FATTI E PAROLE

Foglio virtuale quotidiano di Brembio e del suo territorio

http://www.fattieparole.info

Si può leggere l'ultimo numero cliccando sopra, sull'immagine della testata o sul link diretto, oppure cliccando qui.
Ogni nuovo numero esce nelle ore serali, ma dopo le 12.00 puoi già leggerlo mentre viene costruito cliccando qui.

FATTI E PAROLE - ARCHIVIO
www.fattieparole.eu

La parola al lettore

Le tue idee, opinioni, suggerimenti e segnalazioni, i tuoi commenti, le tue proposte: aiutaci ad essere un servizio sempre migliore per il nostro paese.

Puoi collaborare attivamente con noi attraverso questo spazio appositamente predisposto - per accedere clicca qui - o anche puoi scriverci cliccando qui.

martedì 29 settembre 2009

Non c’è solo un volto demoniaco della politica

Dopo la sollecitazione del presidente della CEI.
L’altro volto della politica è quello che può esserle dato.

Rassegna stampa - Avvenire, Giuseppe Dalla Torre, 29 settembre 2009.

Nella prolusione pronun­ciata la scorsa settimana dal cardinale Angelo Bagnasco, in apertura dei lavori del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, vi era un passaggio sul quale conviene tornare con qualche riflessione.
Diceva, dunque, il presidente della Cei, richiamando in particolare l’insegnamento recente di Benedetto XVI, che «la Chiesa non cessa di raccomandare ai giovani e all’intero laicato la strada non solo del volontariato sociale, ma anche della politica vera e propria, nelle sue diverse articolazioni, quale campo di missione irrinunciabile e specifico». Il passaggio mette a fuoco un tema importante, sul quale effettivamente è da tempo ormai calato il velo nella memoria.
In effetti nell’età immediatamente successiva al Concilio Vaticano II, sulla sollecitazione dei fondamentali insegnamenti della Gaudium et spes , ma anche della Apostolicam actuositatem, circa i rapporti fra la Chiesa e la comunità politica e sulle responsabilità del laicato cattolico nell’animazione dell’ordine temporale, si assistette ad un vigoroso ritorno di interesse per l’impegno nella polis.
Fiorirono scuole di formazione politica in numerosissime realtà diocesane, si alimentò un fitto dibattito in seno alle associazioni e ai movimenti circa le responsabilità del cristiano nel perseguimento del bene comune attraverso l’azione politica. Furono anni di un 'roveto ardente', che sembrava dover bruciare le scorie del passato per riportare il laicato ad un limpido e forte impegno, ideale e pratico. Poi tutto si venne a raffreddare. Forse perché l’entusiasmo di quella stagione non era stato supportato da un adeguato sforzo culturale e progettuale; certamente per il sopraggiungere, quasi una gelata d’estate, della stagione di Mani Pulite. La politica apparve ai più in un volto degenere; erroneamente, nel sentire di molti, passò la percezione per cui l’impegno politico comporti necessariamente doversi sporcare le mani. La reazione, specie nelle più giovani generazioni, fu quella di piegare idealità e libera dedizione personale al campo del volontariato: si aprì la nuova, e per certi aspetti inedita, stagione del grande impegno nel sociale delle numerosissime realtà cattoliche del nostro Paese. Dunque una azione diversa da quella politica per perseguire l’obiettivo, alto, del bene comune: scelta certamente commendevole, che peraltro talora appariva indebolita da una sorta di schizofrenica contrapposizione tra impegno politico e impegno sociale, quasi che questo, in ultima analisi, non esprima pur esso un volto dell’agire a vantaggio della comunità; non sia espressione di quei sentimenti solidaristici che portano a superare l’interesse personale, o del gruppo di appartenenza, per dedicare intelligenza e capacità a vantaggio dell’intera società. Tra l’altro questo consistente e visibilissimo fenomeno del volontariato non è stato sempre sostenuto da una adeguata chiarezza delle motivazioni profonde, che rendono radicalmente diversa l’azione sociale motivata dalla carità cristiana rispetto a quelle analoghe, e comunque apprezzabili, di tante agenzie umanitarie. Il pericolo di un generoso, concreto, fattivo attivismo mosso solo da un vago sentimento di solidarietà è stato, in passato, messo più volte in evidenza. Ora la sollecitazione del cardinale Bagnasco viene a richiamare l’attenzione dei cattolici italiani, nei nuovi contesti nazionali e planetari, sull’esigenza di riprendere una elaborazione culturale, necessariamente prodromica ad un impegno concreto. Vuole cioè richiamare l’attenzione sul fatto che non c’è solo un volto demoniaco della politica, ma questa può essere anche, come diceva Paolo VI, la più alta forma di carità.
Condividi su Facebook

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.