Il ministro per la pubblica amministrazione del Pdl attacca le "elite irresponsabili" e sostiene: "c'è una sinistra per bene e una per male". Quest'ultima "vada a morire ammazzata". Il Pd: delirio di un fanatico.
Rassegna stampa - Sky Tg24, 19 settembre, 2009.
"Ci sono elite irresponsabili che stanno preparando un vero e proprio colpo di stato", ha detto il ministro per la pubblica amministrazione Renato Brunetta nel corso di un convegno a Cortina D'Ampezzo. Il ministro ha usato altri termini pesanti contro le "sedicenti élite": "mentre gestivamo la crisi non abbiamo visto l'opposizione, e questo per la democrazia è un problema. Abbiamo visto le élite, o sedicenti tali, impegnate a buttare giù il governo. Sono sempre le solite: quelle delle rendite editoriali, finanziarie, burocratiche, cinematografiche e culturali, che hanno combattuto il governo reo di aver cominciato a colpire le case matte della rendita".
"Stanno preparando un colpo di Stato - ha detto il ministro - a cui si risponde a viso aperto parlando con gli italiani, costruendo l'Aquila, con un grande piano per il Mezzogiorno. La vera unità d'Italia è risolvere la questione meridionale".
E ha aggiunto: "La povera sinistra sarebbe nata con altri scopi e invece si fa condizionare da un'elite di m..", riferendosi alle "cattive banche, alla cattiva finanza, ai cattivi giornali". Brunetta invita perciò "la sinistra per bene" a "ritornare alla politica, compagni di sinistra, senza farvi fare la politica dai giornali".
Il ministro Brunetta ha messo in contrapposizione quelli che ha chiamato "i compagni della sinistra per bene" e quella che ha definito "la sinistra per male". E per questa ha usato la frase "vada a morire ammazzata".
"Abbiamo una grande occasione, - ha continuato - la nostra missione sarà una missione straordinaria contro la cattiva rendita, contro i parassiti dovunque essi siano: nella finta cultura, nella finta cinematografia ideologica parassitaria, nel finto sindacato, nelle cattive banche, nella cattiva finanza, nei cattivi giornali".
Sul Pdl ha poi spiegato: "Le riflessioni di Gianfranco Fini sono una ricchezza per il Pdl". Per quanto riguarda i rapporti con la Chiesa il ministro ha detto: "anche con la Chiesa bisogna lavorare. Lo dico da laico mangiapreti. È necessario un dialogo soprattutto nei settori in cui la Chiesa fa meglio dello Stato. Ma non ci può essere un dialogo con la Chiesa di certi esponenti che giocano al massacro e che sono portatori di una ideologia politica con la tonaca. Mai la Chiesa ha avuto tanto dallo Stato in termini di 8 per mille. Questa è la nostra serietà".
Dura reazione da aprte dell'opposizione e dal sindacato.
Secondo Antonello Soro, presidente dei deputati del Pd, "le parole farneticanti del ministro Brunetta appartengono a un periodo della vita politica italiana superato e sconfitto". "Il suo delirio e il suo fanatismo - aggiunge - testimoniano il fallimento di un governo che ha esaurito anche gli annunci propagandistici".
"Brunetta evidentemente dimentica di essere un ministro della Repubblica. I suoi insulti sguaiati rivolti all'opposizione accusata di non fare quello che vuole lui, l'uso a vanvera di parole come colpo di Stato sono assolutamente non degni di un rappresentante istituzionale". Lo afferma la capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro commentando le parole del ministro. "Brunetta non esageri e soprattutto non si illuda - conclude la Finocchiaro - che questi strepiti e questi insulti riescano davvero a nascondere la difficoltà di un governo diviso su tutto, anche su un argomento delicato come le missioni internazionali".
"Al ministro Brunetta, che si lancia in lugubri anatemi, rispondiamo con una battuta: 'una risata lo seppellirà' ". Così Massimo Donadi, capogruppo dell'Italia dei valori alla Camera, nel corso di una dibattito sull'economia, al quarto incontro nazionale del partito a Vasto. "Mentre noi siamo qui a discutere di economia e proposte per rilanciare il sistema Paese - sottolinea Donadi - è sconfortante leggere le dichiarazioni di così basso livello da parte di un ministro della Repubblica".
Non c'è nessun "colpo di stato" da parte della "sinistra", ma solo "la strategia del terrore di Brunetta". Lo sostiene il segretario generale della Fp Cgil, Carlo Podda.
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