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martedì 29 settembre 2009

Province in difficoltà

Al convegno con i presidenti lombardi hanno tenuto banco le difficoltà degli enti a rispettare le strette regole economiche. Patto di stabilità, la provincia “bussa” alla Regione. Foroni critica la vecchia giunta e punta a un anticipo di 10 milioni per la “234”.
Rassegna stampa - Il Cittadino, Alberto Belloni, 29 settembre 2009.

Un anticipo di 10 milioni di euro sui soldi per la variante della 234, per aggiustare la “sedia rotta” lasciata dalla vecchia amministrazione provinciale alla giunta Foroni. Sarà questo l’asso che la provincia di Lodi calerà sul tavolo della Regione Lombardia per cercare di rispettare il patto di stabilità. Una partita difficile, che a tre mesi dal fischio finale rischia di bloccare mutui, investimenti, assunzioni e di costare un aumento delle tasse auto dei cittadini; e che palazzo San Cristoforo, ultimi aggiornamenti alla mano, affronta con la prospettiva di dove rimontare circa 9 milioni di euro. Le strategie, nel dettaglio, potrebbero essere discusse nel consiglio in programma oggi alle 16, quando l’assessore Cristiano Devecchi illustrerà lo stato di attuazione dei programmi, la salvaguardia degli equilibri di bilancio e una variazione al bilancio stesso. Sulla carta, però, la strada percorribile resta soltanto una: bussare alle porte del Pirellone, chiedergli di farsi carico a bilancio dell’attuale gap o farsi anticipare 10 dei 24,5 milioni di euro promessi per i circa 7 chilometri di variante della 234, tra Maleo e Casale. L’ipotesi è plausibile: finita la gara d’appalto, per fine ottobre dovrebbe arrivare l’assegnazione dei lavori, il cui inizio sarebbe previsto per il prossimo mese di marzo. E la provincia ci proverà, nella speranza di porre un rimedio a quell’ultimo bilancio dell’era Felissari che Foroni giudica con grande severità: «È stato sbagliatissimo, era già previsto uno sforamento del patto, ci penalizzerà per anni se non troviamo una soluzione - conferma il presidente della provincia -. Cercheremo di trovare una scappatoia con la regione, o con l’applicazione della nuova normativa dell’aprile 2009 (in base alla quale la regione “garantirebbe” le province virtuose), che però andrebbe applicata a tutte, o con un anticipo per la 234. Quest’ultima è una strada percorribile, ma più un escamotage che un atto dovuto: i lavori non sono nemmeno partiti! Di certo, non accettiamo lezioni da nessuno: dall’opposizione ci chiedono di mettere mano, ma la sedia non andava rotta fin dall’inizio».
Il suo predecessore, però, non ci sta: «Quella di Foroni è un’opinione avulsa dalle valutazioni del contesto in cui abbiamo agito - replica Felissari -: il patto era irrispettabile e inapplicabile, ci avrebbe persino impedito di liquidare le spettanze di chi se l’è guadagnate realizzando opere; il tutto in un momento nel quale l’accento sul dibattito, anche a livello nazionale, era posto sulla necessità di non bloccare le opere. In più, la Regione ha la facoltà di farsi garante, e rispetto a noi che abbiamo dovuto rallentare i pagamenti c’è la possibilità di farsi dare un anticipo su una sola opera, sulla quale sono già in atto gli espropri e che la commissione dovrebbe dare in appalto per fine ottobre; senza contare che, nella conferenza stato regioni, si sta comunque pensando di togliere alcune sanzioni per chi violerà il patto, come sui mutui e le assunzioni».

La protesta da San Cristoforo: «Così non possiamo investire».
Rassegna stampa - Il Cittadino, Alberto Belloni, 29 settembre 2009.

Il patto di stabilità? Mal comune, nessun gaudio. E tutti in fila verso il Pirellone e il governo per chiedere una mano, perché così futuro non ce n’è. Al direttivo dell’Unione province lombarde, ospite ieri a Lodi, non se è parlato praticamente d’altro. «Perché tutte le province sono in difficoltà», spiega Leonardo Carioni, presidente della provincia di Como e della stessa Upl, senza sottilizzare troppo tra chi magari i parametri comunque li rispetterà (Brescia, e pochi altri) e il resto del gruppone, orfano per l’occasione solo di Bergamo e con Dario Allevi, numero uno della neonata Monza e Brianza, spettatore (non ancora) pagante della partita. «I soldi li abbiamo, ma non li possiamo spendere», lamentano tutti, annunciando una “sollevazione dei virtuosi” che premi chi in questo Paese ancora investe ed ha tutte le intenzioni di andare avanti a farlo.
Nella cervellotica contabilità tra saldi di cassa e saldi di competenza, alcune situazioni sono particolarmente critiche. Se lo sforamento della provincia di Lodi, per esempio, oscilla attorno ai 9 milioni di euro, Sondrio dovrebbe recuperare in tre mesi un “gap” di 15 milioni. «Abbiamo grossi investimenti e grossi trasferimenti, e questo ha inciso - spiega comprensibilmente preoccupato il presidente sondriese, Massimo Sertori -. Ho dato ai miei uffici indicazioni di rispettarlo in tutti i modi, ma è molto difficile. Di certo il problema riguarda un po’ tutti, ne riparleremo presto, le azioni vanno intraprese assieme perché è questo che ci da forza. Responsabilmente, pur rispettando i conti, dobbiamo fare il più possibile per i nostri cittadini».
«Non possiamo fare opere pur avendone le risorse, e non potendo pagare i fornitori la cosa si riflette anche sulle piccole e medie imprese», è l’allarme anche occupazionale di Guido Podestà, presidente della provincia di Milano, che prima di abbandonare il direttivo fa ben capire l’aria che tira. C’è la crisi dell’auto, le cui tasse valgono «quasi la metà dei nostri gettiti tributari», come sottolinea il “pavese” Vittorio Poma. E c’è il calo delle risorse, nonostante deleghe come strade e scuole costino care. Quindi? Affidando a Daniele Molgora, presidente della virtuosissima Brescia e sottosegretario al ministero della finanze il compito di mediare con il governo, la volontà è quella di chiedere la stessa indulgenza applicata altrove (centro sud) ma anche norme meno uniformi per realtà, lungo la penisola, ben diverse tra di loro. «Cerchiamo il dialogo, altrimenti faremo i nostri conti - chiosa Carioni -. Ma non solo l’Upl che ci deve pensare: per l’Expo 2015 si parla di 700 milioni di investimenti, ma come si potrà farli rispettando il patto?».
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