Rassegna stampa - l'Unità.it, 20 settembre 2009.
«Dopo un'estate in cui Silvio Berlusconi è stato varie volte accusato di "frequentare minorenni", di dormire con prostitute e di dare viziosi party nella sua villa in Sardegna, è giunto il momento della reazione femminista». Così, l'Observer, l'inserto domenicale del quotidiano britannico The Guardian, torna sul caso Berlusconi-D'Addario e sugli strascichi che ha prodotto in questi ultimi mesi. A cominciare dalla lunga serie di interventi pubblicati da l'Unità e aperti dalle riflessioni di Nadia Urbinati, L'articolo, intitolato «Il "sessista" Berlusconi affronta il boomerang della rabbia delle italiane», prende spunto dal documentario, "Il Corpo delle donne" apparso su web e visto «da più di mezzo milione di persone» che «è un'aspra critica al sessismo quotidiano che caratterizza la tv commerciale italiana».
Secondo l'Observer infatti, «il bersaglio» di questa «rivolta» femminista, «non è solo Berlusconi ma la cultura diffusa di un paese in cui un premier può sopravvivere a simili accuse». Un femminismo che, scrive l'Observer, è partito quest' estate dalle docenti universitarie e ora sta «montando fuori dai corridoi degli atenei». Così, «mentre giudici, senatrici, suore, storiche e donne d'affari hanno fatto circolare due petizioni per la fine del sessismo in tv, la Corte europea dei diritti dell'uomo dovrà decidere se Berlusconi potrà essere sanzionato per sessismo dopo che due politiche, Donata Gottardi e Anna Paola Concia, hanno adito alla Corte per le ripetute dichiarazioni irrispettose della vita e della dignità delle donne», conclude l'Observer.
Veline, l'Osce al premier Berlusconi: ritiri le querele a Repubblica e Unità.
Rassegna stampa - l'Unità.it, 20 settembre 2009.
Il rappresentante dell'Osce (l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) per la libertà di stampa, in una nota, ha lanciato un appello al premier italiano Silvio Berlusconi, chiedendogli di ritirare le sue querele per diffamazione contro i quotidiani la Repubblica e l'Unità per le domande e le rivelazioni sugli scandali legati alla vita privata del presidente del Consiglio.
Secondo Miklos Haraszti, i dirigenti politici devono accettare un livello di critica più elevato rispetto al cittadino ordinario per via delle funzioni che svolgono, secondo i principi giuridici su cui si basa la Corte europea per i diritti dell'Uomo. «Porre continuamente domande, anche se di parte, è uno strumento della funzione correttiva dei media. Il diritto a sapere del pubblico include inevitabilmente il diritto dei media a porre domande», dice ancora l'esponente dell'Osce.
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