Rassegna stampa - Il Messaggero, Marco Conti, 2 ottobre 2009.
Una furia, gestita in silenzio tra le quattro mura di palazzo Grazioli per quella che definisce «una vera e propria oscenità che un servizio pubblico come la Rai non avrebbe nemmeno dovuto immaginare». «Spazzatura, solo spazzatura, che un servizio pubblico non avrebbe dovuto mandare in onda». Faticoso gestire per Silvio Berlusconi un nervosismo che ormai lo paralizza da giorni e che ha dovuto pubblicamente reprimere ieri mattina, durante l'intervista a Canale5, e ieri sera, cancellando all'ultimo momento la partecipazione al ricevimento organizzato dall'ambasciatore tedesco a Roma Michael Steiner per festeggiare i 20 anni dalla caduta del muro di Berlino.
Il premier, che ieri sera ha iniziato a guardare "Anno Zero" con alcuni suoi stretti collaboratori (Valentino Valentini e Nicolò Ghedini) e un gruppo di giovanissime parlamentari, continua a mantener fede al proposito di minimizzare l'impatto di Santoro anche per evitare di gonfiare gli ascolti di "Anno Zero" ma il suo scontento è ormai a trecentosessanta gradi e coinvolge tutti. Dai vertici Rai a cominciare dal direttore generale Mauro Masi, sino al direttore di rete di Rai2 Massimo Liofredi, passando per alcuni suoi ministri che non avrebbero fatto nulla per impedire la messa in onda di trasmissioni che per il Cavaliere ospitano personaggi, come la D`Addario, «screditati» e «in cerca di pubblicità». Il premier da settimane prova a mettere la parola fine ad una vicenda che, se anche non provoca particolari scossoni nel sentimento dell'opinione pubblica, lo distoglie dagli impegni istituzionali e di governo.
«Dobbiamo mettere la sordina a queste trasmissioni. Se replichiamo e attacchiamo gli diamo altre percentuali di share», ha spiegato ieri lo stesso Berlusconi al direttore di Libero Maurizio Belpietro, che ieri è andato a palazzo Grazioli, per spiegare al Cavaliere la sua partecipazione serale ad "Anno Zero" dopo il divieto posto ai parlamentari della Pdl di partecipare come ospiti. «Ieri l'altro attaccando la Dandini gli abbiamo regalato il 5% di share!», ha sostenuto Berlusconi visibilmente indignato. «Inoltre stiamo creando dei martiri», ha proseguito Berlusconi, sconcertato anche per le dichiarazioni di alcuni dei suoi parlamentari che non fanno altro che alimentare la polemica.
Berlusconi non teme tanto «i pettegolezzi» o quelli che definisce «schizzi di fango», ma il clima che si sta alimentando nel Paese in attesa della sentenza della Corte Costituzionale sul lodo Alfano. Il corto circuito tra delegittimazione personale e un'eventuale ripresa dell'iniziativa giudiziaria, è ciò che preoccupa il presidente del Consiglio e alcuni suoi stretti collaboratori che ormai da settimane vedono il premier impegnato su un unico dossier, il terremoto de L'Aquila, e molto distratto su tutto il resto.
La tensione nell'entourage del Cavaliere è alle stelle e turba i sonni non solo di Berlusconi ma anche di molti suoi strettissimi collaboratori che da settimane faticano a gestire il rapporto con il premier. Indubbiamente i danni che producono le confessioni della escort barese sono nettamente superiori a quelli che l'opposizione ha provocato sinora.
Il fatto che 'Porta a Porta' sia andato in onda in diretta dopo la trasmissione di Santoro con ospiti che hanno discusso della libertà d'informazione non è riuscito a placare le ire del premier che ora chiede ai suoi ministri e al cda della Rai di intervenire una volta per tutte per riportare la Rai al concetto originario di servizio pubblico.
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