Rassegna stampa - La Padania, Umberto Bossi, 2 ottobre 2009.
Alberto da Giussano è un personaggio che amo molto, in lui rivedo e rivivo quello spirito che muove un popolo a conquistare i propri diritti e la propria libertà mettendo a rischio la vita stessa. Perché la dignità di essere uomini si misura con la libertà di poterlo essere sempre e ovunque, a qualunque latitudine e in qualunque epoca.
La storia di allora non è andata persa. È entrata di prepotenza e con vigore nella realtà di oggi, come un insegnamento, come un modello di vita.
Oggi ci sono altri Alberto da Giussano che lottano per la conquista della libertà con modalità diverse e con armi che non sono necessariamente belligeranti.
Segno che il desiderio di libertà non muore mai, di una libertà che tiene conto dei diritti di tutti e soprattutto dei doveri di tutti, e che viene innalzata come un vessillo perché tutti quelli che lo desiderano possano seguire le orme di questi nuovi eroi che, come Alberto da Giussano, lottano per un ideale.
Il riferimento a questi personaggi è nella realtà attuale trasformato in un segno politico, in un simbolo che contraddistingue un Movimento e che si nutre idealmente delle gesta di un giovane eroe per dimostrare che la storia, questa storia, non è nebbia ma insegnamento.
Barbarossa in realtà non è il protagonista principale, ma il supporto alla figura carismatica di Alberto da Giussano. È lui l'eroe, il giovane idealista che armato di coraggio raccoglie intorno a sé un manipolo di giovani per dare vita alla "Compagnia della Morte" e combattere per la libertà.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.