Caselle Landi - Pena di cinque anni ma grazie all'indulto non andrà in carcere, l'avvocato ora punta a revisione o Corte europea.
Confermata la condanna per Guarischi.
A nove anni dall’arresto arriva la sentenza definitiva in Cassazione.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Carlo Catena, 19 settembre 2009.
Caselle Landi - Confermata in Cassazione la condanna a cinque anni di carcere per Massimo Gianluca Guarischi, il consigliere regionale di Forza Italia (attualmente sospeso) che era finito in carcere il 21 settembre del 2000 assieme ad altri quattro lodigiani nell’ambito dell'inchiesta sui lavori di regimazione idraulica in Valtellina, dopo l’alluvione del 2004, quella che si portò via anche il ponte sull’Adda a Bertonico. «Non c’è però il rischio del carcere - assicura il suo difensore, Alessandro Diddi di Roma - in quanto bisogna scontare i tre anni di indulto e quanto già trascorso in custodia cautelare (127 giorni, ndr). La pena verrà quindi sospesa ma non intendiamo arrenderci: stiamo valutando una revisione del processo o un ricorso alla Corte di giustizia europea».
A ricorrere in Cassazione, dopo il verdetto d’appello del 2007 che aveva fatto cadere l'accusa di corruzione ma inasprito la pena, anche tre imprenditori già condannati per la vicenda: anche per loro la suprema corte ha confermato il verdetto precedente.
La vicenda per cui il manager e politico oggi 45enne era entrato nel mirino dei pubblici ministeri milanesi Fabio Napoleone e Claudio Gittardi aveva visto finire in cella anche l’allora assessore regionale alla protezione civile Milena Bertani: l’ipotesi accusatoria era che appalti regionali per 50 miliardi di lire fossero stati aggiudicati alle imprese del gruppo Guarischi (fondate dal padre, Gianpiero) e ad altre ad esso collegate, come subappaltatrici, versando tangenti dai 40 ai 250 milioni di lire a funzionari regionali, pagati anche sotto forma di consulenze.
La sentenza di secondo grado aveva visto inoltre pene di un anno e 5 mesi per Antonio Lambri, ex sindaco di Caselle Landi, e 3 anni e 3 mesi a un funzionario regionale Emilio Galli. La corte d’appello aveva disposto per Guarischi anche l’interdizione perpetua da incarichi pubblici, oltre a un risarcimento di 131mila euro alla regione Lombardia, confermando le imputazioni di associazione per delinquere, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Nella medesima sentenza invece era stata confermata l’assoluzione per Monica Barbara Guarischi, sorella del politico e all’epoca amministratore delegato delle imprese Flumiter, Cogni, Ilesi, Progetti e Costruzioni, confermando però la tesi accusatoria in base alla quale esisteva un sistema per pilotare gli appalti conseguenti ai dissesti dell’alluvione del 1994. Tra i lavori al vaglio della procura di Milano c’erano anche due interventi sul Po.
Avevano invece patteggiato già in primo grado Roberto Anelli di Caselle Landi, Maurizio Cogni, zio di Guarischi, e Francesco Sverzellati di San Rocco al Porto, mentre Teodoro Cominetti di Caselle Landi aveva patteggiato in un processo stralcio. Dopo questa vicenda alcune delle imprese coinvolte, specializzate in lavori sulle rive dei fiumi, si erano trovate costrette a chiudere.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.