ma solo uomini). Oggi la realtà è ben diversa. Anzi proprio la realtà dovrebbe suggerire l’opportunità della sua istituzione.
L’articolo 32 nel suo primo comma spiega i motivi della istituzione della commissione: “Per la promozione e realizzazione delle pari opportunità tra uomo e donna e per rimuovere gli ostacoli che di fatto costituiscono discriminazione diretta o indiretta nei confronti delle donne, al fine di contribuire al massimo sviluppo della autonomia, della identità e della specificità delle donne, viene costituita la Commissione Pari Opportunità”.
Nel secondo comma vengono fissati i compiti della commissione: “È compito della Commissione Pari Opportunità promuovere e svolgere attività dirette alla conoscenza e alla documentazione della realtà femminile, anche delle donne immigrate, presente sul territorio comunale; raccogliere e diffondere le informazioni atte a stimolare la crescita di una cultura delle pari opportunità; stimolare l’attività amministrativa degli organi comunali per individuare e perseguire obiettivi di pari opportunità e di attuazione di azioni positive; promuovere la presenza delle donne nelle nomine di competenza comunale e favorire la partecipazione attiva delle donne alla vita politica, sociale ed economica ed ogni altra iniziativa utile al perseguimento delle finalità di cui al comma precedente”.
Nel terzo comma l’articolo 32 fissa le modalità di nomina e la composizione: “La Commissione Pari Opportunità è nominata dalla Giunta comunale e dura in carica per la durata del mandato stesso. La Commissione Pari Opportunità è composta da donne appartenenti ad associazioni e movimenti di riconosciuta rappresentatività sul territorio e da esperte nei settori sociosanitario, della cultura e istruzione, dell’economia e del lavoro e di quanto abbia attinenza con la condizione della donna, per un totale di 5 componenti. Inoltre fanno parte, di diritto, della Commissione Pari Opportunità le consigliere comunali in carica, con voto consultivo”.
Il quarto comma stabilisce la modalità della scelta della presidente della commissione: “La Commissione Pari Opportunità elegge al proprio interno la Presidente con la maggioranza delle componenti”.
I commi 5 e 6 esplicitano come la commissione debba rapportarsi con il consiglio comunale e la Giunta: “La Commissione Pari Opportunità formula al consiglio proposte ed osservazioni su ogni questione che abbia attinenza alla condizione femminile e da trasformare in politiche attive di pari opportunità”. Così il 5, e il 6: “La commissione Pari Opportunità deve essere consultata preventivamente dalla Giunta comunale sugli atti di indirizzo e di programmazione generale, sugli atti a carattere regolamentare, sui piani di spesa che abbiano rilevanza diretta per la condizione femminile, che rivestono questioni inerenti materie di pari opportunità”.
Il comma 7 stabilisce le modalità di informazione del lavoro svolto dalla commissione: “La Commissione Pari Opportunità presenta annualmente al Consiglio comunale una relazione sulle attività svolte; essa mantiene rapporti costanti con la cittadinanza attraverso assemblee pubbliche, almeno una volta all’anno”.
Infine il comma 8 stabilisce la peculiarità della commissione rispetto altre commissioni di giunta: “Alla Commissione Pari Opportunità è assicurata la struttura e il personale necessario per il suo funzionamento”.
Uno dei primi atti della nuova Giunta sarà la nomina delle commissioni consultive che intende istituire, oltre alla nomina di rappresentanti in vari organismi. L’auspicio è la coerenza nei riguardi del capitolo del programma votato dall’elettorato, intitolato “Donne e tempi di vita”. La costituzione, finalmente, della commissione sarebbe un segno concreto di un tempo nuovo nella politica amministrativa del Comune.

Buona cosa l’immediata toletta della piazza

Fotopost - Immagini di questa mattina poco prima delle 9.


Detto fatto, verrebbe da dire. Ieri un primo intervento in Piazza Europa è stato fatto, il taglio dell’erba alta. L’intervento, interessa poco qui se immediato o programmato, - va riconosciuto - ha dato alla piazza un aspetto normale che ha cancellato la sensazione di sciattezza e di abbandono.

Restano qua e là qualche rifiuto, carta, plastica, che si potrebbero eliminare con un’oretta di lavoro. I giovani che sporcano sono anche i giovani attenti all’ambiente. Perché no l’idea di organizzarne alcuni, i più sensibili, in questi mesi di vacanza in squadre ecologiche che mettano in pratica, per dire, una volta alla settimana, ciò che le ripetute iniziative di “Puliamo il mondo” hanno loro insegnato? Sotto la tutela della protezione civile naturalmente. È un’idea come altre che si possono pensare per ridurre l’impatto di quella fashion idiocy che è l’abbandono di rifiuti dove capita, magari a pochi passi da un cestino, o nel caso della plastica e del vetro ad un passo da una campana per la raccolta differenziata.


Ancora una piccola segnalazione suggerita da un nostro lettore, che documentiamo nella fotografia che segue. Siamo in Via Regina Margherita, come si vede. Nel marciapiede è presente un troncone d’un vecchio segnale o altro palo alto ad occhio un centimetro o qualcosa di più. Soprattutto la sera può rappresentare un’insidia per chi transiti su quel marciapiede. Eliminarlo in qualche modo sarebbe buona cosa; del resto non molto lontano un altro troncone di tubo sullo stesso marciapiede è stato appiattito in modo da non costituire pericolo.

Ma chi si occuperà della terza età?

Bene ha fatto il sindaco Sozzi a coinvolgere tutti i consiglieri di maggioranza nell’amministrazione attribuendo loro l’incarico di seguire particolari materie. Stante il debutto in politica amministrativa della gran parte, l’iniziativa può aiutare a far crescere una nuova generazione di amministratori rendendoli esperti e pienamente consapevoli della molteplicità dei problemi che un Comune deve affrontare oggi. Detto questo, ci pare propositivo segnalare una lacuna nelle deleghe, o meglio una mancata specificità in una materia che riteniamo di sottoporre all’attenzione del sindaco e della giunta.
Ci riferiamo alla questione della terza età, che non è solo assistenza e servizi sociali. Così come si è previsto un particolare incarico dato al consigliere Minoia di seguire le problematiche giovanili, altrettanto si poteva fare nei riguardi della popolazione anziana che non è marginale in un paese come il nostro. È vero che la vita attiva dei nostri “vecchi” può essere presa in considerazione in molteplici altri ambiti, da quello della cultura, a quello del tempo libero, a quello dell’associazionismo e del volontariato, a quello dei servizi alla persona. Tuttavia l’ambito della terza età ha una sua specificità che dovrebbe essere colta, in quanto gli anziani, i pensionati costituiscono una ricchezza della comunità in termini di saperi, competenze, abilità che possono essere utilizzati non solo in funzione anti-emarginazione, ma soprattutto nell’interesse sociale di tutta la comunità.
La presenza di un centro diurno è buona cosa, ma la struttura in sé non basta. Bisogna pensare ad animarla, non si può lasciare un aspetto delicato all’improvvisazione e alla buona volontà di qualcuno. Già questo dovrebbe suggerire che sarebbe buona cosa affidare ad una persona l’analisi delle possibilità, la progettazione ed il coordinamento delle iniziative in stretto contatto con le associazioni di volontariato che si occupano localmente della questione. Organizzazione di corsi che coinvolgano gli anziani come discenti ma anche come docenti nelle loro specifiche abilità e manualità, ad esempio. Perché far morire conoscenze diffuse tra i nostri anziani (ricamo, per dirne una ed altre abilità creative legate all’artigianato e ai “mestieri” casalinghi) e non trasmetterle ai giovani? Perché non organizzare momenti di socializzazione dove si dia libero sfogo alla creatività artistica e letteraria? Perché non pensare al recupero della lingua e delle tradizioni coinvolgendo nella conservazione proprio i depositari di tali saperi? E naturalmente anche momenti ludici.
Ma c’è anche un altro aspetto che va valorizzato, sia attraverso l’associazionismo, ma anche attraverso l’estemporaneità: il fatto cioè che l’anziano, il pensionato è ancora in genere persona attiva che può dare molto alla collettività se stimolato o incentivato. E l’ambito sociale in cui si può chiedere la sua collaborazione è ampio. Basta volontà, fantasia e un progetto.