La crisi non accenna a mollare la presa: le imprese sono in crisi, ma solo cinque comuni hanno aderito al fondo di solidarietà. Cassa integrazione, un anno da record. Rispetto al 2008 nel Lodigiano è aumentata dell’851 per cento.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Greta Boni, 29 settembre 2009.
La crisi non ha nessuna intenzione di “mollare il colpo”. Con la fine del periodo estivo, alcune imprese si sono trovate irrimediabilmente con l’acqua alla gola, andando ad allungare la lista già cospicua delle situazioni di difficoltà. In provincia di Lodi, il ricorso alla cassa integrazione è cresciuta dell’851 per cento nel giro di un anno, un dato diffuso in questi giorni dagli uffici regionali della Cgil e aggiornato al mese di settembre.
In Lombardia, tutte le province piangono: «Siamo in presenza di un deciso ricorso alla cassa integrazione da parte delle imprese - fanno sapere dalla Camera di lavoro -. Se nel secondo trimestre del 2009 il 39,6 per cento delle aziende aveva usufruito di questo ammortizzatore sociale, le nostre proiezioni per il terzo trimestre, in ragione del tasso di produzione e dell’utilizzo degli impianti, ci dicono che potrebbero crescere fino al 45 per cento. Per l’intera regione - aggiungono dalla Cgil -, le ore autorizzate totali di cassa integrazione nel periodo gennaio-agosto 2009 sul 2008 hanno manifestato un tasso di crescita del 465 per cento; in questo quadro l’ordinaria l’ha fatta da padrona con un più 858 per cento, mentre la straordinaria ha segnato un più “modesto” 200 per cento».
Il fondo di solidarietà messo a disposizione sul territorio, grazie al contributo di istituzioni e associazioni, si sta esaurendo. Fino a questo momento, però , solamente quattro comuni hanno dato la loro adesione per andare a “rinforzare” il conto, con una somma di due euro per abitante: si tratta di Maleo, Ossago, Cornegliano e Caselle Lurani, oltre al comune di Lodi che ha promosso l’iniziativa insieme a palazzo San Cristoforo.
Il presidente della Provincia di Lodi, Pietro Foroni, promette che saranno valutate tutte le risorse per rimpinguarlo, allo stesso tempo ricorda che, dal punto di vista del portafoglio, “la coperta è corta”: «Con Regione Lombardia abbiamo portato avanti la partita degli ammortizzatori in deroga, adesso valuteremo come rafforzare in modo forte il fondo, facendo il massimo sforzo possibile ma tenendo conto della situazione economica. Nel bilancio di previsione indicheremo le risorse che saranno utilizzate. Per quanto riguarda l’invito mosso a tutti i comuni affinché aderiscano al fondo di solidarietà, abbiamo inviato una lettera: si tratta di un progetto serio, ci auguriamo che si sviluppi».
I sindacati hanno sempre fatto affidamento sull’iniziativa, che al momento non ha ancora preso piede. «Non possiamo che essere amareggiati - afferma Domenico Campagnoli, segretario provinciale della Cgil -, alcuni comuni hanno adottato delle misure locali, non aderendo però a un meccanismo di solidarietà. In questo modo, però, un segmento del lavoro rischia di restare allo scoperto. Per ora circa trecento persone hanno chiesto aiuto, un numero che potrebbe salire fino a 400 o 500, a cui si aggiungono le richieste arrivate al fondo messo in campo dalla diocesi. Nel 2010 il fondo dovrà essere rifinanziato».
Le parti sociali chiederanno un incontro con gli altri protagonisti per affrontare insieme la questione. «Abbiamo già sottolineato la necessità di rifinanziare il fondo - dice Mario Uccellini, segretario provinciale della Cisl -, anche l’amministrazione provinciale ha espresso un parere favorevole, senza ancora indicare la cifra che sarà messa a disposizione. Crediamo che con il prossimo anno l’impegno sarà ancora più importante. È possibile che alcuni comuni non abbiano partecipato all’iniziativa a causa delle difficoltà economiche, qualcuno potrebbe aver posticipato il versamento al 2010».
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