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domenica 20 settembre 2009

I costi ritardano nuove case popolari

Casale - Ritardi in vista per gli edifici popolari del comparto “Peep 4”, che avrebbero dovuto garantire un tetto a circa 600 persone.
Case a basso costo, progetto bloccato.
Nuove norme: impennata nelle spese degli alloggi in cooperativa.

Rassegna stampa - Il Cittadino, Andrea Bagatta, 19 settembre 2009.

Le nuove disposizioni regionali per il contenimento energetico delle abitazioni, gli standard e le opere d’urbanizzazione di qualità fanno alzare i prezzi di costruzione, e il piano di edilizia economica e popolare “Peep 4“ non decolla. Il “Peep 4” è un progetto avviato da anni, che prevede la realizzazione di 18 lotti di edilizia economica e popolare, con una previsione di circa 600 nuovi abitanti. Un nuovo quartiere sistemato tra la zona industriale di via Labriola e il distributore Agip sulla Mantovana, prima dell’ingresso in Casale.
In fase progettuale si era previsto di realizzarlo con standard qualitativi elevati per le zone pubbliche, i giardini, le piazzette e le vie interne, con una ciclabile e altre opere di collegamento tra il centro città e la zona di via Labriola. «Proprio le elevate richieste in termini di standard, le importanti opere d’urbanizzazione e il cambiamento nella normativa sul contenimento energetico delle abitazioni hanno portato a un aumento dei costi, per cui i costruttori sono in difficoltà - dice il geometra Patrizio Rocca, coordinatore degli operatori -. Abbiamo chiesto al comune un adeguamento del prezzo di convenzione, perché altrimenti non tutti riusciranno a costruire». I piani di edilizia economica e popolare infatti sono realizzati da cooperative e altre società con requisiti particolari, e gli alloggi possono essere venduti a prezzi stabiliti da un’apposita convenzione stipulata con l’amministrazione comunale. Nel caso del “Peep 4”, il prezzo di vendita fissato nel 2006 era di circa 1.200 euro al metro quadrato in base alla tipologia di alloggio, di circa 780 euro al metro quadrato per i box, e i costruttori hanno chiesto un adeguamento di almeno il 10 per cento. «Oltre alle difficoltà di questo piano, la crisi dell’edilizia non ha aiutato gli operatori - prosegue Rocca -. Se non si muove qualcosa, però, difficilmente chi non ha ancora iniziato lo farà nei prossimi mesi». Dei 18 lotti previsti, soltanto due palazzine sono quasi concluse. Altri tre palazzi sono in piedi fino al tetto, ma ancora privi delle finiture e con gli interni da realizzare, come i due condomini Aler. Sette palazzine sono quindi a buon punto. Di altri tre palazzi è stata perimetrata l’area o fatti gli scavi delle fondamenta, mentre degli ultimi otto non c’è nessuna traccia. Le previsioni indicavano nel 2010 o poco dopo la conclusione dei lavori, ma è evidente che il piano è in netto ritardo e che l’anno prossimo forse sarà pronto un terzo dei lotti. Per saziare la fame di case popolari bisognerà attendere il 2011 od oltre.
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