Un anticipo di 10 milioni di euro sui soldi per la variante della 234, per aggiustare la “sedia rotta” lasciata dalla vecchia amministrazione provinciale alla giunta Foroni. Sarà questo l’asso che la provincia di Lodi calerà sul tavolo della Regione Lombardia per cercare di rispettare il patto di stabilità. Una partita difficile, che a tre mesi dal fischio finale rischia di bloccare mutui, investimenti, assunzioni e di costare un aumento delle tasse auto dei cittadini; e che palazzo San Cristoforo, ultimi aggiornamenti alla mano, affronta con la prospettiva di dove rimontare circa 9 milioni di euro. Le strategie, nel dettaglio, potrebbero essere discusse nel consiglio in programma oggi alle 16, quando l’assessore Cristiano Devecchi illustrerà lo stato di attuazione dei programmi, la salvaguardia degli equilibri di bilancio e una variazione al bilancio stesso. Sulla carta, però, la strada percorribile resta soltanto una: bussare alle porte del Pirellone, chiedergli di farsi carico a bilancio dell’attuale gap o farsi anticipare 10 dei 24,5 milioni di euro promessi per i circa 7 chilometri di variante della 234, tra Maleo e Casale. L’ipotesi è plausibile: finita la gara d’appalto, per fine ottobre dovrebbe arrivare l’assegnazione dei lavori, il cui inizio sarebbe previsto per il prossimo mese di marzo. E la provincia ci proverà, nella speranza di porre un rimedio a quell’ultimo bilancio dell’era Felissari che Foroni giudica con grande severità: «È stato sbagliatissimo, era già previsto uno sforamento del patto, ci penalizzerà per anni se non troviamo una soluzione - conferma il presidente della provincia -. Cercheremo di trovare una scappatoia con la regione, o con l’applicazione della nuova normativa dell’aprile 2009 (in base alla quale la regione “garantirebbe” le province virtuose), che però andrebbe applicata a tutte, o con un anticipo per la 234. Quest’ultima è una strada percorribile, ma più un escamotage che un atto dovuto: i lavori non sono nemmeno partiti! Di certo, non accettiamo lezioni da nessuno: dall’opposizione ci chiedono di mettere mano, ma la sedia non andava rotta fin dall’inizio».
La protesta da San Cristoforo: «Così non possiamo investire».
Rassegna stampa - Il Cittadino, Alberto Belloni, 29 settembre 2009.
Il patto di stabilità? Mal comune, nessun gaudio. E tutti in fila verso il Pirellone e il governo per chiedere una mano, perché così futuro non ce n’è. Al direttivo dell’Unione province lombarde, ospite ieri a Lodi, non se è parlato praticamente d’altro. «Perché tutte le province sono in difficoltà», spiega Leonardo Carioni, presidente della provincia di Como e della stessa Upl, senza sottilizzare troppo tra chi magari i parametri comunque li rispetterà (Brescia, e pochi altri) e il resto del gruppone, orfano per l’occasione solo di Bergamo e con Dario Allevi, numero uno della neonata Monza e Brianza, spettatore (non ancora) pagante della partita. «I soldi li abbiamo, ma non li possiamo spendere», lamentano tutti, annunciando una “sollevazione dei virtuosi” che premi chi in questo Paese ancora investe ed ha tutte le intenzioni di andare avanti a farlo.
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