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mercoledì 11 novembre 2009

Togliere la croce aumenta la lontananza dei popoli

Marocchini contro Strasburgo: «La croce rappresenta la pace».
Rassegna stampa - Il Cittadino, Paola Arensi, 11 novembre 2009.

Anche i marocchini contestano la sentenza di Strasburgo: «Noi non crediamo alla necessità di togliere il crocifisso dalle scuole italiane per non urtare la sensibilità religiosa degli alunni». Il presidente dell’associazione casalese Dialogo Abdelkarim Elmardadi spiega: «Tanti connazionali immigrati sono rimasti allibiti per la decisione della Corte. Togliere un Crocifisso dalle scuole o eventualmente da altri luoghi pubblici fa fare al mondo passi indietro e aumenta la lontananza dei popoli». Poi il rappresentante della comunità marocchina prosegue: «Io sono arrivato in Italia nel 1992, abito a Somaglia e i miei figli, che frequentano le scuole, non sono mai stati disturbati in alcun modo dai simboli o dai riti della religione cristiana. La croce rappresenta la pace e nasconderla non farà del bene a nessuno. Eventualmente si potrebbe decidere di affiancarla a simboli di altre religioni». Elmardadi apprezza il rispetto che la maggior parte delle istituzione e degli italiani garantiscono ai suoi connazionali: «Mi piacerebbe ci fosse più rispetto per le religioni in generale. È normale che, emessa la sentenza, i cristiani si siano sentiti offesi. Proviamo la stessa cosa quando qualcuno ci attacca o critica perché le nostre donne decidono di portare il velo o per altre usanze musulmane. Sarebbe meglio concentrarsi sul risolvere problematiche reali piuttosto che distruggere quanto costruito fin’ora e alimentare la xenofobia».
Il portavoce sottolinea come sia stata una cittadina italiana di origini finlandesi a far togliere il crocifisso da scuola e non un marocchino mussulmano: «Infatti è nostra abitudine rispettare gli altri e quando ci facciamo sentire è soltanto perché, come dice la Costituzione italiana, ognuno ha diritto di professare la propria religione liberamente e in luoghi adatti. Ciò non toglie che qualcuno di noi a volte si comporti in modo sbagliato così come accade a qualche italiano». Poi Elmardadi ha concluso: «Io in Marocco abitavo in un paese dove c’erano una moschea, una chiesa e una sinagoga vicine. Lo spettacolo era incantevole. Inoltre mi sono trovato d’accordo, nel 2004, con la modifica del codice della famiglia moudawana che ha abolito la poligamia avvicinandoci di più agli ordinamenti degli stati occidentali. Però voglio ricordare che, al di là dei pregiudizi, certe regole erano state portate da condizioni, oggi per fortuna scomparse, che non si potevano ignorare. Per esempio all’epoca delle guerre morivano molti uomini e la poligamia è nata affinché i pochi rimasti potessero prendere in cura più donne possibili strappandole alla povertà».
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