Rassegna stampa - Repubblica.it, Paolo Berizzi, 20 settembre 2009.
Bari - Un po' lo scaricano e un po' lo difendono. Un po' lo condannano - anche in modo beffardo, "a giocare col fuoco... " - e un po', forse, lo temono. Di certo molte vorrebbero dimenticarselo. Ma, per ora, è impossibile. Per ognuna di loro Gianpaolo Tarantini è stato qualcosa. Un formidabile contatto, un mediatore, fisso o casuale, un amico "che conta", che le aveva benissimo inserite fino a portarle lassù, alla corte e finanche nel letto dell'uomo più ricco e potente d'Italia. Qualcuna se ne era pure "invaghita".
Adesso però Gianpi è finito in carcere. Nel giro delle "ragazze delle feste" - trenta per diciotto serate, 1000 euro a chi "restava con il presidente" secondo il tariffario Tarantini - la notizia dell'arresto è deflagrata spargendo schegge di preoccupazione e imbarazzo. Ma ha sprigionato anche il sapore della vendetta. "Chi se le va a cercare, poi fa i conti con quello che gli succede". La voce di Barbara Guerra è rotta dalla rabbia. Stando ai verbali di Tarantini, lei, 30enne di Mariano comense, ex concorrente della Fattoria 4 e già "schedina" della Domenica sportiva, è una delle vallette che Gianpi ha portato a Palazzo Grazioli (l'8 ottobre e il 16 ottobre 2008, assieme alla escort rumena Ioana Visan) e alle quali avrebbe pagato, oltre al viaggio, anche i 1.000 euro "per un eventuale rapporto sessuale" con il premier. Guerra non smentisce di essere stata a casa di Berlusconi. Però nega di essere una escort e di avere avuto rapporti sessuali con lui. "Tarantini lo querelo", ha annunciato. Ora che l'imprenditore è stato arrestato, tuona: "Mi ha tirato in ballo così, senza motivo, inventandosi cose che non esistono, e rovinandomi la carriera". La showgirl dice di essere prima di tutto preoccupata per il suo futuro: "Sì, Tarantini è in carcere, e se l'è cercata, ma a me interessa la mia di situazione. Ora non lavorerò più".
Un pensiero che pare non assillare Patrizia D'Addario. La escort barese è praticamente in tournée permanente in giro per l'Europa, set fotografici, interviste, ospitate in tv. Sui suoi rapporti con Tarantini, a giudicare dall'incastro tra i racconti dell'uno e dell'altra, non sembrano esserci dubbi: li ha presentati Massimiliano Verdoscia (amico e collaboratore di Gianpi) e lui le ha proposto di partecipare a una cena nella residenza romana di Berlusconi. Di più: fu proprio Tarantini a chiedere a Patrizia il curriculum per una candidatura alle elezioni europee, ridimensionata poi a una corsa nella lista "La Puglia prima di tutto". Su Gianpi la D'Addario non ha mai espresso giudizi trancianti. Con chi le ha parlato nelle ultime ore il commento è stato "è una persona che con me si è sempre comportata correttamente", un amico no, ma comunque uno che almeno "ci ha messo la faccia", non come quelli che "dicevano di non conoscermi e invece mi mandavano gli sms di auguri".
Nella ricca agenda alla quale Tarantini attingeva per reclutare ospiti da portare a Silvio Berlusconi Patrizia occupava la sezione "escort". O meglio, come ha fatto mettere a verbale, "donne immagine che all'occorrenza avrebbero potuto effettuare prestazioni sessuali". Poi c'erano i volti della tv. Manuela Arcuri, la sua amica Francesca Lana ("si era invaghita di Gianpaolo", racconta Alessandro Mannarini in un interrogatorio), Linda Santaguida, Carolina Marconi e altre vallette dell'orbita Mediaset. Tutte furibonde con Gianpi dopo la pubblicazione dei verbali sulle feste in compagnia del presidente del consiglio. Nessuna di loro sembrava conoscerlo, negli ultimi giorni, Tarantini. Figurarsi nell'attuale condizione di detenuto ("A giocare col fuoco ci si scotta", taglia corto una di loro). Smentiscono di averci mai avuto rapporti.
Eppure la Guardia di Finanza ha ricostruito serate che le hanno viste ospiti, alcune, alle feste di Gianpi. In barca e in villa. Arcuri, Lana, Santaguida, Raffaella Zardo ("Fede era arrabbiato perché lei frequentava Tarantini", dice ancora Mannarini). Chi non se la sente di condannare Tarantini è Graziana Capone, l'"Angelina Jolie" di Bari, 25 anni, neo avvocato che chiese a Gianpi - presentatole da un amico - di potere incontrare Berlusconi (lo riferisce lo stesso Tarantini, risultato: per lei due inviti a Arcore e a Roma). "Non lo conosco bene perché l'ho incontrato solo due volte - dice -. Oddio, avrà fatto quello che ha fatto, ma mi dava l'impressione di uno che voleva accreditarsi agli occhi di Berlusconi per prestigio personale più che per interessi o per affari".
Quattro indagati per droga ospiti del premier. L'11 agosto 2008
il gruppo partecipa ad una festa nella residenza sarda del Cavaliere. Quella cena dei "bravi ragazzi" tra i lussi di Villa Certosa. Nella villa di Cala di Volpe, in Costa Smeralda, una cassaforte per custodire la "polvere".
Rassegna stampa - Repubblica.it, Paolo Berizzi, 19 settembre 2009.
Bari - C'era Simon Le Bon che cantava. C'era Simona Ventura. Ma c'erano anche gli "ospiti sbagliati". Quelli che "danno la droga a tutti", quelli che "brindiamo a questo vino sopraffino e facciamoci sopra un bel tirino". Quelli che "stanno riempiendo di coca mezza Sardegna" - come dice al telefono, una notte, "in stato confusionale", la soubrette Francesca Lana. Quelli delle feste dove sniffano "come i matti" e sciolgono le pasticche di Md nei bicchieri, e dove all'alba il domestico trova una ragazza svenuta in giardino, "ma cosa le hanno dato?!". Ma certo, "quelli di Bari", come li chiamavano in Costa Smeralda.
Definizione smilza e efficace, da "goodfellas". Quei "bravi ragazzi" erano tutti seduti a tavola, l'11 agosto 2008, a Villa Certosa. Ospiti del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. A mangiare e a bere e a cantare, nella residenza estiva del premier, il gruppo è al gran completo. Quattro. Tutti indagati dalla Procura di Bari per cessione di cocaina. Gli "ospiti sbagliati" (da una definizione di Berlusconi) sono i "tre moschettieri" Gianpaolo Tarantini, Massimo Verdoscia, Alessandro Mannarini (il primo è in carcere, il secondo agli arresti domiciliari). E un quarto amico, Nicola De Marzo, detto Nick.
Si divertono, tra loro c'è chi filma la festa con il telefonino. Gianpi è seduto vicino a Berlusconi, la barba curata. Ci sono il suo amico e socio Max Verdoscia e il leccese Mannarini che grida "vai Gianpi!" mentre Berlusconi canta Apicella e Simon Le Bon canta se stesso. Alcune ospiti, tra gli applausi, ballano sul palco. Il video di quella notte dell'11 agosto - diffuso da l'Espresso - restituisce oggi uno scenario inquietante.
Così come "inquietante" è il quadro che il gip di Bari Vito Fanizzi traccia dell'estate che spalanca a Tarantini - imminente e futuro procacciatore di escort - le porte del cerchio magico del presidente del Consiglio. Finché i due diventano amici. La coca, certo. Coca a fiumi offerta dal gruppo Tarantini agli ospiti dei party organizzati nella villa di Cala di Volpe con cassaforte installata apposta per custodire le scorte di polvere bianca.
Tanti bei nomi a quelle feste: imprenditori, stilisti, dame e damine della tv. "Ci devi prendere a piccole dosi, siamo ragazzi cattivi" dice Mannarini (telefonata intercettata dai finanzieri il 27 luglio 2008) ad una ragazza che prova a tirarsi fuori dal giro ("altrimenti mi devasto"). Quanta cocaina tiravano e quanta ne facevano girare, "quelli di Bari", lo certificano le conversazioni telefoniche e le intercettazioni ambientali. E i verbali degli interrogatori degli indagati. Che si accusano l'un l'altro scaricandosi a vicenda.
Sempre sulla cocaina. Chi l'ha comprata, chi l'ha trasportata in Sardegna, chi la distribuiva. Tarantini ammette di averne data a Francesca Lana - l'amica del cuore di Manuela Arcuri che pure ha partecipato, assieme a lei, ad una festa a casa di Gianpi (giugno 2008, villa di Giovinazzo). A lei sì ma non a Sabina Began, amica di Berlusconi e del gruppo barese, alla quale, invece, "sono sicuro - dice Gianpi - l'hanno ceduta sia Verdoscia sia Mannarini".
Alla fine sembrano sfumature, piccole crepe persino scontate. La cocaina per gli ospiti "sbagliati" del premier è "un costume usuale": così lo definisce il gip Sergio Di Paola. Il consumo di polvere serve al gruppo per "mantenere elevato il livello delle relazioni sociali". Lo schema Tarantini. Ragazze e coca "per avere successo in società". Nella sua fase sarda la fitta rete di rapporti che ha catapultato Gianpi fin dentro la corte di Silvio Berlusconi è una trama che tiene dentro, come protagonisti o comprimari, personaggi trasversali e diversi tra loro.
Accomunati da una predisposizione al consumo di droga. La scorta Tarantini e soci l'avevano fatta a Bari. Un acquisto in stock il cui peso specifico gli investigatori ritengono essere di molto superiore ai 50-70 grammi di cui ha parlato l'imprenditore barese in un interrogatorio. "Stanno riempiendo di coca mezza Sardegna, lo sa anche Briatore (totalmente estraneo alle indagini, ndr)". Le parole sconcertate di Francesca Lana sono il timbro dell'estate sarda di Gianpi e dei suoi (ex?) amici. Poi c'è un'immagine. Quella che chiude il video della cena a villa Certosa. Silvio Berlusconi di bianco vestito che, a un certo punto, avanza verso i "baresi" e chiede di smetterla di filmare con il telefonino. Ma il brutto doveva ancora venire.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.