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martedì 29 settembre 2009

Battaglia congressuale dentro il Pd

Congresso Pd, Penati attacca. L'ira di Franceschini.
Rassegna stampa - l'Unità.it, 29 settembre 2009.

Si accende la battaglia congressuale dentro il Pd. Dopo che il coordinatore della mozione Bersani Filippo Penati ha messo in discussione il ruolo di Franceschini come segretario alla luce dei risultati dei congressi dei circoli, Franceschini ha "sconvocato", a quanto si apprende, la segreteria, convocata per domani e che nell’ultimo mese è stata allargata ai candidati alla leadership e ai responsabili delle mozioni congressuali per discutere la linea del partito nel periodo congressuale.
A suscitare l’ira del fronte franceschiniano sono state le parole pronunciate in mattinata da Penati: «Fino alle primarie Dario Franceschini di fatto non è più il segretario perchè non ha ottenuto il consenso da parte di due terzi del partito che sta gestendo». Non si tratta di una richiesta di dimissioni, ma di una «riflessione - ha sottolineato Penati - che Franceschini dovrebbe fare».
Parole duramente criticate da Piero Fassino: «Vogliamo sperare che Pier Luigi Bersani non condivida le sconcertanti e irresponsabili parole di Filippo Penati e le smentisca in modo inequivoco». Aggiunge il coordinatore della mozione Franceschini: «Lo Statuto del nostro partito assegna alle elezioni primarie, e solo ad esse, il compito di eleggere il Segretario nazionale del Pd. Sarà in quella sede il 25 ottobre che i nostri iscritti e i nostri elettori decideranno con il voto chi dovrà guidare i Democratici nei prossimi anni». «Fino a quel momento chi è alla guida del Pd deve poter esercitare la sua responsabilità in modo pieno e con il sostegno di tutto il Partito. Chi non si attiene a questa elementare regola produce un danno non a una persona o a una mozione congressuale, ma al Partito Democratico».
Non si è fatta attendere una risposta da parte dello stesso Penati: «In queste settimane si stanno svolgendo migliaia e migliaia di congressi, l'esito è sotto gli occhi di tutti: una grande discussione democratica e una scelta che appare chiara. Il punto non è quindi delegittimare Franceschini, né mettere in discussione il fatto che rimane il segretario, ma prendere atto che i 2/3 del partito non gli hanno dato il loro consenso. Questo, a mio giudizio, pone una riflessione circa il problema di una gestione collegiale del partito da qui alle primarie e nella rappresentanza esterna. Il risultato delle primarie non sarà diverso da quello dei congressi perché centinaia di migliaia di nostri iscritti non possono che rappresentare in modo significativo l'intero panorama degli elettori».
A stretto giro di posta parla l'ex ministro e competitore: «Sgombriamo il campo da ogni equivoco più o meno interessato. Franceschini, come è ovvio e come è giusto, è a pieno titolo il segretario del Pd così come prevede lo statuto, e ha la nostra piena collaborazione» afferma Bersani. «Ci auguriamo tutti che le primarie abbiano un grande successo di partecipazione, così come è stato per la fase dei congressi di circolo, e lavoriamo tutti per questo. sono convinto - conclude Bersani - che il confronto che avremo darà forza al nostro progetto e alle prospettive del nostro partito».
Al Nazzareno clima di grande tensione. Franceschini ha telefonato a Bersani e a Massimo D'Alema per ricordargli che il segretario - come prevede lo statuto - sarà eletto con le primarie del 25 ottobre. Deligittimazione a 25 giorni dalle primarie? «Inviterei tutti, a qualsiasi mozione appertangano, ad evitare affermazioni e dichiarazioni sinceramente fuori luogo. È evidente come una competizione per la leadership impostata in questo modo porta inevitabilmente ad una radicalizzazione dello scontro tra i candidati. I miei dubbi sul percorso scelto nascevano anche da queste preoccupazioni», dice il capogruppo del Pdl al Senato, Anna Finocchiaro.
E Rosa Bindi spiega: «Le parole di Penati non mi sono piaciute. I risultati dei congressi dei circoli parlano da soli, e il consenso registrato da Bersani non ha bisogno di ulteriori commenti. Fino alle primarie, a norma di statuto, il segretario resta Dario Franceschini». «Trovo però scomposte e scorrette - aggiunge Bindi - le reazioni dei sostenitori di Dario e mi preoccupa che non si colga la realtà dei fatti. da domani inizia una fase nuova, quella delle primarie, ed è legittimo oltre che giusto interrogarsi su come gestire questo passaggio fino al 25 ottobre».
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