Cuochi di cianuro.
Rassegna stampa.
Dicevamo dell'autunno che ci aspetta. Stracci lerci, veline confezionate su commissione, si dice, sembra che, una fonte anonima ci assicura. Esecutori di gambizzazioni a mezzo stampa ingaggiati a suon di milioni dal presidente del Consiglio, che fulmineo si dissocia dal sottoposto strapagato: non sapevo, non ci siamo parlati. La cosa è sfuggita di mano. Non è il premier il mandante, cercate altrove: le gerarchie ecclesiastiche, ecco, sì. È una resa dei conti tra cardinali. È una manovra contro Ruini. È la guerra tra Ruini e Bertone. E' la «Lobby di velluto» alle strette. Ne sa qualcosa il Papa, Bruno Vespa lo vuole intervistare? Ne sa qualcosa Gianni Letta, il Copasir lo vuole sentire? Un altro prelato ci ha appena fatto sapere che. C'è la mano dei servizi deviati, no, di un africano che lavora alla Segreteria di Stato. Berlusconi è una vittima. Boffo non c'entra, è un pretesto. Avete letto cosa dice il direttore dell'Osservatore romano? Una fucilata, ma per conto di chi?
Questo, appunto. Siccome ogni paese ha gli scandali che gli assomigliano questa povera Italia sotto il tallone del plutocrate ha quello che con sarcasmo all'estero chiamano il Watergate all'italiana, il sorriso della penna non si vede ma leggendo si sente. A noi tocca un Watergate così, e chissà per quanto altro ancora ci si faranno grassi giornali e siti internet servili (la tv no, quella parla di maltempo e code in autostrada), chi sarà il prossimo, per chi faranno preparare il prossimo plotone. Il Watergate all'italiana al contrario dell'originale non è pericoloso per nessuno tranne che per gli anelli deboli della catena, non mira al vertice ma a suscitare zizzania, ridde di voci, veline per far dimenticare altre veline, carta contro carne, dossier di distrazione di massa. C'è un'industria, al lavoro. Un po' cialtrona perché, di nuovo a differenza dell'originale, qui le fonti sono dilettanti, gente che non sa scrivere in italiano, amanuensi che si rivolgono a una Eccellenza evidentemente committente, forse, si dice, scribani della segreteria di Stato vaticana che, si sa, sono «indiani africani e filippini» dunque sbagliano l'ortografia. Scrive oggi Aldo Giannuli, che di minute «galleggianti» e dossier sporchi è uno dei massimi esperti in Italia. «Il termine Eccellenza (titolo onorifico episcopale) e quel "secretato" alla latina ci fanno sospettare una persona di ambiente cattolico. Avanziamo una congettura: una persona che ha motivo di rancore personale o rivalità nei confronti di Boffo, che si è rivolta ad un detective privato per ottenere il certificato generale (cosa cui non avrebbe dovuto avere accesso). Che poi ha raccolto voci, notizie, pettegolezzi cavandone il "documento" che ha inviato (insieme alla fotocopia del certificato) ai vescovi italiani fin da maggio (...) Una polpetta avvelenata. E cucinata pure male». Enzo Bianco, ex ministro dell'Interno ed ex presidente del Copaco, parla di «odori nauseabondi», «ritorno alle pratiche del Sifar anni Cinquanta». Tra gli odori nauseabondi il peggiore è quello dei morti, di calunnia si muore anche da vivi. Cosa ancora si aspetti a mobilitarsi per difendere l'informazione, la democrazia e l'Italia dai cuochi di cianuro e dal Gran Ristoratore che li ingaggia, davvero, non si sa.
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